SCULTURA NELL ANTICA ROMA



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Transcript:

SCULTURA NELL ANTICA ROMA LA STATUARIA ONORARIA E IL RILIEVO STORICO CELEBRATIVO ARTE E IMMAGINE PROF. ANTONIO FOSCA 1

LA RITRATTISTICA ROMANA Nella seconda parte dell'età Repubblicana:(dal V al II sec. A. C.) giungono a Roma artisti greci che aprono le loro botteghe e producono opere più raffinate di stile ellenistico. Roma inizia la sua espansione (conquistando nuovi territori) Si riversano a Roma opere dei paesi conquistati come trofei di guerra. g Si comincia con il propagare la moda di opere e oggetti d'arte (collezionismo lezionismo vario): possedere opere d'arte diventa uno status-simbol simbol per le famiglie ricche e nobili. Inoltre si producono molte copie di opere greche. e. Anche i templi cominciano a riempirsi di sculture: sono statue di divinità provenienti dai paesi conquistati. Le opere che giungono a Roma,in numero sempre maggiore sono considerate A- semplici trofei di guerra B- oppure assumono significato religioso (es. le statue di divinità) C- o assumono un significato simbolico, come ad esempio la lupa capitolina,, opera etrusca, ma conservata per la sua tradizione di simbolo a Roma. 2

Terza parte: corrisponde all'ultimo secolo dell'età repubblicana Si forma un'arte tipicamente romana (l'arte romana vera e propria comincia da qui): si producono soprattutto ritratti (personaggi celebri) e rilievi storici (imprese di guerra). Lo stile è molto realistico. La cultura si sviluppa lentamente e per i primi romani, tutto ciò che non ha scopi pratici è disprezzabile. Inizialmente i Romani considerano le arti addirittura pericolose, come affermava Catone il Censore : Le statue portate da Siracusa conquistata sono funeste per la nostra città. (212 a.c. viene conquistata la ricchissima città di Siracusa, e di seguito la Magna Grecia e l'asia minore. Ciò determina un enorme afflusso di opere e artisti, soprattutto greci, a Roma), 3

Il gusto del collezionismo d arted Tutti gli oggetti e le opere d arte, d importati dalle campagne militari di conquista, sono considerati oggetti di lusso e possedere opere greche g o servirsi di questi artisti (nella Roma antica) diventa indice di ricchezza e prestigio sociale. Quindi si diffonde sempre più l'uso di decorare le case e i giardini delle ricche famiglie patrizie con opere d'arte, successivamente sivamente si arriva al commercio, al mercato dell'arte,, trattato da amatori e collezionisti. Ma per i romani più tradizionalisti continua il pregiudizio sull'arte e sul suo potere di corruzione dei costumi. 4

Il motivo fondamentale dell arte romana,ciò che la distingue dall arte arte greca e etrusca,è la funzionalità politico-sociale. L opera d arte d è politica,è propaganda,esalta la virtus e la grandezza di Roma. Nel periodo repubblicano il ritratto è uno degli aspetti più interessanti della scultura. Lo storico greco Polibio, arrivato a Roma nel 166 a.c.,narra che era uso dei patrizi romani ricavare maschere di cera dal viso dei i defunti per conservarle, poi, negli armaria (armadi in legno) posti nell atrio delle case. L uso di conservare il busto degli antenati (imagines maiorum) ha un valore sacro,perché essi sono i protettori della casa. Dalla trasformazione delle maschere di cera in busti di marmo nasce un ritratto veristico, nel quale le fattezze della persona sono riprodotte con scrupolo. LARI = protettori della casa PENATI = protettori del magazzino delle scorte familiari e del focolare domestico MANI = le anime dei trapassati Pater familias = capo della casa 5

I romani e l arte: l mappa concettuale 6

L ARTE DEL RITRATTO La ritrattistica scultorea romana deriva dall antica antica abitudine dei patrizi (nobili) che amavano conservare, nelle proprie case, i ritratti dei propri illustri antenati. Dal I sec. a. C. il ritratto privato si diffuse non solo tra le usanze patrizie,ma anche tra la gran parte della popolazione romana. Il ritratto dei defunti, o dei membri delle proprie famiglie, divenne una moda dilagante tra gli abitanti di Roma e poi dell impero. In epoca imperiale furono gli stessi imperatori a farsi ritrarre in pose e con attributi che sottolineavano alcuni valori come:giustizia, autorevolezza e coraggio militare I personaggi imperiali ritratti erano vestiti e non nudi,come le statue greche,perché dovevano trasmettere un MESSAGGIO MORALE alla popolazione. 7

FOTOGALLERY 1 Ritratto repubblicano Ritratto di Adriano Ritratto di Claudio Ritratto di Augusto Ottaviano 8

Ritratto di Bruto Ritratto di Giulio Cesare Ritratto di Agrippa Ritratto di Diocleziano 9

La ritrattistica romana ha sempre mantenuto un tratto realistico,riferendosi soprattutto alla vita, alle opere e all impegno civile e politico dei personaggi rappresentati con la tecnica della scultura. Gli artisti romani cercano di rappresentare i tratti somatici,reali, ali, del personaggio e l espressione l vera, rispetto ai greci che volevano ricercare la bellezza, l armonia l e la perfezione nelle forme. Analizzeremo alcune opere d arte d di epoca romana come: 1. Statua di Augusto di Prima Porta detto Loricato e Augusto Togato ; 2. Colonna Traiana nel foro di Traiano a Roma; 3. La statua equestre di Marco Aurelio sul Campidoglio a Roma; ESEMPI di SCULTURA ONORARIA E RILIEVO STORICO CELEBRATIVO. La storia raccontata attraverso le immagini. 10

AUGUSTO IMPERATORE detta di PRIMA PORTA LORICATO (fine I sec. a. C. - marmo, alt. M 2,04.Roma, Musei Vaticani) L'Augusto di Prima Porta, nota anche come Augusto loricato (dalla lorìca, la corazza in pelle dei legionari) è una statua romana che ritrae l'imperatore Augusto. Alta 2,04 metri, è realizzata in marmo ed è attualmente conservata nei Musei Vaticani, nella Città del Vaticano (Roma). Venne ritrovata nella villa di Livia, l'abitazione di Livia Drusilla, moglie di Augusto, a Prima Porta. La statua dell'imperatore è raffigurata in piedi, con il braccio destro alzato e il gesto di attirare l'attenzione: si tratta della posa con cui si richiedeva il silenzio prima dell'adlocutio (incitamento all'esercito prima della battaglia). 11

La figura indossa la corazza che è decorata riccamente, al di sotto della quale porta la tunica corta militare. Un paludamentum (tunica che veniva indossata da un generale romano quando comandava un esercito) gli avvolge i fianchi, ricadendo mollemente sulla mano sinistra, con un panneggio particolarmente elaborato. Nella stessa mano impugna la lancia. Il capo e i piedi sono nudi (non indossa quindi né l'elmo né i calzari). Sulla gamba destra è riportato un putto: Eros, a cavallo di un delfino. Eros era figlio di Venere e il delfino è un omaggio a Venere, simboleggia infatti la nascita della dea avvenuta dall'acqua. L'imperatore è ritratto, almeno nel volto, nelle sue reali fattezze, anche se idealizzate nella celebrazione della sua carica. 12

La corazza La corazza imperiale era tipicamente in pelle con inserti in metallo. È scolpita come aderente, facendo risaltare il fisico atletico, che ricorda le sculture greche di eroi. I rilievi che la decorano rappresentano simbolicamente: In alto una personificazione del Caelum Sotto di esso vola la quadriga del Sol Precedono la quadriga l'aurora e il Phosphorus Al centro vi è la scena di re Fraate IV dei Parti che restituisce le insegne dei Romani prese ai romani durante la sconfitta di Crasso; il generale romano che le riceve, con ai piedi un cane, è forse Tiberio Al lati si trovano le personificazioni di due province vinte, la Germania e la Pannonia, dove era intervenuto Tiberio tra il 12 e l'8 a.c. Sotto di esse si trovano due Vittorie alate In basso, semisdraiata, si trova la Tellus 13

La statua doveva essere colorata come quelle greche. I cielo La Luna (Phosphorus) e l Aurora Quadriga del Sole re Fraate IV dei Parti e Tiberio La Germania e la Pannonia La Terra contrapposta al Cielo,due bambini poppanti simbolo della fecondità del Lazio e, a sinistra e a destra Apollo su un grifone e Diana su una cerva. 14

COLONNA TRAIANA L'imperatore Traiano fu l'ultimo grande conquistatore: combatté contro le popolazioni germaniche, sconfisse i parti, distrusse i daci, invase l'armenia, la Siria e la Mesopotamia. Con lui l'impero raggiunse la massima estensione La colonna traianea narra le imprese dell esercito contro i popoli ad est dell impero,soprattutto descrive la conquista della Dacia. La conquista della Dacia fu un operazione militare intrapresa tra il 101-106 d.c. I daci erano una popolazione che occupava le terre a nord del Danubio, dove ora c'è la Romania. A ricordo di questa guerra fu scolpita a Roma il più grande capolavoro dell'arte romana: la cosiddetta "Colonna Traiana", posta nel Foro Traiano, all'interno del Foro Romano. 15

Scopo di quest'opera non era solo funerario e celebrativo, ma anche didascalico, in quanto come un lungo papiro il monumento si srotola a spirale, dal basso verso l'alto, senza interruzioni, raccontando tutte le imprese dell'imperatore. La lunghezza di questo enorme papiro di sculture (che fa venire in mente anche la pellicola di un film) è di ben 200 metri e i giri che compie intorno alla colonna sono 23. Le figure sono migliaia: solo Traiano è rappresentato 58 volte. Le sculture hanno uno spessore che varia dai due ai tre centimetri. Conclusa nel 113 d.c. da uno scultore a noi ignoto, ma si pensa che il progettista sia stato il grande architetto Apollodoro di Damasco, già progettista del Foro Traiano, la colonna, che è un bellissimo esempio di fusione tra architettura e scultura, è alta 30 metri, anzi 39,83, se calcoliamo anche la base, che ha un diametro di sei metri: è come un palazzo di nove piani. 16

Nel monumentale piedestallo non sono presenti solo le ceneri di Traiano ma anche l'inizio di una scala a chiocciola scavata nel marmo e illuminata da molte feritoie. La scala permette di arrivare in cima al monumento. Qui in origine c'era una statua in bronzo di Traiano, che scomparve nel Medioevo e che fu sostituita nel 1587 con una statua di S. Pietro dal papa Sisto V. I bassorilievi della colonna Traiana hanno un carattere pittorico più che plastico, poiché il plasmato e le figure hanno poco volume e anche perché le superfici dei piani sono trattate in modo morbido e sfumato: non ci sono rilievi fortemente marcati. 17

La narrazione della colonna Traiana è attenta e scrupolosa e corrisponde ai fatti storici. Si possono vedere i soldati romani passare il Danubio su un ponte di barche e costruire fortificazioni,traiano celebrare i sacrifici rituali, parlare alle truppe. Vediamo le battaglie, l'opera di soccorso ai feriti, la conquista dei villaggi nemici, la resa degli avversari. Traiano appare sempre deciso, ricco di personale carisma, un "comandante" cui l'esercito è fedele, ma anche il capo dei daci, Decebalo, è visto come un grande ed eroico guerriero, cui va tributato l'onore delle armi: i romani vincono su un grande avversario. L'ordine della colonna è quello dorico riadattato, come testimoniano alla sommità le scanalature sotto il fregio spiraliforme, il capitello decorato con degli ovoli e con la base a forma di corona. La colonna è costituita da 19 colossali blocchi in marmo lunense, ciascuno dei quali pesa circa 40 tonnellate ed ha un diametro di 3,83 metri. Essi vanno a comporre i 17 rocchi la base, il capitello e l'abaco. 18

Basamento e interno L'alto basamento è ornato su tre lati da cataste d'armi a bassissimo rilievo. Sul fronte è presente un'epigrafe redatta in carattere lapidario romano e sorretta da vittorie, che commemora l'offerta della colonna da parte del senato e del popolo romano e testimonia come la colonna rappresentasse l'altezza della sella tra Campidoglio e Quirinale prima dei lavori di sbancamento operati da Traiano per la costruzione del Foro. Agli angoli del piedistallo sono disposte 4 aquile, che sorreggono una ghirlanda di alloro. Al di sotto dell'epigrafe si trova la porta che conduce alla cella interna al basamento, dove vennero collocate le ceneri di Traiano e dove comincia una scala a chiocciola di 185 scalini per raggiungere la sommità. La scala venne illuminata da 43 feritoie a intervalli regolari, aperte sul fregio ma non concepite all'epoca della costruzione. FERITOIE = Finestre 19

La narrazione è organizzata rigorosamente, con intenti cronistici.vengono rappresentate non solo le scene "fondamentali" delle battaglie, ma esse erano intervallate dalle scene di marcia e trasferimenti di truppe (12 episodi) e da quelle di costruzione degli accampamenti e delle infrastrutture (ben 17 scene, rappresentate con estrema minuzia nei dettagli). In questa lettura metrica degli eventi compaiono poi gli avvenimenti significativi dal punto di vista politico, come il consilium (scena 6), l'adlocutio (scene 11, 21, 33, 39, 52-53, 56, 77 e 100), la concessione degli ornamenta militaria, di legatio (ambascerie), di lustratio (sacrifici augurali), di proelium (battaglie o guerriglia), di obsidio, di ambascerie, di sottomissioni, di nemici catturati; a queste vanno aggiunte alcune scene propagandistiche, come le torture dei prigionieri romani da parte dei Daci (scena 33), il discorso di Decebalo (104), il suicidio dei capi daci col veleno (scene 104 e 108), la presentazione della testa di Decebalo a Traiano (109), l'asportazione del tesoro reale (103). Le scene sono ambientate in contesti ben differenziati, con rocce, alberi e costruzioni: per questo sembrano riferirsi ad episodi specifici ben presenti nella mente dell'artefice, piuttosto che a generiche rappresentazioni idealizzate. 20

La figura di Traiano è raffigurata 58 volte e la sua presenza è spesso evidenziata dal convergere della scena e dallo sguardo degli altri personaggi su di lui; è alla testa delle colonne in marcia, rappresentato di profilo e con il mantello gonfiato dal vento; sorveglia la costruzione degli accampamenti; sacrifica agli dei; parla ai soldati; li guida negli scontri; riceve la sottomissione dei barbari; assiste alle esecuzioni Un ritmo incalzante, d'azione, collega fra loro le diverse immagini il cui vero protagonista è il valore, la virtus dell'esercito romano. Note drammatiche, patetiche, festose, solenni, dinamiche e cerimoniali s'alternano e raggiungono particolare intensità nella scena della tortura inflitta dalle donne dei Daci. I prigionieri romani dai nudi corpi vigorosi, nella presentazione a Traiano delle teste mozze dei Daci, nella fuga dei Sarmati dalle pesanti armature squamate, nel ricevimento degli ambasciatori barbari dai lunghi e fastosi costumi esotici, fino alla scena di sottomissione dei Daci: calma solenne del gruppo di Traiano seduto,circondato dagli ufficiali con le insegne, e le linee oblique e la massa confusa dei Daci inginocchiati con gli scudi a terra e le braccia protese ad invocare la clemenza imperiale. 21

Particolari Colonna Traiana 22