Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni

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REPUBBLICA ITALIANA Regione Siciliana Assessorato Territorio e Ambiente DIPARTIMENTO DELL AMBIENTE Servizio 3 "ASSETTO DEL TERRITORIO E DIFESA DEL SUOLO Attuazione della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni Piano di gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) Area Territoriale tra il F. Belice e il F. Carboj (058) Bacino Idrografico del Fiume Carboj (059) Monografia di Bacino Dicembre 2014

PREMESSA La presente relazione illustra gli esiti dell attività conoscitiva e di pianificazione delle misure di gestione del rischio alluvioni nel bacino idrografico del F. Carboj (059) e dell Area Territoriale tra il F. Belice ed il F. Carboj (058). La definizione delle misure è stata effettuata con riferimento agli obiettivi e priorità individuate nella Relazione Generale da intendersi completamente richiamata, e sulla base dell analisi degli elementi esposti nelle aree di pericolosità individuate nelle mappe di pericolosità adottate in attuazione della direttiva della Commissione Europea 2007/60 e del del D.Lgs. 49/2010. Le mappe adottate con Deliberazione della Giunta Regionale 349 del 13 ottobre 2010 sono state pubblicate sul sito internet http://www.artasicilia.eu/old_site/web/bacini_idrografici appositamente attivato ove sono consultabili tutti i documenti anche la presente relazione e la Relazione Generale. Il presente Piano si compone quindi della presente relazione, della Relazione Generale, delle mappe di pericolosità e di rischio prima richiamate, della monografia Opere principali nel corso d acqua e risultati delle verifiche idrauliche e dell Elenco delle aree da studiare per l aggiornamento delle mappe. La pianificazione è stata svolta sulla base del quadro conoscitivo sviluppato e definito secondo le indicazioni stabilite dalla Direttiva 2007/60 e ribadite all art. 7 comma 4 del D.L.gs 49/2010, tenendo conto dei rischi nelle aree di pericolosità in relazione alle categorie di elementi esposti indicati dall art. 5 del D.L.gs 49/2010. Il quadro conoscitivo è stato altresì elaborato a partire dalle informazioni e studi definiti nell ambito del Piano per l Assetto idrogeologico e gli esiti degli studi idrologici e idraulici condotti nell ambito del PAI vigente per quelle aree per le quali gli stessi studi sono stati ritenuti coerenti con le metodologie previste dalla Direttiva 2007/60 e dal D.Lgs 49/2010.

INQUADRAMENTO GENERALE 1 AMBIENTE FISICO 1.1 Inquadramento geografico Il bacino idrografico del Fiume Carboj, localizzato nel versante meridionale della Sicilia, occupa una superficie di 204,71 Km2 ed ha una forma allungata in direzione NE SW; i bacini e le aree territoriali con i quali confina sono, procedendo in senso orario, i seguenti: nel settore nord-occidentale: Bacino del Fiume Belice; nel settore nord-orientale: Bacino del Fiume Verdura; nel settore sud-orientale: Area territoriale tra il bacino del Fiume Verdura e il bacino del Fiume Carboj; nel settore sud-occidentale: Area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice. Lo spartiacque del bacino, procedendo in senso orario dall estremità nord-orientale, all interno del centro abitato di Montevago, verso est si sviluppa lungo le cime di alcuni rilievi nelle Contrade Mastro Agostino, Dumi, lungo le pendici del terrazzo marino, su cui si erge l abitato di Santa Margherita Belice, ed ancora lungo le cime dei rilievi nelle contrade Laura, Gulfa Piccola, il Poggio del Giudice (m 304,6 s.l.m.), le pendici di Serra Lunga (m 624 s.l.m.), le cime dei rilievi delle contrade La Castagnola, Bosco del Pomo e la vetta del Monte Genuardo (m 1.178,4 s.l.m.) che costituisce l altitudine massima del bacino in esame; quindi prosegue verso la foce lungo le cime dei rilievi nelle Contrade La Cucca, Portella dell Arigano, lungo le pendici del Muso di Vitella (m 600,5 s.l.m.) e la vetta di Monte Cammauta (m 779,8 s.l.m.), lungo le cime dei rilievi di Cozzo Gelso (m 804,9 s.l.m.), Pizzo Telegrafo (m 961,37 s.l.m.) ed ancora lungo le cime dei rilievi delle contrade Gran Montagna, Stagnone, Ficuzza, Ciccirata, S. Bartolo, Surriano, Castellana, Purgatorio, Ragana, Tabia per poi chiudere sulla costa meridionale della Sicilia, in prossimità della foce che si sviluppa ad W della zona balneare di Contrada Maragana. Ad ovest, a partire dalla foce proseguendo verso nord lo spartiacque segue le cime di alcuni rilievi in prossimità di Villa Raffiotta, delle contrade Bertolino, Cavarretto, Arancio piccolo, Portella Misilbesi, Lombardazzo, Leva, Cavalcanti, ed infine risale lungo la porzione nordorientale del centro abitato di Montevago. Dal punto di vista amministrativo, il bacino del Fiume Carboj ricade quasi interamente nella provincia di Agrigento e comprende i territori comunali di Caltabellotta, Menfi, Montevago, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice e Sciacca. Il bacino in esame comprende anche alcune porzioni territoriali della provincia di Palermo: in particolare, la parte settentrionale dello spartiacque del bacino comprende alcune limitatissime

porzioni periferiche del territorio comunale di Contessa Entellina, e l enclave della Frazione di San Biagio che, dal punto di vista amministrativo, appartiene al comune di Bisaquino. In Tabella 1.1.1 si riporta l elenco dei comuni ricadenti all interno del bacino del Fiume Carboj; il numero di residenti in ciascuno dei suddetti comuni si riferisce ai dati ISTAT relativi all anno 2011, mentre i dati che riguardano l estensione dei territori comunali sono relativi alla superficie totale e alla porzione di tali territori che ricade all interno dell area, calcolati sulla base della informatizzazione realizzata specificamente per il P.A.I. Tabella 1.1.1 - Territori comunali ricadenti nel bacino del Fiume Carboj. COMUNE RESIDENTI (Dati ISTAT 2011) A Tot [km 2 ] AREE A nel bac. (area) A nel bac. (area) / A Tot [%] Centro abitato ricadente nel bacino e nelle aree territoriali Caltabellotta 3907 123,67 26,41 21,35 NO Menfi 12711 113,02 13,80 12,21 NO Provincia di Agrigento Provincia di Palermo Montevago 3015 32,54 0,41 1,26 In Parte Sambuca di Sicilia 6114 96,18 85,16 88,54 SI Santa Margherita Belice 6544 67,16 35,31 52,57 SI Sciacca 40899 191,10 38,23 20,00 NO Bisacquino (Fraz. di S. Biagio 4829 64,54 5,11 7,92 NO Contessa Entellina 1865 137,01 0,28 0,20 NO TOTALI 79.884 825,22 204,71-3 Le principali infrastrutture di trasporto ricadenti parzialmente o interamente all interno del bacino sono le seguenti: Strada Statale 624 Scorrimento Veloce Sciacca-Palermo; Strada Statale n. 188 (centro-occidentale sicula); Strada Statale n. 115 (sud-occidentale sicula) e nuova S.S. 115; Linea ferroviaria Castelvetrano Sciacca; Numerose strade provinciali; Diversi tratti delle reti di acquedotti ed elettrodotti. Infine, all interno del bacino idrografico del Fiume Carboj ricade il lago Arancio; tale invaso, avente una capacità massima di circa 32,8 milioni di mc (GIRGENTI, 2001), ebbe origine nel 1951, allorquando l Ente di Riforma Agraria in Sicilia (oggi Ente di Sviluppo Agricolo) costruì la diga sul Fiume Carboj alla periferia dei territori comunali di Sambuca di Sicilia e Sciacca. La rappresentazione cartografica del bacino è individuata dalla seguente cartografia: I.G.M. in scala 1:50.000 (n. 4 fogli): n. 618 Castelvetrano, n. 619 Santa Margherita Belice, n. 627 Selinunte, n. 628 - Sciacca. C.T.R. in scala 1:10.000 (n. 15 sezioni):

618080 618120-619050 619060 619090 619100 619110 619130 619140 619150 627040-627080 - 628010 628020-628050. 1.1.2 Area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice L area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il Fiume Belice è localizzata nel versante meridionale della Sicilia e precisamente in una porzione territoriale sud- occidentale dell isola. L area in esame occupa una superficie complessiva di 98,13 Km 2 ed ha una forma pentagonale con la base maggiore in corrispondenza della costa meridionale; i bacini con i quali confina sono, procedendo in senso orario, i seguenti: nel settore nord-orientale ed orientale Bacino del Fiume Carboj; nel settore nord-occidentale ed occidentale Bacino del Fiume Belice. Procedendo in senso orario dall estremità nord-orientale, lo spartiacque dell area si sviluppa verso sud lungo le cime di alcuni rilievi delle contrade Lombardazzo, Portella Misilbesi, Arancio Piccolo, Cavarretto, Bertolino, Villa Raffiotta, Bertolino di Mare, ed infine termina alla foce del Fiume Carboj in territorio comunale di Menfi. Ad ovest, a partire dalla foce del Fiume Belice in territorio comunale di Castelvetrano, lo spartiacque risale verso nord seguendo le cime di alcuni rilievi in prossimità di Casa Bivona, delle contrade Belice di Mare, Belicello, Gurra Mezzana, Martilluzzi, Gurra Soprana, Finocchio di Sopra, ed infine termina a sud dell abitato di Montevago in prossimità di Monte Magaggiaro (m 393,0 s.l.m.) che costituisce l altitudine massima dell area in esame. Dal punto di vista amministrativo, l area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il Fiume Belice ricade quasi interamente nella provincia di Agrigento e comprende la quasi totalità del territorio comunale di Menfi, compresa la Frazione di Porto Palo, ed alcune limitate porzioni dei territori comunali di Montevago, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belice. L area in esame comprende finanche una limitata porzione territoriale della provincia di Trapani: nello specifico, la parte sud-occidentale dello spartiacque dell area comprende una porzione periferica del territorio comunale di Castelvetrano. In Tabella 1.1.2 si riporta l elenco dei comuni ricadenti all interno dell area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice; il numero di residenti in ciascuno dei suddetti comuni si riferisce ai dati ISTAT relativi all anno 2011, mentre i dati che riguardano l estensione dei territori comunali sono relativi alla superficie totale e alla porzione di tali territori che ricade all interno dell area, calcolati sulla base della informatizzazione realizzata specificamente per il P.A.I.

Tabella 1.1.2 - Territori comunali ricadenti nel bacino dell area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice. COMUNE RESIDENTI (Dati ISTAT 2011) A Tot [km 2 ] AREE A nel bac. (area) A nel bac. (area) / A Tot [%] Centro abitato ricadente nel bacino e nelle aree territoriali Menfi 12711 113,02 91,64 81,08 SI Provincia di Agrigento Provincia di Trapani Montevago 3015 32,54 0,05 0,15 NO Sambuca di Sicilia 6114 96,18 3,83 3,98 NO Santa Margherita Belice 6544 67,16 0,47 0,69 NO Castelvetrano 31824 207,32 2,14 1,03 NO TOTALI 60.208 516,22 98,13-1 Le principali infrastrutture di trasporto ricadenti parzialmente o interamente all interno dell area territoriale in esame sono le seguenti: Strada Statale 624 Scorrimento Veloce Sciacca-Palermo; Strada Statale n. 115 (sud-occidentale sicula) e nuova S.S. 115; Linea ferroviaria Castelvetrano Sciacca; Numerose strade provinciali; Diversi tratti delle reti di acquedotti ed elettrodotti. Occorre precisare che i tratti ferroviari interni all area in studio risultano dimessi; infatti, il trasporto su linea ferroviaria è stato soppresso da molti anni; al suo posto sono state potenziate le autolinee, che assicurano i collegamenti con i paesi vicini e con il capoluogo. Non esiste un trasporto marittimo, in quanto il porticciolo di Menfi frazione di Porto Palo viene utilizzato dalla flotta peschereccia. Inoltre, l area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice comprende parzialmente la Riserva Naturale della Foce del Fiume Belice e dune limitrofe. La rappresentazione cartografica dell area in esame è individuata dalla seguente cartografia: I.G.M. in scala 1:50.000 (n. 4 fogli): n. 618 Castelvetrano, n. 619 Santa Margherita Belice, n. 627 Selinunte, n. 628 - Sciacca. C.T.R. in scala 1:10.000 (n. 9 sezioni): 618120 618150 618160-619090 619130 627030-627040 - 627080-628010. 1.2 Morfologia 1.2.1 Bacino idrografico del Fiume Carboj L assetto morfologico del bacino del Fiume Carboj è piuttosto vario, giacché in esso si riscontrano superfici debolmente ondulate di apprezzabile ampiezza, rilievi collinari con varie acclività dei versanti e forme più aspre, riferibili a configurazioni tipicamente montuose.

I versanti montuosi calcarei a forte acclività, talora sub-verticali con forme aspre ed a luoghi relativamente modellati, ma nettamente staccati rispetto ai terreni di fondovalle, riguardano per lo più la porzione nord-orientale del bacino, tra le quali la vetta del Monte Genuardo (m 1.178,4 s.l.m.) rappresenta la massima altitudine interna al bacino in esame. In tale settore, sono abbastanza frequenti le incisioni strette e profonde, il più delle volte coincidenti con superfici di discontinuità tettonica, ove scorrono corsi d acqua a regime tipicamente torrentizio. Un imponente opera di antropizzazione dell ambiente è stata realizzata nel 1951, ad opera dell allora Ente di Riforma Agraria in Sicilia (oggi Ente di Sviluppo Agricolo), con la costruzione dello sbarramento artificiale del corso del Fiume Carboj in corrispondenza della stretta fra il Monte Arancio ed il Pizzo Miracoli, che ha consentito di convogliare le acque nel Lago Arancio; la diga presenta una capacità massima di invaso di 32,8 milioni di m.c.. Una vasta pianura interessa la parte invece a valle dell invaso, che partendo dalla quota zero sul livello del mare raggiunge altezze tra i 250 e i 300 m s.l.m.; in questo settore l andamento planoaltimetrico è tendenzialmente pianeggiante, con pendenze molto ridotte e comprese tra il 5% e il 20%. Più in generale, la morfologia dei luoghi è il risultato di fenomeni di accumulo su vasta scala in relazione alle recenti vicissitudini geologiche che hanno caratterizzato le aree costiere della Sicilia sud-occidentale. Diversi risultano i processi morfogenetici in atto, legati essenzialmente a forme di degradazione meteorica per quanto riguarda la coltre superficiale e l immediato sottosuolo ed a forme connesse ai deflussi superficiali e sotterranei, da cui dipendono i processi di soliflussione censiti. Le morfologie blande con dolci pendenze sono tipiche degli affioramenti argillosi e marnoargillosi, il più delle volte solcate da corsi d acqua con aste torrentizie a sviluppo radiale, variamente ramificate, determinanti fenomeni erosivi di varia entità più o meno recenti e discendenti verso sud-ovest ed in gran parte, nel settore settentrionale del bacino in esame, tributari dell invaso artificiale del Lago Arancio. La morfologia blanda si interrompe ove affiorano le formazioni competenti del complesso calcareo mesozoico, i calcari ed i calcari marnosi creta-eocenici ( Scaglia ), i calcari marnosi e le marne calcaree del pliocene inferiore ( Trubi ) e le calcareniti plio-pleistoceniche che costituiscono l ossatura dei maggiori rilievi interni al bacino in esame, messi in evidenza sia dall erosione differenziale, funzione sia della litologia dei terreni, sia dagli elementi strutturali, ovvero degli eventi tettonici susseguitisi nel tempo. Per altro, l'intensa attività erosiva esplicatasi in tutto il territorio in esame è da mettere in relazione con il sollevamento avvenuto durante il Quaternario, che ha ringiovanito tutti i corsi d acqua variandone il profilo d equilibrio. Inoltre, ad una scala regionale, è possibile riscontrare in questo settore isolano la presenza di una serie di terrazzi marini, di forma irregolare, posti a quote decrescenti da nord verso sud, leggermente inclinati verso sud, litologicamente caratterizzati da sedimenti sabbiosi, arenacei, calcarenitici, orlati da costoni eterogenei il più delle volte in precarie condizioni di equilibrio, ed in generale con versanti più o meno acclivi ed a sommità tabulare, per lo più isolati rispetto alle zone adiacenti sub-pianeggianti ed intramezzati da valli argillose dal profilo trasversale quasi simmetrico a V.

Di solito le sommità dei predetti terrazzi marini risultano fortemente antropizzati: il bacino in esame comprende infatti un vasto terrazzo marino costituito da calcareniti su cui si ergono i centri abitati di Montevago e Santa Margherita Belice. 1.2.2 Area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice L assetto morfologico dell area territoriale in esame è sostanzialmente caratterizzato dal generale aspetto pianeggiante che è tipico dell intera fascia costiera meridionale dell isola. Più in dettaglio, l area risulta articolata in una serie di successive ed ampie spianate di varia estensione, disposte a gradinata decrescente dal Monte Magaggiaro (m 393,0 s.l.m.), che rappresenta l altitudine massima, verso la linea di costa. Tali spianate, di origine marina, sono da mettere in relazione con il sollevamento tettonico regionale avvenuto durante il Quaternario che ha comportato la creazione della predetta gradinata di terrazzi marini. Occorre comunque evidenziare come lungo tale gradinata di terrazzi marini si rinvengono spesso differenti depositi di copertura, piuttosto omogenei dal punto di vista litologico, sottoposti ad una notevole erosione sub-aerea che ha uniformato i lineamenti morfologici tanto da conferire all area nell insieme un appariscente andamento plano- altimetrico tabulare ed omogeneo, obliterando le possibili evidenze di superfici connesse a dislocazioni tettoniche e mascherando, pertanto, una complessa situazione tettonica a faglie che coinvolge il substrato roccioso calcareo mesozoico. In tale contesto geodinamico, la struttura del Monte Magaggiaro rappresenta un ottimo esempio di alto morfologico-strutturale (horst) determinato da un sistema regionale di faglie aventi direttrici principali NW-SE. Nella zona meridionale, l elemento morfologico predominante è costituito dall area pianeggiante compresa tra le Piane del Fiume Carboj e del Fiume Belice. 1.3 Idrografia 1.3.1 Bacino idrografico del Fiume Carboj Il bacino del Fiume Carboj ha un estensione di circa 204,73 Km2 e si chiude nel Mare Mediterraneo a ovest della zona balneare di Sciacca con un fronte di un centinaio di metri in cui si imposta l estuario del fiume, al confine tra il territorio di Menfi e quello di Sciacca. Il percorso del F. Carboj, che si sviluppa per circa 23 km, nel tratto di monte denominato Torrente Rincione, è stato sbarrato da una diga in prossimità della stretta sul monte Arancio che ha comportato la formazione dell omonimo Lago Arancio; quindi il Fiume Carboj prosegue la sua corsa verso la foce prima descritta. All invaso del lago Arancio vengono inoltre addotti i deflussi del Vallone Carricagiachi, del Vallone Cava e del Vallone Guaricciolo. Lungo il suo percorso a valle dello sbarramento, il Fiume Carboj riceve le acque di alcuni affluenti tra i quali vale la pena menzionare gli apporti in sinistra idraulica derivanti dal Vallone Secco.

1.3.2 Area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice L'area territoriale compresa tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice è per lo più drenata da brevi incisioni torrentizie che quasi tutto l'anno sono in regime di magra. Ciò dipende principalmente dalle condizioni climatiche, caratterizzate da brevi periodi piovosi e da lunghi periodi di siccità che determinano nell'area una generale caratterizzazione stagionale dei deflussi superficiali. Occorre comunque ricordare che la densità di un reticolo idrografico è condizionata dalla natura dei terreni affioranti, risultando tanto più elevata quanto meno permeabili sono questi ultimi e quindi maggiormente diffuso è il ruscellamento superficiale. Il reticolo idrografico superficiale, data la natura dei terreni affioranti (per lo più caratterizzati da permeabilità primaria per porosità) e per le caratteristiche climatiche della zona, risulta complessivamente assai poco sviluppato; esso inoltre denota una modesta capacità filtrante dei terreni affioranti e quindi una discreta capacità di smaltimento delle acque di ruscellamento superficiale. Più specificatamente, essendo la capacità filtrante dei terreni funzione della granulometria e della eterogeneità dei singoli granuli, nei depositi terrosi che affiorano estesamente nelle piane alluvionali del Fiume Carboj e del Fiume Belice si assiste ad una variabilità sia verticale che orizzontale della permeabilità in funzione della prevalenza o meno della frazione pelitica. L area in esame è attraversata da una serie di corsi d acqua secondari: il Torrente Mandrarossa, Torrente Cavaretto, Vallone Gurra, Vallone S. Vincenzo. Il Torrente Mandrarossa nasce a nord del centro abitato di Menfi ad una quota di circa m 235 s.l.m. in prossimità di località Casa Botta e prosegue verso sud con andamento inizialmente sinuoso, da cui probabilmente deriva la denominazione Cava del Serpente del tratto iniziale, e a tratti abbastanza inciso tra i rilievi collinari che costituiscono la periferia nord-occidentale dell abitato. Nella parte meridionale prosegue invece con andamento rettilineo in direzione SW a seguito di un intervento di canalizzazione delle acque dello stesso con foce sul Mediterraneo in località Spiaggia Fiore. Il Torrente Cavaretto nasce anch esso poco a nord del centro abitato di Menfi ad una quota di circa m 281 s.l.m. in prossimità di località Casa Pendola e prosegue verso sud incidendo il versante orientale della periferia urbana di Menfi, per poi proseguire incanalato fino alla foce, ad ovest della Spiaggia di Caparrina. Il Vallone Gurra nasce a circa 3 km a NW della Frazione di Porto Palo ad una quota di circa m 72 s.l.m. in prossimità di località Casa Giacone e prosegue verso sud incidendo, fino alla foce, i versanti della periferia territoriale dei comuni di Menfi e Castelvetrano. Il Vallone S. Vincenzo nasce in posizione distale mediana tra l abitato di Santa Margherita Belice e Menfi, ad una quota di circa m 350 s.l.m. in prossimità di località Portella Misilbesi e prosegue verso sud lungo un incisione valliva fino alla foce in località Femmina Morta.

1.4 Uso del suolo Per quanto concerne le caratteristiche di utilizzazione del suolo dell area in studio ci si è avvalsi dei provenienti i dati della Corine Land Cover (CLC) descrivendoli fino al III livello. Il quadro vegetazionale del bacino del Fiume Carboj e dell Area adiacente tra il Fiume Belice e il Fiume Carboj, si presenta abbastanza diversificato e si caratterizza per la dominanza nel paesaggio agrario delle aree coltivate a seminativo, a vigneto, a oliveti, fruttiferi vari e a pascolo. Le aree urbanizzate a tessuto denso, con annesse numerose contrade, interessano interamente i centri abitati dei comuni di Menfi, Sambuca di Sicilia, Santa Margherita Belice, e una piccola parte del centro abitato di Montevago; esse occupano una percentuale alquanto modesta del bacino e dell area limitrofa. Per quanto riguarda le zone umide, nell area ricade un grosso invaso artificiale Il lago Arancio, che trae origine dallo sbarramento sul Fiume Carboj; pur rappresentando un esigua percentuale include una grossa fonte di approvvigionamento idrico (30 milioni di m.c.) per l intero comprensorio, sia ai fini domestici che ai fini irrigui. Il paesaggio agrario conquista la percentuale più vasta nel resto del territorio in esame Nell area sono presenti delle aree protette: Monte Triona e Monte Colomba (SIC sito di interesse comunitario), che ricade solo per una porzione nel comune di Sambuca di Sicilia. Complesso Monte Telegrafo e Rocca Ficuzza (SIC), che ricade nei territori dei comuni di Sciacca e Caltabellotta. Riserva Foce del Fiume Belice e dune limitrofe che ricade per una piccola porzione nel territorio del comune di Menfi. Aree archeologiche. Nella zona sono presenti numerosi siti archeologici di particolare rilevanza si riscontra l insediamento greco-punico, di Monte Adranone, la necropoli di Resinate a Sambuca di Sicilia, nonché il villaggio capannicolo indigeno (Elimo VIII- VII sec. a.c.) a Menfi. A ridosso dei corsi d acqua cresce e si sviluppa una ricca vegetazione ripariale. Nella Tab. 1.1 vengono rappresentate le tipologie dell uso del suolo e la loro distribuzione percentuale all interno del Bacino del Fiume Carboj e dell Area territoriale tra il F. Carboj ed il F. Belice, ricavate dai dati estrapolati dalla Carta dell'uso del suolo della Corine Land Cover (CLC). Tab. 1.1 Tipologia uso del suolo dell'area Tipologia di uso del suolo % 1. SUPERFICI ARTIFICIALI 1.1. Zone urbanizzate di tipo residenziale 1.1.1. Zone residenziali a tessuto continuo 1,17 1.1.2. Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado 0,69 1.3.1. Aree estrattive 0,45 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1. Seminativi 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 29,18 2.2.1. Vigneti 20,15 2.2.3. Oliveti 7,67

2.4.1. Colture temporanee associate a colture permanenti 0,66 2.4.2. Sistemi colturali e particellari complessi 8,32 2.4.3. Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 3,29 3. TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMI-NATURALI 3.1. Zone boscate 3.1.1. Boschi di latifoglie 1,36 3.1.2. Boschi di conifere 10,30 3.2.1. Aree a pascolo naturale e praterie 12,91 3.2.3. Aree a vegetazione sclerofilla 1,67 3.2.4. Aree a vegetazione boschiva e arbustiva in evoluzione 1,02 5. CORPI IDRICI 5.1.2. Bacini d'acqua 1,16 1.5 Cenni di climatologia Per una caratterizzazione generale del clima nel settore sud-occidentale della Sicilia nel quale ricadono il bacino del Fiume Carboj e l area territoriale tra il bacino del Fiume Carboj e il bacino del Fiume Belice sono state considerate le informazioni ricavate dall Atlante Climatologico redatto dall Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia. In particolare, sono stati considerati gli elementi climatici temperatura e piovosità registrati presso le stazioni termo-pluviometriche e pluviometriche situate nei comuni ricadenti all interno dell area in esame e/o ad essa più prossimali. Occorre comunque evidenziare come oltre all altimetria, altri fattori concomitanti concorrono ad influenzare gli elementi climatici sopradetti, quali la copertura vegetale, l esposizione dei versanti, la direzione prevalente dei venti, ed ancora la distanza dal mare. 1.5.1 Stazioni I regimi termometrico e pluviometrico dell area in studio sono stati desunti utilizzando i dati registrati dalle stazioni termo-pluviometriche e pluviometriche situate sia all interno del distretto idrografico che quelle più prossime ad esso, prendendo in considerazione il trentennio 1965-1994 sulla base dei dati pubblicati dall Ufficio Idrografico della Regione Siciliana. In Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. sono riportate le stazioni termopluviometriche e pluviometriche cui si è fatto riferimento per l analisi delle condizioni termopluviometriche. Tab. 1.3 - Elenco delle stazioni pluviometriche e termo-pluviometriche interne o limitrofe al territorio in esame. STAZIONE ANNI DI OSSERVAZIONE STRUMENTO QUOTA (m s.l.m.) Nord COORDINATE (GB) Caltabellotta 1965-1994 pluviometro 949 4.161.150N 342.533E Diga Arancio 1965-1994 pluviometro 190 4.166.991N 327.930E Montevago 1965-1994 pluviometro 460 4.176.394N 320.777E Partanna 1965-1994 termo -pluviometro 407 4.176557N 313.430E Est

Sciacca 1965-1994 termo -pluviometro 56 4.153.276N 330.717E Delle cinque stazioni considerate, solo quella pluviometrica della Diga Arancio in territorio di Sambuca di Sicilia è interna all area in esame; le restanti quattro stazioni sono invece esterne all area esaminata ma ad essa direttamente prossimali e pertanto utili a determinare gli aspetti climatologici. 1.5.2 Regime termico Per l analisi delle condizioni termometriche si è fatto riferimento soltanto ai dati registrati dalle due stazioni termo-pluviometriche di Partanna (TP) e Sciacca (AG) ricadenti in area urbana, rispettivamente a nord-ovest e a sud-est dell area in esame. I valori medi della temperatura sono riportati nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. Tab. 1.4 - Temperatura media mensile in gradi Celsius, per il periodo di osservazione 1965-1994. STAZIONE G F M A M G L A S O N D ANNO Partanna 9,2 9,5 11,2 13,4 18 22 25,2 25,6 22,3 18,4 13,9 10,5 16,6 Sciacca 11,7 11,7 13 14,9 18,9 22,7 25,7 25,8 23,4 19,9 16,1 12,8 18,2 Media 10,4 10,6 12,1 14,1 18,4 22,3 25,4 25,7 22,8 19,1 15 11,6 17,4 Dall analisi dei dati riportati nella tabella 1.4 è possibile riscontrare come l andamento termometrico dell area sia abbastanza uniforme; nella zona costiera di Sciacca si registrano delle temperature mediamente più elevate rispetto a quelle riportate nella zona collinare (stazione di Partanna), soprattutto nel semestre autunno-inverno. La temperatura media dei mesi prettamente estivi (luglio e agosto) è di 25,5 C, mentre quella dei mesi invernali (gennaio e febbraio) e di 10,4 C. Dall esame dei dati storici si riscontra che la temperatura più alta in assoluto è stata registrata nel mese di luglio del 1988 a Sciacca (41 C), mentre la più bassa è stata rilevata dalla stazione di Partanna nel gennaio del 1981 (- 3,1 C). Dall esame della Carta tematica delle temperature medie annue della Regione Siciliana è possibile riscontrare come il regime termometrico nel versante mediterraneo della Sicilia sudoccidentale e, più in particolare, dell area in esame, è tale da determinare l aggregazione del territorio in sei fasce, corrispondenti a diversi valori della temperatura media annuale. Si distingue, alle quote altimetriche più basse, una fascia costiera che a sua volta si incunea verso l entroterra nella parte bassa della valle del Fiume Carboj, con valori di Tm pari a 18-19 C; una fascia intermedia con Tm di 17-18 C all interno del quale rientra l abitato di Menfi ed una fascia più interna con una Tm pari a 16-17 C che dalla struttura di Monte Magaggiaro e dal terrazzo marino di Montevago e di Santa Margherita Belice si estende fino ai piedi dei primi rilievi montuosi passando per l abitato di Sambuca di Sicilia; una quarta fascia in corrispondenza

delle quote altimetriche di circa 450 m.s.l.m. con Tm di 15-16 C, una quinta fascia in corrispondenza dei rilievi con altimetrie di circa 700 m s.l.m. con Tm pari a 14-15 C Tm (Cozzo San Biagio, ); infine, una sesta fascia in corrispondenza dei rilievi montuosi le cui vette superano i mille metri di altimetria come Monte Genuardo (1.178 m s.l.m.) In base al range di valori assunti dalla temperatura media annuale, è quindi possibile distinguere il clima della fascia costiera e intermedia come semiarido nel periodo compreso tra i mesi di giugno e settembre, mentre nella fascia più interna il clima è temperato caldo. I mesi più freddi risultano essere gennaio e febbraio, quelli più caldi sono giugno e luglio. L escursione termica media annua è di 17-18 C nei settori di Pizzo Telegrafo e di Monte Genuardo e si riduce a circa 13-14 C nella fascia costiera, in seguito all effetto di mitigazione climatica operato dal Mar Mediterraneo alle quote più basse. Tale effetto si ripercuote anche sui valori estremi e più precisamente: nella fascia costiera i valori medi delle temperature minime sono di circa 9 C, mentre nei rilievi montuosi a quote intorno ai 900 m.s.l.m. i valori medi delle temperature minime sono di circa 3 C. Nel resto dell area esaminata i valori medi delle temperature minime oscillano tra i 7 C nella zona centrale riducendosi man mano sino a valori compresi tra i 5 C e i 3 C. I valori medi delle temperature massime nella zona di costa e nella fascia intermedia oscillano tra i 30 C ed i 32 C, mentre nelle fasce più interne dell area i valori oscillano tra i 28 C ed i 30 C. 1.5.3 Regime pluviometrico Per l analisi delle condizioni pluviometriche, si è fatto riferimento ai dati registrati nelle tre stazioni pluviometriche (Caltabellotta, Diga Arancio, Montevago) e nelle due stazioni termopluviometriche (Partanna e Sciacca) precedentemente elencate. Secondo la classificazione di De Martonne in ordine agli indici di aridità, si evince che le precipitazioni medie nell area in esame oscillano in un range compreso tra i 500 600 mm nell area costiera ed intermedia, in corrispondenza delle fasce ove si registra un clima prevalentemente semiarido e in un range tra 600 700 mm nelle fasce più interne in corrispondenza di un clima temperato caldo. I valori della piovosità media mensile in mm, per il periodo di osservazione 1965-1994 sono riportati nella Tab. 1.2 Tab. 1.2 - Piovosità media mensile in mm, per il periodo di osservazione 1965-1994 STAZIONE G F M A M G L A S O N D ANNO Caltabellotta 105,2 85,2 70,4 51,2 30 8,7 3,8 8,5 38 90,9 90,3 113,8 696,0 Diga Arancio 72,5 68,1 55,9 45 23,1 7,1 4,1 8,9 36,1 76 70,3 81,6 548,7 Montevago 80,4 77,3 60,6 61,2 27,1 8,89 4,7 13,8 51,2 88 86,4 92,6 652,1 Partanna 82,8 80,1 68,6 60,6 28,2 6,9 3,7 9,5 43,8 81,1 86,6 100,2 652,1

Sciacca 69,6 60,7 53,8 40,8 21,8 4,5 1,9 9,1 25,3 81,4 67,3 80 516,2 Media 82,1 74,3 61,8 51,7 26 7,2 3,6 9,9 38,8 83,5 80,2 93,6 613 Il regime pluviometrico dell area segue più o meno lo stesso andamento di quello termico, ovvero si rileva una zona meridionale, quella prossima alla costa, caratterizzata da una piovosità leggermente più bassa che nel resto dell area in esame. Appare evidente come tale differenza si accentui al crescere dell altimetria; infatti, le piovosità medie annue maggiori (pari a 696 mm) sono quelle segnalate dalla stazione pluviometrica di Caltabellotta ubicata a quota 949 metri s.l.m., mentre le piovosità medie annue minori (pari a 516,2 mm) sono quelle registrate dal pluviometro della stazione di Sciacca ubicata a quota 56 metri s.l.m.. I mesi più piovosi sono ovunque quelli invernali con i mesi di dicembre e gennaio, e valori medi di piovosità di 87,8 mm, mentre quelli meno piovosi sono quelli estivi dei mesi di giugno e luglio e valori medi di piovosità di 5,4 mm. 1.5.4 Considerazioni finali In definitiva, si può affermare che l intera area esaminata, pur nella sua eterogenea orografia ed altimetria, rientra nell ambito delle regioni mesotermiche caratterizzate da clima mediterraneo marittimo con una distribuzione delle piogge prevalentemente autunnosa invernale, scarse nel periodo primaverile e quasi nulle nel periodo estivo In media nell arco dell anno si hanno 58 giorni piovosi, con eventi che spesso assumono carattere torrenziale. Il clima tipicamente mediterraneo è caratterizzato da una precipitazione media annua, relativa all ultimo cinquantennio, che varia dai circa 500 mm sulla costa e ai circa 700 mm nelle zone interne caratterizzate da una maggiore altitudine. Le temperature rilevate rispettano l andamento delle piogge e quindi una certa variabilità fra fascia costiera e zona interna. Inoltre, il regime termico è segnato da forte contrasto tra l inverno e l estate. I mesi più caldi infatti sono agosto e luglio, mentre i più freddi risultano essere gennaio e febbraio. La temperatura media annua è pari a 18 C. L area è caratterizzata da una forte ventosità che influenza il clima; tra i venti che spirano da nord, tipico è il vento di tramontana, freddo-umido, mentre tra quelli che spirano da sud-est, lo scirocco, un vento caldo, ed inoltre si segnala il libeccio proveniente da sud-ovest. Sporadici sono i casi di grandinate, mentre più frequenti sono i casi di gelate primaverili nei fondo valle.

2 CRITICITÀ ESISTENTI All interno del bacino in esame sono presenti situazioni di criticità idraulica il cui grado di approfondimento delle informazioni a disposizione, allo stato attuale, non ne ha permesso la rappresentazione nelle mappe della pericolosità e rischio idraulico redatte secondo le indicazioni dell art.6 del D.lgs. 49/2010. Le suddette aree costituiscono il quadro di valutazione preliminare del rischio nel bacino, sono in parte catalogate nel Censimento dissesti DB EventiSicilia predisposto dal Servizio 3 /DRA mentre la rimanente parte è costituita dai siti d attenzione e dalle aree classificate a pericolosità idraulica non derivanti da studi idraulici censite nel PAI vigente. Per tali aree il Piano prevede di procedere con gli studi di aggiornamento e approfondimento per completare le valutazioni necessarie e/o per produrre i livelli informativi stabiliti dalla normativa. Inoltre al fine di integrare i PAI vigenti relativamente ai corsi d acqua e ambiti territoriali o nuove aree soggette a fenomeni di allagamento cosi come definiti all art. 2 del Decreto Legislativo n 49/2010, si provvederà, ove non fossero al momento disponibili studi che ne consentano di definire il livello di pericolosità, ad attivare in concerto con gli Enti istituzionalmente preposti tutte le misure di precauzione necessarie a garantire un adeguato livello di sicurezza. Al pari delle altre aree per le quali non è definito un livello di pericolosità verrà definito un programma di studi di approfondimento necessario per la individuazione della pericolosità e rischio in conformità a quanto previsto dalla Direttiva. 2.1 Catasto eventi DB Eventi Sicilia Il Catasto degli eventi è la fonte da cui sono rintracciabili le informazioni sulla collocazione spaziale e temporale degli eventi di piena nonché delle conseguenze avverse ad esse associate. Il catasto degli eventi è stato implementato nell ambito della realizzazione del Database DBEventiSicilia.gdb. Esso consiste nel censimento dei luoghi storicamente colpiti da eventi idraulici (esondazioni ed alluvionamenti). L archivio raccoglie informazioni storiche relative agli eventi a partire dall anno 2007 avvenute in Sicilia. L'archivio contiene allo stato attuale oltre 433 informazioni inerenti ad eventi idraulici. Le informazioni si riferiscono a dati provenienti da fonti di Rassegna Stampa, Comuni Siciliani e dati della Protezione Civile Regionale. I dati inseriti possono essere analizzati ed interrogati con i temi e gli elementi di base direttamente importati nel GIS, anche tramite query pre-impostate, generando così nuove informazioni in funzione di specifiche problematiche ed esigenze. Nel seguito è descritta la struttura del geodatabase e le informazioni contenute. Il Catasto verrà costantemente aggiornato L attuale organizzazione del catasto è ora in fase di aggiornamento per garantire l utilizzo di più soggetti competenti in relazione anche alle finalità di protezione civile.

Fig. 0.1- Struttura DB EventiSicilia e informazioni contenute Nella Fig. 0.2 è invece riportata la distribuzione territoriale degli eventi idraulici inseriti nel geodatabase: Fig. 0.2 - Distribuzione territoriale degli eventi idraulici

Nel caso del F. Carboj e dell Area Territoriale tra il F. Carboj ed il F. Belice, nel DB EventiSicilia non si riscontrano dissesti idraulici segnatati da Enti o provenienti da rassegna stampa. 2.2 Siti d attenzione, pericolosità e rischio idraulico non studiati I siti d attenzione sono aree cartografate e censite nel PAI nelle quali occorre approfondire il livello delle conoscenze geomorfologiche e idrauliche in relazione alla potenziale pericolosità e rischio su cui comunque gli eventuali interventi dovranno essere preceduti da opportune indagini. Le criticità idrauliche presenti nel bacino idrografico in esame sono anche rappresentate da tutte quelle aree e classificate nei PAI vigenti con un grado di pericolosità e/o un livello di rischio e censite a seguito di eventi alluvionali accaduti o ricavate da studi le cui metodologie di esecuzione e i risultati ottenuti non sono stati ritenuti conformi ai contenuti richiesti dalla Direttiva Alluvioni. Nella Carta della Pericolosità Idraulica n 5 del PAI del Bacino del F. Carboj e dell Area Territoriale tra il F. Carboj ed il F. Belice - CTR 619090 - è riportato un sito di attenzione nel territorio comunale di Santa Margherita Belice, in c.da Cannitello, in prossimità del depuratore, sulla base delle indicazioni dei tecnici comunali contenute nella risposta alla Circ. n.1/2003 del Comune di Santa Margherita Di Belice (Prot. 4576 del 12/09/2006). Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. sono elencati i dissesti classificati come sito d attenzione e ricadenti nel bacino idrografico del Fiume Carboj e dell Area Territoriale tra il F. Carboj ed il F. Belice. Tab. 0.1 Siti d attenzione ricadenti nel bacino del F. Carboj e dell Area Territoriale tra il F. Belice ed il F. Carboj. Codice 1 059-I-001 Comune S. Margherita Belice (AG) N Siti di Attenzione 1 Località A sud-ovest del c.a., lungo il Vallone Cava CTR Dentro centro abitato (Si/No) Rischio 619090 NO Assente

3 ANALISI RISCHIO IDRAULICO 3.1 Analisi Territoriale Nel presente studio, l analisi territoriale del bacino del Carboj è stata condotta utilizzando la cartografia di base CTR a scala 1:10.000 e un ausilio aereofotogrammetrico rappresentato dalle ortofoto IT2000 messe a disposizione del Dipartimento di Urbanistica della Regione Siciliana. L individuazione degli elementi a rischio, effettuata sia sulle CTR sia sulle ortofoto più recenti, e la loro correlazione con il reticolo fluviale hanno permesso di individuare, per i manufatti di attraversamento e le opere antropiche in prossimità dell alveo, le situazioni di potenziale rischio. Inoltre, lo studio geomorfologico ha permesso di prendere in esame tutti gli elementi che possono ulteriormente definire le aree potenzialmente inondabili (andamento plano-altimetrico dell alveo, presenza di depositi alluvionali conseguenti a fenomeni di trasporto solido, evidenze relative a precedenti tracce di esondazione, ecc.). II bacino idrografico del Carboj ricade nel versante sud-occidentale della Sicilia estendendosi tra le province di Palermo ed Agrigento per circa 205 km 2. L'altitudine massima è di 1.180 m in corrispondenza del Monte Genuardo, l'altitudine media è pari a 379 m s.l.m.. Il fiume ha una lunghezza di 23 km circa e sfocia in C.da Maragni tra Sciacca e Menfi. A valle della diga Arancio, per circa 3 km, è presente una stretta gola a pareti sub-verticali che è caratterizzata da larghezze alla base molto piccole. Altrove sono presenti prevalentemente i terreni della serie argillosa del pliocene. La conca del serbatoio è costituita in prevalenza da sedimenti marnosi ed argillosi che garantiscono il serbatoio nei confronti della tenuta. Lo sbarramento è fondato su calcari grossolani del miocene. A valle della gola si apre la valle del Carboj caratterizzata dalla morfologia tipica della collina siciliana. Tale territorio è intensamente sfruttato dal punto di vista agricolo ospitando in prevalenza colture ortofrutticole ed agrumicole. Nella valle sono presenti poche abitazioni di carattere prevalentemente rurale. In corrispondenza del tratto vallivo, in sinistra idrografica e ad una distanza dal corso d acqua di circa 500 m è presente un villaggio turistico. Dall analisi critica della sovrapposizione delle aree storicamente inondate con quelle potenzialmente inondabili, individuate da precedenti studi, e dall analisi territoriale si sono localizzate le aree in cui è necessario eseguire specifiche verifiche idrauliche. In questa sede è stata analizzata prioritariamente l area che va dalla diga Arancio fino alla foce del F.Carboj, in cui l elemento a rischio prevalente è il villaggio turistico ubicato in sinistra idraulica in prossimità della foce. 3.2 Studio Idrologico La zona interessata dal bacino imbrifero è caratterizzata da un regime pluviometrico di tipo mediterraneo, con addensamento delle piogge nel semestre invernale- primaverile (da ottobre a

marzo). Le precipitazioni talvolta sono di notevole intensità e possono determinare piene elevate anche se di durata relativamente breve. Lo studio idrologico è stato effettuato avvalendosi di tecniche proprie dei Sistemi Informativi Territoriali (G.I.S.) e di un modello di pubblico dominio, l HEC-HMS (Hydrologic Modeling System) dell'hydrologic Engineering Center. Lo studio è stato effettuato per i valori del tempo di ritorno di 50, 100 e 300 anni in accordo con quanto indicato nel D.L. 180/98. La metodologia utilizzata è descritta in dettaglio nella Relazione Generale del P.A.I.. Il bacino idrografico del F. Carboj, di estensione pari a circa 205 km 2, è stato suddiviso in 3 sottobacini; per ogni sezione di chiusura dei sottobacini, sono state calcolate le massime portate al colmo di piena per gli assegnati tempi di ritorno. Di seguito si riportano, sinteticamente, la procedura adottata ed i risultati dello studio idrologico condotto. Lo studio è stato sviluppato in due fasi successive la prima fase, definita di pre-processing, ha consentito di individuare automaticamente, partendo da un modello digitale delle quote del terreno (DEM - Digital Elevation Model) il reticolo idrografico, i displuvi e, quindi, i limiti di bacino e dei sottobacini, ciascuno dei quali corredato dai principali parametri morfologici; la seconda fase, di modellazione idrologica, ha permesso di simulare mediante il modello HEC-HMS, utilizzando come dati di input quelli ottenuti nella fase precedente, i processi di afflusso-deflusso, ottenendo, infine, i valori delle massime portate al colmo di piena per i fissati tempi di ritorno in corrispondenza delle sezioni sia di chiusura dei sottobacini considerati, sia di confluenza dei sottobacini stessi con l asta fluviale principale. In Figura 3.1 è riportato il DEM relativo al bacino idrografico in studio compreso i limiti ed il reticolo idrografico. Le dimensioni delle celle del DEM utilizzato sono di 100x100 m. In Figura 3.2 è riportato lo schema idrologico, prodotto dal modello HEC-GeoHMS, utilizzato per il calcolo delle portate al colmo di piena.

Fig. 3.1 - DEM (Digital Elevation Model) relativo al bacino idrografico del Fiume Carboj Fig. 3.2 - Schema idrologico del bacino idrografico del Fiume Carboj utilizzato per il calcolo della massima portata al colmo di piena

Lo studio effettuato è stato articolato in tre fasi: 1. Studio della piovosità. E stato condotto uno studio delle piogge al fine di calcolare i parametri statistici necessari per la costruzione delle curve di probabilità pluviometrica (v. Relazione Generale PAI) per il bacino idrografico in esame. Questa fase ha condotto alla determinazione dei parametri meteorologici, a, n e CV relativamente alla superficie sottesa dalla sezione di chiusura in corrispondenza della foce. A partire dalle carte iso-a, iso-n e iso-cv (Tavole 4, 5 e 6 della Relazione Generale) a scala regionale, sono stati ottenuti i valori medi a scala di bacino (Tab. 0.1) utilizzando il software Arc-View. Nelle Fig. 0.1, Fig. 0.2, Fig. 0.3 sono riportate le carte iso-a, iso-n e iso-cv in corrispondenza del bacino in esame; nella Fig. 0.4, è riportata la curva di probabilità pluviometrica (CPP) ricavate in seguito ai parametri prima calcolati, per i tre tempi di ritorno considerati. La ricostruzione degli ietogrammi sintetici lordi a partire dalle CPP per i tre tempi di ritorno considerati è stata effettuata a partire dalle serie storiche di pioggia registrate nelle stazioni pluviografiche ricadenti nell area di studio. In particolare si è ipotizzato uno ietogramma centrato ed una durata critica pari a 6 ore. Fig. 0.1 - DTM relativo alla distribuzione del parametro a nel bacino idrografico del Fiume Carboj.

Fig. 0.2 - DTM relativo alla distribuzione del parametro n nel bacino del Fiume Carboj Fig. 0.3 - DTM relativo alla distribuzione del parametro CV nel bacino del Fiume Carboj

Tab. 0.1 - Valori medi areali dei parametri a, n e CV relativa al bacino idrografico del Fiume Carboj Bacino idrografico Bacino Idrografico del Fiume Carboj Superficie totale (km 2 ) a n CV Fiume Carboj 205 27,90 0,24 0,41 Fig. 0.4 - Curve di probabilità pluviometrica per il bacino del Fiume Carboj per fissati tempi di ritorno 2. Calcolo della pioggia netta. Per la determinazione della pioggia netta o deflusso superficiale è stato utilizzato il metodo SCS-Curve Number descritto in dettaglio nella Relazione Generale. I valori medi areali di CN, relativi ad ogni sottobacino nel quale è stato suddiviso il bacino principale. In Fig. 0.5 è riportata la distribuzione areale del valore CN per i tre bacini in studio.

Fig. 0.5 - DTM (Digital Terrain Model) relativo alla distribuzione del parametro CN nel bacino idrografico del Fiume Carboj I valori medi di CN, relativi ai sottobacini considerati, sono riportati nella Tab. 0.2. Tab. 0.2 - Valori medi del parametro CN per ogni sottobacino del Fiume Carboj Sottobacino N Area (km 2 ) Codice Sottobacino HMS CN 1 71,06 Sott 1 71,35 2 57,48 Sott 2 57,85 3 79,55 Sott 3 79,55 3. Determinazione del trasferimento della pioggia netta alla sezione di chiusura. Il calcolo degli idrogrammi di piena è stato effettuato con il metodo della corrivazione per le diverse sezioni di chiusura dei sottobacini in cui è stato suddiviso il bacino idrografico principale. A partire dal DEM del bacino, caratterizzato da una maglia quadrata di dimensioni 100 x 100 m, sono stati ricavati automaticamente i percorsi di drenaggio, è stato individuato il reticolo idrografico e la lunghezza delle linee di drenaggio. A quest ultima è stata associata una velocità di scorrimento superficiale costante e pari ad 1,5 m/s. Ottenuta così la carta delle isocorrive è stato possibile ricavare la curva aree-tempi e quindi i tempi di corrivazione dei sottobacini in esame (Tab. 0.3).

Tab. 0.3 - Valori del tempo di corrivazione di ogni sottobacino del Fiume Verdura. Sottobacino N Area (km 2 ) Codice Sottobacino HMS 1 71,06 Sott 1 4 2 57,48 Sott 2 2 3 79,55 Sott 3 3 t c (ore) Il calcolo dell idrogramma uscente attraverso la sezione di chiusura del generico sottobacino è stato effettuato utilizzando il modulo User Specified Unit Hydrograph del modello HEC-HMS (v. Relazione Generale). Il calcolo dell onda di piena risultante nella sezione di chiusura del bacino principale è stato effettuato utilizzando il modulo Routing Method Lag di HEC-HMS ipotizzando i sottobacini collegati tramite canali lineari ed una semplice traslazione dell onda di piena. Il tempo di ritardo di ciascun canale è stato calcolato in funzione delle caratteristiche del corso d acqua (lunghezza, pendenza, scabrezza) e della velocità della corrente supposta pari ad 1,5 m/s. Di seguito, nella Fig. 0.6 sono riportati gli idrogrammi di piena relativi alla sezione di chiusura del bacino per i tempi di ritorno considerati. Fig. 0.6 - Idrogrammi di piena alla foce del Fiume Carboj per tempi di ritorno pari a 50, 100, 300 anni.

In Tabella 3.4 sono indicati, per ogni sezione di chiusura dei sottobacini considerati, i valori delle massime portate al colmo di piena, mentre in Tabella 3.5 i valori in corrispondenza delle confluenze degli stessi sottobacini con l asta fluviale principale. Tab. 0.4 - Valori delle portate al colmo di piena (Qt), per tempi di ritorno pari a 50, 100, 300 anni, in corrispondenza delle sezioni di calcolo considerate nello schema di calcolo HMS. Sottobacino N Codice Sottobacino HMS Area (km 2 ) Q t= 50 (m 3 /s) Q t= 100 (m 3 /s) Q t= 300 (m 3 /s) 1 Sott 1 71,06 201 240 304 2 Sott 2 57,48 210 250 317 3 Sott 3 79,55 242 293 379 Tab. 0.5 - Valori delle portate al colmo di piena (Qt), per tempi di ritorno pari a 50, 100, 300 anni, in corrispondenza delle sezioni di calcolo considerate nello schema di calcolo HMS. Sezione di calcolo N Codice sezione HMS Superficie drenata (km 2 ) Q t= 50 (m 3 /s) Q t= 100 (m 3 /s) Q t= 300 (m 3 /s) 1 JR110 79,55 242 293 379 2 JR120 137,03 401 483 619 3 Foce 208 504 605 772 La valutazione della portata in alveo nelle sezioni a valle dell invaso Arancio dovrebbe tenere conto anche dei volumi rilasciati, durante l evento di piena, dagli scarichi di superficie e di fondo (ipotizzandone il loro funzionamento contemporaneo). Tuttavia, poiché le portate degli scarichi fanno riferimento ad un valore del tempo di ritorno superiore al valore massimo considerato in questo studio (300 anni) e, inoltre, sono state certamente valutate sulla base di dati idrologici registrati in un intervallo temporale diverso da quello utilizzato nel presente studio, si è preferito svincolarsi dai suddetti valori ai fini delle verifiche idrauliche. Pertanto, nel presente studio, non è stata considerata la presenza dell invaso Arancio e, quindi, l effetto della sua capacità di laminazione delle piene. In tal modo sono state eseguite delle verifiche idrauliche considerando la portata convogliata dall intero bacino idrografico originario (antecedente la realizzazione dell invaso), trascurando quella parte trattenuta (laminata) dalla diga. Tale scelta, seppur non rispecchia del tutto la realtà idraulica del bacino, determina dei valori di portata nell alveo che risultano più elevati rispetto a quelli effettivi conseguenti ad un effetto di laminazione dell invaso, sovrastimando in tal modo i risultati delle simulazioni idrauliche a vantaggio della sicurezza.

3.3 Studio Idraulico Calcolate le portate di piena occorre verificare se le sezioni del corso d acqua riescano a convogliarle senza dar luogo ad esondazioni. La modellazione idraulica del corso d acqua è stata condotta utilizzando il codice di calcolo monodimensionale HEC-RAS. In particolare, attraverso un operazione preliminare di preprocessing sono stati importati i dati di input, riconducibili, principalmente, agli studi dell Ente di Sviluppo Agricolo (ESA), all interno del modello HEC-RAS. Tali dati sono stati integrati con tutte le indicazioni, di seguito descritte, che derivano dalle analisi cartografica e territoriale e dai sopralluoghi di campagna (verifica dello stato di fatto del fondo alveo, raccolta di documentazione fotografica, ecc.) predisposti in questa fase. 3.3.1 Rilievi e Cartografia L analisi è stata condotta utilizzando la Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000) e le carte al 2.000 fornite dall ESA. 3.3.2 Caratteristiche Fisiche ed Idrauliche dell alveo Il bacino del F. Carboj ricade nel versante meridionale della Sicilia e si estende per circa 205 km2, dal centro abitato di S. Margherita Belice sino al Mar Mediterraneo in C.da Maragani, al confine tra il territorio di Menfi e quello di Sciacca. Esso si inserisce tra il bacino del F. Belice ad est e il bacino del F. Verdura ad ovest e ricade quasi completamente nel territorio dell provincia di Agrigento ad eccezione della parte settentrionale del bacino che ricade in territorio della provincia di Palermo. L altitudine massima del bacino è di 1.180 m.s.l.m. (M. Genuardo in territorio di Sambuca di Sicilia), mentre quella media è di circa 379 m s.l.m.. Il corso del F. Carboj si sviluppa per circa 23 km, gli affluenti principali sono: - T. Rincione; - Vallone Cava; - Vallone Carricagiachi. Relativamente alle caratteristiche di resistenza idraulica è noto che esse si differenziano a seconda che la sede di deflusso sia l'alveo o le aree golenali e di allagamento. Nel primo caso, le caratteristiche dipendono principalmente dalle dimensioni del materiale di fondo, dalla presenza e qualità della vegetazione fluviale e dalla morfologia plano-altimetrico delle sezioni e del tracciato fluviale. Per le superfici limitrofe e di allagamento giocano un ruolo determinante la natura del suolo, la copertura vegetale, la frammentazione poderale, la densità delle infrastrutture e delle costruzioni (macro rugosità) e le irregolarità naturali della superficie. Durante i sopralluoghi predisposti per aggiornare la cartografia dei tratti fluviali studiati attraverso osservazioni dirette di campagna, sono stati fissati i parametri di scabrezza da utilizzare

nel modello idraulico adoperato. L'osservazione diretta delle suddette caratteristiche sull'area in esame ha indirizzato ad una scelta del coefficiente di Manning che varia tra i valori di di 0,05 e 0,07 m -1/3 s 3.3.3 Opere Principali Presenti nel Corso d Acqua 3.3.3.1 Attraversamenti L individuazione e caratterizzazione geometrica degli attraversamenti fluviali risulta necessaria per valutare, attraverso il software HEC-RAS, se la portata massima, calcolata per fissato tempo di ritorno, defluisce senza sormontare l attraversamento stesso. Le opere di attraversamento principali presenti nel tratto fluviale studiato (tratto che va dalla diga Arancio fino alla foce del Carboj) sono elencate di seguito: ponte a valle dello sbarramento; ponte sulla vecchia strada Palermo-Sciacca; ponte S.S. Palermo-Sciacca; ponte viadotto Sciacca-Castelvetrano; ponte strada statale 115; ponte ferroviario Sciacca Castelvetrano. In Appendice A della monografia sono riportati gli stralci cartografici con l ubicazione degli attraversamenti e delle sezioni più importanti con le relative schede identificative. 3.3.4 Verifiche Idrauliche Nel presente studio è stata condotta la verifica idraulica di un tratto del tronco fluviale del F. Carboj che va dalla diga Castello fino alla foce, per una lunghezza complessiva di circa 14.8 km. I valori delle portate al colmo di piena utilizzati sono quelli corrispondenti al codice sezione HMS denominato Foce e riportati nella precedente Tabella 3.5. Come detto precedentemente, per la simulazione idraulica è stato applicato il modello monodimensionale HEC-RAS nell ipotesi di regime di moto permanente e corrente lenta (subcritical). Nelle condizioni al contorno si è imposta l altezza critica della corrente nell ultima sezione dell alveo (foce). Sono state condotte tre simulazioni, una per ogni portata al colmo di piena, valutata alla foce del fiume, per fissato tempo di ritorno (50, 100 e 300 anni). Nei paragrafi successivi sono illustrati i risultati delle verifiche idrauliche del tratto in esame. 3.3.4.1 Verifica idraulica sul Fiume Carboj Per la simulazione idraulica sono state considerate 89 sezioni ed i risultati delle verifiche idrauliche sono riportate in forma grafica, in Appendice B della Monografia. La tabella riporta, per fissato tempo di ritorno e per ciascuna sezione di calcolo, i valori della portata, della quota fondo

alveo, della quota pelo libero, del tirante idrico fondo alveo, della pendenza della linea dei carichi totali, della velocità media della corrente in alveo e la sezione idrica. Applicando il modello HEC-RAS si sono ottenuti i risultati riportati nel documento ITR191_59_I_MONOGRAFIA. Le tabelle contenute nella succitata monografia riassumono, per ogni tempo di ritorno e per ciascuna sezione di calcolo, i valori di portata, tirante idrico, pendenza della linea dei carichi totali, velocità media della corrente e sezione idrica. In tabella sono inoltre riportati i valori dei coefficienti di scabrezza di Manning utilizzati in ciascun tratto. ITR191_59_I_MONOGRAFIA è inoltre riportata una tabella riepilogativa (Chow, 1959) per la scelta del coefficiente di Manning in funzione delle condizioni dell alveo. 3.4 Perimetrazione delle aree potenzialmente inondabili Nelle simulazioni eseguite con il software HEC-RAS, si è assunta l ipotesi, come detto precedentemente, di condizioni di moto permanente e monodimensionale. Tale assunzione comporta, talvolta, l approssimazione del risultato nei casi in cui si abbiano estese aree pressoché pianeggianti all esterno dell alveo di un corso d acqua. In particolare, nel presente studio si è scelto di mantenere la soluzione fornita dal modello di calcolo, individuando l area di inondazione mediante la semplice intersezione della superficie liquida che si determina nell alveo centrale del canale, con le curve di livello dell area interessata. In tale situazione non si è dunque tenuto conto dei possibili effetti di laminazione della portata esondata, rallentata e/o trattenuta nell area circostante l alveo, e dell effetto di riduzione della stessa a causa dello sfioro che si verifica in alcune sezioni. Tuttavia tale risultato può senz altro essere accettato, a vantaggio della sicurezza, come limite superiore degli eventi di esondazione con tempo di ritorno pari a 50, 100 e 300 anni. La pericolosità P, identificata con l area inondata, è stata valutata seguendo la metodologia semplificata proposta dal D.I.I.A.A. della Facoltà di Ingegneria dell Università di Palermo, in funzione del solo tempo di ritorno e, precisamente, in modo inversamente proporzionale ad esso (vedi Tab. 3.6). Tab. 0.6 - Definizione delle pericolosità idraulica P secondo la metodologia semplificata T (anni) P 50 P3 (alta) 100 P2 (media) 300 P1 (bassa) In questo studio si sono delimitate le aree inondate sino alla foce del F. Carboj. Le suddette aree sono state identificate con i codici 059-E01, 059-E02, 059-E03, 059-E04 e 059-E05. Per l individuazione delle aree inondabili si è fatto riferimento alle quote del pelo libero, ottenute dai calcoli del modello HEC-RAS, cercando, ove possibile, di intersecare tali piani ideali con le curve di livello riportate nella cartografia di riferimento. Le aree inondabili sono indicate nelle tavole, in scala 1:10.000, allegate alla presente relazione.

3.5 Mappe di rischio Di seguito si forniscono le informazioni su gli elementi a rischio interessati dalle aree di pericolosità in funzione del tempo di ritorno T r. Al riguardo appare opportuno esporre di seguito il metodo utilizzato per la valutazione della popolazione esposta La determinazione, per ciascuna area a pericolosità idraulica, del numero di abitanti potenzialmente interessati è stata effettuata sulla base dei dati di censimento ISTAT anno 2011, supponendo che all interno di ciascuna sezione di censimento la popolazione residente sia uniformemente distribuita. In tale ipotesi il numero di abitanti interessato per ciascuna zona, indicato con ABT è stato calcolato sovrapponendo il poligono dell area allagabile con il tematismo dei dati di censimento disaggregati fino all unità di sezione di censimento mediante la seguente formula: dove si è indicato con: ABT ID il numero di abitanti potenzialmente interessai ricadenti nell area di allagamento con codice identificativo ID oppure in assenza di codice identificato tramite la denominazione del tratto corso d acqua; ABT sez_i e A sez_i i rispettivamente il numero di abitanti ricadenti nella sezione censuaria i-esima e l area della sezione stessa; A intersect l area ottenuta dalla intersezione della sezione i-esima con l area di allagamento. La sommatoria deve essere estesa a tutte le sezioni di censimento che si sovrappongono all area di allagamento Pertanto il valore di popolazione così determinato ha la sola finalità di caratterizzare il livello di potenziale esposizione dell area e non va inteso come effettiva presenza di abitanti. 3.5.1 Elementi coinvolti per Tr=50 anni (Dissesti codici 059-E01 059-E05) 3.5.1.1 Centro abitato Nel caso in esame non è coinvolto alcun centro abitato. 3.5.1.2 Nucleo abitato Anche in questo caso non è coinvolto alcuna porzione di nucleo abitato,

3.5.1.3 Tipologie uso suolo interessate da areale pericolosità Tr = 50 anni Ulteriore elaborazione della pericolosità in funzione degli elementi presenti è stata effettuata con riferimento alla classificazione dell uso del suolo definita dal cartografia dell uso del suolo Corine Land Cover. Nelle Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..1 - Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..5 sono riportati i valori delle estensioni superficiali, espresse in ettari, delle diverse tipologie di uso del suolo interessata dall areale di pericolosità dei dissesti 059-E01 059-E05 avente tempo di ritorno pari a 50 anni. Tab. 0.5.1 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 50 anni Codice 059-E01 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1. Seminativi 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 2,10 2.2.1. Vigneti 17,80 2.4.1. Colture temporanee associate a colture permanenti 5,33 2.4.3. Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti 6,00 3. TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMI-NATURALI 3.2.1. Aree a pascolo naturale e praterie 7,55 Tab. 0.6.2 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 50 anni Codice 059-E02 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 5,03 2.2.1. Vigneti 78,43 Tab. 0.7.3 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 50 anni Codice 059-E03 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 6,21 2.2.1. Vigneti 48,47 Tab. 0.8.4 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 50 anni Codice 059-E04 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 23,04 2.2.1. Vigneti 114,46

ESTENSIONE AREA TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ALLAGATA (HA) 2.2.3. Uliveti 2,64 Tab. 0.9.5 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 50 anni Codice 059-E05 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 5,27 2.2.1. Vigneti 5,70 3.5.2 Elementi coinvolti per Tr=100 anni (Dissesti codici 059-E01 059-E05) 3.5.2.1 Centro abitato Nel caso in esame non è coinvolto alcun centro abitato. 3.5.1.2 Nucleo abitato Anche in questo caso non è coinvolto alcuna porzione di nucleo abitato. 3.5.2.3 Tipologie uso suolo interessate da areale pericolosità Tr =100 anni Ulteriore elaborazione della pericolosità in funzione degli elementi presenti è stata effettuata con riferimento alla classificazione dell uso del suolo definita dal cartografia dell uso del suolo Corine Land Cover. Nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata. sono riportati i valori delle estensioni superficiali, espresse in ettari, delle diverse tipologie di uso del suolo interessata dall areale di pericolosità del dissesto 059-E03 avente tempo di ritorno pari a 100 anni. Tab. 0.10 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 100 anni Codice 057-E03 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1. Seminativi 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 2,27 2.2.1. Vigneti 25,74 3.5.3 Elementi coinvolti per Tr=300 anni (Dissesti codici 059-E01 059-E05) 3.5.3.1 Centro abitato Nel caso in esame non è coinvolto alcun centro abitato.

3.5.3.2 Nucleo abitato Coinvolta una porzione del nucleo abitato in prossimità della foce del F. Carboj. Le informazioni sopra descritte sono sinteticamente riportate nella Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..1. Tab. 0.11.1 - Tabella riassuntiva elementi interessati da esondazione per Tr= 300 anni Codice 059-E04 TIPOLOGIA ELEMENTO A RISCHIO DENOMINAZIONE NUMERO ABITANTI NUCLEO ABITATO 11 NUMERO ABITANTI COINVOLTI 11 3.5.3.3 Tipologie uso suolo interessate da areale pericolosità Tr = 300 anni Ulteriore elaborazione della pericolosità in funzione degli elementi presenti è stata effettuata con riferimento alla classificazione dell uso del suolo definita dal cartografia dell uso del suolo Corine Land Cover. Nelle Errore. L'origine riferimento non è stata trovata..1 e 3.12.2 sono riportati i valori delle estensioni superficiali, espresse in ettari, delle diverse tipologie di uso del suolo interessata rispettivamente dall areale di pericolosità dei dissesti 059-E03 e 059-E04 avente tempo di ritorno pari a 300 anni. Tab. 0.13.1 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 300 anni Codice 059-E03 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 9,02 2.2.1. Vigneti 63,05 Tab. 0.13.2 - Estensione area tipologia uso del suolo interessata da esondazione per Tr = 300 anni Codice 059-E04 TIPOLOGIA DI USO DEL SUOLO ESTENSIONE AREA ALLAGATA (HA) 2. SUPERFICI AGRICOLE UTILIZZATE 2.1.1. Seminativi in aree non irrigue 19,85 2.2.1. Vigneti 126,58 2.2.3. Uliveti 2,64

4 ANALISI ECONOMICA DEL DANNO ATTESO I danni possono essere suddivisi in diretti e indiretti ; tale distinzione è dovuta al fatto che i beni possono essere a contatto o meno con l evento naturale che nella fattispecie dell evento alluvionale è l acqua. Tali danni possono essere ulteriormente suddivisi in danni tangibili e intangibili in funzione della possibilità o meno di poter assegnare un valore monetario a tali danni. Alcuni esempi di danni tangibili sono la perdita economica subita, a causa di un evento alluvionale, su edifici, infrastrutture oppure la perdita del raccolto di una superficie coltivata, mentre per quanto riguarda alcuni esempi di danno intangibile si possono citare la perdita di un area archeologica, di beni artistici di inestimabile valore oppure il danno ad un ecosistema. Il danno atteso 1 medio annuo (Expected Annual Damage, EAD), pari all area sottesa dalla curva danno frequenza di superamento, può interpretarsi come il valore costante di una rateizzazione annua del danno, che si prevede possa verificarsi in futuro, e permette di valutare il beneficio netto conseguente ad un determinato progetto di mitigazione del danno. Per ottenere la curva danno frequenza di superamento, la cui costruzione è empirica, si procede combinando le seguenti relazioni: danno - livelli idrici (oppure danno portata ) che deriva dalla soluzione idraulica del problema di inondazione, noti vulnerabilità e valore economico dei beni: rappresenta il danno economico causato dai vari livelli di piena (oppure portate) in una determinata area; altezza-frequenza di superamento (oppure portata-frequenza di superamento ): scaturisce dalle usuali analisi di frequenza degli eventi di piena. Tale valore del danno atteso medio annuo (EAD) consente, nell analisi costi-benefici, la valutazione del beneficio netto relativo ad un intervento progettuale. Infatti tale beneficio è dato dalla differenza tra il valore EAD relativo allo stato di fatto (opzione di non intervento) con il valore EAD relativo alla soluzione progettuale prescelta. Per ulteriori approfondimenti si rinvia al Cap. 4 I costi e i benefici (Valutazione del danno atteso e analisi economiche) della Relazione del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni. 1 Secondo la teoria della probabilità, il valore atteso di una variabile casuale discreta (che assuma cioè solo un numero finito o una infinità numerabile di valori) è dato dalla somma dei possibili valori di tale variabile, ciascuno moltiplicato per la probabilità di verificarsi. Corrisponde, quindi, alla media ponderata dei possibili risultati.

4.1 Metodologia di valutazione economica del danno La valutazione del danno potenziale diretto causato da un evento alluvionale può essere fatta avvalendosi di due metodologie: metodo con le curve tiranti-danno e metodo speditivo. Per applicare il metodo con le curve tiranti-danno è necessario conoscere le curve del danno in funzione del tirante idrico per le più importanti classi del suolo del CORINE Land Cover. Pertanto il danno potenziale è calcolato, per ognuno dei tre tempi di ritorno considerati, elaborando i dati dei tiranti idrici relativi alle aree inondate con le classi di uso del suolo del CORINE Land Cover applicando le suddette curve tiranti-danno. Il metodo speditivo consiste invece nel calcolare il danno potenziale diretto causato da un evento alluvionale per alcune delle più importanti classi di uso del suolo del CORINE Land Cover moltiplicando, per ognuna di esse, il danno unitario relativo a ciascuna classe per la superficie dell area interessata dall inondazione. Tale metodo si applica nel caso in cui non siano disponibili le suddette curve tiranti-danno. In considerazione del fatto che per il contesto italiano non sono disponibili curve tirantidanno, per la valutazione del danno atteso per le aree inondate, di cui alle mappe di pericolosità ai sensi dell art. 6 del D. lgs. 23.02.2010 n. 49 adottate con delibera della Giunta Regionale n. 349 del 14.10.2013, si è scelto di applicare il metodo speditivo individuando le seguenti quattro classi di uso del suolo del CORINE Land Cover per ognuna delle quali è stato assegnato un valore unitario di danno 2 : 1.1.1. Zone residenziali a tessuto continuo 618 / m 2 ; 1.1.2 Zone residenziali a tessuto discontinuo e rado; 309 / m 2 ; 1.2.1 Aree industriali commerciali e dei servizi pubblici e privati 475,5 / m 2 ; 2. Superfici agricole utilizzate 0,63 / m 2. Per ulteriori approfondimenti si rinvia all allegato I costi e i benefici (Valutazione del danno atteso e analisi economiche) della Relazione del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni. Le successive tabelle riassumono i valori del danno, espressi in, in corrispondenza di ogni tempo di ritorno (50, 100 e 300 anni) e per ogni areale di esondazione relativi al bacino idrografico del F. Carboj e dell Area Territoriale tra il F. Carboj ed il F. Belice. 2 Tali valori sono stati tratti da uno studio sul bacino del fiume Po, in seguito all alluvione del 2000, che prende spunto dai risultati della stessa ricerca del 2007 condotta a livello europeo dai consulenti della HKV per conto della JRC

Tab. 4.1 - Tabella riassuntiva dei danni calcolati per Tr=50 anni relativi agli areali di esondazione ricadenti nel bacino idrografico del F. Carboj (059) Codice esondazione Denominazione corso d acqua 059-E01 F. Carboj Tipologia di elemento esposto (Corine Land Cover 2006) Aree prev. Occupate da colture agrarie, con spazi naturali importanti Superficie (m 2 ) Danno unitario ( / m 2 ) Danno ( ) 60550,13 0,63 38.146,58 059-E01 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 20979,42 0,63 13.217,04 059-E01 F. Carboj Sistemi colturali e particellari permanenti 53351,29 0,63 33.611,31 059-E01 F. Carboj Vigneti 178000,18 0,63 112.140,11 059-E02 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 50334,64 0,63 31.710,82 059-E02 F. Carboj Vigneti 784274,38 0,63 494.092,86 059-E03 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 62078,55 0,63 39.109,49 059-E03 F. Carboj Vigneti 484729,87 0,63 305.379,82 059-E04 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 230365,70 0,63 145.130,39 059-E04 F. Carboj Vigneti 1144615,07 0,63 721.107,50 059-E04 F. Carboj Uliveti 26362,82 0,63 16.608,57 059-E04 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 52721,18 0,63 33.214,34 059-E04 F. Carboj Vigneti 56975,43 0,63 35.894,52 TOTALE 2.019.363,35 Tab. 4.2 - Tabella riassuntiva dei danni calcolati per Tr=100 anni relativi agli areali di esondazione ricadenti nel bacino idrografico del F. Carboj (059) Codice esondazione Denominazione corso d acqua Tipologia di elemento esposto (Corine Land Cover 2006) Superficie (m 2 ) Danno unitario ( / m 2 ) Danno ( ) 059-E03 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 22706,08 0,63 14.304,83 059-E03 F. Carboj Vigneti 257379,15 0,63 162.148,86 TOTALE 176.453,69

Tab. 4.3 - Tabella riassuntiva dei danni calcolati per Tr=300 anni relativi agli areali di esondazione ricadenti nel bacino idrografico del F. Carboj (059) Codice esondazione Denominazione corso d acqua Tipologia di elemento esposto (Corine Land Cover 2006) Superficie (m 2 ) Danno unitario ( / m 2 ) Danno 059-E03 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 90221,26 0,63 56.839,40 059-E03 F. Carboj Vigneti 630505,72 0,63 397.218,60 059-E04 F. Carboj Seminativi in aree non irrigue 198546,55 0,63 125.084,32 059-E04 F. Carboj Vigneti 1265827,26 0,63 797.471,17 059-E04 F. Carboj Uliveti 26362,82 0,63 16.608,57 ( ) TOTALE 1.393.222,07 4.2 Valutazione del danno economico atteso medio annuo Come definito nel par. 4.1 il danno atteso medio annuo è pari all area sottesa dalla curva Danno probabilità di superamento ed equivale al rischio totale come mostrato nella successiva fig. 4.1 Fig. 4.7- Curva Danno - probabilità di superamento Spesso non è facile stabilire l esatto andamento di tale curva perché si conoscono soltanto pochi punti di essa. In tali casi l approssimazione fatta per valutare il suddetto danno atteso medio annuo (rischio) è fatta applicando la seguente formula 3 : 3 FLOODsite, (2007): GIS-based Multicriteria Analysis as Decision Support in Flood Risk Management