DIPARIMENTO DEI VIGLI DEL FUOCO DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA DIFESA CIVULE Ordine degli Ingegneri Provincia di Latina FSE, l approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio Ing. Pierpaolo Gentile, PhD Direttore del Corpo Nazionale dei Vigili Del Fuoco Corso di Specializzazione in Prevenzione Incendi Ai sensi del D.M. 25 marzo 1985 Comando Provinciale VV.F. di Latina, 6 settembre 2010 1
Modelli d incendio Tre diverse tipologie di metodi numerici per la simulazione incendi Metodi analitici Si utilizzano formule analitiche semplici, ad esempio le formule per il plume (colonna calda sopra l incendio) o per il getto d aria sopra il soffitto Modelli a zona Lo spazio è suddiviso in grandi volumi (al massimo 20), su cui si applicano le formule analitiche semplici e i bilanci di massa e di energia Modelli di campo o modelli CFD (Computational Fluid Dynamics) CFD significa fluidodinamica numerica. Lo spazio è suddiviso in piccole celle di calcolo (tipicamente 500 000 1 500 000 celle), su cui si calcolano le equazioni esatte del trasporto 2
Modelli d incendio numerici analitici (o semplificati) LE CURVE PARAMETRICHE Le curve parametriche sono la più semplice rappresentazione dell andamento delle temperature medie dei prodotti della combustione in ambiente confinato. La loro determinazione è basata sulla conoscenza dei seguenti parametri: geometria del compartimento, fattore di ventilazione, inerzia termica delle pareti e carico di incendio. La curva parametrica più diffusa è quella indicata nell Eurocodice 1: Actions on structures Part 1.2: General actions actions on structures exposed to fire 3
Modelli d incendio numerici avanzati I modelli avanzati consentono di rappresentare l andamento dell incendio attraverso la soluzione delle equazioni che governano: il bilancio di massa, il bilancio di energia, le proprietà dei gas La soluzione delle equazioni può essere semplificata da rilevanti ipotesi sulla stratificazione dei prodotti della combustione. A tal proposito i modelli si dividono in: Modelli a zone Modelli di campo 4
Modelli a zone Sono caratterizzati dalla individuazione, nell ambiente oggetto della valutazione, di zone separate all interno delle quali i parametri di temperatura, densità e pressione sono omogenei. Normalmente queste zone, sebbene adiacenti, non possono scambiare massa o energia se non attraverso una terza zona, che rappresenta il flusso dei gas dell incendio (plume), che è schematizzabile come una pompa di massa e di energia. Sebbene le semplificazioni citate siano estremamente grossolane, questi modelli si sono rivelati di una notevole utilità, sia per la facilità di uso che per l attendibilità dei risultati in determinate situazioni. 5
Modelli di campo (CFD) I modelli di campo sono dei complessi modelli fluidodinamici di flussi turbolenti derivanti dalle classiche teorie della termodinamica. La fluidodinamica classica riguarda la descrizione matematica del comportamento fisico dei fluidi (gas e liquidi). Le equazioni che governano il comportamento dei fluidi sono conosciute da circa 150 anni. Esse consistono, in generale, in un set di equazioni differenziali tridimensionali, dipendenti dal tempo, non lineari, conosciute come equazioni di Navier-Stokes. 6
Negli ultimi due decenni sono stati sviluppati numerosi strumenti di calcolo che consentono di stimare gli effetti di un incendio, in modo più o meno approssimato. I codici utilizzati più diffusi sono stati sviluppati presso il NIST (National Institute of Standards and Technology) Building and Fire Research Laboratory CFAST si trova in http://fast.nist.gov/ FDS 4 si trova in http://fire.nist.gov/fds4/ FDS 5 si trova in http://www.fire.nist.gov 7
CFAST (Consolidated Fire and Smoke Transport Model) è un modello a zone sviluppato per predire gli effetti dell incendio sulle temperature e sulle concentrazioni di gas FDS (Fire Dynamics Simulator) predice la distribuzione del fumo e il movimento dell aria causati dall incendio, dal vento, e dal sistema di ventilazione. I risultati del calcolo sono visualizzati dal codice smokeview I modelli richiedono la descrizione geometriche del compartimento e delle aperture, permettono comunque di simulare anche spazi non compartimentati, come i plume (cioè il pennacchio di fiamme e gas caldi che si eleva dalla regione di combustione) ed i camini 8
Modelli a zona CFAST è un modello a zone sviluppato per predire gli effetti dell incendio sulle temperature e sulle concentrazioni di gas suddividono ogni locale in un piccolo numero di volumi di controllo chiamati layer, lo statodi ognuno dei quali è ipotizzatouniformeal suo interno, cioè i valori di temperatura, quantità di fumo, concentrazione dei prodotti della combustione sono uguali in ogni punto dello stesso volume; I metodi a zone sono veloci, ma le informazioni ottenute sono in qualche misura limitate 9
Caratteristiche dei modelli a zona I modelli a zona stimano in funzione del tempo: le temperature (medie) dello strato inferiore e superiore; la posizione dell'interfaccia tra le zone; la concentrazione di ossigeno; la concentrazione di ossido di carbonio; la visibilità; il flusso in entrata ed in uscita da aperture verso l'esterno o verso altri locali. i risultati di output sono tabellari. 10
La simulazione di un incendio in CFAST In CFAST l incendio è considerato come una sorgente di combustibile rilasciata con una determinata velocità. La combustione può avere luogo sia nella zona bassa che in quella alta all interno di un compartimento; in ogni caso vi deve essere presenza di ossigeno. Il modello consente all utente di definire tutti i parametri che caratterizzano l incendio da simulare e in particolare la curva di rateo di rilascio di calore. Il risultato fornito da CFAST consiste negli andamenti nel tempo dei parametri che caratterizzano gli effetti dell incendio la quantità di fumi prodotti, le temperature le concentrazioni delle specie chimiche pericolose. 11
Caratteristiche dei modelli di campo (FDS) I modelli di campo predicono in funzione del tempo: la distribuzione puntuale dei prodotti della combustione fiamme fumo Anidride carbonica (CO2) Monossido di carbonio (CO) componenti del calore trasmesso conduttiva, convettiva, radiattiva, totale Heat Release Rate La temperatura delle pareti, la trasmissione del calore attraverso le pareti, le aperture, all interno di oggetti, ecc., la propagazione del fumo e il movimento dell aria causati dall incendio, dal vento, e dal sistema di ventilazione. 12
La simulazione di un incendio in FDS Il primo modo prevede la definizione di un valore dell HRRPUA(heat release rate per unit area, in kw/m2), definito su una superficie che si destina ad origine dell incendio. L andamento nel tempo di tale valore può essere definito : con un andamento lineare, crescente, costante, decrescente, inserito per punti significativi; con una crescita secondo una legge quadratica t2seguita da un andamento a valori costanti. 13
La simulazione di un incendio in FDS Il secondo modo consiste nel definire le caratteristiche termo-fisiche e chimiche del materiale che brucia o che deve essere innescato dall incendio. Tra le caratteristiche del materiale da definire si ricordano: la densità (superficiale o volumica); il calore di vaporizzazione; la temperatura di ignizione; il calore di combustione; le caratteristiche stechiometriche delle reazioni di combustione. 14
Limiti di CFAST Il modello contenuto in CFAST è stato creato e validato per la simulazione di incendi in spazi confinati caratterizzati da dimensioni geometriche proprie degli edifici di civile abitazione, e quindi di locali di modeste dimensioni. Per questi motivi, in tutti gli scenari per i quali le dimensioni dei locali si differenziano, per dislocazione e geometria da quelli caratteristici dell edilizia civile, le valutazioni del modello non potranno che essere affette da un certo grado di incertezza. 15
Limiti di CFAST Valutazioni comparative tra simulazioni di incendi e prove sperimentali su scala reale hanno altresì dimostrato che i limiti del modello vengono raggiunti per potenze dell incendio elevate (nell ordine dei 35 MW), mentre per potenze più contenute (nell ordine dei 4-5 MW) i risultati si possono considerare verosimili. Altre limitazioni riscontrate durante prove comparative, condotte dallo stesso ente che ha sviluppato il modello, sono nella sovrastima delle temperature (nell ordine dei 50/150 C secondo i casi) degli strati superiori dei compartimenti 16
Limiti di FDS Il modello contenuto in FDS è stato originariamente sviluppato per analizzare incendi a scala industriale. L affidabilità dei risultati ottenuti per mezzo del codice di calcolo è ragionevole se la dimensione del focolaio è circoscritta e le dimensioni dell ambiente sono relativamente grandi rispetto a quelle della sorgente. In tali condizioni, i valori delle velocità dei flussi e delle temperature dei gas sono caratterizzate da un accuratezza del 10-20% rispetto a misure sperimentali effettuabili nelle medesime situazioni. Date le origini del modello, gli stessi sviluppatori ammettono che esso deve essere migliorato per quanto riguarda l affidabilità dei risultati di simulazioni che riproducono lo sviluppo di incendi in ambienti di residenza civile. 17
Limiti di FDS Un ulteriore limite evidenziato dai ricercatori riguarda la simulazione della crescita dell incendio, che è strettamente legata alle caratteristiche termo fisiche dei materiali che circoscrivono l incendio, proprietà che devono essere definite con precisione dall utilizzatore del modello. Il modello è stato validato solo per quei pochi materiali testati sperimentalmente dal NIST. In assenza di verifica sperimentale dei dati inseriti nel codice di calcolo, non si assicura la rispondenza dei risultati ottenuti dalle simulazioni con i possibili scenari reali. Un ulteriore limite del programma, dal punto di vista applicativo, riguarda le risorse hardware necessarie per la sua esecuzione e i tempi di calcolo richiesti. 18
Grazie per l attenzione! Ing. Pierpaolo Gentile, PhD Direttore del Corpo Nazionale dei Vigili Del Fuoco Comando Provinciale Latina 19