CORSO APICOLTURA 2015



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PAOLO CHIUSOLE & GABRIELE DEIMICHEI CORSO APICOLTURA 2015 FLORA D INTERESSE APISTICO SECONDA LEZIONE ROVERETO - MERCOLEDÌ 18/03/2015 L apicoltore deve oltre che lavorare bene con le api, anche conoscere la flora circostante ai propri alveari. Questo per permettere alle famiglie di provvedere alle necessità alimentari e fornire anche buone produzioni di miele. 1

PRINCIPALI PIANTE SPONTANEE DI INTERESSE APISTICO (in ordine di fioritura) Nocciolo (Corylus avellana) Erica (erica carnea da noi, Erica calluna in Piemonte, erica arborea in Europa meridionale e nord Africa) Salice (salix caprea o salicone, gattice) Tarassaco (Taraxacum officinale, dente di cane, dente di leone) Acacia o, meglio, Robinia (Robinia pseudoacacia) Castagno (Castanea sativa) Tiglio (Tilia cordata e Tilia platyphyllos) Rododendro (Rododedron Irsutum e R. ferrugineum) Edera (genere Hedera, varie specie tra cio la più comune è la H.helix) NOCCIOLO Il Nocciolo costituisce una buona fonte di polline. La sua fioritura molto precoce è la prima ad essere sfruttata a fine inverno dalle api per lo sviluppo delle famiglie e per sostenere le prime covate. 2

ERICA CARNEA L' Erica carnea si presenta come una pianta con fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. Fiorisce fra febbraio e aprile. È pianta perenne e forma dei cuscini fioriti ed ha una buona produzione di miele. SALIX CAPREA I Salici sono presenti soprattutto lungo i corsi d acqua. La sua fioritura precoce (febbraio marzo) contribuisce in modo a volte determinante allo sviluppo delle famiglie. Il suo polline è di elevatissimo valore biologico per le api, che lo raccolgono sotto forma di pallottole giallo arancio, sfumate di rosa. 3

TARASSACO Il Tarassaco è una specie nettarifera e pollinifera particolarmente ricercata dalle api; entra a far parte dei mieli primaverili monofloreali. Il suo miele non sempre è molto gradito da tutti per il sapore ammoniacale. ROBINIA PSEUDOACACIA La Robinia è una pianta molto diffusa in Italia; fiorisce verso la fine di aprile nelle zone più soleggiate, e in maggio-giugno nelle zone più fresche. Le api raccolgono nettare molto chiaro che da miele limpidissimo. 4

CASTAGNO I fiori di Castagno vengono visitati in giugno; il miele di castagno si presenta scuro ed aromatico. Risulta molto ricco di sali minerali. Durante la fioritura le api sono molto irrequiete. TIGLIO Di Tigli ve ne sono diverse specie e si trovano comunemente anche nelle città. Producono nettare aromatico e gradevole specialmente nell Italia centro-settentrionale. 5

RODODENDRO Il Rododendro è diffuso nell arco alpino fiorisce a fine giugno; offre nettare di colore bianco. Il miele ottenuto è fra i più pregiati. Difficile è la produzione di miele per le condizioni climatiche che si trovano in alta montagna. EDERA L Edera fiorisce in tardo autunno; è fonte di nettare e polline molto importante per creare le scorte invernali. 6

PRINCIPALI PIANTE DI INTERESSE APISTICO COLTIVATE (in ordine di fioritura) Sulla Colza Erba medica Girasole SULLA La Sulla è una pianta erbacea perenne che fiorisce da aprile a giugno. Essa si trova su terreni argillosi ed ha un potenziale mellifero molto buono. 7

COLZA La Colza è una pianta perenne o annua con un fusto ramificato. Fiorisce da aprile a giugno ed ha un potenziale mellifero molto buono. ERBA MEDICA L Erba medica è una specie erbacea perenne, è la foraggiera più coltivata in Italia, fiorisce da maggio a settembre ed ha un potenziale mellifero molto buono. 8

GIRASOLE Il Girasole è una pianta annuale con fusto grosso alto fino a 1 o 2 m. Fiorisce tra giugno e agosto e ha un potenziale mellifero variabile a seconda della condizioni climatiche e delle varietà. IMPOLLINAZIONE L utilità del servizio d impollinazione è noto agli agricoltori. Si calcola che la resa delle api in termine di produzione agraria sia 60 volte superiore a quella in prodotti apistici. Le api come insetti impollinatori sono preferite agli altri pronubi perché vivono in grandi colonie e si possono trasportare sulle specie da impollinare. Hanno una funzione fondamentale anche per l impollinazione delle piante selvatiche e per il mantenimento della biodiversità. 9

Recenti studi hanno evidenziato che l impollinazione entomofila raggiunge il suo massimo effetto quando si ha la sinergia tra il lavoro di api e pronubi selvatici. Per questo è necessario salvaguardare il più possibile l ambiente, anche mantenendo aree marginali alle coltivazioni con vegetazione spontanea ove questi possano insediarsi e riprodursi. Le api in un territorio possono esservi portate al bisogno ma i pronubi devono poterci arrivare e viverci autonomamente! Se un giorno dovessero scomparire le api all uomo resterebbero solo quattro anni di vita. Albert Einstein l 84% delle colture europee dipende dall impollinazione degli insetti pronubi 10

Grazie per l attenzione Buona serata 11