(288-291) Doc. 375 (CCCLXXV) an. 1039.



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(288-291) Doc. 375 (CCCLXXV) an. 1039.! In nomine domini nostri Ihesu christi. Vicesimo primo anno principatus salerni domini guaymarii gloriosi principis. ac primo anno principatus eius capue mense aprelis septima indictione. Ideoque nos Iohannes domini gratia abbas monasterii beati laurentii lebite et martiris christi situs intro hanc capuanam cibitatem. non longe a porta que appellatur capuana. Notum esse bolumus omnibus fidelibus nostre prefate sancte ecclesie. videlicet presentibus et futuris adbenientibus quoniam stephanus presbyter et monachus noster confraternus filius quondam leoni. dedit nobis argentum cineracium speclatum libras duas ad libra iusta de canra prensatum et denari de ottone balientes alie libre due quod fiunt simul balientes tares aureos bonos hoctoaginta quattuor. Unde comparabimus pro parte supradicti nostri monasterii. terras que sunt petie quinque in finibus monte marsico. Quarum prima ex ipse in loco ubi dicitur plumbuliski et nominatur allu lauru finis habet. de uno latere fine terra ecclesie sancte andree. habet inde per longum passus septuaginta. aliu latere fine terre de heredes quondam guadolfi. et inde habet passos septuaginta quattuor. Unu capite fine via publica. habet inde per trabersum passus viginti nobem. aliu capite fine terra suprascripti nostri monasterii et inde habet passus biginti nobem et medium. Secunda petia ibique propinquo eodem loco plumbuliski finis abet. ab uno latere terra de heredes quondam adenolfi. ex alio latere fine terra grimoaldi. habet per singula latera passus quadraginta tres. unu capite tenet in terra ecclesie sancti andree habet inde passus quindecim. aliu capite tenet in subscripta petia et inde habet passus viginti tres. Tertia petia de terra ibique coniuncta finis! Nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, nel ventesimo primo anno del principato di Salerno del signore Guaimario glorioso principe e nel primo anno del suo principato di capue, nel mese di aprile, settima indizione. Dunque noi Giovanni, per grazia del Signore abbate del monastero del beato Lorenzo levita e martire di Cristo, sito dentro questa città capuanam non lontano dalla porta chiamata capuana, vogliamo che sia noto a tutti i fedeli della nostra predetta santa chiesa, vale a dire ai presenti e a quelli che verranno in futuro, che Stefano, presbitero e nostro monaco confratello, figlio del fu Leone ha dato a noi due libbra di argento cenerognolo lucidato a specchio pesato secondo la libra giusta de canra e denari di ottone del valore di altre due libre che sono insieme di valore ottantaquattro buoni tareni d oro. Per cui abbiamo comprato per conto del sopraddetto nostro monastero cinque pezzi di terra nei confini del monte marsico. Di cui il primo degli stessi nel luogo chiamato plumbuliski e detto allu lauru ha come confine da un lato la terra della chiesa di sant Andrea, ha di lì per lungo passi settanta, l altro lato la terra degli eredi del fu Guadolfo e di lì ha passi settantaquattro, un capo la via pubblica, ha di lì per traverso passi ventinove, l altro capo la terra del soprascritto nostro monastero e di lì ha passi ventinove e mezzo. Il secondo pezzo ivi vicino nello stesso luogo plumbuliski ha come confine da un lato la terra degli eredi del fu Adenolfo, dall altro lato la terra di Grimoaldo, ha per ciascun lato passi quarantatre, un capo tiene nella terra della chiesa di sant Andrea, ha di lì passi quindici, l altro capo tiene nel soprascritto pezzo e di lì ha passi ventitre. Il terzo pezzo di terra ivi adiacente ha come confine da un lato la terra del predetto

habet. ab uno latere terra suprascripti grimoaldi et suprascripta petia et terra osfinoe habet inde passus triginta tres. ex alio latere fine terra de heredes quondam falconi et inde habet passus triginta quattuor. unu capite tenet in terra suprascripta osfinoe habet inde passus quinque aliu capite tenet in terra suprascripti grimoaldi et inde habet passus tredecim. Quarta petia de terra ibique finis habet ab uno latere terra de heredes quondam petri adenolfi habet inde passus triginta tres. ex alio latere fine terra de filii quondam gaidolfi et terra de filii quondam falconi et inde habet passus quadraginta tres. unu capite tenet in terra landoni et terra de filii quondam guidolfi. habet inde passus tredecim. aliu capite tenet in terra que fuit musi. et inde habet passus triginta. Quinta petia de terra ibique finis habet. ab uno latere terra petri clerici habet inde passus septuaginta nobem ex alio latere fine terra leoni franci. et inde habet passus septuaginta quattuor. unu capite tenet in via publica habet inde passus decem et hocto. aliu capite tenet in terra suprascripti leoni franci et inde habet passus viginti sex. at mensuram de passu landoni seniori castaldi mensuratum. Nunc autem per talia benit at nos iaquintos langobardus filius cuiusdam teuderici langobardi. una cum ipso stephano presbytero et monacho et ceperunt nobiscum colloquium habere ut ipse iaquintus langobardus nobiscum combenientia iuxta legem facere boleret de suprascripte quinque petie de terre. et ipsos a nobis per hordine combenientie secundum legem recipere boleret pro parte suprascripti stephani presbyteri et monachi nostri confratri in omni ratione et hordine que et qualiter hic supter declaramus. Quapropter nos qui supra iohannes domini gratia abbas combocatos sacerdotes atque cleros fratres monachos suprascripti nostri monasterii. et inito Grimoaldo e il soprascritto pezzo di terra e la terra di osfinoe, ha di qui passi trentatrè, dall altro lato la terra degli eredi del fu Falcone e di qui ha passi trentaquattro, tiene un capo sulla terra soprascritta di osfinoe, ha di qui passi cinque, tiene l altro capo sulla terra del soprascritto Grimoaldo e di qui ha passi tredici. Il quarta pezzo di terra ivi ha come confine da un lato la terra degli eredi del fu Pietro Adenolfo, ha di qui passi trentatrè, dall altro lato la terra del figlio del fu Gaidolfo e la terra del figlio del fu Falcone e di qui ha passi quarantatrè, tiene un capo sulla terra di Landone e sulla terra del figlio del fu Guidolfo, ha di qui passi tredici, tiene l altro capo sulla terra che fu di Muso e di qui ha passi trenta. Il quinto pezzo di terra ivi ha come confine da un lato la terra di Pietro chierico, ha di qui passi settantanove, dall altro lato la terra di Leone Franco e di qui ha passi settantaquattro, tiene un capo sulla via pubblica, ha di qui passi diciotto, tiene l altro capo sulla terra del soprascritto Leone Franco e di qui ha passi ventisei, misurati secondo la misura del passo del castaldo Landone senior. Ora poi per tali cose venne a noi Giacinto Langobardo, figlio di tale teuderici Langobardo, insieme con lo stesso Stefano, presbitero e monaco, e incominciarono ad avere un dialogo con noi poiché lo stesso Giacinto Langobardo voleva fare un accordo con noi secondo legge a riguardo degli anzidetti cinque pezzi di terra e in base ad accordo secondo legge voleva ricevere da noi gli stessi per la parte del soprascritto Stefano presbitero e monaco nostro confratello in ogni ragione e ordine quali e come qui sotto dichiariamo. Pertanto noi suddetto Giovanni, per grazia del Signore abbate, convocati i sacerdoti e i chierici frati monaci del predetto nostro monastero e tenuto dunque con loro consiglio su che cosa dovesse essere fatto da noi, di cui a tutti parve opportuno che non

cum eis exinde consilio quatenus nobis inde agendum esset. De qua cunctis congruum paruit ne ipsum stephanum presbyterum et monachum nostrum confratrem qui bonum opus ipsum operatus est ex hac re molestaremus set omnia ei illut adimpleremus et combenientia ipsa eique iaquinti langobardi exinde faceremus secundum suam postulationem ut hic subter declaramus. Et Ideo ut combenientia ista secundum legem firmiter baleret combocavimus infra nobis aidulfum iudicem et subscriptos Idoneos homines qui se nobiscum interessent dixerunt sicut in legem scriptum est de combenientia et ita fecimus et firmabimus infra nobis hec combenientie carta. Idcirco nos iam nominatus iohannes domini gratia abbas una cum consensum sacerdotum et clericorum fratrum monachorum suprascripti nostri monasterii et herga nobiscum habendo littefredum abbocatorem suprascripti nostri monasterii. Per hanc cartam combenientie hordine secundum legem dedimus et tradidimus tibi iam nominati iaquinti langobardi hoc est integre suprascripte per finis indicate et mensurate terre quinque petie de terre pertinentes suprascripti nostri monasterii. una cum arbores et cum omnia ibi intro habentibus subter et super et cum viis suis ibidem intrandi et exiendi at possessionem suprascripti stephani presbyteri et monachi nostri confratris amodo et omnibus diebus bite sue. at tenendum et dominandum et fruendum ipsos in omnibus sue potestatis qualiter meruerit iusta ratione. Ita ut omnes fruges et labores et binum que a laboratoribus qui terris ipsis laboraberint. annualiter iusto hordine tollere et habere potuerit. totum sit in potestate ipsius qui supra stephani presbyteri et monachi tollendum et habendum ac faciendum exinde omnia que illi placuerit cunctis diebus bite sue. dispiacessimo allo stesso Stefano presbitero e monaco nostro confratello che compì buona azione a riguardo di questa cosa ma per lui adempissimo ogni cosa e pertanto facessimo l accordo con lui e con iaquinti Langobardo secondo la sua richiesta come qui sotto dichiariamo. E dunque affinché questo accordo secondo legge fosse fermamente valido convocammo fra noi il giudice Aidolfo e i sottoscritti idonei uomini i quali dissero di essere partecipi con noi a riguardo dell accordo, come é scritto nella legge, e così facemmo e confermammo tra noi questo atto di accordo. Pertanto noi già nominato Giovanni, per grazia del Signore abbate, con il consenso dei sacerdoti e dei chierici, frati e monaci del soprascritto nostro monastero, e inoltre avendo con noi Littefredo avvocato del soprascritto nostro monastero, mediante questo atto di accordo, nell ordine secondo legge, abbiamo dato e consegnato a te già nominato Giacinto Langobardo gli integri soprascritti cinque pezzi di terra, indicati per confini e misurati, appartenenti al predetto nostro monastero, con gli alberi e con tutte le cose che entro vi sono, sotto e sopra, e con le loro vie di entrata ed uscita, in possesso del soprascritto Stefano presbitero e monaco, nostro confratello, da ora e per tutti i giorni della sua vita, affinché li tenga e li possieda e ne goda i frutti in tutto come si addice alla giusta ragione del suo possesso. Di modo che che ogni anno nel giusto ordine possa prendere e avere tutti i frutti e il vino dai lavoratori che lavoreranno le stesse terre. Tutto sia nella potestà dello stesso predetto Stefano, presbitero e monaco, di prendere e avere e di fare pertanto tutto quello che gli sarà gradito per tutti i giorni della sua vita. E dal giorno della dipartita dello stesso Stefano, presbitero e monaco, da allora in poi noi e i nostri successori e la parte del soprascritto nostro monastero ogni anno sempre dobbiamo dare ai monaci della

et a die hobitus eiusdem stephani presbyteri et monachi in antea semper debeamus nos ac successores nostros et parti suprascripti nostri monasterii. dare annualiter at monachos congregationis suprascripti nostri monasterii per fruges et laboros de suprascriptis terris. auri tari boni tres. duo ex ipsi pro celebrandum inde festibitate sanctorum abbaciri et iohanni qui solet ipse stephano presbyter et monachus celebrare. et reliquo uno pro annibersario eiusdem stephani presbyteri et monachi. et obligamus nos qui supra iohannes domini gratia abbas nos et successores nostros et partem suprascripti nostri. monasterii tibi qui supra iaquinto langobardo. et at tuis heredibus seu ipsius qui supra stephani presbyteri et monachi. amodo et omnibus diebus bite sue. defendere et antestare Integra ea suprascripta que et qualiter tibi superius per iamdicta combenientia dedimus et tradidimus ab omnibus hominibus ab omnique partibus. Si autem nos qui supra iohannes domini gratia abbas vel successores nostros seu pars suprascripti nostri monasterii hanc cartam combenientie de quibus continet per qualecumque ingenium remobere quesierimus. et non compleberimus. et omnia qualiter prelegitur. Viginti vizantinos solidos pena nos vel successores componere obligamus tibi qui supra iaquinti langobardi vel at tuos heredes et hec carta combenientie de quibus continet qualiter secundum legem stare potest firma permaneat. et taliter nos qui supra iohannes domini gratia abbas una cum consensum sacerdotum et clericorum fratrumque monachorum suprascripti nostri monasterii. et herga nobiscum habendo suprascriptum abbocatorem eiusdem nostri monasterii qualiter inter nobis combenit secundum legem fecimus. et te petrum notarium scribere rogavimus. Capua! Ego qui supra iohannes abbas congregazione del predetto nostro monastero per i frutti e i lavori delle anzidette terre tre buoni tareni d oro, due degli stessi per celebrare pertanto nella festa dei santi abbaciri e Giovanni che é solito celebrare lo stesso Stefan,o presbitero e monaco, celebrare e il rimanente per l anniversario dello stesso Stefano presbitero e monaco. E prendiamo obbligo noi suddetto Giovanni, per grazia del Signore abbate, e i nostri successori e la parte del soprascritto nostro monastero con te predetto Giacinto Langobardo e con gli eredi tuoi e dello stesso anzidetto Stefano presbitero e monaco, da ora e per tutti i giorni della sua vita, di difendere e sostenere, da tutti gli uomini e da tutte le parti, per intero tutte le cose soprascritte quali e come abbiamo sopra dato e consegnato a te mediante il predetto accordo. Se poi noi anzidetti Giovanni per grazia del Signore abbate o i nostri successori o la parte del soprascritto nostro monastero cercassimo di annullare con qualsiasi artifizio questo atto di accordo per quanto contiene e non adempissimo tutte le cose come prima si leggono, come pena noi o i nostri successori ci obblighiamo a pagare in ammenda a te anzidetto Giacinto Langobardo o ai tuoi eredi venti solidi bizantini e questo atto di accordo per quanto contiene come secondo legge può stare rimanga fermo. E in tal modo noi anzidetto Giovanni per grazia del Signore abbate, con il consenso dei sacerdoti e dei chierici e dei fratelli monaci del soprascritto nostro monastero e con noi avendo il soprascritto avvocato dello stesso nostro monastero, come fu tra noi convenuto secondo legge abbiamo fatto e a te notaio Pietro chiedemmo di scrivere. Capua.! Io anzidetto abbate Giovanni.! Io Leone, sacerdote e monaco.! Io Alfano, sacerdote e monaco.! Io Captano, sacerdote e monaco.! Io Giovanni, diacono e monaco.

! Ego leo sacerdos et monachus! Ego alfanus sacerdos et monachus! Ego capuanus sacerdos et monachus! Ego iohannes diaconus et monachus! Ego deodatus diaconus et monachus! ego qui supra aydulfus iudex! ego auferius! ego aprico! ego iohannes notarius! ego qui supra littefredus! Io Deodato, diacono e monaco.! Io anzidetto giudice Aidulfo.! Io Auferio.! Io Aprico.! Io notaio Giovanni.! Io anzidetto Littefredo.