Sport. Il Medico. dello



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Il Medico dello Sport ASSOCIAZIONE MEDICO SPORTIVA DELLA PROVINCIA DI LUCCA PERIODICO DI MEDICINA E TRAUMATOLOGIA DELLO SPORT ANNO VII - n.2 Settembre 2007 - semestrale sped. in a.p. - 45% art.2 c. 20/b L662/96 Lucca

IL MEDICO DELLO SPORT Sommario Editoriale Pag. 1 Periodico di Medicina e Traumatologia dello Sport ANNO 2007 - numero 2 Settembre Direttore Enrico Castellacci Comitato Scientifico Gino Battaglini, Marco Carmagnini, Enrico Castellacci, Carlo Giammattei, Dino Nardelli, Riccardo Malfatti, Alberto Tomasi Progettazione Grafica Imprendi s.r.l. via L. Nottolini 119/C - 55100 S. Concordio Lucca Tel 0583 319525 e-mail contatti@imprendi.it www.imprendi.it La chirurgia delle rotture sottocutanee del tendine distale del bicipite brachiale P. Lunati - A. Lunati - T. Polieri - E. Castellacci Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci Il pesoforma nell atleta e i sistemi per la determinazione della composizione corporea Dott. Carlo Giammattei Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore Dott. Carlo Giammattei Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci Protocollo riabilitativo post intervento di legamentoplastica LCA con semitendinoso e gracile E. Orsoni, C. Alderigi, S. Fiori, E. Castellacci, Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci Una maratona di solidarietà per il popolo Saharawi Presentazione del libro di Alberto Tomasi Organigramma del Comitato Regionale Toscano FMSI Tra ideali e salute, promuovere sempre uno sport di valori La sinergia tra vitamine con effetto antiossidante nella perossidazione lipidica Dott. V. Ottaviani, staff ricerca e sviluppo Divisione EthicSport Bibliografie Pag. 3 Pag. 7 Pag. 11 Pag. 20 Pag. 26 Pag. 28 Pag. 29 Pag. 30 Pag. 32 Con il patrocinio del Panathlon Iscrizione al n 680 del Registro dei giornali e periodici del Tribunale di Lucca autorizzato con provvedimento del 13-14.11.1997 IL MEDICO DELLO SPORT Rivista dell Associazione Medico Sportiva della Provincia di Lucca Sede e Redazione c/o Ordine dei Medici di Lucca via Guinigi, 40-55100 Lucca Tel 0583 467276 - Fax 0583 490627 www.medicisportivi-lucca.it medsport@usl2.toscana.it

II Medico dello Sport Gentili lettori, Cari colleghi, esce il nuovo numero de Il Medico dello Sport, che riproponiamo con grafica rinnovata ma soprattutto riproponiamo anche in versione virtuale. Editare la rivista in un formato pdf scaricabile dal nostro portale www.medicisportivi-lucca.it è stata una felice iniziativa. Una scelta premiata dalle numerose richieste di colleghi e addetti che vogliono ricevere regolarmente il periodico via e-mail. La versione in pdf si conferma una modalità molto apprezzata per la funzionalità e la semplicità d'uso. Inoltre, sul portale restano sempre disponibili i numeri arretrati e i singoli articoli che il lettore può stamparsi quando ne ha bisogno. Ricordiamo che per ricevere Il Medico dello Sport nella propria casella di posta elettronica basta iscriversi alla newsletter presente sul portale www.medicisportivi-lucca.it. Invitiamo anche i lettori a segnalare la rivista ad altri colleghi interessati, che possono inscriversi alla newsletter e arricchire la nostra comunità di addetti alla medicina sportiva. La promessa è proporre ogni volta un volume curato, che sia un serio e aggiornato riferimento bibliografico per l'attività professionale. Anche questo numero è ricco di contributi interessanti, sia sul versante della prevenzione sia su quello chirurgico e post-chirurgico. In particolare segnaliamo l'articolo sulle lesioni del bicipite e il lavoro sul peso ideale dello sportivo, tema sempre attuale. Altrettanto stimolante l'articolo sulle indicazioni sanitarie per l'impiego degli integratori nell'alimentazione del calciatore. Invitiamo il lettore a leggere la presentazione di un libro che narra come pratica sportiva e spirito di solidarietà possono felicemente sciogliersi nella fatica di un'affascinante maratona nel deserto. Un numero de Il Medico dello Sport con tanti argomenti, che ha ottenuto il patrocinio del Panathlon, organizzazione sportiva interessata a distribuire la rivista a ogni associato. Buona lettura! La redazione 1

II Medico dello Sport LA CHIRURGIA DELLE ROTTURE SOTTOCUTANEE DEL TENDINE DISTALE DEL BICIPITE BRACHIALE P. Lunati A. Lunati T. Polieri - E. Castellacci Dipartimento Medicina e Traumatologia dello Sport USL n 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci INTRODUZIONE L'avulsione del tendine distale del bicipite brachiale rappresenta circa il 3% di tutte le rotture del bicipite, mentre le rotture prossimali del capo lungo del bicipite rappresentano il 96% e quelle del capo breve circa l'1% (8). Sebbene questo tipo di lesione sia poco frequente, in più di 200 casi riportati nella letteratura mondiale sono dovuti a contributi da parte di singoli chirurghi per pochi casi ognuno. Solo recentemente sono stati pubblicati lavori che comprendono casistiche di più di dieci casi e che sono stati sottoposti ad un'analisi critica dei risultati del trattamento mediante test isocinetici e funzionali. (1, 4, 9, 10) Fig.1, 2 - Anatomia muscolo bicipite del braccio: È un voluminoso muscolo allungato che si origina dalla scapola con due capi: il capo lungo, che nasce dalla tuberosità sopragleinodea della scapola ed il capo breve, che origina dall'apice del processo coracoideo della scapola. Questi due capi si uniscono tra loro a metà lunghezza del braccio dove il muscolo bicipite del braccio raggiunge il suo massimo volume. Il bicipite si inserisce con un robusto tendine terminale in corrispondenza della tuberosità del radio. EZIOLOGIA E PATOGENESI La rottura del tendine distale del bicipite avviene con una frequenza nettamente superiore nei maschi con apparato muscolare molto sviluppato, spesso artigiani e con età media tra i 40 e i 50 anni. D'Alessandro et al (4) hanno pubblicato l'unica casistica comprendente atleti, in particolare sollevatori di peso e culturisti con età media di soli 40 anni, i quali sembravano essere a rischio per lo sviluppo di tale patologia a causa delle grandi forze generate dall'ipertrofia del loro muscolo bicipite. Da ricordare anche il caso riportato da Visuri e Lindholm di rottura bilaterale in un culturista che faceva uso di steroidi anabolizzanti. (10) La nostra casistica è rappresentata da 9 pazienti, di cui 3 atleti, che sono stati sottoposti ad intervento chirurgico per rottura sottocutanea del tendine distale del bicipite a partire dal 1998 fino al 2003. tutti i pazienti erano maschi con età media di 45 anni. Il maggior numero di rotture coinvolge l'arto dominante e, generalmente, è dovuto ad un singolo evento traumatico quale una intensa contrazione del bicipite contrastata da un'imprevista forza in estensione. La maggior parte delle lesioni avviene quando la persona sta sollevando, tirando o spostando un oggetto pesante. Nella nostra casistica i 3 atleti che hanno riportato tale lesione erano rispettivamente un sollevatore di pesi e due culturisti. La completa avulsione del tendine distale dalla tuberosità radiale è generalmente la regola, mentre la rottura a livello della giunzione muscolo-tendinea e la rottura parziale rappresentano casi eccezionali. Una relazione diretta tra l'uso di steroidi anabolizzanti e le rotture del tendine bicipitale distale non è stata identificata, anche se in uno studio condotto su atleti che avevano riportato tale lesione, 8 casi su 10 erano culturisti o sollevatori di pesi, i quali peraltro avevano 3

negato l'uso di steroidi prima dell'evento. Tuttavia ricerche sperimentali recenti condotte nei ratti hanno evidenziato che l'uso di steroidi anabolizzanti provoca una rigidità dei tendini con facile rottura in seguito alla minore capacità di allungamento ed al minor assorbimento di energia. Pertanto la combinazione dell'aumento della forza muscolare offerta dagli steroidi anabolizzanti e dell'aumento della rigidità e della debolezza dei tendini espone l'atleta ad un maggior rischio di rottura tendinea. Fig.4, 5 - L'esame obbiettivo: tumefazione bicipite. Evidenza clinica che consente di fare una diagnosi rapida da confermare però con esami strumentali: ecografia o RMN TRATTAMENTO Fig.3 - I culturisti ed i sollevatori di pesi sono le categorie più colpite dalla lesione del tendine distale del bicipite VALUTAZIONE CLINICA La diagnosi viene spesso posta sulla base della storia di una violenta trazione sull'avambraccio stabilizzato, accompagnata da una sensazione di crack. In genere il paziente avverte un dolore acuto, lancinante, con conseguente tumefazione ed ecchimosi in sede antecubitale. Il dolore acuto decresce in pochi giorni ed è seguito generalmente da un dolore più sordo che può durare per diverse settimane. Come la tumefazione diminuisce, si può chiaramente apprezzare il contorno asimmetrico del bicipite con la sua retrazione prossimale. In definitiva, nei casi di avulsione completa del tendine distale del bicipite, con il solo esame obiettivo, dovremmo essere in condizione di porre la diagnosi. Tuttavia è sempre bene ricorrere anche alla diagnostica per immagini rappresentata dalla ecografia e dalla RMN (5) che sarà in grado di confermare tale diagnosi nei casi di rottura completa e di evidenziare anche quei casi di assottigliamento o rottura parziale che con il solo esame obiettivo non è possibile mettere in evidenza. Una revisione della letteratura rivela che le indicazioni circa il trattamento raccomandato delle rotture acute del tendine distale del bicipite sono ancora dibattute. Carrol e Hamilton (3) sono i soli autori che raccomandano i trattamento conservativo e si basano sul fatto che i loro pazienti hanno ripreso l'attività lavorativa, in media dopo quattro settimane dal trauma. Inoltre, secondo la loro esperienza, non è stata riscontrata alcuna differenza tra il lato colpito e quello sano quando questi pazienti sono stati invitati a compiere il movimento di flessione e supinazione sollevando pesi dopo un anno dal trauma. Nonostante questo la maggior parte degli autori non concorda con questa opinione, in quanto dopo il trattamento conservativo, il test isocinetico dei muscoli flessori e supinatori del gomito ha documentato un deficit dal 30% al 36% della forza della flessione del gomito ed un deficit della forza di supinazione dal 40% al 55%. Pertanto è sicuramente la chirurgia il trattamento di scelta di queste lesioni. Varie sono, in letteratura, le tecniche chirurgiche raccomandate per la riparazione della rottura del tendine distale del bicipite. In modo specifico, le differenze riguardano la sede in cui risuturare il tendine. Diversi lavori riportano buoni risultati suturando il tendine al muscolo brachiale (8), sebbene questa tecnica determini un accorciamento dell'unità muscolo-tendinea, sacrificando il contributo del bicipite alla supinazione dell'avambraccio. In letteratura si è visto che la riparazione anatomica sulla tuberosità radiale ha conseguito i risultati migliori. Tale trattamento veniva eseguito fino a qualche anno fa con la tecnica delle due incisioni di Boyd e Anderson con alcune modifiche apportate da Morrey (2). Da circa 7 anni si può anche adottare la tecnica di reinserzione diretta del tendine distale del bicipite brachiale alla tuberosità radiale mediante la fissazione con ancorette (1, 9). Nella nostra casistica di 9 rotture acute del tendine distale del bicipite brachiale, in 6 casi abbiamo adottato la tecnica delle due vie sec. 4 II Medico dello Sport - La chirurgia delle rotture sottocutanee del tendine distale del bicipite brachiale

Boyd e Anderson, mentre negli ultimi 3 casi abbiamo reinserito direttamente il tendine sulla tuberosità radiale e lo abbiamo fissato con delle viti di Cork, che non sono altro che particolari tipi di ancorette. La tecnica delle due incisioni di Boyd e Anderson (1961) è stata adottata in quanto diminuisce il rischio di ledere la branca motrice del nervo radiale che risultava spesso compromessa quando veniva adottata la tecnica chirurgica che prevedeva il solo accesso anteriore. Il paziente è posto in decupito supino con il gomito esteso e l'avambraccio spinato adagiato su un reggibraccio. Viene effettuata un incisione anteriore tipo Henry (obliqua curvilinea a livello della piega del gomito). Spesso il lacerto fibroso può rimanere intatto e deve essere sottoposto a release per svelare l'ematoma sottostante ed il tendine del bicipite. L'estremità del tendine avulso viene repertata e regolarizzata. Vengono quindi passati nel tendine due fili non riassorbibili n 1 secondo la tecnica di Tunnel. Occorre quindi ricercare il tunnel lasciato libero dal tendine del bicipite, cosa che viene fatta per via smussa e, se il tempo trascorso dal trauma non ha superato i 7gg, tale ricerca risulta abbastanza agevole, mentre nel caso in cui venga eseguita una riparazione tardiva, tale via può essere obliterata da tessuto cicatriziale richiedendo quindi un'ulteriore dissezione con particolare attenzione a non ledere la branca motrice del nervo radiale. Viene quindi inserita una pinza curva tra il radio e l'ulna in direzione postero laterale, tendendo la cute dell'avambraccio e quando la pinza curva fa sporgere la cute, si esegue una controincisione lunga circa 8 cm. parallelamente al bordo radiale dell'ulna. Si esegue quindi un limitato approccio trans-muscolare attraverso i ventri dei muscoli estensori e viene visualizzata la tuberosità radiale portando l'avambraccio in completa pronazione. La tuberosità radiale viene quindi liberata dai tessuti molli e viene creato un foro pilota nella tuberosità radiale con un trapano con una punta di 3 mm. Il foro viene allargato con una fresa da 6 mm e, se necessario la cavità viene scavata con una fresa ad alta velocità. Occorre rimuovere tutti i detriti ossei mediante lavaggi copiosi. Vengono infine praticati due o tre piccoli fori con una punta da 2 mm attraverso la tuberosità così preparata. Successivamente il tendine viene fatto passare dall'avanti all'indietro attraverso il tunnel dei tessuti molli tra il radio e l'ulna. Vengono fatti passare i fili non riassorbibili attraverso i fori praticati sulla tuberosità radiale e quindi vengono annodati in tensione con il gomito a 90 e l'avambraccio in supinazione. Il trattamento post-operatorio consiste nel tenere l'avambraccio in supinazione con il gomito flesso a 90 per tre settimane in una doccia gessata oppure in uno split braccio-metacarpale. Quindi si può iniziare un delicato movimento di flesso-estensione e pronosupinazione. Sei settimane dopo l'intervento si può iniziare un programma progressivo di rinforzo muscolare contro resistenza. Il ritorno ad un'attività senza restrizioni non è concesso prima del sesto mese post-intervento. Negli ultimi tre casi abbiamo adoperato la tecnica di reinserzione diretta con fissazione alla tuberosità radiale mediante due o tre viti di Cork (tipo ancorette) che presentano alla loro estremità un filo non riassorbibile che viene fatto passare nel moncone tendineo mediante una sutura tipo Tunnel e quindi annodato alla tuberosità radiale con il gomito flesso a 90 e supinato. Tale tecnica ha il vantaggio di essere più semplice in quanto evita le due incisioni ed inoltre non comporta la comparsa di sinostosi radio ulnare prossimale, complicanza osservata con una certa frequenza con l'uso della tecnica delle due incisioni (6, 7). Infatti con l'approccio postero-laterale che comporta lo scollamento per via sottoperiostale del muscolo anconeo e dei muscoli estensori e la perforazione della porzione prossimale della membrana interossea, si può andare incontro alla formazione di sinostosi radio-ulnare prossimale. RISULTATI Oggi pochi chirurghi inseriscono il tendine lacerato al brachiale anteriore (8), in quanto, anche se il risultato può essere sorprendentemente buono, non è normale e non può permettere il recupero completo della forza di supinazione. Nella nostra casistica abbiamo ricontrollato tutti i 9 casi operati mediante valutazione clinica diretta o una consultazione telefonica. In 7 casi abbiamo riscontrato un risultato ottimo o buono. I due casi con risultato insoddisfacente erano dovuti ad una sinostosi radioulnare prossimale parziale che riduceva notevolmente la prono-supinazione ed alla presenza di calcificazioni eterotopiche a livello della inserzione sulla tuberosità radiale. In questo ultimo caso, il risultato è migliorato dopo trattamento con onde d'urto ad alta energia. CONCLUSIONI Il trattamento chirurgico è la sola terapia in grado di portare ad un recupero completo della funzionalità del gomito e dell'avambraccio. La tecnica di reinseritone diretta con fissazione alla tuberosità radiale mediante l'uso di ancorette, ha il vantaggio di evitare le due incisioni chirurgiche e di eliminare la comparsa, relativamente frequente, di sinostosi radio-ulnare prossimale. II Medico dello Sport - La chirurgia delle rotture sottocutanee del tendine distale del bicipite brachiale 5

Soluzione cutanea La tecnologia transcellulare di PENNSAID è un approccio innovativo alla comune terapia topica Penetra efficacemente nella zona da trattare con il minimo assorbimento sistemico (concentrazioni ematiche 150 volte inferiori in confronto ad una compressa da 50mg di diclofenac) Efficace azione sul dolore associato all osteoartrite (documentata usando lo scala WOMAC) Consente l associazione ai FANS sistemici senza ulteriori rischi Consente la progressiva riduzione della terapia sistemica Documentata assenza di effetti avversi Gl nei numerosi pazienti trattati negli studi clinici ITALCHIMICI L obiettivo del veicolante transcellulare brevettato per Pensaid è di far arrivare il principio attivo nella zona specifica da trattare con il minimo assorbimento sistemico migliorando il profilo di sicurezza del farmaco. Ed Sandborn, premio Louis Pasteur in biologia molecolare

II Medico dello Sport IL PESO FORMA NELL ATLETA E I SISTEMI PER LA DETERMINAZIONE DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA Dott. Carlo Giammattei Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore prof. E. Castellacci Che cosa è il peso ideale per uno sportivo? È il peso forma individuale, ovvero quel peso composto prevalentemente da massa muscolare e da una bassa percentuale di grasso corporeo che garantisce un buono stato di salute, la migliore performance sportiva e il benessere psicofisico. La determinazione della corretta composizione corporea, cioè il calcolo della massa magra e della massa grassa di un individuo, è quindi il momento fondamentale per la elaborazione di una dieta personalizzata idonea a portare l'atleta al proprio peso forma. Infatti in qualsiasi individuo, e a maggior ragione in un atleta, una dieta deve essere finalizzata alla perdita del grasso in eccesso e non della massa magra che costituisce la massa metabolicamente attiva dell'organismo e contribuisce fra l'altro anche a mantenere elevato il metabolismo basale di una persona. La determinazione della quantità di massa magra di un individuo è importante sia inizialmente, per stabilire il corretto apporto calorico e proteico di cui necessita il soggetto in esame, sia successivamente per valutare gli effetti del regime dietetico cui è sottoposto, valutando le variazioni della percentuale di massa magra e grassa nel tempo. Il sistema più utilizzato per avere un'idea del grado di sovrappeso di un individuo è il BMI (Body Mass Index) che consiste nel rapporto tra il peso in Kg e l'altezza (in metri) al quadrato. Questo metodo è molto semplice e rapido da effettuare ma non è affidabile né preciso in quanto considera il peso nel suo complesso senza suddividerlo in Massa Magra e Massa Grassa mettendo sullo stesso piano persone sedentarie e con un evidente eccesso di adipe e atleti con un muscolatura molto sviluppata e una percentuale di grasso ridotta. BMI (Body Mass Index - Indice di Massa Corporea) BMI = Peso in chilogrammi/ (Altezza in metri)2 I valori di riferimento sono qui di seguito riportati: Sottopeso < / = 18.5 Normopeso 18.6-24.9 Sovrappeso 25.0-29.9 Obesità I grado 30.0-34.9 Obesità II grado 35.0-39.9 Obesità morbigena > / =40 Attualmente le metodiche più comunemente usate a livello ambulatoriale sono: la plicometria la bioimpedenziometria. Gli impedenziometri sono apparecchiature elettroniche per la misurazione della composizione corporea. L'analisi di bioimpedenza si basa sulla misura della resistenza elettrica del corpo umano. Il sistema si basa sulla rilevazione della "resistenza" opposta dall'organismo al passaggio di una corrente elettrica alternata a bassa frequenza, a sua volta veicolata da elettrodi in gel posti sulla mano e sul piede. 7

misura indiretta delle membrane cellulari integre ed è proporzionale alla massa cellulare corporea. Questa metodica è molto valida per la valutazione dell'idratazione del soggetto e per determinare la distribuzione di fluidi tra il compartimento intra ed extra cellulare del soggetto preso in esame. Ma secondo la nostra esperienza non è affidabile e ripetibile come la plicometria per la determinazione della percentuale di massa grassa di un soggetto. L'impedenziometria si differenzia dalla tecnica plicometrica per la rapidità dell'indagine e per la possibilità di valutare l'acqua corporea altrimenti non indagabile. Le analisi plicometriche risultano elettive per la stima della densità corporea e della massa grassa; mentre quelle impedenziometriche per la stima dell'acqua corporea e della massa magra: due soluzioni che si completano vicendevolmente. L'analisi BIA segmentale consiste nell'iniezione di una corrente alternata a frequenze di 5-10-25-100- 250 khz in un soggetto. Ciò avviene per via transcutanea, tramite l'applicazione di 4 elettrodi di superficie (denominati iniettori). Una seconda coppia di elettrodi (denominati sensori) ha il compito di registrare la resistenza del nostro organismo al passaggio della corrente applicata. Questa opposizione al passaggio della corrente è denominata Impedenza (Z). L'impedenza consta di due diverse componenti: la resistenza e la reattanza. Tutte le strutture biologiche offrono una resistenza (Resistenza, Rz) al passaggio di una corrente elettrica. La legge di Ohm afferma che la resistenza di un corpo è proporzionale alla caduta di voltaggio della corrente elettrica applicata. I tessuti privi di grasso sono buoni conduttori: essi sono ricchi di fluidi corporei che oppongono al passaggio della corrente alternata una bassa resistenza. Al contrario i tessuti adiposi e le ossa sono cattivi conduttori in quanto poveri di fluidi ed elettroliti, divenendo così una via elettrica fortemente resistiva. La Reattanza (XC), conosciuta anche come resistenza capacitiva, è la forza che un condensatore oppone al passaggio di una corrente elettrica. Le cellule presenti nell'organismo si comportano come dei condensatori che oppongono alla corrente alternata una resistenza capacitiva. La reattanza è quindi una Infatti vari fattori possono alterare la misurazione di questi componenti: Livello di idratazione del soggetto in esame Umidità dell'ambiente Non uniforme distribuzione della muscolatura del soggetto in esame (arti inferiori con muscolatura maggiore rispetto agli arti superiori) Mal posizionamento degli elettrodi Affrettata preparazione dell'individuo: il soggetto da esaminare deve stare sdraiato per almeno 15 minuti prima di effettuare l'esame impedenziometrico, non deve aver mangiato nelle ultime 2 ore, non deve aver svolto attività fisiche. Molti operatori non rispettano questi tempi. Quindi ci sono molte variabili che possono alterare il risultato che riguardano l'operatore che esegue l'esame, ma anche l'ambiente circostante e il soggetto esaminato. Per questi motivi e per praticità, spesso per valutare e monitorare nel tempo gli atleti si preferisce utilizzare la plicometria, comunque l'impendenziometria è un esame molto importante che ci può dare una serie di informazioni aggiuntive indispensabile poi da eseguire quando si vogliono avere esatte informazioni sullo stato di idratazione. La plicometria è una metodica densitometrica in quanto arriva alla determinazione di una densità corporea partendo dalla misurazione dello spessore del tessuto adiposo sottocutaneo. Si assume che vi sia uno stretto rapporto tra gli spessori delle pliche e la percentuale corporea di tessuto adiposo. La misura degli spessori delle pliche, unitamente ad altri parametri, quali peso, sesso, età, circonferenze, lunghezze e ampiezze segmentali ci consente di 8 II Medico dello Sport - Il pesoforma nell atleta e i sistemi per la determinazione della composizione corporea

risalire, attraverso gli algoritmi di uno specifico software, alla densità corporea e da questa alla massa grassa (FAT) e per differenza alla cosiddetta FFM parte magra dell'organismo. L'antropoplicometria è una metodica non invasiva: in quanto tale, è applicabile più volte allo stesso individuo. I compartimenti La maggior parte dei metodi di cui si avvale l'antropometria è comunque basata sul presupposto che il corpo umano si può considerare costituito da due compartimenti di densità relativamente costante, ma differenti in composizione. FAT Fat mass o massa lipidica totale corporea determinata in Kg con densità 0.9g/ml FFM Fat free mass, ottenuta sottraendo dal peso il valore del FAT e anatomicamente costituita da muscoli scheletrici circa 40%, muscoli non scheletrici e tessuti magri circa 40%, scheletro (10-15%). È determinata in Kg ed è chimicamente costituita da proteine, acqua e minerali dell'osso, con densità 1.1g/ml. In generale la FFM è costituita da proteine 19.5%, da acqua 72.4%, da scheletro 8% e da glicogeno 0.1%. L'antropoplicometria misura la dimensione, la proporzione delle componenti nelle varie regioni del corpo. Essa impiega i seguenti parametri: Circonferenze Pliche Ampiezze Lunghezze La misura delle ampiezze, dei diametri e delle lunghezze Ampiezze e lunghezze sono indicatori antropometrici utilizzati per la determinazione della struttura scheletrica, della crescita e dello sviluppo muscoloscheletrico. La misura delle pliche La misurazione delle pliche viene effettuata con un calibro a molla, il plicometro, le cui estremità esercitano una pressione costante e standardizzata. Attraverso queste rilevazioni si ricava in maniera precisa oltre alla percentuale di massa magra e di massa grassa, il metabolismo basale dell'atleta esaminato. Riusciamo ad avere inoltre tutta una serie di ulteriori informazioni riguardo la distribuzione delle masse muscolari a livello degli arti superiori e inferiori e riguardo la struttura scheletrica e l'armonia fra i vari distretti corporei. La misura delle circonferenze La misurazione delle circonferenze richiede l'impiego di un metro flessibile e anelastico Le circonferenze corporee esprimono le dimensioni trasversali dei vari segmenti corporei. Introdotte in formule apposite, risultano utili per la misura delle aree lipidiche e muscolari degli arti e per la definizione del biotipo. II Medico dello Sport - Il pesoforma nell atleta e i sistemi per la determinazione della composizione corporea 9

Possiamo visionare il Grafico Artometrico, utilizzato per facilitare l'interpretazione dei risultati relativi agli arti superiori (AMA e AFA) e inferiori (TMA e TFA) come mostra il grafico sotto riportato: Analisi delle Componenti Corporee Composizione corporea TMA Area muscolare coscia TFA Area lipidica coscia AMA Area muscolare braccio AFA Area lipidica braccio FAT% Massa grassa corporea in % Calciatori Nazionale di calcio Campione del Mondo 2006 Ciclisti Fassa Bortolo 2005 226,2 215,8 25,2 16,7 66,3 54,4 8,028 5,9 10,3 7,6 Schermata adibita alla consultazione dell'analisi delle Masse Corporee, Superficie e Densità Corporea, Valutazione Bicompartimentale e Fabbisogni Energetici. La FFM rappresenta il determinante principale del metabolismo basale. Numerosi Autori sottolineano come la FFM spieghi per il 70% il BMR. Il BMR più vicino al reale fabbisogno è ovviamente quello derivato dalla componente magra (FFM) realmente presente nell'organismo. Il BMR derivato da FFM costituirà quindi la base per il computo calorico nei regimi dietetici che andremo a calcolare con il software Dieta. Questo metodo, secondo la nostra esperienza, è quello più affidabile anche se per mantenere questa sua prerogativa deve essere effettuato da personale esperto essendo possibili errori durante le misurazioni se effettuate, ad esempio, da operatori diversi o magari con poca esperienza. Per concludere riportiamo una tabella dove sono messi a confronto i dati medi relativi alle valutazioni che abbiamo effettuato in due gruppi di atleti di altissimo livello. I valori di area muscolare e lipidica sono espressi in cm2. Si possono così vedere quali siano i reali valori di queste valutazioni morfologiche e le differenze che si possono osservare fra due gruppi di famosi campioni di due sport così popolari come il calcio e il ciclismo. 10 II Medico dello Sport - Il pesoforma nell atleta e i sistemi per la determinazione della composizione corporea

II Medico dello Sport INDICAZIONI SANITARIE PER L'INTEGRAZIONE ALIMENTARE NEL CALCIATORE Dott. Carlo Giammattei Dipartimento di Medicina e Traumatologia dello Sport Az. USL 2 Lucca Direttore Prof. E. Castellacci Gli integratori alimentari non sono altro che i normali nutrienti, comunemente presenti nel cibo, selezionati e concentrati industrialmente allo scopo di facilitare la copertura del fabbisogno giornaliero di determinate sostanze. Un integratore alimentare diventa utile quando ciò che mangiamo non è in grado di soddisfare le necessità minime di alcuni nutrienti specifici necessari all'organismo per funzionare regolarmente. Integrazione Ripristino substrati metabolici Prestazione sportiva efficiente Supplementazione Utilizzo di sostanze fisiologicamente presenti nell'organismo, di solito coinvolte nel metabolismo energetico muscolare, il cui turnover è quindi incrementato durante l'attività sportiva, vengono somministrate con lo scopo di migliorare i processi energetici e quindi la prestazione. Supplementazione Ottimizzazione selettiva del metabolismo energetico Miglior rendimento muscolare Doping L'assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive spesso estranee all'organismo, e l'adozione di metodiche, di cui è sempre dimostrata la capacità di esaltare artificiosamente le prestazioni sportive, determinando anche un danno alla salute dell'atleta. Doping Prestazione sportiva esasperata non adeguata all allenamento. Da quanto detto appare quindi chiaro che quando si parla di integrazione alimentare nello sportivo non abbiamo niente a che fare con il fenomeno del doping, con l'integrazione non si vogliono apportare all'atleta sostanze farmacologiche estranee all'organismo bensì si vuole solo garantire un corretto apporto di sostanze nutritive che vengono utilizzate in maggior quantità durante l'attività sportiva e che spesso la normale alimentazione non è in grado di fornire in maniera proporzionata alle maggiori richieste che si hanno in particolari situazioni. I giocatori professionisti, nel periodo di preparazione 11

precampionato eseguono anche due sedute di allenamento al giorno. Durante la stagione agonistica, la settimana di allenamento spesso può includere anche due partite. Risulta evidente come sia importante nei vari periodi della stagione agonistica garantire al calciatore un adeguato apporto nutritivo idoneo a sopportare il tipo di carico di lavoro svolto in quel determinato momento. È inoltre fondamentale comprendere correttamente il reale fabbisogno energetico, la quantità quindi e la proporzione fra carboidrati, lipidi e proteine, vitamine e sali minerali necessaria per ottimizzare gli adattamenti indotti dalle sessioni di allenamento e soprattutto per ottenere un buon recupero fra una sessione di allenamento e l'altra. Assicurare un adeguato apporto energetico in un calciatore è importante per i seguenti motivi: Si assicurano le richieste in macronutrienti ed un adeguato apporto di cibo fornisce vitamine, minerali e altri componenti necessari a garantire un ottimo stato di salute. Si assicura una proporzione ideale fra massa muscolare e grasso corporeo in grado di garantire la miglior prestazione fisica. Si hanno benefici effetti sulla funzione ormonale e sul sistema immunitario. Per determinare il corretto apporto nutritivo, per valutare l'eventuale necessità di una integrazione alimentare e' necessario in primo luogo conoscere in maniera approfondita le caratteristiche fisiche del singolo atleta e successivamente quantizzare i carichi di lavoro giornalieri a cui è sottoposto. Si deve prima di tutto determinare per ogni atleta il peso forma individuale, ovvero quel peso composto prevalentemente da massa muscolare e da una bassa percentuale di grasso corporeo che garantisca un buono stato di salute, la migliore performance sportiva ed il benessere psicofisico. La determinazione della corretta composizione corporea, cioè il calcolo della massa magra e della massa grassa di un individuo, è quindi il momento fondamentale per la elaborazione di un regime dietetico e per una integrazione personalizzata in grado di portare l'atleta al proprio peso forma. È inoltre importante eseguire questo esame periodicamente per valutare gli effetti dell'allenamento della dieta e dei vari integratori. È inoltre molto importante valutare l'efficienza fisica del singolo giocatore sottoponendolo ad una idonea valutazione funzionale come può essere una prova cardiorespiratoria massimale, il test attualmente più affidabile per una valutazione completa dei vari sistemi metabolici dell'organismo che intervengono durante l'attività fisica. Con queste valutazioni affiancate da una serie di esami ematochimici, che elenchiamo nella sottostante tabella, possiamo avere un quadro abbastanza completo dello stato di efficienza fisica di ogni singolo atleta e possiamo prevenire condizioni di over-training o situazioni di maggior rischio per lesioni a carico di muscoli o tendini. Esami ematochimici Ves Pcr Emocromo Reticolociti Ferritina Tranferrina Sideremia Azotemia Glicemia Creatinina s-got s-gpt gamma-gt cpk Uricemia Immunoglobuline Aptoglobina Testosterone tot. e libero Dhea-s Cortisolo Sodio, potassio, calcio,magnesio, rame, zinco Es. urine Il tipo di integrazione deve essere quindi personalizzata per i vari atleti in base agli esami effettuati e naturalmente in base al tipo di allenamento sostenuto ed in relazione ai vari momenti della giornata in cui viene effettuato l'esercizio fisico: Le ore che precedono l'allenamento o gara Durante l'allenamento o gara Periodo di recupero Negli schemi sotto riportati sono illustrate le varie esigenze nutrizionali nei vari momenti in relazione all'attività sportiva del calcio. Periodo pre-esercizio: GARANTIRE UNA IDONEA IDRATAZIONE : Integrazione di Acqua e Sali minerali 12 II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore.

GARANTIRE ADEGUATO APPORTO ENERGETICO: Integratori a base di carboidrati, aminoacidi ramificati MIGLIORARE LA PERFORMANCE MUSCOLARE: Creatina, Vitamine. Periodo intracompetitivo: GARANTIRE UNA IDONEA IDRATAZIONE: Integrazione di Acqua e Sali minerali GARANTIRE ADEGUATO APPORTO ENERGETICO: Integratori a base di carboidrati GARANTIRE UN BUON ASSORBIMENTO A LIVELLO GASTRO-INTESTINALE: soluzioni ipotoniche in piccole dosi Periodo di recupero: RECUPERO DELLE RISERVE IDRICHE E DI SALI MINERALI: Integrazione di Acqua e minerali REINTEGRO DELLE SCORTE DI GLICOGENO A LIVELLO MUSCOLARE: carboidrati ad elevato indice glicemico AUMENTATA SINTESI PROTEICA A LIVELLO MUSCOLARE: pool proteici, aminoacidi ramificati, glutammina Prendiamo adesso in esame i singoli integratori alimentari che consigliamo di assumere ai calciatori durante gli allenamenti o le partite ed analizziamo nel dettaglio il loro utilizzo in relazione ai vari periodi che abbiamo sopra illustrato. Periodo di recupero: RECUPERO DELLE RISERVE IDRICHE E DI SALI MINERALI: Integrazione di Acqua e minerali Una carenza di acqua è mal tollerata dal nostro organismo: una perdita del 2% del volume dell'acqua corporea totale del nostro corpo altera la termoregolazione ed influisce negativamente sull'efficienza e sulle capacità fisiche; mentre una perdita del 5% comporta il rischio di crampi ed è in grado di determinare una riduzione del 30% della prestazione sportiva; perdite maggiori risultano particolarmente pericolose fino a mettere in serio rischio la vita. A contribuire ulteriormente alla comparsa dei disturbi legati alla sudorazione concorrono anche le perdite dei minerali normalmente disciolti nel sudore, soprattutto sodio e cloro e in misura minore anche potassio e magnesio. La perdita idrica con il sudore può essere stimata dalla variazione del peso corporeo. Anche modesti gradi di disidratazione possono condizionare la prestazione sportiva (da M. Gleeson et al., 1996 mod.), come illustrato nel famoso grafico sotto riportato. L IDRATAZIONE E L INTEGRAZIONE MINERALE NELLA PRATICA SPORTIVA Come abbiamo già visto l'idratazione assume un ruolo fondamentale nei vari momenti dell'attività sportiva e come riassunto nello schema seguente è sempre la prima forma di integrazione indispensabile da apportare sia prima, durante e dopo lo sforzo. Periodo pre-esercizio: GARANTIRE UNA IDONEA IDRATAZIONE: Integrazione di Acqua e Sali minerali Periodo intracompetitivo: GARANTIRE UNA IDONEA IDRATAZIONE: Integrazione di Acqua e Sali minerali È necessario quindi che lo sportivo inizi a bere già prima dello svolgimento dell'attività fisica e continui a farlo anche nel corso della seduta di allenamento o gara, e prosegua il reintegro idrico-minerale nel periodo successivo al termine della prestazione atletica. Per riassumere la replezione di acqua ed elettroliti durante l'esercizio fisico sembra essere il più importante aiuto ergogeno nutrizionale finora studiato ed è raccomandato da ogni esperto di fisiologia dell'esercizio fisico. II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore. 13

GLI INTEGRATORI ENERGETICI Anche questo tipo di integratori sono molto importanti nelle varie fasi che abbiamo visto caratterizzare l'attività sportiva e come si vede nello schema sottostante si trovano al secondo posto come importanza sia prima, sia durante e dopo lo sforzo fisico. PERIODO PRE-ESERCIZIO: GARANTIRE ADEGUATO APPORTO ENERGETICO: Integratori a base di carboidrati. PERIODO INTRACOMPETITIVO: GARANTIRE ADEGUATO APPORTO ENERGETICO: Integratori a base di carboidrati. PERIODO DI RECUPERO: REINTEGRO DELLE SCORTE DI GLICOGENO A LIVELLO MUSCOLARE: carboidrati ad elevato indice glicemico. di almeno 1 ora. La scelta tuttavia deve essere molto oculata, sia in termini di quantità assunta con la normale alimentazione che in termini di qualità (in rapporto all'indice glicemico). Alimento Zuccheri Indice glicemico Glucosio 100 Miele 87 Carote 90 Patate bianche 70 Banane 65 Uvetta 68 Spaghetti di grano duro 56 Cornflakes 85 Riso bianco 70 Alimento Zuccheri Indice glicemico Fruttosio 20 Fagioli di soia 15 Fagioli borlotti 30 Lenticchie 25 Patate dolci 48 Mele 36 Arance 40 Spaghetti integrali 40 Avena 48 La capacità di prestazione atletica, durante un'attività sportiva, risulta compromessa anche dall'esaurimento delle scorte di glicogeno (la forma di deposito degli zuccheri nel nostro organismo), nonché dalla riduzione della concentrazione ematica del glucosio (ipoglicemia). Pancake 66 Pane bianco 76 Riso integrale 60 Pancake integrali 45 Pane integrale 64 PERIODO PRE-ESERCIZIO FISICO: ALIMENTI ED INTEGRATORI A BASSO INDICE GLICEMICO PERIODO POST-ESERCIZIO: ALIMENTI ED INTEGRATORI AD ALTO INDICE GLICEMICO IL FRUTTOSIO La esigua disponibilità di carboidrati a livello muscolare rappresenta certamente il fattore in grado di limitare maggiormente la gran parte delle prestazioni sportive e di condizionare fortemente l'insorgenza del senso di fatica. Allorquando la glicemia si abbassa al di sotto del limite fisiologico dei 70 mg/dl (5,0 mmol/l) si verifica un rapido peggioramento delle capacità di prestazione fisica. Gli integratori energetici di primo piano sono i carboidrati, principalmente per le prestazioni di durata Il fruttosio ha un indice glicemico basso e non causa fluttuazioni della glicemia e dell'insulina. Non deve però essere assunto in grandi quantità infatti il fruttosio è efficace al 50% per il rimpiazzo del glicogeno nei muscoli. Diete ad alto contenuto di fruttosio possono causare anche un aumento di grassi nel sangue e dei livelli di acido urico. Comunque, un po' di fruttosio è sicuramnte d'aiuto, infatti, dopo la digestione, i carboidrati complessi vengono trasformati in glucosio per entrare nel sistema circolatorio: la maggior parte non passa attraverso il fegato, mentre il fruttosio, che è ampiamente metabolizzato, produce glicogeno epatico. 14 II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore.

La piccola quantità di fruttosio che troviamo aggiunta alle bevande è più che sufficiente, senza bisogno quindi di farne grandi assunzioni. L'uso di bevande prevalentemente a base di maltodestrine, zuccheri complessi (polimeri) derivati dal maltosio e costituiti da una catena di molecole di glucosio è essenziale per gli atleti che si allenano tutti i giorni, soprattutto in sport di endurance. Infatti recenti simulazioni del Tour de France, nelle quali gli atleti pedalavano per 5 ore al giorno, hanno dimostrato che i ciclisti non potrebbero rimpiazzare completamente il glicogeno muscolare senza questi tipi di bevanda. Anche nel calcio possono essere considerati integratori indispensabili soprattutto nella fase di preparazione pre-campionato ed in caso di partite ravvicinate. CONSIGLI PRATICI Assumere i carboidrati in piccoli pasti durante tutta la giornata ed a basso indice glicemico nelle ore che precedono allenamento o gara. Utilizzare bevande contenenti prevalentemente polimeri di glucosio, ma anche una piccola quantità di fruttosio. Sorseggiare una bevanda reidratante ai carboidrati con una percentuale del 5-8% durante l'esercizio, con una frequenza di 400-800 ml all'ora, in base all'intensità, alla durata dell'esercizio fisico ed alle condizioni ambientali. La rapidità di assimilazione da parte dell'organismo delle bevande dipende da due fattori fondamentali: la velocità di svuotamento gastrico la velocità di assorbimento intestinale La velocità di svuotamento gastrico è condizionata dalle seguenti caratteristiche dei liquidi ingeriti: il volume il contenuto energetico totale l'osmolarità la temperatura Nella sottostante tabella è illustrato come varia il volume di bevanda che transita attraverso lo stomaco in 20 minuti in relazione alla quantità di sostanze disciolte al suo interno, in questo caso alla percentuale di glucosio. Tipo (% di glucosio) Volume (ml) 0 (acqua pura) 64 5 60 8 55 10 47 15 36 20 20 Nel seguente schema è illustrato invece il meccanismo di assorbimento a livello intestinale, dove si vede che le sostanze vengono assorbite con un processo osmotico passando dal lume intestinale dove normalmente vi è un ambiente ipotonico ai vasi sanguigni dove la pressione osmotica è maggiore. Tuttavia, è comunque importante che le concentrazioni dei soluti non siano tali da rendere la soluzione ipertonica poiché in tal caso si verifica, in corrispondenza della membrana delle cellule intestinali, un'inversione del gradiente osmotico che favorisce un richiamo d'acqua nel lume intestinale. Ciò può determinare l'insorgenza di una sintomatologia caratterizzata da crampi addominali accompagnati da nausea e diarrea, e può contribuire ad una ulteriore riduzione del volume plasmatico con influenze negative sullo stato di idratazione dell'atleta. II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore. 15

AMINOACIDI A CATENA RAMIFICATA (BCAA) Gli aminoacidi a catena ramificata (BCAA - dall'inglese Branched Chai Amino Acids) costituiscono 1/3 delle proteine di tutti i muscoli, sono tre aminoacidi essenziali (Leucina, Isoleucina, Valina) che devono essere assunti con la dieta in quanto il nostro organismo non è in grado di sintetizzarli: si trovano principalmente nelle uova, nella carne e nei formaggi. In condizioni normali, una dieta sana, varia ed equilibrata è già di per se sufficiente a fornire la giusta quantità di questi nutrienti. L'utilizzo di aminoacidi ramificati per ottenere energia pronta e aumentare la forza e la massa muscolare trova un presupposto nel fatto che i BCAA sono preseti soprattutto nel muscolo e avrebbero la capacità di stimolare la sintesi delle proteine muscolari (effetto anabolico). Inoltre, si ritiene che una minore concentrazione di BCAA sia correlata con l'aumentata produzione di neurotrasmettitori a livello cerebrale, fra cui la serotonina, che contribuisce a determinare la sensazione di affaticamento durante i periodi di intenso allenamento. Per questo motivo, dal momento che durante gli sforzi fisici intensi e prolungati si ha una riduzione dei livelli nel sangue di BCAA, si ritiene che l'integrazione dietetica con questi aminoacidi sia in grado di migliorare le risposte fisiologiche e di prevenire i sintomi di affaticamento durante gli esercizi fisici. Nella fase di recupero essendo utilizzati direttamente a livello muscolare incrementano la sintesi proteica favorendo i processi di rigenerazione della fibra muscolare, per cui si consiglia l'assunzione sia prima che dopo l'attività sportiva. Periodo pre-esercizio: GARANTIRE ADEGUATO APPORTO ENERGETICO: Integratori a base di carboidrati, aminoacidi ramificati Periodo di recupero: AUMENTATA SINTESI PROTEICA A LIVELLO MUSCOLARE: pool proteici, aminoacidi ramificati, glutammina Nella Circolare Ministeriale n 8 del 7 giugno 1999 sono indicati i dosaggi consigliati di BCAA la quantità di assunzione giornaliera non deve essere, di norma, superiore a 5g (come somma dei tre ramificati). E' preferibile il rapporto 2:1:1 rispettivamente di leucina, isoleucina e valina ed è consigliabile l'associazione con vitamine B1 e B6 il cui rapporto deve essere tale da fornire, per dose consigliata, una quantità delle medesime non inferiore al 30% della RDA CREATINA La creatina è un derivato aminoacidico con funzione di riserva di fosfati energetici a livello muscolare sintetizzata dall'organismo a partire da arginina, glicina e metionina che va vista come un integratore per particolari esigenze, quali l'aumentato fabbisogno per allenamenti intensi e ravvicinati o la ridotta sintesi. La creatina (Cr) è la molecola che, arricchita da un gruppo fosforico, diventa fosfocreatina (PC), unica fonte di energia di pronto utilizzo per il muscolo (sistema anaerobico alattacido). L'integrazione di creatina è usata nel tentativo di aumentare la forza veloce in quelle prove sportive che derivano la loro energia principalmente dal sistema ATP-CP. CREATINA Acido metilguanidinacetico Apporto esogeno da carne e pesce Sintesi endogena epatica e pancreatica da arginina, metionina e glicina Turnover giornaliero intorno a 2 grammi 95% immagazzinata nel tessuto muscolare scheletrico in prevalenza nelle fibre rapide 60% sotto forma di Creatin Fosfato (CP) CREATINA e prestazione sportiva Numerosi lavori dimostrano che la supplementazione orale di creatina aumenta il pool 16 II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore.

intramuscolare sia nella forma fosforilata che in quella libera fino al 5-7%. Miglioramento performance muscolare nell'esercizio ad alta intensità con aumento della forza e dei tempi di recupero. Riduzione, al termine dell'esercizio ad alta intensità, della concentrazione muscolare di lattato. I vegetariani, i cui apporti di creatina alimentare sono alquanto limitati, avrebbero i maggior benefici dall'integrazione di creatina. Sono state consigliate in passato dosi di 20-30 gr al giorno di creatina, per 4-5 gg che sembrerebbero in grado di far aumentare la concentrazione di C e CP nel muscolo scheletrico. Oggi si consiglia di non superare 6 gr/die. Sono del tutto trascurabili gli effetti sulle prestazioni aerobiche. Alimenti adattati ad un intenso sforzo muscolare soprattutto per gli sportivi (Circolare n. 8/99) 3.Prodotti contenenti derivati di aminoacidi: CREATINA Viene consigliata una dose pari a 4-6 g/die, ma se il trattamento supera i trenta giorni essa non deve essere superiore a 3 g/die. L'etichetta deve indicare che l'uso superiore alle 6-8 settimane richiede il parere del medico e che il prodotto è controindicato nelle patologie renali, in gravidanza e sotto i 12 anni. POOL PROTEICI, AMINOACIDI RAMIFICATI, GLUTAMMINA Periodo di recupero Aumentata sintesi proteica a livello muscolare Incrementare l apporto proteico La parola proteina deriva dal greco proteios e significa di primaria importanza. Le proteine sono indispensabili all'organismo per costituire i propri tessuti, occupano una posizione centrale nell'architettura e nelle funzioni della materia vivente e entrano nella composizione delle cellule. Il fabbisogno proteico giornaliero per un atleta che si alleni regolarmente, indipendentemente dal tipo di sport (potenza o endurance) è aumentato e può arrivare a seconda degli sport praticati fino a 1,7-2,0 gr per chilogrammo di peso corporeo. Anche nel calcio dobbiamo garantire apporti proteici di questi livelli. Talvolta può risultare difficile arrivare a coprire le necessità plastiche proteiche con l'alimentazione per atleti il cui impegno fisico sia regolare e quotidiano. Comunque se vengono assunte quantità eccessive di proteine al di sopra delle capacità di assorbimento vi sarà solo un sovraccarico per i reni ed una intossicazione del sangue. Gli aminoacidi in eccesso vengono convertiti in anidride carbonica e acqua, più una sostanza altamente tossica chiamata ammoniaca. Il corpo si protegge immediatamente trasformandola in urea, che viene espulsa tramite i reni. SUPPLEMENTI PROTEICI Si presentano in tre forme: proteine complete: la caseina ad es., principale proteina del latte; sono tutti polipetdidi (tanti aminoacidi legati insieme). gli idrolizzati, costituiti sottoponendo le proteine a un bagno di enzimi digestivi, dove vengono scissi in aminoacidi semplici: dipetidi (una coppia) e tripetidi (tre aminoacidi). forme libere di aminoacidi, esito della fermentazione di una base alimentare da parte di speciali batteri. Nella fase di recupero post-esercizio fisico si consiglia assumere un pool di aminoacidi essenziali, quelli cioè che l'organismo non è in grado di sintetizzare da altre sostanze e quindi devono essere introdotti già precostruiti con il cibo. La dose (4-10 gr.) varierà chiaramente in base al tipo di lavoro effettuato ed in base alla struttura fisica del calciatore. A.A. ESSENZIALI: ISOLEUCINA LEUCINA LISINA METIONINA FENILALANINA TREONINA TRIPTOFANO VALINA A.A. NON ESSENZIALI ARGININA CISTINA ISTIDINA TIROSINA ALANINA II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore. 17

ACIDO L-ASPARTICO ACIDO L-GLUTAMMICO GLICINA PROLINA SERINA IDROSSPROLINA GLUTAMMINA Non è un aminoacido essenziale, ma è tuttavia estremamente importante per l'atleta: circa il 20% di tutto il pool di aminoacidi circolante nel sangue è costituito infatti da glutammina e si può perciò definire il veicolo più importante per il trasporto di azoto tra i tessuti; è inoltre un substrato fondamentale per l'ammoniogenesi. È ampiamente dimostrato che la glutammina è necessaria alla riproduzione delle cellule del sistema immunitario. Purtroppo questo aminoacido essenziale non può essere prodotto dalle cellule immunitarie; viene prodotto quasi esclusivamente dalle celle muscolari. Il sistema immunitario, però, ne consuma in grande quantità, per cui i muscoli devono continuamente fornirne parecchia. Più pesante è l'allenamento, più forte è lo stress e più alto è il consumo di glutamina da parte dei muscoli stessi, è quindi ormai consolidato che le condizioni cataboliche traumatiche, come gli effetti dell'allenamento intenso, superano la capacità da parte del corpo a produrre glutammina. In tal modo viene a mancare il giusto rifornimento alle cellule sia muscolari che immunitarie, con conseguente perdita muscolare, diminuzione della forza e riduzione dell'immunità. Anche gli aminoacidi ramificati aiutano perché fra le loro funzioni vi è quella di fornire un substrato per la glutammina. Da quanto detto risulta evidente l'utilità di far assumere ai calciatori nella fase di recupero composti a base di aminoacidi ramificati e glutammina. ALTRI TIPI DI INTEGRATORI ANTIOSSIDANTI Una grande quantità di composti, che vanno dai singoli elementi a grandi complessi enzimatici sono utilizzati per proteggere il nostro corpo dall'ossidazione, un danno mediato dai radicali liberi. Questo tipo di integratori può essere utile nel calciatore nel periodo di recupero soprattutto nei periodi di carichi di lavoro intensi e ravvicinati L'esercizio fisico aumenta i processi ossidativi nel muscolo, portando ad un aumento della produzione di radicali liberi e di perossidi lipidici. Dopo l'esercizio sono stati osservati danni sub-cellulari, in parte dovuti all'attacco di radicali liberi. Alcuni ricercatori hanno sottolineato che, dal momento che l'apporto di vitamine antiossidanti potrebbe svolgere una funzione protettiva nei confronti del danno muscolare indotto da allenamenti ripetuti, molto faticosi, svolti magari con aria inquinata potrebbe essere consigliata l'integrazione con queste sostanze. Si dovrebbe rimanere nei seguenti range: Vitamina E da 200 a 800 U.I. /giorno (preferibilmente sotto forma di d-alfa-tocoferolo o come tocoferoli misti), da 15000 a 5000 U.I./giorno di beta carotene, da 0,5 a 2,0 gr./giorno di vitamina C (ascorbato) e da 100 a 250 mcg. di selenio ( preferibilmente come selenite). COENZIMA Q10 Conosciuto anche come ubiquinone, è una serie di molecole coinvolte nella produzione di adenosina trifosfato(atp). Il CoQ10 è noto anche come forte antiossidante e tiene sotto controllo gli effetti danneggianti dei radicali liberi. Il CoQ10 si trova naturalmente nelle membrane cellulari del corpo e fa parte dei mitocondri le centrali energetiche della cellula, ed è un componente importante del sistema di trasporto degli elettroni, è coinvolto in parecchi processi metabolici del corpo umano che potrebbero essere importanti per un funzionamento ottimale del sistema energetico dell'ossigeno Nonostante siano stati pubblicati alcuni studi riguardo agli usi clinici del CoQ10 in cui è stato evidenziato come un efficace aiuto ergogeno per lo sport, queste ricerche presentavano uno o più difetti di metodologia. Ciò nonostante le sue proprietà antiossidanti possono essere di una certa utilità per gli atleti mentre un miglioramento della funzionalità è stato osservato in soggetti affetti da determinate patologie cardiache. È stato proposto l'utilizzo di molti atri tipi di integratori di cui senza però non si trovano in letteratura seri lavori scientifici tali da giustificarne l'utilizzo. Elenchiamo qui di seguito le principali caratteristiche di alcuni integratori di origine naturale il cui utilizzo è molto diffuso anche nelle persone non sportive. Pappa reale É un composto di cui si cibano le api regine, è prodotto dalle operaie addette all'allevamento della covata. 18 II Medico dello Sport - Indicazioni sanitarie per l'integrazione alimentare nel calciatore.