EMILIO VEDOVA E I MAGAZZINI DEL SALE di Alessandro Traldi



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Transcript:

EMILIO VEDOVA E I MAGAZZINI DEL SALE di Alessandro Traldi Gli antichi Magazzini del Sale alle Zattere, recentemente restaurati dal Comune di Venezia, sono dei monumentali contenitori ormai pronti ad entrare in un circuito di attività cittadine a forte vocazione culturale. Uno dei nove Magazzini, il primo a sinistra per chi guarda dal Canale della Giudecca, grazie ad una convenzione stipulata tra il Comune di Venezia e la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, sarà lo spazio destinato ad accogliere le opere di Emilio Vedova. Il progetto all interno dei Magazzini salda un antico e fortissimo legame che Vedova ha sempre avuto con questi spazi. Uno spazio lungo lungo, più di sessanta metri, dalle pareti robuste e ruvide in mattoni, dove nulla è simmetrico e regolare. Largo circa nove metri, il buio profondo che lo invade è interrotto da squarci improvvisi di luce e dalle linee diagonali dei contrafforti. Lassù in alto, a otto metri di altezza, vola la struttura lignea della copertura costituita da una serie di capriate che si rincorrono sghembe rispetto all edificio. La vita di Vedova si intreccerà in più occasioni con i Magazzini: tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 utilizzerà temporaneamente il quarto modulo dei Magazzini come suo studio-laboratorio; poi nella prima metà degli anni Settanta, quando i Magazzini, su iniziativa dell Amministrazione Comunale, hanno rischiato di essere demoliti per lasciare spazio ad una piscina pubblica, Vedova difenderà con impeto il loro valore storico-monumentale e l importanza della loro salvezza. Nel 1984 uno dei Magazzini fu una delle sedi della grande mostra antologica che Venezia gli dedicò. La strettissima relazione tra l opera di Vedova e lo spazio dei Magazzini investe certamente i suoi lavori, ma potrebbe anche portare a sovrapporre i caratteri fisici dell uno e degli altri fino a confonderli: entrambi longilinei, asimmetrici e irregolari. Lo spazio, robusto e ruvido, è un antro oscuro che è lì in attesa di divorarti, esattamente come Vedova raccontava essere il rapporto con le grandi tele delle sue opere: una sorta di divoramento, come se lui fosse divorato dal suo fare pittura. E poi ancora quella sorta di disequilibrio spaziale che si avverte all interno dei Magazzini, con i possenti contrafforti che, ora, non devono più opporsi alla forsennata spinta laterale del sale, rimanda alla spinta da cui scaturiva il senso creativo di Vedova: le mie non sono creazioni diceva - ma terremoti, i miei non sono quadri, ma respiri. Il progetto dello spazio espositivo nasce dall ascolto della storia che negli anni ha legato Vedova ai Magazzini. Il criterio espositivo proposto dal progetto viene direttamente da Vedova e ripropone in un certo senso il suo universo di movimenti, oggetti, disequilibri, scarti e asimmetrie.

UNO SPAZIO DINAMICO Il progetto si basa su un idea molto semplice e frugale: non tradire il carattere originario del Magazzino e contemporaneamente invaderlo con un azione espositiva dinamica e, in un certo senso sorprendente. La forza di questa idea non sta nella sua vastità, ma piuttosto nella sua intensità. Il Magazzino resta magazzino : lo spazio viene rispettato nella sua originaria e sobria robustezza, mantenendo inalterate le pareti in mattoni e lo scheletro ligneo della copertura. Sul pavimento in pietra viene appoggiato un impalcato in legno leggermente inclinato che, contribuendo a contrarre la percezione prospettica dello spazio, permetterà di alloggiare al suo interno gli impianti elettrici e di condizionamento. Grazie ad un sofisticato dispositivo robotizzato unico nella sua concezione, le opere vengono prelevate dal loro deposito in fondo al Magazzino e lentamente presentate, una per una. Appese ad una navetta dotata di bracci mobili e orientabili scendono lungo le antiche capriate e raggiungono la loro postazione, dominando lo spazio, a differenti altezze, all interno di un campo di luce concentrato che ne garantisce una illuminazione ottimale. È possibile contemplare contemporaneamente una decina di opere: poi esse ritornano nell archivio e lasciano il passo ad una seconda serie di opere che si alternano nello spazio espositivo, e poi ancora altre Le trenta tele archiviate nel Magazzino verranno ciclicamente alternate con altre, secondo cicli espositivi che, nel loro arco temporale complessivo, porteranno alla consultazione dell intero lavoro di Vedova. Le tele si alternano a sculture o a opere tridimensionali pensate per essere disposte a terra: queste vengono appoggiate su porzioni di impalcato orizzontali sovrapposte al piano inclinato della pavimentazione. In occasione dell esposizione di opere di Vedova di formato ridotto, è previsto l utilizzo di pareti temporanee autoportanti disposte sui lati del Magazzino. Il sistema espositivo è pensato, nel suo complesso, per essere dinamico e flessibile. I tre dispositivi espositivi - i bracci mobili a cui appendere dall alto le grandi opere, le porzioni di pavimento orizzontali, le pareti autoportanti giustapposte alla struttura muraria originaria - costituiscono gli strumenti per esporre le opere di Vedova ma anche per ospitare contemporaneamente, mostre di altri autori.

I COMPONENTI DELLO SPAZIO ESPOSITIVO L allestimento è pensato come leggero e reversibile, quindi con un impatto praticamente nullo sulla costruzione monumentale del Magazzino. Tutte le strutture e gli apparati impiantistici possono essere rimossi riportando lo spazio del Magazzino alla sua configurazione iniziale. Lo spazio espositivo è composto da due principali elementi: l accesso, con i volumi destinati ai servizi, e l area espositiva vera e propria. L accesso L accesso, per chi arriva dalla Fondamenta, costituisce una vera e propria introduzione all esperienza espositiva, un invito alla scoperta della scena interiore. Ma anche una mediazione tra lo spazio esterno e quello interno che hanno luce, rumori, atmosfere completamente differenti. Dalla Fondamenta inondata di luce, attraverso il portone ligneo, si entra in uno spazio introduttivo la cui forma irregolare invita all accesso. Qui la luce attenuata conduce alla penombra dello spazio interno: un piccolo squarcio vetrato sulla porta d accesso permetterà di percepire, come fosse un occhio, ciò che accade all interno. I volumi di servizio Sui lati dell accesso si trovano due volumi di servizio dalla pianta pressoché triangolare. Delimitati dalle pareti perimetrali del Magazzino, i lati interni sono costituiti da due pareti divergenti, a tutta altezza e leggermente inclinate verso l alto, che aprono a una percezione visiva immediata e totale dell intero spazio espositivo. Il volume di servizio sulla destra contiene la biglietteria, dotata di un comodo spazio attrezzato con scaffalature per i materiali divulgativi, un guardaroba, un servizio igienico ad uso anche delle persone diversamente abili. Quello sulla sinistra contiene il locale di regia del sistema di movimentazione delle opere e uno spogliatoio per il personale. Lo spazio espositivo Lo spazio espositivo corrisponde al Magazzino lasciato integro nella sua veste originaria. Gli unici elementi che vengono introdotti al suo interno, meglio sarebbe dire appoggiati, sono la pavimentazione lignea e, in alto, al centro delle capriate, i dispositivi tecnici per la movimentazione delle opere. Il pavimento, realizzato in doghe di larice poste in opera in senso trasversale, ha una prima porzione orizzontale che delimita uno spazio dell attesa, e una seconda porzione leggermente inclinata con una pendenza del 4%. I lati longitudinali della pavimentazione sono distaccati dal profilo irregolare delle

pareti in mattoni del Magazzino attraverso una sorta di sguscia o scuretto: questo accorgimento permette di assorbire le irregolarità delle pareti e di illuminare con una luce piuttosto tenue l intera sguscia creando così un effetto di galleggiamento del pavimento. La pavimentazione, a seconda delle esigenze espositive, può essere resa orizzontale in alcune sezioni anche abbastanza ampie, grazie all inserimento di alcune pedane modulari. In fondo al Magazzino è collocato l archivio dei quadri: costituito da un telaio in ferro opportunamente protetto per un corretto alloggiamento delle opere; esso è appoggiato sul pavimento tramite una base che permette ai quadri di restare sollevati da terra per un altezza di circa 30/40 cm. Gli elementi tecnici agganciati all asse delle capriate sono il binario per la movimentazione delle opere e le canaline elettriche per l apparato di illuminazione delle opere e dello spazio. Il binario per la movimentazione delle opere è costituito da un profilo in ferro di colore scuro che viene agganciato all intradosso delle capriate attraverso delle flange che permettono di distanziarlo dalle capriate stesse di circa una decina di centimetri. I locali tecnici I locali tecnici sono contenuti nello spazio sottostante la pavimentazione, negli spazi superiori dei volumi adiacenti l accesso e nello spazio in fondo al Magazzino separato da questo da una porta metallica. In particolare, quest ultimo locale tecnico, attrezzato con un soppalco su cui vengono predisposti alcuni apparati dell impianto termo meccanico, assolve, in caso di incendio, alla funzione di via d esodo in collegamento diretto con la fondamenta esterna. LA MOVIMENTAZIONE DELLE OPERE Le opere che verranno prelevate dall archivio e portate attraverso speciali bracci mobili robotizzati all interno dello spazio sono le grandi tele di Emilio Vedova, quelle cioè con dimensioni attorno ai 2 m. x 2 che costituiscono la maggior parte della sua produzione artistica. La movimentazione delle opere è definita da una precisa regia ed è stabilita dal curatore del museo. La sequenza dell entrata in scena delle opere prevede che una decina di quadri, ad un breve intervallo di tempo l uno dall altro, vadano a collocarsi in posizioni con inclinazioni ed altezze ben definite. Una volta che le opere hanno raggiunto la loro posizione i visitatori potranno contemplarle camminando tra loro, immergendosi in un universo pittorico in

continuo divenire. Dopo un lasso di tempo definito, le opere faranno ritorno nell archivio, e saranno sostituite da un altro ciclo di opere e così, consecutivamente, per un totale di tre cicli. Per l uscita di scena delle opere è previsto che l azione si svolga all inverso rispetto alla sequenza sopra descritta. Non appena l ultima opera ha raggiunto la sua posizione nell archivio, il primo quadro del ciclo successivo inizierà il suo movimento nello spazio. Il sistema di movimentazione garantirà la perfetta manutenzione delle opere grazie a movimenti fluidi privi di strappi improvvisi e grazie a sistemi di aggancio che non alterano la struttura dei quadri. Il programma di movimentazione e di illuminazione è totalmente automatizzato ed è governato da un software con consolle sistemata nella cabina di regia accanto all accesso.