Tecnica All-Inside per la ricostruzione del L. C. A.

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Tecnica All-Inside per la ricostruzione del L. C. A. Prof. Giuliano CERULLI Università degli studi-azienda ospedaliera Traumatologia Ortopedia Perugia Dr Claude SENNI 5 rue de la Fontaine 21560 Arc sur Tille FRANCE Tél 33 03 80 37 26 60 - Fax 33 03 80 37 26 61 E.Mail : Lars.Sa@wanadoo.fr AC 80 C L020803

Principi La tecnica "all-inside" con doppio half tunnel permette di eseguire, completamente attraverso l'approccio artroscopico, l inserzione del neo legamento crociato anteriore cosi da minimizzare il sanguinamento post operatorio, i danni alle parti molli, e soprattutto all'osso (dal 54 al 64 % di riduzione della perdita ossea) e da ridurre il dolore post-operatorio. Questi miglioramenti assicurano più facilmente la gestione in day surgery. Fig a e b La tecnica è particolarmente versatile cosi, che può essere usata per : Trapianti biologici : ST-G con il vantaggio che la brevità dei tunnel consente l'utilizzazione di un solo tendine, generalmente il gracile. BPTB terzo medio del tendine rotuleo con bratte ossee alle estremità. Legamenti artificiali : Legamento sintetico LARS di nuova generazione usato come un vero e proprio "intraarticular brace" (G. Cerulli 2001) in casi selezionati. Strumentario Uno specifico strumentario originale è stato realizzato per effetuare e rendere riproducibile l'intervento chirurgico. Esso include : compasso modulabile e guida femorale. Le guide femorali e tibiali LARS per determinare ciascun punto isometrico e per ottimizzare l'alineamento. Non è obbligatorio il loro uso. Ogni chirurgo può usare in base alla sua esperienza le guide che ritiene valide o usare la tecnica a mano libera. Dopo l'introduzione del filo guida con metodica in-out o out-in, la preparazione dei tunnel può essere eseguita con tecnica a due tempi femorale e tibiale o ad un tempo solo, tibio-femorale o femoro-tibiale. E importante essere "isometrici" e avere a 50 di flessione i due tunnel il più possibile allineati per evitare le angolazioni. Fig a Fig b Banda di fissazione Fibre libere Tunnel secondario Tunnel primario Tunnel primario I trapianti Con la tecnica all-inside possono essere usati i seguenti trapianti : Autotrapianti o allotrapianti. - Tendini ST-G. La brevità dei tunnel (5/6 cm anziche 11/13) consente l'uso di un solo tendine il quale è sufficentemente lungo da potere essere triplicato e anche quadruplicato. - Tendine rotuleo (B. P.T.B.). Speciali legamenti sintetici LARS AC 80 C (80 fibre), AC 100 C (100 fibre). Possono essere usati in casi selezionati tenendo in considerazione il concetto "intrarticular brace" espresso dal Prof. Giuliano Cerulli. Questi legamenti speciali si avvantaggiano di una struttura di nuova generazione analoga a quella dei classici LARS, rappresentata da fibre longitudinali libere nella porzione intra articolare. L'originale design porta ad un incremento della resistenza alla trazione fino a 3 700 N per i legamenti a 80 fibre e 4 720 N per quelli a 100 fibre. La resistenza all'usura ha raggiunto i 22 millioni di cicli senza rottura (corrispondente a circa 10 anni di normale attività), con il mantenimento del 40 % della resistenza ed un allungamento residuo di 1,9 mm soli. Le estremità del neolegamento sono state modificate in modo da adattarsi al tunnel osseo primario. Riferimento mira femorale Riferimento mira tibiale

Sistemi di fissazione La fissazione primaria dei trapianti biologici o sintetici viene effetuata mediante l'uso di speciali fili o fascette ad alta resistenza. Questi sistemi legamentosi sono poi fissati nel tunnel osseo primario di 4 mm di diametro con una speciale vite LARS ad interferenza al titanio di 6 mm di diametro e 30 mm di lunghezza. Le viti sono state specificamente concepite per i tessuti sintetici, sono cannulate e leggermente coniche per consentire un adeguato inserimento nel tunnel osseo. Le filettature sono smusse e profonde per garantire un solido ancoraggio ed impedire il danneggiamento del tessuto sintetico. L'uso dei tessuti sintetici per fissare i trapianti biologici evita gli svantaggi conseguenti all'utilizzo dei sistemi di ancoraggio metallici vicini alla cavità articolare, che creerebbero difficoltà di rimozione in caso di revisione, o all'uso di materiali riassorbibili, con il rischio di formazione di detriti intraarticolari in caso di rottura. Inoltre l'inserimento delle viti nell'osso corticale dei tunnel primari di soli 4 mm di diametro, assicura maggiore stabilità rispetto alla fissazione in un tunnel di 7 o 9 mm di diametro nell'osso spongioso. Vite titanio 6 x 30 Rif F110630 Dispositivi sintetici di ancoraggio. Per i trapianti biologici. Per l'ancoraggio degli harmstrings (gracile) triplicato o quadriplicato : La fascetta R06 x 400 ha una resistenza alla trazione di 1 200N. Il complesso vite più fascetta ha una resistenza alla trazione di 800 N. Per l ancoraggio di B. P. T. B. : Il filo FTR 14 LARS ha una resistenza di 900 N. I due fili speciali duplicati hanno una resistenza globale di 3 600 N. Il complesso FTR 14 ancorato con viti LARS mostra una resistenza alla trazione di 600 N. Comunque otteniamo in entrambi i casi una resistenza che permette un immediato ritorno alle normali attività quotidiane (445 N in accordo con le misure di Noyes). R06 x 400 (6 mm) Rif L130605 Per i trapianti di tessuto sintetico. I legamenti AC 80 o AC 100 hanno terminali in fascette cilindriche di 3 mm di diametro fissate a due fili di trazione. Le fascette hanno una resistenza alla trazione di 1 200 N ; il complesso fascette fissate con viti ha una resistenza alla trazione di 970 N. Questo permette un ritorno immediato alle attività impegnative che, in accordo con Noyes richiedono 800 N di resistenza. FTR 14 Rif ML20200

Tecnica u 1 - Preparazione. Dopo la valutazione e il trattamento delle lesioni associate (lesioni meniscali, lesioni condrali, plica ecc...), si prepara la gola intercondilea con lo shaver, appena il minimo necessario per vedere l'area isometrica femorale. È molto importante rispettare il residuo del LCA lesionato, sia in quanto fornisce fibroblasti e fattori di crescita per il trapianto, che per la presenza di meccanocettori. Le pareti ossee della gola intercondilea non vengono sistematicamente ampliate, ma solo nei casi in cui si realizza un conflitto con il tetto o le pareti della gola stessa (iperestenzione in ginocchia con iperlassità). u 2 - Preparazione dei tunnel primari. Tunnel femorale. - Attraverso un incisione cutanea di 4 mm, dopo avere identificato l'area isometrica, si posiziona un filo guida di 2 mm di diametro dal condilo femorale esterno utilizzando una tecnica personale o guide in accordo con le abitudini del chirurgo. E importante ottenere un buon alineamento per evitare angolazioni. - Sulla guida del filo si prepara il tunnel osseo primario di 4 mm di diametro con la fresa cannulata. Fig 1 Fig 2 Tunnel tibiale. - Si introduce un filo guida di 2 mm con tecnica out-in (o in-out se si è scelta la procedura femoro-tibiale) passando attraverso il residuo del lesionato LCA, in posizione leggermente posteriore a circa 7 / 8 mm al davanti del LCP. - Si prepara il tunnel osseo tibiale con la medesima fresa cannulata. Fig 1 e 2 u 3 - Preparazione dei tunnel secondari. Tunnel femorale. - Si introduce nel tunnel primario, infilandola sul filo guida di 2 mm, la cannula guida di 4 mm di diametro. - Successivamente si fà scivolare sulla cannula guida la guida emicilindrica fino all'ingresso del tunnel primario e si pianta le sue quattro punte nell'osso corticale femorale. Questa procedura permette più facilmente di ritrovare l'ingresso del tunnel primario, cosa che è ogni tanto reso difficile per via della mini incisione cutanea e dello spessore del muscolo. Fig 3 - Rimozione del filo guida e della cannula guida. - Seguendo l'emicilindro della guida si introduce il selettivo connettore con la sua lama (7 per il legamento sintetico AC LARS, 8 o 9 mm per i trapianti biologici) in posizione chiusa, sotto controllo artroscopico. Si toglie la guida emicilindrica. Fig 3 Guida emicilindrica Connetore porta-lame

- Quando è in cavità articolare si fa procedere di circa 10 mm oltre il margine del foro osseo, a questo punto si sblocca la lama dall'esterno con rotazione in senzo antiorario del sistema di bloccaggio. - Con qualsiasi strumento artroscopico (preferibilmente l'uncino palpatore) si ruota la lama in posizione perpendicolare. Fig 4 - La si blocca in tale posizione ruotando in senzo orario il sistema di bloccaggio dell estremità del connettore. - Si tira poi verso l'esterno il connettore con movimenti di rotazione, producendo il tunnel secondario del diametro scelto (7, 8, 9 mm) della lunghezza di 25 mm necessaria sia per il legamento biologico che per il sintetico, sull indicazione di un punto di riferimento esterno del connettore (indice metallico scivolante e tacche segnate sul connettore ogni 5 mm che indicano la distanza dalla cute). Fig 5 - Si sblocca poi la lama, la si ruota longitudinalmente poi si blocca di nuovo e quindi si tira all'esterno il connettore. Tunnel tibiale. Si usa la stessa tecnica del tunnel femorale per portare il tunnel primario al diametro prescelto. La guida emicilindrica non è necessaria in questa sede in quanto il tunnel primario è facilmente identificabile. Fig 4 Fig 5 u 4 - Introduzione del neolegamento. Due possibilità : Inserzione della cannula per il passaggio dei fili metallici nel tunnel femorale, poi spingere il filo metallico a cappio e il filo guida smusso per vite cannulata e con una pinza artroscopica estrarre il cappio attraverso la via di accesso artroscopico. Passare il filo di trazione del neolegamento nel cappio e tirarlo fuori dal tunnel femorale in-out dopo avere rimosso la cannula, ma avendo lasciato il filo guida per la vite. Fig 6 Si procede nello stesso modo per il tunnel tibiale con tecnica in-out attraverso lo stesso foro artroscopico. Fig 13 Altri chirurghi preferiscono inserire il filo di trazione dall'accesso artroscopico mediale direttamente nella cavità articolare con una pinza di presa riprendendolo poi attraverso il tunnel femorale con un'altra pinza da presa artroscopica introdotta con tecnica out-in attraverso il tunnel primario. Si procede nello stesso modo per il tunnel tibiale. Cannula passa fili Fili metallici

u 5 - Tensione, controllo e fissazione. Per i legamenti biologici applicare la usuale necessaria tensione (da 50 a 70 N). Per i legamenti sintetici LARS non applicare la massima tensione, ma quella appena sufficente per allineare le fibre libere della porzione centrale, le quali devono essere le sole visibili nella cavità articolare. L'assenza di trazione è molto importante per evitare stress a livello della cartilagine nel caso di una non perfetta isometria. Al controllo non ci deve essere un scivolamento del trapianto in completa estenzione e in flessione, e non si deve avere un conflitto con la gola. Sul filo guida di 2 mm si introduce la speciale vite LARS ad interferenza di 6 mm di diametro e 30 mm di lunghezza attraverso il tunnel primario di 4 mm con tecnica out-in e si avvita fino a quando la testa è allo stesso livello dell'osso corticale, prima femorale poi tibiale. Fig 7 Particolarità tecniche in base ai diversi tipi di trapianti Per i trapianti artificiali si usa la tecnica standard visto che questi legamenti sono già muniti di fascette di ancoraggio e fili di trazione. Fig 1, 2, 3, 4, 5 e 6 Per gli harmstrings si prepara il tendine scelto e, dopo averlo pretensionato, viene triplicato o quadruplicato creando un cappio ad ogni estremità attraverso la sutura dei 3 o 4 fasci del neolegamento secondo la modalità usuale. Si passano nei cappi le fascette R06 x 400 (una mezza lunghezza per ogni estremità ossia 20 cm) che vengono poi saldamente assicurate alle estremità con resistenti fili di trazione. Alla fine si passano i capi di trazione del trapianto nei tunnel come precedentemente descritto. Fig 7 Per il tendine rotuleo, preparare un foro di 2 mm di diametro su ogni bratta ossea del trapianto, passare due fili LARS FTR 14 in ogni foro, infine si introduce nel tunnel con tecnica standard. Le viti ad interferenza 6 x 30 mm sono inserite sul filo guida al centro dei 4 fili di trazione. Alla fine si annoda ciascuno filo di trazione all'altro sulla testa della vite. (Questo fa passare la resitenza alla trazione da 500 a 600 N). Fig 8 Fig 8 D A B C C D B A

Trattamento post-operatorio Per i trapianti biologici la progressione nella riabilitazione è la stessa utilizzata per tecniche classiche di impianto. Con questa tecnica la perdita di osso e di sangue limitata, permette una rieducazione più semplice nei primi giorni data la scarsa sintomatologia dolorosa. Per i legamenti sintetici LARS AC 80 C o 100 C : - Mobilizzazione passiva con o senza apposito macchinario e contrazione isometrica del quadricipite dal primo giorno. Alla fine della terza settimana si raggiunge generalmente la completa flesso-estenzione. - Il carico, con o senza un tutore in estenzione, è concesso prima possibile a tolleranza del paziente, di solito tra la prima e la terza giornata. - Le contrazioni dinamiche del quadricipite contro resistenza vengono generalmente iniziate intorno alla terza settimana. - La rieducazione propriocettiva e gli esercizi di allungamento vengono proseguiti per circa 2 mesi o finche si recupera la completa articolarità con deficit minori del 20 % alle valutazioni. - Il ritorno progressivo alla preparazione atletica si inizia tra il 1 e 3 mese secondo la progressione del paziente.

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