La Prevenzione Incendi e La Gestione delle Emergenze
Argomenti che tratteremo Incendio, fuoco e combustione Combustibile comburente e calore La classificazione dei fuochi Le classi di reazione al fuoco I prodotti della combustione ed i rischi per le vie respiratorie La prevenzione incendi La protezione attiva e passiva Gli estinguenti Estintori ed idranti
200.000 incendi all anno in Italia Alcuni dati 7.000 morti all anno per incidenti in casa (di questi il 25% è causato dagli incendi) Nonostante queste cifre l Italia è al penultimo posto per i morti da incendio (USA ed Inghilterra ai primi posti) Principali cause di morte 7-8% muore per ustioni 92-93% muore per asfissia
Cause e pericoli di incendio più comuni Deposito o manipolazione non idonea di sostanze combustibili Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale infiammabile Negligenza nell uso di fiamme libere Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle attrezzature Impianti elettrici inadeguati (25% degli incendi) Apparecchiature in tensione anche quando inutilizzate Fumare dove è proibito, non usare i posacenere Ostruire la ventilazione di impianti ed attrezzature Negligenza di appaltatori o addetti alla manutenzione Scarsa informazione e formazione dei lavoratori Ecc., ecc.
Definizione di incendio E la combustione sufficientemente rapida che si sviluppa senza controllo nel tempo e nello spazio oppure Combustione incontrollata di materiali o strutture combustibili.
Il Fuoco Si può rappresentare il fuoco con un triangolo i cui tre lati sono costituiti da COMBUSTIBILE, COMBURENTE, CALORE; se manca uno di tali elementi il fuoco non può esistere. I sistemi di spegnimento degli incendi sono basati su: azioni tendenti ad abbassare la temperatura del combustibile portandola così al di sotto del punto di infiammabilità (azione di raffreddamento), Oppure impedire all aria di proseguire l alimentazione del fuoco (soffocamento) Od ad allontanare il combustibile, spegnendo così il fuoco per esaurimento.
Principi della combustione La combustione è una rapida reazione chimica che si innesca in maniera naturale o artificiale tra due elementi (combustibile e comburente) in presenza di una adeguata energia di attivazione (calore). 7
IL COMBUSTIBILE Sostanza atta a mantenere una combustione in presenza di aria atmosferica (comburente). Si distinguono in solidi, liquidi e gassosi. Conoscere il loro modo di bruciare è il requisito più importante per poter intervenire adeguatamente.
Incombustibili: non possono bruciare. Classificazione dei Solidi Difficilmente combustibili: possono prendere fuoco a contatto con la sorgente di accensione ma una volta allontanata non bruciano autonomamente. Combustibili: una volta innescati bruciano da soli, e si suddividono in: facilmente accendibili: bruciano rapidamente sotto l azione di una piccola sorgente di energia (fiammifero, scintilla, corto circuito..ecc.); difficilmente accendibili: possono essere accesi soltanto da una sorgente di accensione di elevata energia applicata per un tempo prolungato.
Classificazione dei liquidi combustibili Categoria P.inf. = Punto di infiammabilità Materiali A < 21 C Liquidi i cui vapori possono dare luogo a scoppio (benzina, benzolo, miscele di carburanti,..ecc.) B 21 C P.inf. 65 C Liquidi infiammabili (petrolio raffinato, alcool, cherosene, acqua ragia,...ecc.) C > 65 C Liquidi combustibili (gasolio, olio combustibile, olio minerale lubrificante,. ecc.)
Classificazione dei gas Il gas è una sostanza che in condizioni di temperatura e pressione ambiente esiste solo allo stato aeriforme. I gas si suddividono in: combustibili (idrogeno, metano, acetilene, propano, butano,..ecc.) non combustibili (azoto, argon)
Classe A CLASSIFICAZIONE DEI FUOCHI Incendi di materiali solidi, combustibili, infiammabili ed incandescenti come legname, carboni, carta, tessuti, pelli, gomma, e derivati, rifiuti che fanno brace ed il cui spegnimento presenta particolari difficoltà. Classe B Incendi di liquidi per i quali è necessario un effetto di copertura e soffocamento come benzine, alcoli, solventi, oli minerali, grassi, eteri, ecc. Classe C Incendi di gas infiammabili come idrogeno, metano, acetilene, butano, propano, etilene, propilene, ecc.
Classe D Incendi di sostanze metalliche spontaneamente combustibili in presenza d aria, reattive in presenza di acqua o schiuma con formazione di idrogeno e pericolo di esplosione come magnesio, manganese, alluminio in polvere, sodio, potassio, litio, ecc. (Classe E) INCENDI DI NATURA ELETTRICA Incendi di apparecchiature elettriche, trasformatori, alternatori, interruttori, quadri elettrici ed apparecchiature elettriche in genere sotto tensione per il cui spegnimento sono necessari agenti elettricamente non conduttivi.
Le classi di reazione al fuoco La reazione al fuoco di un materiale è definita come : il grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. Classe 0: materiali non combustibili (materiali a base di fibre minerali come vetro e roccia, metalli) Classe 1: materiali difficilmente combustibili (arredi trattati per alberghi) Classe 2: materiali combustibili (tessuti normali) Classe 3: materiali facilmente combustibili Classe 4: materiali infiammabili Classe 5: materiali estremamente infiammabili Per esempio nei locali di pubblico spettacolo e negli alberghi in corrispondenza di corridoi e passaggi in genere possono essere impiegati materiali in classe 1 solo per il 50% della superficie totale per il restante si dovrà utilizzare materiale in classe 0.
La curva temperatura-tempo gas 15
Alcune definizioni fondamentali Temperatura di infiammabilità È il valore minimo di temperatura alla quale il combustibile liquido sviluppa vapori sufficienti per formare la miscela infiammabile e cioè al limite inferiore di infiammabilità per la miscela gassosa. Campo di infiammabilità Per una miscela combustibile-comburente allo stato gassoso si definiscono limiti (inferiore e superiore) di infiammabilità, le concentrazioni limite (in frazione volumetrica) di combustibile nella miscela, entro le quali questa, se opportunamente innescata, brucia completamente propagando il fronte di fiamma. L intervallo di concentrazione tra il limite inferiore e superiore è detto campo di infiammabilità. Temperatura di accensione È la temperatura minima alla quale la miscela gassosa combustibile-comburente brucia in maniera istantanea senza necessità di innesco.
Altre definizioni Potere calorifico È la quantità di calore che si sviluppa nella combustione completa di una unità di massa (o di volume per i gas) di combustibile. Carico di incendio Il carico di incendio è il potenziale termico della totalità dei materiali combustibili in uno spazio, ivi compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, dei pavimenti e dei soffitti. Convenzionalmente è espresso in kg di legna equivalente (potere calorifico 4.400 kcal/kg).
IL COMBURENTE Il comburente è l ossigeno atmosferico cioè quello presente nell aria che noi respiriamo. L aria è una miscela di gas con la seguente composizione volumetrica: Ossigeno 20,95% Azoto e argon 79,01% Anidride carbonica 0,03% Altri gas o gas rari 0,01% L ossigeno è un ossidante, l anidride carbonica è un composto completamente ossidato, l azoto e l argon sono invece dei gas inerti.
IL CALORE La combustione per iniziare e per poter continuare necessita di un apporto di energia termica (sorgente di innesco). Durante la combustione la reazione si autosostiene con il calore che le molecole che reagiscono cedono a quelle circostanti che devono ancora reagire.
Prodotti della combustione I prodotti che la combustione sviluppa durante un incendio pericolosi per l uomo e per l ambiente possono essere suddivisi in quattro categorie: Gas da incendi Una delle cause fondamentali che provoca morti durante gli incendi è l inalazione di gas caldi e tossici in atmosfera carente di ossigeno. Fiamma Pericolo dovuto alle ustioni che può provocare sia direttamente che per irraggiamento. Calore I pericoli fisiologici ad esso dovuti sono l ipertermia, la disidratazione, il blocco della respirazione, l incremento delle pulsazioni. Fumo particolati Il fumo è costituito da piccolissime particelle solide particolati e vapore condensato. Il pericolo derivante dalla presenza di fumo è inizialmente la riduzione della visibilità e successivamente un azione dannosa sul sistema respiratorio e visivo.
I rischi per le vie respiratorie /1 I principali agenti di rischio per le vie respiratorie sono: Ossido di carbonio (CO) E un gas incolore-inodore e tossico per il sangue, che si sviluppa quando la combustione avviene in carenza di ossigeno (fuoco covato). Il CO si combina con l emoglobina del sangue molto più facilmente dell ossigeno rendendola indisponibile per la respirazione. Se non è troppo tardi si può soltanto sottoporre la persona a trattamento di ossigeno-terapia prolungata. Acido cianidrico E un gas estremamente tossico che si sviluppa dalla combustione di materiali contenenti azoto. Impedisce la respirazione a livello delle cellule; comunque a differenza del CO non risulta essere una causa principale di morte nelle intossicazioni da incendio. Ammoniaca Si sviluppa dalla combustione di materiali contenenti azoto (lana, seta, materiali acrilici e fenolici, resine melamminiche). Impiegata negli impianti di refrigerazione costituisce un notevole rischio in caso di fuga. Fortemente irritante per occhi, naso, gola e polmoni, per esposizioni di 30 minuti a percentuali tra lo 0,25 e lo 0,65 può portare anche alla morte.
Anidride carbonica (CO2) I rischi per le vie respiratorie /2 E il prodotto dell ossidazione completa del carbonio contenuto nei materiali combustibili e si sviluppa in grande quantità negli incendi. La sua presenza nell aria accelera il ritmo respiratorio e la profondità del respiro e quindi l inalazione delle altre sostanze tossiche irritanti e nocive prodotte dall incendio. La CO2 al 2% fa aumentare del 50% la velocità e la profondità del respiro con insorgenza di capogiri, dolori di testa e possibili svenimenti. Al 9% la CO2 provoca la perdita di conoscenza e la morte se in tempi rapidi la persona non venisse portata all aria aperta e rianimata. Carenza di ossigeno La combustione consuma l ossigeno presente nell aria e quando dal 21% scende sotto la soglia del 17% sorgono problemi di coordinazione dei movimenti, perdita di lucidità affaticamento e perdita di coscienza. Sotto la soglia del 10% si ha la perdita di conoscenza e la morte in pochi minuti se la persona non è portata subito all aria aperta e rianimata. Sotto la soglia del 17% in volume di ossigeno nell aria si possono utilizzare soltanto autoprotettori.
I rischi per le vie respiratorie /3 Acroleina E una sostanza irritante per gli occhi e le vie respiratorie che si sviluppa dalla combustione lenta di prodotti cellulosici (carta, cotone ecc.) e di altre sostanze organiche. Poche parti per milione rendono impossibile la permanenza dell uomo in quell ambiente ed una esposizione protratta porta alla morte entro alcune ore. Acido cloridrico Deriva dalla decomposizione termica del PVC. E irritante per la pelle, gli occhi e le vie respiratorie. L esposizione a fumi di incendio contenenti quest acido ha dato luogo a casi di morte anche se inizialmente il livello sembrava sopportabile. Fosgene Gas non infiammabile prodotto dalla decomposizione termica di composti contenenti carbonio e cloro (idrocarburi clorurati). Concentrazioni basse di fosgene sono già letali. Altre sostanze tossiche Si sviluppano in base a ciò che brucia o che è coinvolto nell incendio. Possono essere presenti anche sostanze come ossidi di azoto, composti fosforati, acido fluoridrico e bromidrico, idrocarburi ecc.
Il pericolo ed il rischio d incendio Il PERICOLO D INCENDIO è la proprietà o qualità intrinseca di determinati materiali o attrezzature di lavoro, oppure di metodologie e pratiche di lavoro, o di utilizzo di un ambiente di lavoro che presentano potenziale di causare un incendio. Il RISCHIO D INCENDIO è la probabilità che sia raggiunto il livello di potenziale di accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenze dell incendio sulle persone presenti.
Rischio di incendio RISCHIO = PROBABILITA x MAGNITUDO Gli interventi di prevenzione mirano a ridurre la probabilità di innesco di un incendio Gli interventi di protezione hanno l obiettivo di contenere i danni causati da un incendio
Rischio di incendio Il rischio di incendio non si può annullare La domanda da porsi è quale siano le misure di prevenzione e protezione da attuare per rendere accettabile l indice di rischio di incendio residuo 26
Obiettivi della prevenzione incendi Prevenzione primaria Tutela della vita umana, degli valori umani e degli interessi pubblici DEVE ESSERE SEMPRE PERSEGUITA! Prevenzione secondaria Tutela dei beni materiali VALUTAZIONE COSTI BENEFICI (le soluzioni possono tendere all ottimizzazione degli investimenti) 27
La prevenzione incendi Prevenzione Incendi Prevenzione propriamente detta Protezione Misure precauzionali di esercizio Attiva Passiva
La prevenzione incendi Prevenzione propriamente detta Provvedimenti che hanno il fine di ridurre la probabilità dell'insorgere di un incendio Protezione Provvedimenti che hanno lo scopo di limitare i danni prodotti da un incendio una volta che questo si sia manifestato Misure precauzionali di esercizio Precauzioni ed accorgimenti atti a prevenire il verificarsi di incidenti, incendi inclusi.
Prevenzione propriamente detta Eliminare uno dei lati del triangolo del fuoco Impianti elettrici a regola d arte (L. 186/68 e L. 46/90) Divieto di fumare ed usare fiamme libere in alcune zone Collegamento a terra di strutture, serbatoi, attrezzature Installazione di impianti di protezione contro scariche atmosferiche Stoccaggio sicuro di materiali e sostanze infiammabili Sistemi di sicurezza totale dei bruciatori nelle caldaie Ventilazione dei locali Utilizzazione di materiali incombustibili Utilizzo di materiali di classe di reazione al fuoco in relazione al tipo di attività Adozione di pavimenti e attrezzi antiscintilla
Protezione Protezione attiva E l insieme delle misure di protezione che richiedono attivazione (manuale o automatica) in caso di incendio. Servono per intervenire in qualsiasi fase dell incendio (estintori, rete idrica antincendio, evacuatori di fumo e calore, sistemi di spegnimento automatici, allarmi, impianti di rilevazione automatica). Protezione passiva E l insieme delle misure di protezione che non richiedono attivazione in caso di incendio. Riducono la propagazione dell incendio e servono alla salvaguardia della vita umana (vie di esodo, compartimenti, stabilità della struttura, distanze di sicurezza, reazione al fuoco dei materiali) In Italia si privilegia la protezione passiva rispetto a quella attiva
Protezione attiva Apparecchiature e attrezzature antincendio in genere (estintori, idranti, manichette, lance, allarmi, ecc.) Evacuatori di fumo e di calore Illuminazione di sicurezza Sistemi antincendio o impianti antincendio
Sistemi di evacuazione fumo e calore Sono sistemi automatici o manuali che vengono installati in coperta e che intervengono in caso di incendio aprendosi e permettendo lo sfogo naturale dei fumi dell incendio
Illuminazione di sicurezza L illuminazione di sicurezza deve avere le seguenti caratteristiche: entrare in funzione automaticamente avere il circuito elettrico indipendente da qualsiasi altro circuito e protetto dai danni causati dal fuoco, da danni meccanici, ecc. fornire un illuminazione sufficiente comprendere le indicazioni di tutte le porte normali e di emergenza, nonché dei segnali di direzione e le indicazioni dei presidi antincendio avere un autonomia adeguata al tipo di attività
Protezione passiva Rivestimenti isolanti Compartimentazioni Porte tagliafuoco Distanze di sicurezza Vie di uscita Stabilità della struttura Reazione al fuoco dei materiali Segnaletica di sicurezza
Vie di esodo Via di emergenza: percorso senza ostacoli al deflusso che permette alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro Uscita di emergenza: passaggio che immette in un luogo sicuro Luogo sicuro: luogo nel quale le persone sono da considerarsi al sicuro dagli effetti determinati dall incendio e altre situazioni di emergenza
Vie di esodo Devono sempre essere: Senza ostacoli Tenute sgombre Ben evidenziate da apposita cartellonistica In numero sufficiente Facilmente raggiungibili da tutti Con porte apribili verso l esodo, verso luogo sicuro o l esterno Con porte sottoposte periodicamente a regolare manutenzione Con porte che non possono essere scorrevoli, a saracinesca a rullo, girevoli ad asse
Segnaletica di sicurezza Colore/forma Significato o scopo Indicazioni segnali di divieto pericolo allarme attrezzature antincendio atteggiamenti pericolosi alt, arresto, sgombero identificazione e ubicazione segnali di avvertimento attenzione, cautela, verifica segnali di prescrizione segnali di salvataggio o di soccorso comportamento o azione specifica porte, uscite, percorsi, materiali
Estinguenti Acqua e vapore acqueo Schiuma Polvere Anidride carbonica Gas alogenati e prodotti sostitutivi
L estinzione del fuoco L estinzione del fuoco si ottiene attuando azioni di: raffreddamento separazione soffocamento inibizione chimica
Scelta degli estinguenti per classe Classe A L estinguente generalmente impegnato è l acqua possibilità di applicazione anche di schiuma, polvere, CO2, gas alogenati ecologici Classe B Schiuma, polvere, CO2 e gas alogenati ecologici Classe C Polvere, CO2 e gas alogenati ecologici Classe D Polveri speciali a base di cloruro di sodio Classe E CO2, gas alogenati ecologici e polveri speciali
L acqua Agisce per raffreddamento, soffocamento e diluizione Efficace su fuochi di classe A Non adatta a spegnere incendi di classe B e C Da utilizzarsi preferibilmente a getto frazionato Evitare il suo utilizzo: su conduttori di energia elettrica sotto tensione; su sostanze reagenti in modo pericoloso tipo sodio e potassio che liberano idrogeno anche a basse temperature, carbonio magnesio zinco e alluminio che ad alte temperature sviluppano con l acqua gas infiammabili; su sostanze tipo cloro e fluoro che con l acqua reagiscono dando luogo a sostanze corrosive; su sostanze come l acido solforico e l anidride acetata che a contatto con l acqua sviluppano calore emettendo spruzzi corrosivi.
La schiuma Ha una azione soffocante in quanto tende a disporsi sopra il combustibile creando così un effetto di isolamento nei confronti dell aria. E efficace perciò su incendi di classe A e B La schiuma è ottenuta aggiungendo all acqua (in percentuali dal 2 al 6%) un liquido così detto schiumogeno e l aria. Maggiore è il quantitativo di aria aggiunta e più alta è la qualità di schiuma prodotta. Ci sono oggi in commercio cinque diversi tipi di liquido schiumogeno; alcuni sono per pronto intervento ed altri per incendi massivi, alcuni hanno impieghi più estesi (polivalenti) ed altri meno. Il rapporto di espansione R.E. può essere: Basso (da 1 a 20), medio (da 20 a 200) alto (>200).
La polvere chimica Si distinguono in due gruppi principali: Polveri chimiche (polivalenti ABC fosfato monoammonico) Polveri speciali (per incendi di classe D cloruro di sodio) L effetto estinguente della polvere è basato su fenomeni fisico-chimici. La spiegazione più attendibile si basa sulla caratteristica di assorbimento del calore da parte della nube di polvere, mista a gas inerte, sulla formazione di vapore acqueo e di anidride carbonica che si liberano per decomposizione, e sull effetto inibitorio della catena di combustione. La concomitanza di questi principali fenomeni porta all estinzione dell incendio per effetto di soffocamento e di raffreddamento.
Anidride carbonica (CO2) E un gas inerte di cui si sfruttano le caratteristiche soffocanti. Si utilizza compresso in forma liquida in bombole, al momento dell impiego attraverso appositi ugelli esce in forma gassosa. Il rapido passaggio della CO2 dalla forma liquida a quella gassosa produce un notevole abbassamento della temperatura che può raggiungere i 80 C. E efficace su fuochi di classe (?A?) B C ed in particolare per incendi su apparecchiature elettriche sotto tensione. La possibile riaccensione sui fuochi di solidi determina la non omologazione della CO2 per la classe A. Agisce per soffocamento e raffreddamento
Gas alogenati e prodotti sostitutivi Gli halons sono stati banditi in quanto rilasciano sostanze che impoveriscono lo strato di ozono della stratosfera. Erano derivati dal metano con sostituzione totale o parziale degli atomi di idrogeno con atomi di cloro, bromo, fluoro. Sono stati sostituiti da sostanze meno efficaci ma comunque innocue per lo strato di ozono. Il sostituto dell halon 1301 per esempio è il FM200 (eptafluoropropano) che a parità di massa scaricata ha una efficacia circa doppia di quella dell anidride carbonica (il 1301 aveva una capacità 5 volte superiore). Le modeste quantità di estinguente e l estrema velocità di intervento con la quale gli halons intervengono chimicamente nel processo di combustione bloccano il fuoco in brevissimo tempo.
Estintori portatili (max 20 kg) Carrellati (50-100 kg) Esistono diversi tipi di estintore: Idrici Schiuma Polveri chimiche Anidride carbonica (CO 2 ) Idrocarburi alogenati ecologici Estintori
Etichetta Estintori
ESEMPIO: la sigla 21A 89B C (valori minimi per gli estintori nelle cabine di proiezione cinematografiche) descrive la capacità di intervento di un estintore avente le seguenti proprietà: 21A è associato al potere di spegnimento di un estintore relativo a una catasta di legno delle dimensioni di 50 cm in larghezza e altezza, e 210 cm in lunghezza. 89B è associato al potere di spegnimento di un estintore relativo ad un liquido infiammabile composto per 2/3 (59,33 litri) di benzina e per 1/3 (29,67 litri) di acqua, contenuto in una vasca di diametro variabile; la quantità di liquido totale è 89 litri, da cui il codice. C Indica che tale estintore è adatto allo spegnimento degli incendi derivati da gas infiammabili.
ESEMPIO: la sigla 13A 89B C (valori minimi nei locali pubblici) descrive la capacità di intervento di un estintore avente le seguenti proprietà: 13A è associato al potere di spegnimento di un estintore relativo a una catasta di legno delle dimensioni di 50 cm in larghezza e altezza, e 130 cm in lunghezza. 89B è associato al potere di spegnimento di un estintore relativo ad un liquido infiammabile composto per 2/3 (59,33 litri) di benzina e per 1/3 (29,67 litri) di acqua, contenuto in una vasca di diametro variabile; la quantità di liquido totale è 89 litri, da cui il codice. C Indica che tale estintore è adatto allo spegnimento degli incendi derivati da gas
Idranti (2) Lancia a singolo effetto Lancia a doppio effetto
AEREAZIONE Maniche a vento con trappola per l acqua, tipo Dorade, per le altre situazioni servono oblò laterali sulla tuga e passauomo. In alternativa o in aggiunta, si possono montare i tannoy o gli estrattori con ventola elettrica azionata da una piccola cellula solare di giorno e di notte da una mini batteria ricaricata durante le ore di luce dalla stessa cellula solare. Ogni ambiente deve essere munito di dorade o presa d aria, solo così si Le maniche a vento possono funzionare come presa d aria se orientate al vento o come estrattori se orientate in senso contrario. L aria sotto coperta circola bene solo se può entrare ed uscire, in modo da creare un ciclo entrata - uscita. Una capottina per esempio lavora come un grosso aspiratore e così anche un oblò aperto sottovento.
CUCINA Nelle unità a vela la cucina è basculante e disposta longitudinalmente, ogni piano di cottura è munito di ferma pentole che devono essere ben dimensionati e da utilizzarsi sempre, sia in porto, che in navigazione. Tutta la zona mobilio circostante al forno deve essere protetta con piastre in acciaio inox e possibilmente isolata con appositi materiali ignifughi
Normativa Navale Il Registro Navale prevede aerazione naturale per imbarcazioni munite d apparati motori che utilizzano il carburante con grado d infiammabilità inferiore a 55, e ventilazione forzata nei casi superiori; in questo caso l apparato d aerazione forzata deve essere in grado di effettuare un ricambio completo d aria in circa due minuti con velocità d aria nelle condotte da 5 a 10 metri al secondo.
Norme del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto relative alla protezione contro gli incendi a bordo. Art.19 I serbatoi e l impianto per il combustibile devono essere realizzati e sistemati in accordo al decreto ministeriale 5 nov. 1987, n. 514, ed agli altri regolamenti da emanare, sentito l ente tecnico, ai sensi dell art. 17, terzo comma, della legge 23 agosto 1988, n. 400. I locali dove sono sistemati i motori e i serbatoi devono essere provvisti di propria ventilazione naturale o meccanica se previsto l uso di combustibile avente punto di infiammabilità minore o uguale a 55. Qualora esista un impianto fisso di estinzione incendi deve essere possibile chiudere la ventilazione del locale prima dell entrata in funzione dell impianto fisso.
Norme del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto relative alla protezione contro gli incendi a bordo. ART.19 Le bombole di gas eventualmente utilizzate per l ambiente della cucina e per gli altri impianti ausiliari devono essere sistemate in modo da non costituire pericolo per le persone e le cose secondo il regolamento da emanare, sentito l ente tecnico, ai sensi dell art. 17, terzo comma, della legge 23 agosto 1988, n. 400. I locali o vani chiusi entro cui sono sistemati i motori sulle imbarcazioni e navi con motori entrobordo e entrofuoribordo alimentati con combustibile avente punto di infiammabilità minore o uguale a 55 C o aventi motori a ciclo Diesel sovralimentato di potenza complessiva maggiore di 500 kw devono essere dotati di un impianto fisso di estinzione incendi realizzato secondo il regolamento da emanare, sentito l ente tecnico, ai sensi dell art. 17, terzo comma, della legge 23 agosto 1988, n. 400.
Norme del Regolamento di Sicurezza per la navigazione da diporto relative alla protezione contro gli incendi a bordo. ART 19 Sulle navi a motore o a vela con motore ausiliario abilitate a navigazione senza alcun limite deve essere sistemata una pompa meccanica da incendio e almeno due prese antincendio convenientemente ubicate, con relative manichette ed accessori. Estintori portatili di capacità e in numero come richiesto devono essere sistemati in posizione facilmente accessibile. Le caratteristiche degli estintori devono essere in accordo al regolamento da emanare, sentito l ente tecnico, ai sensi dell art. 17, terzo comma, della legge 23 agosto 1988, n. 400