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18. No perché, ti dico è talmente particolare, ma in modo positivo eh (alza leggermente tono di voce per sottolineare l inciso), 19.

Transcript:

31 Centro Internazionale di Scrittura Drammaturgica La Loggia

Centro Internazionale di Scrittura Drammaturgica La Loggia internet: www.teatrinodeifondi.it e-mail: cisd@teatrinodeifondi.it Massimo Salvianti Lina quella che fa brutti sogni testo vincitore Premio ExtraCandoni 2007 e Premio Vallecorsi 2006 finalista Premio Riccione 2005 in copertina: disegno per Lina di Silvia Cardini, tecnica mista su carta. Titivillus Edizioni 2008 via Zara, 58 56024 Corazzano (Pisa) Tel. 0571 462825/35 Fax 0571 462700 internet: www.titivillus.it e-mail: info@titivillus.it ISBN: 978-88-7218-221-5

Personaggi della casa di cura circa sessantacinque anni napoletana quarantacinque anni infermiera trent anni Lina è seduta, curva a testa bassa accanto a un tavolo a cui è appoggiato il Dottore che con le braccia conserte la guarda con insistenza. La luce è cruda, forte. Passano trenta secondi, forse più. Poi Lina si alza e fa un passo verso l esterno. Personaggi dell abitazione del Maresciallo cinquant anni tredici anni L azione nella casa di cura si svolge ai tempi nostri, quella nell abitazione trent anni prima con qualche flashback nei primi anni sessanta, a Firenze, ma potrebbe essere una qualsiasi città del nord. Un paio di brevi scene si svolgono a Napoli nei primi anni cinquanta. La scena è spoglia. Un tavolo piuttosto piccolo e una sedia. Due sagome, forse, a disegnare due porte a destra e a sinistra. Quinte nere, un fondale bianco. Luci che disegnano i diversi ambienti, le epoche diverse, le diverse temperature delle scene. Lina Dove vai! La porta l aggia chiurere! La porta è chiusa. Tu sei entrata e io ho chiuso la porta. Funziona così. È chiusa? Chiusa. A chiave No Lina, non è chiusa a chiave. Ma tranquilla, nessuno può entrare qui dentro senza il mio permesso. Per entrare bisogna bussare Cos è questa mania di chiudere le porte a chiave. Che mania? Non ci sta mania. La porta sta chiusa e nessuno si fa i fatti miei. 5

Difficile farsi i fatti tuoi. Tu non parli. Neanche dici buongiorno Buongiorno Io sto bene! Certo, stai così bene che la notte ti metti a urlare come un ossessa. Sì, e buonasera E che c entro io Sognavo. Silenzio, di nuovo molto prolungato Me n aggia i Silenzio, nessun movimento da parte del Dottore. Me n aggia i Ancora silenzio. Benissimo, allora comincia a raccontarmi cosa sognavi E chi si ricorda Non ti ricordi. T hanno sentito in tutto il padiglione, si sono spaventati tanto urlavi Capita (scandendo le parole in un italiano ostentato) Me ne devo andare Dottore Già capita. E l infermiera che cercava di calmarti m ha detto che urlavi Giù giù (sorride) E dove devi andare eh? C è qualcuno che ti aspetta. Devi fare qualcosa? Non ci voglio stare qui. Voglio andare in camera mia. Ce l hai con me? Non vuoi parlare con me? Silenzio. Lina si piega ancora di più su se stessa. Neanche un no mi merito. Ah. Giù! E allora sognavo di cadere. Sei impagabile Lina, lo sai? Me l avevano detto che sei una sagoma. Quant è che fai di questi sogni Che urli la notte. Trent anni! Trent anni tondi eh, mese più mese meno. Da quando sei qui ogni tanto ti metti a urlare la notte No. Non vuoi parlare. E allora io qui che ci sto a fare. Sono il tuo Dottore: tu stai male e io ti devo curare. Per questo sto qua Perché sono alluccatrice. Ma non faccio male a nessuno e mi basta una pastiglia. Il Dottore di prima 6 7

(guardando da una cartella piuttosto consunta che ogni tanto prende e sfoglia) Il Dottore di prima ti dava una bella bomba e te ne stavi buona per qualche mese Che bomba? Una pastiglia mi dava, per una settimana e addio urli. Addio urli per quanto? per due mesi, tre? Che dici? fatti sentire. Niente dico Sì sì, niente dici. Dici che è un bel po eh che ripetono che si chiude e poi niente È da un bel po sì. Ma ti dico una bella cosa. Che io chiudo davvero, vedrai se non ce la faccio. E per prima cosa, basta pastiglie. A me piacciono le urla, sono un amatore. Pure di più, pure un anno. Io lo sento quando arriva la notte che mi viene Che ti viene di cadere Io sto bene qua. E che vado a fare fuori?! Io ho la testa cecata. Il Dottore di prima lo sapeva e mi dava la pastiglia buona e io non urlavo più, e stavo bene senza fare male a nessuno. E voi male mi volete. Già, che mi viene di cadere Lo sento prima mi agito. Il giorno anche, due o tre giorni prima anche. E allora mi piglio la pastiglia La bomba Il Dottore di prima era prima Ora ci sono io e ti voglio così male che voglio farti smettere di urlare. Tu non hai niente che non si possa superare. Se parli con me, o con qualcun altro se vuoi, finisce che i sogni e le cadute se vanno da soli, senza bombe. Una mano santa. Il Dottore di prima, lui lo sapeva E ti senti bene dopo, tranquilla, riposata eh Oppure non ce la fai nemmeno ad alzarti dal letto per andare a fare la pipì?! E chisti so affari miei! Davvero? Non credo.(consulta ancora la cartella) Tu sei una che potrebbe uscire lo sai. Da tanto tempo potresti uscire. E posti come questo devono chiudere bottega E che fate Dottore, mi date la scossa? Anche la scossa mi fa passare i brutti sogni, io me lo ricordo quando mi davano la scossa Lina io ti sto antipatico, ma tu non lo sai quanto invece a me sei simpatica. Anche l elettroshock era una mano santa no? Tu urlavi e ti mettevano la corrente addosso. E i brutti sogni s andavano a nascondere. Sempre così. Ma poi sono arrivate le pastiglie. Stesso effetto, con meno dolore, ma stesso effetto. Due o tre giorni di letto e le urla in qualche stanza nascosta del cervello, bella chiusa Ma dall interno. (con un filo di voce) E da mo Di che stanza parlate Dottore. So sogni mica creature 8 9

Lina ha una specie di piccolo scatto come se avesse detto qualcosa che non si aspettava. Lina si alza e il Dottore lascia la presa. Lina è ferma, bloccata, la testa bassa incassata nelle spalle. Eh. Brava Lina. L hai azzeccata anche stavolta. Te ne sei accorta anche tu Va be, va be Scusa! Per adesso basta così, ma ne riparliamo Io? *** Tu, sì. Una creatura, proprio così. Un neonato che non ti fa dormire la notte perché vuole poppare, vuole bere, se ne sta sveglio perché non conosce la differenza tra la notte e il giorno. Il Dottore esce e entra Lucia l infermiera con una scodella di minestra che appoggia sul tavolo. Lina avvicina la sedia al tavolo raddrizzando la schiena. Si mette a mangiare la sua minestra. (tesa e scura) E che ne so io? Tutto bene? Lina. I tuoi sogni vogliono poppare come una creatura Lina non risponde continuando a mangiare la sua minestra. (dura) Voglio andare via Dottore L hai fatto arrabbiare eh? È una creatura che se ne frega della scossa, delle pastiglie. Vuole poppare, bere chissà che vuole. Non ho fatto niente io È lui che ha fatto tutto da solo. (quasi fremendo) Non capisco, non capisco niente (chinandosi e prendendola per le spalle per farsi guardare in faccia) Sì che mi capisci Lina, io e te possiamo capire cosa vogliono i tuoi sogni, e farli smettere di urlare, per sempre! Li dobbiamo affrontare da svegli, anche se sono brutti, anche se ti fanno ritornare dove non vorresti essere mai stata, anche se ti fanno ricordare quello che non vorresti aver fatto Il Dottore è bravo e ti vuole aiutare Io non tengo bisogno! Stanotte non mi pareva che non avessi bisogno. Una pastiglia Chiedo troppo? Il Dottore di prima non faceva tante storie. E che sarà mai una pastiglia. Costa assai? Tengo la pensione io. me la pago! Quelle pastiglie lì non sono più permesse 10 11

Quello che fa bene non tiene il permesso I che bella storia! Ci sono altri sistemi Magari poi ti senti meglio Intendo non solo con le urla di notte. (alzando la testa dal piatto con un occhiata sospettosa) Che stai ricenne? Io sto bene, sempre! Io sono cecata di mente. Non ricordo. Il Dottore mi parla e io non capisco, non sacc niente i di quello che dice. Perché, per come. Serafina invece ci mancavano dieci diottrie da un occhio e nove dall altro. Povero angelo. Nun vereva nient, e quando Zia Teresa c ha regalato gli occhiali, che fino a Chiaia sono andate per avere le meglio lenti, beh quella Serafina non li poteva portare perché la facevano rimettere Contenta tu! Se ti va bene così. Io lo capisco che non vuoi metterti a parlare Io non so niente. Non ti ricordi niente di prima. Che prima? Niente! Prima di venire qui. Niente so. All inizio succede All inizio, ma a Serafina facevano sempre lo stesso effetto. Non glieli avevano fatti buoni. Avevano visto a mia Zia che, povera donna, non era elegante e Serafina pareva nu manico e scopa e c hanno dato la fregatura. Povera Serafina. E anche la zia Dieci mila lire. Tonde tonde. È lì in paradiso che le rimpiange ancora dopo quarant anni e più. Sono sicura. E non glieli avete riportati all ottico se non erano buoni. Non ti ricordi. No! Va be. Per me Ma il Dottore lui non è contento. Lui dice che dovresti sforzarti, che ti farebbe bene. E che debbo fare? Sono cecata nel cervello! Quello il Dottore di prima lo sapeva. Anche mia sorella Serafina, anche lei era cecata. Ma lei per davvero. E tu invece fai finta? Noo E che si può discutere con uno di Chiaia che non ha fatto il lavoro buono Un negozio grande con quattro sportelli sulla via principale. E che faceva mia zia, si metteva a sbraitare dentro alla bottega. Lei non si sapeva spiegare bene C era solo la mamma che poteva. Lei sì che era na Signora. Bastava nu cappello sformato e ecco che addiventava na reggina anche con le pezze sul sedere, con rispetto parlando. Ma lei era malata e non c era medicina. Oppure c era e anche questa volta non ci hanno dato il Dottore buono come questo qua, che nun m piac. E invece sbagli. Lui è bravo. Tanto! Lui ti vuole aiuta- 12 13

re. Lui vuole che tu possa uscire fuori. Sei una brava donna. Perché devi rimanere qui? (irrigidita) Io qua voglio stare! E il Dottore vecchio voglio Quante cose vuoi tu eh Lina? Minestra ne vuoi ancora? No (allontana il piatto che Lucia riprende) Io sono cecata di mente. Io non ci posso stare fuori. Il Dottore vecchio lo sapeva. Chiedetelo a lui. *** (entrando) La vuoi smettere Lina di fare quel rumore, lo sai che non lo sopporto. Lina si alza di scatto cercando di rassettarsi un po. Hai visto la Signora stamani? È uscita presto e non m ha detto dove andava. T ha ordinato qualche cosa per il pranzo? Nossignore signor Maresciallo! Se non ti sforzi di parlare Guarda che questo qui ti vuole bene. Parla sempre di te e domanda a tutti come ti senti e se hai dormito Non mi vuole dare la pastiglia, altro che bene. Che gliene frega a lui se dormo o sto sveglia: è uno spione Nossignore, sissignore stiamo in caserma con te. Tanti anni e ancora non hai imparato. Nossignore mi scusi Signore Va bene, va bene. Lui ti vuol fare degli occhiali che non ti fanno vomitare. Per vedere bene quello che non riesci a ricordare. E insisterà fino a che non avrà trovato quelli giusti. È fatto così È come se quell ottico di Chiaia quarant anni fa fosse venuto a casa vostra a chiedere se Serafina ci vedeva bene e si fosse ripreso gli occhiali da solo visto che non andavano bene. Appunto! È una cosa che non può essere Queste te le ha date il Dottore. Non sono come quelle di prima ma un po ti faranno stare meglio. Lina ingoia le pastiglie con avidità. Lucia esce sorridendo. Lina fa scorrere il dito sul piano di laminato del tavolo Entra Giulia piuttosto vivacemente, ma si blocca alla vista del Maresciallo. Giulia buongiorno. Dormito bene?! Che hai, creatura Non ti senti bene? Buongiorno Giulia. Non sei ancora pronta? Dobbiamo andare a Messa. Ci vado alle undici con i cresimandi. Adesso mi vesto. D accordo. Ci vediamo dopo Ah Lina, c è da andare a prendere il dolce per gli ospiti. Ci pensi tu, vero? Giù da Nino Ricordati che chiudono a mezzogiorno e mezzo. 14 15

Ci vado io da Nino! Ci mancherebbe altro. Ci va Lina a prendere il dolce. Va a prepararti tu. (esce) (complice) Ci vado io da Nino. Tu fai con comodo. Sei una bellezza, lo sai. Il sole sei! Vorrei fossi tu il mio specchio! E perché. Quello in camera tua ti dice diversamente? È una carogna, lo cambiamo Non ce ne stanno come te. Dammi retta Mi preparo anche se me ne starei volentieri così senza andare da nessuna parte. Ci vado io da Nino. Nino mi piace. È l unico qua in giro che non ha la spocchia. Qui intorno tutti con la spocchia: il pizzicagnolo, il verduraio, perfino lo spazzino. Ti guardano tutti come se fossero dei principi e tu la monnezza. Si vede che nascere in questa bella città fa diventare così. Sono fiorentino e tu no ti dicono tutti Senza parere eh, senza insistere Macchè, tutti buoni, bravi. Gentili anche, ma con la spocchia Che io la riconosco. Tutti quanti. Vendono la merce loro e pare sempre che sia oro e che ti fanno un piacere a darla proprio a te. Nino invece lui è di Salerno e la spocchia non ce l ha. Magari di difetti ce n ha tanti di più ancora, ma la spocchia non ce l ha. Ci vado volentieri da Nino. *** Male, malissimo Non si deve poltrire, no. Che qua le occasioni scappano Ci siamo capiti? Ma che dici? Fai finta di non capire eh? Ma io l ho visto come ti guardano i signori cresimandi Che poi mi fa ridere vedervi tutti così grandi al catechismo A Napoli si va più piccerilli. Prima la comunione e subito dopo la cresima. Così almeno ho fatto io mi pare. Ma ho la memoria cecata. Sempre stata così. (entrando) Ma che dici Lina? La verità. Io dico sempre la verità. Solo la verità. Tu non ci fai caso ma è come dico io. Anche il Dottore ce l ha Che cosa? La spocchia. Ma come? Se è così gentile. (esce) Giulia si è incupita. Ha abbassato la testa e sembra rigida e tirata. Che c è bella mia. Ho detto qualcosa No, no, nulla, vado a prepararmi! (esce) La spocchia è gentile, se no è fetenzia. Gentile, per bene, educata. Se no che spocchia sarebbe. Fa finta di metterti a tuo agio e poi fa il comodo suo. È così! E tu grazie ci devi dire se no sei tu fetente. Ne conosco io. Lina dimmi qua, ti voglio aiutare, ti faccio stare meglio Non va bene No. 16 17