I consigli del Prodiere MATTEO

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I consigli del Prodiere MATTEO Cap.1 La coperta 1.1 La prua Appena saliamo sulla barca ci rendiamo conto che con una prua molto pulita e ben organizzata, abbiamo poche piccole modifiche da fare, troveremo solo qualche piccolo problemino con il tambuccio e con i pulpiti di prua (aperti ma stretti e delicati!). Innanzitutto comprate un po di metri di strisce antisdrucciolo adesive e piazzatele sotto l albero, sul vetro del tambuccio e a prua via dei passacavi. 1.1.1. Lo strallo Cominciamo dallo strallo a cui mettiamo 2 coppiglie tagliate a misura e legate da un elastico, per una regolazione e fissaggio veloce del turnichetto; Ci assicuriamo dell altezza del tuff-luff, nastriamo la parte bassa rimanente e leghiamo il pre-feader bene o male a metà altezza tra il turnichetto e il tuffluff. Ora prendiamo uno spezzone di 2 metri di Spectra scalzato da 4mm e facciamo 2 piombe a bocca di Lupo alle 2 estremità, una servirà per fissarlo all anello della mura del Fiocco e l altra a fissarci uno sparcraft del tipo delle drizze di misura medio-piccola! Solitamente si fa passare lo spectra dentro al pre-feeder che abbiamo legato sullo strallo in modo che quando non lavora non va a sbattere ovunque e invece quando tiene la drizza possiamo con un colpo d occhio capire se la drizza è dritta o se ha fatto giri sullo strallo! Nel nostro caso abbiamo un Tuff-Luff harken con relativo prefeader privo di spazio per far passare lo spectra, così abbiamo deciso di fissarlo con una fascetta da elettricista subito sopra il pre-feader e nastriamo per bene! Mettiamo un tessuto resistente ed impermeabile a protezione dell estrema prua per evitare che si rovini tra botte del tangone e delle bugne del fiocco! Smontiamo le luci di via, che anche se molto belle stile occhi di camaleonte, sono estremamente scomode in regata (a bastone, nelle lunghe si può pensare di installare quelle di rispetto a batteria) Pagina 2 di 11

1.1.2 Le draglie Per prima cosa posizioniamo le rotelle sulle draglie alte, le mettiamo subito a prua via del candeliere lasciando 2 cm di gioco e facendo uno spessore con molti giri di nastro isolante per non farle muovere da vicino al candeliere; Sulla nostra barca il cantiere ha installato dei candelieri con rotella integrata e di questo gli siamo molto grati, ci ha dato delle rotelle di riserva che abbiamo messo sui candelieri subito a poppa per sicurezza, ma dato che la sezione del foro per il passaggio della draglia era troppo grosso anche qui abbiamo messo una fascetta da elettricista di misura piccola per fare spessore e nastrato sopra. Ora andiamo a sistemare un ragno sulle draglie tra i pulpiti e il primo candeliere in modo da evitare che il fiocco ci finisca in mare mentre riposa in coperta. Ci sono molti metodi per fare un ragno e quasi tutti molto buoni, io personalmente preferisco quello che andrò a spiegarvi! Abbiamo una bella falchetta di legno e per evitare di bucarla con il trapano, lego uno spezzone di cima da 2mm tra la parte bassa del candeliere e la parte bassa del pulpito utilizzando un nodo a paranco semplice per cercare di tenderla il più possibile; Ora con un pezzo della stessa cima di prima faccio una gassa d amante in basso sul pulpito e con tre passaggi arrivo al primo candeliere e fisso sempre nella parte bassa; Fare attenzione a non cazzare troppo, regolarsi in base a quanto gioco è stato dato alla draglia, non toccare la draglia bassa che ci servirà per fare peso in falchetta ma passare semplicemente interni, non fare parlati ad ogni passaggio ma girare semplicemente 2 volte intorno alla draglia in modo da lasciarci un po di gioco in caso di necessità! Vi assicuro che ci si incastra di tutto e sempre! Personalmente non uso gli elastici per legare il fiocco, spesso lo insacco, tanto si sa, il pozzetto ha da pensare alla regata e se decide di cambiare un fiocco all ultimo momento è meglio farsi trovare preparati, ma se ci siete affezionati e vi sentite più sicuri legate le due estremità dell elastico dove abbiamo legato il primo spezzone basso ci cimetta per il ragno di prua, Pagina 3 di 11

consiglio di posizionare a metà un gancio di plastica e di tagliare la linguetta di sicurezza, fate un nodo per farlo rimanere al centro e prendete le misure sulla tensione, di solito se arriva alla draglia opposta non vi darà mai problemi anche con vele voluminose o piegate male! Ora passiamo ai retriver del braccio del tangone, usiamo un elastico da 5 mm e lo passiamo dentro il buco della draglia bassa del secondo candeliere, passiamo interni e in basso al primo candeliere e arriviamo alla parte più a poppa e più bassa del pulpito, ci passiamo e proseguiamo sulla murata opposta con lo stesso giro, il risultato deve essere fluido e senza intralci, ci leghiamo 2 anelli alle estremità e così il braccio spi che sarà in uso cazzerà l elastico che ci avvicinerà nel lato sottovento il braccio a riposo, è uno sfizio ma vi assicuro che per fare delle strambate rapide è comodo avere il braccio a portata di mano e non doverlo andare a cercare a metà barca oltre il boma. (Qui mi servirebbe il piano di coperta del 41s per disegnare il passaggio dell elastico) 1.1.3 Bitte e passacavi Indubbiamente sarebbe meglio smontarle ma spesso non si può o per la barca o per l armatore, quindi parliamo di come evitare che creino casini, Per le bitte trovo che utilizzare i copri bitte di plastica sia molto economico e funzionale, si levano e si mettono in un attimo e non lasciano quella orribile colla gialla come fa il greytape! Sulle nostre bitte che sono belle a vedersi ma di forma leggermente anomala con le estremità leggermente rivolte in alto, abbiamo dovuto inserire del polistirolo o spessori vari in modo da alzarle un po e abbiamo anche allungato un po gli elastici! Per i passacavi mi sono arreso, solitamente cerco di usare meno greytape possibile, ma qui ci vuole solo quello mi raccomando di levarlo sempre a fine regata che se rimane li e si secca, poi levare la colla è un lavoro da cani con solventi assassini! 1.1.4 Il tambuccio di prua (so che si chiama osteriggio ma ci sono affezionato!!!) Su questi modelli il tambuccio è molto pesante e voluminoso, comodo per la crociera ma nn il massimo per le regate tra le boa, avremo 2 versioni, una da crociera arrangiata e una modificata da regata Da crociera arrangiata: legate gerli intorno al tambuccio e sulla parte esterna fateci passare 2 pezzi cilindrici di gomma di quella che si mette sulle draglie basse, se ci mettete solo gomma alla terza apertura è già a pezzi, consiglio di foderarla con tessuto resistente ed Pagina 4 di 11

I consigli del Prodiere MATTEO impermeabile vedete voi, io consiglio kevlar adesivo se il vostro velaio è stato così buono da darvene un bel po di riserva per riparare le vele, altrimenti un pezzo di una vecchia vela tagliato e cucito funziona lo stesso benissimo! Ora questi due gerli imbottiti se ne andranno a spasso, quindi quello di prua lo assicurate ai maniglioni: lo farete rimanere al suo posto ed eviterete che i maniglioni si chiudano o che ci si incastri lo spi in issata! Quello di poppa cazzatelo il più possibile e se si muove ancora legatelo con quello di prua! Dimenticavo, il salsicciotto di prua vi servirà per aprire il tambuccio dato che è liscio e non ha altri punti di presa! Da regata: Avrete uno stampo della forma del tambuccio con installato un tambuccio classico di vetro della lewmar, consiglio quelli quadrati per una maggior durata anche se lo so che quelli tondi sono la fine del mondo, ma si rompono con una facilità impressionante! Legate sul lato sinistro del tambuccio su uno degli occhielli del caricabasso un cimino con 2 gasse, servirà a fissarci le scotte spi a riposo, saranno a portata di mano anche da dentro e molto più comode che fissate sulle draglie. Consiglio: Non agganciatele singolarmente al cimino, ma agganciate la scotta di sinistra sull occhiello di quella di destra, e la destra la legate al cimino nel caso in cui dovrete girare il circuito sarete molto più veloci e basterà solo sganciare la destra dal cimino! 1.1.5 Il Caricabasso Ancora ci stiamo lavorando, originariamente passa doppio, cioè arriva su due strozzascotte a torretta girevole all altezza degli stopper sulla tuga, passa su diversi anelli passacavi in coperta e arriva su un golfare doppio al centro della prua tra il tambuccio e il gavone cala vele a poppa del gavone dell ancora. Con questo passaggio ostruiva l apertura del tambuccio quindi è stato sistemato momentaneamente così: A circuito singolo, abbiamo fatto una gassa d amante con la scotta del basso sul golfare di sinistra, di li va al bozzello sul tangone e riscende sul golfare accanto alla gassa ed entra in un bozzello che lo rimanda a poppa. Dal bozzello sul golfare lo abbiamo rimandato in un altro bozzello gemello legato con uno stroppo alla bitta di sinistra, la lunghezza dello stroppo dev essere il massimo possibile prima di ostacolare nuovamente il tambuccio, di li si arriva ad uno stopper rimasto libero dopo aver sfilato la seconda borosa della randa! Pagina 5 di 11

1.2 L Albero Siamo dotati di un albero di carbonio a 2 ordini di crociette aquartierate, abbiamo una drizza genoa, 2 drizze spi, un amantiglio tangone e una drizza randa. 1.2.1 Le sartie Usiamo come sistema per le sartie lo stesso metodo che abbiamo usato per lo strallo di prua, cioè coppiglia tagliata a filo con elastico per farla rimanere in posizione, ci sono anche qui diverse scuole di pensiero, ma per esperienza ritengo che questa sia la migliore ma attenzione a cercare sempre nuove strade e nuove soluzioni. Sarebbe meglio e ancora più comodo installare la cosiddetta chiavetta; si usa normalmente sulle barche più piccole per bloccare la parte alta del turnichetto, si blocca mettendo un perno (o spectra prestirato) tra la sartia alta e la sartie bassa in modo da poter lavorare comodamente con una sola chiave per la regolazione dei giri! Ci stiamo ancora lavorando a causa del diverso diametro dei 2 turnichetti e a causa della elevata inclinazione a cui saremmo costretti di far lavorare la chiavetta! Sulle D1 cioè le sartie diagonali sulla prima crocetta, ho legato il classico stroppino tra la diagonale e la sartia alta; evita che lo spi ci si incastri e personalmente lo uso come spia di controllo per verificare che il turnichetto sia fissato bene e che non abbia girato di sua iniziativa senza il nostro consenso! Il solito cimino da 2 mm (compratene una bobina ve lo consiglio che lo useremo molto) legato con un parlato 15-20 cm sopra il turnichetto della sartia diagonale e orizzontalmente sempre con un parlato sulla sartia alta e via di nastro isolante! Lasciatelo leggermente in bando ma non troppo! 1.2.2. Le drizze Abbiamo deciso di scalzare una parte delle drizze spi; scalzare le drizze riduce il peso ma anche la durata e molta attenzione va riposta nel controllare che le pulegge in testa d albero siamo del diametro giusto, per non rischiare di scavalcare la puleggia e di non ammainare più la vela interessata; Molta attenzione va riposta anche nella misura in cui si scalza la drizza: a vela issata dall albero deve uscire la drizza ancora calzata altrimenti sarà difficile issarla per l uomo d albero; inoltre la parte cosidetta di coda che non lavora mai sotto trazione può essere composta anche di sola calza ma attenzione ad essere assolutamente sicuri di quello che state facendo La drizza randa l abbiamo parancata 2:1 cioè abbiamo fissato un capo della drizza in testa con una piomba o bocca di lupo (a seconda dell albero che abbiamo) in linea sulla puleggia della drizza verso poppa di 5 cm, dovrebbe essere predisposto un perno passante in cui ancorare la bocca di lupo; La drizza scende esternamente all albero fino alla penna della randa, a cui è assicurata con un grillo-bozzello particolare su cui gira e torna in testa, per poi entrare nella Pagina 6 di 11

puleggia, scendere internamente all albero e uscire al piede e successivamente rimandata negli stopper. Ci sono diverse scuole di pensiero sull utilità o no di usare un sistema del genere, io da buon prodiere mi limito ad installare il sistema richiesto e lascio al randista le considerazioni di utilità o scomodità! La drizza fiocco esce subito sotto l attacco dello strallo in testa d albero, a piede d albero sarebbe consigliabile farla uscire a sinistra in modo da usare gli stopper di sinistra non impegnati in manovra dalla drizza spi e dal carica alto del tangone,, nell estremità di prua abbiamo messo su bocca di lupo uno spinlock di misura media! Carica Alto tangone, con spinlock finale di misura ridotta rispetto a quello genoa (anche il diametro della drizza è minore), Per ora mi limito a dire di fare uscire la coda dall albero sul lato destro (lato di sopravvento nelle manovre di issata Spi). Drizze Spi, Su questo armo ne abbiamo 2 ma spesso è un lusso, lo stesso discorso che sto per fare si può associare anche ad un armo con una sola drizza spi. Le drizze sono entrambe scalzate come le altre con sparcraft su bocca di lupo; Escono in testa d albero e corrono esternamente all albero fino immediatamente sopra all attacco dello strallo dove 2 deviatori le rendono frazionate! È vivamente consigliato incrociare l uscita delle code delle drizze dall albero. Mi spiego meglio: Noi useremo principalmente la drizza spi di sinistra, ma per lavorare meglio dovremmo avere l uscita dall albero nel lato sopravvento e cioè sul lato destro, accanto al carica alto e alla campana del tangone; Quindi è importante che la coda della drizza di sinistra esca a destra e viceversa sulla drizza di rispetto e cioè la drizza di destra. Consiglio: il prodiere chiarisca bene con il drizzista il modo in cui chiamerà le drizze, il prodiere la prenderà a sinistra ma il drizzista l avrà sullo stopper di destra! 1.2.3 La Campana del tangone, Mi limito a consigliarvi di coccolarla e di verificare sempre se sfere e di lubrificarla spesso, la scotta che la muove tenetela il più tesa possibile che ridurrà notevolmente il tempo di regolazione; Fondamentale strozzate sempre la scotta in entrambi gli strozza scotte mentre è sotto sforzo! 1.2.4 Strozzascotte di sicurezza Va posizionato sul lato destro dell albero centrato e all altezza giusta per farci lavorare sia la drizza spi che il carica alto, in caso di problemi con gli stopper o di una cocca sui bozzelli può salvare una manovra e soprattutto le mani dell uomo d albero se si troverà in mano la drizza di uno spi che ha preso vento! Pagina 7 di 11

1.2.5 I segni Consiglio di fare dei segni per comodità di utilizzo del tangone. Un primo segno va fatto all altezza minima del tangone per aprire il tambuccio di prua, risulterà comodo per lavorare ad uno spi ammainato in bolina o in un jib and set Un altro segno va fatto all altezza della campana per far strambare agilmente il prodiere E un ultimo segno se ritenete che vi possa essere utile su un punto medio di altezza del tangone in issata, anche se l esperienza vi insegnerà con il tempo a fare a meno di questo segno e a regolare da soli la campana a seconda dell intensità del vento e dell angolo che si andrà ad affrontare! 1.3 Il Tangone Ora andrò ad illustrarvi tutto quello che potete fare per rendere il vostro tangono perfetto, ma ciò è anche molto relativo al gusto degli uomini di prua e all abitudine in certe manovre Io mi trovo molto bene così: 1.3.1 Il Carica Alto Uso un sistema attuabile solo se si ha l uscita del carica alto subito sotto l uscita della drizza genoa, uso il carica alto sdoppiato che mi consente anche di virare avendolo issato. Il carica alto di cui parlavo prima nel paragrafo Drizze, arriva a riposo a base albero; Predo uno spezzone di spectra scalzato della lunghezza del tangone e da una parte ci faccio una bocca di lupo e lo fisso alla varea, dall altro ci faccio una piomba lasciando un occhiello di 5 cm, si sdraia sul tangone a riposo e ci si cuce all estremità dell occhiello (quindi verso poppa) 20 cm di velcro, in corrispondenza si attacca l altra parte di velcro sul tangone e si mette così a riposo. Quando si issa si attacca lo sparcraft sull occhiello del prolungamento di spectra fissato sul tangone e il drizzista in autonomia lo può issare staccandolo dal velcro. Pagina 8 di 11

1.3.2 Apertura della varea da prua Dando per scontato che ci sia installata sul tangole una varea a scatto, solitamente vengono installate 2 cimine per aprire la varea: una 20cm a poppa della varea preferibilmente che esce dal basso del tangone (la si usa quando il tangone è a riposo o se accidentalmente la varea si chiudesse in strambata, il prodiere potrebbe riaprirla da solo!); sul nostro tangone abbiamo una varea riapribile a mano e quindi ho provveduto a nastrare la cimina di prua che non la useremo mai 1.3.3 Apertura della Varea da Poppa Viene piazzata di solito a ¼ della lunghezza da poppa! Questa seconda uscita è la principale, cioè quella con prolunga che usa l uomo d albero in strambata per aprire la varea al prodiere. A questa seconda uscita mi piace fare una modifica: La devio con una puleggia che installo sul tangone (la puleggia è importante perché il cimino che usiamo viene dalla varea internamente fino al foro d uscita, poi rilavorando di nuovo verso prua esternamente al tangone, lavorerebbe con un angolo di 180 sul carbonio ed avrebbe vita breve!), la faccio arrivare a metà tangone dove lego un bozzello di piccole dimensioni. Ora il punto di apertura del Pagina 9 di 11

tangone è a metà lunghezza che mi permette con poco vento di strambare da solo aprendo la varea direttamente da prua e con tanto vento chiedendo l aiuto dell uomo d albero che mi aprirà la varea dall albero! Naturalmente bisognerà prolungare la cimina dopo il bozzello a metà tangone con una scotta di almeno 2 m (consiglio di metterci un pezzo delle calze avanzate dalle drizze, leggera ma non troppo da volare via con tanto vento, un gerlo volerebbe via e una cima darebbe problemi avendo troppo spessore se chiusa per errore nel tambuccio per esempio!) 1.3.4 Elastico su bozzello del CaricaBasso Il Bozzello del caricabasso originariamente è fissato al tangone con un grillo subito sotto alla varea, anche in questo caso cucio un pezzo di spectra scalzato di circa 50 cm e da una parte lo fisso sotto la varea con una bocca di lupo e dall altra ci lascio una piomba con occhiello di 5 cm, il bozzello del caricabasso andrà fissato su questo occhiello non più con un grillo ma con un moschettone apribile (per sicurezza si apre meglio e prima di un grillo), a questa prolunga inoltre legheremo sull occhiello insieme al moschettone anche un elastico che andrò a fissare sul tangone verso poppa ad una misura uguale a quella della prolunga (circa 50 cm); quando il caricabasso andrà in tensione tirerà l elastico, e quando andrò a strambare l elastico si cazzerà allontanando da me il caricabasso e facilitando il passaggio del tangone. Inoltre è un buon campanello d allarme perché se mentre si naviga sotto spi si dimentica anche se di poco in bando il caricabasso l elastico lo tirerà indietro facendoci notare l errata poca tensione. Pagina 10 di 11

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