Enrica Peracin: corso di formazione CTI 7 Brescia a.s. 2012 2013 La lingua cinese



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Enrica Peracin: corso di formazione CTI 7 Brescia a.s. 2012 2013 La lingua cinese La lingua cinese fa parte della famiglia delle lingue sino-tibetane, parlate in Asia. Questa famiglia si divide a sua volta in due gruppi: le lingue tibeto-birmane (circa 350) e le lingue siniche. Le lingue sinitiche più parlate sono: il pǔtōnghuà 普 通 话 (o cinese mandarino), parlato dal 70% della popolazione della RPC, nel quale si distinguono 7 dialetti mutualmente comprensibili e e altre lingue (dialetti) diffuse nel territorio della RPC e non comprensibili reciprocamente. (La cultura cinese pg 91)

Pǔtōnghuà Il Pǔtōnghuà, o cinese mandarino, è la lingua ufficiale della RPC, è stato codificato alla metà circa degli anni '50 del '900 prendendo come base per la pronuncia, per la grammatica e per il lessico i dialetti del nord della Cina, in particolare il dialetto parlato a Pechino. Il pǔtōnghuàè la lingua insegnata nelle scuole e usata dai media.

I dialetti In Cina il dialetti locali sono diffusi e parlati, sono sentiti come importanti per il senso di appartenenza al luogo di origine. I cinesi immigrati in Italia provengono per la gran parte da una provincia della Cina, il Zhejiang, situata nel sud-est del paese. Questi immigrati parlano i dialetti del gruppo Wú, delle città di Wenzhou e della contea di Qingtian. Il dialettowú è una delle principali varianti delle lingue siniche dopo il pǔtōnghuà. Il dialetto più famoso appartenente a questo gruppo è quello di Shanghai.

Altri gruppi dialettali importanti della RPC sono: Il cantonese (lingua yue), lingua ufficiale ad HongKong e Macao, parlato nel sud-est della Cina, e nel sudest asiatico. Lingua min, parlata a Taiwan e nella provincia del Fujian Lingua xiang, parlata nel Hunan Lingua hakka, parlata nel Guangdong e nel Guanxi Lingua gan, parlata nella Cina centrale

La lingua scritta Il pǔtōnghuà e i dialetti sono tutti pronunce diverse di una stessa lingua scritta, che da migliaia di anni è la lingua scritta della Cina. La lingua cinese si caratterizza per la scrittura in caratteri, scrittura di tipo logografico. La prima unificazione della lingua scritta è stata voluta dal primo imperatore Qin Shihuang nel 200 a.c. Da allora la lingua scritta costituisce per il popolo cinese un grande valore di unità e continuità culturale.

I CARATTERI CINESI 汉 字 hànzi 汉 字 hànzi significa scrittura degli Han (sinogrammi) cioè dell'etnia più grande della Cina. Il nome Hàn deriva dalla seconda dinastia imperiale che ha regnato in Cina dal 200 a.c. al 200 d.c. circa, dinastia di grandissima importanza per la storia della Cina. 字 significa carattere. Ogni carattere andrebbe definito logogramma,rappresentazione grafica di un significato. Ogni carattere, ogni disegno, è un morfema, unità minima significante.

Per riconoscere i caratteri bisogna memorizzare il segno (la sequenza corretta dei tratti che lo compongono), il suono ed il significato. I caratteri cinesi si possono paragonare ai numeri arabi, usati in tutti i paesi e le culture, che sono un medesimo segno scritto, pronunciato in modo diverso in ciascun paese. Allo stesso modo i caratteri cinesi, che richiedono all'atto dell'apprendimento e della conservazione della memorizzazione un grandissimo sforzo in teoria potrebbero essere impiegati in ogni lingua del mondo come succede per i numeri arabi. (La cultura cinese pg. 100)

Molti paesi vicini geograficamente alla Cina hanno utilizzato i caratteri cinesi adattandoli alla propria lingua (Giappone e Corea) Non è corretto definire i caratteri cinesi ideogrammi, questo termine definisce solo una parte di essi. (i più antichi erano pittogrammi o ideogrammi 日 rì, 女 nǚ, 人 rén, 上 shàng, 下 xià, 中 zhōng) La maggior perte dei caratteri sono oggi costituiti da una parte semantica e una fonetica ( 妈 mā, 洋 yáng)

Scrittura logografica La lingua cinese ha sviluppato e ha continuato ad usare nel corso della sua storia un tipo di scrittura logografica. Ogni carattere cinese rappresenta un significato e non un suono, come accade invece per le lettere dell'alfabeto di altre lingue. Esiste una corrispondenza quasi perfetta tra CARATTERE- SILLABA MORFEMA (la più piccola unità significante )

CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA La classificazione tipologica di una lingua avviene sulla base dell'individuazione di caratteristiche comuni riguardanti la fonologia, la morfologia (struttura, flessione, composizione e derivazione) e la sintassi (relazione grammaticale tra parole che costituiscono una frase) (La cultura cinese pg. 92/93).

Classificazione tipologica del cinese Il cinese è definito lingua con un sistema isolante, con caratteristiche essenzialmente diverse quindi dalle lingue flessive. Dal punto di vista tipologico cinese mandarino e dialetti presentano grandi affinità con le lingue del Sud-est asiatico non appartenenti alla famiglia sino-tibetana (vietnamita e thai) e minori affinità con coreano e giapponese, affinità dovute alla continuità geografica e al contatto tra i sistemi linguistici di questi paesi. (Arcodia in Italiano di cinesi, italiano per cinesi:65)

Caratteristiche del sistema isolante MONOSILLABISMO: una lingua è monosillabica quando quasi tutti i suoi morfemi (unità minime significanti) sono costituite da una sola sillaba, a tutte le sillabe corrispondono dei morfemi. Il cinese moderno ha molte parole monosillabiche, molte altre invece sono bi-polisillabiche, quindi biplurimorfemiche. Il sistema più produttivo nella formazione di parole del cinese moderno è quello della composizione, unione di due o più morfemi significanti, liberi o legati

ASSENZA DI GRUPPI CONSONANTICI INIZIALI NELLA SILLABA: povertà dell'inventario fonologico, semplicità della struttura sillabica. Una sillaba può essere costituita anche dal solo nucleo vocalico, può avere una consonante semplice come attacco, mai un nesso consonantico, in coda può avere solo consonanti nasali. In cinese ci sono solo 405 sillabe (la presenza dei toni aumenta le distinzioni), in inglese si possono avere 8000 sillabe distinte. DIFFICOLTA' NELL'APPRENDIMENTO DEL SISTEMA FONOLOGICO DELL'ITALIANO(Arcodia pg. 66/67) Ā, hàn, hóng, hǎo, qíng, shuō

TONI: Il tono è la variazione nell'altezza di un suono linguistico, è diverso dall'accento che è un fatto di intensità.(arcodia pg. 66) Il cinese è una lingua tonale: le sillabe si differenziano grazie ad una variazione del suono che può essere paitto o ondulato, ascendente, discendente e una combinazione dei due. I toni sono considerati fonemi dove un fonema è l'unità fonologica distintiva, cioè unità di suono che permette di individuare due parole di significato diverso. (La cultura cinese pg. 93) 妈 麻 马 骂 mā má mǎ mà (mamma, canapa, cavallo, insultare)

STRUTTURA ANALITICA O ISOLANTE: il cinese è considerato il massimo esempio di lingua isolante, cioè di lingua con assenza di declinazioni o flessioni, presenti in lingue come l'italiano e che aiutano a stabilire i rapporti morfologici/grammaticali all'interno delle frasi. Nelle lingue isolanti il legame sintattico è stabilito dall'ordine dei costituenti di una frase, che quindi è abbastanza rigido. Nel cinese moderno le relazioni grammaticali sono per lo più determinate dall'ordine delle parole.

ORDINE DEI COSTITUENTI: La maggior parte delle lingue ha una sequenza SVO (come il cinese e l'italiano), altre hanno una sequenza SOV (giapponese e tedesco), altre VSO (arabo e irlandese). Anche se ha tipicamente una sequenza SVO il cinese può in alcune strutture presentare una sequenza SOV oppure VSO

CLASSIFICATORI: L'uso dei classificatori, parole che si inseriscono obbligatoriamente nel cinese mandarino tra numerale/dimostrativo e nome oppure che seguono il verbo nel caso dei classificatori verbali è tipico anche delle lingue del sud-est asiatico e di alcune lingue come giapponese e coreano. 一 个 人 yī ge rén Una persona 一 本 书 yī běn shū Un libro 一 张 桌 子 yī zhāng zhuōzi Un tavolo

DETERMINAZIONE: (questa caratteristica tipologica è presente in altre lingue altaiche) La determinazione definisce la posizione degli aggettivi e di tutti i modificatori all'interno della frase. IL MODIFICATORE (IL DETERMINANTE) precede sempre l'elemento determinato. Nel cinese solitamente il legame tra determinante e determinato è chiaro, si ricorre però all'uso della particella strutturale 的 de per rendere chiaro, per mettere in evidenza questo rapporto.

Struttura analitica Il cinese è una lingua analitica o isolante, con assenza di declinazioni e flessioni, che stabiliscono i rapporti morfologici/grammaticali nelle frasi. Questi sono dati nel caso del cinese dall'ordine dei costituenti, che è rigido. Le relazioni grammaticali sono date dall'ordine delle parole.(la cultura cinese: 93, 94)

CONFRONTO TIPOLOGICO La lingua cinese è influenzata da diversi gruppi linguistici: lingue altaiche (polisillabiche, non tonali, senza gruppi consonantici iniziali, flessive, senza classificatori, con ordine SOV) e le lingue del Sudest asiatico (monosillabiche, tonali, con gruppi consonantici iniziali, analitiche, con classificatori e ordine SVO) (La cultura cinese pg. 94)

I nomi in cinese Sono invariabili, non presentano marche di genere e numero. Il genere è intuitivo nel caso di nomi che si riferiscono nello specifico al maschile o femminile (mamma, papà, moglie etc.), non è marcato nel nome negli altri casi ( 朋 友 péngyou, amico/amica/amici/amiche). Si può aggiungere, nel caso in cui dal contesto non sia chiaro, il carattere di maschile ( 男 nán) o femminile ( 女 nǚ) davanti al nome con funzione di determinante nominale ( 男 朋 友 nán péngyou maschile amico=fidanzato), non per i nomi inanimati che come per l'inglese non hanno genere.

I nomi non presentano indicazioni di numero, di singolare o plurale. Se nel contesto non è chiaro e serve esplicitarlo, si può aggiungere solo ai nomi riferiti a persone (amico, insegnante, studente etc.) un suffisso che marca il plurale( 们 men). Tale suffisso non è però obbligatorio. Se per esempio il nome è già preceduto da un numerale, non serve il suffisso del plurale. 朋 友 们 péngyou men (amici) 三 个 朋 友 sān ge péngyou (tre amici)

I VERBI: in cinese sono forme invariabili non sono marcati per numero, pensona, tempo e modo. Si può dire che il verbo è sempre nella sua forma di citazione, quella che si trova sul vocabolario. (Arcodia in Italiano di cinesi, italiano per cinesi: 78) 写 xiě= scrivere, scrivo, scrive, scriverei, scriverò, scrissi etc. Il numero viene dato dal soggetto, chi compie l'azione. Il tempo viene specificato da nomi di tempo presenti nella frase (domani, ieri, in futuro etc.) In cinese suffissi e affissi possono però marcare il verbo nell' aspetto. 他 走 了 tā zǒu le. (Lui se n'è andato)

VERBI IN SERIE: Si definisce struttura di verbi in serie una struttura all'interno della frase nella quale i verbi vengono semplicemente giustapposti, il primo verbo indica solitamente un movimento e il secondo lo scopo di questo. Non sono presenti preposizioni che leghino i due verbi. 我 去 买 东 西 Wǒ qù mǎi dōngxi. (Io andare comperare cosa/cose.) Io vado a fare compere. 我 去 学 校 学 习 意 大 利 语 Wǒ qù xué xiào xuéxí yìdàlìyǔ (Io andare scuola studiare lingua italiana) Io vado a a scuola a studiare italiano.

aggettivo AGGETTIVO CON FUNZIONE ATTRIBUTIVA: Precede il nome che determina, è invariabile per genere e numero, non concorda quindi con il nome AGGETTIVO CON FUNZIONE PREDICATIVA: L'ggettivo può in cinese avere funzione di verbo in frasi chiamate soggetto + aggettivo 她 很 漂 亮 Tā hěn piàoliang. (Lei molto bello.) Lei è molto bella. In italiano questo tipo di frasi hanno bisogno del verbo essere, che in cinese non serve.

L'AGGETTIVO CON FUNZIONE PREDICATIVA PUO' ESSERE DETERMINATO DAGLI AVVERBI DI NEGAZIONE (COME UN VERBO NORMALE) E DAGLI AVVERBI DI GRADO.

Articoli determinativi indeterminativi Nella lingua cinese non esistono articoli determinativi. L'equivalente dell'articolo indeterminativo italiano è il numerale UNO in cinese 一 yī che quando precede un nome ha bisogno di essere seguito da classificatore. 我 有 一 个 弟 弟 Wǒ yǒu yī GE dìdi. Io avere uno GE fratellino.(fratello minore) Io ho un fratellino.

Struttura della frase (Arcodia:70) Presenta delle strutture speculari rispetto all'italiano in presenza per esempio di preposizioni seguite dal loro oggetto: 他 / 她 在 厨 房 里 炒 饭 Tā zài chúfang lǐ cháo fàn. (Lui/Lei in cucina dentro saltare riso.) Prepara il riso in cucina.

bibliografia Banfi E. (a cura di),, Italiano /L2 di cinesi percorsi acquisizionali, Francoangeli (2003) Rastelli S. (a cura di),, Italiano di cinesi, italiano per cinsesi dalla prospettiva della didattica acquisizionale, Guerra edizioni (2010) Castorina M., La cultura cinese, manuale di mediazione linguistica, Hoepli (2011) Merchionne G. (a cura di),, Ponti di bambù, Egea(2007) Alleton V., La sfida della scrittura cinese, Carocci Editore (2012)

bibliografia Biasco M., Mao W., Banfi E., Introduzione alla studio della lingua cinese, Carocci (2003) Abbiati M., La lingua cinese, Cafoscarina (1992)

L'idea, la forma della parola in cinese Il carattere cinese, in quanto morfema, è l'unità più piccola significante che costituisce la parola, è un mattone che costituisce la parola. Un carattere può rappresentare una parola (monomorfemica, non scomponibile) 火 huǒ, 猫 māo, 书 shū fuoco, gatto, libro

Due o più caratteri /sillabe rappresentano un parola (monomorfemica) 葡 萄, 玻 璃, 麦 克 风 Pútao, bōli, màikèfēng uva, vetro, microfono Due o più caratteri/sillabe rappresentano una parola complessa, costituita da più morfemi (bi/plurimorfemica) 电 话, 眼 光, 吹 风 机 diànhuà, yǎnguāng, chuīfēngjī Telefono, visione, asciugacapelli

Il termine a cui corrisponde per i cinesi la nozione intuitiva di parola è 字 zì, cioè carattere. La parola come forma linguistica minima è 词 cí, termine usato solo però per le scinze filologiche. Se un cinese dovesse chiedere che cosa significa la parola 现 在 xiànzài (adesso), chiederebbe che cosa significano questi due caratteri?) C'è sovrapposizione delle nozioni di parola e morfema nella coscienza di un parlante medio cinese. (Arcodia in Italiano per cinesi e italiano di cinesi: 73) Esistono 词 典 cídiǎn e 字 典 zìdiǎn

Frase interrogativa La frase interrogativa si costruisce aggiungendo la particella interrogativa 吗 ma alla fine della frase. 他 是 中 国 人 Tā shì zhōngguó rén. Lui essere Cina persona. Lui è cinese. 他 是 中 国 人 吗? Tā shì zhōngguó rén ma? Lui essere Cina persona MA(part. Interr.)? Lui è cinese?

La frase interrogativa si può costruire mettendo il verbo alla forma affermativa seguito direttamente dalla sua forma negativa: 他 是 中 国 人 Tā shì zhōngguó rén. 他 是 不 是 中 国 人? Tā shì bú shì zhōngguó rén? Risposta: 他 是 中 国 人 Tā shì zhōngguó rén. 他 不 是 中 国 人 Tā shì bú shì zhōngguó rén?

Interrogativa con pronome interrogativo (quando c'è un'incognita) 他 是 哪 国 人? Tā shì nǎ guórén? Lui essere quale nazione persona? (Lui di che nazionalità è?) 你 叫 什 么 名 字? Nǐ jiào shénme míngzi? Tu chiamare che cosa (quale) nome? Come ti chiami?

topicalizzazione Il cinese è definito una lingua topic prominent, in quanto tale presenta spesso in prima posizione nella frase il tema, l'argomento principale della frase che non coincide sempre con il soggetto. La frase si pone quindi nella forma tema-commento. Arcodia:71 riferendosi anche ad altri autori propone il seguente esempio dove il topic è l'oggetto dell'intera costruzione 张 三 我 已 经 见 过 了 Zhāngsān wǒ yǐjīng jiàn GUO LE. Zhangsan io già vedere GUO LE. Zhangsan, l'ho già visto.

Oppure un esempio di costruzione a doppio soggetto: 这 棵 树 叶 子 很 大 Zhè-kē shù yèzi hěn dà. Questo- KE albero foglia molto grande. Questo albero, le foglie sono grandi. In questo caso c'è una relazione parte tutto tra topic e soggetto (le foglie sono parte dell'albero)

Anche in italiano è possibile anticipare una parte della frase anche se non soggetto, ma un soggetto deve essere sempre presente, anche se implicito. In cinese ci può essere una frase come: 那 本 书 出 版 了 Nà-běn shū chūbǎn-le Quel-BEN libro pubblicare-le Quel libro è stato pubblicato

Didattica della grammatica In Cina non esiste una tradizione di insegnamento della grammatica. Attualmente esistono dei testi di riferimento per lo studio della grammatica cinese, che però non è parte corposa del curriculum didattico delle scuole cinesi, di nessun grado. In un manuale per la scuola elementare la parte di grammatica occupa 6 pg. su 447, in uno per la media inferiore 19 pg. Su 485. Nei manuali per l'insegnamento dell'inglese la parte dedicata alla grammatica è molto più corposa.(t. Pellin in Italiano di cinesi, italiano per cinesi : 159)

Posizione perno della proposizione (Italiano di cinesi, italiano per cinesi:159) Tommaso Pellin prende in esame il problema dell'unità di studio della grammatica e propone la posizione perno della proposizione, teorizzata per la prima volta da XingFuyi nel 1995 come possibile soluzione. Essendo applicabile alla spiegazione della grammatica di cinese ai sinofoni, lo può anche essere per l'italiano per i sinofoni.

Nella articolo La valutazione predittiva (in Taliano di cinesi, italiano per cinesi), C. Piccinini affronta temi interessanti: Metodologia di insegnamento in Cina e cultura cinese dell'apprendimento Un passo a livello pregrammaticale da parte degli sinofoni (in riferimento all'acquisizione delle marche flessive come valore grammaticale) La valutazione predittiva : in riferimento al programma Marco Polo dell'università di Pavia