Lo si è visto ballare con le speranze del futuro

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Transcript:

Dopo tutto quello che è stato detto, compiuto, i programmi televisivi che sono campati e hanno danzato il loro ballo di audience sulle reliquie del defunto, come non dedicare questo mio articolo al Papa? Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, pastore dell umanità cristiana, si è spento pochi giorni fa. La sua morte, a mio avviso, è stata un vero e proprio tsunami di amore, la riscoperta di una fede latente e inimmaginabile per ognuno di noi. Non importa ciò che molti uomini hanno detto alla sua morte; chi lo ha accusato di oscurantismo, chi lo riteneva un sano cultore del fisico, chi lo credeva sempre pronto alla risata e allo humour, chi lo vuole santo, dato che queste attitudini erano il corollario di un incessante opera di amore, di spargimento del seme di Dio in tutte le regioni della Terra. Ho visto questo uomo fumare il calumet della pace con gli indiani nativi d America, protestare violentemente contro gli abusi dei totalitarismi e contro il vizio, ma ciò che mi ha strappato lacrime amare alla Periodico gratuito dell Istituto Leopardi di Milano - n. 1 Maggio 2005 - Anno I www.istitutoleopardi.it - info@istitutoleopardi.it Lo si è visto ballare con le speranze del futuro sua morte è stata la confidenza in Dio, la salda fiducia nella sua opera, quella sicurezza che sembrava portarlo ovunque, esaltando un Dio che aiuta e serve l uomo, pur non essendo suo servitore, ma un entità a volte in collera e punitrice. Mi è parso che, alla sua morte, gli angeli abbiano bussato alle porte delle nostre anime, quelle dei giovani soprattutto, giovani che affogano in un mondo di relax e di piacere, giovani irrispettosi, spocchiosi, maleducati, ma pur sempre giovani, invitandoci alla concordia, alla riscoperta del vivere in armonia col mondo, e quindi con Dio. Era questo, stando a quello che si dice, il desiderio di Papa Wojtyla, colui che ha ballato la break dance con i Papa boys! Vedere i giovani uniti dalla fede in Dio, rispettarsi l un l altro, vederli crescere sorretti da una base di sani principi morali. Forte di questa speranza, ha impostato la propria missione seguendo una sola "logica", quella della fede e delle proprie idee. La sua è stata una "rivoluzione" che ha toccato anche la stessa Chiesa e che si è estesa al mondo intero, a convinzioni e separazioni secolari. È stato il Papa che confessava pubblicamente e periodicamente i fedeli come un comune parroco. Il Papa che ha infilato la ''fiteuah'', chiedendo perdono per la responsabilità dei cristiani nell'antisemitismo, tra le pietre millenarie del Muro del Pianto come un semplice ebreo. È stato il primo Papa ad aver varcato la soglia di una sinagoga dal tempo degli apostoli, a Roma nel 1986. Il primo ad esser entrato in una moschea, a Damasco nel 2001, e a varcare la soglia di una chiesa luterana nel 1987. Il Papa che andava in vacanza e sciava in Cadore, che ha fatto costruire una piscina a Castelgandolfo. Ma quella buffa figura che apparve in Vaticano, annunciato come il Papa venuto da un paese lontano, che esordì con se sbaglio mi corrigerete entrò subito nei cuori dei fedeli, trasmettendo quella simpatia umana che può essere avvertita a pelle. Angelo Schena Cari ragazzi si conclude positivamente, con l'uscita del secondo numero, l'esperienza del giornalino per quest'anno scolastico. Grazie all'entusiasmo di tutti voi che avete collaborato è stato possibile creare un giornale vivo, che vi ha rappresentato, che ha dato voce alle vostre aspirazioni. Un "in bocca al lupo" a quanti affronteranno l'esame di stato ed un arrivedeci a tutti gli altri. La redazione

La moda: seguirla o no? La televisione, il cinema, internet e i mezzi di comunicazione in genere hanno prodotto modelli, tipi umani che siamo obbligati ad imitare. Essi presentano aspetti positivi e negativi: se da un lato appaiono spesso come figure belle, oneste e con buonissime qualità, sono comunque persone reali che possono sbagliare, e che non dobbiamo copiare in ogni atteggiamento. Mi spiego meglio: è giusto, e anche positivo, avere un modello da seguire (che sia un cantante, uno sportivo o svolga qualunque altra professione), ma non si deve fare della propria vita la copia di un'altra. Quello che dico penso sia sensato, ma tutti risponderebbero in questo modo se si ponesse loro la medesima questione, a parte rari casi disperati ; chiunque ha un po' di logica non è ossessionato da qualche moda ma se lo è non lo ammetterà mai! Personalmente non mi importa molto della moda né di avere un modello da seguire, ma sono (quasi) sempre sicuro di quello che faccio: ho i miei interessi e le mie responsabilità (poche, a dire la verità ). Più generalmente, non penso che la società sia formata da individui identici tra loro: c'è chi imita a tutti i costi, ma anche chi sa quando è corretto affidarsi a un modello e quando invece diventa patetico essere un surrogato dello stesso. Forse la moda è vista, da chi è insicuro, come un espediente per nascondersi e farsi accettare dagli altri. Credo però che la conseguenza più grave di tutto questo possa essere la perdita delle proprie convinzioni, dei propri ideali, solo per compiacere persone a cui, magari, alla fine non interessa. Emilio Picasso Sta finendo Finalmente dopo cinque anni è arrivato il tempo di cambiare un po vita! Tutti in giugno correranno giù per le scale senza pensare a chi faranno rotolare per tutta la rampa, come un gregge, che non aspettava altro d essere liberato, fugge verso posti migliori. Ogni giorno si entra in classe e ci si siede al solito banco, con i soliti riti i più belli, quelli che ti rimangono dentro e non vanno più via. A settembre il tuo astuccio è pieno di penne, gomme, gommine e, dopo due soli giorni, nello stesso astuccio trovi una penna scarica e una matita con inciso nel legno un nome diverso dal tuo: ti accorgi che non è di tua proprietà ma non lo dici, tanto qualcun altro si è preso il tuo evidenziatore! Dopo poco ti cade l occhio nell astuccio del compagno seduto dietro di te: LUI ha la tua gomma! Stai zitta, tanto tu hai il suo bianchetto dell anteguerra ancora intatto E il temperino? Quello non manca mai, il magico temperino spaziale che vaga per la classe, di mano in mano, ma 906 giorni di lavoro, 530 mila metri quadrati di pavimentazione, circa 750 milioni di euro spesi: sono solo alcune delle cifre, da record, della nuova Fiera di Milano. La Fiera, realizzata tra i comuni di Rho e di Pero, occupa una vasta area, la stessa in cui sorgeva, fino al 1992, una raffineria Agip: l intervento di bonifica dell ex zona industriale, avvenuto in più riprese, è terminato nel giugno del 2003. I lavori di costruzione della Fiera si sono svolti parallelamente a quelli per il prolungamento della metropolitana linea 1 in direzione Molino Dorino, per la realizzazione delle fermate Pero e Rho, ora capolinea. Ho provato il nuovo tratto di metropolitana sabato 2 aprile, quando mi sono recata a visitare la Fiera: per percorrere la distanza Molino Dorino-Rho, ho impiegato davvero poco tempo, Alla mia classe grazie al suo nome ritorna da dove è partito (come dice infatti il proverbio? Pietro, torna indietro ) Tutte quelle matitine di IKEA non sono solo tue, appena ti siedi tutti t invidiano e non capisci proprio il perché sono lunghe un mignolo e scrivono pesantissimo ma dopo ci pensi bene: l invidia nasce dal fatto che tu ne hai almeno mille, piccole, sì, ma tante, mentre loro neanche una! Ci sono delle cose che non riesci a spiegarti: quando ti svegli ti viene quasi la nausea a pensare di dover stare seduta per sei ore, ma poi entri in quella classe e ridi, ridi, per quelle sei ore ridi tra una spiegazione e l altra. Si parla con un alfabeto tutto nostro, si scoppia a ridere per un gesto così stupido che quando ci ripensi a casa sorridi e ti si riempie il cuore Quelle piccole carezze, quegli scherzi maligni, quelle palline di carta buttate in testa che fanno cambiare stagione: nevica, nevica in 5A, anche se fuori fa caldo perché quel giugno stregato sta arrivando! C è un atmosfera speciale nella La nuova Fiera di Milano due, tre minuti al massimo. Ma il 2 aprile 2005 è anche l ultimo giorno di funzionamento del tratto di metropolitana appena attivato, che verrà riaperto a partire da metà settembre, dopo l ultimazione della costruzione del secondo binario;entro dicembre dovrebbe essere inaugurata la fermata intermedia di Pero e, da maggio, inizierà il cantiere per la costruzione della stazione ferroviaria Rho-Pero. La nuova Fiera di Milano diventa oggi il primo polo fieristico al mondo per capacità espositiva; a Massimiliano Fuksas, architetto italiano tra i più richiesti a livello internazionale, è stata affidata la progettazione dell intera struttura. La spettacolare vela, composta da quadrati di vetro e di acciaio, accompagna il corridoio centrale di collegamento tra i vari padiglioni (dalla Porta Est alla Porta Ovest), percorrendo terza aula del corridoio: entri e senti l odore piu schifoso del mondo, però, tra i banchi che sanno di vomito, le magliette che già si preparano alla sudata dell interrogazione, l odore del prosciutto che gira già alle nove di mattina, senti il profumo più dolce, l essenza di una classe che si aiuta in ogni momento, che ha passato in cinque anni le esperienze più belle, una classe che è cresciuta insieme una quinta piena di AMICI. Tutto questo tra poco non ci sarà più e non mi sembra vero: non posso immaginare che in giugno non dirò buone vacanze, ci vediamo a settembre ma ci sarà solo un ciao!!! Manca poco.. e io, allora, tra gli eroi filosofici e quelli della classe che in ogni momento sono pronti ad aiutarti, la cavalla della Valchiria, le schede libro che qlc faceva in anticipo, i caratteri dionisiaci e apollinei, i ricci, i bistefani a Natale, il pentolone di pasta e ceci e le chiacchiere dietro di me lascio e lascerò sempre il mio cuore! Cecilia Agosti 1,482 chilometri. Il simbolo della nuova Fiera è il cosiddetto vulcano, ossia l avveniristica struttura di 36 metri d altezza che ospita il Centro Servizi e che già contraddistingue lo sky-line della zona. L acciaio e il vetro sono i materiali più ricorrenti, sull onda del celebre Crystal Palace londinese, le linee sono essenziali ma avvolgenti, i colori, dal grigio acciaio al rosso-arancio, si armonizzano con i riflessi e le combinazioni create dalla luce. Da non perdere gli spazi d ispirazione orientale, dove il vetro dei padiglioni e della vela si specchia nelle zone d acqua, tra la lucentezza delle pietre laviche nere e l immaginaria frescura dei bambù. La nuova Fiera è soprattutto un occasione di rilancio per l economia italiana (in particolare del nord Italia), una sfida ambiziosa, un opportunità. E, nelle giornate di sole limpido, tra un padiglione e l altro, è anche possibile intravedere il Monte Rosa. Eleonora Ardemagni

Un tuffo nel passato Gli anni ' 50 sono ripercorsi attraverso oggetti, immagini, riviste, libri, fotografie, dipinti, sculture, del secondo dopoguerra. La celebre bicicletta di Fausto Coppi del 1954 apre l'esposizione, seguita da una Lambretta, da una Vespa e da uno splendido modello della nave Andrea Doria, non potevano mancare il juke-box e un flipper Rocket Ship 1958; un angolo apposito è dedicato al master in mogano della Fiat 500, 1955 e alla Gilera Saturno Piuma 1952. Una sequenza di immagini coglie attimi della vita di personaggi celebri: Manzù vicino al portale del Duomo, il matrimonio di Tyrone Power con Linda Christian vestita dalle sorelle Fontana, Carlo Parola che, nel 1950, effettua con incredibile agilità la celebre rovesciata presa a simbolo dalle figurine Panini. Zeno Colò compie 160 km in Colorado con i suoi sci di legno, mentre nel 1954 gli italiani conquistano gli 8611 metri del K2. Ferragamo è il calzolaio ufficiale delle dive di Hollywood e Audrey Hepburn sembra apprezzare molto lo stile delle sue calzature. Il 14 Maggio 1947 viene inaugurato il Piccolo Teatro. Pier Paolo Pasolini gioca a calcio con i suoi Ragazzi di vita nel 1955. Alberto Pirelli e Vittorio Valletta presentano la nuova Bianchina al Museo della Scienza e della Tecnica. La trasmissione televisiva Il Musichiere del 1958 ospita un'icona della grazia e dell'opulenza al femminile: Anita Ekberg, conosciuta soprattutto per aver interpretato il film La dolce vita con il nostro caro Marcello Mastroianni. La Mostra del Cinema di Venezia del 1960 ospita nomi celebri quali Olmi, Pontecorvo, Lizzoni, Maselli, Ruffo, Truffaut. In una sola stanza sono riuniti l'olivetti, il Teatro Sant'Erasmo e il Pirelli. Il traguardo tecnologico più evidente era rappresentato da due elettrodomestici considerati del tutto usuali oggi: la lavatrice e il frigorifero. Direttore Responsabile Maria Rossella Sironi Collaborano per la redazione Edi Copreni, Anna Barbatti, Pierdomenico Palazzi, Maria Rossella Sironi, Lorenzo Tomassini Sede Istituto Europeo Leopardi Via del Carroccio, 9 20123 Milano Stampato presso Arti Grafiche Donati - Cormano MI Numero 1 In corso di registrazione presso il Tribunale di Milano Le scintillanti macchine per il caffè di Giò Ponti e Bruno Munari e- spandono la geometria dando forma allo spazio. Il sapiente sfruttamento degli ambienti è manifestato dai modellini in legno di locali che hanno un arredamento attuale ancora oggi. La fantasia trova le sue massime espressioni nelle graziose e fluide forme delle sedie e poltrone che rivalutano la versatilità dei materiali più svariati. Un omaggio particolare merita l'automobile giocattolo del 1959 di Raffaella Crespi. Che sorpresa nel ritrovare il vecchio telefono verde Selidor del 1958! Non potevano mancare le famose riviste Domus sulle quali si sperimentano giochi con la grafica del testo e il movimento cromatico. E le tanto robuste ma così pesanti macchine per cucire Necchi. Le lampade Arteluce di Sarfatti si adattano allo spazio. Locandine di film famosi circondano costumi di scena, autentici capolavori di sartoria, come l'abito di Alida Valli. La stanza dedicata alla moda riunisce abiti, calzature, cappellini e gioielli davvero particolari. È un capolavoro di sartoria l'abito delle sorelle Fontana di pizzo rafia e taffetas realizzato a Roma nel 1953. Nella sala dedicata alle fotografie in bianco e nero giochi di luce e contrasti cromatici esaltano paesaggi, luoghi, opere in costruzione, momenti di vita, visi noti e cari quali quelli di Mario del Monaco o del Maestro Toscanini che hanno reso tanto onore alla musica lirica italiana. Grande tenerezza e gaiezza suscita il Ragazzo che pensa di Fazzini, realizzato in bronzo nel 1957: immagino che stia osservando i movimenti dell' acqua in riva ad un fiume o vicino ad uno stagno sul quale si posano gli insetti; sempre in bronzo ma lucido è il nudo seduto di Alberto Viani che fa pensare alla perfezione di un corpo che si chiude ad anello su se stesso. Diana Branda

La stanza dei bottoni Non è poi così noiosa l educazione civica! A volte tra i banchi di scuola sentiamo dire: Che noia studiare l educazione civica che, peraltro, non serve a nulla! ; oppure Ah, quanto vorrei avere già finito la scuola ed essere laureato!. Dobbiamo però pensare che la scuola, e soprattutto l educazione civica, non sono inutili; infatti è molto importante, per ogni cittadino, imparare come viene governato il suo paese. È proprio per questo motivo che, l undici marzo, ci siamo allontanati dai banchi di scuola per raggiungere la sede del nostro Comune: Palazzo Marino. Al nostro arrivo la guida ha raccontato la storia di Tommaso Marino e della sua abitazione, il palazzo attualmente sede dell Amministrazione Comunale. Allo scopo di realizzare tale costruzione, Marino, commerciante di spezie e sale proveniente da Genova, incaricò l Alessi, architetto di sua fiducia, di disegnarne il progetto. La prima stanza da noi visitata è chiamata proprio Sala Alessi, in suo onore, e attualmente vi si svolgono le conferenze stampa. Tale sala, colpita dalle bombe durante la seconda guerra mondiale, fu seriamente danneggiata ma nel tempo restaurata. Subito dopo abbiamo visitato la sala del Consiglio Comunale, un organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo che solitamente si riunisce di lunedì, formato da sessanta consiglieri e presieduto dal Sindaco; sono presenti tre tribune di cui una riservata ai giornalisti, una al pubblico ed una ai consiglieri. Vi spicca il quadro, posto alle spalle della poltrona del Sindaco, di Sant Ambrogio a cavallo, mentre sul soffitto vi è una frase storica di Cicerone che dice: QUAE IN PA- TRIBUS AGENTUR MODICA SUNTO. VIS ABESTO (Siano moderate le cose che sono fatte a favore della Patria. Ci si astenga dalla forza). Siamo passati, quindi, a visitare la sala Verde, più famosa come ex sala dei matrimoni dove è nata la nipote di Tommaso Marino, Virginia Di Leyva, passata alla storia come Monaca di Monza. L ultima stanza che ci ha accolto, la Sala della Giunta, organo che presiede le funzioni amministrative, composte di sedici assessori più il Sindaco, è decorata dagli affreschi dipinti dagli allievi del Tiepolo. La storia della nostra città non deve essere solo letta sui libri o raccontata a parole ma, anche osservata e ammirata, per rendere più ricca e più consapevole la nostra cultura. Matteo Inzani Lunedì 4 Aprile, teatro Carcano: sulla locandina splende il titolo Treasure Island, famoso racconto d'avventura con protagonisti pirati, marinai e uomini d onore. Ci si augura quindi uno spettacolo in lingua che, oltre all utilità, possa essere piacevole e in qualche modo coinvolgere nella magia del teatro. La sala è gremita di scolaresche e, appena cominciato lo spettacolo, il silenzio è più o meno totale. Subito appare una scenografia semplice, che non varierà; sarà così difficile capire i cambiamenti di scena da non distinguere il bancone di un bar, un isola deserta ed il ponte di una nave. Per il susseguirsi di battute citate in un inglese arcaico e lontano da quello comunemente imparato a scuola e una trama riadattata in modo scadente, il pubblico comincia a rumoreggiare. Non servono le canzoni piratesche, anche se ben eseguite dagli attori; alla fine gli applausi sono pochi e i fischi tanti. Può darsi che tutti quei ragazzi non siano entrati nello spirito del teatro fatto di semplicità e magia, Uscite a teatro ma l opera ha davvero lasciato a desiderare. È andata sicuramente meglio con Arsene Lupin, sempre al Carcano, spettacolo in lingua francese che ha presentato una scenografia nulla, una tenda con delle scritte che apparivano ad ogni cambio di scena, ma sicuramente efficace e comprensibile. Anche questa volta il linguaggio non ha agevolato, un francese un po complesso cui hanno però fatto da contrappeso scene piuttosto divertenti ed una recitazione discretamente coinvolgente. Risultato? Applausi, visto che è difficile non battere le mani a quattro attori raggianti in volto che s'inchinano davanti al pubblico con un sorriso splendente, convinti di aver appena eseguito un opera memorabile. In conclusione un esperienza positiva, dato che comunque si è assistito a utili opere in lingua, nonostante il livello non elevato degli spettacoli presentati dal teatro Carcano. Alberto Schena La terza liceo torna all asilo Chi ha detto che l asilo è un semplice parcheggio per bambini? Con questo stage ci siamo dovuti ricredere. La scuola materna S.Orsola di via Arena ha un sistema innovativo basato su laboratori come cucina, giardinaggio, musica, carta, drammatizzazione. Tutte queste attività sono studiate per portare i bambini, gradualmente e attraverso il gioco, al raggiungimento dell obiettivo prefissato. Non abbiamo osservato solo i bambini ma anche gli educatori. Lo scopo della scuola non è semplicemente passare delle nozioni che devono essere apprese ma educare i bambini alla vita di gruppo, ad affrontare i problemi, a comunicare, a non reprimere mai le emozioni e lo si fa giocando ovviamente. Il modo in cui i bambini giocano è speciale: loro non giocano per sembrare ma per essere. La settimana era strutturata in modo che potessimo osservare le diverse attività; ma non ci siamo limitati ad osservare, abbiamo anche partecipato ad alcuni laboratori come cucina (rendendoci improponibili grazie alla farina) o drammatizzazione. Parlando poi con gli educatori ci siamo resi conto della difficoltà del loro lavoro: trovare il modo di comunicare, insegnare senza mai imporre, organizzare tutto come un grande gioco, guardare l ambiente con gli occhi di un bambino per poterli capire. Abbiamo notato poi che nelle attività è coinvolto moltissimo il corpo; questo per evitare che i bambini si ritrovino a quarant anni iscritti a qualche corso

di danza per prendere confidenza col proprio corpo, come ci ha spiegato la direttrice della scuola. Alcuni di noi sono convinti di aver trovato qui la loro strada, ma l esperienza è servita a tutti, compresi quelli che si immaginano un futuro lontano da scuole dell infanzia (per gli insofferenti è servito almeno ad escludere questa possibilità). È stato difficile metterci in gioco, temevamo di essere ridicoli; i bambini invece si divertono con una spontaneità che purtroppo crescendo si perde. Il rimedio? Ridere, giocare e divertirsi senza concentrarci troppo su noi stessi. Francesca Cavalleri Turismo e storia Aosta è il capoluogo di una regione a statuto speciale, la Valle d Aosta, situata nella parte nord-occidentale dell Italia. È una città di origine romana, cinta da mura e circondata da alte montagne fra le più belle d Europa e conta solo 34.577 abitanti. Essa è situata in un ampia conca alpina, nella zona più fertile e ricca della valle della Dora Baltea, ed è un importante punto di snodo del traffico commerciale internazionale. Sede, già nel 2900 a.c., di uno stanziamento megalitico, fu il centro militare dei Salassi, una popolazione celtica sconfitta dalle truppe romane durante l impero di Ottaviano Augusto, grazie al quale divenne, nel 25 a.c., un insediamento stabile che prese il nome di Augusta Praetoria. Chiamata Roma delle Alpi per la sua importanza e la sua ricchezza, subì in seguito numerose invasioni da parte dei popoli barbari confinanti. Il nucleo più antico della città, ancora racchiuso nella cinta muraria, rivela molto chiaramente la struttura dell accampamento militare romano, attraversato dal cardo e dal decumano, le due vie principali perpendicolari tra loro. Nel centro storico di Aosta si possono visitare la Porta Praetoria, il teatro romano, il Foro, la Cattedrale e tanti altri monumenti importanti. La Porta Praetoria, ad esempio, è ubicata fra via Sant Anselmo e via Porta Praetoria e costituiva l ingresso in città per chi proveniva da Ivrea. È perfettamente conservata (ha perduto soltanto parte del suo rivestimento marmoreo) e risale al periodo della fondazione di Augusta Praetoria. La Porta ha mura molto spesse ed è oggi interrata di quasi tre metri a causa dell innalzamento della sede stradale. Ai tempi di Augusto, vi si riscuoteva una tassa per le merci introdotte in città. Appena fuori dalle mura della città, invece, si trova l Arco di Augusto, situato in piazza Arco d Augusto. L imponente monumento s innalza ai margini orientali di Aosta e costituiva l ingresso orientale alla città. Fu costruito anch esso nel 25 a.c. per commemorare la vittoria delle truppe romane ed è considerato il simbolo della città di Aosta. Una delle maggiori attrattive della regione è costituita, poi, dai castelli, che sono numerosissimi. Uno fra questi è il Castello di Fénis, le cui parti più antiche risalgono al 1242; è situato sul colmo di una lieve collinetta, ma pare non avesse scopo difensivo. Dalla famiglia Challant, nel 1716 il castello passò in altre mani, che lo ridussero a fattoria. Tale degrado durò fino al 1895, quando iniziarono i lavori di recupero e di restauro. Le stanze e le sale del castello sono distribuite su tre piani fuori terra e ogni spazio ha una sua individualità compositiva. Le pareti sono dipinte con affreschi di santi protettori e tutti i locali sono arredati con mobili d antiquariato d epoca tardo medievale. Il fascino che emana dal suo centro storico, ricco di monumenti, e la posizione incantevole rendono Aosta un importante centro turistico di transito e di soggiorno. La Valle d Aosta è facilmente raggiungibile per autostrada da Milano (180 km), da Torino (110 km) e da Genova (230 km), oltre che per strada statale e per ferrovia. Val la pena di visitarla per fare un tuffo nel nostro passato! Joely Benetti Borno: che giornate! Borno è un paese della valle Camonica in provincia di Brescia che da 16 anni tutti i mesi di marzo si popola di studenti milanesi del liceo Leopardi - Sacro Cuore. Quest anno è stato il nostro turno, ci siamo recati per una settimana in questo suggestivo borgo per saperne di più sulla vivibilità nei paesi di montagna. Nelle mattinate dei primi tre giorni sono state svolte alcune interviste sull argomento agli abitanti di paesi quali Bienno, Borno ed Edolo. La gente si è rivelata abbastanza disponibile a rispondere alle nostre insistenti domande (sicuramente al contrario degli abitanti di grandi metropoli, come Milano, che non hanno MAI né tempo né voglia). Queste mattine sono state le più interessanti e le più distensive della settimana, ci hanno dato la possibilità di allenarci per diventare intervistatori provetti. La giornata di giovedì è stata quella più impegnativa, in cui tutti hanno lavorato molto. Aiutandoci a vicenda abbiamo anche realizzato grandi cartelloni su cui abbiamo riportato i grafici ottenuti dall elaborazione dei dati delle interviste. In questa giornata i gruppi hanno collaborato intensamente tralasciando discussioni inutili che avevano caratterizzato le giornate precedenti. Si pensava che Venerdì, la giornata dei giochi, sarebbe stata rilassante e di- vertente, ma per molti, si è rivelata l ultima delusione della settimana, poiché tutti, con questi svaghi, pensavamo di poter portare molti punti alla nostra squadra, ma purtroppo ci sbagliavamo. Pensiamo che questo laboratorio di scienze sociali sia stato duro e stressante quasi come una caserma: per ogni minimo ritardo, per una cicca, per un cappello o per una piccolissima infrazione alle regole ci toglievano decine di punti, svantaggiandoci nella gara tra squadre e demoralizzandoci fino al punto di desiderare di tornare a casa. Alla fine, però, ognuno ha lasciato con malinconia il posto e le attività svolte perché in un modo o nell altro ABBIAMO IMPARATO TUTTI QUALCHE COSA! Per esempio, a collaborare in armonia con il gruppo e ad elaborare in modo veloce i dati raccolti durante le interviste. Giulia Pasca e Sara Nava

Platone a teatro Lo studio della lingua inglese in Europa Si tratta di un idea molto bella, culturalmente avanzata ma di difficile realizzazione: quella di rappresentare il Fedone di Platone a teatro è risultata un operazione sorprendente, come i professori e gli alunni dell Istituto Leopardi hanno potuto constatare. Come si può mettere in scena un testo filosofico? Non è certamente semplice, ma Carlo Rivolta ha saputo stupire con grandi doti teatrali e grande personalità. Egli ha saputo concretizzare il testo filosofico del Fedone dandogli il sapore di una vicenda di cronaca: la morte di Socrate. Infatti il Fedone è il capitolo finale, se così si può definire, della trilogia platonica dell Apologia di Socrate, ovvero il processo da lui subito e la sua morte Carlo Rivolta è Socrate! Ha recitato interagendo direttamente col pubblico e ha finto che il pubblico fosse il gruppo dei suoi discepoli: in tal modo è riuscito a ricreare la stessa atmosfera in cui furono probabilmente immersi i veri seguaci di Socrate. In cella, aspettando l arrivo della cicuta, Socrate parlò loro della morte, intesa come viaggio, dell immortalità dell anima, dell inutile timore dell uomo per concetti puramente astratti e di molto altro Tutto questo è stato reso in modo magistrale, tanto che si arriva a domandarsi: Ma quell uomo sul palco è davvero Socrate? E, pur sapendo bene che non lo è, si vive lo spettacolo come se si partecipasse dal vivo alle ultime ore dell amato maestro Non un briciolo di noia, non uno sbadiglio soltanto la voglia di sapere era presente in quella sala, una voglia di sapere che ha catturato tutti i presenti. È quindi giusto applaudire non solo Platone, che è l autore primo dell - opera, ma anche il grande Carlo Rivolta, che ha saputo immedesimarsi perfettamente in Socrate e nella situazione, ma che soprattutto è stato in grado di coinvolgere un vasto e non omogeneo gruppo di persone a dimostrazione della compatibilità tra teatro e filosofia. Luca Rocchi Il Consiglio d Europa è stato invitato dalla regione Lombardia ad una collaborazione e consulenza per una ricerca analitica sul tema della politica linguistica nazionale realizzata nella nostra regione. Il 26 aprile scorso ho partecipato, come rappresentante dell Istituto Leopardi, alla riunione che si è tenuta a Milano, nell Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, nella quale la commissione europea incaricata aveva il compito di intervistare alcuni studenti lombardi tra cui me per valutare le nostre esperienze scolastiche. Questa ricerca fa parte delle iniziative della Policy Division del Consiglio d Europa ed è condotta da esperti quali: prof. Michael Byram, School of Education, Università di Durham, Regno Unito Prof. Jean Claude Beacco, Università di Parigi III Sorbonne Nouvelle Mr. Paul Caffrey, Senior Inspector del Dipartimento di Educazione e Scienze dell Università di Dublino, Irlanda Prof. Hartmut Ebke, Direttore del Seminario Statale per la Pedagogia della Scuola dell Università di Tübingen, Germania M.me Philia Thalgott, Deputy Head della Language Policy Division, Consiglio Europeo di Strasburgo, Francia Come proseguimento della mia partecipazione al Campus degli studenti europei di Orvieto dello scorso ottobre, in occasione della firma della Costituzione Europea, ho avuto l opportunità di partecipare a questa riunione mandata dall Istituto Leopardi come rappresentante delle scuole private e paritarie della regione Lombardia insieme ad altri ragazzi (il Presidente della Consulta, il rappresentante dei Licei Linguistici statali e il rappresentante dei Licei Scientifici statali con specializzazione linguistica). A me e agli altri è stato chiesto di descrivere come viene sviluppato l insegnamento e l apprendimento delle lingue straniere nelle nostre scuole e il grado di importanza che viene loro attribuito. Come prima cosa penso sia stato davvero utile poter considerare, con l aiuto degli esperti, come nella maggior parte dei casi avviene il nostro approccio alle lingue: spesso noi ragazzi riteniamo che la conoscenza delle lingue straniere sia un surplus, e che sia assolutamente sufficiente una preparazione scolastica grammaticale di base dell inglese e non ne consideriamo l importanza anche al di fuori di questa realtà. Io ho avuto la possibilità di discutere a lungo su questo tema, e ho trovato insieme agli altri ragazzi motivi validissimi che vanno al di là di quelli scolastici per cui tutti dovrebbero accostarsi a questo tipo di studio. Oltre che ad avere una chance in più nel mondo del lavoro, dove si considera ormai la conoscenza dell inglese come scontata e assolutamente necessaria, studiare una lingua straniera vuole dire soprattutto fare il primo passo verso la comprensione di un altra cultura, sentirsi più vicini ad altri popoli e sicuramente potersi definire veri cittadini europei. Ci è stato quindi chiesto di suggerire, in base alla nostra esperienza personale, quali fossero secondo noi gli strumenti più idonei per migliorare l approccio e l appetibilità dello studio delle lingue straniere. Mi è parso dunque utile segnalare ai rappresentanti del Consiglio d Europa che sarebbe auspicabile innanzitutto una maggior attenzione e apertura da parte delle autorità regionali verso l insegnamento delle lingue a cura di insegnanti madre-lingua. Inoltre mi sono sentita di poter definire come molto efficaci gli scambi culturali, gli stages e una maggior promozione dei programmi Erasmus e Socrates ai quali io stessa ho deciso di partecipare il prossimo anno con la convinzione che queste esperienze mi aiuteranno ad imparare e vivere in prima persona una lingua straniera. Ho accolto con gratitudine anche questa seconda occasione di confronto e di valutazione delle problematiche scolastiche viste in un panorama più ampio di quello a cui siamo abituati. Il potermi confrontare con altri studenti e soprattutto con adulti esperti provenienti da altri paesi europei mi ha aiutato ad ampliare le mie prospettive di studio e di lavoro; rappresentare inoltre le scuole paritarie mi ha dato la percezione di una grande fortuna e responsabilità, che spero di aver saputo affrontare adeguatamente con il mio piccolo contributo. Ilaria Vecchi