Lucio Fontana e la rappresentazione dello spazio nei secoli

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Lucio Fontana e la rappresentazione dello spazio nei secoli La lezione intende analizzare l'evoluzione della rappresentazione dello spazio nei secoli a partire da alcune citazioni tratte dai manifesti di Lucio Fontana. Per la lettura integrale dei manifesti cliccare sul link sottostante. http://www.giacomobelloni.com/page4/styled-15/index.html

Tutte le opere di Fontana hanno come titolo Concetto spaziale SPAZIALE perché lo spazio è il suo campo d'indagine; non si accontenta più di rappresentarlo in modo illusorio ma lo crea realmente. La tela non è più un semplice supporto ma qualcosa con cui interagire. CONCETTO perché l'idea alla base della creazione è quasi più importante del prodotto finito. Lucio Fontana, Concetto spaziale Attesa, 1965

Fontana non tagliava le tele perché non era in grado di fare arte in modo tradizionale ma perché non gli interessava, voleva essere al passo coi tempi. Campione Olimpico, Bologna, ACRI, 1932 Signorina seduta, Milano, M. Novecento, 1934

1946 Manifesto Blanco Tutte le cose nascono per necessità e son di valore nella loro epoca. In ogni epoca lo spazio è stato rappresentato in modo diverso a seconda delle capacità degli artisti e soprattutto della mentalità dell'epoca e del messaggio che si voleva veicolare.

Nel medioevo i dipinti venivano principalmente usati per insegnare le sacre scritture ai fedeli che non sapevano leggere, le scene dovevano essere facilmente riconoscibili, non era importante una rappresentazione realistica dello spazio. Il tavolo infatti appare ribaltato e gli edifici bidimensionali. Ultima cena, Capua, Chiesa di Sant'Angelo in Formis, XI secolo

Prospettiva empirica Giotto inizia a rappresentare edifici in prospettiva che danno un effetto di profondità dello spazio. Le scene devono essere chiare ma anche realistiche.

Giotto, Coro prospettico, Padova, Cappella degli Scrovegni, 1303 1305

Prospettiva lineare Nel Rinascimento alcuni artisti studiano scientificamente come rappresentare lo spazio in modo da creare un'illusione di profondità ed elaborano la prospettiva lineare: tutte le linee della composizione convergono verso un unico punto detto PUNTO DI FUGA. Questo modo di rappresentare lo spazio corrisponde al rigore del Rinascimento, allo spirito razionale che guida gli artisti e alla volontà di creare opere d'arte che rispecchino il più possibile la realtà.

Esperimenti ottici: Brunelleschi Applicazione: Masaccio, Trinità, 1427 Teorizzazione: L.B. Alberti, De pictura, 1435 Piero della Francesca, De perspectiva pingendi, 1460/1480

I meccanismi della natura venivano ignorati. Si conoscevano i processi dell'intelligenza. L'arte plastica consisté in rappresentazioni ideali delle forme conosciute, in immagini alle quali si attribuiva idealmente una realtà. In verità gli artisti raffigurano lo spazio così come lo decodifica il nostro cervello, nella realtà gli edifici non sono più piccoli man mano che si allontanano da noi, è il nostro occhio che percepisce questo. La prospettiva è solo un'illusione.

Prospettiva unificata o legittima Luciano Laurana, La città ideale, Urbino, 1490 1495

Prospettiva bifocale Domenico Veneziano, Pala dei Magnoli, Firenze, Uffizi, 1445 1447

La ricerca consisté in confusi esperimenti che molto di rado raggiungevano una verità. Come Paolo Uccello che unisce l'utilizzo della prospettiva lineare del primo piano con una rappresentazione ancora arcaica dello sfondo, a volo d'uccello.

Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, Disarcionamento di della Ciarda, 1435 1440 (Uffizi)

Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, Niccolò da Tolentino, 1435 1440 (Londra)

Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, Arrivo del Cotignola, 1435 1440 (Louvre)

Battaglia di Isso, mosaico II sec a.c. copia dipinto Filosseno di Eretria, Pompei, Casa del Fauno

Giotto, Bacio di Giuda, Padova, Cappella degli Scrovegni, 1303 1305

Sviluppo monumentale

Lo spazio viene rappresentato con ampiezza ogni volta maggiore durante diversi secoli.

Donato Bramante, Abside di Santa Maria presso San Satiro, Milano, 1482-1486

Prospettiva aerea Leonardo Da Vinci dipinge i paesaggi più vicini a noi in modo più nitido, quelli più lontani in modo sfumato perché è così che li percepiamo, perché più un oggetto si allontana maggiore è l'aria che si interpone tra esso e il nostro occhio.

Leonardo, Ultima cena, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie, 1494 1498

Leonardo, Sant'Anna, la Vergine, il Bambino e l'agnello, Parigi, Louvre, 1513

Illusionismo prospettico e quadraturismo Alcune prospettive creano l'illusione di sfondare lo spazio delle pareti. Mantegna, Correggio e Giulio Romano sono tra i primi sperimentatori. Nel 1600 l'illusionismo prospettico diventa un vero e proprio genere pittorico: il quadraturismo. La pittura Barocca vuole stupire lo spettatore per creare una sua partecipazione emotiva.

Andrea Mantegna, Camera degli Sposi, Mantova, Palazzo Ducale, 1465 1474

Giulio Romano, Sala dei Giganti, Mantova, Palazzo te, 1532 1535

Correggio, Cupola del Duomo di Parma, 1524

I barocchi fanno un salto in questo senso: lo rappresentano con una grandiosità non ancora superata e aggiungono alla plastica la nozione del tempo. Le figure sembrano abbandonare il piano e continuare nello spazio i movimenti raffigurati. Tiepolo ad esempio prosegue i suoi dipinti oltre il limite della cornice con l'utilizzo dello stucco. La pittura entra nello spazio dello spettatore.

Andrea Pozzo, Gloria di Sant'Ignazio da Loyola, Roma, Chiesa di Sant'Ignazio, 1691 1694

Tiepolo, Caduta degli angeli ribelli, Udine, Palazzo arcivescovile, 1726-1729

Cubismo Agli inizi del Novecento gli artisti si allontanano dalla rappresentazione mimetica della realtà per indagare vari argomenti. I cubisti si occupano in modo nuovo della rappresentazione dello spazio, tentando di tradurre su una superficie frontale e bidimensionale oggetti tridimensionali visti contemporaneamente da più punti di vista, scomponendoli.

Pablo Picasso, Bouteille de Bass, Milano, Museo del Novecento, 1912

Pablo Picasso, Natura morta con sedia impagliata, Parigi, Museo Picasso, 1912

Fontana pubblica vari manifesti per spiegare la sua ricerca 1947 Manifesto dello Spazialismo Si richiede il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica.

Tagli Lucio Fontana, Concetto spaziale Attesa, 1965

Lo spazio è inteso anche come cosmo Buchi 1965

Pietre 1956

Non intendiamo abolire l'arte del passato o fermare la vita: vogliamo che il quadro esca dalla sua cornice e la scultura dalla sua campana di vetro. A tal fine, con le risorse della tecnica moderna, faremo apparire nel cielo: forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose. Installazioni e uso di materiali innovativi

Concetto spaziale La luna a Venezia, Milano, Gallerie d'italia, 1961

Neon, Milano, M. Novecento, 1951