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Gli Islam a confronto Il precipitare della crisi siriana, il tentativo d internazionalizzazione del conflitto, minacciano la stabilità dell intero settore medio - orientale così profondamente da meritare un attenta analisi di quali sono i fattori che oggi determinano le scelte delle forze sul campo, a fronte di una situazione profondamente mutata rispetto a quella di anche pochi anni fa, quando il gendarme dell area erano gli Stati Uniti. Erano essi infatti ad avere bisogno del controllo delle fonti di produzione di petrolio e a fare di tutto per assicurarsele, prova ne sia il loro intervento in Irak.Tuttavia ora gli attori sono molti di più e per cercare di leggere gli avvenimenti occorre un analisi articolata. Le trasformazioni nel mondo arabo islamico L area arabo islamica oggi appare frammentata e impegnata in una guerra interna per la conquista dell egemonia. Gli introiti petroliferi, peraltro destinati nel medio periodo a ridursi, hanno tuttavia creato una forte liquidità a disposizione di oligarchie come quella saudita o degli Stati del golfo Persico. I ceti dirigenti di queste società hanno investito i loro capitali sul mercato globale e ciò ha portato i loro gruppi familiari a far parte del gotha della finanza mondiale, in qualche modo legittimandoli a gestire i loro affari alla pari e con gli stessi metodi dei loro consimili esponenti del capitalismo internazionale, con spregiudicatezza. Una parte dell oligarchia di molti paesi islamici ritenne che se grande era la potenza economica dei paesi arabi produttori di petrolio essa poteva ben supportare la rinascita del Califfato e cioè dell unità di tutto il mondo islamico sotto un unico comando, quello del Grande califfato. A sostenere questo progetto non c era Soltanto Al Qaeda. Essa arriva ben ultima perché il progetto è sostenuto da numerosi Stati, partiti e movimenti islamici; naturalmente è l estensione dell area interessata che cambia a seconda di chi si pone a capo del progetto. Per la componente islamica più moderna questo progetto è solo la faccia di un processo più generale di aggregazione degli Stati nelle grandi aree come avviene per la Comunità Europea o per l America Latina o come è stato tentato per l Africa nella prospettiva di competere con l area Nord americana, con la Cina, con la Russia con l India. Se non che per quanto riguarda il mondo islamico - i paesi da coinvolgere, in qualunque di questi progetti non avevano e non hanno alcuna affinità dal punto di vista dello sviluppo della società civile, istituzionale ed economico. Molti di essi, nell ultimo secolo, si sono dati una Costituzione, hanno sperimentato la nascita di una borghesia nazionale, certamente succube degli Stati colonialisti dominanti nella prima metà del secolo scorso, oggi di fatto assoggettata alla finanza internazionale. La sua consistenza numerica e strutturale rispetto alle economie nazionali dei singoli paesi è notevolmente cresciuta, tanto da essere relativamente sviluppata a livello di massa, al punto da costituire la classe media.. Inoltre i singoli paesi hanno adottato economie proprie, creando infrastrutture produttive, usufruendo dei flussi turistici, inserendosi sia pure in posizione subalterna la gran parte nel mercato mondiale, anche godendo del sostegno dell emigrazione di ritorno a livello economico e sociale. Questa differenziazione strutturale ha alimentato la nascita di diverse vie al Califfato, che sono espressione anche di gruppi egemonici a base economica, etnica, a volte nazionale, a volte ideologica e religiosa, che conviene esaminare in dettaglio, sia pur brevemente, se si vuole cercare di comprendere la situazione sul terreno 1

I Fratelli Musulmani Non è un caso che i Fratelli Musulmani nascano nel 1928, appena dopo la fine del Califfato Ottomano, avvenuta nel 1924. Essi proponevano e propongono il ritorno a un Islam rinnovato nelle sue istituzioni, ma fedele ai suoi principi. Perciò il partito si oppone alla occidentalizzazione e secolarizzazione delle società musulmane promossa dai protettorati dei paesi occidentali, attraverso un ritorno al rispetto del Corano e il contrasto delle visioni dolci dell Islam, come quella Sufi. Nel 1952 essi tentano l esperimento di costruire uno Stato nello Stato come embrione del futuro Califfato e 30.000 famiglie si stabiliscono sulla montagna di Muqattam, non lontana dal Cairo, per dar vita all'embrione di una grande comunità musulmana senza confini territoriali. Dopo due anni questo tentativo viene represso e il movimento passa alla clandestinità e alla lotta armata: il suo programma si diffonde nel mondo arabo. Saranno proprio i Fratelli Musulmani ad assassinare Sadat, con conseguente feroce repressione. Il governo Mubarak allenta la repressione nel tentativo di far rientrare il partito nella legalità e ciò permette un ritorno alle origini. Si privilegia la crescita dell organizzazione, il suo radicamento nella società egiziana e nei paesi araboislamici. Per i Fratelli Musulmani l Islam è autosufficiente in quanto possiede una visione solidaristica della società e ha rielaborato strumenti giuridici come i Waqf per gestire i frutti della pietà dei fedeli. La loro è, in termini economici, una visione assolutamente liberista della società e questo procura loro le simpatie dei neoliberisti: piace la formula meno Stato più società, da essi propugnata anche se in chiave confessionale. Intorno alle moschee e ai centri di preghiera controllati dai Fratelli Musulmani cresce negli ultimi cinquanta anni una vasta struttura di assistenza che sostiene economicamente i fedeli, attraverso forme di attività economiche e strutture assistenziali che vorrebbero essere alternative al ruolo sociale dello Stato. La sconfitta strategica dei Fratelli Musulmani è una delle conseguenze della finanziarizzazione dell economia internazionale, della crisi delle attività produttive e manifatturiere proprie dell economie reali. La loro visione etica della finanza non è compatibile con i suoi alti livelli speculativi. Inoltre la recente sconfitta dei Fratelli Musulmani in Egitto consegue al non aver compreso quanto la società egiziana si è trasformata nella sua composizione di classe e quanto una parte significativa se non la maggioranza di essa sia oggi estranea a una riconfessionalizzazione strutturale, alla condivisione della struttura sociale da loro vagheggiata. Da qui il probabile ritorno di questa organizzazione alle sue parole d ordine storiche Allah è il nostro scopo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra Legge. La Guerra Santa è il nostro strumento. Morire in nome di Allah è la nostra speranza più grande, scelta che incrementa di fatto la componente del terrorismo fondamentalista. 2

La Turchia di Erdogan La sfera di azione dei Fratelli Musulmani riguarda soprattutto il nord Africa, la Palestina, con propaggini verso il Libano e la Giordania. E tuttavia su larga parte di questi territori soprattutto nel Nord Africa relativamente ai territori che furono già Ottomani si proietta l iniziativa del fondamentalismo turco di Erdogan che ha come area privilegiata di intervento anche le comunità islamiche dell Europa balcanica da utilizzare come potente arma di pressione. Se il leader turco avversa l eredità di Kemal Pascia Ataturk certamente non disdegna il progetto politico del Partito nazionalista turco di ricreare un area dove l egemonia turca sia continua e che si spinge dal Nord Africa ai Balcani verso il Caucaso ed oltre, disegnando i confini di un nuovo e diverso Califfato, diretto erede di quello finito nel 1924. Questa proposta ha dalla sua una visione più moderna dello Stato e dell economia, ben inserita nei mercati e forte dell idea che le capacità produttive dell economia turca hanno bisogno di trovare un proprio mercato interno rappresentato dall area i cui confini sono stati appena descritti e che fu quella occupata dagli ottomani. D altra parte l economia turca potrebbe beneficiare della sua posizione strategica per ricavare profitti dal trasporto di petrolio e gas verso l Europa e avere notevoli vantaggi nella gestione dell acqua dei bacini del Tigri, dell Eufrate e del Giordano che hanno origine nel suo territorio. Da non sottovalutare poi il controllo delle capacità produttive di petrolio e gas della sponda sud del mediterraneo. Ecco spiegata l influenza turca sui partiti religiosi nei paesi del Nord Africa porta la Turchia a contendere lo spazio ai Fratelli Musulmani. Ecco spiegato il proliferare della presenza turca in Albania, Macedonia, Kosovo, presso la minoranza bulgara e in tutti i Balcani. Ecco infine spiegato il contrasto con la Siria, motivato dal bisogno di stabilizzare il controllo della frontiera orientale, per controllare la produzione petrolifera della regione curda e la lotta contro la mezzaluna Sciita. L Arabia Saudita Il disegno di ricostruire il Califfato ha avuto grande fortuna all interno della dinastia saudita che governa lo Stato con il membro più anziano della famiglia il quale assume il titolo di Custode delle Due Sante Moschee (la Sacra Moschea della Mecca e la Moschea del Profeta di Medina). Questo titolo fa del sovrano saudita il Titolare naturale del progetto di ricostruzione del Califfato che fin dalle origini del wahabismo rivendica la leadership del mondo islamico, contendendola agli Ottomani e agli sciiti. Il wahabismo dichiara di possedere gli strumenti metodologici per affrontare e risolvere positivamente, con l'arma dialettica dell ijtihad, 3

(l interpretazione), pratica che condivide con lo sciitismo il rapporto tra modernità e tradizione islamica, utilizzando lo strumento della fatwa. La composita famiglia reale saudita, grazie alle sue enormi risorse economiche e al radicamento nel gotha della finanza internazionale, persegue i suoi progetti attraverso organizzazioni differenti, a volte utilizzando le strutture statali dell Arabia Saudita, a volte creando appositi movimenti politici e partiti. Lo strumento preferito è comunque quello finanziario consistente nel condizionare gli aiuti economici alla disponibilità di altri Stati ad agire da sub agenti in funzione degli interessi sauditi, come nel caso dell appoggio economico ai generali egiziani per sconfiggere i Fratelli Musulmani, oppure la dichiarata disponibilità a sopportare il costo dell eventuale intervento anti siriano degli Stati Uniti. Uno dei principali nemici per il wahabismo (come di ogni movimento neo-hanbalita) è il sufismo e tutte le letture esoteriche della shariā. Si tratta di un Islam mite, disponibile alle contaminazioni, disposto a vivere ed operare in società pluraliste, multiculturali e multi religiosi Questo spiega il sostegno ai movimenti che operano contro queste componenti dell Islam, soprattutto in Africa (da ultimo in Mali) e il tentativo di re islamizzazione in senso tradizionale dell Islam balcanico. Il Qatar e gli Emirati del Golfo Un progetto concorrente a quello saudita è sostenuto dal Qatar, di volta in volta alleato con gli altri Emirati del golfo e con la stessa Arabia Saudita. Questo Stato dispone di una forte capacità finanziaria e di un poderoso strumento mediatico costituito dalla rete televisiva di Al Jazeera che opera in concorrenza con Al Arabiya, un'emittente televisiva degli Emirati Arabi Uniti, con sede a Dubai, che trasmette dal 2003 notiziari e programmi d'approfondimento giornalistico ed è sostenuta da Arabia Saudita, Kuwait e alcuni Emirati del Golfo. Il Qatar, come i cugini sauditi, opera per procura e cioè sostenendo movimenti di guerriglia e finanziando gli interventi di polizia degli Stati occidentali, come avvenuto in Libia. L Internazionale sunnita. Quelli che abbiamo indicato sono i principali attori del sunnitismo che finanziano e alimentano i gruppi di guerriglia (e a volte la galassia terroristica) che opera di volta in volta nei paesi inseriti nel progetto di costruzione del nuovo Califfato per disarticolarne i Governi. Questo progetto, per realizzarsi deve sconfiggere non solo le oligarchie che governano i singoli Stati, ma imporre una interpretazione univoca dell Islam e soprattutto deve sconfiggere i diretti e più radicali sostenitori nello stesso mondo islamico del progetto di unità politica del mondo musulmano e cioè lo sciitismo e i suoi alleati, primo fra tutti la Siria, la quale si trova oggi al centro dello scontro per l egemonia in atto nel mondo islamico. Per questo motivo ognuno di questi movimenti ha lanciato la propria Jihad e si ritiene legittimato a intervenire in ogni paese per il fatto che le popolazioni islamiche fanno parte della Umma, sono cioè un unico popolo. 4

La via sciita al Imamato Si contrappongono ai sunniti (la Gente che si rifà alla tradizione ) gli sciiti (ovvero quelli della Fazione di Ali ). Per costoro la figura della guida spirituale. l Imam coincide in senso lato con il Califfo e comunque nella stessa persona si ricompone la dicotomia tra potere spirituale e politico. Lo Stato quindi si presenta come teocratico, affidato alla supervisione e alle cure degli illuminati da Dio, (i dottori della legge, gli Ulem) da esso guidati nel trovare nuove soluzioni a problemi nuovi, attraverso l interpretazione del messaggio divino. Per gli sciiti l uomo è libero delle proprie azioni e possiede il libero arbitrio e perciò verrà punito o premiato da Dio in base alle sue azioni.gli sciiti si impossessano ed usano lo Stato e la sua forza coercitiva e ispirano ogni azione sociale ai principi religiosi. Il potere politico è sotto il controllo e la guida dell Ayatollah supremo in attesa dell arrivo del Dodicesimo Imam (Il Mahadi). La guerra civile in Siria e l aggressione alla Mezzaluna Sciita Per capire quello che sta avvenendo oggi in Siria occorre partire dal fatto che la lotta contro il regime di Assad nasce come rivolta dei ceti medio borghesi sulla scia delle cosiddette primavere arabe e in questo senso è un fatto interno al territorio siriano. Ma con l affermarsi dell egemonia sunnita nelle sue varie componenti nei diversi paesi che hanno visto la mobilitazione dei ceti medi nati dal relativo sviluppo economico delle società arabe essa si trasforma in un intervento di formazioni politiche di guerriglia, composte da combattenti di ogni parte del mondo, uniti dal collante della lotta comune agli Alauiti, considerati non islamici che costituiscono circa il 20% della popolazione siriana e ricoprono la gran parte dei posti di potere nel paese. La composizione della popolazione siriana è tuttavia a maggioranza sunnita, anche se i gruppi religiosi di una certa rilevanza sono ben diciannove. L odio di gran parte del mondo sunnita per gli Alauiti spinge ad un intervento finalizzato alla loro cancellazione dal territorio siriano e da quello libanese nel quale essi sono insediati e dall altra parte induce gli Alauiti a un alleanza con l Iran che guida invece il processo di aggregazione detto della Mezzaluna sciita che di fatto si pone in alternativa al Califfato voluto dai sunniti. La degenerazione dello scontro tra le diverse formazioni sul campo ha portato oggi alla marginalizzazione della componente progressista della rivolta contro Assad e al prevalere di formazioni armate che si contendono nel nome dei rispettivi sponsor il controllo sul territorio. 5