«L antico valor / negli italici cor non è ancor morto» Il Principe di Niccolò Machiavelli Parte I Classe IV B prof. Giovanni Godio
Lo sviluppo delle corti Tra il Trecento e il Quattrocento le corti signorili lasciano il posto alle corti principesche e rinascimentali, più complesse e dispendiose, dove vengono accolti artisti e letterati. Infine, con l'affermarsi delle grandi monarchie europee le corti acquistano sempre maggiore importanza: sono il centro della vita del sovrano e, di conseguenza, dello Stato.
La corte diventa un centro di potere e anche culturale. Attorno al principe si radunano poeti e musicisti che si mettono a servizio del proprio signore.
La situazione politica dell Italia nel 400: «Vedo la Italia tutta a fiama e a foco» Boiardo, Orlando Innamorato, III, 9 Mentre che io canto, o Iddio redentore, Vedo la Italia tutta a fiama e a foco Per questi Galli, che con gran valore Vengon per disertar non so che loco; Però vi lascio in questo vano amore De Fiordespina ardente a poco a poco; Un altra fiata, se mi fia concesso, Racontarovi il tutto per espresso.
Discesa in Italia di Carlo VIII - 1494 Carlo VIII di Francia scende in Italia con un folto esercito per conquistare il regno di Napoli di Ferdinando I. Entrato in Italia ottiene il beneplacito di Bianca Savoia in Piemonte, Ludovico il Moro (Sforza) del ducato di Milano, del Pontefice Alessandro VI Borgia e di Piero De Medici (figlio di Lorenzo il Magnifico), che per atto di sottomissione gli tributa la città di Sarzana, diverse fortezze e 200.000 fiorini. Sono gesti che suscitano il malcontento popolare e portano alla cacciata dei Medici e all instaurazione della Repubblica. Carlo VIII raggiunge il regno di Napoli e lo conquista senza colpo ferire. Ferdinando I è costretto alla fuga. La facilità con la quale Carlo VIII conquista Napoli e la paura della sua supremazia sulla penisola porta alla formazione di una Lega Antifrancese (1495) alla quale partecipa il pontefice Alessandro VI, Venezia, Ludovico il Moro (Milano) e anche due regnanti stranieri: Ferdinando Il Cattolico, re di Spagna, e L imperatore Massimiliano I d Asburgo. Carlo VIII ripiega in Francia dopo aver subito una dura sconfitta a Fornovo, nel regno di Napoli viene posto al potere Ferdinando II d Aragona La conseguenza più palese delle vicende causate dalla discesa di Carlo VIII in Italia fu la proclamazione della Repubblica fiorentina, soprattutto grazie alla predicazione di Gerolamo Savonarola. Anche dopo la scomunica di quest ultimo e la sua messa al rogo, Firenze continua ad essere repubblica ancora per oltre un decennio (1512).
Carlo VIII di Francia
Dopo la pace di Lodi (1454) Italia settentrionale Ducato di Savoia Ducato di Milano Repubblica di Venezia Marchesato di Saluzzo Marchesato del Monferrato Principato vescovile di Trento Marchesato di Mantova Ducato di Modena e Ferrara
Dopo la pace di Lodi (1454) Italia centro-meridionale Repubblica di Genova Repubblica di Firenze Stato Pontificio (Lazio, Umbria, Marche, parte della Romagna) Ducato di Urbino Signorie di Perugia, Senigallia, Pesaro, Foligno, Rimini, Bologna, faenza, Imola, Forlì, Cesena, San Marino Regno di Napoli Corona d Aragona (Sicilia e Sardegna)
Machiavelli, Il Principe
Genesi dell opera dalla Lettera a Francesco Vettori (10 dicembre 1513) «Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch io nacqui per lui ( ) E perché Dante dice che che non fa scienza sanza lo ritenere lo havere inteso, io ho notato quello che per la loro conversatione ho fatto capitale, et composto uno opuscolo de principatibus».
Qual è lo scopo dell opera? Lettera a F. Vettori «Io ho composto uno opuscolo de principatibus, dove io mi profondo quanto io posso nelle cogitationi di questo subietto, disputando che cosa è principato, di quale spetie sono, come e si acquistono, come e si mantengono, perché e si perdono» 1) Che cos è un principato? 2) Di che tipo è? 3) Come si conquista? 4) Come si mantiene? 5) Perché si perde?
Piano dell opera Dedica a Lorenzo de Medici PARTE I (scritta prima del 1513): discorso organico per identificare, definire e distinguere le dinamiche che, in ogni epoca, portano alla conquista e alla conservazione dello stato da parte di un principe. PARTE II (aggiunta dopo il 1514): trasforma l assetto dell opera e conduce a un mutamento di prospettiva: i capitoli I-XI vengono utilizzati come introduzione dottrinale di ampio respiro, per poter procedere all approfondimento di argomenti specifici, importanti e attuali nell epoca in cui vive Machiavelli. Vengono così passati in rassegna il tema delle armi (cc. XII-XIV), i modi del comportamento del principe con i sudditi e con gli amici (cc. XV-XXII), gli aspetti peculiari della situazione politico-militare italiana (cc. XXIII-XXVI).
Tipologia dei principati (ereditari, misti, nuovi, civili, ecclesiastici) I capitoli II-V formano un blocco ordinato e unitario, che ha per protagonista il principe «antico», che già detiene il potere e deve sapere come mantenerlo ed accrescerlo, senza esporsi a rischi o minacce. Nei successivi capitoli VI-IX si considera, invece, l azione del principe «nuovo», che dalla condizione di privato cittadino riesce a giungere al vertice dello stato. Il capitolo X, che è una appendice dedicata a temi relativi all arte della guerra Il capitolo XI conclude la prima parte dell opera; esso analizza la peculiarità dei principati ecclesiastici, mettendo in rilevo la grandezza e la potenza dello Stato della Chiesa, cresciute al principio del Cinquecento soprattutto per l azione di Alessandro VI e Giulio II. Nota bene Spiccano i capitoli VI e VII, fra loro complementari. Il capitolo VI, infatti, illustra il caso dei condottieri che per virtù e per forza propria giungono alla conquista del potere; con energia e talento, essi sfruttano l occasione offerta dalla storia e vincono la ferma ostilità degli avversari, come dimostrano le gesta di alcuni eroi dell antichità (Mosè, Ciro, Romolo, Teseo). Il capitolo VII, invece, presenta la vicenda di quanti arrivano alla guida di uno stato per fortuna o per appoggio delle armi altrui, senza alcun merito personale: tali principi non hanno esperienza e solo con grande coraggio, ingegno e virtù possono conservare il potere «che la fortuna ha messo loro in grembo». Ne è un esempio la condotta ferma e feroce del duca Cesare Borgia (il Valentino), che Machiavelli propone come modello di prudenza, determinazione e sagacia.
Il capitolo VIII si presenta come appendice o corollario ai due che lo precedono: non solo la virtù e la fortuna possono giovare alla conquista dello stato, ma anche la crudeltà, la scelleratezza. Esse assicurano il successo all uomo politico che non possa contare né sulle proprie forze, né sull aiuto di circostanze favorevoli. Il tema è molto delicato: Machiavelli, infatti, si interroga intorno alla legittimità di ricorrere ad azioni malvagie e criminali per raggiungere i propri obiettivi. I capitoli XII-XIV compongono un rapido trattato sull arte della guerra. I capitoli XV-XXIII analizzano la condotta dell uomo di governo. L etica del principe, in particolare, è oggetto di un attento esame che spazia fra i capitoli XV e XIX, i quali corrispondono a una delle porzioni più importanti e innovative dell intera opera: qui, infatti Machiavelli, introduce la fondamentale distinzione tra etica ideale e etica effettuale. I capitoli XX e XXI spiegano cosa debba fare il principe «per tenere sicuramente lo stato» e «per essere stimato»; i capitoli XXII e XXIII ne orientano le scelte affinché possa valersi di fidati consiglieri, senza credere alle lusinghe degli adulatori. Al termine di simile esposizione, la zona conclusiva del Principe (capitoli XXIV-XXVI) rappresenta il punto d arrivo della trattazione: i criteri e le regole precedentemente individuati vengono applicati all esame della situazione italiana.