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1/5 CAMERA DEI DEPUTATI SENATO DELLA REPUBBLICA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI RESOCONTO STENOGRAFICO MISSIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA SEDUTA DI LUNEDÌ 27 GIUGNO 2016 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI Audizione del direttore centrale regionale delle risorse agricole, naturale e forestali, Massimo Stroppa. L audizione comincia alle 14.30. PRESIDENTE. L ordine del giorno reca l audizione del direttore centrale regionale delle risorse agricole, naturale e forestali, Massimo Stroppa. Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico che sarà pubblicato sul sito Internet della Commissione e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque. Siamo qui, in particolar modo, per fare la verifica sullo stato di attuazione delle bonifiche nei SIN di Grado e Marano e di Trieste, ma stiamo guardando anche altre questioni di carattere ambientale. Non ultimo, stiamo facendo anche un lavoro sul traffico transfrontaliero dei rifiuti. Quindi, faremo

2/5 visita al porto di Trieste, ma anche a quello sloveno di Capodistria, perché abbiamo diverse informazioni al riguardo. Quello che le chiederemo credo che forse qualcosa ci abbia già mandato è di indicarci dal vostro punto di vista, dalle indagini che avete fatto, se ci sono situazioni collegate a queste questioni che le dicevo o se ci sono questioni particolari che ci vuole segnalare dal punto di vista delle indagini che avete fatto come Corpo forestale dello Stato. Cedo la parola al Comandante regionale del Corpo forestale regionale MASSIMO STROPPA, Direttore centrale regionale delle risorse agricole, naturale e forestali. Sono il coordinatore del Corpo forestale regionale. Essendo regione autonoma, abbiamo nello Statuto di autonomia la competenza primaria in materia di foreste e di Corpo forestale. Sono il coordinatore dal febbraio di quest anno. Prima ero il dirigente del Servizio del Corpo forestale e, quindi, conosco la situazione del Corpo forestale da tre anni a questa parte, mentre prima ero dirigente in un Ispettorato forestale. Per quanto riguarda il lavoro che i forestali regionali hanno fatto nei siti di interesse della Commissione, ho mandato una relazione. In realtà, devo dire che, per quanto riguarda il sito di Marano e Grado, abbiamo fatto poco. Devo anche dire che rispetto alla Forestale dello Stato, come Forestale regionale, siamo un Corpo tecnico con funzioni di polizia e che solo da poco più di una decina d anni abbiamo aggiunto la parola «ambiente» alle materie per le quali abbiamo la qualifica di polizia giudiziaria. Prima avevamo la qualifica di polizia giudiziaria, se posso usare questo termine, per le classiche materie del forestale, ossia foreste, caccia, pesca e tutela della natura. Solo dal 2003 la regione, con una modifica normativa, ha allargato le competenze in materia di polizia giudiziaria anche alla materia ambiente, con tutto quello che ne consegue. Come Forestale regionale abbiamo le stazioni forestali sul territorio. Ho preso contatto con le stazioni per capire che cosa sia stato fatto. Per il sito di Marano e Grado è stato fatto poco. In realtà, è stata fatta un indagine negli anni 2010-2011 che è nata come presenza di terre e rocce da scavo nel Sito di interesse nazionale gestito dal Consorzio per lo sviluppo industriale dell Aussa Corno. Abbiamo indagato sui movimenti terra non autorizzati. Poi, però, ci siamo accorti che c era terra che veniva utilizzata per nuove lottizzazioni a livello del Consorzio industriale. Ci siamo accorti che c era qualcosa che non funzionava, ma, poiché l indagine l avevamo fatta assieme ai colleghi dei Carabinieri dei NOE, abbiamo lasciato a loro, visto

3/5 che avevano una competenza, una capacità di indagine e devo dire un organizzazione migliore della nostra, il compito di andare avanti nell indagine, che poi è quella che in parte ha scoperchiato la questione della gestione commissariale del sito. Per quanto riguarda Marano e Grado, la parte principale che è stata fatta è questa indagine del 2010-2011. Per quanto riguarda il sito di Trieste, abbiamo fatto una serie di indagini, che però riguardano come localizzazione il sito di Trieste, ma in realtà concernevano una serie di operazioni non di rilevante entità. Sfruttavamo delle notizie che avevamo al porto di Trieste per il fatto che un collega che lavorava al porto era entrato come forestale regionale da noi alla fine degli anni Ottanta o all inizio degli anni Novanta. Quindi, avevamo delle notizie di prima mano grazie alle quali avevamo fatto delle indagini legate, per esempio, a dei depositi incontrollati di boe oceanografiche che erano state abbandonate in un molo, con perdita di liquidi dalle batterie. C è anche una serie di altre indagini legate al Sito di interesse nazionale riguardanti, però, non materie legate al traffico di rifiuti. Una, per esempio, era una questione di rilevanza paesaggistica e un altra sempre legata a movimenti di terre e rocce da scavo. Devo dire che negli anni dalla metà degli anni Duemila, dal 2005, a oggi la normativa su materiali, terre e rocce da scavo è cambiata più volte, ragion per cui più volte ci siamo trovati a dover affrontare questa tematica. In alcuni casi abbiamo anche appurato, anche se abbiamo delle difficoltà siamo funzionari regionali, con difficoltà di operatività rispetto ai colleghi dello Stato che molte di queste terre e rocce da scavo, in particolare nella zona della provincia di Trieste, girano all interno della provincia e a volte vanno anche all estero, in particolare in Slovenia. C è un traffico di materiali non sempre controllati o gestiti in maniera adeguata. Infine, per quanto riguarda la centrale di Monfalcone, è stata fatta una serie di indagini in due periodi, all inizio degli anni Duemila, in particolare nel 2002-2003, e poi nel 2008. Le indagini erano legate, da una parte, all utilizzo di materiali per la centrale, ossia di rifiuti che dovevano essere bruciati e che non erano compresi nell elenco dei materiali che potevano essere utilizzati. In particolare nel 2008 è stata fatta una lunga indagine per quanto riguarda l utilizzo delle sanse derivate dalla lavorazione degli oli che venivano da varie parti d Italia e anche dall estero, da Paesi extracomunitari, e che venivano gestite e bruciate come rifiuti all interno della centrale, anche se dal nostro punto di vista non erano consentiti, perché non facevano parte dell elenco dei materiali per i quali la centrale aveva l autorizzazione.

4/5 Per quanto riguarda il sito del cantiere di Monfalcone, in questo caso le indagini sono state veramente molto limitate, più che altro, se posso usare questo termine, al disturbo alla popolazione, da una parte con delle polveri di verniciatura delle navi che venivano disperse e non venivano raccolte in maniera adeguata e, dall altra, con emissioni di rumori nocivi nei confronti della popolazione. Avevamo ricevuto una serie di segnalazioni da parte degli abitanti delle zone vicine ai cantieri di Monfalcone. Questo aveva portato a due segnalazioni in procura della Repubblica, delle quali, peraltro, i colleghi forestali che le avevano portate avanti non sono a conoscenza degli esiti. Hanno provato anche a chiedere in procura della Repubblica, ma non hanno ricevuto una risposta chiara sull esito dell indagine. Comunque, non sono mai stati chiamati a testimoniare in sede di udienza, ragion per cui presumiamo o che la cosa sia finita con decreto penale e condanna, o addirittura che le indagini siano ancora in corso, anche se risalgono ormai al 2008 e 2009, ossia a qualche tempo fa. Per quanto riguarda la maggior parte delle cose che ho detto, le avevo scritte nella relazione che ho inviato all inizio di maggio, quando è stata richiesta da parte della Commissione. PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. ALBERTO ZOLEZZI. Avete trovato reati collegati allo smaltimento illecito di amianto? In queste terre e rocce da scavo avevate trovato materiali amiantiferi smaltiti in maniera inadeguata? MASSIMO STROPPA, Direttore centrale regionale delle risorse agricole, naturale e forestali. No. Nel caso specifico delle indagini ci capita spesso di trovare abbandono di amianto, ancora adesso, ma sono tutti casi legati a piccole strutture, tipo pollai e cose del genere, o a tetti di capannoni, magari di industrie abbandonate, che vengono spersi sul territorio. In questo caso segnaliamo sempre all azienda sanitaria, al proprietario, se individuato, e all amministrazione comunale per poter fare i Piani di bonifica. Nel caso specifico no. PRESIDENTE. Volevo chiedervi come sono i rapporti con ARPA. Lavorate insieme, fate istruttorie insieme? MASSIMO STROPPA, Direttore centrale regionale delle risorse agricole, naturale e forestali. Sì. I

5/5 rapporti con l ARPA vanno e vengono a seconda dei momenti. In questa fase i rapporti sono molto buoni. È cambiata la dirigenza all ARPA. A livello locale e dei vari Dipartimenti provinciali non ci sono mai stati grossi problemi. A volte ci sono difficoltà nei rapporti, per esempio, quando li chiamiamo per fare dei prelievi con urgenza e questioni del genere. Questo accadeva in passato e spesso per questioni di rapporti, se posso usare questo termine, umani e non per rapporti professionali. Devo dire che negli ultimi anni abbiamo rinsaldato i rapporti. Sono cambiati molti dirigenti anche da loro e, quindi, lavoriamo bene, a maggior ragione adesso, con l applicazione delle nuove normative in materia di delitti ambientali, per la parte relativa alle prescrizioni tecniche. Pertanto, i nostri forestali fanno le prescrizioni tecniche e poi loro sono l organo tecnico della regione che le valida ai fini del ripristino e dell eventuale annullamento dell indagine penale. PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, la ringraziamo della disponibilità e dichiaro conclusa l audizione. L audizione termina alle 14.45.