RASSEGNA STAMPA SINDACALE Sabato 9 novembre 2013
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Pagina: 17 La crisi colpisce la Sanagens senza stipendio da 4 mesi I 51 lavoratori dell azienda non ricevono la busta paga dallo scorso luglio «Le nostre famiglie sono in difficoltà, ora abbiamo bisogno di risposte» TREVISO Non ricevono lo stipendio da luglio. Mancano all appello, ad oggi, quattro buste paga. Sono i 51 lavoratori della Sanagens Srl di via Sant Antonino, azienda riconosciuta tra i leader europei nella produzione di calzature fisiologiche e delle calze a compressione graduata. Il crollo verticale del fatturato, l attivazione della cassa in deroga lo scorso settembre, l ennesimo mese senza stipendio, i dipendenti hanno ottenuto di dividersi almeno gli incassi cash dello spaccio di via Sant Antonino. Troppo poco ribadiscono, ma continuano a non arrivare risposte. «Questi soldi non bastano», ribadiscono alcuni lavoratori, «questa crisi è passata sotto silenzio, con un comportamento ambiguo da parte della proprietà e del sindacato. Non percepiamo lo stipendio da troppi mesi, le nostre famiglie sono in estrema difficoltà». Sanagens, un gioiellino nostrano del comparto sanitario, fino a tre anni fa fatturava più di 40 milioni l anno. Nata a Treviso nel 1950 come distributore farmaceutico, grazie alla ricerca svolta nel proprio centro studi da medici specialisti, tecnici ortopedici e podologi, si occupa dal 1978 della salute del piede. Sotto l impero Valleverde (sciolto per diventare Spes spa in liquidazione), per il quale la Procura ha chiesto il fallimento lo scorso maggio, attraverso un contratto di trasferimento d azienda Sanagens due anni fa è passata in mano ad una holding di imprenditori bresciani, la cui regia sarebbe in mano a ChGroupReti Srl, società di consulenza nel mondo delle pmi e di investimenti partecipativi. Da lì non un lento declino, ma un crollo verticale: fatturato dimezzato in due anni (il 2012 si è chiuso a poco più di 20 milioni di euro) problemi di uscita puntuale delle collezioni nei negozi (che lamentano significativi ritardi), crollo degli ordini, dimezzamento degli agenti. Il tutto fino alla richiesta, a settembre, di attivazione di cassa integrazione in deroga. I lavoratori sono stati invitati a esaurire le ferie arretrate, senza la certezza di ricevere alcun compenso. Quelli rimasti in azienda, la maggior parte, gestiscono la mole di lavoro attraverso turni. Ma da luglio compreso non ricevono più alcuno stipendio. «In questo modo stanno mettendo numerose famiglie in grossa difficoltà e con una previsione futura che renderà ancora più incerto la capacità di solvenza dell azienda verso i propri dipendenti». Da settembre per tamponare la situazione è stato raggiunto l accordo di spartire tra i dipendenti almeno gli incassi cash dello spaccio di via Sant Antonino. Somme che si aggirano sui 150, massimo 200 euro a settimana per ciascun dipendente, ma che non ricomprendono il versamento di alcun contributo. L azienda si è sindacalizzata poco più di un anno fa e oggi è seguita dalla Filcams Cgil ( che segue più di una trentina di lavoratori). Una situazione complessa che vede a rischio una delle realtà produttive più interessanti della Marca, legata ad un comparto che non risente di particolare crisi. Alcuni dipendenti paiono determinati a presentare istanza di fallimento se la situazione non si dovesse sbloccare in qualche modo. Per il prossimo 18 novembre è fissata un assemblea tra sindacato e lavoratori. Serena Gasparoni
Pagina: 19 Nes, Casonato convoca i sindacati Incontro urgente fissato dal commissario lunedì. Il sindacato: siamo fiduciosi Il commissario governativo appena nominato per dirigere l amministrazione straordinaria della Nes ha convocato con urgenza ieri in tarda serata un incontro per lunedì alle 17 nella sede di Unindustria, con i rappresentanti sindacali che si stanno occupando dei lavoratori della North East Services. «Ci auguriamo per comunicarci risvolti positivi», ha dichiarato Danilo Maggiore, funzionario Filcams Cgil, «siamo fiduciosi». Il primo incontro tra Casonato e i lavoratori si è tenuto la settimana scorsa. Il commercialista aveva spiegato quali sarebbero state le prossime mosse : in primis l individuazione di un prestito ponte, per il quale ci sarebbero già in piedi alcune trattative con un istituto di creduto. Denaro liquido necessario per fare fronte alle spese ordinarie e rendere l attività sufficientemente appetibile per un eventuale acquirente. «Ci auguriamo che le novità riguardino proprio la concessione di questo finanziamento», continua Maggiore, «sul tavolo ora ci sono tante questioni: attendiamo ancora, nonostante le sollecitazioni, la convocazione del tavolo da parte di Prefettura e Questura». (s.g.)
Pagina: 22 Il vescovo: via i manager affossa-aziende Gardin contro «gestioni folli e delocalizzazione» che distruggono le famiglie trevigiane. E ai politici: fate la vostra parte martedì il summit Michielan: Parco Sile, il Comune è corretto Martedì il presidente del consiglio comunale Franco Rosi incontrerà i consiglieri del Parco del Sile nominati dal Comune, per avere un quadro più preciso su ciò che sta accadendo nell ente, appena commissariato. Intanto l assessore ai Lavori pubblici Ofelio Michielan (in foto) difende l operato di Ca Sugana dagli attacchi del presidente del parco Nicola Torresan: «Non c è stato alcun ritardo nella firma dei documenti. Abbiamo sottoscritto nei tempi dovuti tutti gli atti per la Greenway. Nemmeno siamo mai mancati a un incontro per fare il punto». (f.c.)di Valentina Calzavara Il vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin tuona contro le aziende trevigiane puntando il dito contro quei manager che con le loro «gestioni folli» e la scelta di delocalizzare stanno mettendo in ginocchio tante famiglie trevigiane, il tutto senza che la politica affronti con responsabilità e concretezza i problemi. Un pensiero, il suo, che si unisce alle parole pronunciate solo qualche giorno fa dal vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, che ha espresso vicinanza ai lavoratori di Electrolux appoggiando la loro scelta di manifestare e di mobilitarsi per esprimere i propri timori. Ieri, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria al vescovo di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi, l alto prelato trevigiano è tornato a ricordare la grave crisi occupazionale e imprenditoriale che sta mordendo la Marca, esprimendo tutta la sua preoccupazione al riguardo: «Sono situazioni davvero drammatiche. Ormai alla mattina quando apro il giornale ho paura per quello che vi potrei trovare scritto, per le realtà che falliscono, che sono in crisi o che scelgono di trasferire tutto all'estero». Dal caso Compiano al gruppo Doimo, dall Europeo a Panto passando per Stefanel, Benetton e Geox, sono ormai migliaia le famiglie trevigiane che convivono con le difficoltà economiche, facendo i conti con la disoccupazione o con la paura di perdere il proprio posto di lavoro, continua Gardin: «Ci sono situazioni sempre nuove e di grave disagio per tanti lavoratori. Ebbene, il mio principale pensiero va proprio a loro. Ci sono pesi che ricadono su tante famiglie che sono il frutto di gestioni folli da parte di certe nostre imprese che hanno creato delle grosse difficoltà. Ora non so come se ne esca ma tutto questo mi lascia basito, senza parole e con il pensiero che corre verso le tante famiglie del nostro territorio che stanno profondamente soffrendo in questo periodo». Guarda alla sua comunità Gardin, e oltre ai timori per il futuro dei più giovani e di tanti padri e madri trevigiani, auspica che la classe imprenditoriale abbia a cuore i propri dipendenti e non solo la convenienza di portare le produzioni altrove, oltre i confini nazionali. Una situazione di cui anche la politica deve farsi carico, lavorando ai vari livelli in modo rapido e compatto, per formulare provvedimenti che aiutino il nostro paese a risollevarsi dall empasse. Ancora Gardin: «Spero che si possa uscire al più presto da questa crisi. E mi sento di chiedere a quelli che possono fare qualcosa di prendersi a cuore quanto sta attraversando la nostra comunità. Ognuno deve fare la propria parte, al più presto. I politici siano corresponsabili, vale a dire capaci di cercare il bene e di perseguirlo nel nome del Paese». Il vescovo conclude: «Alcune volte mettendomi davanti a Dio mi sento quasi in colpa perché, se mi metto nei panni di chi improvvisamente si trova senza lavoro, con una famiglia a carico, mi chiedo che cosa farei. È vero, c è la solidarietà, ma questa arriva fin dove può: occorre che chi ha in mano le leve del potere si metta davvero d impegno affinché le cose cambino». Un pensiero ripreso anche da monsignor Luigi Bettazzi, fresco di cittadinanza onoraria da parte del Comune di Treviso. Lui, da sempre vicino agli ultimi e a coloro che soffrono, invita tutti i fedeli a trovare risposte e conforto nella preghiera e nel senso di comunità: «Gli ultimi oggi sono i giovani senza un lavoro e le tante famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. La speranza è che la fede riesca a dare alla nostra società un nuovo volto, più degno, migliore e più carico di valori e speranza».
Pagina: 51 Lavoratori dell Europeo a caccia di acquirenti Cessalto. Sesta settimana di picchetto davanti al mobilificio per i dipendenti Si cercano imprenditori interessati ad acquisire l azienda e salvare i posti di Claudia Stefani wcessalto I lavoratori dell Europeo concludono oggi la sesta settimana di picchetto davanti allo stabilimento di via delle Industrie: sono attivi su tutti i fronti per trovare imprenditori disposti a rilevare l azienda. Lunedì festeggeranno San Martino davanti ai cancelli della sede cessaltina con le castagne. Il 18 novembre scadono i termini del concordato preventivo in bianco richiesto dalla proprietà: se qualche imprenditore si facesse avanti con un serio piano di rilancio, i termini potrebbero essere prorogati di altri 60 giorni. Una parte dei 200 lavoratori dell Europeo si sta impegnando al massimo per mantenere alta l attenzione pubblica e delle istituzioni sull intera vicenda e sta cercando attivamente interlocutori con cui discutere del futuro del mobilificio. A confermare l impegno in prima persona dei lavoratori è il sindacalista della Fillea Cgil Cristian Dalla Pozza, che sta seguendo da vicino l intera vertenza. «I lavoratori si stanno attivando su tutti i fronti per trovare qualsiasi tipo di soluzione», afferma Dalla Pozza, «Inoltre sono in presidio davanti all azienda da sei settimane: lunedì inizieranno la settima settimana di picchetti festeggiando San Martino». Anche i sindacalisti, della Fillea Cgil e della Filca Cisl, sono impegnati da mesi a sostenere e supportare i lavoratori alla ricerca di una soluzione della crisi. In attesa che il ministro Flavio Zanonato risponda alle interrogazioni presentate sul tema Europeo dai parlamentari locali e dei risultati dei tavoli provinciali richiesti dai sindacati, i lavoratori non sono rimasti inattivi e si sono mossi autonomamente alla ricerca di qualsiasi soluzione e sperando nell interessamento di qualche imprenditore. Dai primi di agosto la produzione al mobilificio Europeo è ferma. L attività si svolgeva su tre stabilimenti: quello di via delle Industrie a Cessalto, dove l azienda ha la sede legale, quello di via Istria a Motta e quello di via Pellico a Prata di Pordenone, dove erano impiegati solo sette dipendenti del reparto verniciatura. La famiglia Petrovich, proprietaria di Europeo, nel luglio scorso ha presentato richiesta di concordato, manifestando ai lavoratori la volontà di non andare avanti con Europeo. A metà ottobre i lavoratori hanno scoperto che la famiglia Petrovich ha deciso di investire in una nuova società, Martex spa con sede in via Sagree a Prata, aprendo la compagine societaria al titolare del mobilificio Pianca di Gaiarine. Questa operazione ha fatto infuriare i lavoratori, che hanno organizzato una sarcastica festa di inaugurazione della nuova attività con tanto di taglio del nastro, e ha determinato l interrogazione del parlamentare leghista sanstinese Emanuele Prataviera al ministro Zanonato in merito all intera vicenda.
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