LA PROBLEMATICA DELLA CATTURA DI UCCELLI SELVATICI DA UTILIZZARE COME RICHIAMI VIVI NELL AMBITO DELLA NORMATIVA ITALIANA ED EUROPEA. Jacopo G.



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LA PROBLEMATICA DELLA CATTURA DI UCCELLI SELVATICI DA UTILIZZARE COME RICHIAMI VIVI NELL AMBITO DELLA NORMATIVA ITALIANA ED EUROPEA Jacopo G. Cecere

LA LEGGE 157/92 La Legge n. 157 dell 11 febbraio 1992 è il principale strumento della normativa italiana per regolamentare la protezione della fauna selvatica, l attività venatoria. E inoltre lo strumento principale attraverso il quale viene recepita la Direttiva Uccelli 2009/147/CE. L articolo 4, paragrafi 3 e 4, e l articolo 5 regolamentano la cattura e la cessione a fini di richiamo delle seguenti specie: Pavoncella Colombaccio Allodola Cesena Tordo sassello Tordo bottaccio Merlo

LE CATTURE A FINI DI RICHIAMO

IN EMILIA ROMAGNA Nel 2012 sono stati abilitati impianti di cattura in 3 province: Ravenna, Forlì- Cesena e Bologna. Specie Autorizzati Catturati Pavoncella 75 64 Colombaccio 1 1 Allodola 466 455 Tordo sassello 1910 1143 Tordo bottaccio 1445 1391 Cesena 5281 555 Merlo 725 656 TOTALE 9903 4265

LA PROCEDURA DI INFRAZIONE Nel dicembre del 2010 la Commissione Europea avvia la richiesta EU PILOT 1611/10/ENVI nei confronti dell Italia per non corretta applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147 CE in materia di cattura richiami vivi. La procedura d infrazioned infrazione: la Commissione europea, nella sua qualità di "guardiana" dei Trattati, vigila sull adempimento, da parte degli Stati membri, degli obblighi ad esso incombenti in forza dei Trattati. La procedura d'infrazione costituisce uno strumento indispensabile per garantire il rispetto e l'effettività del diritto dell'unione. Quando rileva la violazione di una norma europea, la Commissione europea procede all'invio di una "lettera di messa in mora", concedendo allo Stato un termine di due mesi entro il quale presentare le proprie osservazioni.

LA PROCEDURA DI INFRAZIONE Qualora lo Stato membro non risponda alla lettera di messa in mora nel termine indicato oppure fornisca alla CE risposte non soddisfacenti, quest'ultima può emettere un parere motivato con il quale cristallizza in fatto e in diritto l'inadempimento contestato e diffida lo Stato a porvi fine entro un dato termine. Nel caso in cui lo Stato membro non si adegui al parere motivato, la Commissione può presentare ricorso per inadempimento davanti alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee contro lo Stato in questione. Se la Corte di Giustizia accerta che uno Stato membro ha mancato ad uno degli obblighi ad esso incombenti in virtù del Trattato, questo è tenuto a prendere i provvedimenti che l'esecuzione della sentenza comporta, ponendo fine all infrazione. Il procedemento può infine portare al pagamento di una sanzione pagamento di una sanzione adeguata alla gravità e alla persistenza dell inadempimento.

IL CASO EU PILOT 1611/10/ENVI Al momento il caso EU PILOT riguardante i richiami vivi è giunto alla stato di Costituzione di Messa in Mora (20-02 02-14) dello Stato Italiano da parte della CE. Ciò a seguito di non soddisfacenti risposte giunte dallo Stato Italiano e soprattutto dalla persistenza dell inadempimento contestato.

COSA VIENE CONTESTATO DALLA CE? Violazione dell art. 8, 8 in combinato con l allegato IV. Art. 8 della Direttiva Uccelli Per quanto riguarda la caccia, la cattura o l uccisione di uccelli nel quadro della presente direttiva, gli Stati membri vietano il ricorso a qualsiasi mezzo, impianto o metodo di cattura o di uccisione in massa o non selettiva o che possa portare localmente all estinzione di una specie, in particolare quelli elencati all allegato IV, lettera a). Tale violazione si configura anche perché le disposizioni oggetto della procedura sono adottate senza che siano rispettate le condizioni previste dall art. 9 (deroghe). In sostanza, le catture per richiami vivi si devono configurare all interno del regime di deroga previsto dall art. art. 9 della Direttiva Uccelli

L ARTICOLO 9 Art. 9, par. 1 della Direttiva Uccelli Sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti, gli Stati membri possono derogare agli articoli da 5 a 8 per le seguenti ragioni: a) - Nell interesse della salute e della sicurezza pubblica e aerea; - per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque; - per la protezione della flora e della fauna. b) Ai fini di ricerca, dell insegnamento, del ripopolamento e della reintroduzione. c) Per consentire in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità.

LE SOLUZIONI ALTERNATIVE Sempre che non vi siano altre soluzioni soddisfacenti (Art. 9, par.1) L allevamento in cattività delle specie da utilizzarsi come richiami rappresenta una modalità di approvvigionamento in grado di sostituire il prelievo in natura e consentire quindi l applicazione piena dello spirito e del dettato dell art.9, della Direttiva Uccelli 2009/147/CE. Tale posizione è espressa: - nei pareri ISPRA da diversi anni; - nelle sentenze della Corte Costituzionale n. 266 del 22/07/10 e n. 190 del 17/06/11; - nelle sentenze TAR Lombardia n. 1391 del 19/07/12 e n. 1865 del 16/07/13; - Nella lettera di Costituzione di Messa in Mora dello Stato Italiano da parte della CE del 20/02/14.

LE SOLUZIONI ALTERNATIVE Nella lettera di Costituzione di Messa in Mora dello Stato Italiano da parte della CE si legge: - Poiché la cattura di richiami vivi appartenenti alle 7 specie cacciabili è finalizzata alla caccia delle stesse specie di uccelli, la CE considera che la stessa potrebbe avvenire senza l utilizzo di richiami - oppure per mezzi di richiami a bocca laddove si dimostrasse l assoluta l necessità di utilizzare dei richiami vivi, si potrebbero utilizzare esemplari allevati in cattività.

ALTRI ASPETTI: REGOLARITÀ, CONTROLLO La cattura di uccelli ai fini di richiamo è avvenuta in maniera pressoché continuativa per 20 anni. Decade dunque l approccio di deroga, ovvero di situazione eccezionale, non ordinaria. Assenza di adeguati sistemi di controllo e di una Banca Dati regionale.

SPECIE IN CATTIVO STATO DI CONSERVAZIONE Il regime di cattura di Allodola e Pavoncella è in contrasto con l art. 19 bis par. 3 della 157/92 così come di recente modificata, il quale vieta esplicitamente l uso di deroghe per le specie la cui consistenza numerica sia in grave diminuzione. L attuale regime di cattura per queste due specie è inoltre in contrasto con la condizione relativa all impiego misurato prevista dall art. 9,1, c.

IL CASO DELL ALLODOLA In Italia, negli ultimi 13 anni, la pop. nidificante ha mostrato un declino del 39% La specie è considerata in Italia Vulnerabile per il rischio di estinzione. I dati di monitoraggio scaturiti dal Pan-European Common Bird Monitoring Scheme mostrano per la specie un declino non trascurabile a livello europeo sia nel lungo (ultimi 30 anni) che per il più breve periodo (ultimi 20 anni). L attività venatoria in Europa nei confronti di Allodola e Pavoncella dovrebbe essere subordinata alla redazione e attuazione di Piani di Gestione (Direttiva Uccelli).

GRAZIE PER L ATTENZIONE! L Tutte le foto sono di Daniele Occhiato