Le proposte del CINI per la Riforma della cooperazione allo sviluppo italiana.



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Le proposte del CINI per la Riforma della cooperazione allo sviluppo italiana. Premessa Con il presente documento, le Organizzazioni aderenti al CINI Coordinamento Italiano Network Internazionali - desiderano mettere a disposizione del legislatore alcuni spunti di riflessione e l esperienza derivante dalla loro stessa natura di organizzazioni internazionali, per fornire un contributo utile e costruttivo al dibattito che si sta svolgendo a livello parlamentare sulla Riforma della Cooperazione allo Sviluppo. Il CINI crede fermamente nel processo di Riforma che è in corso non solo perché è oramai evidente quanti e quali siano i limiti della legge 49/87, ma soprattutto perché una nuova e più adeguata legge sulla Cooperazione permetterà all Italia di svolgere un ruolo consono alle proprie responsabilità nel campo della Cooperazione, della solidarietà internazionale e per la pace. In tale contesto, il CINI ha accolto molto favorevolmente e riconosce il valore politico della presentazione di un Disegno di Legge da parte del Governo. Questo documento nasce anche dalla necessità di costruire un percorso di riforma il più ampio e condiviso possibile. Come ha dimostrato una ricerca condotta dal CINI nel febbraio del 2006, un grandissimo numero di cittadini italiani è direttamente o indirettamente interessato ai temi legati alla Lotta alla Povertà ed intende seguire l evoluzione delle politiche italiane in materia, come impegno di partecipazione civile. Riteniamo quindi sia nostro dovere rispondere alle molte sollecitazioni, monitorando il percorso della Riforma e informando puntualmente le centinaia di migliaia di cittadini italiani che condividono i nostri stessi valori e con cui regolarmente le nostre organizzazioni comunicano. Negli anni molte sono state le proposte di legge di Riforma della Cooperazione ma nessuna è mai stata approvata perché, troppo spesso, sono prevalsi gli interessi di parte sull interesse collettivo e sulla necessità, pur formalmente condivisa, di riformare il settore. Per questo il CINI auspica che oggi, nell ambito del dibattito parlamentare, ogni componente faccia la sua parte con piena responsabilità, riconoscendo l urgenza e la necessità di arrivare alla Riforma. Una Riforma che sia l espressione di una nuova volontà politica, che sia veramente innovativa, che metta al centro la lotta alla povertà, la promozione della solidarietà, la pace, la sostenibilità ambientale e, come chiesto anche dagli Stati Generali (di cui il CINI fa parte) che sia fondata sul principio della coerenza delle politiche, ovvero che gli obiettivi di solidarietà internazionale e di lotta alla povertà siano sostenuti da adeguate politiche per il commercio internazionale, l ambiente, la sicurezza, l agricoltura e i processi migratori. La Riforma della cooperazione deve essere allineata ai principi di coordinamento e armonizzazione delle attività dei cosiddetti Paesi

donatori, nonché con quello dell allineamento con le priorità dei Paesi destinatari dell aiuto. Sulle basi di questa premessa il CINI auspica che si apra una discussione approfondita tra le forze di maggioranza e di opposizione che tenga conto degli interessi del nostro paese e della volontà più volte fortemente espressa dalla società civile. La cooperazione allo sviluppo. Che le attività di cooperazione allo sviluppo del nostro paese siano, da molti anni, ai minimi storici, sia per motivi economici che, soprattutto, per evidente mancanza di volontà politica, è un dato di fatto, come pure che il quadro geopolitico sia profondamente cambiato sia dalla stessa epoca di approvazione della legge n. 49 che vedeva i due blocchi contrapposti, ma anche dagli avvenimenti dell 11 settembre e la guerra in Iraq, l esperienza Tsunami ed il blocco del processo costituente europeo. Questo contesto presuppone un ripensamento dell idea stessa di cooperazione. Senza entrare in analisi geopolitiche su aree specifiche che esulano da questo documento, teniamo comunque a sottolineare l esigenza di una riflessione complessiva sul ruolo ma anche sui soggetti istituzionali e non, che operano nella materia, sia in campo europeo che internazionale. Una riflessione che non può evidentemente limitarsi alla sole regole di gestione dell Aiuto Pubblico allo Sviluppo, ma deve comprendere anche le modalità secondo le quali le politiche di sviluppo vengono decise e le risorse conseguenti assegnate. A nostro parere occorre quindi pensare in termini complessivi, ossia, di sistema-paese della cooperazione allo sviluppo includendo, per la parte di competenza di ognuno, tutti i soggetti interessati. Noi crediamo che il sistema della cooperazione e della solidarietà internazionali debba soprattutto mettere in grado il Paese, attraverso l insieme dei soggetti interessati, di essere coerente con gli impegni internazionali sia dal punto di vista operativo che finanziario. Ricordando l importanza strategica del rispetto degli obiettivi del Millennio, che l Italia ha ratificato nel 2000 insieme ad altri 189 Paesi, ribadiamo come precondizione per una riforma efficace della cooperazione la necessità di destinare almeno lo 0,7% del PIL entro il 2015 alla lotta alla povertà nel mondo e alla sostenibilità ambientale. Siamo inoltre convinti che sia necessario escludere dal calcolo dell APS la riduzione e la cancellazione del debito - per il quale esiste e va ulteriormente applicata la legge 209, con particolare riguardo all art 7 che prevede il rispetto della coerenza tra le regole internazionali che disciplinano il debito estero dei Paesi in via di sviluppo e il quadro dei principi generali del diritto e dei diritti umani e dei popoli. Elementi essenziali per una buona Riforma In attesa che il DDL venga portato per la discussione in Commissione Esteri del Senato, desideriamo condividere gli elementi essenziali della Riforma della Cooperazione che auspichiamo:

Sosteniamo innanzitutto l importanza e la necessità di una nuova visione strategica della cooperazione, che implica l inserimento a pieno titolo della politica di cooperazione internazionale tra le politiche fondamentali del nostro Paese. Il CINI ritiene che sia ineludibile l innovazione istituzionale del sistema della cooperazione che, sul profilo della responsabilità politica, si concretizzi in una figura di livello governativo che sieda in Consiglio dei Ministri e che, sul profilo attuativo, gestionale e finanziario, veda l istituzione di un Agenzia e la creazione di un Fondo unitario. Crediamo inoltre che debba essere definitivamente riconosciuto il valore del contributo che la società civile, del Sud e del Nord del mondo, può e deve continuare a dare alla cooperazione internazionale. 1) La Coerenza dell APS italiano con gli impegni presi in occasione dei Vertici internazionali e con il quadro europeo. Il CINI auspica che la Riforma consideri fondamentale il rilancio di un impegno forte e coerente nelle istituzioni multilaterali, e che ciò sia frutto di un disegno strategico, strutturato e di lungo periodo. Riteniamo fondamentale la coerenza con gli impegni e gli orientamenti presi in sede ONU, UE e OCSE, nonché un nuovo impegno per l armonizzazione e la qualità degli aiuti. Appare altrettanto importante assicurare la coerenza tra le politiche dei Ministeri che a diverso titolo e nell ambito delle loro competenze, interagiscono con i paesi partners sui temi che costituiscono la cooperazione. Il CINI sostiene una regia politica unitaria che possa esprimere il massimo livello di coerenza e coordinamento delle politiche e che si concretizzi in una figura di livello governativo che sieda in Consiglio dei Ministri. Riteniamo che il fine della coerenza debba essere assicurato tramite l approvazione di un piano pluriennale che fissi obiettivi, strumenti, investimenti e quant altro necessario alla realizzazione degli obiettivi. Desideriamo infine mettere l accento su un punto particolarmente qualificante della proposta di Riforma che il CINI ha da sempre condiviso perché basilare per una Riforma giusta e solidale. Parliamo dell esclusione esplicita delle spese militari e della pratica degli aiuti legati (tied aid), che sembrano ormai elementi rappresentativi di un mondo passato e non più giustificabili nel contesto attuale. 2) Le Istituzioni della cooperazione: l Agenzia Siamo favorevoli ad un ente dotato di piena autonomia gestionale e contabile oltre che di finanziamenti certi. L'ente deve avere la responsabilità della gestione delle attività di cooperazione, oltre alla capacità di attuare gli indirizzi strategici approvati in sede governativa. Ribadiamo a questo proposito alcune posizioni di fondo: A) L Agenzia deve operare coerentemente con la definizione di Aiuto Pubblico allo Sviluppo che prevede che i finanziamenti per le attività prevedibili nei piani pluriennali siano appunto pubblici e derivino dalla fiscalità di stato.

B) Vanno evitate le disfunzioni causate dalla frammentazione delle responsabilità e dei fondi tra diverse amministrazioni. C) Va riconosciuto appieno il ruolo della società civile del sud e nord del mondo nella definizione delle attività di cooperazione a partire dalla stessa pianificazione. In questo le ONG non devono esser considerate come meri implementatori ma come partners capaci di propositività e autonomia. 3) Soggetti della cooperazione e l interlocuzione politica Crediamo che la riforma debba essere coerente con l affermazione di valorizzare al massimo il ruolo dei soggetti pubblici e privati, in tal caso anche includendo una serie di regole condivise in merito alla qualità dei soggetti stessi ( codici di condotta per le imprese, albo dei requisiti per le ONG ed Onlus, Enti locali) Riteniamo che nella Riforma vi debba essere spazio significativo per i nuovi temi che oggi qualificano una idea innovativa di cooperazione. Questo significa anche, a nostro parere, attivare l interlocuzione e la progettualità attraverso i soggetti espressione di questi interessi tematici: reti del commercio equo, movimenti in difesa dei diritti umani, movimenti delle donne, componenti ambientaliste o legate al microcredito, e quanti altri abbiano in questi ultimi anni dimostrato di poter avanzare e gestire proposte innovative nel panorama di una cooperazione che è radicalmente cambiata nel merito e nel metodo dall epoca della 49/87. Il CINI sottolinea infine che un vero percorso di Riforma deve necessariamente includere anche la previsione di strumenti e di sistemi di controllo atti a garantire la qualità e l efficacia degli interventi di cooperazione governativa e non governativa. 4) Le strutture dell interlocuzione Il CINI ritiene che la rappresentanza delle ONG all interno dell Agenzia potrebbe innanzitutto sostanziarsi tramite l istituzione di un tavolo permanente di livello interministeriale dove le organizzazioni non governative e tutti gli altri soggetti privati della cooperazione possano interloquire con le strutture preposte non solo sul piano progettuale, ma su quello della coerenza tra le politiche. È su questa base, con il riconoscimento del dialogo tra tutte le componenti del sistema cooperazione, ivi compresa la diplomazia, che l Agenzia può e deve essere forte, ben strutturata, e adeguata al contesto mondiale degli attori governativi della cooperazione internazionale.

QuickTime e un decompressore TIFF (Non compresso) sono necessari per visualizzare quest'immagine. 12 Ottobre 2007 Marco De Ponte Segretario Generale ActionAid International Valerio Neri Direttore Generale Save the Children Italia Raffaele K. Salinari Presidente Terre des hommes Italia Massimo Zortea Presidente VIS Michele Candotti Segretario Generale WWF Italia Francesco Aureli Direttore Generale AMREF Italia