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10. ARIA 10.1. Inquadramento L inquinamento atmosferico è un fenomeno assai complesso poiché, oltre ad essere il risultato dell immissione di sostanze prodotte da svariate attività antropiche (produzione e utilizzo di combustibili fossili, produzione industriale, estrazione dei minerali, incenerimento dei rifiuti, attività agricola), è anche il risultato della trasformazione chimica e fotochimica di composti e sostanze in atmosfera. Alla fine degli anni 80 con il termine emissione inquinante si designò "una qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa che, proveniente da un impianto, producesse inquinamento se introdotta in atmosfera", attribuendo quindi ai soli impianti la fonte delle emissioni. Circa dieci anni più tardi, il termine emissione inquinante è stato rivisto, intendendo...qualsiasi sostanza immessa [..] dall uomo nell aria ambiente che può avere effetti dannosi sulla salute umana o sull ambiente nel suo complesso. Attualmente la qualità dell aria è valutata in funzione delle concentrazioni di determinate sostanze inquinanti (gassose o sotto forma di particolato) considerate dannose per la salute umana o per l equilibrio degli ecosistemi naturali, nel caso in cui esse superino determinati livelli di livello e di rischio. I principali inquinanti sono il biossido di zolfo (SO2), gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbonio (CO), l'ozono, il benzene, gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), le polveri (soprattutto il particolato avente diametro inferiore a 10 milionesimi di metro) e il piombo. 10.2. Fonte dei dati ed informazioni disponibili I dati utilizzati per la elaborazione degli indicatori si basano sulle informazioni fornite od acquisite dai seguenti soggetti: Comune di Capurso, Ufficio Tecnico Comunale Comune di Cellamare, Ufficio Tecnico Comunale Comune di Triggiano, Ufficio Tecnico Comunale ISTAT, Censimento generale della popolazione e delle abitazioni 1991-2001 Piano di riqualificazione della mobilità urbana per la riduzione dell inquinamento atmosferico e l aumento della mobilità ciclopedonale nell area metropolitana di Bari 10.3. Indicatori selezionati In base alle informazioni disponibili è stato selezionato ed elaborato il seguente indicatore ambientale. R.T.I. Pagina 91 di 113

Concentrazioni medie annue degli inquinanti atmosferici (CO, NOx, SO2, O3, PM10, benzene) S Scopo dell indicatore Descrivere gli andamenti nel tempo delle concentrazioni medie ed evidenziare il loro eventuale superamento dei valori limite individuati a protezione della salute umana. Obiettivi SO2: l obiettivo a cui fare riferimento è definito dal decreto ministeriale 2 aprile 2002 n. 60, di recepimento delle direttive europee relative alla qualità dell aria, in termini di concentrazione media oraria, pari a 350 µg/m 3 a partire dal 2005 (con margine di tolleranza, riduzione progressiva annuale dai 500 µg/m 3 del 1999-2000) e di concentrazione media nelle 24 ore, posta pari a 125 µg/m 3 dal 2005, entrambe associate ad un numero massimo di superamenti, pari rispettivamente a 24 e 3 volte all anno; è poi definito un limite per la protezione degli ecosistemi riferito alla concentrazione media annuale e alla concentrazione media invernale (1 ottobre 31 marzo) entrambe fissate in 20 µg/m 3 dal 2001. Si deve inoltre fare riferimento alla soglia di allarme fissata a 500 µg/m 3 misurati su tre ore consecutive. NOX: il decreto ministeriale 2 aprile 2002 n.60 individua per il biossido di azoto due limiti di protezione della salute umana: un limite al valor medio orario, pari a 200 µg/m 3 in vigore da gennaio 2010 con un numero di superamenti ammessi pari a 18 volte l anno (con margine di tolleranza e riduzione progressiva annuale a partire dal limite di 300 µg/m 3 del 1999-2000), e un limite al valor medio annuo, pari a 40 µg/m 3 in vigore da gennaio 2010 (con margine di tolleranza e riduzione progressiva annuale a partire dal limite di 60 µg/m 3 del 1990-2000). Il decreto fissa anche la soglia di allarme pari a una concentrazione maggiore o uguale a 400 µg/m 3 misurata per tre ore consecutive. CO: l obiettivo minimo da osservare è quello del rispetto del valore limite definito dal d.m. 60 del 2 aprile 2002 che conferma il limite per la protezione della salute umana già in vigore in Italia con il d.p.c.m. del 28/3/1983. Tale valore limite per la protezione della salute umana, riferito alla media massima giornaliera su 8 ore, è pari a 10 mg/m 3 da osservare a partire dal 1/1/2005 mentre, considerando il margine di tolleranza, il limite è di 16 mg/m 3 negli anni 2000-2002, di 14 mg/m 3 nel 2003 e di 12 mg/m 3 nel 2004. Benzene: Il decreto ministeriale 2 aprile 2002 n.60 definisce come valore limite per la protezione della salute umana una concentrazione media annua pari a 5 µg/m 3.Il margine di tolleranza previsto all entrata in vigore della direttiva è pari al 100% (5 µg/m 3 ) fino al 1 gennaio 2005, data a partire dalla quale tale margine deve essere ridotto di 1 µg/m 3 all anno fino ad annullarsi entro il 1 gennaio 2010. PM10: Il decreto ministeriale 2 aprile 2002 n.60 definisce due limiti alle concentrazioni di particolato fine per la protezione della salute umana: un limite al valor medio giornaliero, pari a 50 µg/m 3 in vigore da gennaio 2005, con un numero di superamenti annui ammessi pari a 35 fino al 2010 e pari a 7 dal 2010 (con margine di tolleranza e riduzione progressiva annuale a partire dal limite di 75 µg/m 3 del 1999-2000), e un limite al valor medio annuo, pari a 40 µg/m 3 in vigore da gennaio 2005 (con margine di tolleranza e riduzione progressiva annuale a partire dal limite di 48 µg/m 3 del 2000) e a 20 µg/m 3 in vigore da gennaio 2010 (con margine di tolleranza e riduzione progressiva annuale a partire dal limite di 40 µg/m 3 del 2005). Ozono: Il decreto legislativo 21 maggio 2004, n.183, in attuazione della direttiva europea relativa all ozono, fissa come valore bersaglio per la protezione della salute umana un valore della media mobile su 8 ore massima giornaliera pari a 120 µg/m 3, con un numero di superamenti ammessi pari a 25 volte in un anno civile come media su 3 anni. Il decreto fissa anche le soglie di attenzione e di allarme pari a concentrazioni medie orarie rispettivamente superiori a 180 e 240 µg/m 3. R.T.I. Pagina 92 di 113

Si evidenzia In occasione della redazione del Piano di riqualificazione della mobilità urbana per la riduzione dell inquinamento atmosferico e l aumento della mobilità ciclopedonale nell area metropolitana di Bari è stata realizzata una campagna di monitoraggio della qualità dell aria. Il monitoraggio è stato effettuato dal 24 ottobre al 3 novembre 2005, mediante utilizzo di due Sistemi di Monitoraggio con mezzi mobili, ubicati nei punti in cui erano precedentemente stati rilevati i flussi di traffico più elevati. In ogni punto individuato sono stati monitorati per tre giorni consecutivi i livelli di biossido di zolfo SO2, di monossido di carbonio CO, degli ossidi di azoto NO- NO2-NOx, degli idrocarburi metanici e non, dell ozono O3, delle polveri totali sospese PTS, polveri sottili PM10, idrocarburi policiclici aromatici IPA e Benzene. Si riportano nella tabella 1, le formule chimiche degli inquinanti utilizzate come abbreviazioni, le unità di misura e relativi limiti normativi. Il rapporto sulle condizioni dell inquinamento atmosferico evidenzia una criticità per quanto riguarda l inquinante PM10, cioè la frazione del particolato sospeso con diametro inferiore a 10 µm, che nelle aree urbane può avere origine da lavorazioni industriali, dall usura dell asfalto, dei pneumatici, dei freni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare quelli con motore diesel (Grafici 1 e 2). Nei siti rilevati si sono infatti riscontrati valori prossimi al livello giornaliero di protezione della salute, pari a 50 µg/m 3 imposto dal D.M. 60/02. Per tutti gli altri inquinanti (biossido di zolfo, monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi metanici e non, ozono, polveri totali sospese, polveri sottili, idrocarburi policiclici aromatici e benzene) non sono state rilevate concentrazioni prossime ai valori limite stabiliti dalla normativa: si può quindi ritenere buono-accettabile lo stato di qualità dell aria presente nei tre comuni, eccetto che per la criticità relativa la PM10. In particolare, le concentrazioni di Benzo(A)pirene misurate nella campagna di monitoraggio sono sempre risultate inferiori a 0,2 ng/m 3, e quindi inferiori al limite normativo pari ad 1 ng/m 3, mentre il valore massimo giornaliero di benzene di 2,5 µg/m³ è stato raggiunto nel sito di monitoraggio di Capurso (Grafico 3). Per quanto riguarda le concentrazioni di biossido di azoto misurate, non si sono rilevati superamenti del limite orario per la protezione della salute umana stabilito dal D.M. 60/2002 pari a 200 µg/m³, ma il massimo orario è risultato pari a 142 µg/m³, misurato il 3/11/2005 a Triggiano (Grafico 4). Sempre a Triggiano è stata rilevata la massima concentrazione media oraria di monossido di azoto, risultato pari a 159 µg/m³, come anche la massima concentrazione media oraria di monossido di carbonio, che ha raggiunto il valore di 2,1 mg/m 3, decisamente inferiore ai limiti di legge (Grafici 5 e 6). L'ozono è un inquinante non direttamente emesso da una fonte antropica, ma si genera in atmosfera grazie all'instaurarsi di un ciclo di reazioni favorite da un intenso irraggiamento solare (Grafico 7). Rappresentando quindi un inquinante tipico del periodo estivo, nel periodo in cui è stato effettuato il campionamento si è mantenuto ben al di sotto dei limiti imposti dalla normativa attualmente in vigore: il valore massimo è risultato pari a 95 µg/m³, rilevato a Capurso. Il massimo valore giornaliero di NMHC è risultato pari a 652 µg/m³ (calcolato come massimo orario) misurato il 3/11/2005 a Triggiano mentre la massima concentrazione giornaliera di metano (CH4), è risultato pari a circa 2,2 mg/m³ (calcolato come massimo orario) in tutti e tre i Comuni considerati (Grafici 8 e 9). R.T.I. Pagina 93 di 113

Simbolo Inquinante monitorato unità di misura Limite di legge Legge S0 2 BIOSSIDO DI ZOLFO µg/m 3 125 µg/m 3 D.M. 60/02 Disposizioni valore medio sulle 24 ore; soglia di allarme 500 µg/m3, misurato su 3 ore consecutive NO 2 BIOSSIDO DI AZOTO µg/m 3 200 µg/m³ D.M. 60/02 limite orario da non superare BENZENE µg/m 3 5 µg/m 3 D.M. 60/02 valore limite annuale BaP BENZO(A)PIRENE ng/m 3 1 ng/m 3 D.M. 25/11/94 obiettivo di qualità annuo NO MONOSSIDO AZOTO µg/m 3 - - - O 3 OZONO µg/m 3 180 µg/m 3 D.Lgs.183/04 valore medio orario CO MOSSIDO DI CARBONIO mg/m 3 10 mg/m 3 D.M. 60/02 da non superare per 8 ore consecutive CH 4 IDROCARBURI METANICI mg/m 3 - - - NMCH IDROCARBURI NON METANICI µg/m 3 - - - PTS PARTICOLATO SOSPESO TOTALE µg/m 3 150 µg/m 3 D.M. 25/11/94 PM10 PARTICOLATO SOSPESO PM10 µg/m 3 50 µg/m 3 D.M. 60/02 TABELLA 1: Formule chimiche degli inquinanti, unità di misura e limite normativi - Fonte: ns. elaborazione il livello di attenzione non più in vigore numero massimo di superamenti per tutto l anno pari a 35 R.T.I. Pagina 94 di 113

GRAFICO 1: PM10, Concentrazioni massime giornaliere nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 2: PTS, Concentrazioni massime giornaliere nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano R.T.I. Pagina 95 di 113

GRAFICO 3: Benzene, Concentrazioni massime giornaliere nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 4: NO2, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 5: NO, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 6: CO, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano R.T.I. Pagina 96 di 113

GRAFICO 7: O3, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 8: NMCH, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano GRAFICO 9: CH4, Concentrazioni massime orarie nei comuni di Capurso, Cellamare e Triggiano R.T.I. Pagina 97 di 113