Il Basso Medioevo per nodi essenziali

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Transcript:

Il Basso Medioevo per nodi essenziali 1. Il sec. X: dall anarchia feudale al tentativo di ricostituzione dell Impero degli Ottoni. Dopo la crisi dell Impero carolingio, nel sec. X vi fu un periodo di anarchia feudale: feudi e castelli divennero nuovi centri di potere particolaristico che si opponevano a ogni forma di accentramento statale. Le nuove ondate di invasioni di popoli stranieri, gli Scandinavi, gli Ungari e i Saraceni, aumentarono il disordine e di conseguenza il potere dei feudi incastellati. Tuttavia, sempre nel secolo X, vi fu un importante tentativo di reazione contro l anarchia feudale, portato avanti dalla dinastia tedesca di Sassonia, quella degli Ottoni, dopo l estinzione della dinastia imperiale carolingia. Essi tentarono di rafforzare il potere centrale dello Stato reprimendo le forze centrifughe della feudalità, combattendo contro i nuovi popoli invasori e tentando di sottomettersi la Chiesa romana. Ai tentativi degli Ottoni, tuttavia, si opposero tre forze: le nuove monarchie nazionali che cominciavano a muovere i primi passi; la riscossa dei particolarismi feudali, tedeschi e italiani soprattutto, che non tolleravano alcun potere centrale; infine, la Chiesa, che, a partire dalla metà del sec. XI non tollerò più l intromissione del potere politico nell investitura dei papi e dei vescovi, prassi normalmente seguita dagli Ottoni nel loro tentativo di centralizzazione del potere. 2. La rinascita dell anno Mille. Dopo l anarchia del sec. X, il sec. XI conosce una svolta, che coincide con un vasto processo di riorganizzazione a tutti i livelli: Demografia ed economia. La società europea conobbe un ciclo straordinario di crescita, definita rivoluzione agraria del Medioevo. Interagirono tra di loro un potente incremento demografico e un rilevante aumento della produzione agricola. Ciò fu dovuto prima di tutto alla cessazione delle ultime invasioni di popoli stranieri; poi a un mutamento climatico che instaurò in Europa un clima più caldo e secco; quindi il dissodamento di foreste e la bonifica di paludi; infine, l intervento dei signori feudali, laici e ecclesiastici, che desideravano creare nuovi villaggi per potervi insediare colonie di popolazione al proprio servizio. Assai determinante fu inoltre l incremento di produttività agricola dovuto alle innovazioni tecnologiche: innanzitutto l aratro pesante in ferro, che sostituì quello di legno, consentendo arature più profonde; poi la sostituzione dei buoi con il cavallo come animale da tiro, che rese l aratura più veloce; infine, la rotazione triennale delle colture, che consisteva nel frazionare il podere in tre parti lasciandone alternativamente una a riposo (a maggese) ogni anno per non esaurire le proprietà nutritive dei suoli. Politica I: dal feudo alla signoria di banno. I feudi e gli incastellamenti, che nel secolo precedente erano stati fonte di anarchia, ora divengono centrali di riorganizzazione del potere. Le dinastie feudali più forti militarmente, approfittando della debolezza di re e imperatori, aggregano intorno a sé una molteplicità di feudi dando luogo a unità politico-militari più estese del feudo, le signorie di banno. Politica II: Il movimento comunale. Nel Mille vi fu una rinascita urbana, che portò alla formazione dei Comuni. Le zone d Europa interessate dal processo di rinascita urbana furono l Italia centrosettentrionale, la Provenza, le Fiandre, la Renania, l Inghilterra meridionale e le coste del Baltico. All interno delle città si svolgevano attività mercantili (manifatture, commercio, prestito). La nuova economia mercantile urbana favorì la ripresa di scambi commerciali a lungo raggio in tutto il bacino del Mediterraneo e la rinascita dell economia monetaria. La società urbana

è in genere più articolata di quella rurale dei feudi, proprio per via della specializzazione produttiva e della complessità amministrativa, ed è contrassegnata da una accentuata mobilità e libertà, mentre i servi della gleba erano obbligati a risiedere nella curtis signorile. La popolazione comunale originaria era costituita dai nobili feudatari minori che non avevano chances di ascesa sociale nei feudi agricoli e dai servi della gleba affrancatisi dal feudo. Su questa base proliferarono altri ceti sociali, come mercanti, artigiani, notai, giudici, medici. Nella prima metà del Mille i Comuni si diedero norme comuni sottomettendosi al vescovo locale nel governo della città. Dopo la metà del secolo tuttavia si affrancarono dalla tutela vescovile diventando autonomi. I nuovi privilegi giuridici, economici, fiscali, fecero delle città dei veri e propri particolarismi, analogamente a quanto accadeva nei feudi. Ciò rese ancora più difficile alle monarchie e all Impero centralizzare i propri poteri. In un prima fase (sec. XI) il Comune fu di tipo consolare: il potere era gestito da consoli appartenenti alla nobiltà in carica nei parlamenti per un anno. Nel corso del sec XII, con la crescita dei ceti mercantili e professionali cominciarono le prime sanguinose lotte tra fazioni aristocratiche e fazioni borghesi per la conquista del potere consolare. Nei Comuni dell Italia centrosettentrionali crebbe infatti il peso economico e politico dei ceti mercantili, che si organizzarono nelle Arti o Corporazioni, associazioni di mestiere che univano datori di lavoro e salariati sotto regole comuni, disciplinavano la concorrenza tra produttori dello stesso tipo, assicuravano gli standard di qualità del prodotto ed erano anche formidabili strumenti di pressione politica sulle istituzioni comunali. Alla fine del secolo XII in molti comuni italiani prese il sopravvento la fazione mercantile, spesso fondendosi anche con alcuni elementi della parte aristocratica: fu un chiaro annuncio della futura affermazione sociale della borghesia. Realtà comunali a sé stanti e d importanza capitale per la ripresa economica dell Occidente furono le repubbliche marinare: Venezia, Genova, Pisa e Amalfi. Il loro ruolo nella rinascita dell economia mercantile e monetaria fu insostituibili: esse infatti divennero dominatrici del Mediterraneo, scambiando i prodotti dell industria tessile e metallurgica dei Comuni italiani di terraferma e del resto d Europa con i prodotti del Medio e dell Estremo Oriente, Cina e India soprattutto (seta, pietre preziose, spezie). Religione I: rinascita religiosa, riforma della Chiesa e lotta per le investiture. La prassi seguita dagli Ottoni di creare vescovi-conti per l amministrazione dei feudi e investire vescovi, cardinali e papi, provocò una diffusa corruzione ecclesiastica. La mondanizzazione della Chiesa infatti si manifestava nella simonia, nel concubinato e nei violenti scontri tra le famiglie dell aristocrazia romana che ambivano alla cattedra di Pietro. Vi reagirono, nel sec. X i monaci, avviando un processo di riforma che favorisse la purificazione dei costumi ecclesiastici e un ritorno ai primitivi valori evangelici. Nel 910 il duca Guglielmo d Aquitania fondò l abbazia di Cluny, in Borgogna, ripristinando con severità la regola benedettina autentica e diventando il modello per numerosi altri monasteri che si diffusero in Europa. Per evitare l assorbimento nella sfera dei poteri mondani, i monasteri cluniacensi dipendevano esclusivamente dall abate di Cluny, il quale a sua volta dipendeva direttamente dal papa. La spinta del movimento cluniacense avviò la riforma della Chiesa. Fu papa Leone IX, nel 1049, ad affermare la piena autonomia del papato dall Impero e ad affermare la superiorità della Chiesa di Roma su tutte le altre chiese della cristianità. Ciò provocò lo scisma d Oriente: la divisione tra la Chiesa di Roma e quella bizantina, che non accettava il primato sulla Chiesa romana. Papa Gregorio VII (1073-1085) spinse poi l autonomia ecclesiastica fino allo scontro aperto con l Impero tedesco. Egli vietò ogni investitura di vescovi da parte dei re o dell imperatore. L imperatore tedesco Enrico IV rispose convocando

un concilio nel quale dichiarò decaduto il pontefice, il quale scomunicò il sovrano in nome del Dictatus Papae, un documento che affermava essere il papa l infallibile vicario di Dio in terra e pertanto fonte suprema di ogni potere, sia quello spirituale, sia quello temporale (la plenitudo potestatis). La scomunica aveva come effetto politico quello di sciogliere i sudditi dal dovere di fedeltà all imperatore, per cui la nobiltà feudale tedesca si ribello a Enrico IV, che fu costretto a umiliarsi a papa nel castello di Canossa, ottenendo nel 1077 la revoca della scomunica. Fu solo una tregua perché lo scontro, anche militare, tra papato e Impero per la questione delle investiture proseguì nei decenni successivi. Solo nel 1122 si arrivò a un accordo, il concordato di Worms, tra l imperatore Enrico V e papa Callisto II, che stabiliva che i vescovi dovessero essere eletti dagli ecclesiastici, mentre l imperatore ne avrebbe solo ratificato l investitura. Il concordato fu il fondamento della separazione tra potere temporale e potere spirituale in Occidente. La Chiesa uscì potenziata dalla riforma, in grado di fronteggiare le intromissioni del potere imperiale nella sua sfera, ma anche strutturata ormai come un vero Stato, organizzato secondo una rigida gerarchia subordinata al potere monarchico del pontefice romano. Per questo divenne capace di intromettersi essa stessa nella vita politica degli Stati europei. Religione II: le Crociate. La rinascita economica, politica, religiosa e culturale dell Europa Occidentale determinò una fase di scontro con gli Arabi e i Bizantini per l egemonia economica e religiosa. Fu la riconquista spagnola del Mille a fare da incubatrice dello spirito fanatico di crociata: si sovrapposero la logica militare degli Stati cristiani di Spagna, rafforzati da contingenti normanni e francesi, e la logica religiosa dei predicatori cluniacensi. Le crociate vere e proprie spostarono il terreno di scontro a Gerusalemme, città santa per entrambe le religioni e fondamentale crocevia strategico ed economico. La causa immediata delle crociate però fu la crisi dell Impero bizantino, dovuta a un processo di declino interno e dalla pressione esterna dei Turchi Selgiuchidi, un etnia islamizzata proveniente dalle steppe asiatiche. L Imperatore Alessio Comneno chiese al papa Urbano II un aiuto contro i Turchi in cambio della ricomposizione dello scisma orientale. Il papa nel 1095 fece appello ai sovrani cristiani per organizzare una crociata in Terrasanta. Ad animare la crociata c era senz altro una spinta religiosa popolare, ma anche gli appetiti politici dei feudatari minori, che non avendo spazi di potere in Europa li cercavano altrove, gli appetiti economici dei comuni e delle città marinare e anche le speranze di riscatto sociale di masse di derelitti. La prima crociata, cui parteciparono tutti gli esponenti delle principali entità politiche occidentali (regni, feudi, comuni), iniziò nel 1097 e riuscì a conquistare Gerusalemme nel 1099. Furono costituiti in Palestina degli Stati cristiani piccoli e fragili, tanto è vero che gli islamici si riorganizzarono e riconquistarono le posizioni perdute, fino alla riconquista di Gerusalemme nel 1187. Inutili risultarono pertanto la seconda e la terza crociata, che fallirono anche per la divisione tra i principi cristiani, che facevano prevalere i propri interessi particolari sull ideale religioso. Nelle successive crociate prevalsero sempre più chiaramente interessi mercantili e precoloniali. 3. Il sec. XII: lo scontro tra l Impero e i comuni. L Impero tedesco, al principio del sec. XII, aveva accentuato le sue caratteristiche di frammentazione politica e di fragilità, aggravata dallo scontro tra i guelfi, i partigiani della casata di Baviera, legata al papa, e i ghibellini, partigiani della casata di Svevia, filoimperiali. La crisi si risolse nel 1152 con l elezione dell Imperatore Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che puntò a rafforzare il potere imperiale sottomettendo i comuni del centro-nord italiano, che si rifiutavano di riconoscere le regalie imperiali (tributi, moneta, contratti, diritto ecc.), riaffermare l autorità imperiale sopra il pontefice romano e abbattere la monarchia normanna nell Italia del sud. Il Barbarossa tentò d imporre il suo disegno attraverso

una serie di campagne politico-militari, tra il 1154 e il 1162, condotte in Italia, ma senza successo. I comuni italiani infatti resistettero militarmente formando un alleanza militare la Lega lombarda, mentre i feudatari tedeschi approfittarono dell assenza dell imperatore per ribellarsi alla su autorità e il papato cercava di fomentare l una e l altra rivolta, alleandosi con i comuni e i feudi tedeschi guelfi contro l Impero. Il Barbarossa fu sconfitto dalla Lega nel 1167 a Legnano. Il suo successore, Enrico VI riuscì a recuperare la Sicilia più con le politiche matrimoniali che con quelle militari: sposò la regina normanna Costanza d Altavilla e ne ebbe un figlio, Federico, che con l aiuto del potente papa Innocenzo III diventò Imperatore tedesco e re di Sicilia, col nome di Federico II, nel 1220. 4. Il sec. XIII: Svevi, Angioini e Aragonesi. Federico II di Svevia riprese il progetto del suo predecessore, che puntava alla costruzione di un regno accentrato politicamente a discapito dei particolarismi feudali e urbani. Per perseguire questo disegno si dotò di una vasta e potente burocrazia, rimise in onore il diritto romano, stabilì la sua corte a Palermo, incentivò la cultura e la formazione di un personale amministrativo altamente qualificato attraverso la Istituzione dell Università di Napoli e la creazione di un vasto movimento di intellettuali e scrittori alla corte palermitana. Revocò le autonomie dei comuni e dei feudi e impose ovunque un forte regime fiscale per finanziare l apparato burocratico e l esercito. Per poter ottenere queste realizzazioni, disattese gli impegni presi col papato che lo aveva aiutato a prendere il potere: invece di organizzare una crociata contro gli islamici, com era nei patti, organizzo un vertice diplomatico in Terrasanta, che gli valse l instaurazione di un pacifico rapporto di scambi commerciali e culturali con il medio oriente. Ciò incrinò i rapporti tra l Imperatore e papa Gregorio IX. La Santa Sede infatti, temeva che Federico II, una volta costruito il suo stato potente e accentrato, procedesse all unificazione della penisola italiana e ciò significava la fine del potere temporale della Chiesa. Per questo il papato riprese a fomentare la ribellione sia dei comuni del centro-nord italiano, sia dei particolarismi tedeschi contro il nuovo ordine politico accentrato costruito da Federico II. Ne nacquero nuovi scontri militari fra impero da una parte, papato e comuni dall altra, che si conclusero con la sostanziale sconfitta degli imperiali nel 1249. Nel 1250 Federico II moriva. Il figlio Manfredi e il nipote Corradino cercarono di salvare le conquiste politiche di Federico, ma vennero sconfitti militarmente ed eliminati nel 1266 da un alleanza fra la Chiesa cattolica e il regno francese in mano alla dinastia Angioina, sostenitrice della parte guelfa. Ciò portò, in tutti i comuni italiani, alla sconfitta dei partiti ghibellini e alla vittoria della parte guelfa. Il regno dell Italia meridionale passo così agli Angioini, che si distinsero per la corruzione, il malgoverno, e i rafforzamento di quei particolarismi feudali che minarono alla radice l accentramento statale e burocratico promosso da Federico II. Mentre sotto i Normanni e gli Svevi il meridione italiano conobbe un periodo di intensa prosperità materiale e culturale, con i francesi fu oppresso da un pesante fiscalismo e da un economia di sfruttamento semicoloniale. Ciò portò, nel 1282, alla ribellione dei siciliani, che chiamarono gli Aragonesi contro gli Angioini. La guerra del Vespro si protrasse fino al 1303 con la vittoria degli ispanici. I regno meridionale fu così diviso tra Angioini, nella penisola, e Aragonesi, in Sicilia, e il processo di decadenza di quelle terre si rivelò inarrestabile. 5. Il sec. XIII: eresie e ordini mendicanti. La mondanizzazione della Chiesa, accentuatasi dopo la riforma gregoriana per via dell imperialismo papale, nei secc. XII e XIII provocò come risposta vasti sommovimenti religiosi. Vi furono innanzitutto le eresie, che proponevano un interpretazione radicalmente diversa della Scrittura e tendevano a organizzarsi in vere e proprie chiese alternative, che facevano numerosi proseliti. E il caso dei catari, diffusi soprattutto in Provenza, che facevano leva sulla diffusa protesta contro la corruzione ecclesiastica per sottrarre fedeli alla Santa Sede e organizzarsi come veri e propri contropoteri. Contro di loro papa Innocenzo III organizzò una violenta crociata nel 1216, che si concluse con il loro sterminio. Una risposta

radicalmente diversa alla mondanizzazione ecclesiastica venne invece dagli ordini mendicanti, francescano e domenicano soprattutto, che non desideravano costruire un potere ecclesiastico nuovo da contrapporre a quello della Chiesa romana, quanto criticare alla radice la degenerazione di quest ultima, indicandole la strada della rigenerazione: il ritorno al modello evangelico originario. Ciò comportava l adozione di uno stile di vita pauperistica, cioè la rinuncia ai beni temporali e il perseguimento dei soli scopi spirituali della carità e della predicazione. Per questo vennero detti ordini mendicanti. Nei primi decenni del sec. XII si distinsero in questa azione i francescani, nati in Umbria dietro l esempio di Francesco d Assisi, che rifiutarono tutte le ricchezze dei monasteri, vissero di questua e si dedicavano soprattutto all azione caritativa verso i poveri e i diseredati e alla predicazione non violenta del Vangelo, in contrapposizione allo spirito delle Crociate. L altro grande ordine mendicante, quello dei domenicani, sorti al seguito dello spagnolo Domenico di Guzman, si distinsero invece per la lotta contro gli eretici condotta con le armi della cultura e della predicazione. A differenza degli ordini monastici dell Alto Medioevo, che si diffusero soprattutto nelle campagne, i francescani e i domenicani trovarono il loro campo di azione prediletto nelle città. I risultati dell azione dei due ordini in tutta europa furono assai incisivi: grazie ad essi la Chiesa cattolica superò per il momento la crisi di credibilità che l aveva scossa nel sec. XIII. Verso la fine del Duecento però, dopo la morte di Francesco e Domenico, i due ordini cedettero in buona parte alle logiche di quella mondanizzazione ecclesiastica che avevano cercato di combattere e si corruppero. I francescani si divisero nelle due correnti dei conventuali, coloro che accettavano terre, proprietà e incarichi di prestigio, scendendo a compromessi con il secolo, e degli spirituali, che invece estremizzarono la lotta di Francesco contro il possesso, ma senza la superiore serenità del santo. Questi ultimi furono perseguitati come eretici fino al sec. XV inoltrato. I domenicani invece divennero giudici nei tribunali dell Inquisizione, che avevano il compito di perseguitare gli eretici oppure espressero prestigiose figure di intellettuali nel mondo delle università.