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03 Lavoro e reddito Neuchâtel, agosto 2019 Risultati commentati per il periodo 2013 2019 Indicatori del mercato del lavoro 2019 La presente pubblicazione è un estratto della pubblicazione «Indicatori del mercato del lavoro 2019» (disponibile in tedesco e in francese), la quale fornisce elementi di riferimento tratti dalla vasta gamma di dati sull impiego. L informazione è strutturata in maniera tale da fornire una visone d insieme del mondo del lavoro svizzero e delle relative statistiche. Tra i temi trattati si trovano l attività professionale, le ore di lavoro, la disoccupazione, i posti liberi, gli aspetti dinamici del mercato del lavoro, la struttura e l evoluzione dei salari. Dopo una prima parte dedicata ai risultati commentati per il periodo 2013 2019, la pubblicazione passa in rassegna le definizioni dei principali indicatori del mercato del lavoro. Un capitolo specifico descrive in seguito gli aspetti metodologici delle differenti fonti statistiche. Infine, l ultima parte è costituita di tabelle che presentano in dettaglio i risultati delle differenti statistiche del mercato del lavoro. Abbreviazioni nei grafici CML Conti globali del mercato del lavoro EUROSTAT Ufficio statistico dell Unione europea ISS Indice svizzero dei salari PIL Prodotto interno lordo RIFOS Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera RSS Rilevazione svizzera della struttura dei salari SECO Segretaria di Stato dell economia SPO Statistica delle persone occupate STATIMP Statistica dell impiego SVOL Statistica del volume di lavoro Numero UST: 206-1901 (tedesco) 206-1902 (francese) Ordinazioni: tel. 058 463 60 60, fax 058 463 60 61, order@bfs.admin.ch Espace de l Europe 10 CH-2010 Neuchâtel www.statistica.admin.ch

Indice 2013 2018: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero 4 2013 2018: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro 6 2013 2018: manodopera svizzera e straniera 8 2013 2018: la situazione nelle sette Grandi Regioni della Svizzera 10 Situazione del mercato del lavoro nel primo trimestre 2019 e prospettive a breve termine 12 Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale 14 3

2013 2018: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero Durante i cinque anni considerati (dal quarto trimestre 2013 al quarto trimestre 2018), il numero di occupati in Svizzera è sensibilmente aumentato. Nello stesso periodo è aumentato anche il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO (disoccupati secondo la definizione dell Ufficio internazionale del lavoro), mentre è diminuito il tasso dei disoccupati iscritti presso un Ufficio regionale di collocamento (URC). C erano più posti liberi, e per le aziende è stato più difficile trovare personale qualificato. Nel confronto internazionale, il mercato svizzero del lavoro è rimasto molto competitivo. Indebolimento della crescita economica alla fine del periodo in esame Negli anni 2013 e 2014, l economia svizzera si è ripresa da una fase di debole crescita e tra il primo trimestre 2013 e il quarto trimestre 2014 il prodotto interno lordo (PIL) è aumentato in media dello 0,6% a trimestre. All inizio del 2015 si è invece osservato un rallentamento della crescita. Tra il primo trimestre 2015 e il quarto trimestre 2016 l economia svizzera è cresciuta infatti in media solo dello 0,2% a trimestre. Dal primo trimestre 2017 l economia si è invece nuovamente ripresa, registrando una crescita dello 0,7% a trimestre fino al secondo trimestre del 2018. Inaspettatamente, nel terzo trimestre 2018 la congiuntura economica svizzera ha frenato bruscamente e il PIL è sceso dello 0,3% per poi invertire la rotta e crescere leggermente dello 0,2% nel quarto trimestre. Lieve aumento del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO Secondo la statistica delle persone occupate (SPO), basata su un sondaggio svolto presso le persone (rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera, RIFOS), tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018 il numero delle persone occupate è aumentato del 6,1%, passando a 5,1 milioni. La statistica dell'impiego (STATIMP), basata invece su un sondaggio svolto presso le aziende dei settori secondario e terziario, presentava nello stesso periodo un aumento del numero degli occupati pari al 5,7% (passato a 5,1 milioni). Nello stesso periodo il numero di disoccupati ai sensi dell'ilo è cresciuto del 9,9% (+20 000 persone) mentre quello di disoccupati registrati presso gli Uffici regionali di collocamento (UCR) è diminuito del 20,0% ( 28 000 persone) 1. Poiché il numero degli occupati è cresciuto in maniera meno marcata rispetto al numero dei disoccupati, nel confronto quinquennale il tasso di disoccupazione ai sensi dell'ilo è cresciuto di 0,2 punti percentuali, attestandosi al 4,6%. Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione secondo la definizione della SECO è invece diminuito di 0,8 punti percentuali, attestandosi al 2,4%. Calo del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO tra gli uomini Dal punto di vista strutturale, nel periodo 2013 2018, il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO tra gli uomini si è allontanato da 1 All inizio del 2018 il sistema di contabilizzazione per la suddivisione delle persone in cerca di impiego utilizzato negli uffici regionali di collocamento (URC) è stato sostituito da un nuovo sistema con ripartizioni parzialmente automatizzate. Un analisi ha mostrato che in seguito al passaggio al nuovo sistema di contabilizzazione la diminuzione del numero di disoccupati nei mesi di marzo, aprile e maggio risulta superiore a quella effettiva (cfr. comunicato stampa della SECO del 9.4.2018). quello delle donne. Nel quarto trimestre del 2017 era disoccupato il 4,1% degli uomini e il 5,1% delle donne, mentre cinque anni prima lo scarto era meno marcato (risp. 4,3% e 4,6%). Nel 2018 le donne continuavano a lavorare a tempo parziale (59,4%) nettamente più spesso degli uomini (17,5%). Il numero di uomini occupati a tempo parziale, tuttavia, è sensibilmente aumentato negli ultimi cinque anni (+27,5%, donne: +6,9%). Aumento del numero di posti liberi Secondo la STATIMP, nel quarto trimestre del 2018 c'era quasi il 34% di posti liberi disponibili in più (74 000) rispetto a cinque anni prima (55 000). Nel 2018 le aziende hanno inoltre avuto maggiori difficoltà a trovare personale adeguato Fra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018 l indicatore «Difficoltà di reclutamento di forza lavoro qualificata» è aumentato di 0,4 punti percentuali. Forte immigrazione di manodopera straniera Il numero di persone attive straniere (occupati più disoccupati ai sensi dell ILO) è aumentato del 12,2% tra il quarto trimestre del 2013 e il quarto trimestre 2018, raggiungendo 1,7 milioni. Nello stesso periodo, il numero di persone attive svizzere è aumentato del 3,7% raggiungendo i 3,6 milioni. Di conseguenza, la quota di stranieri rispetto alla popolazione attiva è cresciuta di 1,6 punti percentuali (raggiungendo il 32,3%). Gli stranieri sono molto più colpiti dalla disoccupazione ai sensi dell ILO rispetto agli Svizzeri (risp. 7,5% e 3,5% nel quarto trimestre 2018). Nel confronto quinquennale, tuttavia, il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO degli stranieri è sceso ( 0,9 punti percentuali), mentre quello degli Svizzeri è aumentato (+0,4 punti percentuali). Stabilità del mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale In Svizzera, nel quarto trimestre 2018 il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO era più basso (4,6%) rispetto a quello dell Unione europea UE-28 (6,6%). Tuttavia, tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018 il tasso di disoccupazione dell UE-28 è nettamente diminuito ( 4,1 punti percentuali). La Repubblica Ceca (2,0%) e l Islanda (2,4%) hanno registrato tassi di disoccupazione inferiori al 3%. Il tasso di attività professionale, quello di partecipazione delle donne alla vita attiva come pure la parte di occupati a tempo parziale sono sensibilmente più elevati in Svizzera rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei. Crescita dei salari nominali e reali Nel 2018 i salari nominali sono aumentati in media dello 0,5% rispetto all anno precedente (2017: +0,4%; 2016: +0,7%). Tale crescita nominale ha confermato la tendenza alla moderazione salariale osservata dal 2010, con dei tassi annui che non hanno superato il +1,0%. Generalmente, le decisioni relative agli adeguamenti salariali per il 2018 sono state prese alla fine del 2017. L inflazione, che in quel periodo era stata stimata al +0,2% per il 2018, alla fine, ammontava al +0,9%. Pertanto, il potere d acquisto dei salari ha registrato un calo del 0,4%. Negli ultimi cinque anni (dal 2014 al 2018) il ritmo annuo medio della progressione dei salari reali è stato, per l insieme dei salariati, del +0,6% (+0,5% per gli uomini e +0,7% per le donne). 4

2013 2018: principali evoluzioni del mercato del lavoro svizzero Variazione del prodotto interno lordo (PIL reale) rispetto al trimestre precedente e del numero di persone occupate e del numero di addetti rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2013 2018 3,0% 2,5% 2,0% 1,5% persone occupate ai sensi dell ILO addetti negli stabilimenti dei settori secondario e terziario PIL 1,0% 0,5% 0,0% 0,5% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonti: UST Statistica delle persone occupate (SPO), Statistica dell'impiego (STATIMP); SECO Disoccupati ai sensi dell ILO, disoccupati iscritti e posti liberi, in migliaia, 2013 2018 300 250 disoccupati ai sensi dell ILO disoccupati iscritti posti liberi 200 150 100 50 0 2013 2014 2015 2016 N. B. : stat. pers. disoccupate (ILO e SECO): media trimestriale; STATIMP: valori al termine del trimestre 2017 2018 Fonti: UST Stat. pers. disoccupate ILO, Statistica dell'impiego (STATIMP); SECO Migrazione di forze di lavoro straniere, in migliaia, 2012 2017 Variazione dell indice dei salari nominali e reali rispetto all anno precedente, in %, 2013 2018 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 2012 r 2013 r 2014 r 2015 r 2016 r 2017 persone attive immigrate saldo persone attive emigrate r dati riveduti 2,0% 1,5% 1,0% 0,5% 0,0% 0,5% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 variazione dell indice dei salari reali variazione dell indice dei salari nominali Fonte: UST Conti globali del mercato del lavoro (CML) Fonte: UST Indice svizzero dei salari (ISS) 5

2013 2018: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro Tra il 2013 e il 2018 la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è aumentata. Un numero sempre maggiore di uomini e donne lavora a tempo parziale. Eppure sono queste ultime a fruirne maggiormente (il 59,4% delle donne contro il 17,5% degli uomini). Dopo essersi riavvicinato per alcuni anni a quello delle donne, il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO degli uomini è nuovamente sceso (al 4,1%), mentre il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO delle donne è aumentato (al 5,1%). Mettendo a confronto i salari degli equivalenti a tempo pieno, le donne guadagnano in media il 12% in meno rispetto agli uomini. Questa disparità salariale si spiega solo in parte con fattori oggettivi. Aumenta la quota della popolazione attiva femminile Tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018, il numero di persone attive (gli occupati e i disoccupati ILO corrispondono nel complesso all offerta di lavoro) è aumentato del 5,5% (passando a 2,9 milioni) tra gli uomini, mentre nello stesso periodo la popolazione attiva femminile ha registrato un incremento del 7,2% (passando a 2,4 milioni). Nell'arco di un quinquennio, quindi, la percentuale femminile della popolazione attiva è salita di 0,4 punti percentuali, passando al 45,8%. Il numero delle donne occupate (+6,7%) è aumentato più sensibilmente di quello degli uomini (+5,7%), mentre la percentuale di donne disoccupate ai sensi dell ILO (+19,2%) è salita nettamente di più rispetto a quella degli uomini (+1,2%). Questo ha portato a un aumento delle donne disoccupate dal 48,0% del 2013 al 52,1% del 2018 (quarto trimestre dell'anno). Ancora in aumento il lavoro a tempo parziale Le donne lavorano più spesso a tempo parziale degli uomini. Nel quarto trimestre 2018 il 59,4% di tutte le donne occupate lavorava a tempo parziale (con un grado di occupazione inferiore al 90%), mentre tra gli uomini questa percentuale era del 17,5%. Nel contempo la percentuale degli occupati a tempo parziale è aumentata sia tra le donne (+6,9%) sia tra gli uomini (+24,5%) tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018. L ineguale diffusione del lavoro a tempo parziale spiega perché nel 2018 le donne abbiano contribuito solo per il 38,6% al totale delle ore di lavoro effettivamente prestate. Tra i 422 000 uomini che lavoravano a tempo parziale nel quarto trimestre 2018 vi erano 99 000 sottoccupati (22,4%), ovvero persone che avrebbero voluto lavorare di più e sarebbero state disponibili entro breve termine a farlo. Tra le 1 260 000 donne che lavoravano a tempo parziale le sottoccupate erano 258 000, pari al 19,9%. Nell arco di cinque anni la quota di sottoccupati sul totale di lavoratori a tempo parziale è aumentata sia tra le donne (+1,1 punti percentuali) sia tra gli uomini (+1,0 punti percentuali). inferiore alla media (risp. +2,1% e +1,3%), nel terziario è aumentato in maniera superiore alla media per entrambi i sessi (uomini: +9,2%, donne: +7,3%). In proporzione, le donne che hanno lavorato nel settore terziario sono state molto più numerose degli uomini (quarto trimestre 2018: risp. 86,8% e 67,4%). Solo il 10,6% delle donne lavorava nell'industria e il 2,5% nell'agricoltura. Il 29,3% degli uomini occupati lavorava nell'industria e il 3,3% nell'agricoltura. Calo del tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO tra gli uomini Fino al primo trimestre 2014 i tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO sono tendenzialmente aumentati, e quello degli uomini ha superato quello delle donne (uomini: 5,4%, donne: 5,2%). Mentre nel 2015 e 2016 il tasso di disoccupazione delle donne ha oscillato intorno al 5%, quello degli uomini, dopo tre trimestri di miglioramento, ha presentato un ulteriore aumento, avvicinandosi quindi di nuovo al tasso di disoccupazione delle donne. Nel 2017 il tasso di disoccupazione delle donne è rimasto stabile, mentre quello degli uomini è migliorato, presentando ancora una volta uno scarto maggiore. Tale tendenza è continuata anche nel 2018. Nell'arco di cinque anni, tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018, le differenze tra i tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO di uomini e donne hanno continuato ad accentuarsi. Rispetto al 2013 (uomini: 4,3%, donne: 4,6%) il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO degli uomini è sceso di 0,2 punti percentuali, mentre quello delle donne è aumentato di +0,5 punti percentuali, determinando nel 2018 una differenza maggiore di ben 0,7 punti percentuali (uomini: 4,1%, donne: 5,1%). Le donne guadagnano meno degli uomini Nel 2016 il salario mensile lordo mediano delle donne nell'insieme dell'economia era di 6011 franchi e quello degli uomini di 6830 franchi. Dal 2012 la differenza salariale è diminuita passando dal 15,1% al 12,5% nel 2014 e al 12,0% nel 2016. Nell'economia privata la differenza salariale nel 2016 era del 14,6%, contro il 15,1% nel 2014 e il 18,9% nel 2012. Nel settore pubblico questa differenza era del 12,5% nel 2016 contro il 12,3% nel 2014 (2012: 13,6%). Secondo un'analisi svolta su mandato dell'ufficio federale di statistica, nel 2016 il 57,1% della differenza salariale (media aritmetica) nell'insieme dell'economia era riconducibile a fattori obiettivi quali il livello gerarchico, gli anni di servizio o la formazione. Il 42,9% delle differenze salariali restava inspiegabile 1. Le donne lavorano più spesso degli uomini nel settore dei servizi L'andamento delle cifre occupazionali di entrambi i sessi tra il quarto trimestre del 2013 e il quarto trimestre del 2018 era simile nei diversi settori economici: mentre nel settore secondario il numero di uomini e donne occupati è aumentato in maniera 1 www.statistica.admin.ch R Trovare statistiche R 03 Lavoro e reddito R Salari, reddito da lavoro e costo del lavoro R Livello dei salari Svizzera R Scarto salariale 6

Variazione del numero di occupati secondo il sesso, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2013 2018 2013 2018: la situazione di uomini e donne sul mercato del lavoro 5% 4% Donne occupate Uomini occupati 3% 2% 1% 0% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonte: UST Statistica delle persone occupate (SPO) Tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO secondo il sesso, in %, 2013 2018 6% 5% Tasso di donne disoccupate Tasso totale di disoccupazione Tasso di uomini disoccupati 4% 3% 2% 1% 0% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonte: UST Statistica delle persone disoccupate ai sensi dell ILO (CHOM-BIT) Ripartizione uomini/donne della pop. attiva, dei disoccupati ai sensi dell ILO, delle persone occupate a tempo parziale (4 trim. 2018 nei tre casi) e del volume di ore effettive di lavoro (2018), in % Ripartizione percentuale dei dipendenti secondo le classi di stipendio (salario mensile netto in franchi) e il sesso, settore privato e settore pubblico insieme, in %, 2016 labour force unemployed based on ILO definition 54.2 45.8 52.1 47.9 25% 20% 15% 10% persons employed part-time 25.4 74.6 5% 0% volume of hours actually worked 61.4 38.6 0% 20% 40% 60% 80% 100% 0 1000 1001 2000 2001 3000 3001 4000 4001 5000 5001 6000 6000 7000 7001 8000 8001 9000 9001 10000 10001 11000 11001 12000 12001 13000 13001 14000 14001 15000 15001 16000 16001 17000 17001 18000 18001 19000 19001 20000 20001+ Uomini Donne Uomini Donne Fonti: UST SPO, Stat. persone disoccupate ILO, Rilevazione sulle forze di lavoro Fonti: in Svizzera (RIFOS); Statistica del volume di lavoro (SVOL) Fonte: UST Rilevazione svizzera della struttura dei salari (RSS) 7

2013 2018: manodopera svizzera e straniera Dal 2001 la Svizzera ha assistito a una forte immigrazione di manodopera straniera. Tra il 2013 e il 2018, il numero di persone attive straniere è cresciuto a un ritmo più che triplo rispetto a quello degli Svizzeri. Senza le naturalizzazioni, la differenza sarebbe ancora più marcata. Nell insieme del periodo in esame, i tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO degli stranieri sono rimasti tuttavia doppi se non tripli rispetto a quelli degli Svizzeri. I lavoratori svizzeri percepiscono salari più elevati rispetto ai lavoratori stranieri, ad eccezione degli impieghi che comportano un alto grado di responsabilità. Forte immigrazione di manodopera straniera Tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018, il numero di persone attive di nazionalità straniera (occupati e disoccupati ai sensi dell ILO) è aumentato più di tre volte più fortemente rispetto a quello degli Svizzeri (stranieri: +12,2%, pari a 1,7 milioni; Svizzeri: +3,7% pari a 3,6 milioni). Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, la popolazione attiva di nazionalità straniera è cresciuta in maniera significativa soprattutto nella seconda metà del 2013 e nella prima metà del 2014. L incremento della manodopera straniera riflette un importante flusso migratorio: tra il 2013 e il 2017 il numero di lavoratori stranieri immigrati ha superato di 253 000 persone quello della manodopera emigrata. Per quanto riguarda le persone attive svizzere emigrate e immigrate, nei cinque anni di riferimento le prime hanno superato le seconde di 13 000 unità. Le naturalizzazioni hanno inciso sulla struttura della popolazione attiva: dal 2013 al 2017 circa 123 000 persone attive di origine straniera hanno acquisito la cittadinanza svizzera. Senza queste naturalizzazioni la presenza di manodopera straniera sarebbe aumentata del 20,3% tra il 2013 e il 2018, mentre il numero di attivi svizzeri sarebbe rimasto praticamente invariato (+0,1%). Nel quarto trimestre del 2018, la quota di stranieri rispetto alla popolazione attiva si è attestata al 32,3%, contro il 30,6% di cinque anni prima. La disoccupazione colpisce più frequentemente gli stranieri Degli Svizzeri attivi nel quarto trimestre 2018, 3,5 milioni erano occupati e 127 000 disoccupati ai sensi dell ILO. Pertanto il tasso di disoccupazione ILO della popolazione svizzera era del 3,5%. Mentre nel periodo in esame il tasso di disoccupazione ILO della popolazione svizzera oscillava tra il 3,0% (2012) e il 4,0% (2014), la situazione degli stranieri era meno favorevole: nel quarto trimestre 2018 gli occupati erano 1,6 milioni e i disoccupati ai sensi dell ILO 100 000. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell'ilo della popolazione straniera era quindi del 7,5%. Meno lavoratori a tempo parziale tra gli stranieri Tra il quarto trimestre 2013 e il quarto trimestre 2018 la quota di lavoratori a tempo parziale è aumentata sia tra gli Svizzeri che tra gli stranieri (rispettivamente di +1,9 punti percentuali, passando al 40,4% e di +1,7 punti percentuali, passando al 27,1%). Questa forma di attività è molto diffusa tra le donne, tra l'altro molto di più tra quelle di nazionalità svizzera che tra quelle di nazionalità straniera: nel quarto trimestre 2018 il 62,9% delle donne svizzere lavorava a tempo parziale, contro il 48,0% di quelle straniere. Tra gli uomini, le quote erano rispettivamente del 19,7% e dell 11,9%. La manodopera straniera era composta in maggioranza da lavoratori dipendenti (95,1%; Svizzeri: 89,0%). Solo il 4,9% era composto da indipendenti o da collaboratori di un azienda di famiglia, una quota di molto inferiore a quella dei lavoratori svizzeri (11,0%). Questa differenza è riconducibile a vari fattori, alcuni dei quali legati all integrazione e all impossibilità per gli stranieri di prima generazione di rilevare un attività di proprietà della famiglia. Inoltre, contrariamente agli Svizzeri, gran parte della popolazione straniera è risultata avere meno di 40 anni (mentre la quota di lavoratori autonomi tra le persone dai 40 ai 64 anni è stata notevolmente superiore rispetto agli under 40). Aumenta la quota di lavoratori stranieri con permesso B La struttura della popolazione attiva occupata di nazionalità straniera per statuto di soggiorno ha subito poche variazioni negli ultimi cinque anni. Mentre la quota dei lavoratori con permesso di dimora (permesso B) è salita di 1,3 punti percentuali, attestandosi al 28,1%, quella dei domiciliati titolari di un permesso C è diminuita di 0,2 punti percentuali, passando al 47,6%, quella dei frontalieri con permesso G è calata di 0,3% punti percentuali attestandosi al 19,4% e quella dei dimoranti di breve durata è scesa di 0,9 punti percentuali, passando al 3,0%. Manodopera straniera: disparità salariali secondo i permessi di soggiorno Se si considera l insieme dell'economia, il salario mensile lordo dei dipendenti di nazionalità svizzera è in media più elevato di quello versato alla manodopera straniera, ovvero 6808 franchi contro 5893 franchi. Globalmente, questo differenziale salariale a favore dei dipendenti svizzeri rispetto al personale straniero si ritrova in tutte le categorie di permessi di soggiorno. Se tuttavia si considerano i posti che richiedono elevate responsabilità, si può constatare che i salari versati alla manodopera straniera sono più elevati rispetto a quelli percepiti dai dipendenti di nazionalità svizzera. I frontalieri (permesso G) che ricoprono funzioni con elevate responsabilità guadagnano infatti 10 750 franchi e i beneficiari di un permesso di dimora (permesso B) 12 247 franchi, contro i 10 136 franchi versati ai salariati svizzeri. Questa situazione si capovolge se prendiamo in esame i posti di lavoro che non comportano responsabilità gerarchiche. Con 6190 franchi, la remunerazione dei dipendenti di nazionalità svizzera senza funzioni di quadro è superiore ai salari versati alla manodopera straniera, ovvero 5694 franchi per i frontalieri e 5161 franchi per i dipendenti con un permesso di dimora. 8

Variazione della popolazione attiva secondo la nazionalità, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 2013 2018 2013 2018: manodopera svizzera e straniera 6% 5% popolazione attiva straniera popolazione attiva svizzera 4% 3% 2% 1% 0% 1% 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonte: UST Statistica delle persone occupate (SPO) Migrazione di persone attive secondo la nazionalità, in migliaia, 2013 2017 Schweizer/innen 160 140 120 100 80 60 40 20 0 20 2013 r 2014 r 2015 r 2016 r 2017 Ausländer/innen 160 140 120 100 80 60 40 20 0 20 2013 r 2014 r 2015 r 2016 r 2017 r dati riveduti persone attive immigrate persone attive emigrate saldo Fonte: UST Conti globali del mercato del lavoro (CML) Occupati a tempo parziale, per sesso e nazionalità, in percentuale degli occupati, 4 trimestre 2013 e 4 trimestre 2018 Occupati di nazionalità straniera secondo la tipologia di permesso di soggiorno, in %, 4 o trimestre 2018 2013 19,4% 2,0% 3,0% 47,6% titolari di un permesso di domicilio titolari di un permesso di dimora 1 frontalieri titolari di un permesso di soggiorno di breve durata altri stranieri 2 2018 28,1% 80 60 40 20 0 svizzeri stranieri 0 20 40 60 80 svizzere straniere 1 incl. titolari di un permesso di dimora temporaneo, che vivono in Svizzera da più di 12 mesi 2 Persone nel processo d asilo, personale delle ambasciate, dei consolati e della marina svizzera, cittadini dell UE/AELS che esercitano un attività lucrativa dipendente presso un datore di lavoro svizzero non superiore ai 90 giorni per anno civile. Fonte: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) Fonte: UST Statistica delle persone occupate (SPO) 9

2013 2018: condizioni di lavoro in Svizzera Tra il 2013 e il 2018 le condizioni di lavoro in Svizzera hanno subito cambiamenti: il tempo di lavoro effettivo è diminuito mentre il numero di settimane di vacanze all anno è aumentato. Nello stesso periodo è stato inoltre osservato un incremento degli orari di lavoro flessibili, dei rapporti di lavoro a tempo determinato e della plurioccupazione. Il lavoro di sabato, invece, è in leggera diminuzione. Le ore di lavoro diminuiscono e le settimane di vacanze aumentano Tra il 2013 e il 2018, la durata settimanale effettiva del lavoro dipendente a tempo pieno (esclusi i dipendenti proprietari della loro impresa) è scesa in media di 5 minuti, passando a 41 ore e 8 minuti, mentre il numero di settimane di vacanze ha continuato la sua crescita, aumentando di 0,3 giorni e arrivando quindi a 5,2 settimane all anno. I dipendenti a tempo pieno del settore primario presentano il carico di lavoro settimanale più elevato (45 ore e 48 minuti nel 2018) e beneficiano del minor numero di giorni di vacanza (4,8 settimane). I lavoratori indipendenti rappresentano invece un caso a parte per quando riguarda le settimane di vacanza e le ore di lavoro. Nel 2018 gli indipendenti attivi a tempo pieno lavorano in media 9 ore in più a settimana e si concedono 8 giorni di vacanza in meno all anno. Maggiore frequenza degli orari di lavoro flessibili Nel 2018 il 45,0% degli occupati beneficiavano di orari di lavoro flessibili (2013: 42,1%). Gli uomini disponevano più spesso di tali orari rispetto alle donne (49,9% contro 39,6%), ma dal 2013 la quota è aumentata maggiormente per le donne (+3,8 punti percentuali) che per gli uomini (+2,1 punti percentuali). Gli occupati giovani e gli over 64 lavorano più spesso su chiamata Nel 2018 il 16,8% degli occupati lavorava regolarmente di sera (tra le ore 19 e mezzanotte; 2013: 16,9%) e il 4,7% lavorava regolarmente di notte (tra mezzanotte e le 6 del mattino; 2013: 5,1%). Il lavoro serale era svolto più spesso dalle donne (17,6%) che dagli uomini (16,1%), mentre quello notturno era più diffuso tra gli uomini (5,7%) che tra le donne (3,7%). Nel 2018 il 19,7% degli occupati lavoravano regolarmente di sabato, il che rappresenta un calo di 1,3 punti percentuali rispetto al 2013. Le donne lavoravano di sabato (21,8%) più spesso degli uomini (17,9%), ma con grandi differenze a seconda delle età: i gruppi che lavoravano di sabato più spesso erano quello delle donne di età compresa tra i 15 e i 24 anni (31,3%) e quello degli uomini occupati di più di 65 anni (29,3%). Il lavoro di domenica nel 2018 riguardava invece il 10,2% degli occupati. Dal 2013 (10,6%) al 2016 (9,6%) la quota del lavoro di domenica è costantemente diminuita per poi però riprendere a salire fino al 2018. Nel 2018 il 5,4% degli occupati lavorava su chiamata, percentuale che è leggermente salita rispetto al 2013 (5,0%). Il lavoro su richiesta era più diffuso tra le donne (6,2%) che tra gli uomini (4,4%). Prendendo in considerazione le differenti fascie d età, si nota che gli occupati di 65 anni o più lavorano più spesso con rapporti di lavoro di questo tipo (25,4%), seguiti dagli occupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni (10,9%). Nell arco di cinque anni, la maggiore crescita della quota di lavoratori su chiamata è stata registrata per gli occupati di età uguale o superiore a 65 anni (+4,1 punti percentuali). Aumento degli occupati con contratto a tempo determinato Nel 2018 il 7,8 % degli occupati è stato assunto con un contratto a tempo determinato, contro il 6,9% del 2013. Per le donne la percentuale era leggermente più elevata (8,3%) rispetto agli uomini (7,3%). Questo tipo di contratto è maggiormente diffuso tra gli occupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni (apprendisti esclusi), dei quali quasi un quarto (23,2%) è assunto a tempo indeterminato. Aumento della plurioccupazione Nel 2018, il 7,9% degli occupati aveva più di un posto di lavoro. Negli ultimi 5 anni la quota di plurioccupazione è aumentata di 0,9 punti percentuali. Questo tipo di occupazione è più diffuso tra le donne che tra gli uomini, infatti nel 2018 le donne plurioccupate erano il 10,5%, ovvero quasi il doppio degli uomini (5,7%). I giovani occupati cambiano più spesso lavoro Dal 2013 al 2018 la mobilità professionale è leggermente aumentata. Nel complesso nel 2018 il 12,7% degli occupati ha cambiato lavoro (2013: 11,3%), di cui il 3,2% è rimasto all interno della stessa azienda mentre il restante 9,4% ha cambiato datore di lavoro. Per le donne tale percentuale era solo leggermente più elevata (13,1%) rispetto agli uomini (12,3%). Tuttavia, la mobilità professionale diminuisce nettamente con l aumentare dell età: se infatti circa un quinto degli occupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni e di quelli dai 25 ai 39 anni hanno cambiato lavoro nel 2018 (rispettivamente il 23,0 e il 17,8%), gli occupati tra i 55 e i 64 anni ad averlo fatto erano solo il 5,0%. Comunque, rispetto al 2013, i cambiamenti d impiego sono aumentati in tutte le fasce d età. 10

2013 2018: condizioni di lavoro in Svizzera Durata settimanale effettiva del lavoro e numero di settimane di vacanza all'anno dei dipendenti a tempo pieno, 2013 2018 Quota di occupati con cambiamenti di posto di lavoro l'anno scorso, secondo la classe d'età, 2013 e 2018 Ore 41,4 41,2 41,0 40,8 40,6 40,4 40,2 Settimane 5,2 5,2 5,1 5,1 5,1 5,1 25% 20% 15% 10% 5% 40,0 2013 2014 2015 2016 2017 2018 durata settimanale effettiva del lavoro, in ore 5,1 0% 15 24 anni 25 39 anni 40 54 anni 55 64 anni totale numero di settimane di vacanza all anno 2013 2018 Fonte: UST - Statistica del volume di lavoro (SVOL) Fonte: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) Orari di lavoro atipici e flessibili, lavoro su chiamata, in % di occupati, 2013 et 2018 Uomini Donne lavoro di sera (normalmente) lavoro di notte (normalmente) lavoro di sabato (normalmente) lavoro di domenica (normalmente) orari di lavoro flessibili 1 lavoro su chiamata 1 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 2013 2018 1 Lavoratori Fonte: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) Quota dei dipendenti (apprendisti esclusi) con un contratto a tempo determinato, secondo il sesso e classe d'età, 2013 e 2018 Uomini Donne totale 65 anni o più 55 64 anni 40 54 anni 25 39 anni 15 24 anni 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 2013 2018 Fonte: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizerra (RIFOS) 11

Situazione del mercato del lavoro nel primo trimestre 2019 e prospettive a breve termine Nel primo trimestre 2019 il numero di occupati è aumentato rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO e il tasso di disoccupazione secondo la definizione della SECO sono diminuiti. Il mercato del lavoro ha offerto più posti liberi e le imprese hanno avuto maggiori difficoltà nell'assumere personale qualificato rispetto all'anno precedente. L'indicatore delle prospettive d'impiego prelude a un aumento dell'occupazione per il secondo trimestre 2019. Aumento degli occupati e degli addetti Nel primo trimestre 2019 il numero di occupati è salito di 41 000 unità rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, segnando una crescita dello 0,8%. L'occupazione è cresciuta più tra gli uomini (+0,9%) che tra le donne (+0,7%), e meno tra gli occupati svizzeri (+0,1%) che tra quelli stranieri (+2,4%), Si è inoltre potuto osservare un aumento di occupati con permesso di dimora B (+3,1%) o con permesso di domicilio C (+2,8%), mentre i titolari di un permesso di dimora temporaneo L sono diminuiti ( 1,9%). Il numero di frontalieri è invece rimasto stabile (+0,1%). Nel complesso, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, il numero di persone occupate (+ 0,8%) ha registrato un aumento meno marcato rispetto al numero di addetti (+ 1,3%). Le evoluzioni contrastanti del numero degli occupati (statistica delle persone occupate, SPO) e del numero di occupati (statistica dell'impiego, STATIMP) possono essere ricondotte, tra l'altro, a universi di base diversi (economie domestiche vs imprese), a unità statistiche diverse (persone vs impieghi) o a momenti di rilevazione diversi (a metà trimestre vs fine del trimestre). Con una situazione congiunturale in fase di peggioramento, la SPO presenta tendenzialmente un quadro più positivo, e con una situazione congiunturale in fase di miglioramento un quadro più negativo rispetto alla STATIMP. Prospettive d impiego Gli indicatori a breve termine dedotti dalla statistica dell impiego lasciano presagire che nel complesso nel secondo trimestre 2019 gli effettivi aumenteranno. Rispetto all anno precedente l'indicatore delle prospettive d'impiego, che rappresenta le aspettative delle imprese relative all'evoluzione dei loro effettivi per i tre mesi successivi, è calato leggermente (1,04; 0,1%). Il calo è stato registrato soprattutto nel settore secondario (1,06; 1,0%), mentre nel settore terziario l indicatore ha segnato ancora un lieve aumento (1,04; +0,2%). In entrambi i settori è quindi rimasto superiore a 1,00. Questo fa presagire che in generale l occupazione continuerà ad aumentare. Sulla piazza economica svizzera sono stati contati 77 300 posti liberi, ovvero 6700 posti in più rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente (+9,4%). Il numero di posti liberi è salito sia nel settore secondario (9,6%) sia in quello terziario (9,3%). Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, la quota delle imprese che hanno avuto difficoltà nel reclutare personale qualificato è leggermente aumentata (di + 1,1 punti percentuali attestandosi al 32,0%). Lieve calo del tasso di disoccupazione Nel primo trimestre 2019 in Svizzera i disoccupati ai sensi dell'ufficio Internazionale del Lavoro (ILO) erano 245 000. Il tasso di disoccupazione ai sensi dell'ilo sull'intera popolazione attiva ammontava al 4,9%, rispetto al 5,2% dello stesso trimestre 2018. Nel primo trimestre 2019 il tasso di disoccupazione secondo la definizione della SECO era pari al 2,6%, in calo di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. In cifre assolute, tale progressione corrisponde a circa 120 000 persone che risultavano iscritte a un ufficio regionale di collocamento (URC) nel primo trimestre 2019, ovvero 22 500 in meno rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. Secondo la SECO, il numero di persone in cerca di impiego non disoccupate (essenzialmente persone con guadagno intermedio e partecipanti a programmi temporanei di occupazione, riqualificazione o perfezionamento) è passato da 63 500 nel primo trimestre 2018 a 66 500 nel primo trimestre 2019, con un aumento di circa 3000 persone. 12

Situazione del mercato del lavoro nel primo trimestre 2019 e prospettive a breve termine Variazione del numero di occupati per settore economico, rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente, in %, 1 o trimestre 2018 al 1 o trimestre 2019 2,0% 1,5% totale settore secondario settore terziario 1,0% 0,5% 0,0% 0,5% 1,0% I-2018 II-2018 III-2018 IV-2018 I-2019 Fonte: UST Statistica delle persone occupate (SPO) Disoccupati ai sensi dell ILO, disoccupati iscritti e persone in cerca di lavoro iscritte non disoccupate, in migliaia, 1 o trimestre 2018 e 1 o trimestre 2019 300 250 I-2018 I-2019 200 150 100 50 0 Disoccupati ai sensi dell ILO Disoccupati iscritti Persone in cerca di lavoro iscritte non disoccupate Note: media trimestriale Fonti: UST Statistica delle persone disoccupate ai sensi dell ILO (CHOM-BIT); Segreteria di Stato dell'economia (SECO) Posti liberi, difficoltà di reclutamento di personale qualificato e indicatori delle prospettive d impiego 1, 1 o trimestre 2018 e 1 o trimestre 2019 Posti liberi, in migliaia 80 70 60 50 40 30 20 10 Difficoltà di reclutamento di personale qualificato, in % 45 40 35 30 25 20 15 10 5 Indicatori delle prospettive d impiego 1,10 1,05 1,00 0,95 0,90 0 totale settore secondario settore terziario 0 totale settore secondario settore terziario 0,85 totale settore secondario settore terziario I-2018 I-2019 1 La scala va da 0,50 (riduzione) a 1,50 (aumento), passando per 1,0 (nessun cambiamento). Fonte: UST Statistica dell'impiego (STATIMP) 13

Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale Il mercato svizzero del lavoro è rimasto competitivo a livello internazionale. Il tasso di attività professionale e la partecipazione delle donne alla vita attiva sono stati tra i più elevati d Europa. L elevata partecipazione delle donne al mercato del lavoro è in relazione con la forte diffusione dell occupazione a tempo parziale: la parte di occupati a tempo parziale è sensibilmente più elevata in Svizzera rispetto alla maggior parte degli altri Paesi europei. Convertiti in EUR, i salari della Svizzera sono più elevati di quelli di altri paesi dell'ue. Tuttavia le differenze si assottigliano convertendo i salari in standard di potere d'acquisto al fine di prendere in considerazione i vari livelli dei prezzi. Tasso di attività elevato in Svizzera Nel quarto trimestre 2018 il tasso di attività della popolazione di più di 15 anni in Svizzera era del 68,7%, uno dei più alti in Europa. Solo l Islanda (80,8%) ha registrato valori più elevati. Nei Paesi limitrofi la partecipazione alla vita attiva è stata nettamente più bassa (Germania: 61,8%; Austria: 61,5%; Francia: 55,8%; Italia: 50,0%). Oltre all Italia, la Croazia (51,0%) e la Grecia (51,7%) hanno presentato i tassi di attività più bassi d Europa. La media dei Paesi membri dell UE-28 si attesta al 58,1%. Forte partecipazione delle donne alla vita attiva nei Paesi nordici La partecipazione delle donne alla vita attiva varia fortemente da un Paese all altro. In Italia (41,2%) due donne su cinque partecipano alla vita attiva, mentre il tasso di attività professionale delle donne nei Paesi nordici è tra i più elevati (Islanda: 77,4%; Svezia e Norvegia: 62,3%; Paesi Bassi: 59,5%; Danimarca e Regno Unito: 58,1%). Nella media europea, una donna su due è professionalmente attiva (52,1%). Con una quota del 63,0%, la Svizzera si aggiudica la seconda posizione, mentre nei Paesi limitrofi il tasso di attività professionale delle donne è nettamente inferiore (Germania: 56,5%; Austria: 55,9%; Francia: 51,8%). In Svizzera la partecipazione delle donne alla vita attiva è senza dubbio legata alla vasta offerta di posti di lavoro a tempo parziale. Nel nostro Paese il 39,1% degli occupati lavora part-time (donne: 62,3%). Soltanto i Paesi Bassi hanno presentato un valore più elevato (51,0%; donne: 75,7%). Percentuali particolarmente modeste si sono riscontrate in Bulgaria (1,9%; donne: 2,0%), in Slovacchia (4,7%; donne: 6,5%) e in Ungheria (5,0%; donne: 6,9%). In tutti i Paesi oggetto di analisi, la partecipazione alla vita attiva degli uomini è più elevata di quella delle donne. La più alta partecipazione degli uomini è stata registrata dall Islanda (83,9%), seguita poi dalla Svizzera (74,5%). Nei Paesi limitrofi tale tasso è nettamente inferiore (Austria: 67,3%; Germania: 67,2%; Francia: 60,3%; Italia: 59,3%) e la media dell UE si attesta al 64,5%. dei Paesi con i più bassi tassi di disoccupazione ai sensi dell ILO. In Germania il tasso di disoccupazione è inferiore (3,2%), mentre in Francia (9,1%) e in Italia (10,8%) è nettamente superiore a quello svizzero. Valori inferiori al 3% sono stati osservati in Repubblica Ceca (2,0%; 0,4 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente) e in Islanda (2,4%; 0,2 punti percentuali). La Grecia e la Spagna presentano i tassi di disoccupazione ai sensi dell'ilo più elevati d'europa. Rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, tuttavia, la disoccupazione è scesa in entrambi i Paesi (Grecia: 2,5 punti percentuali, passata al 18,7%; Spagna: 2,1 punti percentuali, passata al 14,5%). Confronto internazionale dei salari Dal confronto dei salari annui lordi medi per un impiego a tempo pieno nel ramo «Industria e servizi» emerge l entità della forbice salariale esistente tra i Paesi dell UE. Esistono forti differenze non solo tra i Paesi dell UE15 e i nuovi Stati membri che hanno aderito all Unione dal 2004, ma anche all interno di questi due gruppi di Paesi. All interno dell UE15 permangono differenze tra i Paesi del nord e quelli del sud: nel 2014 i salari lordi annui più elevati sono stati registrati in Danimarca (57 723 euro), i più bassi in Portogallo (16 425 euro). La differenza salariale si accentua ulteriormente se vengono presi in considerazione anche i nuovi Stati membri: nel 2014 solo Cipro, la Slovenia e Malta hanno raggiunto salari superiori ai 20 000 euro, mentre la Bulgaria, che ha aderito all UE nel 2007, costituisce il fanalino di coda con un salario annuo lordo medio di 5795 euro. Con un salario lordo annuo pari a 71 694 euro, livello influenzato in parte dal franco forte, la Svizzera occupa il primo posto in classifica davanti alla Danimarca. Per paragonare dei salari che esprimano il loro potere d acquisto reale, i salari espressi in valuta nazionale devono essere convertiti in una moneta comune fittizia, il cosiddetto standard di potere d acquisto (SPA). Se si considerano le differenze di livello dei prezzi tra i vari Stati, il divario osservato si riduce. Espressi in euro, infatti, i salari in Svizzera (i più elevati) sono 12,4 volte maggiori di quelli della Bulgaria (i più bassi). Espressi in SPA, invece, i salari versati in Svizzera sono superiori a quelli versati in Bulgaria di 3,7 volte. Se prendiamo in considerazione i Paesi vicini i salari annui svizzeri sono, espressi in euro, 1,7 volte più elevati rispetto a quelli tedeschi e austriaci, 1,9 volte superiori a quelli francesi e 2,1 volte più elevati rispetto a quelli italiani. Queste differenze si assottigliano se il confronto viene effettuato tra i salari lordi medi convertiti in SPA. In questo caso, i salari corrisposti in Svizzera sono di 1,2 volte superiori a quelli della Germania e dell Austria e di 1,4 volte più elevati di quelli versati in Francia e in Italia. Tasso di disoccupazione basso in Svizzera In Svizzera il tasso di disoccupazione medio ai sensi dell ILO ha segnato un leggero aumento tra il quarto trimestre 2017 e il quarto trimestre 2018 (+0,1 punti percentuali) attestandosi al 4,6%, mentre nell'ue-28 nello stesso periodo è sceso dal 7,3% al 6,6%. Rispetto ai Paesi dell UE, la Svizzera continua ad essere uno 14

Il mercato del lavoro svizzero nel confronto internazionale Tasso di attività standardizzato (15+ anni) in Svizzera e negli Stati dell UE e dell AELS, in %, 4 o trimestre 2018 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 80,8 68,7 65,7 64,5 64,1 64,1 63,2 Islanda Svizzera Svezia Paesi Bassi Estonia Norvegia Regno Unito 62,5 62,5 62,2 61,8 61,6 61,5 61,2 60,8 Danimarca Cipro Irlanda Germania Lituania Austria Lettonia Repubblica Ceca Fonti: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS); EUROSTAT (stato aprile 2019) 60,6 Lussemburgo Malta 60,2 60,0 59,1 58,5 Slovacchia Portogallo Slovenia Finlandia UE-28 58,5 58,1 57,9 56,8 56,1 Spagna Ungheria Polonia Francia Bulgaria 55,8 55,0 54,6 54,4 Belgio Romania Grecia 51,7 51,0 50,0 Croazia Italia Tasso di disoccupazione ai sensi dell ILO (15 74 anni) in Svizzera e negli Stati dell UE e dell AELS, in %, 4 o trimestre 2018 20% 15% 10% 5% 0% 18,7 14,5 Grecia Spagna Italia Francia 10,8 9,1 8,6 7,6 Croazia Cipro Lettonia 6,9 6,8 6,6 Portogallo UE-28 Slovakia 6,1 6,0 6,0 Lituania Finlandia Belgio 5,7 5,7 Sweden Irlanda 5,4 5,3 Lussemburgo Danimarca 4,9 4,7 Bulgaria Austria 4,6 4,6 Svizzera Estonia 4,4 4,3 4,1 Slovenia Romania 3,8 3,8 Regno Unito Polonia 3,6 Ungheria Malta 3,5 3,5 Paesi Bassi Norvegia 3,5 3,2 Germania 2,4 2,0 Repubblica Ceca Islanda Fonti: UST Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS); EUROSTAT (stato aprile 2019) Salario annuo lordo medio dei lavoratori a tempo pieno 1 (imprese con dieci o più collaboratori, settori dell industria e dei servizi commerciali 2 ), Svizzera e Stati dell UE e dell AELS, in SPA 3 e in Euro, 2014 80 000 70 000 60 000 50 000 40 000 30 000 20 000 10 000 0 Svizzera Lussemburgo Belgio Danimarca Norvegia SPA, 2014 Euro, 2014 Germania Austria Islanda Paesi Bassi Finlandia Svezia Irlanda Francia Italia UE-28 Regno Unito Spagna Slovenia Malta Grecia Cipro Polonia Portogallo Repubblica Ceca 1 Gli importi sono calcolati in base ai salari dei lavoratori a tempo pieno e ai salari dei lavoratori a tempo parziale (ricalcolati per un grado di occupazione del 100%). 2 sezioni da B a N della NACE Rev.2 3 I salari espressi in SPA (Standard di potere d acquisto) eliminano gli effetti delle differenze nel livello dei prezzi fra i Paesi. Croazia Estonia Slovacchia Ungheria Lettonia Lituania Romania Bulgaria Fonti: UST Rilevazione svizzera della struttura dei salari (RSS); EUROSTAT (stato giugno 2017) 15

Editore: Ufficio federale di statistica (UST) Informazioni: Jonas Deplazes, UST, tel. 058 463 64 02 Redazione: Serie: Settore: Testo originale: Traduzione: Grafica e impaginazione: Grafici: Versione digitale: Versione cartacea: Jonas Deplazes, UST Statistica della Svizzera 03 Lavoro e reddito tedesco Servizi linguistici dell UST sezione DIAM, Prepress / Print sezione DIAM, Prepress / Print www.statistica.admin.ch www.statistica.admin.ch Ufficio federale di statistica, CH-2010 Neuchâtel, order@bfs.admin.ch, tel. 058 463 60 60 stampato in Svizzera Copyright: UST, Neuchâtel 2019 Riproduzione autorizzata, eccetto per scopi commerciali, con citazione della fonte. Numero UST: 206-1905