PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi



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Transcript:

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi INCONTRO ORGANIZZATO DA: Comitato Termotecnico Italiano www.cti2000.it Laboratorio Biomasse Università Politecnica Marche www.laboratoriobiomasse.it

PELLET DAY Moderatore: Antonio Panvini Comitato Termotecnico Italiano I mercati del pellet 10,30 10,50 Il mercato del pellet di legno e degli apparecchi termici in Italia - Annalisa Paniz AIEL 10,50 11,10 Il mercato internazionale del pellet e relativi riflessi sul mercato domestico - Fabrizio Gugliermetto 4 Energy Aspetti tecnici e filiere alternative 11,10 11,20 La nuova normativa tecnica del pellet: UNI EN ISO 17225-2 Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse Università Politecnica Marche 11,20 11,40 Riflessi dei sistemi di produzione sulla qualità del pellet - Enrico Carlesso 11,40 12,00 Produzione sostenibile del pellet di legno Alessandro Guercio 12,00 12,20 Agripellet e pellet alternativi al legno Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse Università Politecnica Marche Gli incentivi 12,20 12,40 Strumenti per lo sviluppo della filiera bosco energia in Piemonte Marco Corgnati Regione Piemonte 12,40 13,00 Il nuovo Conto Termico Antonio Panvini Comitato Termotecnico Italiano 13,15 Discussione e chiusura convegno

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Il mercato del pellet e degli apparecchi termici in Italia Annalisa Paniz Torino, 25 settembre 2015 Copyright 2015 AIEL

Di casa parleremo? AIEL Il mercato del pellet italiano da una prospettiva internazionale I principali numeri del mercato italiano Copyright 2015 AIEL

La principale associazine della filiera Legno-Energia in Italia A PROPOSITO DI AIEL Copyright 2015 AIEL

AIEL: Struttura e organizzazione Associazione della filiera Foresta Legno Energia (oltre 300 aziende assocaite) Rappresentiamo gli interessi del settore dal bosco al camino Progettisti Copyright 2015 AIEL

Il Gruppo Pellet ENplus Sviluppo del mercato pellet certificato 40 imprese attive in Italia (2015) ENplus sviluppo del marchio in IT Attività di promozione, corretta informazione e controllo (uso marchio) Attività di monitoraggio del mercato e dei prezzi Copyright 2015 AIEL

Come riconoscere il pellet certificato ENplus Copyright 2015 AIEL

Dove trovare le lista delle aziende italiane certificate Copyright 2015 AIEL

Il principale mercato europeo per consumo residenziale MERCATO ITALIANO VISTO DA UNA PROSPETTIVA INTERNAZIONALE Copyright 2015 AIEL

European Pellet Heating Outlook Continued strong, but decelerating growth Consumo (Mt) 6 paesi con oltre il 90% del mercato Da dove provine il pellet? Fonte, EPC 2014 Copyright 2015 AIEL

Il consumo finale lordo di energia Il consumo di energia per il riscaldamento del settore residenziale e commerciale rappresenta la quota principale del consumo finale lordo di energia Mtoe Fonte: GSE 2014 Consumo lordo per riscaldamento59 Mtep Copyright 2015 AIEL

Il mercato italiano Consumo di pellet: Larga scala (imp. elettrici) Media scala (teleriscaldamenti) Piccola scala: Dei singoli locali Riscaldamento centralizzato Copyright 2015 AIEL

Final Consumption of Pellet in Italy in 2014 ~2,9 Mln tonnellate 96% Consumato nel settore residenziale Copyright 2015 AIEL

Previsioni di conusumo al 2017 Contrazione delle domanda nel 2013. Il consumo è stato comparabile al 2012 Cause principali: inverno mite (-30% della domanda energetica) e prezzo competitivo dei fossili Previsione: reggiungere 3 Milioni di t nel 2015 poco realistica Copyright 2015 AIEL

Stufe a pellet. Il principale segmento di mercato 2013 Source: REF-e 2014 Picco di vendita nel 2006 e 2013, ~275.000 nuove installazioni Oltre 2,2 Milioni di stufe installate Elevata competizione sul mercato con margini risicati per I produttori di apparecchi Copyright 2015 AIEL

Segmento delle caldaie a pellet 2013 Source: REF-e 2014 Picco di vendite nel 2013, ~13,000 nuove installazioni Il pellet è il combustibile leader per le caldaie fino a 100 kw In 2014 more wood log boilers installed than pellets Copyright 2015 AIEL

Confronto fra offerta e consumo L Italia è fortemente dipendente dall import La dipendenza è destinata a crescere I paesi da cui importiamo cambianio Fonte: Eurostat, AIEL,2014 Copyright 2015 AIEL

2012 I fornitori di pellet del mercato italiano 2013 2014 1.2 Mln tonnellate 11% 1,7 Mln tonnellate 2.2 Mln tonnellate Europa centrale: primo fornitore ~680 kt nel 2014 Nord America in crescita Altri paesi si stannoi affacciando come il Sud America In generale la torta aumenta di anno in anno Fonte: Eurostat AIEL 2015 Copyright 2015 AIEL

Il costo dell energia con il pellet vs altri combustibii Il pellet è competitivo rispetto ad altri combustibili Aumento dell IVA maarginalmente percepito Copyright 2015 AIEL

Costo dell energia primaria Primo motivo di crescita del mercato. Il costo rispetto altre forme di riscaldamento Copyright 2015 AIEL

Principali preoccupazioni degli operatori Scala 0-5 Inverno mite e aumento dell IVA sono #1 e 2# preoccupazione Ancora non è facile dare una previsione del reale impatto dell aumento dell IVA Copyright 2015 AIEL

Inverni miti: prima proccupazione Media delle temperature minime medie giornaliere nel periodo invernale L invero 2013-14 è stato il più caldo degli ultimi anni Copyright 2015 AIEL

CONCLUSIONS Copyright 2015 AIEL

Conclusioni In questo contesto (senza considerare la variabile climatica) il mercato continuerà a crescere (lentamente) Essendo un mercato che ruota attorno al cliente finale, è sempre un mercato dinamico e in evoluzione C è un enorme potenziale per la sostituzione di sistemi di riscaldamento datati (Conto Termico) Gli apparecchi a pellet devono essere considerati per la loro potenzialità anche nell ambito dell efficienza e del risparmio energetico È necessario tuttavia aumentare la professionalità di molti operatori del mercato e la consapevolezza del cliente finale Copyright 2015 AIEL

GRAZIE! paniz.aiel@cia.it www.aiel.cia.it www.enplus-pellets.it Copyright 2015 AIEL

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi I MERCATI INTERNAZIONALI DEL PELLET E RELATIVE INFLUENZE SUL MERCATO DOMESTICO Fabrizio Gugliermetto importatore

PRODUZIONE MONDIALE

PRINCIPALI PAESI CONSUMATORI

MAGGIORI ESPORTATORI E IMPORTATORI

IMPATTO CAMBIO EURO/DOLLARO SUI PREZZI CIF

RIFLESSI SUL MERCATO NAZIONALE

DIMINUZIONI DELLE IMPORTAZIONI DAI PAESI CHE QUOTANO IL PELLET IN $ MAGGIORI VENDITE DI PELLET EUROPEO AD USO INDUSTRIALE MAGGIOR SPAZIO A PRODUZIONI, SPESSO DI SECONDO ORDINE, CHE TROVANO TERRENO FERTILE CAUSA LE INCERTEZZE DEL MERCATO DOMESTICO (L ITALIA PRATICAMENTE DIPENDE PER IL SUO FABBISOGNO DALLE PRODUZIONI ESTERE)

ULTERIORI CONDIZIONAMENTI SUL NOSTRO MERCATO GRANDE FRAMMENTAZIONE DEL MERCATO SENZA IDENTITA DI POLITICHE COMMERCIALI MERCATO PENALIZZATO E NON REATTIVO ALL AUMENTO DELL IVA

PERCHE CONTINUARE AD INVESTIRE NEL PELLET E QUALI POLITICHE SOSTENERE

PER LA SOSTENIBILITA DEL MERCATO DELLE BIOMASSE RISPETTO AI COMBUSTIBILI FOSSILI PERCHE QUESTO MERCATO E COMUNQUE DESTINATO A CRESCERE ALMENO FINO AL 2020/2025 E FONDAMENTALE LA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI DI QUALITA E DI PROVENIENZA CERTIFICATA, NONCHE LA CERTIFICAZIONE DI TUTTA LA FILIERA PRODUTTIVA

GRAZIE PER L ATTENZIONE

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi La nuova normativa tecnica del pellet UNI EN ISO 17225-2 Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse Università Politecnica delle Marche www.laboratoriobiomasse.it

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI Documento con contenuti tecnici che definiscono le caratteristiche di un prodotto Applicazione volontaria: non è un obbligo conformarsi Sviluppata da esperti del settore e basata sullo stato dell arte Riconosciuta da organismi internazionali

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI Norma UNI EN ISO UNI EN ISO 17225-1:2014 UNI EN ISO 17225-2:2014 UNI EN ISO 17225-3:2014 UNI EN ISO 17225-4:2014 UNI EN ISO 17225-5:2014 UNI EN ISO 17225-6:2014 UNI EN ISO 17225-7:2014 Titolo generico Fuel specifications and classes: General requirements Fuel specifications and classes: PELLET DI LEGNO Graded wood pellets Fuel specifications and classes: Graded wood briquettes Fuel specifications and classes: Graded wood chips Fuel specifications and classes: Graded firewood Fuel specifications and classes: PELLET NON LEGNOSO Graded non-woody pellets Fuel specifications and classes: Graded non-woody briquettes Vecchia norma UNI EN sostituita UNI EN 14961-1:2010 UNI EN 14961-2:2011 UNI EN 14961-3:2011 UNI EN 14961-4:2011 UNI EN 14961-5:2011 UNI EN 14961-6:2012 Nessuna norma

LA NORMATIVA TECNICA PER IL PELLET DI LEGNO UNI EN 14961-2:2011 UNI EN ISO 17225-2:2014 Cambiamenti - Tipologie di prodotto e nuove classi di qualità - Variazioni di limiti di alcune classi

LA NORMATIVA TECNICA UNI EN ISO 17225-2 Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile - Parte 2: Definizione delle classi di pellet di legno Stabilisce le specifiche o classi di qualità del pellet di legno Pellet ad uso commerciale e residenziale Pellet ad uso industriale No biomassa residuale da trattamenti chimici Classi I1 - I2 I3 Classe A1 A2 - B Sottoprodotti dell industria del legno anche con trattamenti chimici

UNI EN ISO 17225-2 Graded wood pellets Usi commerciali e residenziali Limiti più restrittivi dalla classe B alla A1 Sono definite: - Le unità di misura - I metodi di analisi Parametro informativo CLASSI DI QUALITA' PARAMETRO A1 A2 B Origine Diametro e lunghezza Umidità Ceneri Durabilità Meccanica Polveri Additivi Potere calorifico netto Massa volumica Azoto Zolfo Cloro Arsenico Cadmio Cromo Rame Piombo Mercurio Nickel Zinco Fusibilità ceneri

UNI EN ISO 17225-2 Graded wood pellets Usi commerciali e residenziali ORIGINE - Materiale vergine per le classi A1 e A2 - Possibilità dell uso di legno trattato chimicamente In Italia questo prodotto è un rifiuto (vedi 152/06 s.m.i.) CLASSI DI QUALITA' PARAMETRO A1 A2 B Origine Diametro e lunghezza Umidità Ceneri Durabilità Meccanica Polveri Additivi Potere calorifico netto Massa volumica Azoto Zolfo Cloro Arsenico Cadmio Cromo Rame Piombo Mercurio Nickel Zinco Fusibilità ceneri 1.2 By-products and residues from wood processing industry 1.2 Sottoprodotti e residui della lavorazione del legno 1.2.2 Chemically treated wood by-products, residues, fibres and wood constituents

UNI EN ISO 17225-2 Graded wood pellets Usi commerciali e residenziali Le novità rispetto alla UNI EN 14961-2 CLASSI DI QUALITA' PARAMETRO A1 A2 B Origine Diametro e lunghezza Umidità Ceneri Durabilità Meccanica Polveri Additivi Potere calorifico netto Massa volumica Azoto Zolfo Cloro Arsenico Cadmio Cromo Rame Piombo Mercurio Nickel Zinco Fusibilità ceneri

Contenuto in ceneri UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla precedente UNI EN 14961-2 - Parametro chiave nella determinazione della qualità della biomassa - Dipende dalla materia prima e da come si gestisce nella filiera - La determinazione per via termo-gravimetrica con muffola a 550 C è molto delicata e richiede molta precisione (http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-1.pdf) CLASSI DI QUALITA NORMA Unità A1 A2 B UNI EN 14961-2 UNI EN ISO 17225-2 % peso su s.s. < = 0,7 < = 1,5 < = 3,0 % peso su s.s. < = 0,7 < = 1,2 < = 2,0

UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla precedente UNI EN 14961-2 Potere calorifico netto - Esprime l energia prodotta dall unità di massa del biocombustibile - Determinazione con calorimetro e correzione del dato con il contenuto di umidità ed il contenuto di idrogeno http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-9.pdf CLASSI DI QUALITA NORMA Unità A1 A2 B UNI EN 14961-2 UNI EN ISO 17225-2 MJ/kg o kwh/kg su t.q. MJ/kg o kwh/kg su t.q. 16,5 19 4,6 5,3 >= 16,5 >= 4,6 16,3 19 4,5 5,3 >= 16,5 >= 4,6 16 19 4,4 5,3 >= 16,5 >= 4,6

Contenuto di zolfo UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla precedente UNI EN 14961-2 - Può indicare la presenza di contaminanti ed impurità o trattamenti - Normalmente presente a basse concentrazioni nel legno - Un metodo per determinarlo è in cromatografia ionica http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-3.pdf CLASSI DI QUALITA NORMA Unità A1 A2 B UNI EN 14961-2 UNI EN ISO 17225-2 % peso su s.s. <= 0,03 <= 0,03 <=0,04 % peso su s.s. <= 0,04 <= 0,05 <= 0,05

Prelievo di campioni casuali di pellet: circa 130 campioni Periodo 2010-2013 Provenienza: 16 regioni d Italia Distribuzione - 67% campioni nord Italia - 25% campioni centro Italia - 8% campioni sud Italia INDAGINE QUALITA PELLET DI LEGNO www.laboratoriobiomasse.it PAPERS Pubblicazioni sito Laboratorio Biomasse http://www.biomasslab.it/ita/papers.html

Confronto distribuzione campioni applicando la vecchia e nuova normativa CONTENUTO IN CENERI 13% 5% 16% 35% 52% 27% 52% A1 A2 B Extra A1 A2 B Extra UNI EN 14961-2 UNI EN ISO 17225-2

Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse Dipartimento D3A Università Politecnica delle Marche www.laboratoriobiomasse.it g.toscano@univpm.it

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi RIFLESSI DEI SISTEMI DI PRODUZIONE SULLA QUALITA DEL PELLETS Carlesso Enrico COSTRUZIONI NAZZARENO S.R.L.

PELLETS DI LEGNO VERGINE La normativa non classifica il pellets in base a colore o essenza di legno, ma rispetto a specifiche contenute nella norma UNI EN ISO 17225-2

L impianto di produzione pellets MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets ALIMENTAZIONE MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE 2a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets PELLETTATURA ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE 2a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets RAFFREDDAMENTO PULITURA PELLETS PELLETTATURA ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE 2a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets STOCCAGGIO PELLETS RAFFREDDAMENTO PULITURA PELLETS PELLETTATURA ALIMENTAZIONE 1a RAFFINAZIONE 2a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets STOCCAGGIO PELLETS RAFFREDDAMENTO PULITURA PELLETS PELLETTATURA ALIMENTAZIONE CONFEZIONAMENTO PELLETS 2a RAFFINAZIONE 1a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

L impianto di produzione pellets STOCCAGGIO PELLETS RAFFREDDAMENTO PULITURA PELLETS PELLETTATURA ALIMENTAZIONE ASPIRAZIONE FILTRAZIONE CONFEZIONAMENTO PELLETS 2a RAFFINAZIONE 1a RAFFINAZIONE ESSICCAZIONE STOCCAGGIO SEGATURA MACINAZIONE

Possibili aree di intervento per migliorare la qualità del pellets

1 -SCORTECCIATURA TRONCHI

1 -SCORTECCIATURA TRONCHI Vantaggi Diminuzione contenuto ceneri Eliminazione di impurità dovute al trasporto tronchi

2 ALIMENTAZIONE CHIPS

2 ALIMENTAZIONE CHIPS Vantaggi Eliminazione di impurità dovute alla movimentazione sul terreno del chips Con presenza di mix tra latifoglie e conifere, è possibile installare due tramogge per mantenere costante il rapporto tra le essenze

3 1a RAFFINAZIONE CHIPS UMIDO

3 1a RAFFINAZIONE CHIPS UMIDO Vantaggi Riduce dimensioni materiale per l essiccazione Uniforma il prodotto per l essiccazione

4 CONTROLLI DI UMIDITA IN CONTINUO

4 CONTROLLI DI UMIDITA IN CONTINUO Vantaggi Prima dell essiccazione Controllo costante della materia prima umida per massimizzare il rendimento dell essiccazione Dopo l essiccazione Controllare e mantenere stabile l umidità del prodotto da inviare alla pellettatura

5 VAGLIO SETACCIATORE

5 VAGLIO SETACCIATORE Vantaggi Rimozione componenti fini dal prodotto secco, che sono normalmente costituite da inerti e impurità che contribuiscono ad aumentare ceneri e altri paramenti Diminuire quantità di prodotto che passa nel mulino a martelli per secco

5 PELLETTATURA

5 PELLETTATURA Vantaggi Il miscelatore rende continuamente omogeneo il prodotto per la pressa Con compressione della trafila adeguata al mix di legno, viene prodotto pellets con peso specifico adeguato, compattezza adeguata e con pochissimo «sfarinamento» Dosaggio finale di acqua per ottimizzazione della pellettatura

6 RAFFREDDAMENTO PELLETS

6 RAFFREDDAMENTO PELLETS Vantaggi Rapido raffreddamento in controcorrente mantiene alta la durabilità del pellets Il raffreddamento elimina possibilità condensa nel sacchetto di pellets

7 VAGLIATURA PELLETS

7 VAGLIATURA PELLETS Vantaggi Eliminazione delle componenti fini residuali che comporterebbero aumento del contenuto in polveri nei sacchi o altri scarichi

Grazie per l attenzione e sono a disposizione per eventuali domande. COSTRUZIONI NAZZARENO S.R.L. Via delle Industrie, 17 (zona industriale Vacil) 31030 Breda di Piave (TV) Italia Telefono: + 39 / 0422 / 60 05 92 Fax: + 39 / 0422 / 60 71 19 E-mail: info@nazzareno.it Web: www.nazzareno.it

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Alessandro Guercio ITI Engineering Direzione Commerciale La sostenibilità energetica nel processo di produzione del Pellet

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi ITI Engineering: chi siamo, la nostra storia

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi ITI Engineering: la valorizzazione della biomassa

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi ITI Engineering: prodotti e servizi

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi ITI Engineering: la produzione termica al servizio dei processi di essiccazione

Fonte dell'illustrazione: BIOS BIOENERGIESYSTEME GmbH www.bios-bioenergy.at/uploads/pics/schema_pelletsproduktionsanlage_en_big.jpg PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi La produzione del pellet - ricevimento materia prima - scortecciatura e cippatura - macinatura del verde - essiccazione - macinatura del secco - pellettizzazione - raffreddamento - insacchettamento

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Il fabbisogno termico ed elettrico nella produzione del pellet Fase del processo Consumo elettrico in kwh per tonnellata di prodotto finito Scortecciatura e Cippatura 11 Macinatura del verde 30-40 Essiccazione 25-45 Macinatura del secco 30-40 Pellettizzazione 60-90 Raffreddamento pellet 8-15 Stoccaggio e movimentazione 10-20 Totale 174-261 Il fabbisogno termico può essere stimato nel valore medio di 1MWh termico per tonnellata di prodotto finito. Il rapporto tra fabbisogno elettrico e termico sta nell'intorno di 1 / 5.

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Tecnologie per l'essiccazione nella produzione del pellet Essiccatoi a tamburo a fumi diretti Essiccatoi a nastro indiretti Fonte delle illustrazioni: Swiss Combi http://www.swisscombi.ch/en/dryers

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi La cogenerazione a biomassa per la produzione del pellet La cogenerazione consiste nella produzione e nella effettiva valorizzazione, dell'energia termica ed elettrica generate da un ciclo termodinamico, con l'obiettivo di ridurre il fabbisogno di energia primario rispetto all'equivalente produzione separata. Nel confronto tra le tecnologie per la cogenerazione due importanti parametri sono: - il rendimento complessivo; - il fattore di cogenerazione (il rapporto tra potenza elettrica e potenza termica erogate) in funzione del livello di temperatura del calore cogenerato.

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Le tecnologie disponibili per la cogenerazione a biomassa (1/2)

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Le tecnologie disponibili per la cogenerazione a biomassa (2/2)

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi ITI Engineering e la cogenerazione a biomassa ITI engineering conta varie esperienze nella cogenerazione a biomassa sia con turbine a vapore che con moduli ORC. A settembre 2015 è attesa la messa in marcia dell'impianto di cogenerazione Renovo di Iglesias con caldaia ad olio diatermico e modulo ORC da 1MW elettrico e 4MW termici. A seguire sarà avviato il secondo progetto Renovo di uguale capacità e tecnologia presso Caltagirone. Entro la fine del 2015 sono inoltre previsti gli avviamenti di ulteriori due impianti di cogenerazione a biomassa da 200kW elettrici con turbina a vapore (Cremona) e modulo ORC (Bari).

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Pellet e Teleriscaldamento Il teleriscaldamento è un sistema di distribuzione del calore producibile centralmente in maniera efficiente e usando combustibili rinnovabili. Un TLR con una richiesta di picco di 1MW genera un fabbisogno termico annuo di c.a 2.000MWh, a fronte di oltre 8.000MWh producibili. Il calore producibile ma non richiesto dal TLR può essere usato per produrre pellet o altri bio-combustibili densificati (es. cialde o bricchette) con le quali è possibile allargare il raggio di azione del TLR operando il servizio calore, attraverso caldaie dedicate, ad utenze non fisicamente connesse al TLR. La centrale termica potrà operare per tutto l'anno a pieno carico massimizzando le potenzialità e implementando la cogenerazione.

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Pellet e Teleriscaldamento

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Considerazioni finali: L'Italia è il primo consumatore al mondo di pellet per riscaldamento con oltre 3Mt/a L'Italia è anche il primo importatore al mondo di pellet con oltre 2,5Mt/a di import La produzione locale di pellet o altri biocombustibili densificati è però possibile Per essere economicamente e ambientalmente sostenibile la produzione locale deve puntare su risorse locali sia per le materie prime che per l'energia necessaria La cogenerazione a biomassa a partire dai residui è una ottima pratica per una produzione sostenibile con decine di casi rappresentativi in Europa e Italia Sono disponibili varie tecnologie per la cogenerazione, altre sono in fase di sviluppo Una politica che incentivi la cogenerazione a biomassa dedicata al soddisfacimento dei processi produttivi locali, quali la produzione del pellet, sarebbe auspicabile.

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Per approfondimenti

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Grazie per la gentile attenzione alessandro.guercio@itiengineering.eu

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Agripellet e pellet alternativi al legno Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse Università Politecnica delle Marche www.laboratoriobiomasse.it

AGRIPELLET Prodotto macinato e densificato a pellet costituito da biomassa agricola o agroindustriale, normalmente di tipo residuale Biomassa Legnose Potature di vite Potature di olivo Potature di piante da frutto Erbacee Paglie Stocchi Prodotti erbacei in generale. Da frutti e semi Vinaccia Sansa.

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI Norma UNI EN ISO UNI EN ISO 17225-1:2014 UNI EN ISO 17225-2:2014 UNI EN ISO 17225-3:2014 UNI EN ISO 17225-4:2014 UNI EN ISO 17225-5:2014 UNI EN ISO 17225-6:2014 UNI EN ISO 17225-7:2014 Titolo generico Fuel specifications and classes: General requirements Fuel specifications and classes: Graded wood pellets Fuel specifications and classes: Graded wood briquettes Fuel specifications and classes: Graded wood chips Fuel specifications and classes: Graded firewood Fuel specifications and classes: Graded non-woody pellets Fuel specifications and classes: Graded non-woody briquettes Vecchia norma UNI EN sostituita UNI EN 14961-1:2010 UNI EN 14961-2:2011 UNI EN 14961-3:2011 UNI EN 14961-4:2011 UNI EN 14961-5:2011 UNI EN 14961-6:2012 Nessuna norma

AGRIPELLET E NORMATIVA TECNICA UNI EN ISO 17255-2 UNI EN ISO 17255-2 Le potature non rientrano nei limiti delle ceneri. UNI EN ISO 17255-6 UNI EN ISO 17255-6 Agro-residuo

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI La densità energetica e lo standard 260 MJ 10 litri VOLUME > 200 litri LOGISTICA UTILIZZO MERCATO Standard

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI Elementi energetico-ambientali Cattive condizioni di combustione incontrollate NON recupero risorsa Condizioni di combustione controllate USO della risorsa

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI Ingegnerizzazione del pellet AGRI-RESIDUO Trafila AGRIPELLET Coltello Rulli interni Additivi inorganici migliorativi della temperatura di fusione delle ceneri Permesso dalla normativa tecnica

GESTIONE DELLE QUALITA DELL AGRIPELLET Alcune biomasse erbacee generano problematiche di incrostazione negli impianti termici La causa è la bassa temperatura di fusione delle ceneri che liquefano e tendono a produrre aggregati

RICERCA LABORATORIO BIOMASSE - AIFE Ingegnerizzazione del biocombustibile PROGETTO DI RICERCA PER LA GESTIONE DELLA QUALITA DEI BIOCOMBUSTIBILI - Combinazione di biomasse erbacee e legnose - Integrazione ottimizzata di additivi inorganici BIOMASSE AGRICOLE ERBACEE RESIDUALI ADDITIVI INORGANICI e BIOMASSA LEGNOSA BIOCOMBUSTIBILE OTTIMIZZATO CONFORME ALLA NORMATIVA

USO AGRIPELLET X Contenuto in ceneri critico per questi apparecchi Agripellet STUFE CALDAIE Buone caratteristiche soprattutto per impianti predisposti per più tipologie di biomasse GASSIFICATORI Non sono note esperienze Agripellet competitivo con il cippato di legno 1 m 3 di agripellet = 4 m 3 di cippato di legno

PELLET DI LEGNO vs CIPPATO vs AGRIPELLET PROPRIETA Pellet di legno Cippato di legno Agripellet Umidità (% tq) < 10 30-50 < 10 Ceneri (% ss) 0,7 3 1-5 2,5 10 PCI (MJ/kg tq) 16,5-18 7 10 15 18 Azoto (% ss) 0,03 1 0,03 1 0,05 2 Cloro (% ss) 0,02 0,1 0,03 0,1 0,05 0,3 Massa volumica (kg/m 3 tq) Densità energetica (GJ/m 3 tq) 600 670 150 250 600 670 10-12 1,5 2,5 9 11 Range orientativi delle proprietà di alcuni biocombustibili (considerando legnosi ed erbacei)

APPLICAZIONI https://www.dbfz.de/index.php?id=872&l=0 - Casi applicativi in Italia - Uso prevalente di pellet di paglia o erbaceo - Sviluppo cantieri per le potature di arboree e vite

UTILIZZO DI AGRIPELLET DI PAGLIA - Circa 5-6 m 3 /giorno acqua a 85 C - PELLET DI PAGLIA - Circa 30-33 t/anno di pellet/anno

PRODUZIONE DI AGRIPELLET DI VITE

IMPIANTO MOBILE

PRODUZIONE DI AGRIPELLET DI VITE

UTILIZZO DI AGRIPELLET DI VITE

CONSIDERAZIONI La normativa tecnica può essere rivisitata su alcuni aspetti Performance energetiche elevate e proprietà gestibili nel processo Competitività con il cippato - prezzo equivalente meno favorevole - minori costi di trasporto - logistica più semplificata - stabilità del prodotto Combustibile ordinario Combustibile di riserva

Approfondimenti su Agripellet, Qualità ed Analisi delle biomasse,. IL PELLET GUERCIO, TOSCANO DARIO FLACCOVIO EDITORE Biomasse legnose: petrolio verde per il teleriscaldamento italiano - FIPER Giuseppe Toscano Laboratorio Biomasse - Dipartimento D3A Università Politecnica delle Marche www.laboratoriobiomasse.it g.toscano@univpm.it

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Strumenti per lo sviluppo della filiera bosco energia in Piemonte Marco Corgnati Regione Piemonte - Settore Foreste

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Premessa L utilizzo del pellet per la produzione di energia non è oggetto di specifiche previsioni nell ambito delle politiche regionali per una serie di ragioni: - è un settore in forte espansione, che non necessita di incentivi - è visto positivamente nell ambito delle politiche ambientali relative alla tutela della qualità dell aria, - è visto positivamente nell ambito delle politiche energetiche, in quanto FER e per l elevato utilizzo dell energia primaria - è visto positivamente nell ambito delle politiche forestali quando prodotto a partire da risorse forestali locali

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Lo sviluppo della filiera bosco - energia a) gli strumenti di strategia b) gli strumenti di comunicazione c) gli strumenti di supporto economico

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Quale filiera bosco energia e quali obiettivi a) Legna da ardere: selvicoltura / legalità /innovazione b) termico piccola scala: filiera corta e vendita diretta di energia c) cogenerazione e teleriscaldamento: gestione forestale associata / logistica / cooperazione

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Le STRATEGIE 1) In materia di ENERGIA - Relazione programmatica sull energia - Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Nell ambito degli obiettivi specifici FER, le biomasse sono individuate come la fonte con le maggiori potenzialità di sviluppo

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Le STRATEGIE 2) In materia di FORESTE - Piano Forestale Regionale La produzione di energia da biomasse è individuata come opportunità di reddito e strumento di valorizzazione degli assortimenti di qualità inferiore

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Le STRATEGIE 2) In materia di FORESTE Nell ambito del progetto RENERFOR: - si sono costruiti gli scenari di sviluppo delle biomasse al 2020 su base territoriale - si sono messi a punto strumenti di valutazione delle potenzialità delle produzioni legnose (e biomasse in particolare) sul territorio regionale (CDLP BRUSA)

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi La COMUNICAZIONE 1) il SITO regionale foreste http://www.regione.piemonte.it/foreste/it/filiere/legnoenergia.html Sezione dedicata alle filiere bosco-energia 2) Le PUBBLICAZIONI - Censimento degli impianti a biomassa - L energia del legno (AIEL) -..

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Il SUPPORTO ECONOMICO 1) PAR FSC 2007-2013 Linea d azione 2 Filiera Bosco Energia 1,65 M contributi pubblici 10 iniziative 8,8 M investimento - Aspetti organizzativi / «vestiti su misura»

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi Il SUPPORTO ECONOMICO 2) PSR 2014-2020 - Aspettative frustrate - Mis. 16.6 Approvvigionamento da biomasse 3 M risorse pubbliche - Ma anche: 16.1 16.2 16.3 16.8 - E soprattutto: LEADER

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi CONCLUSIONI Grandi potenzialità e grandi opportunità Ruolo strategico della tecnologia e dell innovazione Terreno su cui giocare le capacità imprenditoriali

FORLENER 2015 PELLET DAY I mercati del pellet Aspetti tecnici e filiere alternative Gli incentivi Il nuovo Conto Termico Gli incentivi Antonio Panvini LINGOTTO FIERE TORINO Sala Verde Sabato 26 settembre 2015

1. COME OPERA IL CTI 2 IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015 2

1. QUALI INCENTIVI PER LA BIOMASSA 3 - DETRAZIONE DEL 65 % - EFFICIENZA ENERGETICA - DETRAZIONE DEL 50 % - RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE - CONTO TERMICO IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. DETRAZIONE DEL 65 % 4 L agevolazione fiscale consiste in detrazioni dall Irpef o dall Ires ed è concessa quando si eseguono interventi che aumentano il livello di EFFICIENZA ENERGETICA degli edifici esistenti. Le detrazioni sono riconosciute se le spese sono state sostenute per: la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell intero edificio (100.000 ) il miglioramento termico dell edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre, comprensive di infissi) (60.000 ) l installazione di pannelli solari e schermature (60.000 ) la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. (30.000 ) http://finanziaria2015.enea.it IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. DETRAZIONE DEL 65 % 5 La legge di stabilità 2015 ha esteso l agevolazione alle spese sostenute dal 1 gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2015 per l acquisto e la posa in opera: di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.!!! In precedenza le caldaie a legna o a pellet erano incentivate con l ecobonus solo in caso di sostituzione di un impianto preesistente. Possono usufruire della detrazione: le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni i contribuenti che conseguono reddito d impresa le associazioni tra professionisti gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. DETRAZIONE DEL 50 % 6 Per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 (la legge di stabilità 2015 ha prorogato la scadenza al 31 dicembre 2015 ) la detrazione è pari al 50 % delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 96.000 euro per unità immobiliare. La detrazione è concessa per interventi di RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA. Accedono alla detrazione impianti a legna o a pellet, stufe e anche impianti exnovo!!! Dal 1 gennaio 2016 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare. Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). La detrazione per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con la detrazione del 65%. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 7 Decreto 28 Dicembre 2012 Incentivo in denaro per l'acquisto di stufe, termocamini e caldaie a biomassa che rispondono a particolari requisiti e che sono installate in sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti dotati di generatore di calore alimentato a biomassa. L incentivo viene erogato per 2 anni per generatori con potenza termica nominale al focolare inferiore o uguale a 35 kw. Sopra i 35 kw la durata dell incentivo arriva a 5 anni. Possono usufruire della detrazione le amministrazioni pubbliche e i soggetti privati (imprese, persone fisiche, condomini). IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 8 TIPOLOGIE DI GENERATORI AMMESSI a) caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a500 kw; b) caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kw e inferiore o uguale a 1.000 kw; c) stufe e termocamini a pellet; d) stufe e termocamini a legna. L incentivo varia in funzione: della potenza nominale del generatore delle emissioni di polveri in atmosfera distinto per tipologia installata delle ore di funzionamento stimate in relazione alla zona climatica di appartenenza del coefficiente di valorizzazione dell energia termica prodotta distinto per tipologia installata IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 9 REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a 500 kwt certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla norma UNI EN 303-5 classe 5; rendimento termico utile non inferiore a 87%+log(Pn) dove Pn è la potenza nominale dell apparecchio; emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11, come certificate da un organismo accreditato; obbligo di installazione di un sistema di accumulo termico dimensionato secondo quanto segue: -per le caldaie con alimentazione manuale del combustibile, secondo quanto previsto dalla norma EN 303-5; -per le caldaie con alimentazione automatica del combustibile, prevedendo un volume di accumulo non inferiore a 20 dm 3 /kwt; IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 10 il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione accreditato che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN ISO 17225-2 classe A1 oppure A2; possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato X parte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii (emissioni) risulta certificata anche per tali combustibili. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/2015 11 NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE Per le caldaie automatiche a pellet si è rilevata la necessità di mantenere l obbligo di installazione dell accumulo, poiché determinante per il contenimento delle emissioni, senza però dare indicazione di un volume minimo e pertanto lasciando al progettista il compito del dimensionamento. Aggiornamento normativo in conseguenza del fatto che le UNI EN ISO 17225:2014 hanno sostituito le UNI EN 14961:2012. E stato maggiormente specificato che cosa si intende per pellet certificato (evidenza della classe di qualità e codice di identificazione). IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 12 REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kwt e inferiore o uguale a 1000 kwt: rendimento termico utile non inferiore all'89% attestato da una dichiarazione del produttore del generatore nella quale deve essere indicato il tipo di combustibile utilizzato; emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella tabella 11, come certificate da un laboratorio accreditato secondo la norma UNI EN ISO/IEC 17025 misurate in sede di impianto; il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN ISO 17225-2 classe A1 oppure A2. possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato X parte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto i e ii risulta certificata anche per tali combustibili. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/2015 13 NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE Oltre alle integrazioni già descritte per le caldaie a biomassa di potenza inferiore o uguale a 500 kwt (dimensionamento accumulo, aggiornamento normativo e pellet certificato) è stata innalzato il limite massimo di potenza termica nominale da 1000 kwt a 2000 kwt. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 14 REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA Per le stufe ed i termocamini a pellet: certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla UNI EN 14785; rendimento termico utile maggiore dell 85%; emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11, come certificate da un organismo accreditato; il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN 14961-2 classi A1 oppure A2. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/2015 15 NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE E stato maggiormente specificato che cosa si intende per pellet certificato (evidenza della classe di qualità e codice di identificazione). IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 16 REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA Per i termocamini a legna: siano installati esclusivamente in sostituzione di camini aperti; certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla norma UNI EN 13229; rendimento termico utile maggiore dell 85%; emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11, come certificate da un organismo accreditato; possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato X parte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii risulta certificata anche per tali combustibili. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. CONTO TERMICO 17 REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA Per le stufe a legna: certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla alle norma norme UNI EN 13240; rendimento termico utile maggiore dell 85%; emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11, come certificate da un organismo accreditato; possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato X parte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii risulta certificata anche per tali combustibili. IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/2015 18 ULTERIORI INTEGRAZIONI e AGGIORNAMENTI Aggiornamento normativo della tabella 11 con rispettivi metodi di misura delle emissioni Particolato OGC CO primario (PP/PPBT) Stufa e termocamino UNI CEN/TS 15883 UNI CEN/TS 15883 UNI EN 13229 UNI EN 13240 Stufa e termo camino (a pellet) UNI CEN/TS UNI CEN/TS 15883 15883 UNI EN 14785 Caldaia a biomassa Pn 500 kw UNI EN 303-5 UNI EN 303-5 UNI EN 303-5 Caldaia a biomassa Pn 500 kw UNI EN 13284-1 UNI EN 12619 UNI EN 15058 Riformulazione dei requisiti di termoregolazione IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015

19 GRAZIE PER L ATTENZIONE! panvini@cti2000.it IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI 26 Settembre 2015