BLEFAROPLASTICA: COSA C'E' DI NUOVO? La blefaroplastica dinamica non ablativa Molte persone affette da quell'eccesso di pelle alle palpebre che conferisce allo sguardo un'aria stanca e "datata", evitano di affrontare l'intervento di blefaroplastica per paura sia di affrontare una anestesia sia di andare incontro alle possibili complicanze conseguenti all'intervento tradizionale. Dalle più banali "orecchie di cane", alla asimmetria tra i due occhi, alle cicatrici ipertrofiche e cheloidi fino al lagoftalmo e ai danni irreversibili al visus, come riferito dalla stampa nazionale e estera degli ultimi giorni. La radiofrequenza del radiobisturi, trova un percorso preferenziale nel nervo ottico per scaricare verso l'elet trodo di massa, la luce del laser (diffusa, diffratta, riflessa, condotta e assorbita) non è certamente meno ri schiosa. La blefaroplastica non ablativa, come dice lo stesso nome, non ricorre al bisturi o al laser per rimuovere la cute in eccesso, evitando così tutti i rischi dell'intervento tradizionale. Questa tecnica di Blefaroplastica viene definita "Dinamica" in quanto permette all'operatore di invitare il paziente ad aprire e chiudere gli occhi durante il trattamento, mettendo così in evidenza le pliche di cute ancora da trattare. Questa tecnica di Blefaroplastica viene definita "non ablativa" in quanto si effettua senza incidere, senza asportare cute in eccesso, senza asportare grasso e senza modificare il muscolo orbicolare delle palpebre. 1 / 7
L'intervento di Blefaroplastica dinamica non ablativa si effettua eliminando i corneociti per sublimazione. Ricordiamo che per sublimazione si intende il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso o aeriforme. Si opera intervenendo mediante piccoli spot effettuati con un Plexr ciascuno di 500 micron distanziati tra loro per consentire, appena terminata la seduta, la perfetta plasticità del movimento palpebrale. Ciascuno di questi spot, sublima i corneociti superficiali senza coinvolgere la lamina basale e senza cau sare sanguinamento e, cosa più importante senza causare alcun danno necrotico ai tessuti circostanti e sottostanti. Con la blefaroplastica non ablativa realizzata dopo anni di ricerca, oltre alla classica riduzione dell'eccesso di cute della palpebra superiore, si ottiene un accorciamento della cute in eccesso a livello perioculare esterno con conseguente scomparsa delle rughe d'espressione periorbitarie zigomatiche. Una seduta tipo, dura al massimo dieci minuti e le crosticine puntiformi di meno di un millimetro cadranno dopo circa tre o, al massimo, sette giorni. Oggi, finalmente, possiamo affermare che la Blefaroplastica Dinamica non Ablativa per Sublimazione, è sicuramente superiore alla chirurgia classica sia per lo splendido effetto 2 / 7
estetico e funzionale, sia per l'az zeramento del disagio del paziente rispetto ai rischi e ai costi di intervento. Attualmente è in forte crescita la richiesta da parte di pazienti asiatici di modificare la linea dell'occhio ren dendo visibile la caruncola lacrimale donando allo sguardo un aspetto più "occidentale". Per ottenere questo risultato, sono disposti a pagare cifre considerevoli e sottoporsi a ripetuti interventi chirurgici che in molti casi creano dei grossi problemi. Con la Chirurgia non Ablativa Plexr si ottengono risultati eccellenti in modo semplice e privo di rischi, do nando all'occhio trattato una linea occidentale priva di qualsiasi segno che faccia pensare ad un intervento di chirurgia plastica. ELETTROCHIRURGIA NON ABLATIVA a cura del Prof. Giorgio Fippi, docente di Chirurgia Non Ablativa. Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica e Chirurgia non Ablativa S.I.M.E.C.N.A. L'elettrochirurgia nasce come logica evoluzione delle conquiste tecnologiche in fisica e in elettronica appli cate alla medicina e alla chirurgia. Con la chirurgia non ablativa siamo in grado di effettuare Interventi, un tempo neppure ipotizzabili. Ogni giorno sono praticati con successo a livello nazionale ed internazionale, e mediante il dialogo tra i pro fessionisti e l'ideatore della metodica si ottimizza e si affina la tecnica. 3 / 7
Gli strumenti più utilizzati oggi in chirurgia dermatologica, a parte la crio e i peeling chimici e meccanici ormai superati, sono: l'insostituibile radiobisturi, il Laser con tutte le sue varianti, il Felc e l'ultimo nato per la Plasma chirurgia, il Plexr. Ciascuno di questi strumenti presenta delle caratteristiche specifiche per un determinato tipo di intervento. Per entrare nel merito di questo moderno approccio alla chirurgia dermatologica, è necessario valutare at tentamente le differenze tra gli apparecchi oggi più utilizzati: il Laser, Radiobisturi Felc e Plexr. Il L.A.S.E.R. (Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) utilizza l'emissione di fotoni (con coe renza spaziale e temporale) per distruggere, vaporizzare o coagulare i tessuti. Il RADIOBISTURI utilizza le onde radio per ottenere un aumento termico nei tessuti che a seconda del tipo di modulazione permette la coagulazione o il taglio, a patto di avere un buon contatto tra cute e puntale. Il F.E.L.C. (Flusso di Elettroni Convogliati) utilizza gli Elettroni per bruciare i tessuti più esterni senza scaldare eccessivamente le aree circostanti come avviene con la radiofrequenza. Il PLExR (Plasma Exeresi) ionizza i gas presenti nell'atmosfera del GAP (spazio interposto tra il puntale detto "sprayer", e il tessuto da trattare) generando il plasma. La quantità di plasma prodotto dipende dal ricambio d'aria dello spazio di ionizzazione (GAP) o dalla immissione in quest'area di gas particolari (argon e altri). Considerazioni fondamentali: Ogni tessuto presenta delle caratteristiche da valutare attentamente prima di ogni intervento di chirurgia dermatologica. Le caratteristiche da valutare attentamente sono: la resistenza meccanica, la resistenza al passaggio degli elettroni, la resistenza al passaggio dei fotoni, l'assorbimento della luce, la conducibilità elet trica, la conducibilità termica, la massa di tessuto su cui intervenire. 4 / 7
Le onde elettromagnetiche della radiofrequenza del radiobisturi così come la luce o i fotoni del laser posso no essere assorbiti, riflessi, diffusi, diffratti o trasmessi, mentre la corrente elettrica del felc può solo essere condotta. Questa differenza di comportamento fisico, ci fa comprendere i differenti risultati che si ottengono utilizzan do l'una o l'altra forma di energia. Infatti l'impiego di ciascuno di questi strumenti nasce dall'esigenza di inter venire su un particolare tipo di tessuto che se trattato con quello non idoneo risulterebbe particolarmente difficoltoso nella pratica e avremmo esiti negativi dal punto di vista del risultato finale. La Chirurgia non Ablativa è una tecnica di chirurgia dermatologica semplificata che si pratica mediante uno strumento (PLExR) che consente di far sublimare i tessuti trattati senza causare danni ai tessuti cir costanti, superando tutte le difficoltà nella scelta dell'apparecchio più idoneo. Questa tecnica è nata dalla necessità di intervenire su patologie o inestetismi, dove risulta difficoltoso l'utilizzo del laser per il coefficiente di riflessione, di assorbimento e principalmente di diffrazione nei tes suti o del radiobisturi, per la necessità di un buon contatto elettrico sul tessuto o del Felc, per la sua inca pacità di trattare tessuti vascolarizzati. Con il PLExR l'incremento termico per effetto Joule coinvolgerà unicamente i tessuti più esterni, sublimando sia i tessuti cattivi conduttori sia i tessuti normo conduttori, senza causare avvallamenti, discromie. UNA VALUTAZIONE ISTOLOGICA SULLE LESIONI CUTANEE INDOTTE DA RADIOBISTURI E PLEXR A LIVELLO DEL DERMA Studio approvato dal Comitato Etico di Studi Animale e dell'uomo presso la Scuola di Medicina dell'università di Chieti, condotto da prof. Antonio Scarano. La tecnica illustrata nell'articolo a pag.10 è stata realizzata per la prima volta dal Prof. Giorgio 5 / 7
Fippi, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica e Chirurgia Non Ablativa (S.I.M.E.C.N.A.). Que sta tecnica è attuabile grazie a uno strumento ultra maneggevole, senza fili, molto piccolo e alla portata di tutti adatto ad operare in modo non invasivo anche sulle parti più delicate: il PLExR. Grazie a questo strumento, si possono risolvere con estrema facilità tutti gli inestetismi e le patologie cutanee, evitando esiti cicatriziali e discromici spesso presenti quando si utilizzano altre metodiche. Per valutare l'assenza di danno termico a livello del derma utiliz zando il Plexr è stato effettuata una ricerca a livello Universitario e precisamente uno studio approvato dal Comitato Etico di Studi Animale e dell'uomo presso la Scuola di Medicina dell'università di Chieti, condotto da prof. Antonio Scarano. Esso ha come oggetto la comparazione della valutazione istolo gica di lesioni cutanee indotte da Radiobisturi e Plexr. Per condurre lo studio sono state effettuate delle sperimentazio ni su otto conigli maschi della Nuova Zelanda di 3,9 Kg. A ognuno di questi animali è stata rasata e divisa in due parti di 5 cm uguali la parte dorsale. Si è proceduto, quindi, con il rimuovere lo strato corneo in 10 punti con Plexr a dx e 10 con Radiobisturi a sn su ogni coniglio. In ogni area sono state effettuati 10 siti di abrasione per un totale di 20 siti per coniglio. Sono stati sacrificati due conigli al giorno ogni 7 giorni con overdose di Tanax. Sono state effettuate 20 biopsie per area incluso il sottocutaneo, 10 per il Plexr e 10 per il Radiobisturi per un totale di 40 biopsie per settimana. Dai risultati pervenuti è emerso che con il Plexr non ci sono stati danni termici al derma con assenza di strato necrotico e presen za di infiltrato infiammatorio come invece è risultato nelle parti trattate con il radiobisturi. La conclusione è che il Plexr rispetto al Radiobisturi evita i danni all'interno del parenchima. 6 / 7
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