La memoria tra le nuvole: ma chi cura le collezioni digitali?



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Transcript:

La memoria tra le nuvole: ma chi cura le collezioni digitali? Anna Maria Tammaro (Chair IFLA Section Library Theory and Research) Introduzione Il Seminario La memoria tra le nuvole durante l ultimo Convegno alle Stelline ha toccato un tema di cui non si parla molto, o almeno di cui non si parla abbastanza, il tema della preservazione digitale. Sono davvero grata agli organizzatori della giornata all interno del Convegno delle Stelline (in particolare MAB Lombardia con la Regione Lombardia) per aver concentrato il Seminario su questo tema, strategico per la professione, e per avermi invitato a coordinare la sessione pomeridiana, dedicata ai progetti, alle esperienze, alle tendenze. E lo stesso ma differente! Questo è il leitmotiv più diffuso quando si parla della trasformazione delle biblioteche in ambito digitale, trasformazione che tocca ora tutte le funzioni tradizionali per organizzare e gestire collezioni. Questo leitmotiv si accompagna ad una percezione della trasformazione delle biblioteche (ma anche di archivi e musei) diffusa nei professionisti: sembra riaffermare con forza che il background dei professionisti dei beni culturali continua ad essere il più adeguato per gestire anche le collezioni digitali. Tuttavia siamo davvero sicuri di avere tutte le competenze necessarie per organizzare e preservare collezioni digitali, senza correre il rischio di diventare una professione obsoleta, ad esempio sostituita da altri professionisti come gli informatici! Tutte le relazioni della Sessione pomeridiana sono state io credo davvero molto interessanti per capire le tendenze, e tutte hanno contribuito a delineare un panorama per certi versi allarmante: preservare le collezioni digitali non è davvero lo stesso che conservare i supporti tradizionali! Anche se sicuramente i professionisti del patrimonio culturale hanno un buon background di base, c è un gap di competenze e si deve onestamente affermare che i professionisti devono aggiornare le loro competenze nel contesto digitale. Sono molte le problematiche che porta con se la preservazione dei contenuti digitali e sembra che ci sia una vera emergenza per la perdita di contenuti digitali. In altre parole non siamo pronti a gestire e preservare la massa di risorse digitali che viene giornalmente creata dagli utenti! Il cambiamento, che non è solo un cambiamento di supporto, non è governato dai professionisti che non possono però limitare il loro ruolo a quello di conservazione della carta e dei supporti tradizionali, con il rischio di emarginarsi dalla società e di fatto abdicare al loro ruolo tradizionale. 1

Il ruolo di IFLA per la preservazione digitale L avvio di questa serie di Seminari su conservazione e preservazione, organizzati dalla Regione Lombardia e ospitati nel contesto del Convegno annuale delle Stelline, ha avuto origine nel contesto di IFLA e vorrei ricordare che nel 2013 Danielle Mincio, precedente Chair della Sezione IFLA Preservation and Conservation, è stata ospite d onore del Seminario. IFLA ha avuto e continua ad avere un ruolo guida per la preservazione in ambito digitale. Il programma di PAC (Preservation and Conservation) è stato lanciato a Vienna già nel 1986 durante una Conferenza sulla conservazione delle collezioni delle biblioteche co-organizzata da IFLA ed UNESCO, insieme con la Conferenza dei direttori delle biblioteche nazionali. La conservazione e il restauro dei beni culturali è sempre stata una priorità per IFLA. Il Governing Board di IFLA si è fatto carico recentemente di un ruolo di coordinamento ed ha predisposto alcuni documenti programmatici come il Manifesto della Biblioteca Digitale 1, voluto dalla Presidente Claudia Lux, e come il documento redatto con l UNESCO Vancouver Declaration on Digitization and Preservation 2, voluto dalla Presidente Ingrid Parent. La collaborazione con l UNESCO continua sul tema della preservazione ed IFLA partecipa al progetto PERSIST, un'iniziativa dell'unesco, di ICA, IFLA ed altri partner istituzionali, che cerca di migliorare la sostenibilità economica della preservazione digitale del patrimonio digitale. Nell ambito di questo progetto sono state elaborate dall UNESCO PERSIST Linee guida per la selezione di patrimonio digitale e la preservazione a lungo termine 3. IFLA ha inoltre stabilito che la preservazione dei Beni Culturali è una delle attività strategiche della Federazione (Key Initiative) ed ha stimolato tutte le Sezioni a studiare il problema dal loro particolare punto di vista e area di competenza. La Sezione Library Theory and Research che coordino, nell ambito di questa Key Initiative, ha lanciato un progetto, che è stato finanziato da IFLA, sul ruolo del data curator. I risultati di questo progetto saranno presentati al prossimo WLIC IFLA in Columbus, posso però già anticipare che i risultati hanno dimostrato che a livello internazionale il ruolo del data curator è un nuovo ruolo, legato al 1 http://www.ifla.org/digital-libraries/manifesto 2 Nel 2012 UNESCO ha organizzato una Conferenza internazionale dal titolo The Memory of the World in the Digital age: Digitization and Preservation, a Vancouver, Canada, dove la Dichiarazione è stata realizzata e condivisa da IFLA: http://www.ifla.org/news/unesco-releases-vancouver-declaration-on-digitization-and-preservation 3 http://www.ifla.org/files/assets/hq/topics/cultural-heritage/documents/persist-content-guidelines.pdf 2

ciclo dell informazione digitale, in cui le competenze tradizionali sono integrate con competenze tecniche e con competenze legate al settore disciplinare di interesse dei dati. L attuale Chair della Sezione IFLA Preservation and Conservation, Alenka Kavčič-Čolić, ha preso parte al Seminario e nella sua presentazione ha ricordato tutte le iniziative di IFLA con chiarezza e completezza ed ha anche descritto un caso concreto di applicazione delle Linee Guida e dei risultati di IFLA per la preservazione digitale nella Biblioteca in cui lavora: la National and University Library of Slovenia. Conservazione, preservazione e curation: non sono la stessa cosa! La conservazione o tutela è ogni attività diretta a riconoscere, proteggere e conservare un bene del nostro patrimonio culturale affinché possa essere offerto alla conoscenza e possa essere offerto alla conoscenza e al godimento collettivi come afferma il Codice dei beni culturali e del paesaggio 4. E un attività organizzata spesso per mantenere un oggetto, un bene, per evitarne il consumo, la perdita o la dispersione 5. Durante il Seminario, si è parlato molto di conservazione, fino alle scelte su cui è nata un interessante discussione, del supporto cartaceo usato per la conservazione del digitale. Maddalena Cerletti, Conservatore Museo di Fotografia contemporanea ed Alice Laudisa, Docente di Restauro dei materiali digitali Accademia di Brera nella presentazione Progetto di studio sul materiale digitale, tra scuola e museo hanno individuato con chiarezza le problematiche di riorganizzare la conservazione nelle istituzioni culturali, evidenziando anche che non esiste un supporto stabile nel tempo. Il problema è quello dell autenticità dell opera, in un epoca digitale in cui il master è originariamente digitale. I due termini conservazione e restauro almeno in Italia sono ormai usati in coppia 6 e in questo il concetto di conservazione si avvicina a quello della preservazione digitale. Il restauro è quindi da intendere come un 4 http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/04042dl.htm 5 Conservazione nel vocabolario Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/conservare/ 6 Marconi P. Conservare e restaurare Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/conservare-e-restaurare_(xxi_secolo)/ 3

momento essenziale per la vita di un'opera, cui è unito da un legame inscindibile. Questo è stato reso evidente dalla presentazione di Matteo Pavesi Conservare il cinema e gli audio video digitali di oggi per il futuro dove sono distrutte o non più prodotte le pellicole originali, anche per mancanza di strumenti per l accesso. Ciò significa che il futuro non è assicurato, perché il supporto che assicura al film una maggiore durata nel tempo e soprattutto una continuità con i materiali originali è fino ai primi anni del Duemila la pellicola 35 mm. La preservazione digitale è la conservazione di informazioni digitali nel tempo. Come scrive Guercio: A differenza di quanto avviene per le fonti documentarie analogiche, per le quali il passare del tempo determina in assenza di situazioni patologiche l effetto duplice di accrescere il valore della risorsa che si mantiene inalterata nel tempo e di assicurare le condizioni per la verifica della sua autenticità (per es., analizzando il supporto, i materiali scrittori, la scrittura, la struttura del documento, la tipologia delle annotazioni), la gestione e la tenuta di documenti digitali deve far fronte a un continuo, inarrestabile e inevitabile processo di trasformazione tecnologica, cui né le organizzazioni, né gli individui riescono a sottrarsi senza mettere a rischio, da un lato, l accessibilità nel tempo ai contenuti, dall altro, le garanzie di integrità delle fonti medesime 7. Curation è il tema importante per definire il nuovo ruolo ma che non è stata quasi mai nominata durante il Seminario. E un termine di moda? Oppure una nuova o rinnovata funzione? Laura Testoni ha riassunto recentemente il dibattito sul tema, originariamente usato nei musei ed ora traslato alla cura digitale dei patrimoni, ma non solo: Non è possibile né necessario riassumere qui il dibattito; ci limitiamo a indicare che, inevitabilmente, in alcuni interventi emerge il disagio per l'utilizzo generico e alla moda del termine, associato a qualunque mash-up di contenuti di ogni tipo; altri sottolineano che il digital curator è precipuamente uno specialista di conservazione, con alcune secondarie funzioni relative all'aggiunta di valore ("Curation = Preservation + Added Value"), ma che resta oggetto di interpretazione in che cosa questo valore aggiunto consista; altri infine evidenziano che il curatore è un "produttore di significato" o almeno una persona che facilita la produzione di significato degli oggetti digitali su cui opera 8. 7 Guercio M. (2009) Voce Archivi Digitali in Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/archividigitali_(xxi_secolo)/ 8 Testoni L. (2013) Digital curation e content curation: due risposte alla complessità dell'infosfera digitale che ci circonda, due sfide per i bibliotecari Bibliotime 16(1) http://www.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xvi-1/testoni.htm 4

Due concetti si aggiungono al concetto di curation rispetto a quello di conservazione: 1) il concetto del ciclo di vita della risorsa digitale (proprio della preservazione), 2) il concetto di aggiungere valore alla risorsa (che caratterizza la curation). Tra le presentazioni durante il Seminario, ha parlato di curation (anche se non c era vera consapevolezza) Renata Meazza, responsabile del Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia Conservare il patrimonio culturale immateriale. Descrivendo il suo lavoro di ricerca e di come questo sia cambiato, ha davvero messo in evidenza il valore aggiunto del curatore, che infatti è molto spesso un esperto della materia ed un ricercatore. E la stessa ricerca che cambia con il supporto digitale ed il compito del curatore è integrato strettamente nel ciclo della ricerca. La presentazione di Meazza ha anche descritto con originalità e completezza la necessità di nuove partnership con tutti gli attori nel ciclo della ricerca, con nuove partnership e un nuovo concetto di cooperazione (o se si preferisce convergenza). Su questo aspetto è molto chiaro l art. 11 della Carta per la Preservazione del Patrimonio Digitale dell UNESCO, tradotta dall ICCU 9 Emergenza curatori La curation è quindi aggiungere valore alla risorsa. L emergenza dei curatori deriva dal fatto che c è una marea di nuovi contenuti digitali ogni giorno riversata in Internet, che sembra impossible riuscire ad organizzare in modo significativo. Infatti, come ha affermato nella relazione conclusiva David Bidussa, storico presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli La rotta per Ararat. Costruire e leggere l archivio di domani dobbiamo fare delle scelte, un vero e proprio contratto, non è possibile conservare tutto! Maurizio Lunghi ha evidenziato che il problema riguarda anche i singoli individui e non solo le istituzioni. Chi sono i curatori? I curatori sono persone o organizzazioni che fanno il duro lavoro di filtrare il contenuto all'interno di un particolare deposito, tirando fuori ciò che può dare significato. Questo sforzo del curatore implica molto di più che trovare ed elencare dei link. Se si vuole combattere il sovraccarico di informazioni, questo è uno dei modi più sicuri - trovare professionisti che sappiano dare un senso ai dati nelle aree di interesse. Se si vuole diventare un curatore in un ambito di ricerca, occorrerà imparare prima di tutto un insieme di conoscenze o di abilità di quell area disciplinare, è davvero difficile altrimenti diventare un curatore. In un certo senso, la curation è ciò che gli studiosi hanno sempre fatto da soli.gli studiosi si concentrano in particolare su una disciplina e trascorrono la loro vita dedicandola alla ricerca. Il buon curatore fa più o meno lo stesso, anche se di solito in un modo meno formale e per un servizio che consenta accesso e ri-uso a tutti. 9 http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/carta_unesco_it.pdf 5

Competenze tecnologiche: è quasi superfluo dire che, al fine di avere successo in un istituzione culturale hitech, iper-connessa, nell economia globale, è necessario possedere una buona dose di competenze tecniche, limitarsi a conoscenze di base come la marcatura di testi e gli strumenti di data mining non è sufficiente. La curation è a mio avviso una competenza essenziale dei professionisti delle istituzioni culturali e l'approccio consigliato a quelli che vogliano continuare ad essere leader di successo, è quello di aggiornare ed estendere le competenze attuali. Solo restando aggiornati e consapevoli anche delle differenze concettuali nelle attuali tendenze emergenti nel campo della preservazione digitale, si può sperare di creare programmmi di preservazione adeguati alle esigenze. Questo fatto contribuisce nella mia opinione ad evidenziare che il ruolo tradizionale dei professionisti è rinnovato e c è un emergenza curatori! Il primo bisogno è quindi quello di trovare buoni curatori. Un consiglio per concludere: non basta scegliere curatori che restano professionisti tradizionali, con un aggiornamento superficiale ma con la stessa mentalità vecchia di pensare al problema della conservazione; invece occorre scegliere quei professionisti che sono disposti a mescolare competenze diverse ed anche a prendere la responsabilità di qualche rischio per la preservazione digitale. Riferimenti bibliografici Conservazione nel vocabolario Treccani: http://www.treccani.it/vocabolario/conservare/ Guercio M. (2009) Voce Archivi Digitali in Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/archividigitali_(xxi_secolo)/ Hamilton, B. J. (2012). Embedded librarianship : tools and practices. Chicago, IL. : ALA TechSource. Marconi P. Conservare e restaurare Enciclopedia Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/conservare-erestaurare_(xxi_secolo)/ Testoni L. (2013) Digital curation e content curation: due risposte alla complessità dell'infosfera digitale che ci circonda, due sfide per i bibliotecari Bibliotime 16(1) http://www.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xvi-1/testoni.htm 6