Dott.ssa Laura Stoppa _ Psicologa dell Associazione Verba



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ESPERIENZA dell AMBULATORIO FIOR DI LOTO Consultori familiari ASLTO1 e Associazione Verba Violenza e Disabilità Dott.ssa Laura Stoppa _ Psicologa dell Associazione Verba

Violenza nella donna con disabilità Dati ISTAT 2014... Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi (contro il 31,5% delle altre donne) Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi di salute).

Rispetto alla media della popolazione femminile, le donne disabili sono da due a tre volte più esposte ad abusi sessuali durante l infanzia Nell età adulta dal 21 al 43% è stata vittima di costrizioni sessuali, e anche in questa fase le donne disabili sono da due a tre volte più spesso oggetto di violenza sessuale L incidenza della violenza psicologica sulle donne disabili varia dal 68 al 90% a seconda di dove vivono, se in famiglia o in comunità (donne senza disabilità: 45%).

Come per le donne senza disabilità, a usare violenza contro quelle disabili sono prevalentemente persone appartenenti al contesto sociale più prossimo le donne disabili che vivono in un istituto sono bersaglio di discriminazioni e violenze nel 32-42% dei casi da parte di altri/e ospiti, colleghi/e o del personale quelle che vivono in famiglia riferiscono nel 46% dei casi di essere state insultate e il 31-41% di essere state toccate senza consenso o in modo sgradevole.

Peculiarità della violenza su donne disabili Il ruolo del caregiver Quando è presente una disabilità l aggressore nella maggior parte dei casi è colui da cui la persona dipende fisicamente, come per la disabilità fisicomotoria, e più in generale che si occupa degli aspetti legati alla cura e all assistenza personale. Questo renda la violenza ancora più invisibile, nascondendosi nei gesti quotidiani e intimi della relazione. La dipendenza quindi non è sempre affettiva, ma riguarda soprattutto la cura e l assistenza e per questo incide sulla qualità quotidiana della vita. La paura di perdere colui da cui si dipende, nonostante tutto questo, costituisce ancora ad oggi uno dei principali motivi per cui le donne non denunciano.

«io stavo morendo di freddo, ma lui ha detto che adesso non aveva voglia di andare a prendermi la maglia» «mi scappava la pipì ma lei ha detto che voleva aspettare che finisse il film. Io ho aspettato ma troppo e me la sono fatta addosso. E lei mi ha detto che sono peggio dei bambini. Ma ho 40 anni! Ho pianto tanto, dopo» «mio marito quando va allo stadio mi chiude a chiave in casa e non mi tira su dal letto. Ha paura che io possa farmi male. E tenero. Però»

Peculiaritàdella violenza su donne disabili Spesso parliamo di violenza sulla disabilità più che di violenza di genere. La violenza di genere è una delle forme in cui si manifesta. Il problema dell accessibilità - in primis - dei luoghi di cura. Un aspetto concreto e visibile che nasconde profonde e importanti implicazioni a livello di inclusione sociale e responsabilità civica.

La ruota del potere e del controllo: le persone con disabilità ed i loro caregiver Uno strumento proposto è la Ruota del potere e del controllo. Un ulteriore sviluppo di questo strumento (la Power and Control Wheel: People with Disability and Their Caregivers) ha consentito di descrivere la violenza all interno del rapporto tra la persona con disabilità e il suo caregiver.

Coercizione e minacce - Minacce di ferire la persona, di sospendere l assistenza - Minacce di porre termine al rapporto - Utilizzare l influenza e le punizioni per ottenere obbedienza - Esercitare pressioni per coinvolgere la persona in frodi o altri crimini Intimidazione - Creare paura - Distruggere le proprietà - Maltrattare gli animali domestici - Mostrare armi Prerogative del caregiver - Trattare la persona disabile come un bambino o un servo - Prendere decisioni unilaterali - Accentuare la dipendenza e la vulnerabilità della persona - Dare pareri propri come se fossero della persona di cui ci si prende cura - Negare il diritto alla riservatezza

Isolamento - Controllo dei contatti con l esterno - Controllo dell accesso al telefono, alla TV, alle notizie - Limitare le possibilità di lavoro Negare o giustificare l abuso - Negare il dolore fisico ed emotivo - Giustificare le regole che limitano l autonomia - Giustificare l abuso come se fosse un normale comportamento inerente la gestione o lo stress del caregiver - Attribuire l abuso alla presenza della disabilità -Sostenere che la persona con disabilità non sia fonte attendibile nel descrivere gli abusi Trattenere, usare impropriamente, o ritardare il sostegno necessario - Sedare la persona con disabilità per assecondare le esigenze del caregiver -Mancata osservanza dei requisiti di sicurezza degli ausili - Rifiutarsi di utilizzare o distruggere i dispositivi di comunicazione - Sospendere le cure

Abusi economici - Usare la proprietà e il denaro della persona disabile a beneficio del caregiver - Prendere decisioni finanziarie - Limitare l accesso alle informazioni finanziarie e alle risorse Abuso emotivo Abuso emotivo - Punire o ridicolizzare - Rifiutarsi di parlare con la persona disabile e ignorare le sue richieste - Ridicolizzare la cultura della persona con disabilità, le sue tradizioni, la sua religione e i suoi gusti personali - Imporre un programma di trattamento di tipo comportamentale senza il consenso dalla persona con disabilità

Come lavoriamo?!

Come arriva l utenza? Centro Antiviolenza della Città di Torino Servizio Passepartout Coordinamento Interventi e Servizi Integrati per la disabilità motoria del Comune di Torino Accesso diretto

Torniamo ad Anna... Anna è una donna di circa 40 anni diabetica, insulinodipendente e con un arto inferiore amputato. Il suo fidanzato, nel tentativo di una violenza sessuale, l ha massacrata di botte e inseguita fino al pronto soccorso. Dopo le dovute cure e la raccolta e conservazione delle prove fisiche utili ad un eventuale processo penale, alla donna è stato consigliato di denunciare l accaduto. L assistente sociale dell ospedale ha quindi preso contatti con il Centro Antiviolenza che a sua volta ci ha contattati.

Siamo a noi...

Cos è Prisma? Un progetto realizzato dal Servizio Passepartout del Comune di Torino in collaborazione con una vasta rete di organizzazioni vocate alla disabilità di cui l'associazione Verba è capofila. Attraverso Prisma proponiamo:

Ad Anna vengono quindi offerti due percorsi

1. Sostegno psicologico... Un percorso il cui riconoscimento della persona come donna prima che disabile è mezzo e fine del percorso stesso. Tuttavia la donna porterà parti di se che hanno a che fare con l essere disabile, tali parti vanno accolte senza concentrarsi su queste, il grande pericolo che si corre è rischiare di adottare un atteggiamento compassionevole, mai utile nella relazione d aiuto. La violenza si inserisce in una storia già segnata dal trauma, aiutare una donna vittima disabile significa renderla progressivamente consapevole della possibilità di poter sviluppare nuove abilità e potenziare quelle già possedute. 1. L accettazione dei limiti e il diritto di chiedere aiuto rappresentano due obiettivi base nel percorso di sostegno con queste donne.

2. accompagnamento educativo nelle attività proposte dalla rete Prisma, attuato da un peer educator con disabilità. Anna ha bisogno di allontanarsi da casa, dopo la denuncia non è più un luogo sicuro.. dove mandarla? - Un altra problematicità riscontrata è stata il trovare una Casa rifugio accessibile. - Creazione di un filo diretto con una cooperativa preparata e strutturata per accogliere donne con disabilità fisico-motoria non grave, mentre per le persone più compromesse ci rivolgiamo al Servizio Passepartout che effettua pronti interventi nelle comunità della Città.

Caterina... Ha una disabilità intellettiva, un ritardo medio grave che non le permette di prendere consapevolezza della violenza che sta subendo quotidianamente. Per fortuna è seguita da educatori che a loro volta collaborano con SDS Servizio Disabilità e Sessualità del Comune di Torino. È proprio da questo Servizio che ci arriva la segnalazione della situazione di Caterina, una situazione di cui tuttavia non c è certezza ma solo il forte sospetto... risposte su come agire con la disabiltà intellettiva ancora non le abbiamo...abbiamo però pensato e progettato modi per provarci.

Grazie!