CORSO APICOLTURA 2014

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1 PAOLO CHIUSOLE e GABRIELE DEIMICHEI CORSO APICOLTURA 2014 FLORA DI INTERESSE APISTICO SECONDA LEZIONE MORI - MARTEDÌ 11/03/2014

2 L apicoltore deve oltre che lavorare bene con le api, anche conoscere la flora circostante ai propri alveari. Questo per permettere alle famiglie di provvedere alle necessità alimentari e fornire anche buone produzioni di miele.

3 PRINCIPALI PIANTE SPONTANEE DI INTERESSE APISTICO (in ordine di fioritura) Nocciolo (Corylus avellana) Erica (erica carnea da noi, Erica calluna in Piemonte, erica arborea in Europa meridionale e nord Africa) Salice (salix caprea o salicone, gattice) Tarassaco (Taraxacum officinale, dente di cane, dente di leone) Acacia o, meglio, Robinia (Robinia pseudoacacia) Castagno (Castanea sativa) Tiglio (Tilia cordata e Tilia platyphyllos) Rododendro (Rododedron Irsutum e R. ferrugineum) Edera (genere Hedera, varie specie tra cio la più comune è la H.helix)

4 NOCCIOLO Il Nocciolo costituisce una buona fonte di polline. La sua fioritura molto precoce è la prima ad essere sfruttata a fine inverno dalle api per lo sviluppo delle famiglie e per sostenere le prime covate.

5 ERICA CARNEA L' Erica carnea si presenta come una pianta con fusto strisciante a livello del terreno, alta fino a 40 cm. Fiorisce fra febbraio e aprile. È pianta perenne e forma dei cuscini fioriti ed ha una buona produzione di miele.

6 SALIX CAPREA I Salici sono presenti soprattutto lungo i corsi d acqua. La sua fioritura precoce (febbraio marzo) contribuisce in modo a volte determinante allo sviluppo delle famiglie. Il suo polline è di elevatissimo valore biologico per le api, che lo raccolgono sotto forma di pallottole giallo arancio, sfumate di rosa.

7 TARASSACO Il Tarassaco è una specie nettarifera e pollinifera particolarmente ricercata dalle api; entra a far parte dei mieli primaverili monofloreali. Il suo miele non sempre è molto gradito da tutti per il sapore ammoniacale.

8 ROBINIA PSEUDOACACIA La Robinia è una pianta molto diffusa in Italia; fiorisce verso la fine di aprile nelle zone più soleggiate, e in maggio-giugno nelle zone più fresche. Le api raccolgono nettare molto chiaro che da miele limpidissimo.

9 CASTAGNO I fiori di Castagno vengono visitati in giugno; il miele di castagno si presenta scuro ed aromatico. Risulta molto ricco di sali minerali. Durante la fioritura le api sono molto irrequiete.

10 TIGLIO Di Tigli ve ne sono diverse specie e si trovano comunemente anche nelle città. Producono nettare aromatico e gradevole specialmente nell Italia centro-settentrionale.

11 RODODENDRO Il Rododendro è diffuso nell arco alpino fiorisce a fine giugno; offre nettare di colore bianco. Il miele ottenuto è fra i più pregiati. Difficile è la produzione di miele per le condizioni climatiche che si trovano in alta montagna.

12 EDERA L Edera fiorisce in tardo autunno; è fonte di nettare e polline molto importante per creare le scorte invernali.

13 PRINCIPALI PIANTE DI INTERESSE APISTICO COLTIVATE (in ordine di fioritura) sulla (Hedysarum coronarium) colza (Brassica napus) erba medica (Medicago sativa) girasole (Helianthus annuus) varie piante arboree soprattutto, ma non solo, del genere prunus (armeniaca -> albicocco, avium -> ciliegio, cerasus -> visciolo, persica -> pesco, spinosa -> pruno selvatico, prunus -> prugna, ) melo, pero,

14 SULLA La Sulla è una pianta erbacea perenne che fiorisce da aprile a giugno. Essa si trova su terreni argillosi ed ha un potenziale mellifero molto buono.

15 COLZA La Colza è una pianta perenne o annua con un fusto ramificato. Fiorisce da aprile a giugno ed ha un potenziale mellifero molto buono.

16 ERBA MEDICA L Erba medica è una specie erbacea perenne, è la foraggiera più coltivata in Italia, fiorisce da maggio a settembre ed ha un potenziale mellifero molto buono.

17 GIRASOLE Il Girasole è una pianta annuale con fusto grosso alto fino a 1 o 2 m. Fiorisce tra giugno e agosto e ha un potenziale mellifero variabile a seconda della condizioni climatiche e delle varietà.

18 IMPOLLINAZIONE L utilità del servizio d impollinazione è noto agli agricoltori. Si calcola che la resa delle api in termine di produzione agraria sia 60 volte superiore a quella in prodotti apistici. Le api come insetti impollinatori sono preferite agli altri pronubi perché vivono in grandi colonie e si possono trasportare sulle specie da impollinare. Hanno una funzione fondamentale anche per l impollinazione delle piante selvatiche e per il mantenimento della biodiversità.

19 Recenti studi hanno evidenziato che l impollinazione entomofila raggiunge il suo massimo effetto quando si ha la sinergia tra il lavoro di api e pronubi selvatici. Per questo è necessario salvaguardare il più possibile l ambiente, anche mantenendo aree marginali alle coltivazioni con vegetazione spontanea ove questi possano insediarsi e riprodursi. Le api in un territorio possono esservi portate al bisogno ma i pronubi devono poterci arrivare e viverci autonomamente!

20 Se un giorno dovessero scomparire le api all uomo resterebbero solo quattro anni di vita. Albert Einstein l 84% delle colture europee dipende dall impollinazione degli insetti pronubi

21 Grazie per l attenzione Buona serata

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