PENSIONI BRUNETTA: «SU USCITA ANTICIPATA, DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE»



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1147 www.freenewsonline.it i dossier www.freefoundation.com PENSIONI BRUNETTA: «SU USCITA ANTICIPATA, DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE» IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA (IL GIORNO) E L INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 16 giugno 2016 16 giugno 2016 a cura di Renato Brunetta

INDICE 2 PENSIONI: SU USCITA ANTICIPATA DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA SU IL IL GIORNO INTERVISTA A CHRISTIAN MARRAZZI SU IL MANIFESTO

PENSIONI: SU USCITA ANTICIPATA DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE 3 Dichiarazione dell onorevole Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: A cinque giorni dai ballottaggi, con il no-imu day che si annuncia un flop e un ridicolo autogol, il governo le sta provando proprio tutte. Così ieri ha tirato fuori dal cilindro l ennesima illusione imbrogliona. L esecutivo ha fatto credere agli italiani di aver trovato la formula magica per consentire a coloro ai quali mancano fino a tre anni dall età per la pensione di vecchiaia di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro.

PENSIONI: SU USCITA ANTICIPATA DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE 4 Di volare via senza rimetterci nulla, con un invenzione cui è stato dato il nome di Ape (anticipo pensione), lasciando immaginare che di quello che avrebbero perso vigendo le attuali regole si sarebbe fatto carico il sistema bancario, con oneri minimi per lo Stato. Leggendo con attenzione la proposta, invece, si scopre il trucco. Di altro non si tratta se non di un normalissimo prestito che le banche fanno ai pensionati che vogliono andare in pensione anticipata per coprire il periodo di non lavoro fino a quando scatta il diritto alla pensione. Ma da quel momento in poi tutto deve essere restituito, in venti anni, e ovviamente con interessi.

PENSIONI: SU USCITA ANTICIPATA DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE 5 Ne deriva una decurtazione dell assegno pensionistico totale di importo pari a quanto ricevuto negli anni precedenti a titolo di anticipo/prestito, spalmata su venti anni. Il pensionato semplicemente risparmia sugli interessi di tale prestito, in quanto lo Stato riconosce una detrazione di pari ammontare in dichiarazione dei redditi. Lo Stato si fa carico, altresì, di un assicurazione necessaria perché qualcuno dei beneficiari nei venti anni potrebbe venire a mancare e non restituire il prestito.

PENSIONI: SU USCITA ANTICIPATA DA GOVERNO SOLITO IMBROGLIO/ILLUSIONE 6 Questo costa alle Casse pubbliche 600-700 milioni, che andranno molto probabilmente ad appesantire la spesa pensionistica totale. Nessun vantaggio, quindi, in termini di maggior ricchezza per il pensionato, si tratta solo di una flessibilità in più che paga lo Stato. Di fatto un gioco delle tre carte cui questo governo ci ha abituati fin dal momento del suo insediamento. L ennesima illusione di Matteo Renzi che si diverte a prendere in giro gli italiani. Ma questa volta non abboccheranno.

IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA (IL GIORNO) 7 Anche in tema di previdenza il diavolo infila la coda nei dettagli. È bene, allora, attendere che la proposta del governo sull anticipo della pensione (Ape) sia definita in tutti i suoi aspetti prima di esprimere valutazioni compiute. L impostazione di fondo, tuttavia, sembra corretta e condivisibile per diversi motivi. Innanzitutto, la misura ha carattere sperimentale (fino a tutto il 2019) e non modifica in modo strutturale la normativa del 2011. Anzi, ne lascia inalterati i requisiti, soprattutto quelli cruciali che si riferiscono all età pensionabile.

IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA (IL GIORNO) 8 L anticipo volontario di un triennio rispetto ai limiti previsti per la pensione si inserisce, infatti, in un circuito privato e parallelo, gestito dal sistema bancario e assicurativo; e consiste in un prestito rimborsabile mediante rate ventennali entro un limite massimo del 15% e con agevolazioni fiscali per i redditi più bassi sull assegno che sarà percepito al momento della maturazione dei requisiti per il trattamento pensionistico secondo le regole vigenti. Una soluzione siffatta era già stata ipotizzata dal ministro Enrico Giovannini, ai tempi del Governo Letta. L attuale esecutivo ha implementato la proposta trovando la maniera di evitare i costi della «operazione flessibilità in uscita», i quali come confermato dallo stesso sottosegretario Nannicini sarebbero stati insostenibili.

IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA (IL GIORNO) 9 La proposta ipotizzata somiglia molto alla «cessione del quinto» dello stipendio, dato in garanzia di un prestito (chi si farà carico, però, degli interessi?). Il governo ha precisato che il front office verso i lavoratori lo farà l Inps e sarà l Istituto stesso a organizzare i rapporti tra le banche e le assicurazioni e coloro che intendono avvalersi dell Ape. Certo i venti anni indicati per il rimborso sono tanti, soprattutto quando in caso di premorienza prima del saldo la rata del prestito non sarà girata sul trattamento di reversibilità (come sarebbe giusto) ma verrà coperta (si dice) da un assicurazione (o finirà in cavalleria?).

IL COMMENTO DI GIULIANO CAZZOLA (IL GIORNO) 10 Sarebbe inoltre opportuno che il governo e le parti sociali avviassero al più presto l integrazione e la costituzione dei fondi di solidarietà, come previsto dal Jobs act in caso di esuberi. L istituzione dell Ape dovrebbe, poi, sgombrare definitivamente il campo dalle solite e onerose salvaguardie per i c.d. esodati. Sarebbe ora.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 11 Marrazzi: Tutta la vita con il debito grazie al piano Renzi sulle pensioni Chi vorrà andare in pensione tre anni prima dovrà stipulare un prestito con una banca, garantito dallo stato e veicolato dall Inps. Christian Marazzi, economista e analista dei capitalismo finanziario, autore di libri come E il denaro Va e Diario della crisi, cosa pensa della proposta del governo Renzi? Sembra di sognare. Devo dire che una cosa del genere fin ora non l ho mai vista proposta e tantomeno applicata altrove. Per il momento prendiamola solo come idea. Siamo nel pieno della bioeconomia nel senso della messa a valore finanziario della vita.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 12 Quella del governo italiano è una pura e semplice titolarizzazione dei diritti sociali. La sua logica assomiglia a quella delle strategie finanziarie che hanno portato alla catastrofe dei mutui subprime. Si vuole coinvolgere le banche e dare di nuovo una bella spinta alla privatizzazione di parti dello stato sociale. Quali rischi potrebbe comportare? Quello di una cartolarizzazione sull onda di quanto già sperimentato e che peraltro è una pratica ricorrente: questi titoli di credito cartolarizzato saranno sicuramente differenziati al loro interno, per quanto riguarda il rischio di rendimento e di ripagamento.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 13 La cartolarizzazione potrebbe rendersi necessaria per permettere alle banche di far fronte alla difficoltà di rendere remunerativi i titoli di credito in un periodo di tassi praticamente nulli, se non proprio negativi. È possibile che le banche tenteranno di aumentare i volumi degli anticipi pensionistici liberando i bilanci attraverso la cartolarizzazione. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini sostiene che questa non è una penalizzazione ma una rata di ammortamento, varierà a seconda della categoria dei lavoratori coinvolti e non graverà sui loro eredi.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 14 La pensa così perché altrimenti non l avrebbe proposta. Mi sembra evidente che il credito e il debito che permetteranno di anticipare e rendere flessibile il pensionamento graveranno sui beneficiari. Dovranno pure pagarlo, anche nell arco di vent anni, ma dovranno restituirlo. Con i livelli di pensione che ci sono mi chiedo se questa non sia un istigazione a lavorare in nero. Sono pur sempre somme che calcolate sull arco di un anno possono essere importanti per una persona che ha una pensione bassa. È un altro passo per sostituire l uomo indebitato al lavoratore salariato nel welfare europeo?

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 15 Si è quello che intendo per bioeconomia.la bioeconomia ruota attorno all uomo indebitato ed è la forma di governance della società attraverso la generalizzazione dell indebitamento. Vedo un forte parallelismo tra i giovani che si indebitano per studiare negli Stati Uniti e gli anziani che si indebitano per potere smettere di lavorare in Italia. Ormai il nostro ciclo di vita attiva inizia con il debito per finire con il debito. I diritti sociali che abbiamo maturato nel corso del Novecento, a partire dalle lotte dei movimenti operai, si stanno trasformando in titoli finanziari. Nel settore immobiliare, nel credito a consumo o in quello previdenziale, la logica è sempre la stessa: anticipare in modo tale da ipotecare il futuro.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 16 Come giudica la politica previdenziale dalla riforma Fornero a oggi? È costituita da misure tampone per tenere testa a un disastro creato attraverso l esperimento del governo tecnico Monti che ha commissariato l Italia con il Fiscal compact. Bisogna capire che il sistema pensionistico non è riformabile nei termini della Fornero e non può esserlo nemmeno con la finanziarizzazione. Lo stato sociale è una cosa molto articolata e metterci mano con questi espedienti denota a volte creatività ma il più delle volte porta a alchimie improvvisate e pericolosissime che destano preoccupazione.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 17 È sempre la stessa storia: in una situazione politica a rischio di Brexit e della deflagrazione dell Ue, si continua a rispondere alle rivendicazioni di sovranità nazionale di destra con misure che non fanno altro che rafforzare vie d uscita nazionalistiche a problemi che sono strutturali e di fatto riguardano tutta l Europa. Cosa dovrebbe fare il governo? Chiedere l istituzione di un sistema di mutualizzazione e di intervento in termini di redistribuzione e monetizzazione delle rendite in Europa.

18 INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) I nati dal 1980 in poi non avranno pensione o dovranno lavorare fino a oltre 75 anni. La finanziarizzazione della previdenza cosa comporterà per loro? Anche questo è un problema europeo: il cumulo di lacune contributive dovute alla precarizzazione del lavoro riguarda sia l Italia che addirittura la Svizzera dove vivo. Ha un margine di sopportabilità che non va oltre il 2020. Il finanziamento di questo sistema pensionistico si rivelerà sempre più problematico. Perché il lavoro precario è per definizione l opposto del lavoro salariato sulla base del quale sono stati costruiti i nostri stati sociali. Più si erode il lavoro salariato, più si erode il finanziamento dello stato sociale. Il finanziamento dell intero sistema della sicurezza sociale e, in particolare, della pensione è un problema inaggirabile.

INTERVISTA A CHRISTIAN MARAZZI (IL MANIFESTO) 19 Qual è soluzione per lei? Il reddito di base incondizionato permette di colmare queste lacune ed evitare che portino all esclusione dal sistema delle tutele sociali. Questo è il senso del referendum che si è tenuto in Svizzera. Il problema non può essere più rimandato. Siamo entrati in una fase in cui la riforma del sistema previdenziale va veramente portata a livello europeo. Sul piano nazionale è praticamente impossibile effettuare riforme in positivo, ma solo in termini repressivi o semplicemente di taglio e smantellamento del welfare.