L incidente di Fukushima



Documenti analoghi
L ENERGIA NUCLEARE NEL MONDO

INCIDENTE DI CERNOBYL. 26 aprile 1986

Impianti di propulsione navale

LE FONTI ENERGETICHE

Aggiornamento N 8 Fukushima Avanzamento delle attività per il ripristino degli impianti nucleari di Fukushima Daiichi (Roadmap)

TESTO. Art. 2. Sono abrogati i decreti ministeriali 10 gennaio 1950 e 2 agosto ALLEGATO

CICLO FRIGORIFERO PER RAFFREDDAMENTO

Caratteristiche peculiari IV

Termodinamica. Sistema termodinamico. Piano di Clapeyron. Sistema termodinamico. Esempio. Cosa è la termodinamica? TERMODINAMICA

Evoluzione della normativa sul contenimento dei consumi energetici per il riscaldamento degli edifici

CORSO DI SISTEMI ENERGETICI II - A.A Prof. Ing. Giorgio Cau

RELAZIONE CALCOLO CARICO INCENDIO VERIFICA TABELLARE RESISTENZA AL FUOCO **** **** **** D.M. Interno 09 Marzo 2007 D.M. 16 Febbraio 2007 L.C.

BILANCI DI ENERGIA. Capitolo 2 pag 70

COMPONENTI TERMODINAMICI APERTI

Esercizi di Fisica Tecnica Termodinamica

Tali fluidi, utilizzati in prossimità del punto di produzione, o trasportati a distanza, possono essere utilizzati per diversi impieghi:

Cold Plate BREVETTATO

Gli impianti per la climatizzazione

Essiccatori ad adsorbimento rigenerati a caldo

Generalità sulle elettropompe

Lavori intelligenti per il risparmio energetico

CENTRALI TERMOELETTRICHE

ESERCITAZIONE N. 1 (11 Ottobre 2007) Verifica di un impianto di pompaggio

Capitolo 03 LA PRESSIONE ATMOSFERICA. 3.1 Esperienza del Torricelli 3.2 Unità di misura delle pressioni

Applicazioni del secondo principio. ovvero. Macchine a vapore a combustione esterna: Macchine a vapore a combustione interna: Ciclo Otto, ciclo Diesel

Certificazione Energetica

Miglioramenti Energetici Solare Termico. Aslam Magenta - Ing. Mauro Mazzucchelli Anno Scolastico

1. Introduzione. 2. Simulazioni elettromagnetiche per la misura del SAR

A. Maggiore Appunti dalle lezioni di Meccanica Tecnica

IL RISPARMIO ENERGETICO E GLI AZIONAMENTI A VELOCITA VARIABILE L utilizzo dell inverter negli impianti frigoriferi.

LEGGE DI STEVINO. La pressione non dipende dalla superficie della base del recipiente

LA CORRENTE ELETTRICA

Il Torque Converter Intro. Il Torque Converter Funzionamento (base)

ALLEGATO II. Calcolo della produzione da cogenerazione

Edifici ad alte prestazioni energetiche

Caratterizzazione di finestre da vuoto e radome. Modello circuitale delle finestre da vuoto e dei radome

Anno Rapporto ambientale

Impianti di propulsione navale

LA PREREFRIGERAZIONE DEGLI ORTOFRUTTICOLI

Gruppi frigoriferi HF/TH/ZH

Termologia. Introduzione Scale Termometriche Espansione termica Capacità termica e calori specifici Cambiamenti di fase e calori latenti

VIA ANDREA COSTA, 187 BOLOGNA

3) In una gara sui 100 m piani, percorsi in 10 s ad accelerazione costante, quale sarà (in km/h) la velocità finale

CORSO DI IMPIANTI DI PROPULSIONE NAVALE

IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE: TERMODINAMICA DEI CICLI FRIGORIFERI AD ARIA ED ACQUA. Ing. Attilio Pianese (commissione Energia e Impianti)

Sistemi di Protezione e Coordinamento. Impianti Elettrici in BT. Qualunque linea elettrica è caratterizzata da tre caratteristiche principali:

Da sempre MITA sviluppa i propri prodotti ponendo particolare attenzione ai consumi energetici e ai costi di gestione.

Prevenzione Formazione ed Informazione

Impianto Pneumatico. Capitolo

Regole della mano destra.

Impianti Meccanici Calcoli Esecutivi e Relazione illustrativa Impianto Riscaldamento a Pannelli

Lavoro d anno Corso di Energetica Industriale Professore: Antonio Ficarella

Impianto di essiccazione. Dorset Tomo

e per esterni il più efficiente ed economico Solar DB. Pannelli caratterizzati da appositamente per l utilizzo in impianti con sistema l installazione

PROVINCIA REGIONALE DI TRAPANI

Ciclo Rankine. Macchina tipica di un ciclo a vapore

MICRO-COGENERAZIONE tecnologie e vantaggi delle fuel cell

Corso di Componenti e Impianti Termotecnici LE RETI DI DISTRIBUZIONE PERDITE DI CARICO LOCALIZZATE

Produzione del caldo e del freddo: energia dal sole e dalla terra

Le ricadute dell auto elettrica sulla domanda elettrica e sul sistema di generazione

Acqua azzurra, acqua chiara. Istituto Comprensivo della Galilla Scuola Media Dessì - Ballao

Impianti di propulsione navale

Cos è una. pompa di calore?

GRUPPI REFRIGERANTI ALIMENTATI AD ACQUA CALDA

Dimensionamento di un ADDUTTORE

Rapporto ambientale Anno 2012

Gli impianti di scarico Indicazioni, vincoli e requisiti di progettazione

TECNICHE DI BASE PER LA SEPARAZIONE DEI COMPONENTI DI UNA MISCELA

Complementi di Termologia. I parte

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

Classificazione delle pompe. Pompe cinetiche centrifughe ed assiali. Pompe cinetiche. Generalità POMPE CINETICHE CLASSIFICAZIONE

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali

ENERGIA E CENTRALI SOLARI

SSIS Sezione di Cagliari INDIRIZZO FISICO-MATEMATICO-INFORMATICO. Selezione a.a. 2002/2003

Fotovoltaico Solare Termico

T E C N O T E R M di Ferrari & Moraldo srl

I collettori solari termici

Oggi finalmente la tecnologia ci permette di realizzare impianti, che consentono di non doversi più preoccupare del rischio di incendio.

Università di Roma Tor Vergata

/ * " 6 7 -" 1< " *,Ê ½, /, "6, /, Ê, 9Ê -" 1/ " - ÜÜÜ Ìi «V Ì

Generazione diesel-elettrica ad alta efficienza con sistemi di accumulo

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, ,3 83,1 77,7 27,6 16, anni anni anni.

FONTI PRO CONTRO. Produce un'energia doppia rispetto al legno. Ha un elevato potere energetico ed è la principale fonte di energia utilizzata

EIETTORE A GETTO DI GAS PER VUOTO PER POMPE AD ANELLO LIQUIDO. Aspirazione e compressione di gas e vapore. Modello GES.

IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO

IMPIANTI DI CLIMATIZZAZIONE

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]

Home indietro avanti info. Energia solare. 1. Che cos è 2. Come viene sfruttata. Scuola media G. Carducci

LE FONTI RINNOVABILI ED IL LORO UTILIZZO. APPLICAZIONI NEL CAMPUS DI FISCIANO

Si classifica come una grandezza intensiva


LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

IL SISTEMA DRY TECNOCLIMA. i perchè di una tecnologia che ti conviene!

LG NEWS FLASH Aprile Campagna pubblicitaria clima 2013

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

STABILIMENTO DI TARANTO. Febbraio Allegato D10

Studio di fattibilità per la climatizzazione di edificio residenziale di nuova costruzione mediante sistema di trigenerazione

Fresco con il sol e 60% de risparmio energetico. SOLARCOOL TECNOLOGIA Spiegazione termodinamica

Il Bilancio di esercizio

Come si monta uno scambiatore di calore a piastre?

Transcript:

L incidente di Fukushima DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM http://www.cism.it/departments/energy-and-environment/ Premessa Nel distretto di Fukushima vi sono due centrali nucleari: Fukushima Prima e Fukushima Seconda (in giapponese Fukushima Daichi e Fukushima Daini ). Nella centrale di Fukushima Prima, dove è avvenuto l incidente, erano installati 6 reattori nucleari quattro dei quali, indicati nelle cronache con i numeri 1, 2, 3 e 4, hanno subito danni gravissimi essendo in funzione al momento del terremoto. I reattori 5 e 6, invece, al momento del terremoto erano fermi per manutenzione programmata (in condizioni di sicurezza termica già raggiunta) e, per questo motivo, hanno subito solo danni marginali. I reattori gravemente danneggiati erano tutti a ciclo diretto (BWR - Boiling Water Reactors) ed erano stati costruiti intorno al 1970 su progetto General Electric (modello Mark I). Negli impianti BWR, schematizzati nella Fig. 1, il calore di reazione generato nel nocciolo è asportato dall acqua in ebollizione che attraversa i canali di passaggio tra le barre di combustibile. Il fluido refrigerante acqua è, quindi, a contatto con il combustibile nucleare e, di conseguenza, diventa radioattiva. Pertanto, tutti i componenti dell impianto (turbine, condensatore, pompe, e scambiatori) devono essere a perfetta tenuta. Il vapore, generato nel nocciolo del reattore, attraversa il separatore di gocce che si trova nel nocciolo stesso prima di espandersi nella turbina di alta pressione. Poiché il vapore in partenza è saturo, è necessario un secondo separatore di liquido tra la turbina di alta e quella di bassa pressione. Il controllo della reazione nucleare è ottenuto attraverso l impiego di barre mobili, con forte capacità di assorbimento neutronico. Come schematizzato nella Fig. 1 in basso, le barre si interpongono tra gli elementi di combustibile per una lunghezza maggiore o minore, a seconda del loro posizionamento. La circolazione dell acqua nel nocciolo è assistita da un sistema di pompe ed eiettori ma la circolazione naturale, da sola, è sufficiente a garantire un certo grado di raffreddamento d emergenza finché viene mantenuto il livello del liquido. In caso perdita parziale del liquido di raffreddamento, l aumento del titolo di vapore abbassa l attività moderatrice e, quindi, riduce la frazione di neutroni lenti rispetto alla frazione di neutroni veloci. Poiché i neutroni veloci sono più difficili da catturare, ne deriva un ulteriore grado di sicurezza intrinseca in quanto, al diminuire della frazione di liquido, la reazione nucleare tende a spegnersi. Tuttavia, anche a reazione nucleare spenta le barre di combustibile restano termicamente attive e devono essere refrigerate per un lungo periodo prima di poter essere trasferite ai depositi esterni od agli impianti di ritrattamento. 1

DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 2 7 MPa 286 C AP BP 7 MPa 150 C separatore rigeneratori Figura 1: Schema funzionale dei reattori BWR. L incidente A Fukushima, a differenza di quanto è avvenuto a Cernobil, non vi sono stati errori od imprudenze degli operatori e non si sono avute esplosioni dei noccioli. Gli edifici della centrale hanno resistito ad un terremoto di intensità senza precedenti e, se si vuole, l unica manchevolezza progettuale è stata la sottovalutazione dell altezza, anche questa senza precedenti, raggiunta dalla successiva onda di tsunami. Come è noto, infatti, l incidente è ascrivibile al terremoto di intensità 9 sulla scala Richter che ha colpito il Giappone l 11 marzo 2011 e, soprattutto, alla successiva onda di tsunami che a Fukushima ha raggiunto un altezza di oltre 10 metri (14 metri secondo alcune testimonianze). Il terremoto ha causato l interruzione della rete elettrica, ma l intervento dei gruppi elettrogeni di soccorso, azionati da motori Diesel, ha ridato corrente ai reattori consentendo ugualmente l inserimento in automatico delle barre di controllo, che hanno spento immediatamente le reazioni nucleari. Dopo il terremoto, i sistemi di refrigerazione d emergenza hanno iniziato a smaltire il calore di reazione residuo, azionati sempre dai gruppi elettrogeni. A Fukushima, però, l onda di tsunami, arrivata un ora circa dopo il terremoto, ha sommerso i gruppi elettrogeni, posti ad un altezza di circa 6 metri, danneggiandoli seriamente e mettendo fuori servizio i sistemi di refrigerazione d emergenza. In assenza di refrigerazione, nel nocciolo dei reattori si sono avuti aumenti di temperatura e pressione, mentre nelle vasche del combustibile esaurito, soggette alla pressione atmosferica, si sono avuti aumenti di temperatura, con evaporazione e conseguenti riduzioni del livello dell acqua. Sia nei noccioli sia nelle vasche si sono, presumibilmente, raggiunte temperature dell ordine dei 1000 C ed oltre che, pare, hanno causato fusioni parziali ( melt down ). In ogni caso, a temperature dell ordine dei 1000 C lo zirconio delle barre ha interagito con l acqua secondo la reazione esotermica e, perciò, spontanea: generando idrogeno. Zr + 2H 2 O = ZrO 2 + 4H 2 + 596 MJ/kmol (1) Per comprendere pienamente il rischio rappresentato dalle formazioni di idrogeno è necessario fare riferimento allo schema strutturale dell edificio di centrale, riportato in Fig. 2. Come si può notare, il vessel in acciaio (primo sistema di contenimento), è circondato da una struttura

DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 3 di 3 livello di 1 livello Locali tecnici Sfiato di emergenza Vasca barre combustibile esaurito Circuito raffreddamento barre di 2 livello Alla turbina Dal condensatore Condensatore di emergenza Valvole a rottura Possibile danneggiamento Figura 2: Schema strutturale dell edificio di centrale a Fukushima. a gabbia in calcestruzzo e acciaio con pareti di grande spessore (secondo sistema di contenimento). A sua volta la gabbia, che è a tenuta stagna, è alloggiata nell edificio esterno di centrale non a tenuta (terzo sistema di contenimento). Dalle vasche combustibile, l idrogeno è migrato direttamente nella parte alta, causando le esplosioni che hanno distrutto le coperture degli edifici. Dai noccioli dei reattori, l idrogeno è passato all interno delle gabbie di contenimento quando gli aumenti di pressione hanno costretto gli operatori a sfiatare i noccioli stessi. Dalle gabbie, a seguito della rottura (sempre per sovrapressione) dei diaframmi di sicurezza, la miscela di idrogeno e vapore è passata nelle camere toroidali preposte alla condensazione d emergenza. Infine, secondo la spiegazione più accredita, alcune camere toroidali hanno ceduto a loro volta, immettendo la miscela di idrogeno e vapore all interno degli edifici di centrale e causando, in questo modo, le esplosioni di idrogeno nelle parti basse che hanno danneggiato le pareti perimetrali. Esempio 1 Si confronti, in termini assoluti, l intensità del terremoto di Fukushima con le intensità dei terremoti che, in tempi recenti, hanno colpito il Friuli e L Aquila. Soluzione Sulla scala Richter, ai tre terremoti sono state attribuite, rispettivamente, le intensità: 9 (Fukushima), 6,4 (Friuli) e 6 (L Aquila). Poiché la scala Richter è logaritmica, il valore 9 per Fukushima, significa che l intensità assoluta I del terremoto giapponese (J) è stata tale da dar luogo ad un rapporto log 10 = 9 = 10 9

DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 4 con l intensità di riferimento. Analogamente, si è avuto per il Friuli e I F = 10 6,4 I A = 10 6 per L Aquila. Pertanto si sono avuti anche i seguenti rapporti di intensità per il Friuli e I F = 10 9 6,4 = 400 I A = 10 9 6 = 1000 per L Aquila. Ovvero, il terremoto di Fukushima è stato 400 volte più intenso del terremoto del Friuli e 1.000 volte più intenso del terremo dell Aquila. Esempio 2 Si determinino le velocità di propagazione e l altezza aggiunte dalle onde di tsunami generate da un terremoto. Soluzione Anche se il termine tsunami, che in giapponese significa onda contro il porto, è ormai entrato nell uso corrente, i corrispondenti termini tecnici italiani sono onda anomala od, anche, onda di maremoto. Ciò premesso si può ricordare, pur senza entrare in dettagli teorici, che la velocità di propagazione c delle onde di tsunami può essere stimata in base alla formula c = gh dove g è l accelerazione di gravità ed H è la profondità dei fondali. Tale relazione implica, ad esempio, che ad una profondità di 4.000 metri (valore medio per gli oceani), la velocità di propagazione sia: c = 198 m/s = 713 km/h. La velocità c, comunque, decresce al diminuire della profondità e, quindi, si riduce in prossimità delle coste. L altezza raggiunta dalle onde di tsunami è legata alla potenza specifica P, ovvero alla potenza per unità di superficie in pianta A, trasportata dalle onde stesse. Vale, infatti, la relazione P = P A = Ec A = E c dove E è l energia specifica, ancora per unità di superficie in pianta. Nel modello semplificato di onda di tsunami, schematizzato in Fig. 3, si ipotizza che P si conservi inalterata e che l energia E sia di tipo potenziale. Come indicato nello schema, la superficie dell acqua subisce un innalzamento h sul livello del pelo libero nell area A e, di conseguenza, l energia potenziale totale è stimabile come E = mg h 2 = ρahg h 2 = 1 2 ρgah2 dove m è la massa dell acqua che si solleva, mediamente, di h/2. Di conseguenza, l energia potenziale specifica è pari a E = E A = 1 2 ρgh2

DEA - Dipartimento di Energia e Ambiente - CISM 5 h c A H Figura 3: Modello semplificato di un onda di tsunami. Nell ipotesi di costanza della potenza specifica P trasmessa dall onda, si ha (E c) r = (E c) m dove i pedici r ed m denotano, rispettivamente, la riva ed il mare aperto. Si avrà quindi anche E r E r = c m c r ( hr h m ) 2 = ( Hm H r ) 1/2 h r h m = ( ) 1/4 Hm H r Posto quindi: H m = 4.000 m, H r = 4 m ed h m = 2,5 m per l altezza a riva dell onda di tsunami si ricava: h r = 14 m. Bibliografia G. Comini, G. Croce e S. Savino, Energetica Generale, SGEditoriali (sge@sgeditoriali.it), Padova, 2011.