* Brevi note di filologia romanza (per gli studenti del 1 Liceo Classico)
01 Concorrenza tra greco e latino L Impero romano, a partire dal I secolo d.c., si presenta come sostanzialmente bilingue, almeno nei suoi strati superiori. La linea che fin dal regno di Diocleziano divise in due l Impero, Pars Occidentis e Pars Orientis, era anche, una linea di confine linguistico: a Ovest dominava il latino, a Est il greco. Le lingue romanze o neolatine sorsero tutte nella Pars Occidentis, con un unica eccezione.
02 Le varianti del latino Il latino colto, la lingua che si studia a scuola, è una parlata dai precisi connotati Diastratici: è la lingua dei due primi ordines dello Stato (senatori e cavalieri). Diacronici: è la lingua parlata nel I secolo a.c. e nel I secolo d.c. È inoltre la lingua dell Urbe e della cultura cittadina (urbanitas) sentite come distanti dalla rusticitas, la lingua e la cultura dei contadini
03 Dal latino al volgare Pur con queste differenze, il latino rimase lo strumento di comunicazione anche dei ceti popolari finché si mantennero le strutture statali romane. Le «invasioni barbariche» che misero fine alla Res Publica unitaria furono soprattutto un fenomeno dell Occidente
04 Dialetto e lingua Una lingua è una parlata dalle specifiche caratteristiche linguistiche, storiche e d uso. 1 Individualità morfologiche, lessicali, fonetiche e sintattiche. 2 Presenza in territori politicamente autonomi e indipendenti. 3 Uso continuo in ambito amministrativo e letterario 4 Riconoscimento da parte dei parlanti e delle autorità politiche. In genere una lingua nasce come dialetto di uno specifico territorio e cresce di importanza e autonomia fino a soppiantare altri dialetti nell uso comune.
05 Le lingue romanze Quelle oggi diffuse in Europa sono le seguenti: Portoghese Gallego (Galiziano) Castigliano Aragonese Catalano Provenzale Francese Francoprovenzale Sardo Italiano Ladino (Retoromanzo) Rumeno
06 La stratificazione linguistica. Ogni parlata subisce l effetto di quelle che l hanno preceduta nella stessa area (substrato), di quelle delle aree confinanti (adstrato), di quelle giunte successivamente (superstrato). Lo schema qui prodotto è relativo al Toscano
07 Dal latino ai volgari: le consonanti Nel latino medievale proseguono le trasformazioni già in atto nel latino volgare, di cui abbiamo traccia nei graffiti di Pompei e nell Appendix Probi.
08 Dal latino ai volgari: le consonanti Alcune dei mutamenti consonantici diffusi nel latino popolare e tardo: Scomparsa di alcune nasali, preconsonantiche (mesem<mensem) o a fine parola (seme<semen) Confusione e scambio tra i suoni tl e cl (veclus<vet[u]lus) Caduta in posizione «post-tonica» (rius<rivus) Tali mutamenti sono poi proseguiti in molte lingue neolatine
09 Dal latino ai volgari: le vocali ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū ī e ε* a ɔ* o u Già nel I sec. a.c. i dittonghi avevano iniziato a semplificarsi: æ/œ>ē; au>ō Le vocali latine si sono evolute nel toscano secondo lo schema qui riportato. P. es. Fīne(m)= fine Pĭru(m)= pero Cēna(m)= céna Cĕrvu(m)= cèrvo Căne(m)= cane Amātu(m)= amato Cŏllu(m)=còllo Vōce(m)= vóce Crŭce(m)= cróce Lūce(m)= luce *Nell Alfabeto Fonetico Internazionale ε= e aperta; ɔ= o aperta
10 Dal latino ai volgari: le vocali ī ĭ ē ĕ ā ă ŏ ō ŭ ū i ε a o u Le vocali latine si sono evolute nel siciliano secondo lo schema qui riportato. P. es. Fīne(m)= fine Pĭru(m)= piru Pēr= pir Bĕne= bène Căne(m)= cane Amātu(m)= amatu Cŏllu(m)=còllo valōre(m)= valuri Mŭltu(m)= multu Lūce(m)= luce *Nell Alfabeto Fonetico Internazionale ε= e aperta; ɔ= o aperta
11 Il trionfo del toscano Se nel 1240 un osservatore esterno ed esperto delle discipline storico-linguistiche avesse analizzato i dialetti italiani e le opere letterarie che si cominciavano a scrivere in quei dialetti, avrebbe certamente concluso che il siciliano era avviato a diventare la lingua letteraria di tutta la penisola. Questa è la distribuzione dei dialetti alla fine del XIII secolo, come la descrive Dante nel De Vulgari eloquentia
12 Il trionfo del toscano L opera di Dante, e poi quella di Petrarca e di Boccaccio (le cosiddette «Tre corone») ha reso il toscano la linguamodello per gran parte dei letterati dell area italiana