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Ecco qui ci ritroviamo tutti insieme lavoriamo non è semplice pensare e le idee riordinare che articolo scriviamo? con che disegno lo illustriamo? ma poi pensa e poi ripensa finchè l idea ti accontenta e allora scrivi in un baleno poi prepari un bel disegno e sei alfine soddisfatto del lavoro che hai fatto e così che collaboriamo e la redazione noi formiamo Enzo, Katia, Lorena, Marta, Christine più Dario siamo e un bel gruppo noi formiamo! la Redazione Introduzione Eccoci qua! Quest anno, dopo aver dedicato il giornalino dello scorso anno al 150 anniversario dell unità d Italia, abbiamo pensato di scrivere della nostra Brianza e dei paesi che la formano; i paesi dove noi abitiamo e che lasciamo tutte le mattine per raggiungere la cooperativa Penna Nera dove trascorriamo la giornata facendo tante attività interessanti e dove svolgiamo dei piccoli lavori di assemblaggio. Non tutti tra noi sono nativi di questi paesi e se noi lo siamo a volte non lo sono i nostri genitori che qui sono arrivati dai loro paesi di origine e qui hanno trovato lavoro.

Ci piace ricordare che questa nostra terra era terra di contadini che conoscevano il duro e faticoso lavoro dei campi, l allevamento dei bachi da seta e che poi si sono trasformati in piccoli artigiani del legno e poi in industriali costruttori di mobili, di tessuti e in florovivaisti per allestire le ville dei benestanti milanesi che nella verde, bella Brianza venivano a villeggiare. - Contadino - dice un saggio proverbio - scarpe grosse e cervello fino - e proprio questo hanno dimostrato gli abitanti di questa piccola zona della Lombardia che hanno cambiato il loro modo di vivere e hanno reso questa terra una delle zone più ricche d Italia. Questo è avvenuto soprattutto dopo la seconda guerra mondiale quando la città di Milano semidistrutta dai bombardamenti aveva bisogno di essere ricostruita e, dopo aver ricostruito le case, bisognava arredarle ed ecco che i nostri artigiani diventano industriali e i mobilifici dei nostri paesi si moltiplicano e si trasformano in piccole e medie industrie. Questo fa si che la Brianza diventi la terra che noi conosciamo. La Brianza però è anche ricca di storia, i suoi paesi sono ricchi di ville signorili, e questo ci è piaciuto ricercare per informarci ed informarvi di quello che noi abbiamo scoperto con grande piacere. Sulla cittadina di Mariano Comense abbiamo già scritto sul giornalino dell anno scorso; ora perciò vi racconteremo degli altri paesi, quelli in cui viviamo. Noi speriamo molto e saremmo molto contenti se questo nostro modesto lavoro possa interessare anche voi che siete i nostri abituali lettori. Quindi a tutti voi auguriamo una buona e speriamo piacevole lettura. Lettera dal Presidente della Repubblica L anno scorso nella ricorrenza del 150 anniversario dell Unità d Italia abbiamo dedicato il numero di luglio del nostro Giornalino a questo importante avvenimento e ne abbiamo spedito una copia al Presidente della Repubblica. Con nostra grande gioia, il Presidente Giorgio Napolitano, ci ha risposto e quindi noi ora pubblichiamo la sua graditissima lettera.

Brianza La Brianza ( Brianza o Briansa in dialetto brianzolo) è un area geografica della Lombardia, a nord di Milano, i cui comuni appartengono a quattro differenti nella forma bricch- in molti dialetti settentrionali, tra cui il brianzolo. Come confini generali dell area regionale si possono indicare il Canale Villoresi a sud, l Adda a est, le valli prealpine fin dove nasce il Lambro a nord e il fiume Severo a ovest. Nonostante la mancanza di un istituzione territoriale, il senso d appartenenza a quest area è decisamente spiccato tra i suoi abitanti. Con il termine Brianza, cioè, viene indicato un territorio della Lombardia non corrispondente a un ente territoriale. Le diverse zone della Brianza presentano del resto numerosi tratti che le accomunano tra loro e le differenziano dal resto della Lombardia, di natura geografica, demografica, economica, sociale, culturale e linguistica. Per quanto riguarda il significato, il nome Brianza deriva probabilmente dal termine celtico brig ( colle, altura) il quale si mantiene col medesimo significato ancora oggi- per lo più Si possono individuare, all interno della Brianza, due sottoaeree dal punto di vista degli aspetti geologici: una pianeggiante a sud e a ovest ed un altra collinare a nord e a est. province.

La sottoarea, a sud della sottoarea collinare, è la propaggine settentrionale della Pianura Padana, occupa il settore più propriamente detto della bassa Brianza, la parte maggiore della Brianza comasca e parte del Meratese. La porzione pianeggiante brianzola sale molto gradualmente, con dislivello altimetrico che va approssimativamente dai 160 metri dell inizio della bassa Brianza ai 370m di Cantù. Nelle giornate limpide qui si percepisce intensamente che le Alpi formano un arco attorno alla Pianura Padana; infatti oltre che dalle Grigne, dal Resegone e dalle Prealpi Orobiche il paesaggio è dominato dall imponente mole del Monte Rosa. Brianza comasca. Le montagne Briantee sono le prime che si vedono provenendo da Milano e dalla Valpadana salendo verso la Svizzera, il Lario o la Valtellina. Mediamente sono sui 500-600 metri,ma in alcuni casi raggiungono altezze superiori, come: il monte Barro, 950 m; il monte Cornizzolo, 1241 m; il monte Bollettone, 1317 m; i Corni di Canzo, 1371m ; il monte Palanzone, 1436 m e il monte San Primo. La Brianza è solo marginalmente interessata dal Lago di Como che ne costituisce i confini con il Comasco e il Lecchese, tuttavia il suo territorio è costellato da numerosi piccoli laghi e specchi La Brianza è anche distinta in tre zone principali ma intimamente connesse: Brianza lecchese, Brianza ex milanese e

d acqua che rappresentano un elemento costituente e insostituibile del suo paesaggio. Il più importante è il lago di Annone, ventunesimo lago italiano per estensione ( 5,71 km); il lago di Pusiano, il lago di Alserio, il lago del Segrino tutti in provincia di Como. Per quanto riguarda i torrenti e i fiumi, l Adda è il più grande, con i suoi 313km di lunghezza bagna la Brianza Orientale per circa 30km. L altro fiume importante è il Lambro che dopo aver dato vita al lago di Pusiano scorre in terra Briantea per una decina di km fino ad arrivare al territorio di Monza. Il clima Brianzolo varia da zona a zona: la pianura della bassa Brianza risente di un effetto di cappa di calore simile a quella di Milano (dovuto alle emissioni inquinanti e alla elevatissima densità abitativa). In collina o in aree meno abitate si possono registrare anche 5 gradi in meno. Le diverse zone e i diversi comuni della Brianza, pur presentando proprie specificità formano un area che ha una sua identità. La terra di Brianza è una delle regioni più densamente abitate d Italia d Europa e del Mondo (questa caratteristica era già presente nel Medioevo quando i 40 abitanti per km, costituivano una rarità per gli standard del periodo) dovuta alla fertilità del suolo e al territorio pianeggiante o dolcemente collinare; l agricoltura, l industria tessile e la

produzione di energia elettrica (industrie) facilitava il processo di urbanizzazione del territorio. La prosperità economica brianzola, a partire dagli anni del boom o miracolo economico, ha attirato consistenti flussi migratori (397 ab./ km), una media nazionale ( 195 ab./ km) e con quella dell Unione Europea ( 113 ab./ km ). Il dialetto brianzolo è affine al dialetto milanese anche se poi ci sono ulteriori varianti locali legate anche alle singole province: Monza, Lecco, Como. La cucina brianzola è una cucina simile a quella milanese, sebbene più povera. prima del nord est e poi anche dall Italia Meridionale. A partire dagli anni novanta, dopo un decennio di pausa,è ripreso un significativo fenomeno immigratorio legato all arrivo di stranieri. Analizzando la popolazione urbana in Brianza si vede come essa tocca quota 1372 ab./km rispetto ad una media regionale Fra i piatti tipici vi sono: i salumi, compresa la murtadèla brianzola ( di fegato), i nervitt, la polenta,il risotto allo zafferano con l aggiunta di pezzetti di luganega, il minestrone brianzolo, la buseca, la cazzuoeula, gli ossibuchi, il cotechino vaniglia, i formaggi caprini,la turta paesana della Brianza ( dolce tipico delle feste patronali dei paesi brianzoli),ed i oss de mort, (biscotti duri a base di nocciole).

Nella giurisdizione ecclesiastica della Chiesa Cattolica, quasi tutti i comuni del territorio della Brianza fanno parte dell Arcidiocesi di Milano che segue il Rito Ambrosiano. In particolari casi alcune parrocchie pur appartenendo all Arcidiocesi di Milano fanno parte della Diocesi di Como e seguono il Rito Romano. Fabbrica Durini La frazione di Fabbrica Durini fa parte del comune di Alzate Brianza. Sembra che l origine di Alzate risalga all epoca Romana visto che alcuni scavi effettuati nella zona hanno portato alla luce due lapidi dedicati alla dea Minerva. La frazione di Fabbrica Durini è posta su una collina che guarda nel paesaggio circostante. La costruzione più importante è la Villa Castello Durini di cui non si conosce di preciso l anno di costruzione ma si sa già il nome in alcuni documenti degli anni 843 e 856 che prima di diventare dei Durini fu feudo dei Casati e che raggiunse il massimo del suo splendore nell ultimo quarto del secolo XVIII in cui ospitò anche letterati ed artisti tra cui Parini,

Rossini, Verga e persino i reali di casa Savoia. Sviluppatasi intorno ad una torre di origine Romana questo complesso architettonico è andato sempre crescendo fino ai primi dell ottocento. Nel 1818 l architetto Carlo Amati progettò la sala da pranzo, la cappella e il parco. Il balconcino che si affaccia sulla torre era posto sulla facciata di Palazzo Durini a Milano. All esterno vi è una bellissima scalinata barocca. La strada che porta alla Villa crea una veduta unica che si fonde con lo splendido panorama circostante formato dalla catena delle Alpi, dal Monte Rosa e dal Resegone. Di origine oscura fino all inizio del 1.500 si affermarono con la mercatura dapprima a Como poi a Milano dove nel 1600 diventano anche banchieri. Crebbero rapidamente di importanza e nel 1648 acquistarono il titolo e la contea di Monza e così entrarono a far parte della nobiltà Milanese. Nella storia Milanese incontriamo gli esponenti della famiglia Durini non solo nella finanza ma anche nella diplomazia e nella carriera ecclesiastica come il Cardinale Angelo Maria Durini. La famiglia è ancora oggi importante. La villa oggi viene usata per dei ricevimenti, pranzi di nozze ecc. I Durini proprietari della omonima Villa sono una delle famiglie storiche della nobiltà Milanesi.

Inverigo Inverigo è un bel paese della Brianza. E situato in una zona collinare nelle vicinanze del fiume Lambro. Fa parte del Parco Regionale della Valle del Lambro. Notevoli sono le sue ville dimore di villeggiatura dei nobili milanesi. Ha un importanza storica anche il Santuario di S.Maria della Noce ed il suo mercato dove i contadini portavano i bozzoli per venderli ai filandieri che li trasformavano in lucenti fili di seta. Interessante il Viale Monumentale dei cipressi dagli Obelischi alle statue, e la Villa la Rotonda realizzata in stile neoclassico dall architetto Luigi Cagnola. Pur essendo un paese di 8561 abitanti ha diverse frazioni fra cui Crennago che ha nel suo comprensorio una grandiosa Villa dichiarata monumento nazionale fin dal 1907. Il complesso di Villa Perego rappresenta un esempio di stili che si sovrappongono in epoche differenti. Il palazzo residenziale è stato edificato dall architetto PierMarini, le scuderie da Simone Cantini. La cappella costituisce affreschi del 500, la limonaia ha elementi architettonici del 700. La villa è circondata da tre grandi giardini.

Lambrugo Lambrugo (da lamber bruig = villaggio del Lambro) ha origini molto antiche, risalenti alla dominazione celtica dei secoli V-IV prima di Cristo. Formato da poche capanne presso il fiume Lambro, le cui acque avevano un livello più alto dell attuale tanto da formare un piccolo lago, il paese si è poi trasferito sulle immediate alture poste ad occidente del fiume stesso. Ebbe un certo sviluppo attorno all anno Mille d.c. quando vi si stabili un ramo della potente e nobile famiglia Carcano, oriunda dall omonimo paese, ma da tempo trasferitasi a Milano dove occupava posti di potere e di comando. Essa, impadronitasi di un ampio territorio al di quà e al di là del Lambro, costruì nella parte alta di Lambrugo il suo castello e, qualche tempo dopo, verso la metà del secolo XI, fece edificare nella parte bassa del paese, un monastero benedettino femminile di clausura, dotandolo di alcuni terreni. Il monastero ebbe una lungha vita, circa 750 anni, e fu soppresso dalla Repubblica Cisalpina nel 1798. Era un monastero per ragazze provenienti da famiglie ricche e nobili del Comasco e del Milanese. Per questo raggiunse un grande prestigio e potere, attirando l attenzione di principi e duchi, di vescovi e cardinali, di papi e personalità più in vista del tempo. Attorno al monastero (parte bassa del paese) e attorno al castello (parte alta) si vennero costituendo due distinti comuni che tali rimasero fino alla metà del secolo XVIII quando furono uniti. Religiosamente appartenne alla diocesi di Milano e, in ambito più ristretto, alla pieve di Incino (Erba).

Civilmente era compreso nel contado della Martesana e nella pieve di Incino che affiancava al potere religioso anche quello civile. Fu poi infeudato ai conti Dal Verme (1380), in seguito al conte Crivelli (1691). Al momento della soppressione del monastero (1798) questo possedeva oltre 4 mila pertiche di terreno, in cui la metà in Lambrugo, e molti edifici (a Lambrugo, Nibionno, Lurago, Inverigo, Mariano). Buona parte dell arredo del monastero fu venduto dalle stesse monache. Il complesso del monastero e tutti i suoi beni,requisiti dalla Repubblica Cisalpina, furono ceduti ad una ditta milanese, che ha sua volta li vendette a diversi proprietari che cambiarono e si moltiplicarono nel tempo. L economia di Lambrugo fu sempre legata all agricoltura. All inizio del secolo XX sorse una filanda, poi qualche stabilimento di tessitura. Fu solamente dopo la seconda guerra mondiale ( dopo il 1950) che l agricoltura fu progressivamente abbandonata, così che ai nostri giorni rimane solamente qualche azienda agricola industrializzata. I Lambrughesi trovarono lavoro, manuale e impiegatizio, sia in paese (tessiture- tintorie) sia soprattutto fuori che nel circondario e verso Milano. NOVEDRATE Novedrate, in provincia di Como, confina a nord con il comune di Figino Serenza, a sud con Lentate sul Seveso, a ovest con Carimate e a est con Mariano Comense. Ha come frazione Villaggio San Giuseppe. Ha una superficie di 2,83 Km² e si trova a 277 metri sul livello del mare. Al 31 dicembre 2010 contava 2932 abitanti.

Rispetto al termine Novedrate vi sono diverse ipotesi: alcuni sostengono derivi dal latino Noventulum che significa maggese, cioè un campo che si coltiva per la prima volta. Altri invece dicono che sta ad indicare le nove cascine che si trovavano prima nel paese. I primi insediamenti umani in Brianza li ritroviamo già 50000 anni fa, al termine delle grandi glaciazioni dove, nonostante condizioni di vita molto difficili, vi sono gruppi dediti alla caccia e al nomadismo. I veri e propri insediamenti però ci sono nel Neolitico (circa 4000 anni fa): gli uomini passarono ad una vita stanziale e oltre alla caccia si dedicarono all agricoltura e all allevamento. Intorno al 1000 a.c. si stanziano alcune popolazioni di origine ligure dando inizio a quella che è stata definita civiltà comacina. Nel II secolo a.c. la Brianza viene conquistata dai Romani diventando definitivamente, dopo diverse vicissitudini, possedimento romano. È nel 1093 che abbiamo per la prima volta notizie di Novedrate in un documento dell epoca in cui si dichiara che il beato Alberto di Sagra aveva donato dei beni ad un monastero di monache: ciò ci indica che in realtà la città esisteva già da diverso tempo. Agli inizi del 1200 Novedrate è al centro di una contesa tra Milano e nobili canturini. Nel corso del 1300 fino al 1447 Novedrate è sotto la signoria dei Visconti; a seguito di una guerra con Venezia (celebre è l assedio fallito nel luglio del 1447 della città di Cantù) che si conclude il 26 febbraio del 1450 la città di Novedrate passa sotto gli Sforza. Tra il 1535 e il 1706 il territorio finisce sotto la dominazione spagnola e vive uno dei periodi più difficili della sua storia anche a causa di molteplici carestie e calamità naturali.

La Lombardia passa poi sotto il dominio austriaco e con la regina Maria Teresa è interessata a tutta una serie di riforme giudiziarie, amministrative, tributarie, monetarie ed ecclesiastiche. Nel corso dell 800 Novedrate finisce brevemente sotto l impero di Napoleone per ritornare poi sotto gli austriaci il 21 giugno 1814 a seguito del Congresso di Vienna. La città di Novedrate è definitivamente annessa al regno d Italia nel 1861 a seguito della Seconda Guerra di Indipendenza. Sotto il governo fascista, nel 1928 Novedrate viene accorpata a Carimate per ritornare poi indipendente nel 1950; l anno seguente il barone Rinaldo Casana, proprietario di Villa Casana, diviene il primo sindaco della città rimanendo in carica fino al 1973. La sua villa viene ceduta all IBM che realizza un centro di formazione per i tecnici dei centri meccanografici. Dal 30 gennaio 2006 in questi stabili Novedrate ospita l Università telematica e-campus. Ancora oggi Novedrate è famosa per la produzione del pizzo ed infatti ogni due anni ospita la Mostra biennale internazionale del pizzo che accoglie i merletti provenienti da tutte le parti del mondo. Per quanto riguarda i monumenti di particolare interesse, oltre a villa Casana, vi sono il monumento ai caduti e la chiesa dei SS. Donato e Carpoforo. Dario canzone sui bachi da seta Versione originale Càta la föia càtan asè in de la prìma ì caualè là ghe vör vérda mìnga bagnàda pòrtan a cà üna sgerlada càta la föia càtan püsè Traduzione in italiano Raccogli la foglia raccogline abbastanza nella prima (dormita) i bachi ci vuole verde non bagnata portane a casa una gerlata raccogli la foglia raccogline di più

ìn la segùnda ì caualé dà terza e quàrta dà buna vöia trè volt al dé ga vör la föia ma quàn naran la bósc-ch a fà la séda alùra tüt la cà sarà induràda o quàntu fàdiga però misè a vènt tut ì galet quanti danè va inànz catà la foia va inànz càtan pusè ca l è un afàri d òr a vèch i càvalè va inànz cata la foia va inànz catàn pusè ca l è un afàri d òr avèch i càvalè nella seconda i bachi da la terza e la quarta di buona voglia tre volte al giorno ci vuole la foglia ma quando andranno al bosco a fare la seta allora tutta la casa sarà indorata o quanto faticare però massaro a vendere tutti i bozzoli quanti denari va avanti a raccogliere la foglia va avanti a raccoglierne di più che è un affare d oro avere i bachi

PAGINA DI CHRISTINE Buon compleanno Il quattro luglio è arrivato come ogni anno ed è la festa del mio compleanno Nell aria c è qualcosa di particolare si tratta di un anniversario annuale Come passa in fretta il tempo corre corre e se ne va Alle ore sedici e trenta di trentacinque anni fa a Lugano venni al mondo in una bella giornata col lago Ceresio sullo sfondo La vita è bella cerco di essere ottimista per molti anni spero di rimanere in pista Oggi i miei colleghi e gli educatori un augurio mi fanno insieme mi augureranno Buon compleanno I fuochi artificiali A me piacciono i fuochi artificiali sono davvero eccezionali possono essere di qualsiasi colore è difficile scegliere il migliore Ecco i primi, rossi come le fragole poi sono gialli come il limone mamma mia ma che emozione! Belli anche quelli verdi non perderti questi attimi stupendi Infine nel cielo appaiono d oro e d argento i fuochi sono un bellissimo evento. La luna rosa Giovedì scorso mi è successa questa cosa per la prima volta ho visto la luna rosa non potevo credere ai miei occhi ascoltatemi tutti, non fate gli sciocchi Era proprio una bella serata perciò sono rimasta fuori a guardarla incantata.

Vicino c era una stella gialla meravigliosa che mandava una luce luminosa Intanto la notte stava per arrivare quindi in casa sono dovuta rientrare perché a letto dovevo andare era l ora di riposare la Brianza Evviva la Brianza Terra ricca di laghi e montagne per le sue caratteristiche il Resegone è riconoscibile anche in lontananza. Quando è buio dalla mia stanza vedo accese le luci di tanti paesi della Brianza Ad Alzate c è Villa Odescalchi meravigliosa famosissima e grandiosa. puoi recarti anche a Monza il duomo a vedere e la storia della corona ferrea potrai sapere. Io abito a Lambrugo poco dopo Inverigo e vi racconto una bella coincidenza perché io abito guardacaso in via Brianza

Saggezza contadina Proverbi L è mej una gaina magra incoe che un capon grass duman. (É meglio una gallina magra oggi che un cappone grasso domani.) La vita l è una roeda che la gira deperlee e gh è nissugn che poeda cambià ul so sentee. (La vita è una ruota che gira da sola e non c è nessuno che possa cambiare il suo corso.) Se te voeret che ul vess amis el se mantegna, cumbina che un cavagnoe el vaga e vun el vegna. (Se vuoi che l amicizia si mantenga, fa che un cesto vada e l altro venga.) Tutt i roes gh hann i soe spinn spungius, ma apena per i dii di curius. (Tutte le rose hanno le loro spine pungenti, ma soltanto per le dita dei curiosi.) Zücch e melon oġni frűtt a la sua stagion (Zucche e meloni ogni frutto alla sua stagione) April el ghe n ha trenta, ma s el piuvess trentün ġhe farìa maa a nissügn. (Aprile ne ha trenta, ma se piovesse trentuno non farebbe male a nessuno.)

L ANGOLO DELLA NOSTRA CUCINA TORTA PAESANA La torta paesana o torta di pane è un dolce brianzolo, nato a Cabiate. Essendo un dolce di estrazione povera non esiste una vera e propria ricetta precisa in quanto per realizzare questa torta si era soliti riciclare il pane vecchio e raffermo e bagnato poi nel latte a cui poi venivano aggiunti amaretti (o biscotti secchi), uvetta, cacao e pinoli. Gli ingredienti però cambiavano molto in base della disponibilità del momento. Ingredienti 120 gr di amaretti (o biscotti secchi) 6 cucchiai di cacao amaro in polvere 1 litro di latte fresco 300 gr di pane raffermo 100 gr Pinoli 2 uova medie 70 gr di uvetta 120 gr di zucchero semolato Procedimento: Tagliare a tocchetti il pane ben raffermo (o, se fresco, tostato), metterlo in una capiente terrina e poi versarvi il latte ben caldo; mescolare con un cucchiaio di legno e coprire con un piatto; lasciar a macerare il pane nel latte per 3-4 ore o anche per un intera notte. Di tanto in tanto mescolare ancora in modo che tutto il pane assorba il latte e si ammorbidisca per bene. Trascorso questo tempo, tritare finemente gli amaretti (o i biscotti secchi) mettendoli nel mixer insieme al cacao; mettere in ammollo l uvetta con dell acqua calda e un goccio di Amaretto di Saronno o rhum a piacere. Schiacciare il pane ormai morbido con un cucchiaio o una forchetta in modo da romperlo ancor di più; unirvi la farina di amaretti e cacao e le uova. Unire poi anche lo zucchero e i pinoli e mescolare per bene tutti gli ingredienti; aggiungere infine anche l uvetta strizzata; mescolare di nuovo e versare poi in uno stampo tondo a cerniera da 28 cm leggermente imburrato (o coperto con carta forno). Infornare in forno caldo a 190 per un ora. Togliere dal forno e lasciar raffreddare completamente. Si consiglia di mangiare la torta il giorno seguente. Buon Appetito Dario