PARROCCHIA MARIA SS. ADDOLORATA OPERA DON GUANELLA BARI «Che vuoi che io ti faccia» (10,46--52) Anno Pastorale 2015-2016
Questo miracolo, ultimo dei 17 riferiti da Marco, conclude la sezione centrale del vangelo (Mc 8,27-10,52) dedicata al tema della sequela di Gesù.
Come la sezione del pane (Mc 6,6b-8,26) finiva con la guarigione del cieco di Betsàida (Mc 8,22-26) guarito gradualmente e poi rimandato a casa, ed era stata il preludio alla confessione di Pietro a Cesarea (Mc 8,27-30), così questa finisce con la guarigione del cieco di Gerico (Bartimèo, unico miracolato con un nome, citato solo da Mc), che «subito» ci vide di nuovo «e prese a seguire» Gesù «per la strada» ed è preludio all'acclamazione messianica di Gesù da parte della folla al suo ingresso in Gerusalemme.
v. 47 Gesù Nazareno. Originario di Nazaret (cfr. Mc 1,24-,14,67-,16,6).
- Figlio di Davide. Titolo del Messia (cfr. Mc 11,10; 12,35-37) che anticipa il tema dell ingresso in Gerusalemme, dove la folla saluterà in Gesù la venuta del regno di Davide.
- Gesù. Dopo i demoni (ma in modo ben diverso!), Bartimèo è l unico a chiamare Gesù per nome.
- abbi pietà di me! Unica preghiera ripetuta due volte! La stessa invocazione si trova in Mt 9,27 (guarigione dei due ciechi) e in Mt 15,22 (guarigione della figlia della donna cananea).
v. 49 Alzati! Risuscita! È il verbo usato per la risurrezione.
v. 51 Che vuoi che io ti faccia? È la stessa domanda fatta a Giacomo e Giovanni (Mc 10,36).
- Rabbunì. In aramaico «Maestro mio/nostro». C è nell espressione una nota di venerazione e di familiarità (cfr. Gv 20,16 dove Maria Maddalena si rivolge al Signore risorto). Nei passi paralleli di Mt e Lc l appellativo è solo Signore.
v. 52 Va, la tua fede ti ha salvato. Il rapporto intimo tra salute e salvezza suggerisce il significato profondo di tutto l episodio: il dono concesso da Gesù va oltre la guarigione fisica. La stessa espressione compare in Mc 5,34 (guarigione dell emorroissa); in Lc 7,50 (la peccatrice con il vaso di profumo), in Lc 17,19 (uno dei dieci lebbrosi, il samaritano, che ritorna).
Piste di riflessione Questo brano è un avvertimento di Marco anche per il lettore: chieda il dono della vista spirituale per non essere travolto e scandalizzato dall evento della croce.
Gridi e preghi con perseveranza, continui ad invocare il Messia malgrado gli ostacoli, corra incontro a Gesù, si lasci interrogare da lui, si faccia aprire gli occhi e allora potrà continuare a leggere con sapienza e comprensione spirituale l Evangelo che gli parlerà del cammino del Figlio dell uomo nella passione, nella morte e nella risurrezione.
Gesù significa «JHWH salva». È il nome di Dio tra gli uomini. Pronunciarlo ci salva (Rm 10,13; At 2,21). Non è magia. Chiamare per nome una persona vuol dire conoscerla e amarla; e la nostra salvezza è conoscere e amare Dio.
Gesù è Dio che ci è venuto incontro. «In nessun altro c è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (At 4,12).
Abbi pietà. La misericordia è l essenza di Dio. Dio non è misericordioso: è misericordia. Amore che si riversa necessariamente su tutti i suoi figli, non in proporzione al merito, ma al bisogno. Misericordia in ebraico si dice hesed e rahamín, due parole che indicano la fedeltà sicura e operosa di un amore viscerale, materno.
Suggerimenti per pregare Che vuoi che io ti faccia, chiede Gesù al cieco. È la stessa domanda che fa oggi a ciascuno di noi, che, come il cieco, ci ritroviamo ciechi, seduti a mendicare, fuori strada. La nostra risposta non può che essere la sua: Gesù, abbi pietà di noi. Fa che vediamo!
Ringraziare Gesù perché apre i nostri occhi ai segni che lui pone sulla nostra strada;
- perché sostiene i nostri passi sempre tentennanti e insicuri di fronte alle difficoltà quotidiane.
Signore, ho ascoltato il tuo annuncio di salvezza e spero nella tua promessa: abbi pietà di me, apri i miei occhi, fa che io contempli nel tuo amore crocifisso la verità che mi salva e la luce che mi guida. Amen.