I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE 1
I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE RISCHIO Probabilità di raggiungere il livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. 2
I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE DANNO Conseguenza di un'azione o di un evento che causa la riduzione quantitativa o funzionale di un bene, un valore, un attrezzo, una macchina, un immobile o quant'altro abbia un valore economico, affettivo, morale. Nel campo della sicurezza il danno si distingue in: danno biologico ovvero lesione fisica o psichica della persona danno morale soggettivo danno esistenziale ovvero lesione del diritto al libero dispiegarsi delle attività umane, alla libera esplicazione della personalità 3
I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE PERICOLO Una fonte o una situazione con un potenziale di danno in termini di malattia o danno alla proprietà, danno all ambiente del posto di lavoro, o ad una combinazione di esse. 4
I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE PREVENZIONE Il complesso delle disposizioni o misure necessarie ad evitare o a diminuire i rischi professionali, considerando: la particolarità del lavoro l'esperienza la tecnica il rispetto della salute della popolazione l integrità dell'ambiente esterno 5
I CONCETTI DI RISCHIO, DANNO, PERICOLO, PREVENZIONE, PROTEZIONE PROTEZIONE Verificare attraverso opportuni controlli che siano eseguite le misure di prevenzione e protezione e utilizzati i dispositivi di protezione individuale adottati dal datore di lavoro. 6
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO SECONDO L ART. 2087 C.C. L'imprenditore organizza la propria attività per raggiungere l obiettivo aziendale (produzione di un manufatto, fornitura di un servizio, ecc.), adottando le misure necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica. 7
L'imprenditore pianifica l attività considerando le risorse materiali necessarie: Macchine Utensili Attrezzature Impianti Opere provvisionali o strutture edilizie Materie prime Prodotti intermedi Prodotti finali Figure professionali 8
L imprenditore quantifica i costi/ricavi esaminando: Le risorse economiche da impegnare per far partire l attività, mantenerla attiva, adeguarla ad eventuali esigenze di mercato e cessarla Le non conformità collegate all inadeguatezza totale o parziale del prodotto o servizio offerto I rischi alla sicurezza e salute dei lavoratori 9
L imprenditore verifica l idoneità delle risorse mediante l individuazione dei documenti attestanti l idoneità delle stesse: 1. Libretto d uso e manutenzione, dichiarazione CE e attestazioni di regolare manutenzione delle macchine e attestazioni di conformità a normative particolari (es. ATEX luoghi con pericolo di esplosione) 10
2. Libretto d uso e manutenzione, norme tecniche e attestazione di regolare manutenzione degli utensili e attrezzature, compresi i dispositivi di protezione individuale e attestazioni di conformità a normative particolari (es. ATEX luoghi con pericolo di esplosione) 11
3. Dichiarazione di conformità alla regola d arte degli impianti con gli allegati obbligatori: schemi, progetti, descrizioni dei competenti utilizzati, attestazioni di conformità a normative particolari (es. ATEX luoghi con pericolo di esplosione) e autorizzazioni all esercizio (es. verifiche periodiche impianto di messa a terra, contro le scariche atmosferiche, luoghi con rischio di esplosione, ascensori, ecc.). Tutti gli impianti devono essere sottoposti a regolare manutenzione. 12
4. Progetti e certificazioni rilasciate da tecnici qualificati relativamente alle opere provvisionali 5. Progetti e licenze d uso delle strutture edilizie 6. Schede di sicurezza e/o tecniche delle materie prime e prodotti intermedi e finali 7. Qualifica professionale, idoneità alla mansione specifica, possesso di adeguata informazione, formazione e addestramento delle figure professionali 13
La formazione deve essere: GENERALE - fornita al lavoratore all inizio della propria attività lavorativa SPECIFICA - fornita al lavoratore in base al settore ATECO di appartenenza, con validità quinquennale 14
PARTICOLARE - fornita al lavoratore, con scadenza triennale, quadriennale o quinquennale in base ai compiti affidati: addetto al primo soccorso, addetto alla prevenzione e lotta degli incendi, mansioni che espongono ad agenti chimici o fisici, luoghi con rischio di esplosione, lavori in quota, utilizzo di DPI di III cat., utilizzo di attrezzature speciali (carrelli elevatori, gru, ecc.) DI RUOLO - fornita ai preposti ed ai dirigenti con scadenza quinquennale 15
L imprenditore diventa anche DATORE DI LAVORO all atto dell assunzione di un lavoratore o dell affidamento dei lavori ad un equiparato (es. co.co.co., co.co.pro., lavoratori interinali, ecc. - lavoratori atipici) 16
Il datore di lavoro designa: Il responsabile del servizio di prevenzione e protezione RSPP Il medico competente I lavoratori eleggono un loro rappresentante per la sicurezza RLS 17
Il datore di lavoro valuta i rischi relativi alla sicurezza e salute dei lavoratori avvalendosi del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e del medico competente, consultando il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. 18
Il datore di lavoro individua e valorizza: I possibili danni alla sicurezza e salute dei lavoratori durante il lavoro, anche mediante misurazioni strumentali (esposizione ad agenti chimici e fisici) o teoriche (zonizzazione aree con presenza di miscele esplosive) La probabilità che il danno si concretizzi in base al tempo di utilizzo di macchine, attrezzature, impianti, materie prime, ecc. 19
Il datore di lavoro quantifica il rischio in base alla seguente formula: r = G x P x i.c. / doc. Il danno è quantificato in base all andamento degli infortuni negli ultimi 3 anni. 20
GRAVITÀ DEL DANNO MEDIA GIORNI (gg) INFORTUNIO NEGLI ULTIMI TRE ANNI VALORI (G) gg > 30 4 15 < gg 30 3 0 < gg 15 2 gg = 0 1 21
La probabilità che l evento si manifesti è valutata in base al tempo dedicato alla mansione, all utilizzo di una macchina o attrezzatura, ecc. 22
PROBABILITÀ CHE L EVENTO SI MANIFESTI (P) NUMERO DI ORE (h) DI PERMANENZA NEI REPARTI VALORI (P) h > 6 4 4 < h 6 3 2 < h 4 2 0 < h 2 1 23
L indice di correzione è determinato in rapporto all Indice di frequenza d infortunio in Italia per gruppo di tariffa I.N.A.I.L. Tipo di conseguenza: inabilità permanente (ultima tabella I.N.A.I.L.) 24
INDICE DI CORREZIONE IN RAPPORTO ALL INDICE DI FREQUENZA D INFORTUNIO IN ITALIA (I.F.I.IT.) PER GRUPPO DI TARIFFA I.N.A.I.L. TIPO DI CONSEGUENZA: INABILITÀ PERMANENTE VALORI (I.C.) 12 < I.F.I.IT. 16 2 8 < I.F.I.IT. 12 1,5 4 < I.F.I.IT. 8 1 0 < I.F.I.IT. 4 0,5 25
La documentazione tecnica (relativamente ai vari documenti precedentemente elencati) viene valutata in base a quanto è presente in Azienda. 26
DOCUMENTAZIONE TECNICA L AZIENDA È IN POSSESSO DELLA DOCUMENTAZIONE TECNICA VALORI (Doc.) Sì 1 No o scaduta 0 27
Il datore di lavoro, a seguito della valutazione dei rischi effettuata in collaborazione con il servizio di prevenzione e protezione e del medico competente, sentito il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, stabilisce le misure di prevenzione e protezione ed i DPI da utilizzare. 28
Tali provvedimenti devono essere inseriti in un progetto promosso dal servizio di prevenzione e protezione. Il progetto deve identificare: struttura o reparto processo di produzione segnaletica dispositivi di protezione individuale dispositivi di protezione collettivi azioni da intraprendere tempi e i modi per la realizzazione responsabili del progetto, dirigenti, preposti e lavoratori coinvolti imprese esterne coinvolte tipologia e livello di rischio 29
Giorni (gg) infortunio Ore (h) di permanenza Indice di frequenza d infortunio Documentazione Quantificazione del rischio Struttura o reparto Segnaletica DPC DPI Azioni da intraprendere Tempi e modi per la realizzazione Responsabil e del progetto, dirigenti, preposti e lavoratori coinvolti Imprese esterne coinvolte Rischio 1 2 n. Osservazioni DPC = dispositivi di protezione collettiva DPI = Dispositivi di protezione individuale 30
La quantificazione del rischio avrà i seguenti risultati QUANTIFICAZIONE DEL RISCHIO R = G x P x I.C. / Doc. Rischio 0 < R 4 Moderato 4 < R. 8 Basso 8 < R 12 Medio 12 < R 16 Alto R > 16 Altissimo 31
Il datore di lavoro avvia le seguenti azioni minime operative a seconda della tipologia e del livello di rischio : RISCHIO MODERATO - nessuna azione RISCHIO BASSO - informazione dei lavoratori. Qualora la tipologia del rischio lo richieda occorre avviare anche la formazione dei lavoratori RISCHIO MEDIO - informazione e formazione dei lavoratori 32
RISCHIO ALTO O ALTISSIMO - assumere gli opportuni interventi atti a riportare il rischio ad uno dei tre livelli precedentemente citati, stabilendo le misure di emergenza da assumere temporaneamente o la sospensione dell attività e le eventuali comunicazioni ai lavoratori addetti all attività, sia interni che esterni, alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione 33