Notiziario della ciclistica Uscita del 30/ 10 / 2010 Un pezzo del vero Lombardia anche d altri tempi!! Ultima giornata dell ora solare ma anche teatro di un escursione sulle salite storiche del Giro di Lombardia. quello vero dei professionisti quello che transita ogni anno sul Ghisallo e che per 3 anni (nel lontano triennio 1960-1962) affrontava lo storico Muro di Sormano. Decisione di concedersi un ultimo (mai dire mai ) assaggio d Alpi per il sabato, asciutto, che anticipava quest ultimo week-end, ove più che la divisa da ciclista serviva la muta da sub. La destinazione era quel ramo del lago di Como che appunto parte da Lecco ed è dominato dal Resegone, giusto per avere un po di riscaldamento prima della mitica ascesa da Bellagio. C ero già stato quest anno, in primavera, ma mi piaceva l idea di tornarci e così ecco una nuova spedizione lombarda. Il giro ipotizzato era il seguente: Lecco, lungolago verso Bellagio, salita al Ghisallo, breve discesa, salita alla Colma di Sormano (per vedere il famoso Muro) e ritorno alla macchina da Canzo, costeggiando i laghi di Segrino (lungo la bella ciclabile) e Pusiano- Annone (nella zona pedecollinare). Non è un giro lunghissimo (circa un ottantina di km) ma che presenta strappi davvero micidiali; la decisione di non esagerare col chilometraggio era dettata dalle incertezze meteo e dalla condizione non perfetta (eh i soliti mali di stagione. e forse anche un fisico non proprio riposato da impegni lavorativi, ma quando c è la voglia). PAGINA 1
Il giro iniziava poco dopo le 9 con un cielo velato da una fastidiosa foschia (mannaggia per le foto) lungo il lago. Appena fuori Lecco ci sono 2 gallerie obbligatorie da percorrere, ma subito dopo si costeggia il lago passando per Onno (altro possibile punto d ascesa al Ghisallo) fino quasi a Bellagio, con qualche saliscendi ove riscaldare la gamba. Breve salita di 1km, leggera discesa fino ad una rotatoria e da qui si punta verso i monti perché inizia la vera ascesa; trattati subito di 4 km sempre intorno al 9-10% (c è anche un cartello minaccioso con un 14%) che danno poco respiro se la gamba è imballata come nel mio caso. A tratti però si può godere di scorci sul lago veramente deliziosi (purtroppo un po velati) come la punta del lago a Bellagio. Arrivati a Guello (punto di partenza della variante SuperGhisallo che si inerpica verso San Primo), la strada spiana e a Civenna ci si può soffermare ad ammirare il ramo di Lecco. Trattasi di una breve tregua prima degli ultimi 8 tornanti (sempre con pendenza in doppia cifra) che in un attimo conducono al piazzale del Santuario della Madonna del Ghisallo (750 m di quota, circa 8.5 km dopo aver iniziato da Bellagio porto oltre 500m più in basso). In località Magreglio. Dentro la chiesetta dopo un attimo di preghiera (ho lavorato anche per voi vista l ecatombe stagionale!!) ho potuto ammirare, con stupore, alcune bici di grandi ciclisti quali Coppi, Bartali (col cambio a battecca), Moser (quella del record dell ora), Merckx, Gimondi, e dello sfortunato Casartelli. Con alcune di queste oggi non faremmo neppure un km loro ci facevano grandi giri su strade perlopiù bianche.!! C è anche una notevole serie di maglie donate, ricordo di eventi ciclistici di ogni epoca. Riporto anche la preghiera del ciclista e vi consiglio di leggerla, almeno per la prima parte.(per chi fosse scaramantico) PAGINA 2
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Trattasi di una bella sudata, ma che merita un passaggio, anzi, per chi ha tempo, c è anche il Museo del ciclismo inaugurato nel 2006 e voluto da Fiorenzo Magni, con altri cimeli e storie. Vista la giornata ancora non pessima, decido di preseguire lungo il tragitto ipotizzato; vestizione pertanto per la discesa, piuttosto veloce, e mi dirigo verso il fondovalle (direzione Erba). Volutamente salto la variante di Barni con il suo punto panoramico alla Madonnina ove ero stato in primavera e che non avrebbe fornito particolari scenari per la mia macchina fotografica. D'altronde era mio obiettivo salire alla Colma di Sormano, ascesa che inizia in località Maglio (circa 500m di quota) e dopo una decina di km termina a oltre 1100. Le pendenza non è impossibile (sempre circa 6-8%) sull intero tragitto della provinciale per Nesso (il paese sul lungolago in fondo alla discesa) ma la sua notorietà è dovuta a ciò che si incontra dopo Sormano dopo circa 6km. Sulla sinistra della provinciale inizia l omonimo Muro, una vecchia mulattiera che è stata restaurata e resa forse la ciclabile più dura al mondo. Bastano pochi dati per comprendere la durezza: 1700m di lunghezza 4 tornanti 1100m circa di quota all arrivo 280m di dislivello Pendenza media 17% Pendenza massima 25% PAGINA 7
Passando di lì, era logico volere percorrerla, ma bastano poche pedalate per capire che non fa per le mie caratteristiche (ho un cuore solo non me ne danno un altro!!) ma qualche scalatore potrebbe essere stuzzicato dal tentativo. Io proseguo a piedi, nel lento scorrere dei numeri disegnati su asfalto che segnano la quota raggiunta; vi sono anche scritte celebri e i dati delle cronoscalate degli anni 1960-1962. A proposito mi chiedo come abbia fatto Baldini a impiegare meno di 10 minuti su fondo sterrato. Impressiona la citazione di Bartali seguente: Un passista non ha alternative, deve arrivare ai piedi del muro con almeno dieci minuti di vantaggio, così poi se lo fa a piedi impiegando un quarto d ora in più di quelli che lo faranno in bici, arriverà in cima con cinque o sei minuti di ritardo e potrà ancora sperare Allego anche foto tratta da internet (nel mio caso c erano troppe foglie) che rende il senso affascinante del contesto dove è posta. PAGINA 8
Salendo lento si può però gustare il paesaggio con vista sui monti circostanti (in bici non ci riuscireste) e sfruttare le scritte illustrative (vedere foto) per qualche scatto dai colori autunnali. Rimarrete comunque impressionati anche voi dai tornatini presenti su questa stradina, che forse stenterei a percorrere anche in discesa per il rischio foglie. PAGINA 9
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Il Muro termina proprio in cima alla Colma, ove si rincontra la provinciale, dove troviamo un osservatorio astronomico, un frequentato bar /ristorante e una madonnina votiva (visto che ero sul tema perché non farci una preghierina). Foto di rito in cima, con qualche spruzzata di neve e assaggio di un tiepido sole (a oltre 1100m di quota a fine ottobre c è freschino!! ) e poi vestizione di rigore per la discesa. Le nubi scure verso Nesso sconsigliavano di scendere in tale direzione anche perché il giro avrebbe comportato di arrivare a Como e di qui tornare a Lecco passando per Erba (meglio farlo in una più tranquilla giornata estiva). Ecco pertanto le scelta più conservativa di tornare lungo la provinciale verso Sormano, quindi Asso, Canzo e consteggiando il tranquillo lago di Segrino arrivare sulla trafficata provinciale pedecollinare per le ultime perdalate fino alla macchina. Se si esclude il muro, ritengo che sia un giro alla portata di chiunque, basta un minimo di allenamento. Spero di avervi fatto cosa gradita con questo racconto e magari di avervi stuzzicato un poco per le volte a venire. Sempre in sella, Lorenzo PAGINA 13