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Transcript:

Il movimento per l emancipazione delle donne era già emerso nella seconda metà dell Ottocento in Nord America e in Europa: il suo principale obiettivo fu il riconoscimento dell uguaglianza giuridica e politica tra uomo e donna, in particolare il diritto di voto da cui in nomignolo di SUFFRAGETTE. Il movimento femminista contemporaneo prese l avvio negli USA e in Europa a partire dagli anni 60 (Betty Friedan, Kate Millet, German Greer, Simone de Beauvoir ) Esso mise in luce il ruolo e la funzione della donna nella società e rivendicò, da un lato, un effettiva parità dei diritti, dall altro, una specificità femminile, incompatibile con sistema sociale costruito (prevalentemente) su bisogni e realizzazioni maschili. L affermarsi del movimento delle donne a livello internazionale aprì una fase decisiva di analisi e di azione. Il movimento femminista ha determinato l unica rivoluzione del Novecento che abbia avviato un positivo cambiamento nelle società grazie a una modificazione profonda dei rapporti di potere tra i sessi. Questa rivoluzione, continua a investire con ondate successive anche società in cui i rapporti tra uomo e donna sono cristallizzati in strutture medievali o ancora più arcaiche, facendo scoppiare anche lì feconde, anche se spesso cruente, contraddizioni.

Nel 1968 un ondata di protesta sociale attraversò il mondo e l Italia. I movimenti di massa che ne furono protagonisti ebbero ideali, obiettivi, parole d ordine comuni. Vennero alla ribalta nuove soggettività donne, giovani, operai, minoranze etniche che, consapevoli dei propri bisogni, si ponevano criticamente nei confronti del sistema di potere all interno della famiglia e della società esprimendo, sebbene con modalità diverse, esigenze di libertà e di giustizia sociale. A Milano dal 1966 si era formato il Gruppo di DEMistificazione Autoritarismo (DEMAU ). Sull onda del 68 in Italia si formarono dei collettivi femministi a Milano Anabasi con Serena Nozzoli e Rivolta Femminile con Carla Lonzi, a Roma il Gruppo di Pompeo Magno e Rivolta Femminile con Elvira Banotti, a Trento il Cerchio Spezzato e a Padova Lotta Femminista. Anche nel Veneto le donne furono protagoniste di questa rivoluzionaria realtà: presero la parola, si organizzarono, promossero iniziative esterne per manifestare il malessere e la ribellione che le pervadeva, impararono a sentirsi, e a dirsi, soggetti ormai completi (da Annamaria Zanetti, Le ragazze di ieri). Il 68 e il femminismo I primi gruppi femministi in Italia

A Padova, nel maggio del 1971, sulla base delle tesi di Mariarosa Dalla Costa ( Potere Femminile e sovversione sociale ) e Selma James ( Il posto della donna ) nasce LOTTA FEMMINISTA. Attorno a questo nucleo si strinsero molte donne che cercavano di cambiare il loro personale e collettivo rapporto con la realtà perché avevano compreso che ciò avrebbe cambiato immediatamente la propria vita e che questo, a sua volta, avrebbe cambiato la realtà. Hanno cominciato a lottare al centro del loro sfruttamento, contro il loro principale lavoro. Hanno cominciato da se stesse e dalla casa. (Centro femminista, L erba sotto l asfalto ). LOTTA FEMMINISTA individuò l origine dello sfruttamento e dell oppressione della donna nel lavoro di riproduzione, il lavoro domestico gratuito in quanto ascritto alle donne nella divisione sessuale capitalistica del lavoro. [... Definì] la famiglia come luogo di produzione in quanto quotidianamente vi si produceva e riproduceva la forza-lavoro (Mariarosa Dalla Costa, La porta dell orto e del giardino) e conseguentemente chiese SALARIO al LAVORO DOMESTICO. Il Movimento Femmimista a Padova: LOTTA FEMMINISTA

Centrale nell elaborazione teorica femminista fu la ridefinizione di sé. Lo slogan la donna definisce la donna significò riscoperta e ridefinizione della sessualità, del ruolo biologico e del ruolo sociale nella consapevolezza che, se essere femmina, è un fatto biologico, se essere donna, è un ruolo sociale, essere femminista è una scelta di vita. La ridefinizione del sé donna, portata avanti con i gruppi di autocoscienza o con strutture, istanze e obiettivi politico sociali, si concretizzò nella SEPARATEZZA dal maschio-uomo e nell autonomia di pensiero teorico e strategico e di azione da gruppi, partiti e settori di classe sociale. Le FORME ORGANIZZATIVE AUTONOME delle donne subirono molte aggressioni il che dimostrò la necessità delle donne di difendersi e rispondere colpo su colpo alla violenza, anche fisica, maschile e dello stato. Rivolta Femminile per prima rivendicò, con il pamphlet La donna clitorieda e la donna vaginale e altri scritti, una sessualità autonoma femminile non legata né alla procreazione né al piacere maschile distruggendo millenni di demonizzazione del sesso femminile e di caccia alle streghe. Queste conquiste restano imprescindibili nel femminismo ieri e oggi. La donna definisce la donna: Sessualità, separatismo e autonomia

Le femministe identificarono nella famiglia la sede storica della servitù femminile, il luogo dove si perpetrava la trasmissione dei ruoli maschile e femminile e dove la donna svolgeva in ruolo oscuro, quotidiano, non pagato e non riconosciuto socialmente. Una prigione è migliorabile? Chiesero le ragazze di Lotta Femminista. Col matrimonio la donna passava dalla potestà paterna a quella del marito, venduta con un contratto a vita, per ricoprire il suo ruolo di moglie e madre esemplare. Chi non si adeguava era una puttana, o un isterica. Esaltata a parole la maternità era affare di donne portata avanti in solitudine, e il modificarsi del corpo era spesso vissuto con ostilità e rifiuto. La decisione di tenere il bimbo, magari scivolato, o abortire era tutta sulle spalle della donna. Le femministe richiesero e, intanto, organizzarono consultori autogestiti dove medico, psicologo e sociologo non interpretassero il loro rifiuto della sessualità e della maternità a comando del ruolo femminile non venisse etichettata come nevrosi, malattia, colpa. Fondamentali furono i Centri per la Salute della donna autogestiti che sorsero in molte città. Il corpo e il ruolo femminile: Sessualità, Salute Maternità

A Padova il 5 giugno 1973 si svolse il processo contro GIGLIOLA PIEROBON, accusata di aver abortito a 17 anni. LOTTA FEMMINISTA decise con lei di farne un processo politico. Centinaia di donne, provenienti da tutta Italia, danno vita alla prima grande manifestazione femminista a livello nazionale per chiedere l aborto libero, gratuito e assistito. In molte città italiane si svolgono azioni per richiamare l attenzione dell opinione pubblica sul processo e sull aborto che in Italia era condannato come reato contro la sanità e l integrità della stirpe. Per gli uomini l aborto è una questione di scienza, di leggi, di morale. Per noi donne l aborto è questione di violenza e di sofferenza. Quasi ogni donna (da 1.500.000 a 3.000.000 l anno) conosce l orrore dell aborto le condizioni che l hanno costretta ad abortire e le condizioni in cui l hanno costretta ad abortire. Mentre chiediamo l abrogazione di tutte le leggi punitive dell aborto e la realizzazione di strutture dove sostenerlo ottimali... (Volantino del Movimento Femminista 5/6/73). Grazie alla mobilitazione e all autodenuncia di molte donne, Gigliola ottenne il perdono giudiziale. Dal processo iniziò quel percorso di lotta che portò all approvazione della legge 194. Padova 5 giugno 1973: Processo per aborto contro Gigliola Pierobon

Nel 1975 a Roma, al CIRCEO, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti furono stuprate e sequestrate: Rosaria morì per le violenze subite, Donatella scampò perché creduta morta. A VERONA nel 1976 CRISTINA SIMEONI fu violentata, ma ella non subì in silenzio: il processo politico contro i suoi stupratori fu il primo processo contro la violenza maschile. Lo stupro, l incesto, la violenza domestica e l omicidio di donne poggiano sul concetto che la donna sia proprietà dell uomo; tutti gli uomini sono potenzialmente stupratori. Le femministe venete affermavano che tutta la vita della donna, fin da quando nasce, è violenza a causa del lavoro domestico non riconosciuto né pagato. Gli uomini, mediatori del Capitale, con la violenza sessuale imponevano alle donne di sottomettersi alla disciplina familiare e a erogare lavoro gratuito, compreso quello sessuale. Il femminismo rifiutò il vittimismo: al processo Simeoni le donne minacciarono gli stupratori Vi aspetteremo nel buio... Come voi! E al grido di RIPRENDIAMOCI LA NOTTE! scesero in piazza e cominciarono a organizzare centri antiviolenza come avevano fatto con i consultori. Nel 1975 il nuovo diritto di famiglia sancì l eguaglianza tra uomo e donna nel matrimonio. La violenza maschile contro le donne: Stupri, Assassini Brutalità Abusi

Che cos è una lesbica? Una lesbica è la rabbia di tutte le donne condensata al punto di esplosione, scrivevano le Lesbiche Radicali Americane. Il Movimento Femminista infranse anche il grande tabù del Lesbismo, una scelta sessuale di cui a malapena si sussurrava. Forti delle analisi e dei documenti che arrivavano dal Movimento Femminista anglosassone, anche le donne del Femminismo Italiano cominciarono a discutere delle preferenze sessuali di quel territorio proibito che era la Sorellanza e del fatto che essa poteva essere un percorso che conduceva al lesbismo. La discussione tuttavia non raggiunse mai la rilevanza che ebbe e ha tuttora nei paesi anglosassoni e spesso le istanze del movimento Lesbico italiano furono offuscate dalla ben maggiore risonanza del movimento gay maschile. Il grande tabù: Sorellanza e Lesbismo