Verbale del Consiglio Pastorale Diocesano del 31 ottobre 2015

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Transcript:

Verbale del Consiglio Pastorale Diocesano del 31 ottobre 2015 Sabato 31 ottobre 2015, dalle ore 9.30 alle ore 12.45, presso la Casa diocesana di spiritualità "A. Barelli", di Alberi in Meta, si sono riuniti il Consiglio Presbiterale (CP) e il Consiglio Pastorale diocesano (CPD), in seduta congiunta, su convocazione dell Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Alfano (Prot. N. 191/15, del 19/10/2015), per riflettere sul seguente odg: 1) Approvazione del verbale della precedente sessione di Consiglio Pastorale (27/06/2015); 2) Definizione delle linee pastorali per il nuovo anno 2015/16; 3) Varie ed eventuali. Sono presenti: sac. Cafiero Mario, Ceglia padre Giuseppe, sac. D Esposito Antonino, sac. De Rosa Marino, sac. Dello Ioio Aniello, sac. Di Martino Michele, sac. Di Prisco Luigi, sac. Ercolano Pasquale, sac. Gargiulo Vincenzo, sac. Guadagnuolo Francesco, sac. Milano Luigi, padre Monaco Antonio ofm, sac. Pollio Daniele, sac. Starace Salvatore, Arpino Franco, Aversa Salvatore, Berrino Libero, Cannavacciuolo Ciro (dal 26 ottobre sostituisce Schettino Francesco che ha rassegnato le proprie dimissioni), Cavallaro Gianfranco, D Antuono Carlo, Coppola De Iulio Patrizia, Di Nocera Michele, Gargiulo Giuseppe, Giordano Erminia, Iacondino Rosa Paola, Ianieri Anna, La Mura Filomena, Longobardi don Maurizio, Martone Laura ov, Miccio Michele, Morvillo Flavio, Pinto sorella Cosma, Pizzi sr Paola, Quagliarella Gennaro, Savarese Tommaso, Scarfato Liberata, Vanacore Rosa. Sono presenti anche don Nino Lazzazzara, delegato per Firenze, e don Alessandro Colasanto, invitati dall Arcivescovo. Sono assenti giustificati: sac. Di Ruocco Bernardo, sac. Esposito Maurizio, sac. Giordano Gennaro, sac. Iaccarino Francesco, sac. Leonetti Mimmo, sac. Maresca Francesco Saverio, Aprea Gianfranco, Balestrieri Luca, Cerrotta Ferraro Silvana, Chimenti Rosario (dal 20 ottobre è stato designato dall Ufficio Carità in sostituzione di Salvatore Russo, dimissionario), Fontanella Raffaele, Gargiulo Raffaele, Lambiase Anna, Malafronte Christian, Martone Benedetta, Trovato Lucrezia, Vanacore Raffaele. Sono assenti: sac. Branca Salvatore, sac. De Pasquale Francesco Saverio, sac. Di Maio Mario, sac. Esposito Ciro, Fiorentino Massimo. Sr Teresa Pavone e Gennaro Ferrara, invitati dall Arcivescovo in quanto Delegati per Firenze, sono assenti per impegni precedenti. Presiede il Consiglio l Arcivescovo, Mons. Francesco Alfano; modera don Francesco Guadagnuolo e verbalizza Laura Martone. Il Consiglio si apre con la Celebrazione dell Ora Media, nella quale viene proclamato il brano dell Apocalisse (7, 2-4.9-14), tratto dalla Liturgia della Parola della Solennità di Tutti i Santi. Questa pagina dell Apocalisse, afferma l'arcivescovo nella meditazione, ci riempie di speranza, ci fa guardare al futuro, donato in Gesù dal Padre, futuro di comunione piena, di pace e di armonia, che illumina il presente. Come credenti camminiamo nella speranza, ma aprendo gli occhi sulla realtà, sull opera di Dio oggi, già avviata e che dev essere portata a compimento. E una pagina grandiosa per la realtà che descrive, attraverso i simboli: l angelo che non devasta, che deve fermare il male. E Dio che è all opera, perché sulla fronte dei suoi servi è impresso il suo sigillo, il dono dello Spirito; e la fede, imperfetta ma vera, dei discepoli consente di arginare il male. I discepoli non sono pochi, non sono limitati ad un gruppo, nel tempo e nello spazio, saranno un intero popolo che avanza, dall antico Israele ad oggi, un popolo di figli, una moltitudine immensa che va oltre ogni schema e che partecipa della vittoria dell Agnello. Anche per noi l esperienza di Chiesa deve andare oltre i confini. L Apocalisse ci chiede di non avere una visione riduttiva della 1

storia, mostra che c è un legame stretto tra noi, umanità in cammino, e tutti coloro che ci hanno preceduto e che sono già davanti a Dio, e ci permette di recuperare la dimensione contemplativa della vita, aiutandoci a fare un esercizio di lettura sapienziale della nostra storia, per vedere in essa i segni dell opera di Dio, che è vittoria sul male e soprattutto è crescita del bene, anticipo di un era nuova, anche se occorre passare per la grande tribolazione; sappiamo infatti che le prove d ogni tipo: limiti, contraddizioni, peccato,.. non bloccano la crescita del Regno di Dio. Insieme ai tanti testimoni, che anche noi oggi incontriamo, continuiamo il cammino per rendere le nostre città riflesso della città di Dio, in cui abiteremo per sempre, per cantare il suo Amore. Dopo la preghiera, l Arcivescovo saluta tutti i partecipanti, dà il benvenuto a Ciro Cannavacciuolo, che entra a far parte del Consiglio come designato dalla Consulta di Pastorale Giovanile in seguito alle dimissioni per motivi di lavoro di Francesco Schettino, e fa presente che ha invitato a partecipare anche i delegati per Firenze non facenti già parte di questi Consigli e don Alessandro Colasanto, i quali hanno anche lavorato con la Commissione che durante l estate ha preparato il Convegno, pensandolo anche nella prospettiva delle Linee Pastorali; don Alessandro, inoltre, ha introdotto significativamente i lavori del Convegno e ha collaborato anche nella sua impostazione metodologica. Proprio ricordando il Convegno Diocesano appena vissuto (23-24 c.m.), Mons. Alfano introduce i lavori dando atto alla Commissione di aver svolto un lavoro positivo e fruttuoso; importante è stato il coinvolgimento nella preparazione e nell attuazione dei coordinatori e degli animatori dei laboratori; ne è venuta fuori una bella ricchezza, con tanti spunti e piste per la riflessione e per l impegno concreto. Ora, a partire dalle sintesi per ambito dei lavori del Convegno preparate dai Delegati per Firenze col contributo di tutti gli animatori, egli chiede ai presenti di: 1. rivederle ed eventualmente integrarle; 2. trasformarle in linee pastorali; 3. individuare in che modo bisogna successivamente procedere, visto che vogliamo che i laboratori avviati al Convegno continuino. Per le Unità Pastorali (UP), conclude, le Linee per l anno 2015/16 non dovranno essere una pia esortazione o una imposizione dall alto, ma piuttosto una continuazione del cammino, che dovrà procedere con lo stile laboratoriale avviato con il Convegno. I segretari del CP e del CPD, indicando gli assenti, dichiarano valida la seduta. Si passa al primo punto all OdG: Approvazione del verbale del CPD della sessione precedente. Non essendoci alcuna osservazione, il verbale del 27 giugno 2015 è approvato all unanimità. Per poter discutere del secondo punto all OdG: definizione delle linee pastorali 2015/16, si procede alla presentazione delle 5 sintesi dei laboratori del Convegno, allegate al presente verbale. 1. Don Nino Lazzazzara presenta la sintesi per l Ambito Dipendenze; 2. Giuseppe Gargiulo presenta la sintesi per l Ambito Lavoro; 3. Patrizia De Iulio presenta la sintesi per l Ambito Povertà; 4. Don F. Guadagnuolo legge la sintesi per l Ambito Beni Comuni, elaborata da G. Ferrara; 5. Don Aniello Dello Ioio presenta la sintesi per l Ambito Famiglia. Si passa quindi alla discussione per la definizione delle Linee Pastorali 2015/16. Don Daniele Pollio invita a non cadere nella trappola dei luoghi comuni; in particolare, riferendosi a quanto ascoltato nelle sintesi, specifica che i commenti di tante persone attestano che le celebrazioni eucaristiche nella nostra diocesi e le relative omelie, sono coinvolgenti e significative; per quanto riguarda le famiglie, non bisogna trascurare il fatto che in alcuni casi i genitori sono anche troppo presenti nella vita dei figli; non dobbiamo fare riflessioni solo sociologiche ma aiutare le persone ad entrare in un rapporto profondo e personale con Cristo. 2

Tommaso Savarese anzitutto si congratula con la Commissione per i contenuti e per le modalità di attuazione del Convegno. Quindi, per la programmazione delle linee pastorali, invita a non dimenticare che occorre portare avanti il cammino e la scelta missionaria effettuata nello scorso anno nelle UP; in questo ben si inserisce un comune denominatore che egli ha individuato nelle 5 sintesi di ambito: la cura delle relazioni, ponendo al centro l uomo, con il suo vissuto, con la sue gioie e i suoi problemi, in particolare ponendo al centro la famiglia. E fondamentale, però, la formazione; soprattutto la formazione socio-politica e invita a sottolineare l importanza di attivare sinergie tra Enti Pubblici e Parrocchie. Ritiene che la formazione andrebbe sviluppata a livello di zona pastorale. In riferimento alla Liturgia, afferma che bisogna aiutare a vivere nella celebrazione eucaristica l incontro personale con Cristo, ricordando però che il trasfigurare non è opera nostra ma dello Spirito. A noi spetta solamente dire il nostro sì al servizio. Don Antonino D Esposito, invitando a non lasciarsi prendere dall euforia di tante cose belle e condivisibili ascoltate, suggerisce di valorizzare quanto già esiste di positivo nei nostri territori, facendolo maggiormente conoscere. Ritiene che il convegno sia stato significativo e formativo: uno sprone a non fermarsi e a guardare oltre. Ora la diocesi ddovrebbe supportare le UP sul piano formativo, mentre le attenzioni emerse nel convegno dovrebbero essere inserite nei percorsi ordinari dei gruppi e affrontate in modo approfondito in alcuni momenti dell anno, senza creare sovrastrutture. Don Alessandro Colasanto evidenzia che dalle sintesi è palese un bisogno di formazione a due livelli: bisogni basici e poi attenzioni specifiche. Occorre rispondere anzitutto con gli strumenti che già abbiamo: la Curia diocesana e i suoi Uffici. Sono necessari anche degli apporti specialistici, per es. psicologi, sociologi, economisti, etc., ma dobbiamo saper leggere i loro contributi dal punto di vista della nostra fede, che è -come ci ricorda Papa Francesco al n.ro 62 della Laudato si - un punto di vista autorevole sulla lettura della nostra realtà. Don Alessandro ritiene siano emersi due bisogni specifici: corsi di formazione in vista del lavoro e aiuti specifici sul problema delle dipendenze. Ci sono strumenti diocesani, ricorda, quali l OIERMO e la Comunità terapeutica M. Fanelli, di cui ci siamo dimenticati e che possono offrire questo servizio; senza aggiungere nulla a ciò che già c è, basta rimetterli a servizio della Diocesi. Per quanto riguarda la Liturgia, afferma che la comunità per noi diventa una possibilità. La Sacrosantum Concilium al n.ro 7 afferma che è necessaria una actuosa partecipatio di tutti all azione liturgica! Una intuizione profonda che però ha avuto solo l effetto in Italia della traduzione della Celebrazione Eucaristica nella nostra lingua, mentre il 90% della celebrazione è affidata al celebrante. Occorre valorizzare gli elementi di partecipazione del popolo. Don Luigi Milano afferma che il Convegno ci ha espressamente chiesto di effettuare una rivoluzione totale! Noi siamo abituati all idea che nella Chiesa ci sono attività ad intra e attività ad extra ; ma Papa Francesco dice: Dio vive in città e perciò, dopo il nostro Convegno intitolato non a caso ma voi restate in città.., non possiamo rimanere con la stessa organizzazione mentale. Dobbiamo abilitarci al discernimento, cioè alla capacità di riconoscere la presenza di Dio nella vita concreta delle persone del nostro territorio, perché è là che si gioca il nostro essere Chiesa. Nel tempo, pian piano, è necessario che arriviamo a vivere il nostro essere Chiesa abitando il territorio. Don Luigi invita ad assumere anche il video proposto come incipit al Convegno nei materiali da accludere alle Linee Pastorali, poiché ci aiuta a leggere i contenuti emersi, a partire dalla valorizzazione del bene e della progettualità che già c è nel nostro territorio. Come Chiesa, egli dice, dobbiamo poi impegnarci a recuperare il senso di appartenenza ecclesiale e a vivere la parrocchia come comunità di comunità. Nella relazione dell Ambito Famiglia è detto che la famiglia dev essere il nuovo modello pastorale, ciò significa che dobbiamo interessarci della famiglia nella sua interezza, senza fare suddivisioni: bambini, genitori, etc. 3

Infine, bisogna fare attenzione al metodo ermeneutico, evidenziato nel Convegno: si parte dalla vita delle persone, la si illumina attraverso il confronto con la Parola di Dio, per vivere poi la trasfigurazione, che non è solo esperienza liturgica, ma è giungere ad avere un di più di vita. Padre Giuseppe Ceglia sottolineando l importanza dell educazione, afferma che la scuola è un campo da esplorare maggiormente e che, come Chiesa, bisognerebbe essere più presenti, magari attraverso progetti. Altre realtà, aggiunge, in cui bisogna far sentire fortemente la voce della Chiesa, sono la camorra e l usura. Don Francesco Guadagnuolo ritiene che, dovendo concretizzare le scelte missionarie operate l anno scorso nelle UP, adesso non bisogna costruire un altro percorso, quanto piuttosto puntare concretamente sulle opere-segno; perciò suggerisce di portare avanti il Progetto Policoro, per il lavoro, visto che riguarda i giovani e non solo; l accoglienza effettiva dei migrati, per l aspetto carità, e la scuola di formazione socio-politica, per sottolineare l importanza -come laici- di impegnarsi in politica, senza lasciarsi strumentalizzare. Don Michele Di Martino suggerisce di rivedere le sintesi d ambito appena presentate alla luce di queste tre opere-segno, così che il lavoro possa tornare alle UP e possa essere una base culturale su cui procedere. Don Aniello Dello Ioio afferma che facciamo fatica a realizzare l invito di Chiesa in uscita, secondo quello che intende Papa Francesco, e diamo risposte inadeguate. Gli Uffici e i Servizi di Curia devono essere investiti pienamente e mettersi maggiormente a servizio della pastorale, elaborando progetti e programmi da far arrivare alle UP e alle parrocchie. In riferimento alla Formazione socio-politica, ritiene che quanto prima si incontrerà di nuovo la commissione che ha avviato la riflessione su questo nei mesi scorsi, e dovrà lavorare in sintonia e in collaborazione con gli opportuni Servizi di Curia. Gianfranco Cavallaro ricorda ai presenti che il Vescovo, a conclusione del Convegno, ha consegnato proprio queste tre scelte, su cui lavorare e insistere: Progetto Policoro, Accoglienza dei migranti e Formazione Socio-politica. Pertanto esse dovranno entrare a pieno titolo nelle Linee Pastorali. Bisogna però far attenzione a che non cadano nel dimenticatoio e a recuperare l aspetto dell operatività: tutte le sintesi di ciascun laboratorio e le sintesi d ambito dovranno essere rese pubbliche e diventare oggetto per una formazione di base. Michele Di Nocera è convinto che è giunto il momento dell uscire e dell abitare e bisogna impegnarsi sempre più in tal senso. Don Nino Lazzazzara sottolinea la necessità di chiarezza e concretezza in tutto quello che andremo a definire. Le nostre intuizioni e i nostri piani pastorali non devono essere fatti di parole e di idee, devono portare a scelte e gesti chiari e coraggiosi, che devono essere realmente vissuti. Chiede, a tal proposito, di far chiarezza sul Progetto Policoro, spiegando bene di cosa si tratta, perché molti oramai ritengono che Policoro dia soldi e lavoro; di fare scelte evangeliche e profetiche anche a livello diocesano in riferimento all accoglienza dei migranti ed infine di sviluppare decisamente e concretamente il progetto di formazione socio-politica. Paola Rosa, mettendo come punto fermo la formazione, invita a mettere al centro della pastorale l attenzione alla famiglia: la parrocchia in tutte le sue componenti deve uscire verso la famiglia per prendersene cura, esserle accanto nei momenti di difficoltà e sostenere i genitori nel ruolo educativo. Per quanto riguarda i beni comuni, fa notare che è opportuno affrontare queste tematiche coinvolgendo la pubblica amministrazione. Don Mimmo Leonetti condivide con don Nino la necessità di operare scelte pratiche per vivere concretamente il Vangelo. Ricorda che non siamo chiamati a risolvere tutti i problemi del mondo o 4

a salvare il mondo, ma ad essere profeti, indicando dei percorsi e compiendo profezie di annuncio e di testimonianza. Inoltre, poiché intravede il rischio di correre dietro agli spot o alle urgenze che la televisione ci vuole mostrare al momento, e questo potrebbe impedirci di portare avanti un impegno di base, suggerisce di aggiungere la Caritas alle opere-segno consegnate dal Vescovo, poiché le povertà e i poveri sono gli elementi che più unificano le nostre comunità e ritiene che le Caritas parrocchiali debbano essere aiutate a nascere e sostenute nella crescita. Infine egli ritiene fondamentale che nelle UP si approfondisca con attenzione il tema dell Uscire, per chiarire il suo vero significato e soprattutto per comprendere chi deve uscire, in che modo e perché. L Arcivescovo fa notare che nel breve tempo del dibattito, è venuta fuori una diversità di approcci e perciò ora è necessario cercare una via comune a tutti, che non annulli ma piuttosto rispetti le differenze, facendo attenzione a non ridurre o scegliere solo qualcosa, per non perdere la ricchezza di quanto abbiamo costruito insieme e non correre il rischio di spegnere lo Spirito. Quanto abbiamo vissuto, infatti, anche considerando tutti i nostri limiti, è opera dello Spirito, ed è parte della storia di questa Chiesa; lo Spirito ci ha mostrato i segni di una comunità che, messa insieme, ha fatto esercizio di ascolto e di discernimento, ha mostrato volontà di lavoro ed ha portato testimonianze ed esperienze concrete. Tutta questa ricchezza non è nostra, ci è stata consegnata, e noi ora non possiamo ignorarla! Abbiamo il dovere di raccogliere e di rielaborare il tutto facendo ovviamente delle scelte operative. E stato chiesto con forza la concretezza; sappiamo che è una nostra fragilità e perciò dobbiamo far attenzione ad essere concreti. Mons. Alfano chiarisce inoltre che l individuazione degli ambiti del Convegno è nata dal cammino delle UP e che la Caritas è proprio uno di questi (ambito Povertà) e ovviamente va portato avanti, facendo certamente attenzione ai linguaggi e al metodo. In particolare, la Laudato si ci ha dato il metodo novità dei laboratori che è anzitutto un metodo di fede, con il quale dobbiamo ora procedere. Le tre scelte, da lui raccolte e rilanciate a fine Convegno, non sono dovute alla moda o agli spot, e non devono rimanere degli slogan. Facciamo pure attenzione alle parole, usiamo linguaggi nuovi, ma restiamo fermi sulle scelte; esse sono opere-segno, che ci devono ricordare tutto il resto e sulle quali bisogna scendere nel concreto! L emergenza migranti ci viene indicata dal Papa ed è lui, non la televisione, che ci chiede di impegnarci a trovare soluzioni! L Arcivescovo vuole che tutta la Diocesi si impegni in questo: Vescovo, Curia, parrocchie, associazioni, religiosi, confraternite. Certo il cammino sinodale che stiamo facendo ha rallentato i tempi, siamo in ritardo, ma ora abbiamo il dovere di concretizzare. E sarà una concretezza condivisa, non calata dall alto. Mons. Alfano, quindi, chiede alla commissione che ha già lavorato durante l estate per il Convegno e che è stata integrata nel tempo con la presenza di don Alessandro, dei tre Direttori degli Uffici di Curia e della Delegazione per Firenze, di raccogliere questo materiale per le Linee Pastorali e spiegare questi tre segni come gesti concreti che nascono dal cammino della nostra chiesa locale, in ascolto della chiesa universale, e che devono diventare operativi da adesso. Le linee dovranno includere le cinque sintesi degli ambiti, magari sistemate meglio, e il video. Le Unità Pastorali devono essere aiutate nel loro cammino dalla Curia, e il Vescovo comunica che già prima del Convegno ha incontrato i responsabili degli Uffici e dei Servizi di Curia per dare indicazioni di metodo ed invitarli a partire non dai propri programmi, ma dalla Chiesa locale e dai suoi bisogni di formazione e di approfondimento, pensando insieme al servizio che bisogna rendere; informa quindi che essi si incontreranno di nuovo, a breve, con il Moderatore di Curia. Le Linee saranno consegnate il 12 dicembre alle Unità. Per l Arcivescovo il rapporto Unità Zone rimane un punto aperto, su cui forse occorre riflettere e lavorare un po in più durante quest anno. Concludendo, Mons. Alfano ringrazia tutti per la partecipazione e alle ore 13.00 conclude la sessione. 5

La segretaria 6