n.3 il perito agrario Paesaggio ed ambiente Fabbricati nascosti Cogepapi a Matera ITS Vigneti e Vini Conciliazione



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il perito agrario n.3 Paesaggio ed ambiente Cogepapi a Matera Vigneti e Vini Fabbricati nascosti ITS Conciliazione

il perito agrario 3 4 6 8 13 14 17 18 EDITORIALE Cui prodest? di Andrea Bottaro TERRITORIO Paesaggio ed ambiente in agricoltura: quali problemi? di Piero Pecciarini ENOLOGIA Vigneti e vini di Mario Fregoni CO.GE.PA.PI. A Matera è stato lanciato un sasso di Benedetta Pacelli Matera, 3 giugno 2011 Sala della Mediateca POLITICA AGRICOLA COMUNE Quaderno degli appunti dalla U.E. DIFESA DELLE PIANTE Blastofago dei Pini (tomicus destruens) di Leonardo Perronace AGRO-CHEMICALS Agricoltura, approvato lo stato di emergenza fitosanitaria FABBRICATI NASCOSTI Operatività Protocollo con Agenzia del Territorio 22 23 29 30 33 34 35 40 sommario N 3 Maggio-Giugno 2011 PROFESSIONE Seminario di Studio sugli Standard Internazionali di Valutazione Immobiliare di Maria Grazia Passarelli FORMAZIONE Piano ITS - per integrare istruzione, formazione e lavoro I.T.S. la solita storia? di Giuseppe Giordano A Teramo nasce l istituto di alta formazione nell agroalimentare CONCILIAZIONE Mediazione: il ruolo degli Ordini Professionali di Paolo Vigato ALLEVAMENTO La zootecnia italiana al tempo dell Unità d Italia di Maurizio Arduin SICUREZZA Obblighi di sicurezza per i tirocinanti VITA DEI COLLEGI NEWS GIURISPRUDENZA AGRARIA Direttore responsabile: Andrea Bottaro Direttore di redazione: Piero Pecciarini Hanno collaborato: Andrea Bottaro, Maurizio Arduin, Mario Fregoni, Giuseppe Giordano, Benedetta Pacelli, Maria Grazia Passarelli, Piero Pecciarini, Leonardo Perronace, Gaia Pugliesi, Paolo Vigato Editrice: Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati Via Principe Amedeo 23-00185 Roma Tel. 06/4819801 - Fax. 06/4882150 Direzione: Via Principe Amedeo, 23 00185 Roma Tel. 06 48906713 - Fax 064882150 e-mail: info@peritiagrari.it Consiglio Nazionale: Andrea Bottaro (presidente) Paolo Vigato (vice presidente) Domenico Di Biase (segretario) Giuseppe Giordano (tesoriere) Lorenzo Benanti (consigliere) Paolo Bertazzo (consigliere) Mario Calcagnile (consigliere) Sergio Lombardelli (consigliere) Filippo Ninci (consigliere) Angelo Antonio Orsini (consigliere) Lorenzo Salvan (consigliere) Periodico bimestrale in abbonamento Abbonamento annuo: 5,00 Una copia: 2,00 Progetto Grafico e Stampa: Grafica Ripoli Via Paterno, 17-00010 Villa Adriana (RM) Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86 del 14/02/1986 Finito di stampare: Luglio 2011 Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico

TERRORE RUGGINE? DA VALENTE IL NUOVO PALO IN ACCIAIO PER VIGNETO 7 VOLTE PIU RESISTENTE ALLA CORROSIONE! CONTATTACI VALENTE SPA Via Galvani, 2/4-35011 Campodarsego (PD) - ITALY - Tel. +39 049 5565855 - Fax +39 049 9200548 www.valentepali.com - valente@valentepali.com AFFIDABILI FIDABILI OGNI GIORNO O

EDITORIALE E Cui prodest? Dopo un periodo di relativa calma nel quale molti appartenenti al mondo politico si sono schierati apertamente contro le lenzuolate bersaniane si è passati attraverso momenti di euforia quando il Ministro della Giustizia Alfano ha ridato dignità ad Ordini e Collegi ricevendoli a Palazzo ed assicurando che entro breve tempo avrebbe messo mano alla tanto attesa riforma delle professioni. L attenzione si è poi spostata sul lavoro che stava svolgendo l On.le Siliquini, relatrice sul tema alla commissione Giustizia. Poi l assordante silenzio che faceva presupporre una assenza di attenzione al tema. finché il 5 luglio non compare una Bozza di legge delega governo liberalizzazione professioni regolamentate. Presa visione del documento ho capito che era il risultato di un pasticciaccio che, tra altre cose, ha mischiato la professione con l attività di impresa e commerciale, previsto (ancora) la abolizione dei minimi tariffari, divieto di pubblicità e, udite udite, introdurre per gli studenti universitari la facoltà di anticipare durante il corso di studi il periodo di praticantato obbligatorio (ma è già dal 2001 che grazie al dpr 328 questo già avviene regolarmente!). La ciliegina sulla torta è stata l introduzione della possibilità di costituire società professionali di capitali al fine di consentire la realizzazione di iniziative economiche congiunte tra professionisti e soci di mero investimento ; mi sono detto che, essendo una proposta di legge, avevamo qualche giorno per discuterla con i presentatori. Ma non è stato così, forse in considerazione che la proposta di legge avrebbe dilatato i termini di approvazione del progetto, che ritengo dequalificante delle attività dei professionisti, il 13 luglio di buon mattino è stato aggiunto al D.L. n. 98/2011 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria) l art.39bis che, ricalcando per sommi capi quanto già scritto ma aggiungendo altre amenità quali, ad esempio la rimozione di alcuni divieti come quello di esercizio di una professione al di fuori di una certa area geografica e l abilitazione a esercitarla solo all interno di una determinata area e l imposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate all esercizio della professione nonché quello di esercizio della professione in più sedi oppure in una o più aree geografiche; la limitazione dell esercizio della professione ad alcune categorie professionali o divieto, nei confronti di alcune categorie, di commercializzazione di taluni prodotti ecc.ecc. Mi sono detto, eufemisticamente, allibito di fronte a tali documenti che volevano rimuovere quello che non c è. La frenetica attività di contestazione portata avanti dalle professioni ha permesso, in serata del 13 luglio, il ritiro dell emendamento però previo avvertimento da parte degli interlocutori politici che qualche emendamento sul tema sarebbe stato comunque inserito. Infatti il giorno dopo è stato approvato l emendamento 1-bis all art.229 che..il Governo formulerà alle categorie interessate proposte di riforma in materia di liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche; trascorso il termine di otto mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ciò che non sarà espressamente regolamentato sarà libero.[..] Qualche considerazione sugli avvenimenti è d obbligo. Prima di tutto sul metodo del colpo di mano a sorpresa. Dopo tanto nostro chiedere la riforma delle professioni quanto proposto non poteva passare senza una nostra risposta politica a questa azione che avrebbe inferto alla professioni un colpo mortale. Forse gli estensori pensavano che i professionisti avrebbero subito l atto impositivo senza reagire. Come ho già pubblicamente espresso, siamo rimasti allibiti, da come sono stati trattati i due milioni di professionisti, ed altrettanti di indotto, che sono capaci di produrre il 15,1% del P.I.L.. Non una parola, non un confronto. Un provvedimento calato dall alto con riferimenti specifici al mondo imprenditoriale che è l unico a trarre benefici dal contenuto dell emendamento. No, così non va proprio. Ritengo che la liberalizzazione non sia questa; questo non è favorire la libera concorrenza sul mercato delle professioni, questo è avvantaggiare chi vuole entrare da corsie privilegiate nelle attività professionali ed appropriarsi del lavoro dei liberi professionisti. Sono opportune alcune riflessioni sul triangolo virtuale ai cui vertici si trovano - accesso alla professione senza esame di abilitazione (dunque chiunque, oggi dipendente della società di capitali, opportunamente prevista nell emendamento, può iscriversi direttamente ed esercitare una professione) - liberalizzazione della pubblicità (comunicazione a tutte le aziende con le quali sono in contatto la disponibilità dei professionisti a basso costo) - assenza totale delle tariffe (come imprenditore commerciale posso regalare il progetto a patto che il committente compri i miei prodotti). E da triangolo si può agevolmente passare al pentadecagono. Il risultato è sempre quello che verrebbe a mancare sul mercato del lavoro una buona fetta di incarichi professionali e grandi risparmi delle imprese (quelle vere). Infatti pare che da Confindustria siano venuti i cori di approvazione. Ecco la risposta all interrogativo del titolo ma attenzione signori alle scelte perché questi blitz possono creare, e non risolvere, i problemi di Governo. La liberalizzazione è altra cosa. di Andrea Bottaro D IT O RI A LE Perito Agrario 2/2011 3

TERRITORIO Paesaggio ed ambiente in agricoltura: quali problemi? di Piero Pecciarini Ha richiamato la nostra attenzione la notizia comparsa sulla stampa di questi giorni (fine Giugno 2011) titolata La rivolta contro il parco fotovoltaico da 35 ettari. Si tratta di una protesta da parte degli abitanti di una zona in un bell angolo di campagna Toscana in quel di S.Miniato (Pisa), contro la realizzazione di impianti di fotovoltaico. Là ove si trovano bei campi di coltivazioni di erbacee e vigne dovrebbe sorgere un enorme specchio della ampiezza di 35 ettari, anche se frazionato, messo a galleggiare sulla campagna che senza una valutazione di impatto ambientale modifica il panorama del luogo. Al di la del singolo caso e delle particolari questioni locali di ordine politicoambientale insorte ci vengono spontanee delle considerazioni di ordine generale in materia di paesaggio ed ambiente in agricoltura. In primis ci chiediamo se nel nostro Paese sussiste una normativa adeguata con i criteri di valutazione degli impatti ambientali, quando si realizzano impianti per fornire energia pulita o per altri insediamenti costruttivi e come questi possano conciliarsi con la tutela del Paesaggio. Teniamo presente che il paesaggio italiano è una ricchezza nazionale anche là dove si pratica una agricoltura di eccellenza, è un patrimonio di tutti i cittadini che non va sacrificato e tanto meno disperso. 4 Senza riportarsi alla Costituzione che assume l impegno della tutela del Paesaggio, più volte in sedi tecnico-scientifiche si sono dibattute tematiche paesaggistiche che richiamavano interventi legislativi per la conservazione e pianificazione di tutti i paesaggi, non escludendo quelli agrari. Alla valenza estetica del paesaggio deve aggiungersi imprescindibilmente quella ambientale. Abbiamo trovato in tema una frase del Prof. Scaramuzzi, Presidente della Accademia dei Georgofoli, (Novembre 2008) che allargandone il concetto recita Il verde delle piante riveste certamente un valore estetico (ornamentale e paesaggistico) ma costituisce innanzi tutto l imprescindibile strumento attraverso il quale la natura provvede alla sopravvivenza del mondo vegetale ed animale, essendo Perito Agrario 3/2011 alla base della produzione di qualsiasi cibo ed allo stesso tempo della altrettanto imprescindibile regolazione dell equilibrio atmosferico. Sono proprio le piante a consentire di nutrirci e di respirare in un ambiente che va quindi tutelato.. Siamo tutti coscienti della necessità delle energie alternative e come queste in una ottica di progresso tecnico-scientifico dovranno anche se in modo graduale, previa apposita pianificazione, prendere corpo e realizzarsi nel comune interesse in un Paese carente di energie, senza centrali nucleari. Tanto che sono previsti incentivi per chi investe in questo settore emergente. A questo punto però ci chiediamo, è giusto destinare terreni agricoli pregiati od obbligare gli agricoltori a destinare i propri terreni secondo vincoli e prescrizioni pianificatrici, indipendentemente dalla remuneratività delle produzioni, ad usi diversi dalla coltura agricola. Non è che

TERRITORIO si evidenzia che il rapporto fra lo sviluppo della agricoltura e la conservazione del suo attuale paesaggio divenga conflittuale, con insediamenti di altri settori. Ciò anche alla luce di normative nazionali e comunitarie che potrebbero essere superate. Sempre il Prof. Scaramuzzi si chiedeva se la negazione delle libere scelte imprenditoriali in attività produttive primarie può chiamare in causa una ragionevole valutazione di costituzionalità. Per chi vive ed opera nel mondo agricolo certe considerazioni sorgono spontanee e si chiede fino a quanto sia giusto sottrarre sempre più suolo all agricoltura per le destinazioni più diverse. Senza schierarsi con quei movimenti che contrastano la moderna cultura dominante massificata che ha tolto il sapere delle vecchie tradizioni agricole e difendono paesaggi, biodiversità delle colture e chiedono giusta dignità al comporto agricolo per la sua primarietà, la sua polivalenza senza sminuirlo e relegarlo in ruoli ritenuti minori, si pensa nel confronto con altri settori produttivi sorti in epoche più recenti con la civiltà industriale e post-industriale che non sia venuto meno anche per il cittadino moderno il diritto al buono ed al bello. Il tema è importante e sicuramente complesso, di non facile soluzione. Trovare equilibri che concilino le nuove costruzioni, l applicazione delle tecnologie nel loro progredire, senza sottrarre suolo ed ostacolare e ridurre la valenza di una moderna agricoltura che tutela paesaggio ed ambiente è un compito prevalentemente politico. La scienza, la tecnica operano e si esprimono, ma le gestione del sistema è politica. Quando autorevoli studi urbanistici ci dicono che con la realizzazione di piani di sviluppo già approvati il ritmo di sottrazione dei suoli all agricoltura segnerà ulteriori accellerazioni il legislatore deve intervenire dettando adeguate normative. Su questi temi sembra che il mondo politico italiano sia latitante, quando occorrerebbe invece che tutti i componenti dell arco parlamentare, trasversalmente. fossero più sensibili ad affrontare concretamente queste reali problematiche. E questo per ricercare un sistema che comporti una evoluzione equilibrata, armonica delle situazione per evitare conflittualità fra settori produttivi e proteste di cittadini. Mancano normative adeguate che disciplinino le scelte dei luoghi, gli espropi, il diritto di superficie e forniscano agli enti locali gli strumenti giuridici per una sana gestione dei territori. Si riscontrano vuoti normativi ai vari livelli comunitario, nazionale, regionale. Anche gli Enti locali, considerato la diversità delle caratteristiche territoriali delle zone geografiche italiane, dovranno responsabilmente impegnarsi a gestire il territorio senza creare scempi paesaggistici, inquinamenti ambientali. I pubblici addetti ai lavori, sindaci ed assessori dovranno sapere interpretare giustamente le normative. Sulla base della loro specifica conoscenza e sensibilità dovrà determinarsi quella azione pubblica tale da conservare ricchezze senza creare conflittualità. Le organizzazioni di categoria, gli organismi tecnico professionali dovranno richiamare l attenzione di politici su questi importanti problemi e sollecitarli a risolverli nel comune interesse. Occorre quindi che tutto il sistema si evolva in maniera coordinata in un divenire di progresso senza ridurre e penalizzare il settore dell agricoltura ed i cittadini che hanno il diritto che il loro ricco patrimonio paesaggistico ed ambientale non venga deturpato. Chiudiamo auspicando maggiore impegno politico, norme adeguate che facilitino la soluzione delle problematiche nel pubblico interesse. Perito Agrario 3/2011 5

ENOLOGIA Vigneti e vini di Mario Fregoni Il Vino di terroir Da una stima dello scrivente solo il 10% dei vini viene etichettato con il nome geografico puro (Europa), il 20% con il nome varietale (Nuovo Mondo), il 70% con la formula mista, ossia nome del territorio più quella della varietà (Europa). E evidente che la soluzione mista tende al vino varietale. Rinviando ad un prossimo editoriale il vino varietale, in questo si tratterà brevemente del vino di terroir. Il terroir è l ecosistema (varietà + clima + terreno + tecniche viticole e enologiche) compreso nel territorio di cui si usa il nome geografico; pertanto è solo la parte vocata alla qualità del territorio. Non è considerato vino di terroir quello che proviene da mescolanze di uve di territori molto vasti, non omogenei come terroir di base, vale a dire con mesoclima e terreno simile di limitata superficie territoriale. Il vino di terroir proviene per l 80% dalle caratteristiche del vigneto. Generalmente sono piccole o medie aziende che si sono assoggettate alle regole della DOC o DOCG e che applicano una viticoltura da vini di terroir (limitazione della quantità per conseguire la qualità), nel rispetto reale dei disciplinari, frutto della tradizione viticola. I grandi vini si producono laddove vige questo spirito di rispetto del terroir. La qualità è, prima di tutto, uno stato dell animo umano. Il vino di terroir nasce da un enologia tradizionale ma anche tecnologicamente capace di estrarre il meglio dall uva, di fornire tipicità e originalità e un carattere unico. A partire dalla vendemmia deve tenere conto che quella meccanica non consente di conservare la totale integrità dell acino e che l ossidazione enzimatica del mosto inizia già in campagna, così come lo sviluppo rapido dell attività microbiologica. La raccolta in più tempi e la scelta dei grappoli o degli acini prima della pigiatura sono operazioni necessarie per i grandi vini. La fermentazione deve essere ottenuta in serbatoi o tini non grandi al fine di consentire la separazione dei vari vigneti (cru), delle diverse varietà, per preservare i loro caratteri di tipicità aromatica. La temperatura va controllata per evitare innalzamenti eccessivi, arresti di fermentazione, deviazioni aromatiche. I lieviti devono essere indigeni o comunque scelti dopo esperienze con la materia prima dell azienda. L invecchiamento deve realizzare l evoluzione dei tannini e degli aromi, evitando l eccessivo apporto dei tannini e degli aromi del legno, che spesso coprono la tipicità dei vini di terroir. La durata dell invecchiamento in barrique deve essere funzione dell annata e del terroir. Barrique nuove o già usate? Non è un problema secondario se si vuole evitare il vino del falegname. L assemblaggio dei vini delle vigne differenti è un arte che richiede esperienza e sensibilità sensoriale. I prodotti enologici non devono alterare la tipicità e pertanto il loro uso deve essere moderato, se non si vogliono produrre vini figli della tecnologia, in genere più adatta ai vini da tavola. 6 Perito Agrario 3/2011

ENOLOGIA Il vino varietale In contrapposizione al vino di terroir, sia in Europa, ma soprattutto nei Paesi del Nuovo Mondo, si producono i vini portanti in etichetta il nome di vitigno, con o senza indicazione geografica. Nel Nuovo Mondo i vini con nome di vitigno puro rappresentano circa il 20% della produzione mondiale. In Europa, in particolare, prevalgono i nomi di vitigni correlati alle denominazioni di origine (DOP) o alle indicazioni geografiche (IGP). Con la nuova OCM si possono produrre vini con nomi di vitigno senza indicazione geografica. In tal modo l U.E. si è allineata ai Paesi del Nuovo Mondo. I vini varietali originariamente hanno avuto origine da una cultura anglo-sassone, ma sono stati amplificati in California nel secondo dopoguerra. Rappresentano vini industriali di marca, di grandi masse standardizzate anno su anno, prodotti dappertutto, a bassi costi di produzione e che tendono a soddisfare la grande massa dei consumatori, che facilmente possono identificare i nomi di pochi vitigni internazionali. Le aziende e le cantine produttrici sono di grandi dimensioni, applicano potature meccaniche semplificate su impianti larghi, a bassa densità di piantagione, spesso con l uso del telerilevamento. I vigneti sono normalmente irrigui e vigorosi, con sistemi di allevamento assai uniformi a spalliera. La viticoltura non ha regole restrittive ed è quindi libera di produrre dove, come e quanto vuole (generalmente con produzioni elevate sia per ceppo che per ettaro). L enologia dei vini varietali tende a esaltare l aroma varietale, non avendo l apporto di quello pedo-climatico. Sono vini giovani, che non resistono al lungo invecchiamento, facilmente ossidabili. Nell U.E. il vino varietale collegato alla DOP e all IGP deve contenere almeno l 85% della varietà indicata in etichetta (100% in Francia). La vendemmia meccanica in zone caldo-aride per evitare le ossidazioni richiede l uso del metabisolfito sulle uve, dell acido ascorbico e degli enzimi. Non esistono selezioni delle uve nei vigneti o in pre-pigiatura e la fermentazione avviene con l uso di lieviti commerciali in grandi masse con vasche di acciaio termoregolate. La chiarifica dei vini bianchi avviene per centrifugazione o microfiltrazione tangenziale o con altri sistemi moderni. Il livello di ossigeno è regolarmente controllato e si usano iniezioni di azoto e anidride carbonica, nonché di fosfato di ammonio e di rame al fine di evitare la formazione di acido solfidrico (che dà cattivi odori). Per i vini rossi si adottano le moderne tecnologie della termovinificazione, della flash-detente, della microossigenazione, per conseguire il più alto livello di aromi fruttati varietali. Di norma sono vini non invecchiati a lungo in barrique e l assemblaggio ha il solo scopo di omogeneizzare le masse. In questa enologia trovano posto i trucioli e gli aromi del commercio. Il numero di varietà utilizzate per questi vini è limitato e di origine francese o tedesca (Riesling). Solo l Italia usa i vitigni autoctoni, ma purtroppo poco conosciuti nel mondo e privi di prospettive simili ai vitigni internazionali. Quelli più noti sono i vitigni: Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot noir, Chenin, Viognier. Gli ultimi tre sono poco plastici e non costanti nell espressione aromatica, per cui i veri vitigni internazionali dei vini varietali sono pochissimi. Ormai la concentrazione mondiale su poche varietà è veramente preoccupante. Biodiversità? A parole! L avvenire? Cantine industriali giganti, una per Regione! Perito Agrario 3/2011 7

CO.GE.PA.PI A Matera è stato lanciato un sasso di Benedetta Pacelli Tra i Sassi di Matera, in un luogo dove il passato risale vertiginosamente verso le origini della civiltà umana incapsulando il fortunato visitatore in una straordinaria macchina del tempo, si è parlato il 3 giugno scorso suggestiva contraddizione dei tempi! di futuro. Di futuro delle professioni tecniche di primo livello. E il futuro (lo possiamo rivelare sin da ora) è apparso ai tanti convenuti nell ampia sala della mediateca provinciale di Matera chiaro e trasparente. Ne è un inequivocabile conferma il consenso all albo unico, condizione indispensabile per sollecitare la politica ad un assunzione di responsabilità, che ha ricevuto il sostegno esplicito ed univoco della nutrita rappresentanza dei professionisti dell area del sud Italia. Nel confronto tra i vertici delle tre Categorie di Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali e la base è infatti emerso il pieno appoggio al progetto di riforma delle professioni che, attraverso la nascita di coordinamenti unitari tra le tre Categorie, possa condurre all istituzione di un unico albo delle professioni dei 8 tecnici dell ingegneria. I Passi significativi del Documento congiunto una condivisione piena, dunque, che ha lasciato traccia di sé in un documento congiunto firmato da tutti i rappresentanti delle tre professioni che non solo sollecitano la politica ad accelerare il processo di riforma, ma soprattutto chiedono ai rispettivi Consigli Nazionali di sollecitare nelle opportune sedi Parlamento e Governo, affinché il progetto si trasformi in concreta realtà. Del resto, così è scritto nel documento diffuso al termine dell incontro di Matera: «si tratta di un percorso definito congiuntamente che trova concreta attuazione nei testi delle proposte di legge di iniziativa parlamentare». insomma, un dato balza immediato agli occhi: la base sembra ampiamente riconoscersi nel testo in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera e non invoca «terze vie», né gli altri trucchi dello strumentario politico pausa di riflessione, verifica ecc. per rimandare tutto alle calende greche. È invece forte la necessità di concretezza e «di rappresentare in maniera netta l indifferibilità della riforma delle professioni, specie in considerazione dell evoluzione dei percorsi formativi già attuata dalle riforme dell istruzione tecnica». Cosa fare quindi? I rappresentanti dei collegi dell area del sud d Italia non hanno dubbi e, nell accogliere pienamente le tesi dei Consigli Nazionali, «invitano gli stessi a perseverare nell azione fin qui intrapresa sostenendo la riforma delle professioni nei contenuti e nell impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali dell area sud del Cogepapi». I Presidenti dei collegi, si legge infatti Perito Agrario 3/2011 nel documento, votano unitariamente «affinché i rispettivi Consigli Nazionali operino congiuntamente per giungere all ormai indifferibile riforma delle professioni, creando le condizioni per la nascita di un albo unico che accolga sia i nuovi professionisti dell area tecnica formati in coerenza con la normativa europea sulle professioni intellettuali, laurea o titolo equivalente, sia i professionisti provenienti dai tre esistenti albi dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali» una strada che per i rappresentanti del territorio non può che passare attraverso l approvazione del disegno di legge targato Maria Grazia Siliquini che ora giace nei cassetti del Parlamento. Proprio in questo senso, così si chiude il documento, c è «l auspicio che il Parlamento, sollecitato dai Consigli Nazionali, possa approvare nell arco dell attuale legislatura il disegno di legge attualmente all esame della Commissione giustizia della Camera». Il Dato L appuntamento di Matera rappresenta, in questo senso, un altra tessera di quel mosaico che pazientemente le tre professioni stanno componendo con l obiettivo di condividere un disegno unico. E se ci vuole pazienza, che qualcuno interpreta come una lentezza della quale liberarsi al più presto, è anche perché, ovviamente, le voci discordi, le perplessità e anche qualche esplicito «Non ci sto» non mancano verso il progetto di unificazione. Ma al di là di tutto, il convegno lucano ha dimostrato come, seppure ancora tra molti dubbi e perplessità, sul territorio proseguano, talvolta in maniera assolutamente ca-

CO.GE.PA.PI suale e magari non sempre ufficiale, le aggregazioni tra le tre Categorie. Del resto, ascoltando le voci che arrivano direttamente da queste regioni, un dato salta immediatamente all occhio: le tre categorie, tra diffidenze e pregiudizi più o meno superati, iniziano a parlare tra di loro e a conoscersi, moltiplicando quelle iniziative di aggregazione fino ad un anno fa assolutamente impensabili. Ciò che, infatti, viene sottolineato di frequente in occasioni come quella di Matera è che, se le professioni evolvono insieme alla società, assecondare questa evoluzione non è solo compito dei sistemi formativi ma soprattutto delle stesse Categorie. Le professioni tecniche costituiscono una risorsa preziosa per il Paese, perché svolgono da sempre e con la massima competenza molti dei servizi di notevole interesse per la collettività: dal settore della progettazione e direzione di opere edili a quello degli impianti tecnologici, dal settore della sicurezza e della protezione dei luoghi di lavoro al risparmio energetico e alla tutela del territorio. Campi di applicazione professionale ampi e talvolta trasversali che devono, comunque, tenere il passo con i cambiamenti in atto, soprattutto quelli della tecnologia. Ecco perché c è bisogno di qualificare e specializzare l istruzione, ma soprattutto di creare una coalizione oltre che una sinergia tra le categorie tecniche per poter difendere e anche conquistare nuovi spazi di mercato. Le voci dal territorio La condivisione sempre più ampia di questi principi è stata confermata nel serrato dibattito tra i Presidenti dei collegi provinciali dell area sud delle tre Categorie che hanno partecipato numerosi. a partire dal Corrado Urgo, Presidente del Collegio dei Periti Industriali della provincia di Matera che ha spiegato l incontro come un modo per diffondere il messaggio della riforma: «dal punto di vista del nostro interesse non potevamo rimanere fermi. Il problema è che tutti parlano di riforma, di albo unico dei tecnici, ma molti non sanno di cosa si tratti in concreto». Per Urgo il nuovo orizzonte potrebbe assomigliare all albo dei medici al cui interno sono presenti professionisti con la stessa formazione ma diversa specializzazione. «È fondamentale», ha con- cluso Urgo, «discutere al nostro interno e approfondire il tema perché abbiamo ancora la possibilità di intervenire e apportare tutte quelle modifiche o quegli aggiustamenti che possono andar bene a tutti». Secondo il giudizio di Giovanni Cotrufo, Presidente del Collegio dei Geometri di Matera, invece, «la creazione di un ordine nuovo significherebbe poter svolgere anche un azione sulle amministrazioni locali. Il mondo del lavoro per i professionisti è profondamente cambiato perché, se fino a pochi anni fa era possibile avere incarichi da privati e dal pubblico, ora questo è impensabile. Credo che il nuovo organismo potrà incidere anche su questa realtà». «Siamo nelle condizioni di chiamarci ordine», ha precisato Emanuele Genchi, il Presidente del Collegio dei Periti Agrari di Matera «perché assorbiremo anche i Laureati triennali. E questo non vuol dire in alcun modo perdere la nostra identità, ma al contrario rafforzarla. se siamo forti e uniti riusciremo a vincere, se siamo divisi moriremo. Ecco perché condivido pienamente la linea approvata dai nostri tre Consigli Nazionali che sono stati capaci di vedere lontano». Per Giuseppe Ingargiola, Presidente del Collegio dei Periti Industriali di Trapani, comunque, il processo di unificazione non è ancora così lineare come negli auspici dei promotori: «Noi al Coordinamento unitario tra le tre professioni abbiamo sempre creduto sia dal punto di vista personale che da quello territoriale. Ecco perché in questo senso abbiamo tentato tutti i diversi processi di avvicinamento con i Geometri, ma questo percorso fino ad ora non ha prodotto i risultati che ci attendevamo». Sulla stessa scia anche Federico Di Spirito, numero uno del Collegio dei Periti Industriali di Foggia che, pur condividendo la strategia messa in campo dai tre Consigli Nazionali, non ha trovato gli attesi riscontri dal territorio pugliese. «Abbiamo cercato di allearci con i Periti Agrari e i Geometri del territorio, ma fino ad ora ogni tentativo è stato vano. Sarebbe importante, invece, creare un ordine più compatto e più numeroso in modo che una voce unanime riesca a farsi sentire nelle opportune sedi». Insomma, a Matera, al di là di qualche sfumatura nelle reazioni della base, sembra che il processo di unificazione abbia ricevuto un nuovo impulso. A Matera il sasso è stato lanciato. Speriamo che lo stagno della politica non ne cancelli la traccia. Perito Agrario 3/2011 9

CO.GE.PA.PI Queste le dichiarazioni dei tre Presidenti Combattiamo per la certezza di un futuro L idea dell unione tra le tre Categorie non è cosa nuova, ma parte da lontano. Dal 2004, da quando a seguito della riforma del Ministro Moratti abbiamo capito che le sorti degli istituti tecnici e quindi di conseguenza delle tre professioni erano in difficoltà se non addirittura a rischio di estinzione. Ecco, è a quel punto che abbiamo deciso di unirci, mantenendo ognuno la propria indipendenza. E lo abbiamo fatto non tanto per noi quanto per poter garantire il futuro ai professionisti che verranno dopo di noi. Questa idea è stata sposata e condivisa da tutti i rappresentanti del nostro Parlamento che via via hanno presentato diversi progetti di legge in materia. Siamo sempre andati avanti compatti, anche se nel tempo sono comunque cambiati i motivi originari, perché si sono succeduti diversi itentativi ttiidi riforma. E continueremo a lottare perché vogliamo continuare ad operare per dare ai giovani e ai meno giovani la certezza di un futuro. Andrea Bottaro - Presidente del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati Uniti riconoscendo le rispettive competenze Questo progetto di unificazione tra le tre Categorie insieme ai Laureati triennali è un iniziativa mirata a valorizzare le specifiche competenze di ogni professione. Quindi sostanzialmente un nuovo albo che ci consenta di dare valore alle singole specificità e quindi di assicurare un futuro certo per la nostra attività che riguarda più di 200 mila soggetti. E guai a credere, come pensano in molti, che questo nuovo albo possa portare ad una perdita di identità dei singoli professionisti, perché non è così. In particolare, il sospetto è che Geometri e Periti vogliano reciprocamente invadere i rispettivi campi operativi. Si tratta di una preoccupazione del tutto infondata. Ciascuno, infatti, all interno dell Albo unico, apparterrebbe ad un ben determinato settore e ad una o più sezioni di specializzazione, queste ultime correlate ad una specifica abilitazione. Noi abbiamo in mano un gran mercato e riusciremo a conservarlo solo se operiamo bene. L albo unico è l unica via possibile non solo per riformare e semplificare, ma anche per creare una rappresentanza globale di categoria, ora più che mai assolutamente necessaria. Fausto Savoldi - Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati Siamo pronti a far nascere un ordine nuovo È venuta l ora della chiamata a raccolta di tutti coloro i quali hanno come principio il buon senso. E in questa logica credo che non solo le professioni interessate, ma anche i cittadini di questo Paese devono essere pronti a dire la loro per l operazione che abbiamo in mente. Vogliamo creare, cioè, un ordine autonomo e autosufficiente per la professione di primo livello del settore ingegneristico. In questo ordine nuovo che dovrà crescere con un ordinamento nuovo e con competenze ben definite dovranno trovare collocazione, a pieno titolo, i Geometri, i Periti Agrari e i Periti Industriali che fino ad adesso sono stati collocati in tre organismi diversi. In questa logica le tre professioni interessate, ma anche i Laureati triennali devono mettere in campo tutte le risorse per fare andare avanti una proposta che è già alla Commissione Giustizia della Camera e che all articolo 4 prevede proprio questo tipo di soluzione. Giuseppe Jogna - Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati 10 Perito Agrario 3/2011

CO.GE.PA.PI Matera, 3 giugno 2011 Sala della Mediateca Si è svolto, in una sala, colma di professionisti, l incontro dibattito la cui organizzazione è stata affidata al nascente coordinamento CO.GE.PA.Pl. di Matera ed ha investito l intera Area Sud d Italia. I Presidenti Provinciali Dino Urgo, Emanuele Genchi e Giovanni Cotrufo hanno profuso ogni energia nella organizzazione cui hanno prontamente risposto i rispettivi Presidenti Nazionali, Jogna, Bottaro e Savoldi che, puntualmente, hanno aderito all incontro e fornito le forbite argomentazioni sulla improcrastinabile necessità di normare il futuro delle Professioni Tecniche alla luce della nuova organizzazione scolastica ed universitaria. I Presidenti Provinciali, convinti assertori della bontà delle argomentazioni le hanno fatte proprie, ed hanno invitato la platea a meditare sulla riforma e ad operare con ogni elemento utile perché la stessa, stante la necessità di, continuare a dare un futuro alle professioni che rischiano di scomparire dal pianeta professionistico, veda la concretizzazione nella corrente legislatura. A conclusione del vivace dibattito, e sentite le relazioni dei responsabili esponenziali delle Categorie è stato approvato, all unanimità, Documento Comune con il quale impegnano i rispettivi Consigli Nazionali ad operare congiuntamente ed incisivamente sulla indifferibile riforma delle professioni attraverso la nascita di un Albo unico valido ad accogliere i nuovi professionisti e quelli provenienti dagli attuali Albi dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali. Perito Agrario 3/2011 11

CO.GE.PA.PI Il giorno 3 giugno dell anno 2011 nella città di Matera, si sono riuniti gli esponenti dei Consigli Nazionali dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali, per illustrare lo stato dell arte, della riforma delle professioni. Si tratta di un per- giuntamente che trova concreta attuazione nei testi delle proposte di legge di iniziativa parlamentare. Questa ampia condivisione è stata confermata nel serrato confronto dibattito con i Presidenti dei Collegi Ascoltate le relazioni, esaminati gli interventi, i Presidenti dei Collegi presenti ritengono di accogliere pienamente le tesi dei Consigli Nazionali ed invitano gli stessi a perseverare nell azione ma delle professione nei contenuti e nell impostazione illustrata e approvata con le rappresentanze territoriali Ordine del giorno della riunione Provinciali dell Area Sud delle tre Categorie che hanno partecipato numerosi all incontro. Al termine, condividendo la necessità di rappresentare in maniera netta l indifferibilità della riforma delle Proposta di documento comune dell Area Sud del Co.Ge.Pa.Pi. I Presidenti dei Collegi fanno voti af- operino congiuntamente per giungere all ormai indifferibile riforma delle professioni, creando le condizioni per la nascita di un Albo unico che accolga sia i nuovi professionisti dell area tecnica formati in coerenza con la nor- professioni, specie in considerazione dell evoluzione dei percorsi formativi già attuata dalle riforme dell istruzione tecnica, i convenuti hanno ritenuto di sottoscrivere un documento comune sui risultati dei dibattito. mativa europea sulle professioni intellettuali sia i professionisti provenienti dai tre esistenti Albi dei Geometri, dei Periti Agrari e dei Periti Industriali. Auspicano che il Parlamento, sollecitato dai Consigli Nazionali, possa approvare nell arco dell attuale legislatura il disegno di legge attualmente all esame della Commissione Giustizia. 12 Perito Agrario 3/2011

POLITICA AGRICOLA COMUNE Quaderno degli appunti dalla U.E. Un Amico a Bruxelles manda qualche appunto sulla situazione della Politica Agricola dopo il 2013: più verde, più equa e più competitiva, dopo l approvazione del rapporto del relatore Dess dalla quale si evince che i Deputati Europarlamentari desiderano mantenere invariato fino al 2020 il bilancio UE per il settore agricolo, per far sì che agli agricoltori siano garantiti gli incentivi per fornire scorte di prodotti alimentari sicuri, per la protezione dell ambiente, per creare nuovi posti di lavoro e per assicurare la competitività del settore agricolo comunitario. In vista delle proposte della Commissione sul futuro della politica agricola comune, il Parlamento presenta la sua posizione per il prossimo bilancio a lungo termine per il periodo 2014-2020 e, in reazione a voci sul taglio degli aiuti al secondo pilastro della PAC, i Deputati hanno ripetuto il loro sostegno per assicurare adeguate risorse finanziarie anche per lo sviluppo rurale. Il voto invia un segnale chiaro e forte al commissario (Dacian Ciolo) e spero che la Commissione terrà presente il contenuto della relazione e lo incorporerà nella proposta legislativa finale, ha dichiarato Albert Dess (PPE, DE), relatore della risoluzione e dunque i percorsi operativi portano a : Rendere la PAC più verde Se la politica agricola dell UE mira a fornire prodotti alimentari sicuri e di alta qualità e contribuire alla protezione dell ambiente e alle energie rinnovabili, tale politica deve essere finanziata adeguatamente, secondo gli eurodeputati, in modo da fornire agli agricoltori un incentivo all utilizzo di tecniche moderne e ecocompatibili. I pagamenti diretti agli agricoltori dovrebbero essere più chiaramente legati alle misure verdi (basse emissioni di carbonio, basso consumo energetico). Un ampio sistema europeo di incentivi, finanziato dall UE al 100%, dovrebbe essere istituito per sostenere gli agricoltori che appoggiano lo sviluppo sostenibile. Più equa distribuzione dei finanziamenti UE I finanziamenti agricoli dovrebbero essere distribuiti più equamente tra gli Stati membri e tra le diverse categorie di agricoltori. Il Parlamento propone che ogni paese dell Unione Europea dovrebbe in futuro ricevere una percentuale minima della media UE dei pagamenti diretti. I deputati sono d accordo con l introduzione di un massimale per i pagamenti diretti per agricoltore, ma sottolineano che le nuove regole devono tener conto delle dimensioni delle aziende agricole e dei criteri oggettivi di occupazione nonché delle pratiche sostenibili. Per evitare un uso improprio del denaro pubblico, i pagamenti diretti dovrebbero essere riservati agli agricoltori attivi, cioè a coloro che effettivamente utilizzano la loro terra per la produzione. Stabilità: speculazione, gestione delle crisi e potere contrattuale degli agricoltori La lotta alla speculazione per le materie prime agricole e l estrema volatilità dei prezzi richiedono una soluzione a livello globale, secondo gli eurodeputati, in modo da garantire una maggiore stabilità per gli agricoltori e le forniture su larga scala di prodotti alimentari sicuri. Il Parlamento propone un sistema mondiale di notifica dello stato attuale delle scorte, per contrastare la speculazione selvaggia delle materie prime agricole. Situazione dei prodotti lattiero-caseari Per garantire la sicurezza dell approvvigionamento di prodotti lattierocaseari, i deputati hanno chiesto alla Commissione di monitorare il mercato lattiero-caseario per il periodo successivo al 2015. Il sistema attuale delle quote sarà soppresso nel 2014. I prossimi passi La risoluzione non legislativa è stata approvata per alzata di mano. La Commissione presenterà il suo progetto di pacchetto legislativo alla fine dell autunno e Parlamento e Consiglio saranno chiamati a decidere insieme sul contenuto definitivo della legislazione. La Risoluzione del Parlamento europeo del 23 giugno 2011 sulla PAC verso il 2020: rispondere alle future sfide dell alimentazione, delle risorse naturali e del territorio è disponibile sul sito www. peritiagrari.it/professione/attivitàprofessionale/ pac-agea Perito Agrario 3/2011 13

DIFESA DELLE PIANTE Blastofago dei Pini (tomicus destruens) di Leonardo Perronace Già nel numero 2 di questa rivista si evidenziavano i problemi connessi ai cambiamenti climatici e riguardanti la salute delle piante ( e di conseguenza la sicurezza di cose e/o persone) in ambiente urbano e periurbano. La notizia di un abbattimento di massa di 1500 Pinus Pinea vicino a Civitavecchia (Roma) a causa del Blastofago ci riporta di nuovo sull argomento. L abbattimento sembra essere stato necessario a causa di una infestazione incontrollata (ma non incontrollabile ) di una pineta molto fitta, con esemplari filati e di scarso pregio paesaggistico se presi in maniera isolata e che sta facendo da incubatrice per futuri attacchi a pinete nelle zone limitrofe. Ebbene i primi deperimenti e le prime morie di Pini in Italia si sono verificati già a metà del secolo scorso, la diffusione massiccia del Blastofago dei Pini nei nostri territori 14 ha assunto proporzioni veramente preoccupanti a partire dalla fine degli anni 90. Nel centro e nel meridione si è presto dimostrato estremamente temibile. E breve il periodo, 2-5 anni, durante il quale tale insetto riesce a portare a morte un esemplare originariamente sano. Il tempo impiegato per completare il ciclo di deperimento dell ospite ovviamente si accorcia proporzionalmente all aumentare delle condizioni avverse dell ambiente in cui vegetano i Pini stessi; è evidente quindi che in città tale ciclo è molto più breve, con casi di alberi già stressati portati a morte in una sola stagione vegetativa. Il T. dèstruens è specie che ama vivere in luoghi caldi, infatti è normalmente diffuso nell Europa meridionale e lungo le coste del Mediterraneo. In Italia è ormai stato segnalato ovunque, anche se tende a colonizzare più frequentemente le pinete costiere e di bassa collina. È estremamente polifago in quanto in grado di attaccare tutte le specie appartenenti al genere Pinus. Si tratta di un insetto xilofago, che si nutre di tessuti vegetali di varia natura con prevalenza di quelli di zona floematica. L adulto è di colore Perito Agrario 3/2011 bruno nero lucente, lungo 4 mm circa. Sverna in vari stadi di sviluppo sia come adulto sulla chioma che come larva nelle gallerie all interno dei tessuti floematici. I giovani sfarfallano in due ondate principali la prima tra la fine di aprile e la prima metà di maggio e la seconda tra la metà di maggio ed i primi di giugno; l attività a carico dei germogli continua fino alla fine dell estate, alcuni adulti si possono trovare ancora in autunno inoltrato. I giovani adulti penetrano alla base dei rametti terminali e li percorrono per quasi tutta la loro lunghezza fuoriuscendo solo in prossimità del ciuffetto di aghi posti all estremità superiore; ciascuno esemplare ripete più volte questo percorso su vari rametti. È importante notare come allo stadio larvale il Blastofago si insedi nei tessuti corticali di piante già deperienti; mentre gli adulti invece riescono a comportarsi da fitofagi

DIFESA DELLE PIANTE Art.75 (Parassiti sottoposti a lotta in ambito regionale) primari ed attaccano i getti apicalidi piante vigorose più o meno vicine ai focolai di iniziale sviluppo. I pini così attaccati vengono predisposti agli attacchi secondari a carico dell area floematica, con conseguenze tragiche per la pianta; in breve iniziano a morire gli esemplari arborei più deboli e sofferenti ed il focolaio si diffonde a macchia d olio. Il ciclo del T. dèstruens può subire modifiche in relazione alle condizioni climatiche locali, si può infatti assistere a variazioni anche sensibili del numero di generazioni completate in un anno: in varie pinete del centro sud Italia infatti il Blastofago si è dimostrato in grado di completare una seconda generazione entro l autunno. La Regione Lazio, con la L.R. 28 Ottobre 2002, n.39 Norme in materia di gestione delle risorse forestali all Art.75 (Parassiti sottoposti a lotta nel territorio regionale) stabilisce: I primi danni arrecati dal coleottero in questione sono l effetto dell attacco primario degli adulti sui getti terminali; questi cadono ancora verdi o disseccano pur rimanendo sulla chioma; tutto ciò porta le piante infestate a divenire velocemente suscettibili agli attacchi secondari al tronco, il cui esito è quasi sempre letale per le 1. Fermo restando quanto stabilito dalla normativa statale in materia di lotta fitosanitaria obbligatoria, su indicazione del servizio fitosanitario regionale, in cui si specifica l estensione del territorio interessato, sono sottoposti a lotta su tutto il territorio regionale, i seguenti parassiti: a) Pytophthora spp.,agente del mal dell inchiostro; b) Seiridium cardinale (Wag.) Sutton et Gibson, agente del cancro del cipresso; c)sphaeropsis sapinea Fr. Dyko et Sutton, agente di seccumi su Pinus sspp; d)tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperda L., I blastofagi del pino. 2. La Regione attua forme di prevenzione e lotta contro i parassiti del castagno secondo quanto stabilito dall articolo 54. 3. Le modalità di lotta contro i parassiti di cui al comma 1 sono indicate nel regolamento forestale. 4. La Giunta regionale, con propria delibera, può aggiornare l elenco dei parassiti sottoposti a lotta ai sensi del comma 1. Mentre nel relativo Regolamento Attuativo n 7 del 18 aprile2005 all Art.98 si stabilisce: Art. 78 (Parassiti sottoposti a lotta in ambito ragionale) Comma 2. La lotta ai parassiti indicati dall art.75 della legge forestale è effettuata secondo le seguenti modalità: a).. b).. c) il Tomicus destruens (Wollaston) e Tomicus piniperde L., i blastofagi del pino, mediante interventi di distruzione delle piante il cui tronco presenti numerosi fori di sfarfallamento. Comma 3. Per i parassiti di cui al comma 2 è obbligatoria la segnalazione all ente competente e al Servizio Fitosanitario Regionale, mediante lettera raccomandata. Comma 4. In essenza di vincoli ed altre disposizioni specifiche sui criteri e le modalità per l abbattimento delle piante, gli interessati possono procedere all abbattimento delle piante infestate dai patogeni senza necessità dell autorizzazione o della comunicazione di cui all articolo 7, purché l intervento, da realizzarsi nell arco di un biennio, riguardi piante isolate o piccoli nuclei di non oltre cinque piante per ettaro, ovvero determini una superficie continua scoperta di non oltre 1.000 metri quadrati per ettaro. Negli altri casi è richiesta la valutazione di un tecnico agroforestale abilitato. Qualsiasi intervento di abbattimento deve essere comunicati mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, al Servizio fitosanitario regionale, all ente competente, al Corpo Forestale dello Stato competente per territorio e, qualora l intervento riguardi un area ricadente all interno di un area protetta, all ente gestore dell area stessa. Perito Agrario 3/2011 15

DIFESA DELLE PIANTE piante stesse. Sintomi precisi della presenza dell insetto sono quindi: - La frequente presenza a terra dei getti terminali ancora verdi; - Chiome rade, trasparenti di colore verde chiaro giallastro viranti, con il passare del tempo, verso il bruno; - Chiome dall aspetto opaco e non lucente come nel caso di esemplari sani; - Sugli esemplari più giovani è facile notare chiome avvizzite con ciuffetti terminali rivolti verso il basso; - Sui fusti con corteccia ancora sottile, sulle branche e sui rametti terminali è possibile notare le caratteristiche concrezioni di resina cristallizzata generatisi alla base dei fori di entrata e di uscita degli insetti. 16 La lotta al Blastofago è particolarmente difficile ma non impossibile. Solo una sequenza di interventi mirati e seguiti da un Tecnico specializzato può portare all eradicazione del temibile fitofago. Una volta scoperta la presenza in pineta si dovrà procedere urgentemente a: - Abbattimento degli esemplari irrimediabilmente compromessi in quanto troppo avanti nel ciclo di deperimento; - Allontanamento del materiale risulta senza ulteriori lavorazioni in situ onde evitare la fuoriuscita di adulti da tessuti infestati con relativo smaltimento in fornace; - Realizzazione di trappole (da effettuarsi in pineta) con l ausilio di toppi di Pino sani accatastati in numero adeguato in relazione al grado di infestazione ed al sesto d impianto. La catasta dovrà essere monitorata frequentemente ed eliminata con le modalità di cui al punto precedente non appena sia stata rilevata una buona presenza di insetti. - Trattamento fitosanitario endoterapico curativo, da effettuarsi due volte l anno; la prima tra aprile e giugno e la seconda tra la fine di agosto e la fine di settembre, quando la popolazione dell insetto è costituita da soli adulti e prima della deposizione delle uova. In tale fase del suo ciclo biologico il Blastofago si trova posizionato sulla chioma e quindi più vulnerabile in Perito Agrario 3/2011 quanto facilmente raggiungibile dal fitofarmaco iniettato nel sistema linfatico dell albero. Trattamento endoterapico di supporto. Somministrazione di nutrienti e bioattivatori con lo scopo di favorire la ripresa fisiologica e vegetativa degli alberi colpiti favorendo al contempo la regolare circolazione linfatica (fondamentale per la traslocazione dell insetticida). E inutile ricordare a noi, ma sarebbe utile ricordarlo alle Amministrazioni Locali Pubbliche, come i Periti Agrari siano in grado di intervenire e proporsi quali professionisti preparati a risolvere tempestivamente danni ambientali gravissimi.

AGRO-CHEMICALS Agricoltura, approvato lo stato di emergenza fitosanitaria Per fronteggiare al meglio i danni provocati dalla diffusione dei parassiti in agricoltura, il Consiglio dei Ministri, nella riunione del 31 maggio 2011, ha proclamato lo stato di emergenza fitosanitaria. Il provvedimento, proposto dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio Romano, si è reso necessario per realizzare un potenziamento ed un maggiore coordinamento nella lotta ai vari organismi nocivi che, soprattutto nell ultimo periodo, hanno causato rilevanti danni alle produzioni agricole e all ambiente, con ripercussioni economiche e paesaggistiche. Anche a causa della globalizzazione dei mercati, infatti, alcune specie di insetti e microrganismi patogeni sono stati introdotti accidentalmente in Italia da altre aree geografiche con il trasporto di mezzi e persone, dopo di che si sono acclimatati e diffusi con rapidità. Le piante colpite da parassiti potrebbero, indirettamente, diventare un rischio per l incolumità pubblica, in quanto le larve degli insetti scavano profonde gallerie all interno della pianta, non visibili dall esterno, che possono provocarne la caduta. Evidenti, poi, i danni provocati direttamente agli agricoltori a causa della perdita delle produzioni, dell obbligo di distruzione delle piante infette, e le perdite dirette dovute al possibile blocco delle esportazioni di produzioni agroalimentari. Questi alcuni degli strumenti indicati nel provvedimento per fronteggiare la crisi: aree di intervento per il contenimento dell emergenza fitosanitaria relativamente ad alcuni organismi nocivi, nonché individuazione delle misure di messa in sicurezza; sanitari regionali, delle Regioni e degli enti locali per le suddette azioni; formazione, ricerca e sperimentazione, prevedendo l istituzione di un tavolo di concertazione con enti ed istituti di ricerca pubblici e privati; un albo degli operatori economici che possono effettuare interventi per l eradicazione o il contenimento degli organismi; per fornire indicazioni circa i rischi della diffusione degli organismi nocivi, anche attraverso un piano di comunicazione a supporto dell attuazione degli interventi previsti; dedicata specificatamente a questa tematica. Tra i vari agenti dannosi che hanno determinato l emergenza, il tarlo asiatico (Anoplophora chinensis), che si sta diffondendo in alcuni comuni della Lombardia, del Lazio e del Veneto, colpendo diverse piante forestali come aceri, faggi, platani e pioppi, ma che potrebbe presto interessare anche molte altre specie, tra cui varie piante da frutto dei generi prunus, malus e citrus. Nel caso delle palme, invece, colpite dal punteruolo rosso, la forte diffusione dell insetto sta portando ad un cambiamento del paesaggio in tutte le regioni interessate. Fonte: Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Redazione governo.it - Maddalena Baldi Perito Agrario 3/2011 17

FABBRICATI NASCOSTI In premessa occorre precisare che l Agenzia del Territorio allo scadere del termine del 30/04/2011, come definito dal D.L. 18 29/12/2010 n. 225, ha attivato le procedure per assegnare in via speditiva rendite presunte agli immobili mai dichiarati ; questo in base agli elementi desunti dai noti rilievi aerofotogrammetrici integrati da elementi acquisiti con sommari sopralluoghi a vista (rispondenza agli obblighi, tipologia d uso presunta, numero dei piani presunto, ecc.) nonché con riprese fotografiche dirette. Tali informazioni saranno poi inserite in un software, una specie di Docfa semplificato, che oltre a schedare gli immobili predisporrà l inserimento in banca dati di una Rendita Presunta. Come noto, tali rendite avranno rilevanza fiscale con decorrenza dal 01/01/2007 e non saranno notificate ma solo affisse nell albo pretorio di ogni Comune, con avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, oltre a poter Perito Agrario 3/2011 essere visionate negli Uffici Catastali; gli Uffici locali dell Agenzia del Territorio stanno già predisponendo i cosiddetti fascicoli per i controlli. Si evidenzia che tale azione certamente sarà soggetta alla applicazione di diritti catastali e comunque non esimerà l interessato al completo accatastamento dell immobile in base alla vigente normativa, pena la ulteriore azione di surroga da parte dell Agenzia del Territorio. Inoltre si sottolinea che tale rendita ovviamente non assolverà gli obblighi di conformità catastale dei beni di cui al D.L. 31/05/2010 n. 78. In considerazione della rilevanza di tale scadenza ed azioni successive, nonché per la rilevanza delle sanzioni ora quadruplicate, come già in precedenza indicato, su indicazione del CNPA i Periti Agrari attivi nel settore svolgano, anche in sintonia con le locali sedi dell Agenzia del