LICEO SCIENTIFICO BERTRAND RUSSELL CLES (Tn) CORSO BASE SULLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO Modulo 3: Movimentazione Manuale Carichi secondo il D.Lgs. 81/2008 s.m. e l Accordo della Conferenza Stato-Regioni per la formazione del 21 dicembre 2011
MOVIMENTAZIONE CARICHI DEFINIZIONE operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI Normative precedenti al D. Lgs. N 81 / 2008: L. 635 / 1934 L. 977 / 1967 L. 1204 / 1971 D. Lgs. 626 / 1994 4 articoli (dal 167 al 170) Art. 167 del D. Lgs 81 / 2008 Il campo di applicazione, chiarisce che cosa s intende per azioni o operazioni di MMC, non solo quelle più tipiche di sollevamento ma anche quelle di SPINTA, TRAINO e TRASPORTO che in conseguenza di condizioni ergonomiche sfavorevoli comportano RISCHI DI PATOLOGIA DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO in particolare DORSO-LOMBARI (a differenza della 626 che recitava solo i rischi di lesioni dorso-lombari )
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI Contesti Lavorativi di più frequente riscontro MMC: Edilizia Cava e miniere Trasporti, traslochi Carico / scarico Mercati generali Lavori di magazzinaggio Lavori di facchinaggio Assistenza ai bambini, portatori di handicap, pazienti ospedalizzati Lavoro nei cimiteri Lavoro portuale
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI Art. 167 D. Lgs. 81 / 2008 La struttura maggiormente sensibile alla MMC è il RACHIDE DORSO LOMBARE e precisamente: 1. CARTILAGINE LIMITANTE DEL PIATTO VERTEBRALE 2. DISCO INTERVERTEBRALE RISCHI 1. microfratture, fenomeni degenerativi. 2. microfessurazioni dell anulus fibroso con migrazione del nucleo polposo. Ernie discali. Fenomeni degenerativi.
LE PATOLOGIE PIU COMUNI SONO: ERNIA DEL DISCO: fuori uscita del disco intervertebrale è un'affezione della colonna vertebrale consistente in una rottura o uno sfiancamento dell'anello fibroso del disco con conseguente dislocazione del nucleo polposo. ARTROSI: Malattia degenerativa delle articolazioni Alterazione cronica degenerativa delle articolazioni e più precisamente delle cartilagini articolari. Colpisce, in particolare, anca, ginocchio, colonna vertebrale, dita.
LE PATOLOGIE PIU COMUNI SONO: SCIATICA: Infiammazione e dolore dovute alla compressione dei dischi intervertebrali associata all artrosi.
IPERCIFOSI IPERLORDOSI SCOLIOSI
Le principali patologie da sovraccarico biomeccanico Determinate da operazioni di movimentazione manuale dei carichi Artrosi Lombalgie e lombosciatalgie Ernia del disco Determinate da movimenti ripetuti degli arti superiori Tenosinoviti (s. di De Quervain, dito a scatto ecc.) Neuropatie periferiche (s. tunnel carpale, s. stretto toracico ecc.) Tendiniti (epicondilite, epitrocleite, t. della cuffia dei rotatori ecc.)
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI È stato calcolato che il sollevamento di un carico di 25 Kg da terra (schiena flessa) fino all altezza del torace può comportare forze di compressione sul disco superiori a 500 Kg. I carichi di rottura per le limitanti vertebrali sono circa 600 700 Kg in soggetti maschi di età < 40 anni. 400 500 Kg in soggetti maschi tra i 40 e 60 anni. Nelle donne i limiti di rottura sono in media inferiori del 17 % rispetto gli uomini.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI Art. 168 169 D. Lgs. 81 / 2008 Obblighi del datore di lavoro: 1. La MECCANIZZAZIONE dei processi in cui vi sia movimentazione di carichi per eliminare il rischio. 2. Laddove ciò non sia possibile l AUSILIAZIONE degli stessi processi con l adozione di adeguate misure tecniche e organizzative per assicurare salute e sicurezza, tenendo conto dell allegato XXXIII. 3. L uso condizionato della forza manuale e la SORVEGLIANZA SANITARIA dei lavori addetti ad attività di movimentazione manuale dei carichi. 4. L informazione, la formazione e l addestramento dei lavoratori (art. 169). 5. Si indica che le NORME TECNICHE sono critiche di riferimento per le finalità di questo articolo, ove applicabili. Negli altri casi ci si può riferire alle BUONE PRASSI e alle LINEE GUIDA.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI VALUTAZIONE DI RISCHIO 1. CARATTERISTICHE DI CARICO 2. SFORZO FISICO RICHIESTO 3. CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO 4. ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITA 5. FATTORI INDIVIDUALI DI RISCHIO DEL LAVORATORE
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI 1. CARATTERISTICHE DEL CARICO Il carico è troppo pesante (scompare il concetto dei 30 Kg della 626 / 1994. È ingombrante o difficile da afferrare. È in equilibrio instabile o il suo contenuto rischia di spostarsi. È collocato in una posizione tale per cui deve essere tenuto o maneggiato ad una certa distanza dal tronco o con una torsione del tronco. Può, a motivo della struttura esterna e / o della consistenza, comportare lesioni per il lavoratore.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI 2. SFORZO FISICO RICHIESTO È eccessivo. Può essere effettuato soltanto con un movimento di torsione del tronco. È compiuto con il corpo in posizione instabile. Può comportare un movimento brusco del carico
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI 3. CARATTERISTICHE DELL AMBIENTE DI LAVORO Lo spazio libero, in particolare quello verticale è insufficiente per lo svolgimento dell attività richiesta. Il pavimento è irregolare quindi presenta rischi di inciampo o è scivoloso. Il posto di lavoro non consente al lavoratore la movimentazione manuale dei carichi a un altezza di sicurezza o in buona posizione. Il pavimento o il piano di lavoro presenta dislivelli che implicano la manipolazione del carico a livelli diversi. Il pavimento o il punto di appoggio sono instabili. La temperatura, l umidità o la ventilazione sono inadeguate.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI 4. ESIGENZE CONNESSE ALL ATTIVITA Sforzi fisici troppo frequenti. Pause e periodi di riposo insufficienti. Distanze troppo grandi di sollevamento, di abbassamento o di trasporto. Un ritmo imposto da un processo che non può essere modulato dal lavoratore.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI NORME ISO ISO 11228 1 ERGONOMICS MANUAL HANDLING LIFTING AND CARRYING ISO 11228 2 ERGONOMICS MANUAL HANDLING PUSHING AND PULLING ISO 11228 3 ERGONOMICS MANUAL HANDLING HANDLING OF LOW LOADS AT HIGH FREQUENCY
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI PROPOSTA EPM (unità di ricerca Ergonomia della Postura e del Movimento MASCHI 18 45 25 FEMMINE 18 45 20 MASCHI < 18 - > 45 20 FEMMINE < 18 - > 45 15
VALUTAZIONE DEL RISCHIO calcolo NIOSH (National Institute for Occupational Safety and Health) Peso Limite Raccomandato (PLR) CP x A x B x C x D x E x F = PLR INDICE DI SOLLEVAMENTO (IS) IS = PESO SOLLEVATO / PLR < 0,85 = rischio trascurabile; 0,86 0,99 = richiede attenzione; > 1 = rischio presente FATTORE ALTEZZA (A): altezza da terra delle mani all inizio del sollevamento FATTORE DISLOCAZIONE (B): distanza verticale del peso tra inizio e fine del sollevamento FATTORE ORIZZONTALE (C): distanza massima del peso dal corpo durante il sollevamento FATTORE ASIMMETRIA (D): dislocazione angolare del peso rispetto al piano sagittale del soggetto FATTORE PRESA (E): giudizio sulla presa del carico FATTORE FREQUENZA (F): frequenza del sollevamento in atti al minuto (=0 se > 12 volte/min.)
MOVIMENTAZIONE CARICHI QUALI ATTIVITA Sollevamento, spostamento di un carico (es. scarico di elementi da un nastro e loro collocazione su scaffali); trasporto manuale di un carico (es. trasporto di un carico sostenuto a braccia da parte di un addetto); operazioni di traino e spinta di un oggetto, con o senza ruote (es. spinta di un carrello); operazioni di assistenza presso strutture sanitarie (es. sollevamento e spostamento di pazienti non autosufficienti).
MOVIMENTAZIONE CARICHI se il peso dell oggetto è ridotto? Il peso dell oggetto movimentato non è l unico fattore di rischio! Qualora la movimentazione consista nello spostamento di carichi di peso ridotto effettuato ad alta frequenza, si parla di movimenti ripetuti degli arti superiori Essi possono portare allo sviluppo di patologie consistenti in alterazioni muscolo-tendinee, neurologiche periferiche e vascolari a carico degli arti superiori
MOVIMENTAZIONE CARICHI Le patologie connesse ai movimenti ripetuti degli arti superiori si riscontrano prevalentemente negli addetti alle seguenti tipologie di attività: 1. lavorazioni caratterizzate da ritmi prestabiliti o con obiettivi di produzione 2. lavorazioni a ritmi non prestabiliti ma elevati o caratterizzate da operazioni eseguite con continuità 3. lavorazioni ripetitive che implicano il mantenimento di posture incongrue degli arti superiori
1. Lavorazioni caratterizzate da ritmi prestabiliti linee di montaggio confezionamento di imballaggi su linea trattamento, taglio e confezionamento alimenti su linea settore elettronico (microassemblaggio su linea) settore meccanico (carico/scarico di manufatti su linee di lavorazione e operazioni con macchine utensili) operazioni di scelta su linea (vari settori)
2. Lavorazioni a ritmi non prestabiliti ma elevati uso ripetuto di attrezzi manuali (martello, pinze, tenaglie, pialle, ecc.) attività di cassa in supermercato settore tessile (taglio, cucitura e stiratura a mano) settore manifatturiero attività artistiche (decorazione e incisione a mano) rasatura, carteggiatura e tinteggiatura di superfici settore agricolo (raccolta, scelta, potatura)
MOVIMENTAZIONE CARICHI Quali tipologie di attività? Le operazioni di movimentazione manuale dei carichi possono essere più o meno gravose in funzione di: spazio a disposizione dell operatore: in che ambiente si svolgono le operazioni; postura assunta: qual è la posizione assunta dal lavoratore; velocità e frequenza di esecuzione dell operazione: come si svolgono le operazioni; peso degli oggetti movimentati: quanto pesano gli oggetti; durata dell operazione: quanto si prolungano le operazioni; entità dei periodi di pausa: se ci sono e, in caso, quali sono le pause previste; fattori ambientali e individuali: altezza, età, abilità, condizioni climatiche ecc.
COME PROTEGGERCI? NON SUPERANDO I 25 Kg SOLLEVANDO CARICHI PIU COMPATTI E MENO INGOMBRANTI SE COSTRETTI A RUOTARE UTILIZZARE LE GAMBE E NON IL BUSTO
COME PROTEGGERCI? Non superando i limiti di 25 kg per gli uomini e 15 per le donne
COME PROTEGGERCI? ad esempio facendosi aiutare da un compagno o da una macchina
COME PROTEGGERCI? Ripartendo i carichi
COME PROTEGGERCI? Evitando di mettere il carico troppo in alto o troppo in basso. Usando le gambe mantenendo eretta la schiena. Evitando di flettere la schiena
COME PROTEGGERCI? Ripartendo uniformemente i carichi
COME PROTEGGERCI? Evitando le torsioni del busto Se costretti a spingere: mantenendo la schiena dritta e usando le gambe Evitando di tenere troppo lontano dal busto il carico
I principali fattori di rischio elevata frequenza durata del compito ripetitività delle azioni posture incongrue patologie fattori organizzativi individuali e ambientali forza eccessiva periodi di recupero insufficienti
TECNICA PER LA MOVIMENTAZIONE DEI PAZIENTI E DEI CARICHI Per quanto riguarda la "movimentazione dei pazienti"negli ospedali bisogna fare prima una piccola considerazione: gli infermieri, soprattutto quelli geriatrici, ma anche quelli del Pronto Soccorso, Rianimazione, Ortopedia, ecc. rappresentano la seconda categoria dei lavoratori più colpiti nella patologia della colonna vertebrale.
Spostare un paziente verso la testiera Un solo operatore Punti da ricordare: 1. Regolare correttamente l'altezza del letto in base alla propria altezza 2. Chiedere all'assistito di flettere il ginocchio, di guardarsi i piedi e infine di fare perno sul piede. Questo aumenterà la collaborazione dell'assistito 3. Durante la manovra, spostare il proprio peso da un lato all'altro, mantenendo diritta la schiena.
Spostare un paziente in alto nella sedia 1. Prima d'iniziare, assicurarsi che i piedi del paziente siano il più vicini possibile alla sedia 2. Chiedere al paziente di piegarsi in avanti il più possibile, aiutandolo mettendo le sue braccia attorno alla propria vita 3. Chiedere al paziente di piegarsi in avanti e di fare perno sulle gambe durante lo spostamento. Questo renderà il sollevamento più semplice 4. Usare i muscoli delle gambe e dei fianchi invece di quelli della parte superiore del corpo.