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Transcript:

Introduzione E la terra ammutolì al suo cospetto è così che la Bibbia definisce Alessandro III di Macedonia tra le sue pagine, passato poi alla storia come Alessandro Magno. La storia intensa quanto breve di questo grande condottiero dell'antichità ha dato infinito materiale alla creatività di scrittori e registi, poeti e musicisti oltre che ovviamente fonti per gli storici. Proprio sul confronto tra un film e la storia ci concentreremo nell'analisi che seguirà prendendo in esame la pellicola diretta da Oliver Stone nel 2004: Alexander. Il film scorre minuto dopo minuto sul racconto dell'anziano Tolomeo intento a scrivere la biografia del Re Macedone 40 anni dopo la sua morte descrivendo le tappe fondamentali della sua vita sin dall'infanzia, delle volte minuziosamente altre volte citando appena i fatti accaduti. Analizzerò quindi il confronto storia-film secondo varie tappe. L'infanzia Nodo cruciale della vita di Alessandro fu la sua infanzia, le sue radici arrivavano a toccare eroi leggendari come Eracle (da parte di Padre) ed Achille (da parte di Madre) e furono proprio queste discendenze alcune delle chiavi del suo essere, nel film la voce narrante di Tolomeo descrive queste ultime mentre l'inquadratura spazia su affreschi raffiguranti queste grandi personalità passate. Viene sin da subito sottolineato l'attrito che vi è tra la madre Olimpiade, principessa di origine Epirota ed il padre Filippo II Re di Macedonia la cui unione è in crisi a causa dei pregiudizi su di lei considerata una barba non degna di stare accanto a quello che era uno degli uomini più potenti del mondo conosciuto. La madre viene presentata come un personaggio misterioso ed ambiguo considerata una strega per la sua dedizione alle arti oscure e la sua abitudine di vivere e dormire circondata da serpenti. Tutto questo spaventa Filippo che preferisce tenere lontano la donna dal figlio Alessandro perché non venga influenzato dalle sue pratiche misteriose. Il padre viene invece introdotto come un ubriacone schiavo del piacere effimero dei sensi, una visione riduttiva di una figura che seppur tormentata dai vizi di cui non si fa mistero (costituiranno elemento fondamentale di un episodio tra lui ed Alessandro che vedremo in seguito) è costantemente preoccupato dell'educazione militare, filosofica e culturale del giovane erede; non voleva infatti che Alessandro venisse considerato dai Greci un barbaro incivile quali erano identificati i macedoni dall'istruito ed avanzato popolo greco. Proprio su suo ordine viene creato in una reggia nella città di Mieza (non menzionata nel Film) un ambiente in cui Alessandro assieme ad i suoi amici più stretti avrebbe ricevuto gli insegnamenti del figlio di Nicomaco (medico di Filippo): il filosofo Aristotele. Inoltre Filippo preparò un grande impero già vasto e solido da affidare (seppur prematuramente per il suo assassinio) ad Alessandro. Particolare curioso di queste scene è osservare la mappa su cui Aristotele fa le sue considerazioni formata a mosaico dai ciottoli del terreno con le scritte in inglese. Praticamente assente è la figura della sorella minore Cleopatra che viene citata non più del necessario essendo un elemento cardine dell'episodio dell'uccisione di Filippo. Altri personaggi importanti della vita di Alessandro sono i suoi amici che (antecedentemente al periodo di Mieza) seguono con lui le lezioni di Leonida che li istruisce sulle arti del combattimento. Oltre a Perdicca, Seleuco, Lisimaco, Leonnato, Cratero ed il già citato Tolomeo spicca la figura quanto mai ambigua di Efestione su cui vi sono correnti contrapposte di pensiero: molti lo vedono

come un ottimo amico di Alessandro mentre molti altri lo considerano amante di quest'ultimo. Il film si schiera dalla parte di questa seconda fascia e vuole dare un chiaro input di questa scelta quando la voce narrante di Tolomeo dice: [...] più tardi dissero che Alessandro non venne mai vinto, se non dalle cosce di Efestione frase in cui da un lampante riferimento alle abitudini sessuali dei greci antichi che cercavano il bello in un partner indipendentemente dal suo sesso. Ignorata completamente è la figura di Leptine, bambina sottratta all'inferno delle miniere auree del Pangeo (fonte di ricchezza della potenza Macedone) a cui Alessandro assegna questo nome e fa divenire addetta al proprio servizio secondo l'istruzione della sua nutrice Artemisia, lei lo ripagherà con la sua incrollabile fedeltà e la cura dei servigi nei suoi confronti. Non solo persone caratterizzarono l'infanzia di Alessandro, la sua audacia ed il suo carisma attiravano persino i personaggi del mondo animale. Simpatica figura che nel film non compare affatto è quella di Peritas il suo cane, rimasto orfano quando la madre viene uccisa da una leonessa durante una battuta di caccia con degli emissari persiani, era un molosso di un bel colore fulvo. Decisamente più famoso e la cui conoscenza con Alessandro è un episodio cruciale dell'infanzia del futuro Re Macedone è Bucefalo il suo cavallo chiamato così a causa della voglia a forma di testa di bue presente sulla sua testa. Regalatogli dal padre di Filippo (pagato ben 13 talenti) inizialmente è una bestia difficile da domare ed inquieta, fu proprio il giovane Alessandro a tranquillizzarlo ed a domarlo dopo essersi accorto che era spaventato dai movimenti della propria ombra. Fu il primo ed ultimo destriero di Alessandro nel corso della sua vita. Il giovane Alessandro La vita di Alessandro in questo periodo è molto turbata dal rapporto ormai compromesso tra Filippo ed Olimpiade. Filippo accoglie una nuova sposa nel suo palazzo: Euridice, nipote di Attalo un noto nobile macedone che viene quasi subito ingravidata dal Re Macedone. Tale avvenimento infuria la madre di Alessandro che inizia a seminare nella mente del figlio il dubbio sulla sua successione se il neonato fosse stato maschio e discendente direttamente da due stirpi macedoni e non un meticcio come lui. Nel film il regista vuole far sentire allo spettatore tale disagio con scene di complicità ma allo stesso tempo conflitto del futuro sovrano macedone con la madre. Una scena particolarmente importante di questo periodo è quella del banchetto di nozze di Filippo con Euridice dove oltre a vedere sottolineata ancora una volta la figura del Re alcolizzato si assiste alla svolta del rapporto tra Alessandro e quest'ultimo. Alessandro disturbato dal discorso di Attalo sull'erede legittimo in grembo alla sposa gli manca di rispetto offendendolo davanti agli invitati provocando l'ira di un ubriaco Filippo che insiste perché il figlio porga le sue scuse al parente acquisito. Al rifiuto di tale gesto Filippo fa per colpirlo con una spada, ma cade rovinosamente scivolando su del vino e per via dell'eccessivo alcol nelle sue vene, in preda alla rabbia il Re bandisce Alessandro dalle sue terre. Non viene nemmeno accennato che dopo alcuni tempi i rapporti si riappacificarono (complice l'insistenza di Eumene che costrinse Filippo a scrivere delle lettere al figlio), per consacrare il ritrovato rapporto col figlio ed al tempo stesso mostrarsi forte verso i sottomessi greci Filippo ordinò alla figlia Cleopatra di convolare a nozze con Alessandro I d'epiro, zio da parte di madre di Alessandro. La mancanza del ritrovamento della fiducia e del rapporto padre-figlio nel film (viene brutalmente accennato in seguito) sconvolge a mio parere lo spettatore che non capisce se non conosce la storia, come un figlio bandito possa diventare sovrano della Macedonia.

Nella pellicola il regista decide di rimediare a questa assenza con la tecnica del flashback. Nel momento in cui Alessandro (circa un ora dopo nel film) colpisce ed uccide Clito il Nero ricorda i fatti avvenuti al matrimonio della sorella, un avvenimento che non poteva assolutamente essere trascurato, in quanto durante la cerimonia Filippo viene assassinato da una delle sue guardie: Pausania che una volta catturato viene ucciso, portando con se il mistero del suo mandante. Vi sono diverse teorie a riguardo che vogliono come mandante Olimpiate in quanto il suo rapporto col marito era giunto oramai ai ferri corti, insieme a lei secondo alcuni avrebbe agito Alessandro che non avrebbe mai tradito la madre. Lo stesso Alessandro avanza la teoria che la mente dell'omicidio fosse stata quella di Dario III neo-eletto Re Persiano. Tale avvenimento era stato predetto a Filippo dall'oracolo del santuario di Delfi, dove la pizia gli rivelò la seguente profezia (tratta da Diodoro Siculo XVI, 91,2): Il Toro è incoronato, la fine è vicina, il sacrificatore è pronto. Tale frase era stata interpretata da Eumene come benevola, identificando nel toro il nuovo Re Persiano, nel sacrificatore lo stesso Filippo e nella fine il termine dell'impero persiano per mano di quello macedone. Al contrario la profezia si rivelò l'esatto opposto preannunciando la prematura scomparsa del sovrano. Al seguito di questo fatto il figlio Alessandro venne incoronato Re di macedonia mentre ancora la salma del padre era a terra. Alessandro, il conquistatore Appena elettro Re di Macedonia, la prima intenzione di Alessandro è di continuare quello che era il sogno del padre: invadere la Persia e dominare sul mondo conosciuto. L'avanzata del condottiero è tanto veloce quanto inesorabile. Nel film Tolomeo accenna appena alla discesa di Alessandro in Egitto indicando sulla cartina decorata sul muro l'itinerario di tale impresa e raccontando giusto per doveri di cronaca quella che fu l'incoronazione di Alessandro come faraone e liberatore d'egitto. Nella città di Siwa venne dichiarato dall'oracolo di Amon figlio del Dio ed osannato come una divinità dal popolo egiziano. Fondò inoltre sul delta del Nilo la prima città a cui diede il suo nome ma che tra tutte è la più conosciuta: Alessandria d'egitto. Questi avvenimenti vengono velocemente raccontati perché altrimenti la pellicola sarebbe durata eccessivamente; quello che stupisce è allora l'impiego di alcuni minuti di film nella scena di sesso (immancabile nei film moderni) tra Alessandro e la futura coniuge principessa persiana Rossane che sarebbero potuti essere impiegati in maniera migliore vista la mole di imprese del macedone. Ad esempio, la battaglia di Isso (333 a. C.) viene totalmente ignorata quando essa fu uno dei punti cardine per la conquista della Siria e della Fenicia, passaggi necessari per affacciarsi sul Nord Africa, in essa (vinta con grande merito da Alessandro contro le armate di Dario III) vennero catturati i familiari del Re persiano, oltre ad un grande bottino di guerra e la distruzione di molte flotte navali persiane. Saltati a piedi pari questi fatti il film si ritrova a Gaugamela dove ancora una volta si fronteggiano i due sovrani di Macedonia e Persia. Le scene tendono a sottolineare come Alessandro ispirasse fiducia e morale ai propri uomini, anche di fronte ad una battaglia impari tra due forze molto diverse per numero: si parla di poco meno di 40.000 uomini di Alessandro contro un fantomatico milione di guerrieri persiani. Grazie ad un abile uso della nota falange macedone inventata dal padre Filippo ed ad una tattica audace ed imprevedibile Alessandro ottiene la vittoria e riesce quasi ad

uccidere Dario sfiorandolo con un giavellotto. Il sovrano persiano fugge dal campo di battaglia con la sua scorta e l'esercito Macedone aveva ormai distrutto uno dei più grandi imperi di tutti i tempi. Alessandro entra trionfalmente a Babilonia deciso comunque a continuare la caccia a Dario ma la madre tramite alcune lettere inizia a mettere in lui dubbi su una presunta cospirazione da parte di chi gli era più vicino, in particolare Permenione, Cassandro ed il padre Antipatro ed inoltre Clito. Particolarmente esplicita è la storia d'amore tra lui ed Efestione che con alcune scene toccanti in cui Alessandro gli confessa che in tutta quella vita di gloria, conquiste e popoli sottomessi, rimane l'unico punto fermo e l'unica cosa che veramente ama. Teoria che entra in contrasto tra i vari storici visto che alcuni ritengono che la loro fosse soltanto un ottima amicizia e non il primo e più conosciuto caso di amore omosessuale, rapporto che viene anche sottolineato in una scena successiva in cui Alessandro rischia di venire ucciso da quella che sarà sua moglie sul letto coniugale dopo la sua scoperta della relazione tra i due Macedoni. La scena è si importante per comprendere il rapporto con l'amore di Alessandro, ma come detto prima mi sembra esagerato dedicare una buona fetta di film a questo fatto, tralasciandone altri. Dario cade tre anni dopo l'ingresso in Babilonia, tradito dai suoi generali che Alessandro insegue ed uccide per tradimento dimostrando grande stima del suo avversario, stima che si fa sentire quando nel film viene ritrovato il cadavere del re persiano ed Alessandro lo copre con il suo mantello in segno di rispetto. Nella ricerca dei generali si vede come l'esercito macedone si spinse nei confini più interni dell'asia dove tra le varie tribù locali prese moglie, la figlia di uno dei capi, con notevole disappunto dei generali; ma tale azione aveva secondo Alessandro scopo di unificare i popoli e consolidare il suo potere in quelle terre sconosciute che andava scoprendo anno dopo anno. Viene anche rappresentato il complotto contro Alessandro, che Filota organizzò nel 330 a.c. in cui tentò di assassinare il re avvelenandolo. La congiura falli, Filota venne scoperto, torturato ed ucciso e ne seguì il destino anche il generale Parmenione. Parte quindi la campagna in India, nel film la partenza viene simbolicamente associata alla sconfitta di Alessandro nei confronti della natura, in particolare delle montagne dell'indukush, che lo costringono a deviare il suo cammino verso le sconosciute terre indiane e di non fermarsi fino al raggiungimento del limite delle terre emerse. Qui la realtà incontra il mito, nel film lo si sente parlare con Tolomeo di quel sogno che è raggiungere la fine del mondo e di non fermarsi fino all'arrivo, in realtà Alessandro voleva un impero universale, volendo effettivamente estendere le sue conquiste fin quando ce ne fosse stata la possibilità verso oriente. Qui l'esercito trova le difficoltà di una terra inesplorata ed all'epoca abitata da varie tribù in lotta tra di loro, sebbene Dario I avesse esplorato le valli dell'indio anni prima. Secondo le cronache il morale delle truppe andava via via crollando ed il regista decide di rappresentare questo con l'uccisione di uno dei generali più anziani: Clito il Nero, per mano di un ubriaco Alessandro a Samarcanda nell'attuale Uzbekistan. Le lunghe marce forzate ed i tanti anni lontani da casa minano il morale delle truppe macedoni come si vede nel film, il che costringe Alessandro a riformare il suo esercito con soldati in gran parte asiatici e solo ufficiali e comandanti, ovvero i suoi fedelissimi erano greci e macedoni. Necessario punto di svolta è la battaglia dell'idaspe in cui le truppe di Alessandro affrontano le armate indiane di Re Poro, la battaglia è cruenta nelle immagini ed il condottiero perde il suo cavallo di una vita, Bucefalo venendo anch'esso ferito. Purtroppo la falange macedone si rivela inefficace contro gli elefanti da guerra degli indiani e subisce notevoli perdite. Secondo gli storici vi erano presenti elefanti anche a Gaugamela nell'esercito di Dario III ma in numero decisamente ridotto e non ebbero grosso impatto sulla falange, mentre invece la carica delle bestie di Poro indebolì notevolmente quello che era il cardine dell'esercito macedone abituato a dividere gli

eserciti avversari in due parti ed a spingerli contro il muro formato dalle punte delle sarisse della falange, un po' come un incudine (la falange appunto) ed un martello (la cavalleria). Tale tattica di guerra era si efficace contro uomini e cavalli ma non poteva fronteggiare un attacco di creature cosi mastodontiche. Bucefalo durante la battaglia viene ferito a morte (alcuni storici ritengono che sia morto invece di vecchiaia) disarcionando Alessandro ferito a sua volta. Secondo il film la battaglia viene vinta all'ultimo momento dall'esercito macedone caricato dal ferimento del suo Re, in realtà vi sono teorie contrastanti. Impressionato dalle tecniche di guerra di Poro, Alessandro non solo gli da salva la vita, ma lascia governare a lui l'idaspe sotto suo nome, questo atto è interpretato come una probabile disfatta di Alessandro per mano dell'esercito indiano, che non doveva nulla ai macedoni (sono le teorie di alcuni storici indiani). In seguito alle ferite ed alle gravi perdite della sua armata subite durante lo scontro, ma sopratutto per le continue richieste dei suoi soldati sopravvissuti, notevolmente provati dalla battaglia, Alessandro decide di fare ritorno in Babilonia e da li verso casa in Macedonia. Non viene menzionata la creazione delle città di Nicea e di Bucefala sui luoghi della battaglia. Per tornare a casa Alessandro optò per la via più breve ma allo stesso tempo per la più difficile: il deserto della Gedrosia ove molti uomini morirono di stenti. Nel film invece non viene detto nulla riguardo la spedizione via mare di Nearco che risalì il golfo persico fino alle foci del Tigri al fine di esplorarlo descrivendo nel suo diario (noto a noi per essere stato inserito nella Indica di Arriano) i popoli ed i luoghi incontrati. Qui la storia è frammentaria, Alessandro secondo il film torna direttamente a Babilonia, mentre in realtà fa prima tappa a Susa per poi arrivare nella città cardine della Persia. Cratero viene congedato insieme ad un gran numero di veterani e mandato con loro in Macedonia, mentre durante il soggiorno invernale ad Ecbàtana, Efestione si ammalò di tifo e morì (non a Babilonia come nel film). Pochi anni dopo, nel 323 a.c. proprio durante i preparativi per l'occupazione dell'arabia, Alessandro morì di una strana malattia. Vi sono teorie contrastanti sulla sua morte, ed anche il film vuole distaccarsi da un idea precisa, in quanto non si capisce se sia colto da una malattia come una ricaduta di malaria che lo aveva colto anni prima o avvelenato probabilmente dai figli di Antipatro o dalla moglie Rossane. Il suo sogno di conquistare anche la parte occidentale del mondo sottomettendo quello che stava diventando il grande popolo romano e giungendo alle colonne di Eracle, svanisce con la sua morte, il 10 giugno 323 a.c. In seguito alla morte di Alessandro regnò l'anarchia sul suo impero. Ognuno sentiva di essere il degno successore del Re, che non avendo eredi adatti a governare, aveva lasciato il trono vagante. Il figlio di Rossane, Alessandro era ancora in fasce e non poteva governare, i generali scelsero quindi Perdicca come reggente che però si scontrò contro Tolomeo, divenuto faraone d'egitto e morì in guerra. Venne quindi eletto reggente Antipatro, ma non essendo accettato da tutti diede luogo ad una guerra civile che uccise tutti i familiari di Alessandro nel suo corso, compreso suo figlio. Stefano Costanzo 411172