Caratteristiche e comportamenti degli immigrati in contesti locali: il caso di Napoli e dei paesi vesuviani (lezione 8)

Documenti analoghi
SISTEMA INFORMATIVO DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE SS-13-HA-XXO25 10/05/10 TABELLA DI VICINIORITA' PAG. 1 PROVINCIA DI: NAPOLI

Referendum Costituzionale del 4 dicembre 2016 Calendario ritiro schede elettorali

Valori Agricoli Medi della provincia. Annualità 2009

23 novembre 2012 Istituto di Genetica e Biofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche Adriano Buzzati-Traverso Napoli, Via Pietro Castellino 111

BOLLETTINO DI STATISTICA RAPPORTO SULL ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI NAPOLI

Elezioni politiche 2013

Ente d Ambito Sarnese Vesuviano Tariffe del servizio idrico integrato in vigore dal 1/7/2009 L ENTE D AMBITO SARNESE VESUVIANO RENDE NOTO

REGIONE CAMPANIA Settore Urbanistica Servizio 01 Vigilanza e repressione abusivismo edilizio Condono Edilizio RELAZIONE DI PROGETTO

Distretto Idrografico dell Appennino Meridionale

2 LE DINAMICHE DEMOGRAFICHE IN PROVINCIA DI NAPOLI

G.R. Centro Studi Acen- marzo Ripartizioni territoriali della ex Provincia di Napoli in uso sul territorio

Comune Carica Nominativo

DISPONIBILITA' SOSTEGNO SC.PRIMARIA A.S X STIPULA CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO POSTI

RAPPORTO PRELIMINARE DEL TAVOLO TECNICO ISTITUITO CON D.G.R.C.40/2011

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 59 DEL 12 NOVEMBRE 2007

Servizi di Trasporto IKEA.it/servizi

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 14 DEL 12 MARZO 2007

CAMERA DI COMMERCIO DI NAPOLI http: //

Gli stranieri al 15 Censimento della popolazione

L immigrazione straniera nella Provincia di Bergamo

Turni Festivi Farmacie della Provincia di Napoli 1 Febbraio 2012

Dossier Immigrati a Bologna

Cittadini stranieri a Bologna Le tendenze 2013

CON ADESIONE SENZA ADESIONE C.S.S. CALCIO

Dossier 6 La situazione delle famiglie con riguardo agli affitti e ai mutui per la casa

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CAMPANIA - N. 36 DEL 7 AGOSTO 2006 TARIFFE

La popolazione di Cusano Milanino

LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE AL 1 GENNAIO 2007 IN ITALIA ED A FAENZA UN CONFRONTO

Yalla ~ Stranieri in Campania Servizio di Mediazione Culturale della Regione Campania

COMUNE DENOMINAZIONE O.D.

Come sta cambiando l immigrazione nel Veneto

Le donne nella crisi - Roma 21 giugno 2012

NOTA TERRITORIALE Andamento del mercato immobiliare nel II semestre 2014 Settore residenziale. NAPOLI a cura dell Ufficio Provinciale di NAPOLI

SEZIONI ACCORPATE. dalla sez. 1 alla sez. 28. dalla sez. 29 alla sez. 56 e iscritti PD. dalla sez.. 1 alla sez dalla sez..27 alla sez.

Osservatorio Romano Migrazioni. Rapporto 2005 Camera di Commercio di Roma e Caritas di Roma Osservatorio Romano Migrazioni II Rapporto 2005

Dossier Statistico Immigrazione 2009 Caritas/Migrantes

DISTRETTO SANITARIO 49

Gli immigrati in Lombardia oggi e domani: quanti e chi? Gian Carlo Blangiardo Referente Area Popolazione ORIM

Contesto regionale. IL VENETO

1 di 10 30/10/

TABELLE L IMMIGRAZIONE IN LOMBARDIA

Stranieri a Reggio Emilia. Rapporto 2007 (dati al al ) Assessore alla Solidarietà Servizio Sanità e Servizi Sociali

ALCUNI ASPETTI DELL INTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI NELLA PROVINCIA DI NAPOLI *

Provincia di Modena Comune di Modena Prefettura di Modena Questura di Modena INAIL sede di Modena Azienda USL di Modena Policlinico di Modena

CATALOGO DATABASE MIGRA-EUROMED ITALIA E REGIONI

Il consumo di alcol tra i cittadini stranieri

La popolazione straniera e italiana all in Emilia-Romagna

DISTRETTO SANITARIO 52

L immigrazione in provincia di Brescia Presentazione dell Annuario CIRMiB 2013 (5 edizione) Brescia, 31 ottobre 2013

Osservatorio Nazionale. Fondo Per la Formazione dei lavoratori temporanei

Nazionalità stranieri

IL LAVORO SOMMERSO DEGLI STRANIERI IN ITALIA

presso Ministero Interno Ha svolto servizio presso : Prefettura Napoli

Fondi di sostegno ai genitori

IL LAVORO SOMMERSO DEGLI STRANIERI IN ITALIA

Cittadini stranieri nell area metropolitana di Bologna. Rapporto 2015

Anno 2009 IMPRENDITORIA EXTRACOMUNITARIA IN PROVINCIA DI BRESCIA. QUADERNI DI APPROFONDIMENTO N. 6/2010 Maggio Fonti dati: ISTAT e Infocamere

AVVIO ANNO SCOLASTICO 2012/2013

A TUTTE LE LAVORATRICI ED A TUTTI I LAVORATORI

QUESTIONARIO PER LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI PER L ANALISI PRELIMINARE DEI RISCHI

Rapporto sulla Natalità

FARMACIE DI TURNO IL 26/07/2012

La struttura e la dinamica demografiche dei residenti stranieri a Lecce. A cura dell ufficio statistica del comune di Lecce Dott.ssa Eugenia Catanese

Occupazione e lavoro atipico in provincia di Brescia

I potenziali distretti industriali nella provincia di Napoli Donato Lucev

FONDAZIONE CARIPARMA. Espr.it. la comunità genera nuovo welfare. Alcuni dati sulla provincia di Parma DEMOGRAFIA

ROMA OGGI MAGGIO Dipartimento XV

ELENCO POSTI ORGANICO DISPONIBILI SITUAZIONE AL 16/08/2010 UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER LA CAMPANIA UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE : NAPOLI

Immigrati in Toscana: quale cittadinanza economica?

1 di 11 30/10/

Il territorio, i suoi abitanti e la loro mobilità Salvio Capasso

Corrado Bonifazi - Cristiano Marini (IRPPS-CNR) Lavoro effettuato nell ambito del Progetto Migrazioni del Dipartimento Identità culturale del CNR

CITTADINI STRANIERI IN PROVINCIA DI BOLOGNA: CARATTERISTICHE E TENDENZE

A cura di :Rossella Salvi, Cristina Biondi

progettare in rete nell ambito del programma Scuole Aperte con il riconoscimento della Presidenza della Repubblica in partenariato con

La condizione occupazionale dei giovani stranieri

Piano Territoriale di Coordinamento D.02.0

MERCATO IMMOBILIARE NAPOLI

Milano, 7 Aprile 2006

L area metropolitana fiorentina. Statistiche territoriali, demografiche, economiche Presentazione del rapporto statistico

Focus: i redditi per nazionalità in provincia di Macerata 1

FOCUS novembre Recenti dinamiche del mercato del lavoro femminile in Puglia PREMESSA FORZA LAVORO E OCCUPAZIONE FEMMINILE

L Identikit dell immigrato cinese

DISTRETTO SANITARIO 48

RETE PROVINCIALE AVELLINO

I cittadini non comunitari in Italia

Sociologia del Lavoro

L immigrazione cinese in Italia, in Lombardia e a Milano: presenze, alunni, caratteristiche d integrazione, imprenditoria, aspetti interessanti

GLI STRANIERI RESIDENTI A REGGIO CALABRIA Tommaso Cotronei (Ufficio Statistica e Qualità dei Servizi)

Il lavoro delle donne NOTA dell IRES Catania

LA DONNA IMMIGRATA IN ITALIA

Informazioni Statistiche

La Newsletter di Nuovi Lavori Il mercato del lavoro nel 4 Rapporto sulla Coesione sociale Scritto da Ferruccio Pelos

dal quale emerge un incremento del 4,3% rispetto al 2001 quando si contarono residenti.

Rilevazione sulle forze di lavoro

Comune. Indicatori Popolazione residente Variazione intercensuaria annua -2,1-1,7-0,5

Immigrazione: la collettività romena. Luoghi comuni e nuove prospettive in Veneto e a Treviso in particolare

MERCATO IMMOBILIARE NAPOLI

Occupazione - Disoccupazione

CITTA DI TORINO DIVISIONE FUNZIONI ISTITUZIONALI DIREZIONE SERVIZI CIVICI SETTORE STATISTICA E TOPONOMASTICA

Transcript:

Corso di Perfezionamento Immigrazione e politiche pubbliche di accoglimento e integrazione a.a. 2013-2014 DEMOGRAFIA DELLE MIGRAZIONI E DELLE COMUNITÀ IMMIGRATE Caratteristiche e comportamenti degli immigrati in contesti locali: il caso di Napoli e dei paesi vesuviani (lezione 8) Strozza Salvatore Università di Napoli Federico II (strozza@unina.it) 1

Dipartimento di Scienze dell Educazione Università di Salerno Dipartimento di Scienze Statistiche Università di Napoli Federico II Cooperativa sociale DEDALUS 2

Introduzione: finalità e contributi conoscitivi 1. Obiettivi generali e specifici della ricerca, informazioni utilizzate, studiosi coinvolti, struttura del volume 2. Cenni ad alcuni dei risultati emersi dalla ricerca con riguardo a: 2.1 dimensione della presenza straniera, 2.2 coordinate geografiche, 2.3 caratteristiche individuali e famigliari, 2.4 condizione abitativa, 2.5 mercato del lavoro, 2.6 integrazione 3

1. Obiettivi e finalità specifiche Partecipare ad un progetto di ricerca nazionale sull integrazione degli immigrati promosso dalla Fondazione ISMU di Milano, a cui hanno partecipato 18 gruppi locali di ricerca per un totale di 32 unità territoriali (province o grandi comuni) oggetto d indagine. Contribuire alla conoscenza su dimensioni, caratteristiche, condizioni di vita e di lavoro, aspirazioni, percezioni e opinioni degli immigrati che vivono sul territorio napoletano, collettivo in rapida evoluzione e di cui le fonti ufficiali riescono a dare un immagine certamente utile ma senza dubbio incompleta e superficiale. Segnalare la necessità di un monitoraggio quantomeno periodico di un fenomeno così complesso ed articolato, essenziale per l adozione di politiche sociali aderenti alla realtà e ai bisogni delle persone. 4

1. Fonti informative utilizzate Principali rilevazioni ufficiali per lo più a carattere amministrativo: in particolare, rilevazioni anagrafiche degli stranieri residenti; permessi di soggiorno del Ministero dell Interno rivisti dall Istat; Indagine campionaria del 2008 sull integrazione degli immigrati maggiorenni (circa 12.000 interviste in 32 unità territoriali italiane di cui 900 a Napoli e nei paesi vesuviani); Indagine ITAGEN2 nell a.s. 2005-06 sugli alunni italiani e stranieri nelle scuole secondarie di primo grado (in totale 20.000 interviste di cui quasi 1.500 in Campania); Altre indagini campionarie precedenti (in particolare, indagine SUD del 2005: 30.000 interviste in Italia di cui 22.000 nel Mezzogiorno e 1.600 in provincia di Napoli). 5

1. La principale base informativa L indagine sull integrazione Nella seconda metà del 2008 è stata realizzata un indagine campionaria con il metodo dei centri di aggregazione sugli stranieri maggiorenni originari dei Pfpm presenti a Napoli e in alcuni comuni dell area vesuviana. Tale indagine rientra nel progetto promosso dalla Fondazione ISMU volto a misurare l integrazione degli immigrati in diverse realtà territoriali italiane (Cesareo e Blangiardo, 2009). Comuni considerati Enti coinvolti nell indagine svolta sul territorio della provincia di NAPOLI: - per il comune di Napoli, Dipartimento di Scienze Statistiche Università di Napoli Federico II e Cooperativa sociale Dedalus; - per i paesi vesuviani, Dipartimento di Scienze dell educazione dell Università di Salerno. 900 interviste di cui 400 a Napoli e 500 nei paesi vesuviani. 6

1. Elenco degli autori del volume Autori Ammaturo Natale Cappelli Carmela de Filippo Elena Diana Paolo Ferrara Raffaele Forcellati Linda Mangone Emiliana Masullo Giuseppe Mauriello Rosa Morniroli Andrea Mussino Eleonora Nunziata Virginia Smarrazzo Giacomo Strozza Salvatore Truda Giovanna Enti di appartenenza Università di Salerno Università di Napoli Federico II Univ. di Napoli Federico II e Cooperativa Dedalus di Napoli Università di Salerno Università di Napoli Federico II (adesso ISTAT) Università di Napoli Federico II Università di Salerno Università di Salerno Cooperativa Dedalus di Napoli Cooperativa Dedalus di Napoli Sapienza Università di Roma (adesso ISTAT) Università di Salerno Cooperativa Dedalus di Napoli Università di Napoli Federico II Università di Salerno 7

1. Indice del volume 1. Gli stranieri nel napoletano: numeri, insediamenti e caratteristiche di un fenomeno in crescita 2. Tempi e luoghi dell immigrazione: il lungo e contraddittorio processo di stabilizzazione della presenza 3. La famiglia degli immigrati: quale e dove? 4. La condizione abitativa. Tra integrazione e segregazione 5. L inserimento nel mercato del lavoro 6. Capitale umano e necessità formative 7. I processi comunicativi per l intercultura: non solo un problema di lingua 8. Tra integrazione e particolarismi: gli immigrati e il ricorso ai servizi sanitari 9. Integrazione come integrità e conservazione delle culture di origine 10. Segnali di integrazione: alcune possibili letture 11. Dalla parte dei figli: il difficile inserimento scolastico 12. Le politiche e il governo dei flussi migratori 8

2.1. La dimensione globale della presenza Stranieri originari dei Pfpm distinti per condizione di presenza. Provincia di Napoli, vari anni. Stime in migliaia e valori percentuali. Anno Tot. Stime (valori in migliaia) Regolari non res. % per condiz. presenza Regolari non res. Metodo Residenti Irregolari Residenti Irregolari 1996 TR 24.000 11.100 12.900 46,3 53,8 1999 TR 33.100 24.800 8.400 74,9 25,4 2002 TR 69.300 22.500 9.000 37.800 32,5 13,0 54,5 2005 (a) IC 69.700 44.000 3.900 21.850 63,1 5,6 31,3 2009 IC 98.600 57.400 14.400 26.800 58,2 14,6 27,2 Note: (a) Al 2005 i dati sono riferiti a metà anno. TR = Stime basate sui risultati delle regolarizzazioni (1995-96, 1998 e 2002); IC = Stime basate su risultati di indagini campionarie. Fonti: elaborazioni proprie (Ammaturo, De Filippo, Strozza, 2010) e stime di Blangiardo, Tanturri (2006) e Strozza, Orientale Caputo (2007). 9

2.1. Dimensione e aree di provenienza Percentuale per area di cittadinanza degli stranieri residenti e non residenti che vivono nel comune capoluogo e nel resto della provincia. Resto Africa 8,6% Nord Africa 3,9% Asia 36,8% A: Com une capoluogo - residenti Am. Latina 7,2% Nuovi Ue 14,4% Resto Europa Est 29,2% Nord Africa 11,7% Resto Africa 5,7% Asia 17,3% B: Resto della provincia - residenti Am. Latina 6,8% Nuovi Ue 23,4% 22.300 35.100 Resto Europa Est 35,1% C: Comune capoluogo - NON residenti D: Resto della provincia - NON residenti Resto Africa 9,6% Nord Africa 5,3% Am. Latina 8,3% Nuovi Ue 13,0% Nord Africa 14,0% Am. Latina Resto Africa 7,1% 6,0% Nuovi Ue 21,3% 16.800 24.400 Asia 28,2% Resto Europa Est 35,6% Asia 14,6% Resto Europa Est 37,1% 10

2.1. Dimensione e paesi di provenienza Graduatoria delle prime dieci cittadinanze dei Pfpm presenti nella provincia di Napoli ad inizio 2009. Numeri assoluti e valori percentuali Paese di cittadinanza Numero assoluto presenti % per cittadinanza % cumulata per cittadinanza % non residenti % nel comune capoluogo Ucraina 27.000 27,4 27,4 45,4 37,0 Romania 8.300 8,4 35,8 42,2 27,7 Cina 8.150 8,3 44,1 35,8 34,9 Sri Lanka 7.600 7,7 51,8 35,9 87,0 Polonia 7.400 7,5 59,4 34,6 29,5 Marocco 4.500 4,6 64,0 48,1 9,0 Bulgaria 2.650 2,7 66,7 43,3 27,9 Albania 2.600 2,6 69,3 35,8 25,5 Algeria 2.300 2,4 71,6 46,1 24,8 Filippine 2.200 2,3 73,9 32,5 75,9 Altro 25.900 26,1 100,0 43,2 43,1 Totale 98.600 100,0 41,7 39,7 11

2.2. differenze tra comuni nel napoletano Fig. 5 Percentuale stranieri sul totale dei residenti, inizio 2009. Fig. 6 Quozienti di localizzazione comunale Ucraina Cina Sri Lanka Polonia Romania Marocco Cittadin. N. % IRD(%) Cittadin. N. % IRD(%) Ucraina 14.769 24,1 17,0 Cina 5.236 8,6 55,3 Sri Lanka 4.878 8,0 59,9 Polonia 4.863 8,0 24,6 Romania 4.788 7,8 33,2 Marocco 2.360 3,9 54,9 12

2.2. differenze tra comuni nel napoletano Indicatori elementari considerati per i 92 comuni: 1) incidenza stranieri (stranieri x 100 residenti), 2) numero totale di nazionalità, 3) numero minimo di nazionalità necessarie per raggiungere il 75% degli stranieri 4) % donne 5) % giovani (0-14 anni), 6) % anziani (65+ anni), 7) indice di carico di figli per donna (persone di 0-4 anni per 100 donne 15-49 anni) 8) età media 9) % cittadini dei paesi ricchi, 10) % cittadini dei nuovi paesi dell Ue, 11) % cittadini dell Europa centro-orientale, 12) % cittadini del Nord Africa, 13) % cittadini del resto Africa, 14) % cittadini dell Asia 15) indice relativo di dissomiglianza composizione per cittadinanza rispetto alla corrispondente composizione provinciale % donne 13

2.2. differenze tra comuni nel napoletano Pesi fattoriali: correlazione tra indicatori elementari e fattori Indicatori elementari Fattori 1 2 3 4 Indice di carico figli per donna 0,78 0,01-0,35-0,02 Stranieri per 100 residenti 0,77-0,10 0,28 0,16 % popolazione straniera 0-14 anni 0,73-0,02-0,44-0,10 % paesi dell'europa dell'est -0,72-0,02-0,30 0,22 % Asia 0,70 0,21-0,14 0,53 % donne -0,67 0,07 0,33 0,41 N. minimo cittadinanze per raggiungere il 75% -0,15 0,81 0,38-0,06 Numero di cittadinanze straniere 0,08 0,80 0,32 0,00 Indice relativo dissomiglianza 0,12-0,77-0,05-0,18 % resto Africa 0,03 0,73-0,16-0,23 % nuovi paesi dell'ue -0,10-0,66 0,10-0,36 % Paesi a sviluppo avanzato -0,08 0,15 0,85 0,16 % popolazione straniera 65+ anni 0,00 0,04 0,84 0,02 Età media totale stranieri -0,60 0,15 0,64 0,23 % Nord Africa 0,14-0,01-0,21-0,77 % varianza spiegata 24,23 19,68 18,62 9,47 % cumulata var. 24,23 43,91 62,52 71,99 14

Rescaled Distance Cluster Combine C A S E 0 5 10 15 20 25 Label Num +---------+---------+---------+---------+---------+ Melito di Napoli 45 Villaricca 87 Quarto 63 Giugliano in Campani 34 Arzano 5 Cardito 16 Marano di Napoli 41 Acerra 1 Afragola 2 Casalnuovo di Napoli 17 Sant'Antimo 73 Grumo Nevano 36 Calvizzano 12 Frattamaggiore 32 Volla 89 Casavatore 21 Mugnano di Napoli 48 San Sebastiano al Ve 70 Casoria 23 Portici 59 Pozzuoli 60 Napoli 49 Piano di Sorrento 53 Sorrento 80 Sant'Agnello 71 Procida 61 Cercola 26 Ercolano 64 Vico Equense 86 Bacoli 6 Castellammare di Sta 24 Meta 46 Torre Annunziata 83 San Giorgio a Creman 67 Torre del Greco 84 Pompei 58 Anacapri 4 Capri 14 Barano d'ischia 7 Casamicciola Terme 19 Lacco Ameno 38 Ischia 37 Massa Lubrense 44 Forio 31 Serrara Fontana 78 Palma Campania 52 San Giuseppe Vesuvia 68 Boscoreale 8 Terzigno 82 Casandrino 20 Cicciano 27 Roccarainola 65 Casola di Napoli 22 Liveri 40 Camposano 13 Frattaminore 33 Pomigliano d'arco 57 Saviano 76 Caivano 11 Marigliano 43 Qualiano 62 Castello di Cisterna 25 Mariglianella 42 Brusciano 10 Striano 81 Carbonara di Nola 15 Visciano 88 Ottaviano 51 San Gennaro Vesuvian 66 Poggiomarino 55 Pollena Trocchia 56 Sant'Antonio Abate 74 Casamarciano 18 Santa Maria la Carit 90 Boscotrecase 9 Lettere 39 Agerola 3 Massa di Somma 92 Trecase 91 Crispano 30 Scisciano 77 Tufino 85 Sant'Anastasia 72 Somma Vesuviana 79 Nola 50 San Paolo Bel Sito 69 Comiziano 29 Pimonte 54 Cimitile 28 San Vitaliano 75 Gragnano 35 Monte di Procida 47 2.2. differenze tra comuni nel napoletano Dendrogramma 15

2.2. differenze tra comuni nel napoletano Raggruppamento dei 92 comuni in 6 classi omogenee GR1: presenza particolarmente eterogenea per nazionalità, minore importanza neocomunitari e peso più elevato sub-sahariani GR6: minore prevalenza donne, età media più bassa, più giovani e maggiore carico di figli per donna. Neocomunitari e Nordafricani GR5: forte impatto, peso delle famiglie. Equilibrio di genere, molti minori, elevato carico di figli per donna, età media più bassa. Asiatici GR3: elevato impatto stranieri (oltre 5%), quota significativa immigrati da paesi ricchi e Am. Latina. Età media più elevata, importanza anziani GR4: scarso impatto, netta prevalenza donne, sopra-rappresentati anziani, immigrati dai paesi ricchi, esteuropei e latinoamericani GR2: numero contenuto di stranieri, di poche nazionalità soprattutto esteuropei 16

2.3. Caratteristiche individuali Nel capoluogo partenopeo Ucraini e Srilankesi costituiscono i due gruppi più numerosi. Il primo a netta predominanza femminile, con un età media abbastanza elevata (42 anni) e una durata media della presenza in Italia non troppo lunga (circa 8 anni), il secondo con una leggera prevalenza maschile, un età media sotto i 38 anni e la maggiore anzianità di presenza (in media 12 anni). Sono spesso coniugati (2 su 3), caratteristica che, insieme a una composizione di genere tutto sommato equilibrata, accomuna gli Srilankesi ai Cinesi. Se i Polacchi hanno come gli Ucraini una schiacciante prevalenza femminile, i Senegalesi sono quasi tutti maschi giovani non coniugati. Nei paesi vesuviani ci sono minori squilibri di genere. Tra gli Ucraini e i Polacchi la prevalenza femminile appare più contenuta e tra i Cinesi, gruppo più numeroso, c è un sostanziale equilibrio. L età media è per queste comunità sempre inferiore a quella osservata nel comune capoluogo. Meno di 37 anni per gli Ucraini che rimangono il gruppo con l età media più elevata. Sono i Polacchi ad avere la maggiore anzianità di presenza (11 anni in media), mentre la comunità ucraina è quella di più recente insediamento (in media meno di 6 anni). 17

2.3. e famigliari % per tipologia familiare acquisita. Popolazione straniera maggiorenne proveniente dai Pfpm, distinta per genere. Comune di Napoli e area vesuviana, 2008. Tipologia familiare acquisita Napoli Area vesuviana Totale Uomo Donna Totale Uomo Donna Senza nucleo 34,0 48,3 22,7 30,5 40,2 21,2 Famiglia monoparentale 15,3 3,3 24,8 7,2 2,5 11,9 Coppia 8,6 11,9 6,1 13,9 13,5 14,3 Famiglia tradizionale 42,0 36,4 46,4 48,3 43,9 52,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Importante è il ruolo giocato dall età e dalla durata della presenza in Italia, ma a parità di queste ed altre variabili, il genere continua ad essere una discriminante importante con le donne che hanno una probabilità di avere famiglia quasi due volte quella degli uomini. 18

2.3. La famiglia: quale e dove? % tipologie familiari in emigrazione per genere e area di insediamento Tipologie familiari in emigrazione Napoli Area vesuviana Tot. U D Tot. U D Senza famiglia acquisita: Single in emigrazione 9,3 11,3 7,6 6,5 8,3 4,6 Con parenti in emigrazione 7,1 10,7 3,9 10,8 12,2 9,4 Con amici/conoscenti in emigrazione 15,0 20,9 9,9 7,0 8,6 5,3 Con parenti e amici in emigrazione 3,6 5,3 2,2 6,7 10,9 2,4 Monoparentale spezzata 10,8 3,3 17,3 4,5 2,5 6,5 Monoparentale completa 3,3 0,0 6,1 2,8 0,0 5,6 Famiglia tradizionale: Al completo in emigrazione 19,6 16,0 22,7 30,2 29,2 31,2 Spezzata in emigrazione 22,2 20,5 23,7 17,5 14,7 20,4 Coppia convivente in emigrazione 6,1 7,8 4,7 10,5 8,3 12,6 Coppia spezzata 3,0 4,1 2,0 3,6 5,2 2,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 % con famiglia spezzata sul totale degli intervistati con famiglia acquisita 55,4 54,0 56,2 37,1 37,3 36,9 19

2.3. Famiglie nello spazio migratorio Rischi relativi di avere una famiglia spezzata Variabili Mod. univ. Mod. biv. Mod. multiv.* Area insed. (rif. = Napoli) Area vesuviana 0,474 *** 0,422 *** 0,569 ** Cittadinanza (rif.= altro) Ucraina 1,694 ** 1,948 *** 0,957 Cina 0,501 *** 0,714 1,051 Polonia 0,201 *** 0,217 *** 0,198 *** Sri Lanka 0,378 *** 0,352 *** 0,412 ** Romania 1,180 1,512 0,557 Marocco 0,311 * 0,458 0,493 * Altre variabili considerate nel modello: età, durata della presenza e religione. Non sono risultate significative e quindi sono state escluse dal modello: genere e titolo di studio. Nei comuni vesuviani sembrano più elevate le possibilità di stabilizzazione delle presenze e (ri)composizione dei nuclei familiari. 20

2.4. Modalità abitative Modalità abitativa % per modalità abitativa dichiarata dagli stranieri dei Pfpm distinti per area di presenza, 2005 e 2008 Italia Centro Nord 2005 2008 Sud Campa nia Prov. Napoli Nonostante lo scenario in lenta evoluzione, evidente è la condizione di sofferenza e di svantaggio rispetto al Centro-Nord e al resto del Mezzogiorno. La strada verso l autonomia abitativa appare, dunque, per molti immigrati di Napoli e dei paesi vesuviani lastricata di ostacoli. Italia Centro Nord Sud Napoli com. Paesi vesuv. Casa di proprietà 10,9 11,8 3,4 1,5 1,7 16,7 17,9 8,4 2,5 5,4 In affitto indipend. (solo o con parenti) In affitto con altri immigrati/ sul lavoro 48,8 48,9 49,2 42,1 43,3 50,6 50,0 54,7 50,6 55,4 29,5 28,9 33,8 46,0 47,9 26,3 26,1 28,5 39,4 31,6 Alloggio temporaneo 10,8 10,4 13,6 10,4 7,1 5,3 5,1 6,3 4,8 4,8 Non dichiara - - - - 1,1 0,9 2,1 2,7 2,8 Totale 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 21

2.4. Condizioni abitative a Napoli Paese di cittadinanza Modalità e condizioni abitative dichiarate dagli stranieri dei Pfpm distinti per gruppi nazionali. Comune di Napoli, 2008. % in casa di proprietà o affitto indip. e con contr. % per numero di vani 1-2 3-4 5+ n.i. N. medio persone per vano Spesa media per abitaz. ( ) Ucraina 25,8 42,4 37,0 15,2 5,4 1,4 138 Cina 50,0 17,2 62,1 6,9 13,8 2,2 312 Polonia 62,1 42,8 50,0 7,1 0,0 1,2 247 Sri Lanka 66,7 69,8 18,9 3,8 7,5 2,0 314 Senegal 25,0 65,0 25,0 5,0 5,0 1,3 238 La condizione abitativa della componente srilankese, segnata da una maggiore attenzione alla qualità (alte spese) a discapito della dimensione dell appartamento (monolocale), posta in relazione alla situazione familiare, sembra rafforzare l ipotesi di una maggiore integrazione e stabilizzazione nel contesto di insediamento, presentando percorsi di vita più distanti da quelli intrapresi generalmente dagli altri immigrati. 22

2.4. Le tipologie abitative prevalenti Primo gruppo (22,7%): immigrati «soli» (68,7%) presenti da non più di due anni con condizioni abitative non autonome (61,8%) e temporanee (19%) che vivono in household, con un numero elevato di amici o conoscenti, in situazioni di affollamento e marginalità abitativa. È la componente più giovane dell immigrazione napoletana e con più difficoltà di integrazione. Anche se le spese per l alloggio sono relativamente basse non fanno rimesse. Secondo gruppo (13,6%): soprattutto donne non più giovani Ucraine (63,2%) con famiglia spezzata residenti sul luogo di lavoro (81,1%), impiegate come colf o badanti. Tale situazione tiene basso il budget mensile per la casa permettendo di fare rimesse e sostenere la famiglia in patria. Terzo gruppo (31,4%): immigrati maschi anch essi con «famiglia spezzata» che vivono in alloggi condivisi di piccole dimensioni ma con la completa disponibilità (81%) e con spese mensili di 2-300 euro. Quarto gruppo (32,3%): stranieri di più «antica» immigrazione provenienti soprattutto da Polonia e Sri Lanka che vivono in famiglie complete di tipo tradizionale (72,5%). La casa è di piccole dimensioni, ma appare accogliente e i membri non hanno limitazioni di spazio. La scelta di vivere in famiglia, la condizione di autonomia abitativa, l assenza di rimesse e la quota rilevante di spese (oltre i 300 euro) sono segnali di stabilizzazione e integrazione. 23

2.5. L inserimento lavorativo Per descrivere la condizione lavorativa degli immigrati nella provincia di Napoli, mettendo in evidenza similitudini e differenze di inserimento nella metropoli campana e nei paesi vesuviani, non si può prescindere dal cosiddetto modello mediterraneo delle migrazioni. L analisi dell inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro fa emergere il ruolo marginale che essi hanno in termini di capacità contrattuale, e sebbene il loro impiego in alcuni casi sia diventato un elemento strutturale, gli immigrati sono più presenti dove è più probabile incappare in situazioni di sfruttamento lavorativo. Nonostante la maggiore diversificazione dei lavori degli immigrati e l allargamento delle aree geografiche di provenienza, permane tuttora una forte specializzazione/segregazione etnico lavorativa, in provincia di Napoli, come nel resto della regione. 24

2.5. La condizione lavorativa Condizione lavorativa prevalente Napoli Paesi vesuviani Tot. U D Tot. U D Imprenditore / dipendente alta qualif. 1,4 1,9 0,9 5,3 8,0 2,7 Autonomo regolare / dipendente TI 29,3 26,9 31,3 21,1 25,1 17,3 Dipendente TD / parasubordinato 12,5 13,3 11,9 24,0 23,1 24,8 Irregolare continuativo/ autonomo irregolare 30,6 32,3 29,2 26,6 23,1 29,9 Irregolare sporadico 7,0 8,6 5,8 3,9 4,4 3,5 Disoccupato 12,4 13,5 11,4 3,5 5,4 1,7 Cond. non professionale 6,0 2,7 8,7 10,2 2,5 17,7 Non dichiara 0,8 0,8 0,8 5,3 8,3 2,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tasso di disoccupazione 13,3 14,0 12,6 4,1 6,1 2,1 % con lavoro stabile e regolare 38,0 34,7 40,7 32,7 39,6 25,6 25

2.5. I settori di attività % per settore di attività degli occupati stranieri dei Pfpm distinti per genere e area di presenza. Napoli e paesi vesuviani, 2008 Settore di attività Napoli Paesi vesuviani Tot. U D Tot. U D Agricoltura 0,6 1,3 0,0 4,2 7,8 0,5 Industria 10,4 19,7 2,8 20,1 26,2 13,8 Commercio 22,3 36,6 10,6 27,6 31,6 23,5 Servizi imprese 5,8 9,7 2,5 6,7 10,5 2,7 Servizi alle persone/famiglie 49,4 15,4 77,0 23,2 2,5 44,6 Altro servizi 5,1 10,7 0,6 15,4 16,8 13,9 Non dichiara 6,5 6,6 6,4 2,8 4,6 1,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 26

2.5. Nazionalità e mercati del lavoro Tra gli Ucraini migliore è la condizione lavorativa di quelli che vivono a Napoli rispetto a coloro che sono nei paesi vesuviani (tra i primi il 37,2% svolge un lavoro regolare a tempo pieno, contro il 20% tra i secondi). Al contrario, i dipendenti a tempo determinato o parasubordinato, così come quelli in condizione non professionale, incidono maggiormente in provincia. La condizione di irregolarità nello svolgimento dell attività lavorativa e il tasso di disoccupazione sono pressoché gli stessi nelle due aree. Forte è la segregazione occupazionale per le donne nell area urbana: 72% nei servizi alle famiglie, al disotto del 40% nei paesi vesuviani dove maggiore è la diversificazione delle attività. I Cinese hanno in entrambe le aree una minore disoccupazione e una più elevata incidenza delle occupazioni stabili e regolari. È rilevante la quota di coloro che si sono definiti in condizione non professionale. A Napoli è maggiore la concentrazione in attività autonome e in impieghi dipendenti regolari; nei comuni vesuviani è invece significativa la proporzione di imprenditori (14,1%), condizione trascurabile nel capoluogo. Il commercio nelle sue diverse forme è il settore di attività prevalente: 73,3% a Napoli e 50% nei paesi vesuviani, con una maggiore incidenza tra gli uomini. Le donne, soprattutto a Napoli, sono frequentemente impegnate nella ristorazione. Importante è anche l impiego nell industria: il 35% nei paesi vesuviani e solo l 11,4% nella metropoli partenopea. 27

2.5. Nazionalità e mercati del lavoro Nei comuni dell area vesuviana i Marocchini sono arrivati da oltre trent anni trovando occasioni di lavoro un po in tutti i settori, ma con una maggiore concentrazione nel commercio (circa un quarto degli occupati). Il 33% svolge un lavoro stabile e regolare, percentuale che nella zona è più bassa soltanto a quella relativa alla comunità cinese e il tasso di disoccupazione è invece il più alto tra quelli dei gruppi nazionali considerati nei paesi vesuviani. Quella Srilankese è a Napoli una delle comunità di più antico insediamento, tradizionalmente occupata nei servizi alle famiglie (66,7%), ma che ha differenziato, con il passar degli anni, le attività lavorative svolte. Minore è però l incidenza di coloro che lavorano come badante o domestico fisso, mentre la maggior parte svolge attività di domestico ad ore. Modalità lavorativa probabilmente preferita per la presenza della famiglia e la necessità di conciliazione dei tempi. Tale processo ha probabilmente ridotto l area delle «garanzie» e con l ingresso in nuovi settori occupazionali (sono occupati nel commercio il 24% degli Srilankesi) le condizioni di stabilità e regolarità degli impieghi si sono andate comprimendo. Maggiore risulta la precarietà, visto che quasi il 39% svolge un lavoro irregolare e il tasso disoccupazione è il più alto tra i gruppi considerati (12%). 28

2.6. Le dimensioni dell integrazione Comprensione Espressione orale Lettura Scrittura In famiglia/a casa Al lavoro/scuola Nel tempo libero Programmi TV Giornali/riviste Interesse per avvenimenti Benessere autopercepito Senso di appartenenza Affermazione A Affermazione B Affermazione C Cittadinanza, per sé Cittadinanza, per figli Status giuridico Iscrizione anagrafica Condizione abitativa Condizione lavorativa Risparmio Conto corrente Conoscenza della lingua italiana Uso della lingua italiana Accesso all'informazione Interesse per avvenimenti Benessere autopercepito Senso di appartenenza Accordo Importanza cittadinanza Status giuridico Iscrizione anagrafica Condizione abitativa Condizione lavorativa Risparmio Conto corrente Indice di integrazione culturale Indice di integrazione politica Indice di integrazione economica Relazioni amicali Associazionismo Conoscenza del medico Gradimento stile italiano Educazione figli Lavoro Rapporti familiari Modo di vestirsi Modo di alimentarsi Tempo libero Intenzioni Futuro figli Matrimonio figlio Matrimonio figlia Derivata* Relazioni amicali Associazionismo Conoscenza del medico Gradimento stile di vita italiano Intenzioni Propensioni MODELLO ISMU Indice di integrazione sociale 29

2.6. Integrazione e territorio Indici di integrazione culturale, sociale, politica ed economica standardizzati per cittadinanza riferiti agli immigrati in 32 unità territoriali 30

2.6. Minori livelli di integrazione a Napoli Proiezione delle 32 unità territoriali sul primo piano fattoriale 31

2.6. L integrazione a Napoli e nel vesuviano Punteggi medi degli indici di integrazione tematici per genere. Italia, comune di Napoli e paesi vesuviani, 2008 Indici di integrazione Totale - Italia Napoli (comune) Paesi vesuviani Totale Uomo Donna Totale Uomo Donna Totale Uomo Donna culturale 0,49 0,47 0,52 0,51 0,49 0,53 0,42 0,39 0,46 sociale 0,48 0,47 0,49 0,46 0,46 0,46 0,43 0,42 0,45 politico 0,49 0,47 0,51 0,41 0,38 0,43 0,49 0,48 0,50 economico 0,53 0,51 0,55 0,40 0,39 0,40 0,48 0,45 0,51 totale 0,50 0,48 0,52 0,44 0,43 0,45 0,46 0,43 0,48 Come già osservato su scala nazionale, anche nelle due aree della provincia di Napoli risulta confermato il vantaggio delle donne nel livello di integrazione, tra gli immigrati insediatisi nell entroterra vesuviano con riferimento a tutte le dimensioni considerate. Particolarmente ampio è il divario con riferimento all indice di integrazione culturale dovuto probabilmente alla migliore conoscenza e al maggiore utilizzo dell italiano. 32

2.6. Fattori di integrazione e determinanti Risultati regressioni lineari multiple con variabili dipendenti gli indici sintetici di integrazione Fattore socioculturaleconomico Fattore politico- Variabili indipendenti Coeff. Coeff. Constante 0,807 * -0,765 * Genere: Uomo -0,130 * 0,017 Età -0,060 *** 0,020 Età al quadrato 0,0007 ** -0,0003 Durata presenza (in anni) 0,093 *** 0,118 *** Durata presenza al quadrato -0,0015 ** -0,0028 *** Famiglia completa in emigrazione -0,074 0,489 *** Famiglia spezzata in emigrazione -0,267 *** -0,085 Luogo presenza: Napoli (comune) 0,012-0,357 *** Paese/area di cittadinanza Ucraina -0,274 *** 0,073 Cina -0,945 *** 0,345 *** Polonia -0,252 * -0,193 Sri Lanka 0,124-0,155 Africa 0,030-0,289 *** Titolo di studio Diploma 0,117 * 0,259 *** Laurea 0,364 *** 0,137 * Religione Cattolici 0,111-0,067 Ortodossi 0,090-0,122 Musulmani -0,094-0,250 * Buddisti -0,111 0,054 N 874 874 R 2 corretto 0,260 0,314 33

2.6. Indicazioni per favorire l integrazione Ne scaturiscono indicazioni di cui tener conto nella definizione, articolazione e messa in campo di strategie e politiche di integrazione tese a fornire un effettivo supporto alla realizzazione di una società multietnica e multiculturale a bassa conflittualità. Se il carattere dinamico e processuale dell integrazione non può che dipendere dal tempo, va tenuto presente che gli uomini, le persone meno giovani e meno istruite, nonché particolari gruppi nazionali, possono avere una minore propensione all integrazione socio-culturale e quindi dovrebbero essere destinatari di misure specifiche volte a sollecitare l incontro e l interscambio tra culture diverse. Iniziative che dovrebbero nello stesso tempo avere l ambizione di favorire la conoscenza dell altro anche da parte della popolazione locale, cioè stimolare l incontro e l interscambio tra persone portatrici di modi di vedere e di vivere differenti. Casa e lavoro sono i cardini dell inserimento economico degli immigrati, che assumono problematicità differenti connesse alle caratteristiche e ai progetti delle persone, ma anche alle possibilità offerte dai contesti locali di inserimento. Nel napoletano appare peggiore la situazione delle persone presenti nel polo dell area metropolitana, dove si registra una minore articolazione delle occasioni di lavoro e appare più complesso il mercato immobiliare, sia in locazione che in compravendita. 34

2.6. Ulteriori indicazioni La formazione socio-professionale rappresenta un momento importante per ridurre la forte sottoutilizzazione del capitale umano, dato dall istruzione e dalle competenze acquisite, problematica questa particolarmente rilevante tra le donne immigrate e in alcuni gruppi nazionali (in special modo tra gli Africani). Senza contare che proprio istruzione e, più in generale, formazione sono i pilastri su cui costruire per i figli degli immigrati, collettivo in forte crescita pure in Campania e nel napoletano, il pieno inserimento socio-economico e quella mobilità sociale ascendente a cui possono essere ricondotte molte delle aspettative dei genitori, ma anche le possibilità di coesione della nostra società presente e futura. 35

3. e più in generale Si tratta di sfide importanti che per poter esser vinte richiedono il continuo aggiornamento delle conoscenza sulle dimensioni, caratteristiche, condizioni di vita, progetti e aspirazioni degli immigrati, nonché la valutazione periodica dell impatto delle iniziative intraprese. Con riguardo al primo di questi due aspetti il volume proposto dovrebbe rappresentare quantomeno un contributo ulteriore per l aggiornamento della situazione e delle tematiche di interesse, con l intento palese di sensibilizzare gli operatori verso l osservazione continua di una realtà in movimento e di stimolare riflessioni e strategie di intervento tese a favorire l integrazione tra vecchi e nuovi abitanti dei diversi territori della provincia. 36