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Nonnismo: punto di situazione TEN.COL. GIOVANNI CARDUCCI CAP. FABRIZIO SCARICI Come ormai è consuetudine, anche per il 1999, l Osservatorio Permanente sul Nonnismo dello Stato Maggiore della Difesa ha predisposto la relazione annuale sugli episodi di violenza, riconducibili alle fattispecie proprie del nonnismo, registrati presso i reparti, gli enti e le missioni delle Forze Armate in Italia e all estero. La relazione è stata presentata dal Capo di SM della Difesa alla IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati nell ambito dell indagine conclusiva condotta dalla stessa sugli episodi di violenza nelle Forze Armate. Lo studio, elaborato sulla base degli elementi pervenuti dai Comandi interessati, ha analizzato tutti i casi di nonnismo segnalati nel periodo compreso tra il 1 gennaio ed il 31 dicembre 1999, scomponendoli secondo precisi indicatori posti alla base della rilevazione. I dati complessivi, suddivisi tra casi di nonnismo e militari coinvolti, raffrontati con quelli precedenti, offrono la possibilità di una verifica sull andamento tendenziale delle singole tipologie di dati. Al fine di agevolarne la lettura, il testo, è accompagnato da grafici che illustrano i dati maggiormente significativi. I casi In tutto il 1999, sono stati registrati complessivamente 122 episodi di nonnismo. Tenendo conto che nel 1998 i casi erano 38

è stato ulteriormente elaborato in funzione della rispettiva forza effettiva. Il risultato di tale operazione è un riequilibrio delle dimensioni e dell incidenza del fenomeno nell ambito delle singole Forze armate. Per quanto concerne la natura degli atti, è stata operata una suddivisione in quattro tipologie a seconda che gli stessi configurino fattispecie qualificabili come scherzi lievi, scherzi gravi, violenza fisica lieve e violenza fisica grave (tab. 3). Sulla base di tale ripartizione, si è accertata una prevalenza del dato percentuale riferito agli scherzi lievi, peraltro aumentati rispetto all anno precedente. Risulta sensibilmente calata la percentuale degli scherzi gravi, mentre sostanzialmente stabile quello riferito agli episodi di violenza fisica lieve e grave. I militari coinvolti Nel 1999, nei 122 episodi di non- stati 268, il dato rappresenta una considerevole - ed importante - inversione di tendenza. Il numero di casi, infatti, oltre a dimezzarsi rispetto all anno precedente, si riallinea sui livelli registrati dell ultimo quinquennio (tab.1). Tale circostanza deve essere collegata, principalmente al diverso approccio nei confronti dei comportamenti giovanili in ambito militare, seguito all iniziale esigenza di dare piena e immediata attuazione alle misure anti-nonnismo, la cui conseguenza più diretta è stata quella di ascrivere al nonnismo, e come tali segnalare, condotte che in precedenza non sarebbero state assimilate al fenomeno. Dei 122 casi registrati, 108 hanno interessato reparti dell Esercito, 12 dell Aeronautica e 2 della Marina (tab.2). Questo dato 39

nismo, sono rimasti coinvolti 259 militari di leva e in ferma. Di questi, 188 sono stati denunciati all Autorità giudiziaria e 48 puniti disciplinarmente mediante il ricorso all art. 260 del codice penale militare di pace (vedi riquadro) che, come noto, consente ai Comandanti - nei casi di reati punibili nel massimo con sei mesi di reclusione militare - di intervenire disciplinarmente. Particolarmente interessante il dato percentuale - riferito ad ogni singola Forza armata - ricavato dal rapporto tra casi rilevati/militari coinvolti e forza effettiva della truppa. Anche in questo caso, la distanza tra le Forze Armate, soprattutto per quanto riguarda Esercito ed Aeronautica, è risultata ridimensionata. Per l Esercito (stima media di circa 120.000 uomini), il rapporto è risultato pari allo 0,18 %, per la Marina (stima media di circa 18.000 uomini) dello 0,03 % mentre per l Aeronautica (stima media di circa 20.000 uomini) il risultato è stato dello 0,15 % (tab. 4). La ripartizione dei militari coinvolti in base alle regioni di provenienza, ha registrato una prevalenza di giovani provenienti dalle regioni del centro - nord rispetto alla situazione precedente che, viceversa, offriva una situazione opposta (tab. 5), a dimostrazione che il nonnismo non è appannaggio esclusivo di particolari regioni. Per quanto concerne il grado rivestito, il dato conferma quello precedente, evidenziando una maggiore presenza di soldati semplici e caporali. Relativamente al titolo di studio, ancora una volta è stata rilevata una stretta correlazione tra nonnismo e basso livello di istruzione. Il numero dei casi è inversamente proporzionale al crescere del livello di istruzione. Tale dato si rapporta a quello relativo all età: c è una prevalenza di casi tra i militari alle armi di più giovane età; va tuttavia rilevato che nell anno 1999 tre laureati hanno commesso atti di nonnismo, a differenza del precedente anno in cui non risultava alcun caso ascrivibile a laureati (tab. 6). Come già avvenuto nelle precedenti rile- 40

vazioni, si è registrata una considerevole presenza di soggetti impiegati, nella vita civile, in attività manuali o in attesa di occupazione. La casistica correlata alle strutture esistenti all interno delle caserme, conferma come - seppur in percentuali differenti rispetto a quelle del precedente anno - presso gli Enti/Reparti nei quali ai militari viene data una valida alternativa alla noia nelle ore al di fuori del servizio vi siano stati meno casi di nonnismo (tab. 7). Riguardo all ubicazione, il 75% degli episodi di nonnismo si è verificato in Enti dislocati all interno delle aree urbane. Conclusioni Il dato del 1999 deve essere letto come diretta conseguenza della serrata attività di 41

Come già rilevato in precedenza, la principale causa scatenante degli atti di nonnismo è da ricercarsi nell esuberanza giovanile cui si accompagnano, tuttavia - in numerosi casi - disadattamento, frustrazione e una preoccupante violenza caratteriale di taluni soggetti. Elementi questi da cui le Forze armate non possono essere immuni traendo la loro sostanza dal mondo giovanile che reca con sé le proprie contraddizioni e i turbamenti tipici dell età, la cui influenza, in particolari momenti/occasioni, può caratterizzare controllo tesa ad assolvere ad una fondamentale funzione di prevenzione, anziché di mera repressione del fenomeno. Circostanza dimostrata da1 calo notevole verificatosi rispetto al 1998, durante il quale l inizio di una più incisiva azione di verifica ha determinato l emergere di uno sconfortante picco massimo rispetto anche al quinquennio precedente. La rilevazione riferita al 1999, confortante sotto l aspetto squisitamente numerico, conferma l esistenza di una stretta correlazione tra comportamenti scorretti e prevaricatori, scolarizzazione e occupazione (nella vita civile) degli autori dell atto di nonnismo, cui si ricollega una prevalenza di atti commessi da militari di più giovane età. 42

atteggiamenti e comportamenti di taluni militari di leva. In definitiva, aldilà dei numeri, spesso sterili e suscettibili di molteplici interpretazioni, ciò che emerge dallo studio è l importanza di proseguire con fermezza nell azione di prevenzione, vigilanza e repressione di ogni episodio di nonnismo: azione che il mondo militare soprattutto in vista dell imminente ingresso dell elemento femminile dovrà condurre, percorrendo ogni strada che porti a utili risultati nella lotta al nonnismo e, in generale, contro ogni tipo di violenza. Il positivo esito di questa attività non può prescindere da un articolato programma di miglioramento della qualità della vita all interno dei reparti (e della condizione militare nel suo complesso), considerato quale condicio sine qua non per ogni azione futura. Deve infine considerarsi come i fenomeni di violenza/eccesso di esuberanza giovanile, non di esclusivo appannaggio delle Forze armate, potranno attenuarsi solo quando le contraddizioni esistenti nella società saranno risolte (o almeno ridotte), e che pertanto per il conseguimento di consistenti risultati sarà necessario il parallelo e preciso impegno di tutte le componenti della società, nessuna esclusa. 43