2077 ARLECCHINO MARCOLFA RAZZULLO SCARACCO GANASSA SPARAVENTO BURATTINO TONI BALORDO CAPOCOMICO ARLECCHINO Sì: TACH! Da dentro la bottiglia... spunta la lancia dal collo... e lui sempre nella bottiglia, infilza l asta, fa: TUN, TUN, TUN (si lecca le gocce che scendono dal costato) TOC, LOC, SLACH, PLAF! Rosolio! E tutti: buono! (Mima la croce che si schianta al suolo) CRIK CRIK PLAF!! Una spiaccicata con tutto questo ben di dio per terra... (assaggia immergendo un dito) budino! (Si china ad afferrare due palline) Guarda... due ciliegine... (Se le
infila in bocca e subito sputa disgustato) due coglioncini!! (Fa immaginare che la croce sia stata issata di nuovo. Mima Spadolini inchiodato sui tronchi. La croce oscilla nuovamente) GNIAOO... GNIAO... «Padre, perché mi abbandoni?» (Mima l affacciarsi del Padreterno che spinge la croce fino a farla rovinare a terra con gran schianto) TOCH... GNIAO... PLAF!! Con l altra crocettina... che a destra c è Martelli... (le maschere seguono incredule) sì, nelle due croci dei ladroni, c è Martelli da una parte... no, dico, è lì nella posizione... o non faccio... (Marcolfa si risente, fa il gesto di non voler accettare simili bassezze) Ma boia... dico per allegoria, no, è per fare un paradosso. Non è che dico: va bè... perché quattro o cinque rubano, allora tutti i socialisti sono ladroni?! È per fare un paradosso... è come dire, ad esempio:
nella DC di Palermo c è qualche mafioso... è un paradosso: «qualche»... qualche, è un paradosso! Metafora dell assurdo! EIUAHH!!! BRUMP!! (Finge un esplosione). MARCOLFA No, perché, capite, poi si lamenta: «Noi non abbiamo un teatro per noi. Come mai non ce lo danno?» Avete capito, adesso, come mai? Lasciamo perdere... Chi governava Napoli a quel tempo... che tanto per noi... di sopra, di sotto, di fuori, qui... per noi, insomma, tutti noi, o Carlo, o Alberto, o Ferdinando, lo prendiamo sempre in quel posto! (Termina con un gesto del braccio appena accennato). ARLECCHINO Bella, fine... ma triviale! Voglio dire... triviale, ma fine! No, no, guarda che poi è anche quel gesto lì... per ritardati eventuali... MARCOLFA È la metafora chiara...
ARLECCHINO Scusa, puoi aggiungere alla metafora un allocuzione mia personale, di osservazione... MARCOLFA Perché... se ti dico di no, eh... ti ferma qualcuno? ARLECCHINO No, non mi ferma nessuno. No... voglio far osservare una cosa tremenda... mi domando sempre io... e chissà quanti di voi ci avranno fatto caso, nella storia d Italia di tutti i tempi, quando succedono le guerre, si fanno i bordelli, si scannano... anche lontano di qui... poi pian piano vengono a scannarsi addosso a noi. Ci prendono dentro, sempre! Guarda, nella storia... ci sono per esempio, i francesi, meglio, gli spagnoli che si battono contro i francesi... (recita in grammelot spagnolo una sfilza di improperi che terminano con) «Caprone, te e tua madre!» (Recita in grammelot francese, alludendo a una risposta altrettanto colorita a base di insulti e minacce) E anche voi tedeschi! (Vistoso sproloquio in grammelot
tedesco) E anche gli inglesi! (Esegue un grammelot inglese pacato ma carico di disprezzo) Allora è la guerra! È la guerra, boia! Noi inglesi andiamo a scannare tutti i francesi e scendiamo a fare la guerra fino in Spagna. E noi spagnoli andiamo contro i tedeschi e lì metteremo a ferro e fuoco, e noi tedeschi andiamo in Inghilterra a bruciare, devastare e distruggere! (Allarga le braccia perentorio) Fermi! Non state a far confusione per niente... a sparpagliarvi dappertutto! Troviamoci in Italia dove c è il sole e ci si scanna che è una meraviglia! Sì, è così! MARCOLFA (furente) Se non taci... prendo questo palo... (indica il palo che gli assistenti di Arlecchino tengono in spalla) te lo ficco nel culo... come fanno i turchi con i «ragazzi da mancia»! Chiaro? ARLECCHINO Calma ragazzi... non fatevi
prendere dal panico... (si muovono al rallenti sollevando le gambe come in un passo molto felpato) via, normale... culo in dentro senza dare nell occhio... uno, due, tre... E mi avevano detto che era uno spettacolo consigliato per i ragazzi... (escono). MARCOLFA (verso il pubblico) Dunque, allora... ARLECCHINO (da fuori scena) IHEIAIIAIA! MARCOLFA Ma cosa c è? ARLECCHINO (entrando circospetto a passo di danza) Un turco! (Se ne esce sempre con lo stesso passo). MARCOLFA (al pubblico, aggredendolo) Adesso basta, eh... digressioni! Chiaro? Che mi avete rotto le palle fra tutti! Mi hanno ordinato di fare il prologo e devo finirlo. Che non ne posso più di parlare, capito? Non posso più vederle, io, quella bestia della Isabella e quella puttana della Eleonora... Che si ammazzino! ne ho piene le palle di queste due donne! Basta! Due parole di
corsa e vado via. (Aggressiva) E statemi ad ascoltare, eh! Allora, ricordarsi che arriva dalla guerra un certo signore che si chiama Capitano Coccodrillo, arriva dalla guerra a Napoli ed è pieno di pulci. Perché in guerra, o si muore o si prendono le pulci... Certe volte si muore anche con le pulci. Viene dalla guerra e incontra, si imbatte in Isabella, che era una sua vecchia morosa. Lei vorrebbe abbracciarlo, lui non può dirle: «Sono pieno di pulci...» e allora le dice: «Ho fatto voto di castità che se avessi avuto salva la vita... (e intanto si gratta)... non posso abbracciarti...» E Isabella: «Ma come, io ti ho aspettato per una vita...» «Lasciami stare, ho fatto voto di castità!» Si gratta, si gratta... (entra di nuovo Arlecchino saltellante. Marcolfa s interrompe disperata, va verso la quinta)
Un arma, cazzo, datemi un arma! ARLECCHINO Boia, ma sono venuto apposta per dirti che è inutile che tu faccia questa fatica, perché tanto bisogna sospendere la commedia... in quanto un attore che interpreta la parte del Magnifico non lo fanno uscire di prigione, e senza di lui non si può rappresentare la commedia... MARCOLFA E allora si scambiano le parti... si rimpiazza il Magnifico: il teatro non può fermarsi. ARLECCHINO Ma c è il fatto che Isabella per il dolore ha avuto uno svenimento: è crollato tutto, tette, chiappe... in quel camerino non si può entrare perché bisogna saltare in mezzo a queste chiappe, queste tette... MARCOLFA Si fa un giro di parti e si rimpiazza anche Isabella: il teatro non può fermarsi. ARLECCHINO Bene, non può fermarsi, ma deve fermarsi per forza... MARCOLFA Perché?
ARLECCHINO Sì, perché c è un censore della curia che ha dato l ordine di bloccare subito questo spettacolo delle pulci... perché nelle pulci loro hanno intravisto l allegoria chiara... che le pulci sarebbero proprio il governo... il governo che c è adesso sono le pulci che tettano, succhiano sangue ai cittadini, tanto che non è rimasta neanche più una goccia di sangue per fare un trapianto. Bisogna scegliere un altra commedia... MARCOLFA E allora ci vuole un altra commedia! ARLECCHINO... un altra magnifica commedia che ho visto a Parigi... oh, magnifica! È lo stesso canovaccio che ha ispirato i De Rege... guarda, ti spiego, è un successo, proprio, sicuro... guarda, si apre il sipario... guarda, c è la scena precisa, non è neanche da cambiare, tanto che subito gli spettatori
dicono: «Ah, siamo in un paese...» con tutte le strade e la piazza... MARCOLFA Quanti attori? ARLECCHINO Ah, dunque, gli attori. All inizio non si sapranno gli attori, all inizio non si deve sapere... MARCOLFA Una commedia senza attori... ARLECCHINO C è il segreto che non si sa quanti attori ci sono. A un certo momento il pubblico, dopo un po, dice: «Adesso arriveranno gli attori», ma gli attori non arrivano; poi, dopo venti minuti, il pubblico comincia a pensare: «Oh, ci sarà stato qualche disastro, forse un terremoto, e sono scappati tutti in un altro paese; chissà quando torneranno». E aspetta. MARCOLFA E quanto aspetta? ARLECCHINO Un ora, che è la durata del primo atto... MARCOLFA Un atto... un ora di pausa... tutto in silenzio... ARLECCHINO Senza gli attori... così che la gente
dice: «Va beh, speriamo nel secondo». C è un intervallo di venti minuti... MARCOLFA Venti minuti... ARLECCHINO Per scaricarsi tutta la tensione che c è stata nel primo atto, poi si apre il sipario e la gente fa: «Ahhh!!» MARCOLFA Ah, perché tutta la compagnia... ARLECCHINO No, non c è nessuno, la scena è come prima, uguale e precisa. Soltanto che ci sono delle corde con dei panni stesi ad asciugare: calzini, mutande, ecc. ecc. così la gente pensa subito: «Si vede che il terremoto forse è DIALETTO cessà, alóra loro son tornadi, han fàit el bucato, sont andà a dormire, e adès speciémo che se léva». MARCOLFA E quant è che spécia che se leva? ARLECCHINO Tüta l ora, tüto el secondo ato i spècia, ma no riva nisciún. MARCOLFA Un secondo atto... sénsa nisciun!
Ohè, ma che comédia l è?! ARLECCHINO Apunto, l é quèl che dise el publico: «Ma che comédia l è?! Gh han ciapà par tanti cojóni, che sémo chì a véder na comédia che no gh è gnanca i atóri!» Intanto a gh è anca de la gente che no sorte gnanca ne l intervàlo che l è d un quarto d ora, i dise: «Vòjo star qui a speciàre, vòjo véder: se el tèrso ato l è uguale e preciso, mi brüso tüto el tiàtro!» E invece, quand ol se dèrve el sipario, a gh è una sorpresa meravigiósa. MARCOLFA Parchè? ARLECCHINO Se dèrve el sipario e tüta la gente fa: «Oehh!!» MARCOLFA Parchè? Tüta la compagnia... ARLECCHINO No, a gh è tüta la scena che... a l han portàda via. Ne l intervalo a gh han svuotato el palcoscenico... MARCOLFA Ma che comédia l è?!
ARLECCHINO L è quèlo che crìan i speciadóri: «Oeh! ma sét propri dei cojóni maledéti... tre ore che sémo qua, a farse ciapàr par el cül!!» Tant è vera che a gh è de la gente in fondo che la dise: «Silénsio! Non si intende la trama!» Po, a gh è de colpo la gente che comincia a plaudìre... na roba de l altro mondo... a ghe dan de le masàte... PIN PAN PAN! Parchè, oh, i son tre ore e mèsa che i spècia, ol se dan dei sgiafóni l un co l altro... e gh è quaichedùn che i crìa: «Bravi! Vogliamo sapere chi è l autore! È un genio! Venga fuori, che gli voglia mo mettere le mani sul collo! per toccarlo!» Po un urlo: «Fuori l autore! Fuori! Lo aspettiamo anche a casa!» E po l aplauso devénta un boato... MARCOLFA I bati i man? ARLECCHINO Sì!
MARCOLFA Ma i sun stüpid! ARLECCHINO No, no, no, inteligenti, parchè tant è vera che a gh è de la gente che dise... due del publico... due critici... noti, che a Parigi se sont levà in pìe e han cocessato, allora sono tornati, hanno fatto il bucato, sono v MARCOLFA E quanto aspettano che si alzino? ARLECCHINO Tutta l ora, tutto il secondo atto aspettano, ma non arriva nessuno. MARCOLFA Un secondo atto... senza nessuno! Ohè, ma che commedia è?! ARLECCHINO Appunto, è quello che dice il pubblico: «Ma che commedia è?! Ci hanno presi per tanti coglioni, che siamo qui a vedere una commedia in cui non ci sono neanche gli attori!» Intanto c è gente che non esce neanche nell intervallo, che è di un quarto d ora, e dice: «Voglio
stare qui ad aspettare, voglio vedere: se il terzo atto è uguale e preciso, io brucio tutto il teatro!» E invece, quando si apre il sipario, c è una sorpresa meravigliosa. MARCOLFA Perché? ARLECCHINO Si apre il sipario e tutta la gente fa: «Oehh!!» MARCOLFA Perché? Tutta la compagnia... ARLECCHINO No, tutta la scena... l hanno portata via. Nell intervallo hanno svuotato il palcoscenico... MARCOLFA Ma che commedia è?! ARLECCHINO È quello che gridano gli spettatori: «Oeh! ma siete proprio dei coglioni maledetti! tre ore che siamo qui, a farci prendere per il culo!!» Tant è vero che c è della gente in fondo che dice: «Silenzio! Non si capisce la trama!» Poi, di colpo, la gente comincia ad applaudire... una cosa dell altro mondo... danno delle mazzate... PIN PAN PAN! Perché sono tre ore e mezzo
che aspettano, e si danno degli schiaffoni l un l altro... e c è qualcuno che grida: «Bravi! Vogliamo sapere chi è l autore! È un genio! Venga fuori, che gli vogliamo mettere le mani al collo... per toccarlo!» Poi un urlo: «Fuori l autore! Fuori! Lo aspettiamo anche a casa!» E poi l applauso diventa un boato... MARCOLFA Battono le mani?! ARLECCHINO Sì! MARCOLFA Ma sono stupidi! ARLECCHINO No, no, no, intelligenti, tant è vero che c è gente che dice... due del pubblico... due critici... noti, che a Parigi si sono alzati in piedi e hanno cominciato LA COMMEDIA DELL ARTE 63 64 ARLECCHINO a gridare: «Bello! Stupendo! Questo è il vero teatro! Il teatro del nulla!» Due del pubblico tirano fuori le pistole e PUN PUN, due critici d avanguardia morti! Questo è lo spettacolo...
MARCOLFA Ma se... (La sua voce viene immediatamente coperta dalla musica).