Low profile IBC 2010 R E P O R T F I E R E. didi Davide Moro



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Diario di una visita qualificata Cambiamo stile. Per questa volta niente rassegne alfabetiche dall A alla Z. Delle novità di prodotto onnicomprensive (dalle antenne ai microfoni, dalle telecamere ai sistemi software) leggerete in Broadcast&Production in questo e nei prossimi numeri, man mano che nel contesto si giustificherà la pubblicazione a ragion veduta. Per questa volta raccontiamo la fiera attraverso il qualficato resoconto di uno dei nostri collaboratori più qualificati e curiosi. Con lui scoprirete non tutto, ma tra tutto alcune delle news che meritavano una particolare attenzione. Non possiamo che augurarvi buona passeggiata! didi Davide Moro Il modo migliore per capire Amsterdam e la sua fiera è non arrivare direttamente ad Amsterdam. Gli infiniti corridoi di Schiphol, gallerie di vetro che bucano montagne che qui non ci sono, il moonwalk su duecento tapis roulant, tutti che finiscono dove comincia il successivo, traslano il viaggiatore attraverso un ambiente sterile, come nemmeno toccasse terra, in un viaggio dentro un cordone ombelicale che porta dall'aereo direttamente fino al treno o al taxi, e si riprende contatto con il suolo esattamente dove ci si aspetterebbe di arrivare. Si lascia il gate dell'aeroporto in Italia e si arriva diritti nel cuore della città, rumore di vita che pulsa, come se tutto intorno il viaggio non si fosse mai interrotto. E sembra che in Olanda tutto giri come un orologio, e che dighe e canali siano lì, dappertutto, come fosse la cosa più naturale del mondo. In questi tempi di basso profilo l'ideale è un volo low cost. Si arriva ad Eindhoven. La campagna intorno è un trionfo di mais e grano. Come spesso succede l'aereo giallo e blu fa un atterraggio a canguro, forse pensano che così si risparmi tempo. Usciamo dal marsupio, l'aeroporto è lucido (anche questo!), ti avvisano discretamente che, loro, per salvaguardare l'ambiente raccolgono l'acqua piovana e la usano per gli sciacquoni dei bagni. Risparmiare l'acqua in Olanda? Chapeau. Qui non ci sono corridoi, in due minuti si passa dall'aereo al marciapiede all'autobus che porta alla stazione. Comincia l'olanda un po' più vera, quella dove le persone vivono e lavorano. Il primo treno è guasto, bisogna aspettare il prossimo. Passa fra nove minuti. Due treni riescono a sedersi dentro uno solo. Poi un'ora e venti di campagne, mais e mucche al pascolo di fianco alle rotaie. Il treno non ha tende, il sole qui è un bene troppo prezioso, la gente si lascia invadere da tutto il sole che riesce ad arrivare. Low profile Arrivati al RAI (il centro expo) di Amsterdam si intuisce subito però che il periodo di basso profilo è percepibile anche alla fiera. Il primo sintomo sono le standiste. Si è diluito nel tempo lo splendore ostentato di tanti anni fa. Tuttora impareggiato il colpo d'occhio allo stand Dream Team Ltd del 2001, che sfoggiava creature irraggiungibili, inguainate in una seconda pelle di acciaio lucido e scintillante, e in molti tornammo a casa dopo aver imparato i minimi dettagli sul motion capturing. Ora le apparizioni e le mise sono sensibilmente più discrete (anche se, come vedrete nel boxino dedicato, una degnissima MissIBC2010 è stata comunque nominata dagli italiani in fiera). A dire il vero nemmeno all entrata c era una gran coda (sebbene vada detto che l organizzazione ha ufficializzato un consuntivo di 48.521 visitatori, in crescita sull edizione precedente del 8.7% e 20 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

secondo risultato di sempre NdR), e all imbocco delle scale mobili c era una sola persona a distribuire volantini. Ne ricordo anche quattro o cinque in fila, dall azione combinata, tipo arco di spade. Arrivato al piano superiore, vado diritto al padiglione 8, quello che registra storicamente la maggiore presenza di aziende italiane. Padiglione 8 A dar retta alla planimetria ufficiale della fiera il padiglione 8 è il padiglione summa, quello in cui si possono trovare espositori di tutte le tre tipologie in cui è suddivisa l esposizione: produzione, distribuzione e broadcasting. Sarà sicuramente vero, ma il padiglione 8 è da sempre il regno dell alta frequenza, non che manchino gli espositori di altre tecnologie, ma qui si danno appuntamento le aziende che si occupano di trasmissione e di trasmettitori, sono praticamente tutte qui. E tante sono italiane. Quasi tutti propongono un modulatore DVB-T2, pensiamo anche a Screen Service, a Electrosys a DB Elettronica e se non l hanno esposto dicono che arriverà a breve (Elettronika). La bella notizia è che diverse aziende italiane hanno scelto di sviluppare un proprio modulatore T2, che magari non è pronto per andare in vendita, ma la scelta coraggiosa di restare agganciati alla prima linea della tecnologia è la migliore garanzia per un futuro sereno. Anche la storia recente ce lo conferma: di tante aziende italiane produttrici di trasmettitori TV, quelle che O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N 21

h a n n o a t t r a v e r - s a t o meglio gli anni del passaggio al digitale t e r r e s t r e sono tipicamente quelle che avevano deciso per tempo di sviluppare il proprio modulatore DVB-T. Chi integrava, o rimarcava, prodotti di terzi ha avuto qualche difficoltà in più. Per gli amplificatori di potenza non c erano novità particolari, la sensazione è che le energie dei costruttori siano concentrate sui nuovi modulatori oppure sui recenti sistemi super-integrati, dove il telaio accoglie ricevitori satellitari, modulatori DVB-T e (piccoli) finali di potenza. In ogni caso la tecnologia LDMOS a 50 V sembra aver convinto tutti: dal punto di vista dell efficienza ha pochi rivali, e sempre più aziende sottolineano come argomento di vendita il principio del TOC (Total Cost of Ownership) per valutare la migliore scelta fra diversi amplificatori con caratteristiche di targa apparentemente simili. Il TOC non valuta solo il prezzo di acquisto, ma stima il costo totale che l impiego di un apparato comporterà per un certo numero di anni di esercizio, includendo i costi per la manutenzione ordinaria e straordinaria prevista dal costruttore (in base all MTBF) e soprattutto i costi per l energia elettrica necessaria al funzionamento. Passando all altro lato della catena, si vede finalmente una presenza significativa di strumenti di misura in grado di ricevere e demodulare il DVB-T2. Bene, anche perché l offerta attuale spazia su diversi segmenti del mercato. Ho trovato i prodotti di Rohde & Schwarz, che propone un opzione per aggiornare il proprio best seller ETL, di Teamcast, e di Promax. Punto interrogativo invece per Advanced Broadcast Components, al cui stand il logo DVB-T2 era in bella evidenza, ma le specifiche del prodotto (verificate anche sul loro sito web) non confermano questa caratteristica. Sempre parlando di DVB-T2, bello che al padiglione 8 ci fosse anche Syes, l azienda nata dallo spin-off di DMT System, con una demo DVB-T2 dove l intera catena (incluso il modulatore DVB-T2) era di produzione propria, e una nuova gamma di trasmettitori. A loro il nostro affettuoso in bocca al lupo, con l auspicio di saper dimostrare sul campo le proprie qualità. Per i sistemi di head end, spettacolare il nuovo codificatore H264 di ABE, al loro stand c'era una demo che proponeva un filmato full HD a 5Mbit codificato in tempo reale, trasmesso in radiofrequenza e poi ricevuto con un TV LED commerciale. Il risultato era davvero eccellente. Ho chiesto di passare a 8 Mbit, l'occhio allenato individua le differenze, ma proprio dove sa di andarle a cercare, probabilmente il telespettatore medio non si accorgerebbe della differenza fra un immagine a 5 e una a 8 Mbit. E se pensate a cosa si può fare riuscendo a contenere un flusso full HD in 5 Mbit, il DVB-T2 inizia a sembrare molto interessante. Con un multiplexer statistico p o t r e m m o osare di più: multiplando s t a t i s t i c a - mente 8 flussi a 5 Mbit (bitrate nominale), le fluttuazioni di bitrate fra i flussi permettono tipicamente di ottenere un TS a 35 Mbit (capacità tipica per il DVB-T2 in SFN) o anche meno. Otto flussi Full HD in un solo Mux, diventa sempre più interessante. Grande assente al padiglione 8: la radio digitale. Qualcuno si ostinava a parlare di DAB o a esporre apparati che possono a qualche livello gestire flussi o segnali per DAB o T-DMB, ma sembrava che pochi ci credessero davvero. Probabilmente la radio digitale soffre la mancanza di un indirizzo comune e di prospettive chiare: all IBC si trovavano DRM, DAB, T-DMB, DVB- SH, radio ibride (analogiche FM e digitali via web), filing su rete 3G e 4G Ma ogni persona con quante radio dovrà andrà in giro? Padiglione Connected World (9) Un rapido corridoio fiancheggiato da stand di pubblicazioni di settore (tra cui i numerosi stand consecutivi della nostra casa editrice NewBay Media e, ovviamente, quello di Broadcast&Production) e si entra nel Connected World. È il mondo di una comunicazione che sembra non aver ancora trovato una propria identità precisa. Che cosa vuol dire connected world? Ecco, già nella molteplicità di possibili risposte s individuano i sintomi di un settore ancora molto fluido, che per paura di rinunciare a qualcosa non tralascia nessun aspetto. L ambiente è particolarmente buio, gli stand sono tutti molto piccoli e con luci molto forti. Girando per il padiglione sembra che tutti propongano le stesse cose, si fa fatica a percepire le differenze, ognuno ha il suo mattoncino che fa tutto, transcodifica tutto e gestisce anche qualcosa di più, è difficile capire quale prodotto sia meglio di quale altro. Sembrano apparati ancora non consolidati, del resto nemmeno le specifiche lo sono, e per non lasciarsi spiazzare i produttori fanno di tutto senza sposare una cosa in particolare. Forse è un retaggio dell'informatica, cui questo mondo s ispira più di quanto vorrebbe ammettere, il PC fa tutto, è solo questione di mettere il software giusto. Piccola soddisfazione: al corner Samsung si mostrava il primo esperimento effettuato al mondo di diffusione 3D HD su digitale terrestre. Le immagini sono di Torino e il filmato riporta in basso, bel visibile, il logo Rai con la farfalla. Gli espositori italiani, se ce ne sono, sono ben nascosti; fa ecce- 22 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

zione bee.tv, che ha sede sociale a Milano, ma è operativa soprattutto negli Stati Uniti con una proposta che mi ha davvero convinto. Bee.tv ha pensato che, mettendo insieme tutti i set top box di casa, il telespettatore medio ha la potenzialità di scegliere fra una tale quantità di proposte da esserne disorientato. Si accende la TV, si cerca di capire cosa ci venga offerto in quel momento, si scorre un limitato numero di canali e poi sopraggiunge la noia. Si finisce allora per guardare non il contenuto che più di tutti ci sarebbe piaciuto, ma il contenuto meno peggio che abbiamo incontrato navigando fra circa un decimo delle proposte disponibili. È come se la Rinascente non avesse scaffali e vetrine, ma cassettiere, senza alcuna etichetta che indichi il contenuto. Immaginate di entrare per comprare una camicia, e l unico modo per trovarla fosse aprire uno per uno tutti i cassetti che ci sono nei sette piani del magazzino. Io uscirei con la prima cosa con maniche che ho trovato, non importa il colore. Oppure me ne andrei dopo due minuti. Bee.tv propone un sistema chiamato Personal Content Channel, articolato in un set top box, una applicazione per smartphone e un portale web per la fruizione dei contenuti via internet. Tutti questi elementi integrano un motore attivo di classificazione dei contenuti che, in modo automatico, naviga fra tutte le proposte disponibili sulle diverse piattaforme (terrestre, sat, web, ) e individua i contenuti che più rispondono al profilo del cliente che in quel momento li sta utilizzando. Viene quindi proposto sullo schermo un bouquet virtuale personalizzato composto dai soli contenuti che il sistema ha individuato come interessanti, con miniature e descrizioni dettagliate per ogni proposta. E il telespettatore non ha alcuna percezione della tecnologia con cui ciascun contenuto è distribuito. Importante rilevare che il sistema è attivo: non si limita ad analizzare i metadati che l operatore può inserire più o meno correttamente. Bee.tv usa degli algoritmi di calcolo per ricercare fra tutte le sorgenti disponibili per il mezzo di fruizione prescelto i contenuti che per ciascun cliente dovrebbero essere i più appetibili (ad esempio sullo smartphone non cercherà fra le proposte satellitari ma includerà le web tv on demand basate sul filing). Per fare questo il sistema ha bisogno di un po di apprendimento, osservando le nostre scelte per un certo periodo, e a mano a mano che il tempo passa il sistema impara sempre un po di più dei nostri gusti. Quest idea potrebbe disturbare, ma per delegare a qualcuno l acquisto di una dozzina di nostri calzini, dovrà almeno conoscere la tonalità delle cravatte che portiamo. Padiglione 10 Inizia il mondo della bassa frequenza. Sistemi di monitoring e controllo da studio. L'impressione è che i mixer e i sistemi di controllo stiano cercando di restare al passo con le nuove tecnologie, in termini di tipo di uscite, interfacce e formati gestiti, e siano in grado di controllare tutto quello che il mondo della gestione segnali, produzione, e post-produzione possa offrire. Nel campo della produzione sta avendo un discreto successo il sistema di compressione JPEG 2000, per le bassissime latenze che comporta, a prezzo di un impegno di banda molto superiore. È un inversione di tendenza che la dice lunga su come siano evolute le infrastrutture di contribuzione. La disponibilità di connessioni in fibra ottica è concreta ed economicamente sostenibile, per cui utilizzare sistemi di compressione ad altissima efficienza non è più una necessità dettata dai canali di comunicazione, ma una scelta. Il sistema JPEG2000 è intra-frame, cioè non correla fra loro fotogrammi adiacenti, e trova il proprio campo di elezione nelle produzioni di eventi live, dove una bassissima latenza è ritenuta fondamentale. A dire il vero non sarebbe un parametro così irrinunciabile, se solo fossimo sicuri che il nostro vicino di casa (abbonato ad un altro operatore pay) non riesca a vedere il goal prima di noi. A questo punto si innesca la gara non a chi arriva primo, ma a chi non arriva secondo. Con una compressione JPEG2000 un flusso HD 4k ha un bitrate variabile fra 200 e 400 Mbit, e viaggia su reti Gigabit Ethernet. Il motivo di occupare una banda così ampia sta tutto in quel bisogno di non vedere il goal dopo il nostro vicino di casa. In ogni caso l'impressione è di un padiglione un po' vuotino, sia di affluenza che di contenuti e di idee, la sensazione è che manchi qualcosa che graffi veramente. Ma c'è lo stand EBU, il vero gioiello della fiera, la demo sulla produzione e gestione segnali 3D, da sola, valeva il viaggio ad Amsterdam, e ve la racconterò in dettaglio in una prossima uscita di Broadcast & Production. All EBU veniva presentato anche un sistema di radio digitale ibrida, che riceve i contenuti sonori attraverso le consuete strutture di radiodiffusione, e si collega al server dell emittente attraverso reti 3G o comunque di stampo informatico per ottenere informazioni aggiuntive sul programma in onda, la foto del cantante, o altre informazioni per le quali non vi è la necessità di raggiungere l ascoltatore in tempo reale ed in modo continuativo. Al padiglione 10 mi è piaciuta anche la serie asign di Hytech Sys: un mini pannello di controllo, trasportabilissimo, flessibile e completamente configurabile, proposto in varie versioni con tasti 24 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

LCD a messaggio variabile (e anche manopola jog/shuttle) a cui possono essere assegnate varie funzioni semplicemente facendo clic e trascina sulla funzione prescelta. Permette di controllare con la massima semplicità ogni apparato comunque connesso al PC cui il pannello è collegato. Lo trovo molto comodo soprattutto per le produzioni sul campo, o per studi composti da diversi set che condividono diverse apparecchiature, e c è la necessità di controllare agevolmente le funzioni essenziali spostandosi di volta in volta in un set differente. Padiglione 11 Chi, come me, arriva dal padiglione 10 si trova accolto da un onda di luce. Dietro il bagliore, lo stand ARRI, attrezzature da ripresa e camere. Lo stand è pieno di colori sgargianti, il design è piacevolmente stiloso, c o m p l e s s i v a - mente molto attraente, mi è piaciuto. ARRI ha una demo 3D live molto impressive, anche se riprende uno scenario fisso, senza particolari in movimento. Gli occhialini sono polarizzati standard, non quelli attivi, ma il risultato è spettacolare, anche perché gli occhiali sono leggerissimi e la fatica di visione è inesistente. Il costo dei display polarizzati è ancora molto superiore a quello dei display per cui serve lo shutter, ed è difficile dire se calerà in modo significativo: come sempre accade per le apparecchiature consumer, il mercato lo faranno i costruttori, a cui costa molto meno riciclare i display esistenti, inserendo solo il chip per sincronizzare l'immagine con gli occhialini, che produrre display totalmente nuovi. In più con il sistema shutter si verrebbe a creare un bel mercato per i produttori di occhiali attivi, e anche questo per i produttori non è uno stimolo trascurabile. Domanda: quanti occhiali attivi però puoi permetterti di comprare se hai tre figli? Se vengono gli amici? Eccetera. Di fianco ci sono ancora camere 2D, ma qualcuno le compra ancora, verrebbe da chiedere? Ovviamente sì, ma dopo essersi levati gli occhialini di ARRI la domanda esce con una spontaneità istintiva. L aria nel padiglione 10 è rilassata, gli espositori non sembrano annoiati o preoccupati nemmeno se il proprio stand è vuoto, come invece si è visto altrove. Negli stand perimetrali è tutto un fiorire di strani acquari, dove viene fatta gocciolare acqua su ogni tipo di apparati per dimostrarne l impermeabilità, ma questo tipo di demo va ancora di moda? Dove non c è acqua, ci sono supporti vari per ripresa e cinesi che vendono batterie. Meglio tornare al centro. Girando per il padiglione, ogni tanto l'occhio che si guarda di qua e di là incrocia un piccolo faretto ad elevatissima efficienza, che cerca orgogliosamente di dimostrare le propria potenzialità e quanto illumina concentrato, e per un po' non si vede più nulla. È pieno di queste diavolerie. Ma non solo. Allo stand IDX mi ha colpito il sistema di Dejero LIVE per inviare in tempo reale allo studio le riprese HD senza disporre di satelliti o ponti radio. È composto da una valigetta 24 ore che incorpora diversi modem 3g/WiFi/Wimax con la relativa interfaccia radio. Il sistema stabilisce contemporaneamente una connessione dati con tutti gli operatori di cui rileva la copertura, fino a raggiungere l ampiezza di banda sufficiente a veicolare in tempo reale le riprese effettuate, e suddivide in modo attivo il flusso dati fra le diverse connessioni che è riuscito a creare, adattando dinamicamente l equilibrio in base alle effettive prestazioni di ciascuna connessione. Dall altra parte, un apposito server raccoglie i dati inviati e rigenera il flusso della ripresa originale. Il canale è bidirezionale, ed ha una latenza dichiarata di 1 secondo. Un uomo solo può fare tutto, con un tempo di set-up inimmaginabile per un collegamento satellitare, e con costi completamente diversi. Ho una voglia matta di provarlo sul campo, in Italia. Non era l unico sistema di questo tipo della fiera, ai padiglioni 2 e 3 vedremo altro di questo genere. Il padiglione 10 era anche il padiglione del Super Slow Motion, affascinante come sempre. IDT presentava la più piccola telecamera al mondo per elevate cadenze di ripresa ed alta risoluzione (1150 fps a 2k), sta in una mano. Ma la scelta di un dispositivo di ripresa di questo tipo richiede un accurata analisi del sistema di archiviazione. A 1000 fps una ripresa di 4 secondi con risoluzione Full HD genera un file da 15GB, e con una LAN standard, considerando anche le velocità di acquisizione dei sistemi di storage, ci può volere un quarto d'ora per scaricare quattro secondi di ripresa. Attenzione quindi a valutare l intera sistemistica di ripresa per non trovarsi a fronteggiare extracosti significativi dovuti ai tempi morti. Mi è piaciuta anche l interfaccia SWIT per visualizzare fino a quattro segnali SDI su un generico monitor con ingresso HDMI, in modalità quad-split: i mezzi di ripresa, ma anche le nostre scrivanie, sono ben forniti di questo tipo di monitor, e può essere comodo disporre di un punto di visualizzazione in più senza occupare spazio aggiuntivo. Da BOXX invece un sistema WiFi per radiocamere che sfrutta la banda libera a 5 GHz, e garantisce un trasferimento in tempo reale per immagini sincrone con le camere cablate. Viene proposto per riprese in studio, giustamente, perché mi domando cosa succederebbe ad un sistema a banda distribuita come il WiFi in presenza di diverse troupes (pensate agli eventi sportivi) che operano in contemporanea utilizzando sistemi simili. Pausa spiaggia L ora di pranzo è arrivata da un po, avrei voglia di uscire a prendere un po d aria, due passi e uno spuntino ai baretti dell area esterna, dove è allestito persino un vero campo da beach volley, occupato da atletiche ragazzone olandesi. L IBC ha questi spazi deliziosi, piccole spiagge con candele accese in riva a canali e laghetti verosimili, che sono in grado di farti dimenticare in un attimo che da una mattina intera ti trovi all interno di una fiera dove le uniche luci sono artificiali. Già, l IBC è una fiera senza finestre. Le uniche sono quelle dei lunghi corridoi pensatoio che collegano i padiglioni più distanti fra loro. È proprio passando in uno di questi corridoi che mi rendo conto che fuori sta diluviando. Addio papere, non ho voglia di lasciare una fiera al chiuso per rifugiarmi in un chiosco buio, pranzo rinviato a stasera. Quindi arrivo in fondo al corridoio ed entro nel padiglione 2 26 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

Padiglione 2 Il primo colpo d occhio non è male, l atmosfera è vivace, le luci ed i colori ti avvolgono. Lo stand FOR.A rappresenta bene questo padiglione, d effetto ma molto concreto. Ancora più forte l impatto dello stand Dolby. È chiuso, si entra solo da punti specifici, e questo a me in genere piace poco, ma qui s intuisce che dentro c è un cinema, nel senso letterale del termine, e quindi lo stand chiuso serve a creare l atmosfera. Un marchio come Dolby ha inventato (fra le altre cose) la sonorizzazione dei grandi ambienti, la loro presenza qui vale più per le sensazioni che suscita nei visitatori che per le specifiche tecniche dei prodotti esposti. L esterno dello stand è accuratamente studiato per richiamare l attenzione e per accendere aspettative su quello che si potrà vedere all interno. Geniale la silohuette della moto del film Tron, tanto semplice nella realizzazione quanto fenomenale nell impatto scenico. Due prodotti mi hanno colpito allo stand Vizrt. Il Viz Mobile Reporter è un software che si installa sui telefonini di ultima generazione (non solo quelli con la mela), e permette di effettuare riprese video utilizzando la microcamera del telefono stesso, dopo aver selezionato automaticamente tutte le impostazioni del telefono per ottenere la migliore qualità possibile e aggiungendo i metadati che il telefonino stesso può fornire (georeferenziazione GPS, date e ora, ). Le immagini riprese sono poi inviate senza alcuna compressione, adattando la trasmissione alla banda dati a disposizione. Dall altro lato, un apposito server si occupa di gestire l acquisizione e, se necessario, la transcodifica fra formati, per poi inviare il materiale ricevuto al sistema di archiviazione centrale. Il server può gestire migliaia di telefonini, così il numero dei possibili contributori diventa un opportunità e non un limite. Ancora da Vizrt ho visto un applicazione per ipad che permette di controllare in tempo reale un certo numero di flussi video, ad esempio i diversi canali di un emittente. L applicazione Viz Anchor visualizza una miniatura di ciascun flusso affiancata dai metadati significativi. Non appena il flusso subisce una variazione (ad esempio viene cambiata una grafica, ma la soglia di intervento è impostabile) l ipad segnala il cambiamento di quello specifico flusso. Facendo doppio-pad sulla miniatura corrispondente viene avviata la riproduzione video di quello specifico contenuto su un apposito server che lo visualizza su di uno schermo. Se pensate che l ipad è connesso via WiFi, capite la potenzialità per un responsabile di emissione di girare fra i diversi studi o uffici con la sua tavoletta tecnologica, e questa gli segnala automaticamente ogni cosa che viene cambiata. Massimo controllo in mobilità. O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N 27

Continuo a passeggiare, c è un contrasto molto forte fra gli stand perimetrali, sono bui e tristi, senza luci nè colori, e gli stand al centro del padiglione, che sono l esatto opposto. Un piccolo contrasto mi viene in mente anche allo stand Teamcast (si, il loro stand è al padiglione 2). Propongono in bella evidenza il proprio modulatore DVB-T2, che è in grado di gestire PLP multipli (l equivalente del multistream nel sistema DVB- S2). Peccato che, ad oggi, nessun set top box sia in grado di decodificare i PLP dal secondo in poi, per un limite di quello che sembra essere l unico chip di demodulazione tuttora in commercio (prodotto da Sony, un nome relativamente insolito fra i produttori di demodulatori OFDM). Ulteriori sviluppi sono attesi, speriamo a breve. A proposito di Sony. Erano al padiglione 12, nel senso che lo occupavano praticamente per intero. Altro stand chiuso, ma dall apertura principale si intravedeva chiaramente un mondo di luci e forme spaziali che era un richiamo irresistibile ad entrare. Dentro, il mondo Sony, tutto intero, ed era un vero spettacolo. Non c erano particolari novità di prodotto, a parte un prototipo di camcorder 3D, ma perdersi ad osservare nei minimi dettagli i vari prodotti della Casa giapponese è stato anche quest anno un piacere. mondo nuovo che si apre. A differenza del sistema di Dejero, il sistema LiveU ha il trasmettitore alloggiato in uno zainetto che l operatore può portare in spalla, conservando un bilanciamento ottimale e soprattutto entrambe le mani libere per usare al meglio la camera. E può anche muoversi, o camminare, per seguire l azione, perfetto per riprese live anche in interni o in luoghi impervi, dove un veicolo non arriverebbe. Certo, se lo tieni in spalla non è il massimo dal punto di vista delle emissioni radioelettriche: quattro modem 3G (ma potrebbero essere dodici) che trasmettono in contemporanea a piena banda a 20 centimetri dal cuore di un essere umano non sono il massimo Mi piacerebbe vederlo in azione per capire meglio cosa hanno pensato per risolvere questi aspetti. Basterebbe lasciare lo zaino a terra e il problema è risolto, ma allora il vantaggio è andato. Al padiglione 3 ci sono anche i due stand più belli di tutta la fiera. Ma di questi ne parliamo, sul finale, nello spazio che abbiamo deciso di dedicare alle classifiche. Padiglione 1 Il padiglione più grande di tutti è il padiglione dei grandi nomi dell industria e dei servizi. Provider satellitari, fornitori di conditional access, sistemi di storage, apparati di banda base e set top box. I grandi attori sono praticamente tutti qua. La presenza di nomi come Ericsson e Motorola suona insolita, ancor più per quelli che hanno le proprie radici nel mondo della telefonia, ma testimonia molto bene il fascino ed il potere di richiamo che il Padiglione 3 Il secondo giorno eccomi iniziare la visita dal padiglione 3, dove diventano colorati anche gli stand laterali. È il padiglione della convergenza fra il mondo IT e quello broadcasting, convergenza che appare sempre più evidente. Il broadcasting, che fino a poco fa si pregiava della propria diversità, e snobbava tutto il resto, ora fa la corte alle tecnologie, anche quelle IT, che hanno reso possibile abbassare di molto la soglia di ingresso per la fruizione delle novità e l acquisto di sistemi che consentono di produrre risultati seri, appaganti e di qualità professionale. Il padiglione è dedicato alla gestione archivi e contenuti, ai sistemi di acquisizione, iniezione, ingest, storage, e gestione dei contenuti. Ma c è anche un altro sistema (oltre al Dejero visto al Pad. 11) che permette di inviare riprese video Full HD in tempo reale via rete cellulare, suddividendo la banda necessaria fra più connessioni 3G o 4G (ma anche wifi, ethernet, satellite, ) stabilite in contemporanea. È di LiveU, e dichiara di essere in grado di consentire la trasmissione anche in posti impensabili utilizzando una tecnologia radio proprietaria. Da provare subito anche questo, non riesco a rendermi conto se con le reti 3G attuali potrebbe funzionare in Italia. Perché se funziona davvero, è un mondo del broadcast, da tutti definito un mercato di nicchia, è capace di esercitare sui grandi capitali. Ericsson si è comprata Tandberg Television, e come da tradizione svedese il brand acquisito viene rapidamente dissolto. Sono già passati tre anni, però non trovare lo stand viola fa ancora un certo effetto. Adesso c è Ericsson, anche se tutto sommato l impostazione e la geometria dello stand sono quelle dei migliori Tandberg. Ericsson propone uno dei motivi conduttori di questa edizione dell IBC: garantire la fruizione degli stessi contenuti su tre diverse piattaforme hardware, telefonino, pc e la cosiddetta sofa tv, la TV del salotto. L obiettivo è consentire ad ogni cliente di ritrovare sul dispositivo che sta utilizzando in quel momento, e senza alcuno sforzo, il genere di contenuti che più lo appassiona, passando liberamente da un dispositivo all altro a seconda delle proprie necessità. La fruizione diventa idealmente una dimensione continua, che non si interrompe quando lo spettatore deve spostarsi o cambiare l attività di sfondo, ma anzi lo accompagna nei diversi momenti della giornata, adattandosi continuamente al mezzo più adatto al contesto in cui ci troviamo. Sarà possibile 28 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

uscire di casa, salire sull autobus e riprendere la visione sul telefonino di quanto stavamo seguendo in casa prima di uscire, e riprenderla dall esatto punto in cui avevamo spento il televisore. Arrivati alla stazione, potremo prendere posto su un treno, e proseguire la visione sullo schermo del PC portatile. Non è più lo spettatore che deve organizzare le proprie attività per essere presente, è lo spettacolo che ci accompagna, se lo desideriamo. Sul telefonino i contenuti verranno scaricati nei tempi morti (filing) in modo da essere pronti all uso non appena il cliente accende il dispositivo, e sul computer verrà in aggiunta predisposta una rete di connessioni per osservarli in streaming. La fruizione dei medesimi contenuti su tre strumenti (telefonino, PC e televisore) così diversi fra loro è oggi un gran problema di risoluzioni e formati di compressione: sono tre mondi che hanno viaggiato in parallelo fino a poco fa, senza nemmeno sfiorarsi, per cui ognuno ha sviluppato le proprie strategie e le proprie specifiche assicurandosi che vestissero al meglio il proprio ambito, ma senza minimamente curarsi del resto. È un eccellente punto di partenza per le aziende che propongono sistemi per rendere disponibile lo stesso contenuto sui tre formati differenti, per loro in futuro il lavoro e le vendite non mancheranno. Ericsson aveva esposta anche una demo per il multiplexing statistico di segnali full HD codificati H264. Osservando il comportamento del sistema, si notava che con la multiplazione statistica in alcuni momenti un flusso scendeva fino a 2 Mbit/s. Evidentemente per far posto a contenuti più dinamici su altri programmi, ma anche a 2 Mbit l'immagine è fluida, forse perde appena in nitidezza, ma se ne accorge solo l osservatore allenato, dal punto di vista dell'utente comune sarà ben difficile rendersene conto. Passando al mondo dei servizi satellitari, in un area dominata dagli stand di Eutelsat e Astra (contrapposti in fiera e sul mercato) chi ha necessità di collegamenti bidirezionali potrebbe trovare interessante il sistema proposto da Paradise Datacom, basato su un brevetto ViaSat. Normalmente le comunicazioni bidirezionali via satellite sono effettuate utilizzando due bande di frequenza separate per trasmissione e ricezione. Il sistema ViaSat permette invece di trasmettere e ricevere sulla medesima banda di frequenza, attraverso l impiego di algoritmi in grado di cancellare dal segnale ricevuto la quota auto-interferente dovuta al segnale trasmesso sulla medesima frequenza. È impie- gabile con tutte le modulazioni e le diverse tecniche di correzione dati. Il risparmio di banda può arrivare anche al 100%, nel caso in cui l ampiezza della banda destinata alla trasmissione e alla ricezione sia la medesima. Grandi nomi in questo padiglione, grandi spazi, e presumibilmente tanti soldi. Ma, se non siete clienti ben conosciuti, gadget zero. Oculatezza? Scrupolosa attenzione al ritorno dell'investimento fieristico? O qualcos altro? Padiglione 5 Finalmente qualcosa, anche se poco, che parla di radio. Era ora. Se si arriva al padiglione 5 arrivando dall 1, sembra che tutto sia in scala, le luci, i colori: non sono più piccoli, sono meno : meno vivi, meno sgargianti, meno attraenti. È come se ogni cosa si fosse ristretta, ma nella propria unità di misura caratteristica, in effetti anche il padiglione è ben più piccolo rispetto al gigantesco 1. Non deve essere solo una impressione: al padiglione 5 troviamo gli stand delle aziende minori che operano negli stessi ambiti visti al padiglione 1: provider satellitari, fornitori di conditional access, strumenti di misura, ci sono anche produttori coreani. È una specie di piccolo 1, in tutto. In ogni caso qui è difficile trovare qualcosa che non si sia già visto da altre parti Padiglione 4 Si passa dal padiglione 5 al 4 semplicemente oltrepassando un corridoio (con tappeto d ordinanza) che divide due blocchi di stand, non ci sono limiti fisici evidenti o portoni o altro. E al padiglione 4 appare il primo ipad della fiera utilizzato a scopi dimostrativi: meno male, arrivando qui temevo di essere invaso da questi apparecchi, temevo che tutti gli espositori avrebbero fatto a gara a chi ne avesse di più, o più in evidenza o per fare più cose. Invece no, qui c'è il primo utilizzato come display da stand, le persone del mondo broadcast sono rimaste persone serie (o seriose), o comunque hanno conservato il proprio contegno. Di ipad sicuramente ce n erano tanti alla fiera, ma sono rimasti ben custoditi nelle salette discrete, quelle destinate agli incontri di rilievo. Il padiglione 4 è una via di mezzo fra l'1 e il 5, la sensazione non è così di si è ristretto tutto in scala, rispetto al 5 c'è più luce, più appeal, più fantasia nella realizzazione degli stand. Al padiglione 4 aveva il proprio stand Pirelli Broadband Solutions, che proponeva set top box ibridi. Pensando al Cubovision di Telecom Italia ho subito cercato il prodotto IPTV / terrestre. Ebbene, non c era. All IBC Pirelli proponeva modelli ibridi SAT/Terrestre, anche DVB/S2, e sistemi per connettività domestica. Sono andato a vedere sul loro sito web, il modello ibrido IPTV/DVB c è, ma alla fiera non si sarebbe detto. Ma se è per questo, all IBC sembrava che nemmeno Google TV esistesse. Padiglione 6 Il padiglione 6 è in realtà un raccordo a due corsie, corto, a fondo nero e dai colori vivi e luminosi. Da sempre accoglie una miscellanea di generi di espositori, tale che ogni classificazione è impossibile o comunque riduttiva. Mi piace considerarlo l anticamera del padiglione 7, un altro dei pezzi forti della fiera. 30 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

Padiglione 7 Si entra nel rarefatto mondo della post-produzione, un luogo dove la materia ripresa su di un supporto si trasforma, e può diventare qualunque cosa. L oggettivo diventa soggettivo e si trasforma nel mezzo per ottenere uno scopo, per suscitare una sensazione, per raccontare un idea e il modo di averla vissuta. Qui ci sono i grandi sistemi, quei nomi che non indicano più solo una azienda, ma hanno finito per contraddistinguere un prodotto o creare uno standard di fatto, vedi Avid o Adobe. Al padiglione 7 gli stand sono molto spesso completamente neri e l'arredo è costituito da pannelli LCD, alcuni davvero enormi, che diffondono luci e colori e visualizzano scenari sempre cangianti, il colpo d occhio è diverso in ogni momento. Gli stand dei grandi nomi sono davvero enormi, Harris ha il più grande di tutti, è uno stand dai sette veli, enorme e anche elegante. Difficile ormai trovare qualcosa che non facciano, è forse l'unico fornitore globale del panorama complessivo. Allo stand Digital Rapids mi ha colpito il loro TouchStream. È un sistema per effettuare streaming di segnali su reti IP, poco più grande di una scatola di scarpe, ma completo di tutto quello che potrebbe servire per inviare su rete IP anche i segnali di grandi eventi live, dove lo spazio a disposizione è minimo e il rumore impedisce un controllo diretto dell audio. Il TouchStream può avere ingressi video analogici, SDI e HD-SDI, fino a quattro ingressi audio, e permette di effettuare in tempo reale le codifiche nei vari standard per i flussi IP. In più, e anche qui sta la differenza, ha un preprocessore audio-video che permette di effettuare tutti i controlli e le correzioni fondamentali sul segnale, con anche un riduttore di rumore per compensare eventuali disturbi video dovuti alla scarsa illuminazione della scena, oltre che di ottimizzare il segnale per lo streaming IP. Il monitor è touchscreen, per cui non servono né tastiere né mouse. Ma a parole è impossibile darvi un idea di quello che può fare, provate a visitare il loro sito e troverete una demo interattiva dove potrete compensare la luminosità, il croma, e tutto il resto. È una demo veramente ben fatta, e vi permette di comprendere fino in fondo questo piccolo apparato. Il vero peccato è che sia pensato solo per streaming IP. Mi piacerebbe vederlo completo di un sistema per inviare i contributi in tempo reale su reti 3G o similari, diventerebbe un must per ogni produzione live. Vidigo si presenta con uno slogan impegnativo: The dutch army knife for broadcast professionals. Sono prodotti che si propongono di mettere in grado di effettuare produzioni in studio o live di qualità professionale anche il personale senza particolare esperienza. L attenzione è focalizzata sulla massima semplicità d uso e sull immediatezza dei risultati. Vidigo si rivolge a chi vorrebbe ottenere produzioni di ottimo livello ma ne teme i costi e la complessità tecnica, proponendosi di rendere più accessibile l ingresso nel mondo delle produzioni di qualità professionale. I tipici clienti potrebbero essere anche le web tv, i piccoli studi che vogliono fare il salto di qualità, e le produzioni istituzionali. PixelPower propone sistemi per la gestione di grafiche, animazioni e branding in 3D. Sembrerebbe banale, ci sono le grafiche per il 2D, qualcuno le farà per il 3D. Non è così facile. Nelle grafiche la terza dimensione va gestita in stretta correlazione con la distribuzione delle immagini visualizzate in quel momento nella terza dimensione. La stessa grafica dovrà essere posizionata molto diversamente in una inquadratura con il primo piano di un giocatore e in una con la panoramica dell intero campo da gioco. E anche se la camera rimane la stessa, al variare del livello di zoom o dell angolo fra l asse della camera e il fondale della scena, la grafica dovrà essere adattata e riposizionata, e in tempo reale. Si apre un mondo completamente nuovo, tutto da imparare. Sempre a proposito di 3D, Quantel presentava il proprio sistema integrato che permette di gestire tutti gli aspetti della produzione stereoscopica, dalla registrazione al rilascio del prodotto finito, passando per tutte le fasi di codifica, editing e gestione effetti stereoscopici che compongono il processo. Un buon sistema integrato per la gestione del workflow è da sempre un alleato prezioso. Per le produzioni 3D diventa un elemento critico, in quanto è necessario un livello di precisione mai visto per una corretta gestione di contenuti che devono essere perfettamente allineati e sincroni fra segnale destro e sinistro, e devono poterlo rimanere anche a distanza di anni, permettendo di re-editare contenuti preziosi per tutte le necessità che si dovessero presentare. In mezzo a questi temi assolutamente nuovi e attuali, mi ha fatto un gran piacere trovare un richiamo al passato: nel proprio stand MWA propone apparati per la scansione di pellicole cinematografiche, allo scopo di trasferirle su supporti di altra natura. In particolare, gli apparati di MWA impiegano un sistema di avanzamento della pellicola a capstan, con sincronismo laser, per minimizzare il jitter e assicurare un trascinamento molto più delicato del canonico sistema a rocchetto e croce di Malta (o motore a passo): il sistema è quindi particolarmente indicato per la scansione di pellicole anziane, sfruttate, o in cattivo stato di conservazione. Ci sono anche altri espositori che fanno restauro film e acquisizione di pellicole cinematografiche. In un mondo dove 32 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0

ormai tutto nasce digitale, è bello vedere che c è ancora chi produce queste macchine grandi e complicate, in cui la meccanica ha ancora un ruolo di primo piano. Ormai ho girato in lungo e in largo il padiglione 7. Ci sono anche stand di aziende piccole, ma qui i piccoli sembrano meno piccoli che negli altri padiglioni della fiera. Si vede lo sforzo per fare bella figura, per non sembrare in ombra accanto ai grandissimi, le aziende meno grandi sanno che si troveranno accanto a delle portaerei. E allora anche il piccolo peschereccio si mette a lucido, con il giusto orgoglio di chi i galloni se li è conquistati sul campo. Vorremmo vederlo sempre quest atteggiamento, non è solo una questione di soldi da spendere per fare lo stand, si apprezza lo sforzo creativo, le idee, la voglia di presentarsi bene, di essere attraenti in un settore che, per fare un paragone, se i trasmettitori sono la parte maschile, questa è sicuramente la parte femminile. Di là ci sono ingegneri, qui prima di tutto devono essere artisti. Forse la differenza è tutta qui. Faccio un esperimento. Ritorno qui l ultimo giorno della fiera, mezz ora prima che chiuda i battenti, voglio vedere cosa succede. Alla stessa ora nei padiglioni maschili sono pronti a smontare tutto. Qui alle tre e mezza sono rimasti pochi appassionati, in alcuni stand si alza il volume, si è tutti più tolleranti, l atmosfera è di festa. Da Avid alle tre e mezza (la fiera chiude sempre fra mezz'ora) stanno conducendo una dimostrazione, e c è il pienone, due trainer affiatati calamitano l'attenzione dei partecipanti, scherzano, ci prendono gusto, si vede che sono i primi a divertirsi. La gente partecipa, dovrebbero essere tutti stanchi e provati, dovrebbero non vedere l'ora di tornare a casa, invece no, sono tutti lì attenti e pronti a reagire ad ogni battuta. Oltre ad essere interessati a quello che dicono i trainer, ovviamente, una demo sui sistemi di editing di Avid non è esattamente un argomento che si propone ad un novizio o a uno che passa di lì per caso. Alla stessa ora c'è una sessione demo anche da Adobe, lo stand accanto, solo che da Adobe è vuoto, ci sono tre persone e un giapponese che fa fotografie. Vorrà dire qualcosa? Puntuale alle 16 risuona il messaggio che avverte che la fiera è finita, ringrazia tutti e da appuntamento al prossimo anno. Io mi confondo tra gli espositori, e assisto allo spettacolo di una fiera che si smonta da sola. Un fervore di persone anima improvvisamente tutti gli stand, e in un attimo è tutto pronto per le casse dello spedizioniere. Prima di uscire dal padiglione, nell angolo in fondo a sinistra, una ressa attira l attenzione: è il successo tangibile di NewTek, che dimostra le sue apprezzate novità (la più recente versione di Lightwave 3D, tanto per citarne una) accanto a cavalli di battaglia, quali il sistema di produzione live portatile Tricaster. portfolio Una rassegna fotografica di aziende veterane o esordienti, incontrate allo show. La Moro parade Alle cinque esco, e vado alla stazione della metropolitana. Devo tornare ad Eindhoven per prendere l aereo, e mi aspetta ancora un po di treno. Salgo sull Intercity e lungo il viaggio faccio la mia personalissima classifica di quello che ho visto. O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N 33

Lo stand più interessante: EBU (Pad. 10). Una demo sulla produzione 3D semplicemente splendida, i temi della radio digitale e della semplicità di accesso ai contenuti trattati da grandi professionisti per conto di un ente che non fa di questi argomenti scopo di lucro. Il più luminoso: ARRI (Pad. 11) Dalla foto forse è difficile capirlo, ma guardate le ombre dei depliant sull espositore! Il più coerente: Qvest Media (Pad. 3). Ho sempre pensato che lo stand di una fiera non deve far vedere quello che il prodotto è, ma quello che il prodotto fa. Cioè non chiudo in vetrina un microfono per rumori ambientali, ma faccio ascoltare a tutti come suona un goal in zona Cesarini con e senza il mio microfono. Qui c è un altro bel passo avanti: lo stand idealmente fa vedere l atmosfera che l uso del prodotto può creare. Complimenti. Il più strano: Boost Communications (Pad. 9). Uno stand praticamente sempre vuoto sarà il miglior modo per spingere la comunicazione? Il più goloso: quello della triade italiana M-Three Satcom, Telsat ed Elber. Tanta tecnologia, accompagnata da mille golosità italiane doc da mangiare e bere. Praticamente un punto d incontro fisso per tutti gli italiani della fiera! Il più brutto: quelli chiusi. Completamente chiusi dai quattro lati con pannelli o teli che non facevano trasparire nulla di quanto accadesse all interno. Unica apertura: tipicamente un piccolo varco che reca al cospetto di algide signorine, che decidono se si è meritevoli di entrare. Se ne vedono ancora di questi stand, purtroppo. Il più elegante: Blackmagic Design (Pad. 7) Grande equilibrio di grafiche, luci e colori, elegante e raffinato. E soprattutto sempre sovraffollato, sulla spinta delle moltissime soluzioni offerte a prezzi veramente strabilianti (un esempio tra tutti: sistema di color correction sui 2.500 euro, con prestazioni analoghe ad altri sistemi da quasi 25mila euro!). 34 B R O A D C A S T & P R O D U C T I O N O T T O B R E / N O V E M B R E 2 0 1 0