SCIROEU de MILAN ACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE SOPRAVVISSUTI...

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ACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE SCIROEU de MILAN Anno XV Numero 95 Gennaio/Febbraio 2013 Registrazione del Tribunale di Milano N 789 del 24-12-1999 SOPRAVVISSUTI... Se ci apprestiamo a leggere queste poche righe e a sfogliare le pagine del Sciroeu di gennaio 2013 allora vuol dire che tutte le furbe profezie Maya non si sono rivelate corrette. Infatti, secondo la profezia Maya il 21 dicembre dello scorso anno si sarebbero dovuti verificare alcuni sconvolgenti episodi, più o meno catastrofici, che avrebbero dovuto determinare una sorta di discontinuità con il passato, in senso storico e spirituale, se non addirittura la catastrofe finale! Questo evento viene collegato con il riferimento temporale alla fine di uno dei cicli il b ak tun del calendario dei Maya. Per mera precisione va detto che la profezia in quanto tale, è priva di alcun fondamento scientifico, dovrebbe quindi essere di scarsa credibilità. Ecco perché all inizio dico furbe intendendo per tali le varie manifestazioni presentate attraverso i mass media che sin qui ci hanno accompagnato, parlandoci di questo evento. Convinta della infondatezza di questa profezia è anche Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale che, smentendo queste dicerie ci mette sull avviso di una più concreta realtà, rappresentata dall asteroide 99942 Apophis che nel 2036 potrebbe colpire la terra se, nel frattempo, il gruppo di scienziati che se ne sta occupando, non troverà la soluzione. Per inciso Apophis era un dio egizio e significa il distruttore. Per ora non ci resta che leggerci in santa pace il nostro Sciroeu che, insieme all Accademia del Dialetto Milanese, vi augura un 2013 ricco di salute e di soddisfazioni. Gianfranco Gandini

SOMMARIO EDITORIALE Sopravvissuti... di Gianfranco Gandini PROGRAMMI E SEGNALAZIONI 3 L imbarazzo della giustizia di fronte all arte contemporanea di Francesca Piragine La Terra ha raggiunto i sette miliardi di abitanti di Osmano Cifaldi Luigi Medici da Letteratura dialettale milanese di Claudio Beretta IN CARTA 8 Ricordo di Nino Rota: un grande della colonna sonora di Osmano Cifaldi MILAN... LA COGNOSSI? di Giorgio Moro Visconti Piazza Costantino SCIROEU DE LA PRÒSA Mazzoleni, Villa Vanetti LEGGIUU E SCOLTAA 17 VEDRINA DE LA BOTANICA a cura di Fior-ella Funghi commestibili e tossici N hann faa pesg che Ravetta... di Angela Turola Peirone CUNTA SÙ di Ella Torretta Cav de Marmo de Candoglia SALUTE A MILANO di Filippo Bianchi Il Buono e il Cattivo FIRIFISS 27 1 4 6 7 10 11 12 21 22 23 25 Accademia del Dialetto Milanese Quote annue di adesione del 2013 Soci Aderenti da 35,00 Soci Effettivi da 52,00 Soci Sostenitori da 180,00 SCIROEU de MILAN Sciroeu de Milan è la rivista bimestrale dell Accademia del Dialetto Milanese. La quota può essere versata su Banca Popolare del Commercio e dell Industria Iban IT24H0504801613000000003602 Agenzia 33 via Secchi 2 Milano oppure: C/C Postale N 24579203 Accademia del Dialetto Milanese SCIROEU de MILAN Edito dall Accademia del Dialetto Milanese Bimestrale fondato nel 1999 Reg. Trib. di Milano N 789 del 24-12-99 Direttore: Gianfranco Gandini Fax 02 8266463 ACCADEMIA DEL DIALETTO MILANESE Sede c/o Centro Culturale di Milano Via Zebedia 2-20123 Milano Tel. 3336995933 Fax 028266463 C.F. 97206790152 NAT. GIUR. 12 Presidente onorario: Gino Toller Melzi Presidente: Gianfranco Gandini Vicepresidente: Mario Scurati Consiglieri: Ella Torretta - Segretaria Edoardo Bossi Mario Scurati Lucio Calenzani Redazione: Edoardo Bossi, Gianfranco Gandini, Gino Toller Melzi, Ella Torretta, Marialuisa Villa Vanetti E-mail: redazione-sciroeu@libero.it Hanno collaborato a questo numero: Filippo Bianchi, Osmano Cifaldi, Fior-ella, Francesca Piragine, Angela Turola Peirone, Giorgio Moro Visconti Realizzazione e disegni di: Marialuisa Villa Vanetti 2 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013

PROGRAMMI APPONTAMENT E MANIFESTAZION: Sabato 12 gennaio h. 15.30 Sciroeu di Poetta c/o C.A.I. Milano - Via Duccio di Buoninsegna 21 Sabato 2 febbraio h. 15.30 Sciroeu di Poetta c/o C.A.I. Milano - Via Duccio di Buoninsegna 21 ATTENZIONE IMPORTANTE Manifestazion di amis ADA LAUZI I AMIS DE LA POESIA ogni terzo lunedì del mese alle 15.30 presso la Sala Bleu della Parrocchia di San Protaso, via Osoppo 2 - Milano Le riunioni del Sciroeu di Poetta si terranno presso il C. A. I. MILANO VIA DUCCIO DI BONINSEGNA 21 Come di consueto il Sciroeu di Poetta inizia alle 15,30 Vi aspettiamo numerosi e con molte poesie El Pontesell Biblioteca Fra Cristoforo via Fra Cristoforo 6 - Milano dal 8 ottobre 2012 al 27 maggio 2013 XV Corso di Lingua e Cultura Milanese strutturato su due percorsi con cadenza quindicinale il Lunedì dalle 17.00 alle 19.15 Docenti: Paola Cavanna, Gianmaria Ferrari, Gianfranco Gandini, Bianca Mancuso, Pietro Passera, Mario Torchio con la partecipazione di altri esperti. Informazioni telefoniche dalle 17,00 alle 19,00 02 89530231-02 88465806-02 26145172 dal 25 ottobre 2012 Ella Torretta ha ripreso le conversazioni Freguj de milanes quindicinalmente il giovedì alle 15.30 ed alle 16.30 Scrivemm in milanes Humaniter - via S. Barnaba, 48 - Milano da Ottobre Gino Toller Melzi conversazioni Storia di Milano il giovedì dalle 16.30 alle 17.30 UNITRE - via Ariberto 11 - Milano RADIO MENEGHINA Radio Meneghina, è diretta da Tullio Barbato, trasmette 24 ore su 24 in FM sulla frequenza 91.950 megahertz. Produce settimanalmente 112 programmi presentati da 136 conduttori. Trasmette diverse ore al giorno notiziari, i principali alle 12.00, 13.20, 19.00 ai quali collaborano Luca Barbato, Giovanna Ferrante, Michaela Barbato e Lorenzo Barbato. Approfondisce ogni materia nella fascia della università (15.00). Radio Meneghina è l emittente che riserva il maggiore spazio alla produzione dialettale di canzoni, poesie, prose, specialmente negli orari del Milanese (12.30). Radio Meneghina: Via Biancardi 6 Milano - Tel-Fax 02 48518913 - e-mail: segreteria@radiomeneghina.it Si ascolta anche via Internet: è sufficiente sintonizzarsi con il sito dell emittente www.radiomeneghina.it Sciroeu de Milan -Genar/Febrar 2013 3

ACCADEMIA L imbarazzo del giurista di fronte all arte contemporanea di Francesca Piragine Ogni qualvolta ci si accinga a discutere del complesso rapporto tra arte e diritto si è costretti inevitabilmente a constatare che, nonostante entrambe rappresentino espressioni di civiltà, i due mondi non sono vicini di casa. Arte e diritto sono universi immensamente distanti che parlano lingue difficilmente riconoscibili. Ambiti che si informano a principi così poco conciliabili tra loro da considerarsi in molti casi addirittura antitetici. Non sono necessarie competenze specifiche in nessuno dei due settori per comprendere che l arte non accetta limiti e che il diritto si alimenta di quelli. Ciò non esclude che le due fenomenologie possano intrecciarsi, che tra loro possa crearsi un contatto. Anzi, questo è inevitabile nel momento in cui si accendono conflitti che fanno ingresso nelle aule giudiziarie e che mettono a dura prova le abilità interpretative dei giudici, oltre a stimolare vivaci dibattiti tra operatori del settore e in molta opinione pubblica. Il diritto è interessato all arte e cerca, sempre più a livello internazionale, di regolarne i molteplici risvolti. Tra questi ve n è uno sicuramente prioritario: si tratta della qualificazione giuridica dell opera d arte contemporanea. In Italia, le questioni che ruotano intorno all identità di una creazione artistica e all esclusiva della sua paternità rientrano nella disciplina del diritto d autore, un istituto giuridico che trova il suo fondamento normativo nella L.633/1941 ma che ha origini molto lontane nel tempo. Fin dai primi articoli del testo legislativo appare evidente che l arte alla quale il legislatore si riferisce è quella classica, quella che si conforma ai concetti di artista-soggetto e di operaoggetto, quella incentrata sulla relazione tra ideazione ed espressione materiale che la realizza. Questo principio, che ha la sua genesi nella Convenzione di Berna del 1886, è confermato in modo inequivocabile, dalle modifiche normative che la L.633 ha subito negli ultimi decenni. L intento della normativa italiana (simile a quella di molti altri paesi europei) non è quello di tutelare l idea in sé, ma l intuizione estrinsecata e manifestata nel supporto che la contiene, nel prodotto che la materializza. La conseguenza di ciò è che il diritto tutela solo opere originali e autentiche; ove difettino tali requisiti non esiste opera d arte, non esiste tutela. La legge sul diritto d autore si riferisce esclusivamente alle opere dell ingegno di carattere creativo garantendo diritti morali ed economici al suo autore. Per quanto riguarda le arti figurative, essa elenca a titolo esemplificativo le opere della scultura, della pittura, dell arte del disegno, dell incisione e delle arti figurative similari compresa la scenografia; l oggetto di tutela è sempre un idea materializzata in qualunque forma espressiva, mai un idea tout court. Come qualificare, allora, tutte quelle espressioni creative che esulano dal supporto materiale e che sempre più caratterizzano il panorama artistico contemporaneo? Il dibattito, ponendo l attenzione sui concetti di idea e di forma, è di natura filosofica ancor prima che giuridico. A ben vedere, già a partire dalle prime opere concettuali si riconosce valore artistico alla sola idea espressa. E si giunge ad accettare che tale idea possa non essere contenuta stabilmente in un supporto. Se pensiamo alle Zone di sensibilità pittorica immateriali ideate da Yves Klein negli anni Cinquanta, non possiamo che concludere che l artista francese non voleva rappresentare oggetti, ma l assenza di essi. Egli voleva che si sperimentasse il Vuoto. E lo vendeva in spazi cittadini, in cambio di oro, che poi, per ripristinare una sorta di ordine naturale gettava nella Senna. Tino Sehgal, Turbine Hall, Tate Modern, Londra 4 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013

ACCADEMIA E così sorge spontaneo chiederci: è lecito parlare di opera-oggetto nei confronti di tutte quelle creazioni artistiche caratterizzate da uno stretto legame con l ambiente che le ospita e che sono comunemente conosciute come site specific? E che dire delle forme d arte contemporanea come gli happening e le performance? Dove sta il supporto, dove la materia nei tableaux vivants con cui Tino Sehgal mette il pubblico di fronte a situazioni insolite interpretate da attori, ballerini e persino dagli stessi spettatori? Le performance, in particolare, sono una delle manifestazioni contemporanee più interessanti. Si tratta di pratiche artistiche che coinvolgono il corpo dell artista e spesso anche quello dello spettatore. Esse creano un impatto immediato. E si manifestano come azioni che si svolgono nel tempo e nello spazio innescando una relazione tra artista e pubblico: tutto è incentrato sul processo che diventa esso stesso l opera. Spesso la performance viene utilizzata come strumento per denunciare un fenomeno o una situazione di degrado. Il performer Augusto de Luca nell estate del 2011 trasforma le vie di Napoli, piene di buchi, in un campo di golf per denunciare il pessimo stato dell asfalto. Rispetto all imbarazzo del diritto di fronte a tali espressioni creative poco clamore farebbe oggi il caso Brancusi. Negli anni Venti l artista si vide coinvolto in una lite giudiziaria volta a far riconoscere come opera d arte il suo Bird in Space, un manufatto in bronzo dalle forme altamente stilizzate. Al noto scultore, che sbarcava a New York in compagnia di Duchamp e della sua opera, non fu applicata dal funzionario della dogana l esenzione del dazio per le opere d arte. La sua scultura non era stata riconosciuta come opera d arte. Brancusi intentò una causa e la vinse perché i giudici, nonostante nel tariffario doganale mancasse un criterio di qualificazione delle opere artistiche, riconobbero in quello strano oggetto, che poco assomigliava ad un uccello, una materia e in Brancusi il suo autore. C era il supporto, c era l artista e il collegamento tra l opera e l ideazione dell artista. Non così per moltissimi casi giudiziari odierni, alle prese con un arte che si spinge in modo sempre più deciso verso la smaterializzazione dell opera. Di fronte a queste tendenze dell arte contemporanea l attività interpretativa spesso non è sufficiente, non basta a colmare le lacune giuridiche; così che lentamente si fa strada un nuovo diritto d autore che accolga i principi della dottrina d oltreoceano, più incentrati sul potere discrezionale del giudice. Parallelamente si prende atto che la disciplina del diritto d autore, pur estesa ed estensibile, non può snaturarsi e sconfinare in qualcosa di totalmente diverso. Se il diritto rimane un po spiazzato, non altrettanto vale per l arte che evolve in nuove sperimentazioni e inventa anche gli strumenti per sopperire ai vuoti legislativi e alla rigidità delle categorie giuridiche. Così, ad esempio, per garantire la venuta in essere di una performance artistica si usa filmarla o registrarla e si può ricorre alla figura del notaio che ne certifica l autenticità. Comunque la si voglia affrontare, la questione è complessa e necessita di un confronto tra giuristi e ope- Bird in space, Constantin Brancusi ratori del settore. Un dato, però, è incontestabile: l arte non si ferma, in quanto espressione dell intelletto e dell animo umano essa è, e vuole, rimanere libera. Il diritto ha il dovere di comprenderla, proteggerla e garantirne le sue molteplici forme espressive. Deve correrle dietro ma fatica e arriva sempre in ritardo. Non potrebbe essere diversamente. Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013 5

ACCADEMIA La Terra ha raggiunto i sette miliardi di abitanti All orizzonte una razza d immortali verso i 130 anni di vita di Osmano Cifaldi Il 31 ottobre scorso è nata in India una bimba, la sette miliardesima abitante di questa nostra vecchia Terra. La bambina numero sette miliardi è una attribuzione dell Ufficio demografico dell ONU. La popolazione mondiale tocca un nuovo record e le previsioni parlano di un otto miliardesimo pargoletto che nascerà fra il 2025 ed il 2030. La vita media in Europa (Russia a parte), USA, Canadà, Australia, Giappone, Nuova Zelanda, ha superato ormai gli 80 anni, mentre in Africa è di poco più di 50 anni, nelle rimanenti parti del mondo è dai 65 ai 70 anni. Ma ci siamo mai chiesti che probabilità di vita avrà quel piccolo essere umano nato in questi giorni? Il desiderio di Prometeo, che contro il volere degli Dei aveva voluto liberare l uomo dalla ineluttabilità della morte, sembra realizzarsi. Nel silenzio dei laboratori di biogenetica molecolare dei principali istituti scientifici d Europa, USA e Giappone i ricercatori frugando tra i geni delle cellule hanno forse trovato il modo di allungare la vita in maniera sorprendente. Senza vendere l anima al diavolo il mito di Faust sta realizzandosi. La rivista americana Science sostiene che l aumento della vita media marcia a un ritmo di un anno ogni cinque anni. E questo ci fa pensare di raggiungere fra 50 anni il livello, impensabile fino a ieri, del secolo di vita media e nel 2120 i 130 anni di vita. Si sta quindi per profilare la costruzione di una razza d immortali in grado di vivere molto più a lungo della vita media attuale. Le vicende dei Patriarchi della Bibbia che raggiungevano età incredibili come Matusalemme che si spense a 989 anni, sembra riproporsi sorprendentemente. E pensare che 5.000 anni fa la vita media era di 18 anni. In epoca romana si raggiungevano a malapena i 40 anni. Mille anni fa la vita media era calata a 27 anni. Sul finire del secolo scorso raggiunse i 50 anni. Un progresso che sbalordisce che molto dipende dalle migliorate abitudini igieniche, una qualche salubrità ambientale, regimi alimentari più accorti, terapie mediche innovative e prevenzioni. Però non si rimane poi tanto indifferenti all influenza della preghiera e della meditazione. Infatti i religiosi, i pensatori, gli artisti, i letterati, in genere vivono più a lungo delle altre categorie di persone. Ma la lotta contro l invecchiamento è condotta soprattutto nel campo della ricerca scientifica che fa aumentare gli strumenti per riparare i danni di un corpo e di un cervello che accusano l usura del tempo. Così come l impiego delle cellule staminali che potrebbero servire a produrre cellule da reintrodurre nell ammalato colpito da patologie degenerative come l Alzheimer, il parkinson, la cirrosi epatica, la sclerosi multipla, l artride reumatoide, la tetralgia, la polio, la SLA. Dunque sono ormai alle porte i cuori artificiali alimentati da minuscole batterie, i fegati ritagliati da donatori viventi e poi trapiantati, orecchi bionici e trapianti di diversi organi eseguiti contemporaneamente, ossa di ricambio realizzate con coralli, lenti intraoculari e microchip per ridare la vista, piastre di titanio per sostituire parti del cranio, giunture di plastica e speciale metallo per rimpiazzare gomiti, ginocchia, spalle e dita. Siamo alla vigilia di considerare la vecchiaia in modo nuovo evitando di basarla, come è all oggi, esclusivamente su leggi strettamente fisiche. Il tempo, considerato il vero elemento dell invecchiamento, potrà presto diventare un fattore relativo. Fermi restando i fattori frenanti l allungamento della vita media, cioè il fumo, l alcol, lo smog, le radiazioni, i rifiuti industriali ed il mal controllo dell alimentazione. Ma come si potrà vivere ancora più a lungo non tenendo in gran conto questi moderni Cavalieri dell Apocalisse? 6 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013

Luigi Medici ACCADEMIA da LETTERATURA DIALETTALE MILANESE di Claudio Beretta Così ci introduce il prof Claudio Beretta nella sua Letteratura, alla figura del Medici, Luigi Medici è nato a Milano nel 1888, da antica famiglia milanese. Dopo il ginnasio e il liceo, compiuti presso il Parini, si laurea in legge nel 1912 all Università di Pavia. Partecipava come soldato semplice, nel 1915, alla prima guerra mondiale. Nel 1916 sposava Felicita Incisa di Macerana. Nel 1920 si laurea anche in Filosofia alla regia Accademia Scientifico-Letteraria di Milano e, per un decennio insegnò filosofia ai licei Manzoni, Dante e al Calchi-Taeggi. Esercitò contemporaneamente per oltre un trentennio la professione di avvocato negli studi del Prof. Porro, dell avv. Foà (dove assistette Umberto Giordano, Ruggero Ruggeri, Betrone, la Melato ed ebbe a discutere su questioni di diritto con Carnelutti).... MÌ SONT LA MARTESANA Mì sont l acqua manzoniana che ven giò dal Resegon; el sent nò che odor de bon de Brianza bonna e sana?! El sent nò che odor de breva ciara e fresca e de tivan che ghe pòrti giò a Milan? Che la gòda che la beva!... Sont on brasc de l Adda veggia de quell ramm del Lagh de Còmm el sent minga quanti nomm de memori in l acqua freggia? Pescarenigh, Renz, Lusia, Fraa Cristofen, Fraa Galdin Lecch che truscia e l San Martin che l ghe sta de sora via...! Brivi, nid de filandér cont in coo i ragger d argent; Trezz sui sbroff de la corrent che se sfrangia tra i ceppér; Vaver ciar, col Melz in sogn, e Leonard e la Gioconda tutta bella fresca e tonda nel smerald di sò marogn; IO SONO LA MARTESANA Sono l acqua manzoniana che vien giù dal Resegone; non sente che buon odore di Brianza buona e sana? Non sente che odore di breva chiara e fresca e di tivano che porto giù fino a Milano? Che la goda, che la beva!... Sono un braccio dell Adda vecchia, di quel ramo del lago di Como non sente quanti nomi di memorie in quest acqua fredda? Pescarenico, Renzo, Lucia, Fra Cristoforo, Fra Galdino, Lecco che si affanna e il San Martino che lo sovrasta! Brivio, nido di donne della filanda con in testa le raggiere d argento; Trezzo sugli spruzzi della corrente che si sfrangia tra i ceppi di rocce; Vaprio chiaro col Melzi in sogno, e Leonardo e la Gioconda tutta bella fresca e tonda nello smeraldo dei suoi stagni; Continua a pag. 20 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013 7

IN CARTA Quando si è certi dei propri mezzi, quando non si teme ma si rispetta, quando l unione fa la forza e... voilà, a dispetto di chi vuole che la lingua milanese sia in estinzione nasce un opera ricca di una particolare forza emotiva che incuriosisce, coinvolge, attanaglia. Enrica e Paola entrano in competizione ma solo apparentemente tra loro perché in realtà El Diavol e l Acquasanta rappresenta più una sfida verso se stesse, rivolta all intimo di ciascuna. Prendo in prestito l incipit della presentazione di Bianca Mancuso Paola ed Enrica, due gemme di diverso colore ma ugualmente preziose e racchiuse nello stesso scrigno... Bellissimo concetto che mi permetto di ampliare considerando lo scrigno non solo il libro che racchiude le liriche delle due Poetesse ma anche el nòst bell parlà in lengua milanesa da doe se pò trà foeura qualsesia forma de poesia, e de prosa. Ed è attingendo da questo scrigno che Paola Cavanna ed Enrica Cortellezzi Parmigiani hanno dato vita al loro scrigno personale. Le radici di un albero rappresentano per l albero stesso il suo ieri, l oggi e il suo domani. Ai mè gent de ier d incoeu e de doman È con questo concetto che Anna Maria Radice ci introduce nel suo RADIS, una raccolta di liriche che scaturiscono dalla fantasia e dalle emozioni e dalle esperienze della poetessa che, da diverso tempo, frequenta il Laboratorio di Poesia tenuto da Paola Cavanna, in seno al Pontesell. Un altra dimostrazione che il nostro dialetto, che purtroppo fatica ad assurgere al rango ben meritato di lingua, è vivo, parlato e scritto da una pluralità di persone, tale da far ben sperare nel suo mantenimento futuro. L augurio e lo sprone ad Anna Maria è di non fermarsi ma di guardare al futuro, come lei stessa indica rivolta ai sò gent, per regalarci ancora una sua silloge in lingua milanese. 8 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013

IN CARTA A vottant ann, succed, l è minga on cas, che on òmm el sia stracch de pessegà, però Tì t el see ben, l è on stracch che pias!! È così che Antonio Dossena, socio effettivo ed ex consigliere della Accademia del Dialetto Milanese, la pensa sul raggiungimento degli ottant anni. E lui, Antonio, tutto pensava fuorché di vedere raccolte le sue liriche in un libro che titola Voraria vess farfalla che i suoi cari a mo di sorpresa e di regalo per il suo compleanno gli hanno fatto trovare, tantè che lui, Antonio, che con la penna ha sempre dimostrato dimestichezza, ha tradotto la sua emozione in un sonetto: Grazie per el librètt L è stada verament ona sorpresa vedè el librètt de la Farfalla, e pensà che sta vòstra impresa, el sia pròppi cas de cinquantalla. On idea nassuda senza pretesa, e senza che sia trepanaa ona cialla, che m ha faa piasè e hoo ben compresa, missa lì con tant de martingalla. L è inscì che gh hoo avuu l ispirazion che la m haa suggerii de fà sto sonett, cont i oeucc velaa d on gran gotton. Pur cont el coeur ben sgonfi de dilètt, e ringraziav, con gioia e commozion, per la Farfalla che vola sul librètt! Grazie Antonio per le tue liriche che non debbono assolutamente fermarsi agli ottant anni ma che devono proseguire per altri......t anni!!!! La Redazione XXXVIII concorso di poesia in dialetto lombardo Francesco De Lemene È indetto il concorso di poesia dialettale al quale è possibile partecipare con una sola poesia che dovrà essere indirizzata a Compagnia Dialettale I SOLITI, Segreteria del Premio F. DE LEMENE Via Roma 9-26836 Montanaso Lombardo (LODI) La poesia non dovrà superare i 30 versi La scadenza è fissata per il 10 FEBBRAIO 2013 Per ogni ulteriore informazione Tel. 0371 68590 oppure cecuferrari@tiscali.it Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013 9

ACCADEMIA Ricordo di Nino Rota: un grande della colonna sonora di Osmano Cifaldi Nino Rota, il prolifico musicista milanese a cent anni dalla nascita; per almeno 40 anni ha creato le colonne sonore di 150 film ottenendovi un successo strepitoso. Non solo. Il maestro Rota compose pure musica da concerto, per opere teatrali e musica sacra per oltre 300 titoli. Chi non ricorda lo splendido sonoro musicale che accompagnava i film di Fellini e Visconti quali La dolce vita - la Strada - Otto e mezzo - I vitelloni - ed Il Padrino di Francis Coppola con cui vinse nel 1975 l Oscar per la migliore colonna sonora? Fu un compositore precoce. Appena dodicenne compose l oratorio L infanzia di Giovanni Battista che i critici definirono frutto di un piccolo genio emulo di Mozart. Rota respirava la musica e si nutriva quotidianamente della stessa assieme al suo compagno di Conservatorio Giancarlo Menotti. I due prodigiosi giovani erano ormai considerati Rota come il nuovo Beethoven e Menotti come il novello Mascagni. Le strade dei due maestri si congiunsero in America nelle aule dell Istituo Musicale di Philadelfia, ove perfezionarono i loro studi sotto l aulica protezione di Arturo Toscanini. Le colonne sonore di Rota nascevano durante scrupolosi e lunghi colloqui con i registi i cui film una volta terminati, li visionava solo dopo che la sua musica vi era stata definitivamente inserita. Il maestro milanese fu il più rapido e armonioso compositore moderno che si conosca. Disinvolto padrone della tastiera, trasferì con incredibile scioltezza la sua scintilla creativa al pianoforte come rapito dalla sua musa. Visse tra Bari - Roma - Milano. Nella città lombarda frequentava il salotto di Emilio Cecchi ove incontrava e si confrontava con i letterati Ungaretti e Moravia. A Bari fu per lungo tempo direttore del Conservatorio di musica Niccolò Paganini ove scoprì una giovane promessa che in seguito diventò un talentuoso direttore d orchestra: Riccardo Muti. Nino Rota fu un convinto divulgatore della musica perché, sosteneva, si rivolge a tutti, poveri e ricchi, potenti e umili, felici ed infelici. La musica fu per il grande Rota un misterioso privilegio elargito all animo umano come un solenne, potente ed esaltante messaggio al senso del bello. 10 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013

ACCADEMIA MILAN... LA COGNOSSI? a cura di Giorgio Moro Visconti Piazza Costantino di Giorgio Moro Visconti Noi, dunque, Costantino Augusto e Licinio Augusto abbiamo ritenuto di accordare ai cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità. Se c è una parola che può sintetizzare una fondamentale aspirazione del mondo questa è la tolleranza religiosa. A Palazzo Reale di Milano dal 25 ottobre 2012 al 17 marzo 2013 la mostra Costantino 313 d.c., a cura di Paolo Biscottini e Gemma Sena Chiesa, che ha curato il catalogo (ed. Electa, 2012) e scrive: Una mostra d archeologia e d arte, per non essere effimera, deve potersi confrontare con la storia e ridarci il senso del passato. È proprio attraverso le opere reali, gli oggetti e le immagini, che riusciamo a comprendere meglio avvenimenti, persone, ideali di un mondo che non sempre gli storici possono trasmetterci nella sua complessità. Seguendo dunque il racconto storico, ma riproponendo anche i segni dell arte, della società e del vivere quotidiano, i capolavori radunati nella mostra Costantino 313 d.c. ci consentono di riflettere su una data, il 313 d.c., che ha in sé il significato di una prodigiosa svolta tra mondo antico e post-antico; su una città sede imperiale, Mediolanum; ma anche sulla nuova Roma dell età costantiniana; su un simbolo, il Cristogramma, che evoca il nome di Cristo vincitore della morte; su due personaggi imperiali di straordinaria grandezza storica, Costantino ed Elena. Nello stesso tempo la mostra vuole documentare, attraverso gli oggetti reali, due mutamenti epocali della storia: la diffusione del cristianesimo nell Impero romano e l alba di una nuova Europa ben testimoniata dai percorsi europei di Costantino (dall Illirico alla Britannia, da Treviri a Milano e Roma) e caratterizzata da una unità culturale mai più ripropostasi. L arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola, scrive che Costantino fu una figura complessa- detestato dai pagani e guardato con diffidenza dai cristiani - vittima di letture contrapposte, fin da quando era ancora in vita. La figura di Elena, invece, cui viene dedicata un intera sezione della mostra, fu da subito un fulgido esempio di grandezza umana e cristiana. Per come seppe coniugare potere e santità, la sua vicenda potrebbe a buon diritto rientrare nell elenco delle donne forti della Bibbia. La piazza milanese dedicata a Costantino è all incrocio di via Padova. Raffaele Bagnoli, nella sua opera Le strade di Milano, 1970, pag. 412 (a proposito, nessuna via gli è stata dedicata) scrive sul citato celebre editto del 13 giugno 313: La nostra città lega il proprio nome a questo grande atto che mutò la condizione dei cristiani, restituì al debito onore il culto al vero Dio, bandì l esilio e le persecuzioni lasciando piena libertà di fabbricare chiese... Dall originale del monumento in marmo di Costantino, che campeggiava nella gloria del Campidoglio, fu tratto nel 1937 il gesso per la fusione in bronzo della bellissima statua che si eleva dall alto basamento al centro del pittoresco e suggestivo sagrato della Basilica di San Lorenzo. L inaugurazione di questo monumento era destinata a suggellare con una delle consuete parate, le manifestazioni del bimillenario Augusteo ed a consacrare i lavori di isolamento dell antica insigne basilica, promossi da Mussolini con il concorso della Società Edison. Ma il precipitare degli eventi ritardarono lo scoprimento di quel monumento che inopinatamente e, di nascosto, venne privato della iscrizione laudativa posta sul basamento; quindi rimase coperto e celato in un grande cassone di legno. Continua a pag. 26 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013 11

SCIROEU DE LA PRÒSA Compliment tra la Terra e la Luna Augusto Mazzoleni Notaben: Nel calendari del Sciroeu, de l Accademia del dialett Milanes, se ricorda per la domenica del 6 de magg de st ann 2012, ona Santa Giuditta e insèma che a nòtt ghe sarà la Luna pièna. De fatt quella nòtt la Luna l ha daa on gran spettacol. Per on fenòmen che capita de rar in di ann, sta vòlta la Luna l era nò domà al perigeo, ma la pareva pussee granda, gròssa e luminosa, come ne aveven parlà prima i giornai e la TV. Istessa de come tanti hann poduu sincerass ai finester de cà soa, indoe la pareva quasi voress andagh denter. Quei però che gh hann nò domà i oeugg bon, ma anca i oregg long assee, hann poduu scoltà quella nòtt ona question tirada in pee da la Luna con la Terra, che mi speri de riferì in manera giusta. La Terra: In sta nòtt de santa Giuditta, cara Luna te see stada pròppi meravigliosa e serom tucc a vedet, anca perchè fòrsi t èmm sentida quasi visina in d on moment tanto difficil de la stòria nostra e te ringrazi. La Luna: On moment, on moment! Mi voeuri nò e podi nanca entragh in di affari voster. Quella l è stada na circostanza eccezional, pussee vostra che per mì, che però m ha interessada, per capì quaicoss de pù de vialter e savè se quella Santa l era quella che l ha tajaa la testa de l Oloferne, quel general del Nabucodonosor che l assediava la soa città. L avii fada santa quand gh è rivaa quell alter fenòmen del femminism che l ha portaa adèss tucc i dònn a solidarizzà con lee o magari per vorè celebrà anmò i centcinquant ann de l unità d Italian? La Terra: Nò, nò, cosa te diset? La Santa del calendari l è stada on altra persona e martire che i Fedel voeuren onorà. Quella de l Oloferne l è già stada ricordada da la Bibbia che parla de la soa impresa in d on librett canònich del Pentateuco. La Luna: Ben, ben, son contenta de avèl ciarì anca perchè mi pòdi nò solidarizzà perchè son minga ona dòna, ma me pias nò la violenza e anca perchè ormai in di voster poesii e canzon, tucc i poetta, scrittor e artisti parlen de mì al femminil e me domanden: Ste fee ti Luna in ciel? Ti silenziosa Luna? Ti solinga eterna peregrina.ti te seet forsi s el var el viver noster e el tò? Gioinetta immortal fortunada te see Vergin e vereconda Luna; e anmò Amisa Luna, Luna d argent, Luna rossa Intatta Luna. (che ormai l è on fals) Quel voster Giacom Leopardi me tira sempr in ball in di sò composizion ch hinn minga proppi allegher ma tanto immaginos; però el podeva nò savè che intatta adèss son pù, dopo che avii stampaa i voster pedan mortai sul mè terrén, senza nanca fà nètt prima de andà. E a sto propòsit devi proppi dìt caro globo terrestre che voraria riavegh la mia veggia e antiga pas e solitudin dopo che i vòster missili, astronavi e stazion spazial me l hann distrutta. Sii staa poeu anca tròpp curios in del giramm dedree per vedè anca l altra mia faccia scura che tegnevi ben nascosta cont el giramm nel temp istess del voster dì! Gh avevov de savè che ognidun gh hà i sò difètt, che ghe pias minga de mostrà. Ma pòrca l òca, inveci de rispettà el mè pudor e riservatezza, vun de quei faccia de tòlla l ha ciappà el vizzi de vorè vedè anca el mè, d on lato b. Con la scusa de cercà e cattà sù i campion per studià come son fada sii adree andà foeura de proposit e diventà noios, tant che mi ve domandi de stamm pusse lontan, come dis la canzonetta ch el Renzo Arbore, de tant in tant el canta anmò: Stammi più in laaa, stammi più in laaa haaa Dovii capì che me fà bisogn d avegh de l alter spazzi, dopo che avii infestaa quel che Natura l ha miss fra de nun e che vialter avìi impienii de ròbb d ogni sòrta ch hinn oramai diventaa spazzadura spazial, che podarien anca borlà giò sora de mi. Ve domandi allora de cercà, d ora in avanti de robam pù el mè spazzi, de mett pù i voster pedann in de mi, e a bon cunt de minga lassà chì i voster scart quand andee via, e de fà semper pulizia. La T.: Cara Luna ti te gh heet anca di reson, ma te gh hee 12 Sciroeu de Milan - Genar/Febrar 2013