PROPOSTA DI RISOLUZIONE



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PARLAMENTO EUROPEO 2009-2014 Commissione per lo sviluppo 17.12.2013 B7-0000/2013 PROPOSTA DI RISOLUZIONE presentata a seguito dell'interrogazione con richiesta di risposta orale B7-0000/2013 a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento sulla malnutrizione infantile nei paesi in via di sviluppo (0000/2013(RSP)) Eva Joly a nome della commissione per lo sviluppo RE\1013584.doc PE526.114v01-00 Unita nella diversità

B7-0000/2013 Risoluzione del Parlamento europeo sulla malnutrizione infantile nei paesi in via di sviluppo (0000/2013(RSP)) Il Parlamento europeo, vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948, e in particolare l articolo 25, che riconosce il diritto all alimentazione quale parte integrante del diritto ad un livello di vita adeguato; vista la Convenzione internazionale sui diritti culturali, sociali ed economici, e in particolare l articolo 11 che riconosce il diritto a un tenore di vita adeguato, compresa un alimentazione adeguata nonché il diritto fondamentale di essere liberi dalla fame, visto il protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, adottato nel 2009, che fa del diritto all alimentazione un diritto rivendicabile a livello internazionale; vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e in particolare i suoi articoli 24, paragrafo 2, lettera c, e 27, paragrafo 3, vista la Dichiarazione sulla sicurezza alimentare nel mondo adottata in occasione del Vertice mondiale sull'alimentazione tenutosi a Roma nel 1996, visti gli orientamenti volontari sul diritto all alimentazione, adottati dalla FAO nel 2004, che forniscono agli Stati una guida su come attuare i loro obblighi in materia di diritto all alimentazione, visti gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, e in particolare l obiettivo 1: eliminare la povertà estrema e la fame entro il 2015, e l obiettivo 4: ridurre la mortalità infantile, vista la Convenzione sull'assistenza alimentare, adottata nel 2012, vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo: L assistenza alimentare umanitaria (COM(2010)0126), vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo: Un quadro strategico dell'ue per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare (COM(2010)127), vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo: L approccio dell Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare (COM(2012)586), vista la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dal titolo Migliorare l alimentazione materna e infantile nell assistenza esterna: un quadro strategico dell Unione (COM(2013)0141), PE526.114v01-00 2/6 RE\1013584.doc

vista la sua risoluzione su un quadro strategico dell'unione europea per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare (P7_TA(2011)0410), vista la sua risoluzione sull'approccio dell'ue alla resilienza e la riduzione del rischio di catastrofi nei paesi in via di sviluppo: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare (2013/2110(INI)), del 18 dicembre 2013, vista l'interrogazione alla Commissione sulla malnutrizione infantile nei paesi in via di sviluppo (O-0000 B7-0000/2013), visti l'articolo 115, paragrafo 5, e l'articolo 110, paragrafo 2, del proprio regolamento, A. considerando che quasi un miliardo di persone soffrono ancora la fame, e che, nel mondo, almeno 225 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni soffrono di malnutrizione acuta e cronica, di cui si stima che 2,6 milioni muoiano ogni anno nei paesi in via di sviluppo; B. considerando che, stando all OMS, la malnutrizione è di gran lunga la principale causa di mortalità infantile ed è all origine del 35% del carico di morbilità dei bambini di età inferiore ai 5 anni; C. considerando che la nutrizione dei bambini di età pari o inferiore ai 5 anni dipende in ampia misura dal livello di nutrizione delle loro madri durante la gravidanza e l'allattamento; D. considerando che la malnutrizione è anche causa di morbilità e perdita di produttività e ostacola lo sviluppo sociale ed economico nei paesi in via di sviluppo; E. considerando che, a causa delle ripercussioni del cambiamento climatico sulla produzione agricola - e quindi sulla nutrizione il numero di bambini malnutriti dovrebbe aumentare; F. considerando che sebbene i governi del Vertice mondiale dell'alimentazione del 1996 abbiano riaffermato il diritto all alimentazione e si siano impegnati a dimezzare il numero di affamati e malnutriti da 840 a 420 milioni entro il 2015, il numero di persone affamate e malnutrite, in particolare i bambini, è aumentato negli ultimi anni, principalmente a causa delle crisi alimentari del 2008 e del 2011, G. considerando che diversi strumenti giuridici internazionali collegano il diritto all alimentazione con altri diritti umani, tra cui il diritto alla vita, il diritto alla sussistenza, il diritto alla salute, il diritto alla proprietà, il diritto all'istruzione e il diritto all'acqua; H. considerando che il diritto all alimentazione e a una buona nutrizione per tutti è fondamentale ai fini del conseguimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (OSM); e che l'alimentazione è collegata alla maggior parte, se non a tutti, gli OSM che, a loro volta, sono strettamente interconnessi; I. considerando che le organizzazioni internazionali hanno più volte confermato che la produzione alimentare è sufficiente a sfamare tutta la popolazione mondiale e che pertanto la malnutrizione infantile è piuttosto un problema imputabile alla distribuzione alimentare RE\1013584.doc 3/6 PE526.114v01-00

e/o alla povertà; 1. sottolinea che le cause della malnutrizione infantile sono numerose, e, per la maggior parte, di origine antropica e quindi evitabili, e che vanno dalla distribuzione ineguale delle risorse e/o il loro utilizzo non sostenibile, alla discriminazione nei confronti delle donne e dei bambini, ai problemi di salute causati da sistemi sanitari carenti, alla mancanza di governance; 2. insiste sul fatto che le autorità pubbliche debbono garantire le tre dimensioni del diritto all alimentazione: la disponibilità, vale a dire la possibilità di nutrirsi direttamente da terreni produttivi o altre risorse naturali, o grazie a sistemi di distribuzione, lavorazione e commercializzazione ben funzionanti; l'accessibilità, ossia la garanzia di poter accedere sia economicamente che fisicamente agli alimenti; e l adeguatezza, vale a dire il fatto che gli alimenti devono essere sicuri e rispondere al fabbisogno nutrizionale di ciascun individuo, tenendo conto di fattori quali l età, le condizioni di vita, la salute, l occupazione, il sesso, la cultura e la religione; 3. ribadisce che, per affrontare il problema della malnutrizione infantile e materna, occorre un'azione coordinata in numerosi settori che condizionano tale fenomeno, quali la sanità, l'istruzione, l'agricoltura, le risorse idriche e le infrastrutture sanitarie, e invita la Commissione e gli Stati membri ad adottare strategie di sviluppo coerenti a lungo termine; 4. si compiace dei miglioramenti apportati negli ultimi anni alla lotta contro la malnutrizione infantile, come dimostrato dagli indicatori relativi ai progressi compiuti nel raggiungimento dell OSM 1; ritiene tuttavia che il numero di bambini che muoiono o soffrono di malnutrizione rimanga elevato e che contribuisca a mantenere il circolo vizioso della povertà e della fame; 5. sottolinea pertanto che la lotta contro la malnutrizione infantile e la garanzia dell accesso universale ad un alimentazione adeguata e nutriente dovrebbero rimanere uno dei principali obiettivi dell'agenda post-2015; 6. ritiene che la riduzione dei fondi destinati all'agricoltura a titolo del 10 Fondo europeo di sviluppo (FES) rispetto al 9 sia un errore; esorta pertanto il Consiglio a riesaminare la questione e a intraprendere azioni correttive in prospettiva dell'11 FES; 7. accoglie con favore la tabella di marcia per l iniziativa di aumento graduale della nutrizione (Scaling Up Nutrition (SUN)), messa a punto dal Comitato Permanente delle Nazioni Unite sulla Nutrizione (UNSCN) onde accelerare il miglioramento della nutrizione, in particolare nei paesi con il tasso più elevato di mortalità materna e infantile, con la partecipazione di vari soggetti interessati, comprese le agenzie delle Nazioni Unite competenti per la nutrizione; invita la Commissione e gli Stati membri ad attuare i principi delineati dall iniziativa SUN; 8. sottolinea che le donne svolgono un ruolo fondamentale nella nutrizione infantile e nella sicurezza alimentare mediante l'allattamento al seno, la produzione, l'acquisto, la preparazione e la distribuzione di alimenti per la famiglia, la cura dei bambini e dei malati, e la garanzia dell'igiene; ricorda che, sebbene le donne siano responsabili dell 80% della produzione agricola in Africa, non possono ancora quasi mai possedere i terreni che PE526.114v01-00 4/6 RE\1013584.doc

coltivano; chiede pertanto l'inclusione della dimensione di genere e la promozione dell emancipazione femminile in tutte le politiche volte a lottare contro la malnutrizione infantile; 9. sottolinea che la malnutrizione tra le gestanti comporta conseguenze devastanti per i neonati, e può compromettere in maniera irreversibile il futuro sviluppo del bambino; chiede pertanto che sia dedicata un attenzione particolare alla tutela della salute e dei diritti delle donne; 10. sottolinea che la malnutrizione infantile si registra per lo più nei paesi in via di sviluppo con popolazioni prevalentemente rurali e un settore agricolo predominante; ritiene pertanto che uno dei vettori principali dell'eradicazione della malnutrizione dei bambini risieda nelle politiche agricole e nelle riforme volte a consentire ai piccoli agricoltori di produrre in modo più efficiente e più sostenibile per garantire un alimentazione sufficiente per sé stessi e per le proprie famiglie; 11. sottolinea che il mancato rimedio tempestivo alla malnutrizione infantile rischia di mettere a repentaglio tutte le dimensioni dello sviluppo umano, minare i programmi educativi nazionali, gravare sulle spese sanitarie nazionali e ostacolare lo sviluppo socio-economico dei paesi in via di sviluppo, causando perdite economiche stimate tra il 2% e l'8 % del PIL di questi paesi; 12. ricorda che la cosiddetta fame nascosta, vale a dire la carenza di micronutrienti nella dieta dei bambini, può causare loro ritardi nella crescita corporea e intellettuale; 13. evidenzia che la malnutrizione infantile non deriva soltanto dalla carenza di cibo e di infrastrutture, ma anche da problemi di distribuzione degli alimenti, da un accesso inadeguato ai medesimi e dalla mancanza di potere d'acquisto dovuta soprattutto alla speculazione sulle materie prime; 14. riconosce che il miglioramento della nutrizione infantile e materna, e la sicurezza alimentare in generale, dipenderanno da un'azione efficace e coordinata in una serie di politiche e di settori, tra cui lo sviluppo rurale efficace e sostenibile, le politiche territoriali e di utilizzo delle risorse idriche, servizi sanitari e igienizzazione adeguati, la protezione della vita marina, di altri ecosistemi e della biodiversità, la riduzione della deforestazione, la mitigazione dei cambiamenti climatici, l'adattamento e la riduzione dei rischi di catastrofi, la produzione e il consumo sostenibili, l accesso sicuro e sostenibile all'energia, il commercio, la pesca, l'inclusione sociale e il lavoro dignitoso; 15. invita la Commissione e gli Stati membri a integrare la nutrizione in tutte le loro politiche di sviluppo, al fine di proteggerla e promuoverla e garantire un approccio globale, dal livello locale a quello mondiale; invita il Consiglio e la Commissione, se del caso, a dare priorità alla nutrizione quale obiettivo cruciale di sviluppo nell ambito degli strumenti di cooperazione allo sviluppo, in particolare l 11 FES e il nuovo strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI); 16. sottolinea che, per essere più efficaci, i programmi di sviluppo e di emergenza devono essere strettamente collegati, al fine di anticipare e prevenire le crisi alimentari, contribuire a ridurre i danni causati e facilitare la ripresa; RE\1013584.doc 5/6 PE526.114v01-00

17. invita i governi dei paesi in via di sviluppo a creare un ambiente favorevole ad una migliore nutrizione infantile potenziando le politiche, il coordinamento tra i piani e le strategie nazionali in materia di nutrizione e i programmi dei donatori, la governance e la responsabilità nei confronti dei cittadini; 18. chiede alla Commissione e agli Stati membri di mobilitare risorse e investimenti finanziari di lungo termine per la nutrizione, in cooperazione in collaborazione con attori quali le agenzie delle Nazioni Unite, il G8/G20, i paesi emergenti, le organizzazioni internazionali e non governative, le istituzioni accademiche, le organizzazioni della società civile e il settore privato, nonché di identificare la nutrizione come una priorità del finanziamento innovativo; 19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al Comitato permanente delle Nazioni Unite sulla nutrizione (UNSCN). PE526.114v01-00 6/6 RE\1013584.doc