MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte Monografie 5 1996
MINISTERO PER J BENI CULTURALI E AMBIENTALI SOPRlNTENDENZA ARCHEOLOGICA DEL PIEMONTE COMUNE DI VERCELLI IL MONASTERO DELLA VISITAZIONEA VERCELLI ARCHEOLOGIA E STORIA a cura di Gabriella Pantò E di zioni dell 'Orso
IL MONASTERO DELLA VISITAZIONE A VERCELLI ARCHEOLOGIA E STORIA Avvertenza Salvo diversa indicazione, il colore dei corpi ceramici e dei rivestimenti sono stati indicati sulla base delle Munsell soil color charts, Baltimore 1975. Sono state utilizzate le seguenti abbreviazioni: US: Unità Stratigrafica; d.: diametro; L.: lunghezza;!.: larghezza; s.: spessore. Quando non diversamente indicato i disegni della ceramica sono in scala 1 :3, quelli dei vetri, dei manufatti in pietra e dei reperti metallici in scala 1:2. Parte della documentazione grafica e fotografica è stata realizzata nel- 1' ambito dei programmi di catalogazione dell'istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
260 CRISTINA MORRA Fig. 191 Ceramica smaltata. Fig. 192 Frammento di piano in maiolica. ) ] 4 5 I~ Y
261 2. La ceramica smaltata Cristina Morra Nella fase anteriore al convento la maiolica arcaica è rappresentata da due soli frammenti minuti riferibili a boccali, uno con decorazione geometrica a linee vertica Li ed o rizzontali dipinte in bruno e uno con decorazione non identificabile in verde e bruno. Gli impasti sono rosso ara nciato, mi cacei, con chamolle; lo smalto è bianco opaco, sottile, con tendenza a scrostarsi. I frammenti provengono il primo dal pozzo perdente tardomedievale del chiostro (US 42), il secondo dal riempimento delle volte, ma entrambi sono da considera re materiale residuo, attribuibile al secolo XlVI La maiolica non decorata è rappresentata, nella fase conventuale, da pochi frammenti di piccole dimensioni ascrivibili a forme aperte (piatti e ciotole) e chiuse (boccali). Gli impasti hanno colore bianco avorio, gli smalti sono bianco latte, densi e coprenti. Risulta quantitativamente nettamente inferiore rispetto alla ingabbiata monocroma, alla graffita e alla maiali ca decorata'. Fra la maiolica con decorazione blu si sono rinven uti frammenti di tazze con anse a bastoncello a volute e decorazione interna a linee concentriche blu (fig. 191, 2); una di queste presenta al centro del cavetto il trigramma IHS (n. 1): anche in questo caso è evidente l'uso conventua.le'. Inoltre si registrano alcuni frammenti di albarelli (n. 3), di catini (nn. 4-5 ) e di boccali a decorazione geometrico-floreal e. Questo tipo di decorazione a disegni minuti viene definito "alla porcellana" perché imita i disegni della porcellana: è diffuso in ambito toscano alla fine del XV secolo, ma è altresì sviluppato in Liguria'. I biscotti sono bianchi o bianco avorio e sono coperti da smalti densi di colore bianco latte'. Per quanto riguarda la maiolica rinascimentale della fase conventuale, le forme chiuse sono presenti con fram menti di ridotte dimensioni riferibili tutti a boccali con decorazione a medaglione raggiato dipinto in blu, verde e giallo'- Fra le forme aperte sono attestati piatti e ciotole; le decorazioni presentano motivi vari: sulla tesa di un piattello compare un motivo a sq uame dipinto in blu, verde, bruno e giallo (n. 6, fig. 192)'; un frammento di fondo di piatto, con marchio romboidale tagliato in croce sotto il piede, è decorato con un cigno reso da pennellate blu di differente intensità di colore' (n. 7, tav. VII, 2); un frammento di orlo di ciotola con smalto "berettino" azzurro ha decorazione a monticelli blu; e infine un frammento di orlo di forma aperta mostra un motivo in blu e giallo di tipo calligrafico: sembrerebbe trattarsi di un pezzo di im portazione, ma il frammento ha dimensioni troppo minute per poter azzardare un 'ipotesi circa la provenienza '), Si segnala infine un frammento di piastrella verosimilmente da muro poiché presenta il bordo leggermente rilevato, con motivo decorativo a pigna dipinta in blu e giallo a disposizione angolare intorno ad un motivo centrale non conservato (n. 8, fig. 193). La produzione di piastrelle pavimentali in maiolica è molto diffusa in epoca sopratutto rinascimenrale, con centri di produzione in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria e Veneto che esportavano i loro prodotti in tutta la penisola IO. Le piastrelle con bordi rilevati, da parete, sono meno frequenti di quelle pavimentali, ma se ne vede un esempio a Pomposa sul campanile dell'abbazia, dove sono state riempiegate come cornice di un'epigrafe; la produzione è faentina del secolo XV". G li impasti hanno colore variabile da bianco avorio a giallo pallido, più raramente rosa chiaro; sono sempre ben depurati e ricoperti da smalto denso bianco latte, talvolta con tendenza a scrostarsi. In Piemonte si registra una certa difficoltà e reperire le terre adatte alla produzione di maiolica 12. I confronti rinvenuti orientano verso una importazione di questa produzione prevalentemente dall'area emiliana (Faenza) e umbra (Deruta), che inserisce la città di Vercelli in una direttrice commerciale rivolta non tanto alla più vicina Liguria, ma soprattutto ai grandi centri della pianura padana e dell 'Italia centrale. Non si esclude tuttavia che 192
262 CRISTINA MORRA Fig. 193 Frammemo di piastrella smahata. Fig. 194 Bogone (To), val d'ala. Masso e rratico con evidenti tracce di p relievo d i mareriale lirico. la piastrella in maiolica della Visitazione possa essere riferita a una produzio ne locale, come testimoniano i ritrovamenti di scarti di fornace di maioli ca rinvenuti in ambito urbano D 193 NOTE [ disegni dci materiali sono di Susanna Salines e dell 'Autrice. I Pcr il primo fra mmentodescrino (US 42 ) si veda l'analisi mineralogica: SFRECOLA, L-l' ceramiche, il1/ra. Pcr una sintesi sulla d iffusione dclhl maiolk<l arcaica in Piemonte si ve,hl: Pi\Nr6, 1990. 2 Maiolica non decorata è frequente in Liguria nei secoli XVI e XVll: si veda il complesso ceramico di S. Maria d i Castello a Genova: MILANE.<;E, 1976, p. 273 55. J Nell'ambito della produzjooe di maiolica il motivo decorativo bemardiniano è frequen. te: cfr. GruGn, 1991,fig. 26.192-194, fig. 27 c RAVANELLI GlmXYI"11, 1991, pp. 134-135, n.32. 4 Pcr la Toscana: CORA, 1973, gruppo Xl; pcr la Liguria: GARDIN1 MILANESE, 1978. pp. 103 106., Su un frammento proveniente da US I l è stata effettuata l'analisi mineralogica: cfr. SFRECOLA, Le ceramiche, in/ra. h Lo schema decorativo del medaglione ti scaletta è molto diffuso in ambiente padano: per rimanere in ambito religioso si ricord ano i rinvenimcnti di Lugo (Ra), d ove il trigramma IHS è racchiuso entro medaglione d i quesio genere: G ELICHJ, 1991, pp. 123-133. 7 Il motivo a squame compare all 'ini :l:io del Xl V secolo su bacini della chiesa di S. Martino a Pisa (B ERTI - T ONG IORG1, 1977, fi g. 14,3-8), ma risulta essere il motivo-firma dell a produzione di Deruta del secolo XVI, dove compare sulle lese di p ialli alternato a motivi floreali o in sequenza continua (FIOC-CO _ GIlEKARDI, 1981, tavv. CXXV - CXXVl; WILSON, 1984, lavo XXIJ). R Un pialla dt!conho con il motivo centrale del cigno e tnllcio vegetale stilla lesa è stato rit rovato in Emilia, a Lugo: la produzione è faentina, della prima metà dci secolo XVI (GELICHI, 1991, fig. 33.227). Il molivo dell'ambo a lat i ricurvi wgliato in croce è inoltre utilizzato dalle bou egbe facmine nella pri ma metà del XV I secolo sia SOIIO il fondo sia sulle pareti all'esterno dei piani con significato bene augurale (CHOMPRET, 1949, fig. 338, 572). 9La produzione di maiolica a smalto berettino (azzurro) con decorazione in blu è attestata ij Liguria durante la seconda met;1 del secolo XV I (MILANESE, 1976, pp. 273-277) e a Pavia nello stesso periodo (Nt:POn, 1978, p. 203); inoltre in Veneto e in panicola re a Padova nei secoli XVT e XVU (EHICANI- MARINI, 1990, p. 213). A Faenza a partire dal 15 18 si diffonde la produzione a smalto berettino su fondo azzurro con decorazione in monocromia b lu oppure in policromia (blu, giallo, verde, arancione, vio la manganese e bianco: cfr. CHOMPKET, 1949, val. 1, p. 71 ss.). In P iemonte maiolica d i questo lipo è presente:l Cuneo, scavo di piazza Boves (COR1'ELIIZW el al., 1989, p. 166). IO Fra gli esempi meglio conservati si ricordano i pavimenti di Casa Cavassa a Sa luzzo (ora al Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma), di produzione fae lltina oppure pesarese, quello della cappella dell'annunziara nella chiesa di S. Scbasdano a Venezia, entrambi degli inizi dci secolo XVI, quello della cappell:t d i S. Sebastiano in S. Petronio a Bologna (1487) e quello dclla C:lppclla Dacci in S. Francesco a Siena (1475-1482). Per una sintesi sui pavimenti maiolieati in lt aliu nel Rinascimento si veda QUINTERIO, s.d. I l Cfr. FORLANI, 1987, p. 22 5S. Altre pias trell e a orlo rilev~lio, sempre di produzione fa entina del secolo XV I, decorale con motivi zoomorfi e geometrici entro cornice sono conservate a Ferrara: VISS ER TRAVAGLI, 1989. nn. 44-46. 12 VASCHI:.TI't, 1983, p. 135. Il Cfr. PANTO, Il monastero, supra.