IL VALORE DELL ICONOGRAFIA PITTORICA Dott.ssa Elettra Ibridi
Oggetti odiosi. Era difficile far capire che la rappresentazione di un arma in un dipinto potesse essere utile per la sua datazione, che il divario non esisteva coinvolgendo, a questo punto, diverse discipline, dalla storia, alla sociologia, alla storia figurata, alle tecniche artistiche Così si esprimono Maria Giulia Barberini e Silvano Germoni nell introduzione della guida alla mostra Belle e terribili che presentò a Roma, tra la fine del 2002 e l inizio del 2003, la collezione Odescalchi di armi bianche e da fuoco.
Innumerevoli sono gli esempi di dipinti con raffigurazioni di armi bianche congrue non solo al periodo in cui è vissuto l artista ma anche al contesto sociale e geografico, in ultima analisi alla moda del tempo. Eccone, di seguito, alcuni.
Di uso comune nel nord Europa, a cavallo dei secoli XV e XVI, la DAGA A ROGNONI si evidenzia in questo Sant Eustachio di Albrecht Dürer del 1503
nella pala d altare Paumgartner (Monaco, Alte Pinakothek) ;
dalla Germania ai Paesi Bassi con Hieronymous Bosh ne L estrazione della pietra della follia del 1475-1480 (Madrid, Museo del Prado) in cui si vede un daga a rognoni infilata nella scarsella a reni, di moda nel nordeuropa alla fine del XV secolo
qui nel particolare
La DAGA A RONDELLE, od a dischi, pur essendo diffusa anche in altri paesi, fu molto popolare in Francia; Raffaello, nella sua Incoronazione di Carlo Magno del 1514-17 (Roma, Palazzi Vaticani, Stanza dell'incendio di Borgo) mette al cavaliere in primo piano una daga a rondelle : è forse la volontà di caratterizzare, di rendere evidente che si sta rappresentando un grande Re della Francia?
La DAGA AD ORECCHIE fu in uso principalmente in Spagna (eredità dei Mori) ma ebbe un momento di grande popolarità nell Italia degli anni 20-30 del 1500, diffusissima anche tra i civili. Ecco allora, Lorenzo Lotto 1532, Santa Lucia davanti al giudice (Jesi, Pinacoteca Comunale)
particolare
e Calisto Piazza con il suo Concerto del 1528-30 (Philadelphia Museum of Art, John G. Johnson Collection)
Oltre a questi esempi di perfetta corrispondenza tra periodo di realizzazione dell opera ed arma, anche una curiosità : una rara testimonianza di un armato mancino Maestro Bernese, 1505 Apocalisse
Dopo questi esempi che avvalorano l affermazione iniziale occorre, però, una puntualizzazione critica, un contrappeso alla lettura di un opera pittorica come conferma del contesto di un oggetto (in questo caso un arma bianca). Lionello G.Boccia, grande esperto di armi antiche, nel suo Armi Bianche Italiane scritto assieme a T.Coelho nel 1975, specifica :
<<Leggere>> un documento è difficile, ma non è più facile esaminare un pezzo, perché oggi siamo abituati più a guardare che a vedere : i mezzi della comunicazione visiva sono così perfezionati e generalizzati, che confidiamo oramai in essi quasi senza accorgercene, ottundendo sempre più la nostra capacità diretta di comprensione fisica dell oggetto : il ritorno al materiale si impone quindi anche come indispensabile recupero conoscitivo. Ciò vale per gli addetti ai lavori, e a maggior ragione per un grande pubblico abituato in centocinquant anni dalle incisioni romantiche all attrezzeria cinematografica a credere in immagini ingannevoli dell armamento antico. La stessa deformazione ha del resto condotto, in un passato nemmeno troppo lontano, persino a restauri di affreschi e di tavole che hanno stravolto le forme delle armi, e con ciò le forme pittoriche, che vi compaiono.
Ma se con le moderne tecniche strumentali di indagine è possibile rilevare corruzioni postume ai dipinti, un altro aspetto deve rendere più critico l approccio all opera artistica intesa come fonte documentale di un arma. Analizziamo ora un caso emblematico.
Alla fine del 1500 era attivo a Bologna Bartolomeo Cesi, coetaneo dei Carracci; nel progetto di recupero del patrimonio artistico della Chiesa di San Girolamo alla Certosa di Bologna sono state recentemente restaurate alcune tele; una, in particolare è di nostro interesse : L Orazione nell Orto.
di quest opera (datata tra il 1595 ed il 1597) ci interessa la scena della cattura di Cristo, alla destra del quadro
Alcuni particolari come le torce, la lanterna, la posizione del Cristo, ci fanno pensare alle opere di Albrecht Altdorfer (1480-1538) : La cattura di Cristo e Cristo nell orto degli Olivi, 1509 circa.
Albrecht Altdorfer (1480-1538) : La cattura di Cristo, 1509 circa.
Albrecht Altdorfer (1480-1538) : Cristo nell orto degli Olivi, 1509 circa
Ma quello che colpisce di più l occhio dell oplologo è l estrema eterogeneità (per non dire guazzabuglio ) rappresentata dalle armi in asta riprodotte.
Eterogeneità non tanto di tipo, quanto di contesto geografico e soprattutto- di epoca di utilizzo. Le spiegazioni possono essere molteplici ma si potrebbe azzardarne una abbastanza realistica : l utilizzo di armi da studio, una sorta di modelli ad uso degli artisti.