Il viadotto S.Anna Principi informatori della progettazione esecutiva



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Il viadotto S.Anna Principi informatori della progettazione esecutiva Il viadotto in sistema misto S.Anna è situato sulla strada di collegamento della vallata del Vibrata con la vallata del Tordino all altezza di S.Nicolo a Tordino in provincia di Teramo e fa parte di un lotto stradale comprendente numerose opere minori di sostegno quali paratie intirantate e muri, nonché dei sottopassi e sovrappassi stradali. La lunghezza complessiva del viadotto è di 344 m, suddivisa rispettivamente: - due campate d estremità da 42 m; - cinque campate intermedie da 52 m. Dal riesame del progetto esecutivo, redatto all inizio degli anni novanta del secolo scorso, sono emerse varie considerazioni sulla efficacia di alcune soluzioni ivi adottate, nonché la constatazione di una sottovalutazioni degli effetti sismici, ragion per cui si è proceduto ad una riprogettazione dell intera opera,impalcato e sottostrutture, tesa a migliorarne l economicità, la sicurezza e la velocità d esecuzione. Il progetto originale prevedeva, ad esempio, una soletta gettata in opera con sezione variabile maggiorata in prossimità della pila secondo una geometria ormai datata che avrebbe causato gravi oneri di esecuzione trattandosi di una tecnologia ormai desueta; si è optato, quindi, per una soletta a spessore costante gettata su lastre prefabbricate armate a tralicci larghe quanto l intera sezione. Al contempo si è ristudiato con cura il comportamento spaziale dell insieme strutturale travisoletta, con l ausilio di schematizzazioni bidimensionali agli elementi finiti, allo scopo di ottimizzare l entità delle sollecitazioni flessionali in soletta ottenendo anche una riduzione dell interasse delle travi metalliche, particolarmente favorevole per l eliminazione del pulvino posto in sommità delle pile con benefici estetici ed esecutivi. Anche la struttura metallica si è, quindi, giovata, rispetto a quella prevista nel progetto originale, di una più razionale configurazione geometrica in termini di interasse dei diaframmi e dei campi delle reticolari ed è stato inserito un rib longitudinale a canaletta torsiorigido sulla parete esterna dell anima delle travi per semplificarne l assemblaggio e migliorarne l aspetto estetico. Così operando l incidenza di acciaio è risultata pari a 175 kg per m 2 di impalcato, pur mantenendo validi coefficienti di sicurezza statici. 1

Geometria strutturale La struttura metallica è composta da due travi saldate, di altezza 2.75 m, poste ad interasse di 6.40 m. Le travi principali sono collegate da controventi superiori di montaggio, da diaframmi di tipo reticolare a V e da controventi di torsione a croce di S.Andrea. La larghezza complessiva dell'impalcato è di m 12.70 con sbalzi laterali di m 3.15 per parte. Le barriere laterali sono costituite da barriere a tripla onda montate all inizio del marciapiede di larghezza 1.10m, la larghezza del capostrada è pertanto di (12.70-2 x 1.10)m = 10.50 m. L'impalcato, come già accennato, è realizzato a travata continua in sistema misto ottenuta con solidarizzazione tramite pioli Nelson delle travi metalliche con la soletta. La struttura è concepita, in esercizio, come un cassone torsiorigido alla Bredt, con le anime delle travi metalliche, la soletta compresa fra le piattabande delle travi ed il traliccio inferiore che costituiscono le quattro pareti delimitanti il cassone stesso e quindi consentono il percorso del flusso delle tensioni tangenziali. I diaframmi verticali, posti ad interasse max. di 6.00 m., costituiscono quelle strutture in grado di evitare la cosidetta perdita di forma ed a rendere quindi possibile l ipotesi di sezione multidiaframmata cava che sta alla base della torsione secondo la teoria di Bredt. Ai fini della torsione, ciascuna campata può essere, in prima approssimazione ipotizzata come perfettamente incastrata alle estremità. Trattandosi, nel funzionamento globale dell impalcato, di un sistema composto acciaio calcestruzzo, le azioni agenti vengono suddivise in tre fasi, corrispondenti al grado di maturazione del getto di calcestruzzo e quindi ai diversi livelli di rigidezza e caratteristiche statiche delle sezioni. Fase 1: considera il peso proprio della struttura metallica, delle lastre prefabbricate e del getto della soletta che, in questa fase, non è ancora reagente. La sezione resistente corrisponde alla sola parte metallica. Fase 2: considera il peso dei successivi carichi permanenti applicati alla struttura (pavimentazione, marciapiedi, barriere di sicurezza, etc.) e corrisponde invece ad una sezione resistente mista acciaio-calcestruzzo. Per tenere in considerazione i fenomeni lenti che accompagnano questa fase, imputabili alla viscosità del calcestruzzo, si adotta un valore del modulo elastico del calcestruzzo corrispondente a quello indicato dalla normativa, che si traduce, per le verifiche condotte con il metodo delle tensioni ammissibili, a considerare un valore del 2

coefficiente di omogeneizzazione n, pari a 18.72 (Rck 350): Anche gli effetti del ritiro sono da considerarsi lenti, in quanto concomitanti agli effetti viscosi, e vengono pertanto valutati anch essi con le caratteristiche di resistenza della sezione della fase 2. In particolare, gli effetti del ritiro vengono considerati come un azione di trazione sulla soletta ed un azione di pressoflessione applicata all estremità della struttura composta, per valutarne le successive ridistribuzioni. Fase 3: corrisponde al transito dei carichi mobili. Le sollecitazioni nella sezione resistente acciaio-calcestruzzo vengono calcolate considerando il rapporto tra i moduli elatici effettivi dei due materiali che vale 6.24 per la classe di resistenza del calcestruzzo prevista. Particolare attenzione viene rivolta alla determinazione delle lunghezze delle stese di carico ed alla posizione del carico Q1a, per ottenere in ciascuna sezione, la condizione di massimo valore di taglio, di momento flettente e di momento torcente, problema questo risolto mediante apposito programma di calcolo. Per motivi di realizzabilità e di trasporto la travata viene realizzata in officina in conci di lunghezza massima = 13.60 m, quindi assemblata in opera mediante giunzioni con bulloni A.R. di classe 10.9 lavoranti ad attrito (coeff. 0.3 e coppie di serraggio secondo D.M. 9.1.96). Il montaggio delle travi metalliche è previsto mediante sollevamento dal basso con autogru e stilate provvisorie. La soletta di impalcato è in c.a. gettata in opera, utilizzando predalles autoportanti in c.a.v. poggianti sulle travi laterali. Una volta disposte le predalle e delle velette laterali prefabbricate sulla travata metallica si provvede alla posa dell armatura longitudinale ed al completamento di quella trasversale e quindi al getto, fino agli spessori di progetto (30 cm). Il sistema di vincolamento Data la locazione dell opera situata in zona sismica di II categoria è stata effettuata una nuova analisi sismica del viadotto poiché le azioni presenti nella relazione di calcolo del progetto originale erano nettamente sottostimate. E stata effettuata una analisi modale con lo spettro di risposta fornito dalla normativa su di un modello agli elementi finiti schematizzante l intero viadotto compreso di sottostrutture e tipo di svincolamento; quest ultimo costituito per ciascuna pila e spalla in due appoggi in acciaio-teflon, del tipo unidirezionale, lato interno curva e multidirezionale sul lato esterno. 3

L intera azione sismica longitudinale e di frenamento viene assorbita da due dispositivi di ritegno di tipo elastico, posizionati sulla spalla a valle ed ancorati alla travata nella parte inferiore delle travi principali. Tale tipo di vincolamento longitudinale non si può ritenere ottimale, ma è stato imposto dal fatto che la spalla a monte, eseguita nel lotto precedente non ha una fondazione capace di assorbire sollecitazioni longitudinali e la direzione dei lavori ha vietato l uso di dispositivi elesto-plastici intermedi capaci di ridistribuire sulle pile parte dell azione sismica longitudinale. Materiali e Normative a) Travi principali ed elementi saldati Acciaio tipo CORTEN con caratteristiche meccaniche equivalenti all Fe 510 (secondo EN 10025/95) con grado: C per spessori 20 mm D per spessori > 20 mm. b) Angolari e piastre (elementi privi di saldatura) Acciaio tipo CORTEN con caratteristiche meccaniche equivalenti all Fe 510 (secondo EN 10025/95) con grado B. c) Pioli di ancoraggio Tipo NELSON mat. ST 373 DIN 17100 d) Bulloni A.R. con viti secondo UNI 5712 mat. 10.9 UNI 3740 dadi secondo UNI 5713 mat. 8.6 UNI 3740 rondelle secondo UNI 5714 mat. C 50 UNI 53332 Coppie di serraggio, secondo D.M. 09/01/96 M 20 10.9 705 N x metro M 24 10.9 1220 N x metro M 27 10.9 1784 N x metro e) Saldature Secondo CNR-UNI 10011/92 4

f) Superfici delle giunzioni ad attrito (conci di trave e relativi coprigiunti) Preparazione delle superfici secondo par. 9.9.3.1 CNR-UNI 10011/92. g) Soletta in c.a. e relative predalle in c.a.v. Calcestruzzo Rck 350 kg/cm 2 Acciaio Fe B44 K controllato Per la progettazione e verifica sono state impiegate le seguenti normative: D.M.9. 1. 1996 Norme tecniche per il calcolo, la esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche. CNR - UNI 10011-92 Costruzioni di acciaio: Istruzioni per il calcolo, la esecuzione, il collaudo e la manutenzione. CNR - UNI 10016 85 Travi composte di acciaio-calcestruzzo. Istruzioni per l impiego nelle costruzioni. CNR UNI 10030-87 Anime irrigidite di travi a parete piena. CNR UNI 10018-98 Apparecchi di appoggio per le costruzioni. Istruzioni per l impiego. D.M. 04. 05.1990 Aggiornamento delle Norme tecniche per la progettazione, l esecuzione ed il collaudo dei ponti stradali. Circ. Min. LL.PP. n. 34233 del 25. 02. 1991 Istruzioni relative alla normativa tecnica dei ponti stradali. D.M. 19. 01.1996 Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche. La progettazione del viadotto è stata ultimata il 24/04/2002 mentre l opera è attualmente in fase di ultimazione. 5

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