1989-2009, il Parco Regionale Sirente Velino compie vent anni: FATTI E CIFRE DI UN ESPERIENZA DI SUCCESSO



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Art. 1 (Istituzione) 2. Il parco è classificato ai sensi dell art. 10, comma 1 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 come parco marino.

Transcript:

1989-2009, il Parco Regionale Sirente Velino compie vent anni: FATTI E CIFRE DI UN ESPERIENZA DI SUCCESSO A cura di Oremo DI NINO, Direttore dell Ente Parco. Introduzione E trascorso un po di tempo e quest anno il Parco Regionale Sirente Velino, che tutela uno dei comprensori montuosi più importanti della regione, festeggia i primi venti anni di età. Era, infatti, il 13 luglio 1989 quando fu istituito dalla Regione Abruzzo, con una perimetrazione che racchiudeva un territorio di oltre 60.000 ha e che comprendeva ben 21 comuni e 4 Comunità Montane. E trascorso del tempo da allora e il Parco è cresciuto, con momenti di luci ed ombre, mentre veniva ridotto a 50.250 ha per arginare un conflitto che si stava generando con una parte delle popolazioni che lo avevano sostenuto e voluto. Ebbene oggi è giunto il momento di fare un bilancio sulle attività di questo ente e per verificare se sono stati raggiunti alcuni dei principali obiettivi che l area protetta si era prefissi e per dare pubblicamente riscontro dell operato della propria attività gestionale. Ma partiamo da qualche dato: il parco custodisce circa 1.920 specie floristiche di diversa origine artica, alpina, circumboreale, eurasiatica e il patrimonio faunistico comprende 1280 specie animali (253 vertebrati) protette da leggi nazionali, direttive europee (67 specie) e convenzioni internazionali, come l Orso bruno marsicano, il lupo, l aquila reale, il gatto selvatico e il Grifone. Nel suo territorio sono presenti ben il 46% circa delle specie dei mammiferi della fauna italiana, il 32% degli uccelli nidificanti in Italia, il 17% dei rettili e il 30% degli anfibi. Per la sua elevata valenza ambientale il territorio del parco è compreso nella sua interezza nella Zona di Protezione Speciale (ZPS Sirente-Velino ) e in quanto tale fa parte della Rete europea Natura 2000, e include 2 grandi Siti di Interesse Comunitario (SIC), con 18 habitat di interesse comunitario, che coprono il 70% dell area protetta. Il Parco è finanziato annualmente con fondi regionali mirati alla gestione ordinaria e alla realizzazione di progetti finalizzati alla conservazione della natura e al recupero dei beni storici e architettonici. Fondi che hanno consentito interventi per quasi 11 milioni di euro nei 21 Comuni ricompresi nelle Comunità Montane Sirentina, Marsica 1, Amiternina e Valle del Giovenco. La scelta di tutela e salvaguardia del territorio registrò un passo in avanti importante nel 1991 quando prese corpo il progetto ARVE (Abruzzo Regione Verde d Europa) che proiettò la Regione all avanguardia nazionale nel campo del cosiddetto sviluppo

sostenibile, ovvero in una gestione del territorio in grado di soddisfare le esigenze dell oggi senza compromettere quelle delle future generazioni. Il 2 luglio del 1992, tre anni dopo l istituzione, la Regione insediò il primo Consiglio Direttivo che acquistò la prestigiosa sede di Villa Cidonio, a Rocca di Mezzo. Ora l Ente Parco dispone di un ristretto ma motivato staff, che conta su 6 dipendenti full time e altri 6 part time (stabilizzati nel 2009), oltre a un Collaboratore Coordinato e Continuativo e alcuni consulenti. In questi anni l Ente ha avviato numerosi progetti per la bonifica delle emergenze ambientali, per la riqualificazione del territorio, per la valorizzazione delle ricchezze storiche, culturali e architettoniche, ma soprattutto per la difesa della biodiversità. Interventi gestiti direttamente con i propri uffici o coofinanziando quelli dei singoli Comuni per dare spinta allo sviluppo dell area e diffondere la cultura del rispetto della natura, specialmente tra le nuove generazioni. Alcuni dei principali interventi sono riassunti nella presente relazione, suddivisi per tematiche. Per un maggiore dettaglio sono disponibili nella loro completezza presso l Ente Parco. 1. Tutela architettonica e riqualificazione territoriale sono stati realizzati 4 centri visita, 8 punti informativi, percorsi naturalistici e percorsi natura per diversamente abili, e sono stati restaurati alcuni mulini lungo l Aterno (oltre un milione di euro dai fondi POP 1994/96) sono stati concessi contribuiti a fondo perduto a privati cittadini finalizzati al recupero degli immobili situati nei centri storici (circa 400 mila euro), mentre per garantire la metanizzazione dei comuni sprovvisti sono stati concessi contributi per 350 mila euro; per il restauro e recupero del patrimonio architettonico ed archeologico sono stati spesi e cofinanziati interventi dei comuni per 1 milione e 800 mila euro, mentre con l ultimo intervento dell A.P.Q. sono stati assegnati ulteriori 750 mila euro; per ridisegnare e sistemare 400 Km di sentieri di media e alta montagna sono stati spesi oltre 900mila euro a carico del Docup 2000/2006; al fine di per rendere più fruibile il territorio è stata realizzata una tabellonistica ad hoc e realizzata una Ippovia in collegamento tra il Parco del Gran Sasso e il vicino P.N.A.L.M (ca. un milione di euro). 2. Conservazione faunistica e ambientale La presenza di buoni popolamenti di ungulati e grandi carnivori testimonia il recupero di un equilibrio ecologico tipico dell antico ecosistema appenninico. Sono in questo senso maggiormente significative, nei venti anni di vita del Parco, le reintroduzioni nei primi anni 90 del Corpo Forestale dello Stato che hanno fatto tornare sulle montagne i grandi ungulati come il cervo, preda naturale del lupo, e il grifone. E stata avviata, con la 2

sottoscrizione di un piano di azione con il Ministero dell Ambiente, la fase di reintroduzione del Camoscio appenninico sul Velino e poi sul Sirente. Negli ultimi quindici anni queste specie, grazie alla presenza del Parco regionale, hanno potuto espandersi in un vasto e integro territorio protetto dove le misure di gestione hanno favorito la loro diffusione. Ogni anno il servizio scientifico ambientale del Parco organizza censimenti faunistici a cui partecipano il Coordinamento Tecnico Aamministrativo del Corpo Forestale dello Stato, il Nucleo Faunistico della Provincia di L Aquila, studenti e volontari. un milione di euro è stato impegnato per la valorizzazione del patrimonio faunistico realizzando l area faunistica di 7,5 ha e il relativo centro visita del Camoscio appenninico a Rovere, l area faunistica di circa 4 ha e il relativo centro visita del Capriolo a Fontecchio, l area faunistica e il relativo centro visita del Cervo in natura a Goriano Valli. Quest ultimo è un progetto sperimentale di aree tematiche naturalistiche nelle quali viene favorita la fruizione secondo un modello innovativo che non prevede la realizzazione di recinzioni di contenimento degli animali ma si basa sulla loro osservazione in natura. E di prossima apertura anche il centro visita del Lupo a Rocca di Cambio. Sono state realizzate molte ricerche su specie silvicole quali la betulla, sul patrimonio genetico delle coltivazioni, sugli alberi monumentali, sulla Vipera dell Ursini, sui chirotteri, sull astore, sulla lepre italica, sugli anfibi, sulla coturnice, l aquila reale, il lanario e il falco pellegrino e, in collaborazione con l Università dell Aquila (Dipartimento di Scienze Ambientali) sono stati effettati studi sul gambero di fiume, sul Narciso e sull indice di funzionalità fluviale dell Aterno. 2 milioni di euro sono stati concessi dall Unione Europea per tre progetti LIFE Natura per la protezione dell Orso bruno marsicano. Questi finanziamenti rappresentano un po la punta di orgoglio dell Ente essendo stato uno dei pochi parchi italiani ad avere ottenuto un riconoscimento così importante dall U.E. e che ha permesso, senza pesare troppo sulle casse regionali, di effettuare il proprio compito istituzionale per circa 12 anni. Questa attività ha comportato il coinvolgimento della comunità locale per la realizzazione di azioni finalizzate alla tutela dell orso, e prodotto anche un azione di monitoraggio del plantigrado che ha consentito di verificare la presenza stabile nel Parco e di documentare l importanza strategica del parco come area di connessione e di continuità ecologica nel sistema di aree protette dell Appennino centrale. Il monitoraggio ha anche consentito di individuare misure prioritarie per la sua conservazione; gli interventi hanno incrementato la qualità ambientale generale del suo habitat, sono stati regolamentati gli accessi su circa 50 Km di piste di montagna per ridurre il fenomeno del bracconaggio e degli avvelenamenti, oltre ad attuare azioni di sensibilizzazione e di informazione. I progetti hanno coinvolto giovani, cooperative, coltivatori diretti e artigiani con buone ricadute economiche e occupazionali sul territorio. Sono stati inoltre allestiti il Centro visite dell orso a Gagliano Aterno e il Percorso Natura a Val d Arano nel Comune di Ovindoli, denominati Sulle trecce 3

dell orso. Il Parco è tra i soggetti firmatari del Piano d azione per la conservazione dell orso (PATOM) che pone le basi per proseguire il percorso di salvaguardia avviato sin dal 1995. Per prevenire i danni provocati dalla fauna selvatica il Parco ha realizzato ca. 220 recinzioni elettriche per la protezione dei fondi agricoli e delle greggi, seminando 25 ha di colture a perdere per la fauna selvatica e dotando di centinaia di dissuasori i tratti di strade più vulnerabili per minimizzare il rischio di collisione stradale con la fauna slevatica, per un totale di oltre 15 km. Il tutto per un impegno di 250.000. Inoltre gli agricoltori e gli allevatori che hanno subito danni dalla fauna protetta hanno ottenuto indennizzi per oltre mezzo milione di euro. Il Parco ha investito ulteriori fondi anche per sostenere l attività degli allevatori con azioni di miglioramento dei pascoli, favorendo l abbeveraggio mediante la realizzazione di serbatoi di acqua aventi capienza di 200.000 lt. Si stanno inoltre realizzando fontanili in pietra nelle varie località con un impegno finanziario di ulteriori 200 mila euro. È stata bonificata un area di oltre 1.500 ha con l eliminazione di vari detrattori ambientali (oltre 3.500 pali in cemento con armatura in ferro nei Piani di Pezza e 4.500 kg di rifiuti ferrosi nei pascoli in quota del Monte Sirente) Sull educazione ambientale il Parco ha puntato sul proprio Centro di Educazione Ambientale (CEA), riconosciuto dalla Regione come centro d eccellenza, per sensibilizzare le nuove leve al rispetto dell ambiente e della natura rivolgendosi prevalentemente al mondo scolastico. Le attività vengono svolte nei locali situati nella sede della Comunità Montana Sirentina a Secinaro. Il CEA viene attualmente gestito da una cooperativa locale e coinvolge gli interessi di tutti gli operatori del territorio. In quest ambito negli ultimi anni a parte questo periodo particolare per i noti fatti si è registrato un trend di crescita costante da parte delle popolazioni scolastiche del territorio e delle zone ricadenti fuori dal Parco. Per l elevato livello di conservazione degli ambienti l area del Parco viene regolarmente scelta da studenti per le tesi universitarie, ed è stato a tal fine sottoscritto un protocollo di intesa con l Università di L Aquila per borse di studio. E attualmente in corso, con apposito finanziamento della Regione, un progetto di tutela e di risanamento ambientale mirato alla Valorizzazione della biodiversità e delle produzioni tipiche biologiche del Sirente-Velino. Operazione che ha preso spunto da una ricognizione dettagliata delle risorse genetiche di interesse agrario a rischio scomparsa in collaborazione con l Arssa (Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo) al fine di dotare il Parco Sirente-Velino di una solida e articolata struttura dedicata alla tutela delle risorse genetiche di interesse agrario e di contribuire alla salvaguardia degli agro-ecosistemi mediante la diffusione delle tecniche di agricoltura biologica. E in corso di avvio la costruzione di una rete di agricoltori del parco custodi della biodiversità e una rete di campi-catalogo di piante arboree da frutto per consentire lo svolgimento delle attività di caratterizzazione varietale e per la ri-diffusione delle varietà più interessanti nei circuiti economici. 4

3. Promozione turistica e Marketing territoriale Non è casuale che, a seguito dell istituzione del parco, si è registrato costantemente una crescita di presenze turistiche nel nostro territorio. Il turismo nel Parco è un turismo fortemente concentrato e bi-stagionale e il 70% del movimento turistico complessivo si concentra nel territorio dell Altopiano delle Rocche (Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio), dove si registra la presenza della maggior parte di strutture ricettive e di ristorazione oltre che di servizi in generale. Nell anno 2006, in base all ultimo censimento del servizio statistico regionale, il territorio del Parco Sirente Velino ha registrato quasi 44 mila arrivi e circa 156 mila presenze. La quota di mercato, ovvero il peso del Parco sul totale abruzzese, è arrivato al 2,7% relativamente agli arrivi turistici, senza contare le presenze nelle seconde case. Da una attenta lettura del sottostante grafico si evince come nel periodo 2000/2006, mentre il sistema Italia è cresciuto del +16% e quello abruzzese del +25%, nel Parco è cresciuto più del doppio di quello regionale (+55%). Arrivi Totali 2000 = Andamento degli arrivi (Parco, Regione, Nazione) 2000=100 160 140 120 100 80 ITALIA ABRUZZO PRSV 60 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Sebbene in Abruzzo la presenza di turisti stranieri sia aumentata dal 2000 al 2006 solamente del +14% circa, sul territorio del Parco si è registrato un aumento del +80%. Il boom è stato trainato dai B&B che da appena 2 strutture registrate nel 2000 si è passati a 12 B&B per un totale complessivo di 90 posti letto. Grazie anche agli agriturismi, alle case per ferie e agli alloggi iscritti al REC le presenze registrate nel comparto sono aumentate del +100%, per la tendenza da parte del turista di nuova generazione a privilegiare la ricettività a conduzione familiare, di piccola dimensione. 5

Il Parco, conscio dell importanza del fenomeno, ha attivato una iniziativa di marketing territoriale denominato Marchio del parco allo scopo di premiare le proprie aziende ricettive e ristorative e i prodotti agroalimentari che sono conformi ai requisiti di qualità, di rispetto della tradizione e di legame con il territorio. A tal fine ha approvato, per ogni settore di intervento, regolamenti e disciplinari di gestione che porteranno alla concessione del marchio del parco. Per promuovere il territorio è stato attivato un sito internet del Parco, strumento di grande importanza visto il trend di crescita nell utilizzo di questo strumento, mentre in questi mesi un camper del Parco sta girando per le piazze d Italia per attirare turisti e recuperare l immagine del territorio compromessa dal terremoto che fa pensare erroneamente all Abruzzo come una regione di macerie, mentre il nostro territorio è stato toccato per fortuna in modo non devastante come l Aquila. Sono state prodotte 17 pubblicazioni di natura scientifica e divulgativa e 3 documentari su aspetti diversi del nostro territorio, tutti disponibili per la vendita ai turisti. Numerose sono le iniziative di tipo culturale (convegni, mostre, ecc.) e ricreative (feste, concerti, ecc.) che il Parco organizza annualmente: per tutte valga il catalogo Divertilento, giunto ormai alla sua terza edizione, che raccoglie iniziative di vario tipo per tutti i gusti. Ogni anno il Parco organizza anche mostre-mercato di prodotti tipici, sostiene iniziative promozionali dei singoli comuni e delle associazioni di categoria, partecipa a fiere di settore, promuovendo le ricchezze naturali, culturali ed eno-gastronomiche del territorio. 4. Strumenti di piano All appuntamento con il ventesimo anno dell istituzione, il Parco mette sul tavolo progetti strategici per il futuro: Piano del Parco, Piano di sviluppo socio-economico, e Regolamento. In continuità con gli sforzi già avviati in passato che hanno portato alla redazione degli studi preliminari del Piano del Parco da parte dell Università dell Aquila, l Ente ha affidato l incarico definitivo per la redazione dello strumento di pianificazione e di sviluppo economico alla società Agriconsulting di Roma. Un evento storico per l area protetta che ha gettato le basi per lo sviluppo pianificato, strada maestra per portare avanti un attività amministrativa lineare e per avere più facilità di accesso ai finanziamenti regionali, nazionali ed europei. L operazione, che vede coinvolta la Comunità del parco per gli aspetti socio-economici, viaggerà in perfetta sintonia con gli amministratori locali che conoscono il proprio territorio e possono dare un contributo importante. In autunno verrà avviato il confronto con le amministrazioni per mettere insieme tutti i tasselli necessari a costruire un Piano condiviso. 6

Le sfide per il futuro Siamo consapevoli che c è ancora molto da fare e che la strada è ancora lunga da percorrere. Il sisma del 6 aprile ha cambiato improvvisamente i programmi che si stavano impostando. Ha squarciato il velo che celava la fragile economia del territorio purtroppo ancorata intorno a un patrimonio edificato rivelatosi ancora più fragile. Ecco allora che il Piano del Parco e soprattutto quello socio-economico possono rappresentare una occasione per ridisegnare al meglio lo sviluppo economico dell area parco. Crediamo che bisogna prestare attenzione, ora più di prima, alla fase di recupero e restauro dei centri storici, alcuni dei quali annoverati tra i borghi più belli d Italia, utilizzando tecniche della bio-architettura, della nuova ingegneria antisismica e dell efficienza energetica, per poi rilanciare, nelle aree più marginali il progetto di Ecomuseo territoriale, e continuare a credere nell idea dell albergo diffuso, puntando ancora e più di prima a calamitare un turismo di qualità e non di massa. In sostanza si tratta di ridare vita a questi splendidi borghi, che devono diventare occasioni di lavoro per i giovani altrimenti costretti a scappare alla ricerca di un futuro in luoghi lontani dalla loro terra. Il Parco ci crede: tocca ora alle istituzioni Regionale appoggiare e credere nel suo unico parco regionale, affidandogli le risorse economiche necessarie e il compito di supervisionare e coordinare un piano di interventi mirato a far risplendere il sole, quello dello sviluppo economico e sociale, in questi splendidi angoli d Abruzzo che, se lasciati soli, rischiano di scomparire nel buio. 7